Realizzazione Studi di Settore al fine di facilitare l'emersione di cluster di imprese operanti nel settore ICT Intervento SD07B) CLUOS

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1 Realizzazione Studi di Settore al fine di facilitare l'emersione di cluster di imprese operanti nel settore ICT Intervento SD07B) CLUOS DI 1 - Necessità delle PMI del settore ICT per migliorare la gestione dell'innovazione, le gestione finanziaria, la produttività, il livello di delivery e la sua manutenibilità. Dipartimento di Ingegneria Data 21/09/2008 Page 1 of 37

2 Premessa La metodologia di ricerca La definizione del campione La struttura ed i contenuti del questionario Dati anagrafici, modalità di nascita dell impresa e sua evoluzione Le fasi e la tecnica di raccolta dei dati Analisi dei dati Dati anagrafici, modalità di nascita dell impresa e sua evoluzione Capitale umano dell impresa Prodotti, clienti e tecnologie Rapporti con università Conclusioni Bibliografia Indice delle Figure Indice delle Tabelle Page 2 of 37

3 Premessa Competitività e innovazione costituiscono due pilastri su cui si basa lo sviluppo e la crescita delle principali economie mondiali. La precedente affermazione è valida anche per il sistema produttivo italiano, caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese. L adozione di tecnologie informatiche da parte delle imprese ha già dimostrato di poter contribuire in modo sostanziale alla creazione di valore e al miglioramento della competitività. L imprenditoria italiana, da sempre attenta all innovazione di prodotto (Confindustria, 2007), deve ancora cogliere il valore che risiede nell innovazione dei processi. Introdurre l innovazione nei processi aziendali vuol dire disporre di informazioni sempre aggiornate, ridurre i costi e migliorare l efficienza per rispondere ai continui cambiamenti e raggiungere (o creare) nuovi mercati. Quando si affronta l argomento PMI è necessario introdurre alcuni chiarimenti: piccolo non vuol necessariamente dire semplice o destrutturato così come grande non vuol necessariamente dire complesso o strutturato. L organizzazione di una piccola-media impresa, infatti, risente spesso dalla tipologia di business, dalla tipologia di risorse utilizzate. Nel settore ICT, dove il ricorso ai knowledge workers costituisce la prassi, la dimensione limitata dell impresa costituisce spesso una decisione progettuale collegata alla dinamicità del settore e non necessariamente un ripiego. Questa complessità è determinata da diversi fattori, tra cui: - il management ed il modello decisionale; - la cultura aziendale; - l organizzazione interna; Page 3 of 37

4 - le relazioni con l esterno (in particolare, per il settore ICT, con le fonti di conoscenza); - il ruolo della tecnologia e dell innovazione tecnologica. In controtendenza a tale impostazione, prevalentemente di natura teorica, recentemente alcuni esperti del settore ICT ( ;CHL) annoverano, invece, tra le principali problematiche del settore italiano proprio l esistenza di un sistema dei fornitori troppo numeroso. In Italia, in effetti, ci sono circa imprese, dalle software house ai dealer, con un incidenza dello 0,5% di società con più di 250 addetti. La carenza di medie e grandi imprese è una caratteristica italiana che nel settore ICT e negli ultimi anni si è acuita a causa dell indebolimento dell intero sistema (es. contrazione qualitativa della domanda da parte delle PMI e delle grandi imprese che chiedono soprattutto l abbassamento di prezzi e tariffe professionali). Inoltre bisogna considerare che anche nell ipotesi in cui una PMI riesca ad essere innovativa (es. produrre prodotti nuovi, erogare nuovi servizi) essa dovrebbe essere in grado di portarli sui mercati, quindi dovrebbe essere dotata di idonee capacità di marketing, distribuzione ed assistenza post-vendita (Impresa e Stato, 2008). Ne consegue che un impresa molto piccola non sempre ha la forza finanziaria, manageriale per controllare la sua penetrazione commerciale all estero, per cui le difficoltà del mercato interno non vengono recuperate con un intensa attività sui mercati stranieri. Le aziende del mondo ICT hanno un basso tasso di internazionalizzazione con l incidenza dell export che arriva al 3,8% contro il 13,5% dell'inghilterra. La presenza diretta delle imprese italiane sui mercati internazionali, inoltre, è ulteriormente diminuita negli ultimi anni, mentre le imprese ICT degli altri Paesi procedono nelle loro attività di internazionalizzazione. In linea con gli obiettivi del progetto CLUOS il presente deliverable ha lo scopo di illustrare i risultati emersi dallo studio dell innovazione dei Page 4 of 37

5 processi di produzione e dell organizzazione delle piccole e medie imprese ICT del territorio campano. Nel primo capitolo viene illustrata la metodologia utilizzata per la ricerca empirica; nei paragrafi 2.1, 2.2, 2.3, 2.4 vengono presentati i risultati dell indagine. Infine nell ultimo capitolo si illustrano le linee guida per l elaborazione delle strategie di innovazione all interno delle PMI oggetto dell indagine. Page 5 of 37

6 1. La metodologia di ricerca 1.1 La definizione del campione L indagine sulle piccole e medie imprese ICT presenti in Campania è stata effettuata su base campionaria; per assicurare una significatività dei dati ed al fine di ottenere una rappresentatività delle imprese ICT localizzate sul territorio campano si è ritenuto opportuno utilizzare la tecnica di campionamento casuale. Il primo passo è consistito nell individuare i codici di attività ATECO ritenuti ICT secondo gli obiettivi del progetto CLUOS, si è passati poi ad individuare le imprese ICT campane ed attive al 31/07/2007 (ovvero formalmente iscritte al registro delle imprese). Le fasi successive, necessarie per identificare le imprese ICT realmente operative in base alla metodologia definita nel DM3. Successivamente si è proceduto al censimento, verificando l effettiva raggiungibilità delle imprese, cercando ove possibile il sito web, altrimenti utilizzando i siti web di infoimprese, pagine gialle, pagine bianche e pagine utili, al fine di recuperare i recapiti telefonici per il successivo contatto. Il censimento è stato effettuato in base ai codici Ateco di appartenenza delle imprese e sono state classificate secondo la tassonomia già presentata nel DM9, per creare una continuità metodologica ed una confrontabilità dei dati. Attraverso tale procedura le imprese sono state ulteriormente suddivise in TLC potenziali e IT potenziali ; queste ultime, sulla base dei criteri illustrati nel DM3, sono state poi classificate in imprese IT operative, imprese non IT ed imprese non raggiungibili 1. A partire dalla classificazione del comparto IT per orientamento al mercato del rapporto annuale ASSINFORM, le imprese IT operative sono state infine distinte in imprese IT operative con competenze ICT non specialistiche ed imprese IT operative con competenze ICT specialistiche. Queste ultime sono state utilizzate per costruire il database delle imprese da coinvolgere nell indagine. 1 Per approfondimenti sulla metodologia per il censimento delle imprese ICT in Campania si veda il deliverable metodologico DM3. Page 6 of 37

7 Il campione di PMI risulta essere costituito da 322 imprese. 1.2 La struttura ed i contenuti del questionario Il questionario, riportato nell appendice 1, è stato strutturato in 4 sezioni. Di seguito vengono riportati per ciascuna di esse l obiettivo d indagine ed una sintesi dei contenuti dei quesiti formulati Dati anagrafici, modalità di nascita dell impresa e sua evoluzione L obiettivo della prima sezione è raccogliere informazioni riguardo alla genesi dell impresa, rilevando dati quali l anno di costituzione, eventuali modificazioni della forma giuridica e/o della denominazione sociale; alla localizzazione della sede, individuandone i fattori che ne hanno influenzato la scelta e specificandone la tipologia di sede (legale, produttiva e commerciale); alla composizione societaria, verificando eventuali legami dell impresa con altre PMI e/o grandi imprese o gruppi societari. Di particolare interesse risultano i quesiti aventi l obiettivo di rinvenire i principali fattori che hanno contribuito alla costituzione dell impresa, nonchè quelli relativi alle principali difficoltà incontrate all inizio dell attività. Sono stati altresì formulati quesiti relativi ad eventuali supporti tecnici e/o agevolazioni finanziarie di cui l impresa ha usufruito, all importo dell investimento iniziale necessario per intraprendere l attività imprenditoriale, alla ripartizione delle risorse all inizio dell attività Capitale umano dell impresa I quesiti inseriti nella seconda sezione hanno l obiettivo di rilevare la composizione e le caratteristiche delle risorse umane, ed in particolare del gruppo imprenditoriale, con focus sulla formazione ed esperienza dei fondatori dell impresa. La figura dell imprenditore nelle PMI ha storicamente una grande rilevanza, determinandone, in linea generale gli obiettivi e le strategie. Page 7 of 37

8 1.2.3 Prodotti, clienti e tecnologie Nella terza sezione l attenzione si è focalizzata su dati quantitativi relativi al fatturato, individuandone la tendenza tra il 2005 e il 2007, al peso attribuibile a ciascun prodotto/servizio venduto; alla composizione del portafoglio clienti, distinguendoli per provenienza territoriale e per tipologia; al grado di innovatività dell impresa (misurata come spesa in R&S sui costi aziendali) per le attività di innovazione e R&S, di risorse umane impiegate in tale attività, nonché di fatturato proveniente dalla commercializzazione di nuovi prodotti. Ad integrazione del quadro più strettamente quantitativo così delineato, vengono proposti alcuni quesiti di tipo qualitativo in grado di fornire indicazioni sulle performance generali del livello di innovazione durante gli ultimi tre anni ( ), sul fabbisogno di specifiche competenze, su eventuali carenze riscontrate da parte di neo-laureati assunti negli ultimi tre anni, sulle modalità di reclutamento sia in termini di decisori sia di canali utilizzati per il recruiting, ed infine sulle eventuali certificazioni informatiche possedute dall azienda Rapporti con università ed enti locali L ultima sezione è volta ad indagare le modalità di collaborazione dell impresa con università e centri di ricerca in termini di numero di progetti congiunti sviluppati nel periodo , di fasi in cui avviene la collaborazione, dei meccanismi di coordinamento principalmente utilizzati e del modello di sviluppo nuovi prodotti dominante. 1.3 Le fasi e la tecnica di raccolta dei dati Tra gli strumenti metodologici potenzialmente utilizzabili per la rilevazione di dati primari, si è ritenuto opportuno utilizzare un questionario strutturato da erogare telefonicamente o de visu. Si è Page 8 of 37

9 deciso di scartare l ipotesi dell invio del questionario senza sollecito (es. telefonico, via ) al fine di garantire da un lato la minimizzazione del tasso di mancata risposta, dall altro per assicurarci la corretta interpretazione dei quesiti e la conseguente confrontabilità dei dati. Dopo un primo contatto telefonico in cui è stata richiesta l adesione dell impresa a partecipare all indagine, è stata inviata tramite posta elettronica una lettera di presentazione del progetto in cui sono stati illustrati gli obiettivi e le modalità di svolgimento dell indagine ed alla quale è stata allegata una copia del questionario al fine di consentire il reperimento dei dati e delle informazioni necessarie alla successiva compilazione dello stesso. Nel successivo contatto telefonico è stato fissato un appuntamento telefonico con il responsabile della sede campana dell azienda o con il responsabile dell area R&S della stessa. Nel terzo ed ultimo contatto si è provveduto alla compilazione del questionario; tale fase ha avuto per ciascuna intervista una durata compresa tra i 30 e i 40 minuti. Le operazioni di raccolta dei dati si sono complessivamente protratte per 26 settimane (da metà novembre 2007 a fine maggio 2008); i questionari compilati durante le prime quattro settimane sono stati considerati come questionari pilota, aventi cioè l obiettivo di testare la comprensibilità dei quesiti ed allo stesso tempo di individuare le variabili discriminanti. La maggiore difficoltà collegata a questa fase dell indagine ha riguardato l individuazione degli elementi necessari per raggiungere le imprese, in quanto i numeri di telefono e gli indirizzi ricavati dai siti web delle aziende spesso si riferivano alle sedi legali piuttosto che a quelle operative. In tali casi sono state utilizzate altre fonti (Pagine Bianche, Pagine Gialle, Infoimprese), oppure sono state contattate le sedi legali alle quali è stato richiesto un recapito della sede campana. L imputazione dei dati è avvenuta contestualmente a tutte le fasi di raccolta. Allo stato attuale delle indagini, le imprese a cui è stato somministrato Page 9 of 37

10 il questionario sono 100. Delle altre 222 appartenenti al campione iniziale: - 58 risultano non attive 2 ; - 63 risultano non raggiungibili 3 ; - 24 risultano non IT 4 ; - 77 risultano non aderenti all indagine, in particolare: o 42 si sono dichiarate espressamente non interessate a partecipare all indagine; o 20 sono solo momentaneamente non disponibili 5 ; o 15 hanno aderito all indagine ma da esse si attende un appuntamento per la compilazione telefonica del questionario. Le 100 imprese intervistate sono state classificate secondo la tassonomia già utilizzata ed illustrata nei precedenti deliverables metodologici, in base alle competenze possedute (Tab. 1). Tabella 1 - Distribuzione delle imprese ICT del campione per categoria Categoria N. Imprese Applicativi 30 Consulenza tecnologica 20 Integr. e custom 26 Riparazione 1 Servizi it 2 Telecomunicazioni 1 Web 15 Canale indiretto 1 Formazione 1 Altro 3 Tot Per non attive si intende sia quelle imprese delle quali il recapito telefonico e/o l indirizzo e- mail individuato è risultato non attivo, sia quelle che hanno cessato l attività o erano in liquidazione al momento del contatto. 3 Per non raggiungibili si intende quelle imprese di cui non è stato possibile individuare alcun tipo di recapito. 4 Per non IT si intende quelle imprese che non svolgono attività inerenti al settore ICT (es. imprese operanti in settori del tutto estranei alle ICT, ma iscritte per errore con un codice Ateco ICT). 5 Per momentaneamente non disponibili si intende quelle imprese che al tempo del contatto si sono dimostrate interessate a partecipare all indagine ma impossibilitate a rispondere al questionario per impegni, pertanto da ricontattare. Page 10 of 37

11 2. Analisi dei dati Nei paragrafi successivi (2.1, 2.2, 2.3, 2.4) è riportata l analisi dei dati emersi che si riferiscono alle interviste di n. 100 piccole e medie imprese ICT operanti sul territorio campano. I dati verranno illustrati in base all ordine delle diverse sezioni presentate nel questionario. Nel paragrafo 2.1, viene fornito un quadro sulle caratteristiche anagrafiche, dimensionali ed evolutive delle medie e piccole imprese ICT della regione Campania. Nel paragrafo 2.2, si forniscono i risultati relativi all analisi empirica realizzata sulla composizione del capitale umano delle imprese. Nel paragrafo 2.3, sono state individuate le variabili relative al grado di innovazione delle imprese, alla composizione del portafoglio clienti e alla tipologia di prodotto e servizio venduto. Nel paragrafo 2.4, infine, sono presentati i risultati riferiti alle relazioni intessute dalle imprese con il mondo accademico. Page 11 of 37

12 2.1 Dati anagrafici, modalità di nascita dell impresa e sua evoluzione Dall analisi dei dati anagrafici delle imprese intervistate è emerso che la forma giuridica prevalente è la Società a responsabilità limitata (Tab. 2). Tabella 2 - Distribuzione delle imprese ICT del campione per forma giuridica Forma giuridica N. Imprese % Consorzio 2 2% Ditta individuale 19 19% Sas 8 8% Snc 4 4% Soc. cooperativa 2 2% Spa 11 11% Srl 54 54% Tot % Come indicato nella Tabella 3, il 37% delle imprese è stato costituito negli anni dal 1996 al 2000, indicando un andamento di crescita del settore ICT in tale periodo. Tabella 3 - Distribuzione delle imprese ICT del campione per anno di costituzione Anno di costituzione N. Imprese % prima del % % % % % 2001 ad oggi 39 39% Tot % Page 12 of 37

13 Rilevante è anche il dato che si riferisce all intervallo di tempo tra il 2001 e il 2007, che denota un ulteriore sviluppo delle imprese (39%) nel periodo successivo all esplosione della c.d. bolla speculativa delle dot.com e considerato una fase di rallentamento nei settori collegati alle tecnologie dell informazione e digitali in generale, dopo il periodo di crescita intensa che ha caratterizzato la cosiddetta New Economy ( ). La distribuzione delle imprese sul territorio campano mostra una elevata concentrazione nella provincia di Napoli; all opposto la provincia con il minor numero di imprese risulta essere quella di Avellino (Tab. 4). Tabella 4 - Distribuzione territoriale delle Imprese ICT del campione Provincia N. Imprese % Avellino 7 7% Benevento 19 19% Caserta 10 10% Napoli 41 41% Salerno 23 23% Tot % Come mostra la Figura 2, per quanto riguarda i legami societari con altre imprese del territorio, dalle indagini è emerso che solo il 24% delle imprese fa parte di un gruppo (partecipazione di minoranza, partecipazione incrociata, controllo altre imprese). Page 13 of 37

14 Figura 1 - Legami societari delle imprese ICT del campione con Imprese del territorio altro 4% partecipazione di minoranza partecipazioni incrociate controlla altre imprese controllata da altre imprese 5% 7% 4% 4% no 76% Dall analisi dei dati emerge uno spiccato spirito imprenditoriale degli imprenditori campani, infatti 76 imprese intervistate su 100 sono nate da una nuova idea di business dello stesso imprenditore fondatore (Tab. 5). Tabella 5 - Nascita dell attività dell Impresa Principale motivazione alla nascita % Sulla base di una nuova idea di business 76% Per rilevazione di un attività già esistente 9% Per successione ereditaria 0% Per scorporo di attività da altra impresa preesistente 5% Per fusione di più attività tra imprese preesistenti 2% Da spin off da università/centri di ricerca 6% Altro 2% Tot. 100% Page 14 of 37

15 Dalla Figura 3 risulta che il principale fattore determinante per la costituzione dell impresa risulta essere la consolidata esperienza del o degli imprenditori fondatori nel settore di attività iniziale. Figura 2 - Fattori ritenuti determinanti per la costituzione dell'impresa Altro Fornitura esterna Opportunità piani sviluppo locale Opportunità fiscali 2% 2% 1% 3% Conosc. tecnol. innov. 27% Potenzialità mercato 15% Esper.impr. 50% I motivi che sembrano determinare invece la scelta della localizzazione sono rappresentati principalmente dalla vicinanza al domicilio del fondatore per il 37% dei casi, dalle caratteristiche del tessuto produttivo, ossia opportunità di mercato, vicinanza ai fornitori, possibilità di interagire con imprese presenti nella zona (30%) e dalle caratteristiche infrastrutturali con una percentuale pari al 18% (quali la disponibilità di terreni e fabbricati, la maggiore accessibilità della zona, l esistenza di infrastrutture adeguate di supporto all attività). Minore importanza risultano avere gli aspetti concernenti la vicinanza e la disponibilità di risorse umane qualificate e quelli di carattere politico - amministrativi, quali gli incentivi offerti a nuove imprese da enti locali (Fig. 4). Page 15 of 37

16 Una nota merita la relativa inferiore attenzione alla vicinanza alle c.d. fonti di risorse umane qualificate, la regione Campania, infatti, vanta la presenza di ben 5 università attive nelle ICT pertanto le risorse umane qualificate sono abbastanza reperibili sull intero territorio regionale. Figura 3 Incidenza dei Fattori di localizzazione altro 6% caratteristiche non strutturali 37% aspetti politicoamministrativi 3% aspetti concernenti le risorse umane 6% caratteristiche del tessuto produttivo 30% caratteristiche infrastrutturali 18% La domanda relativa alle principali difficoltà incontrate all inizio dell attività, è stata progettata nel questionario come domanda a risposta multipla gerarchizzata, ossia si chiede all intervistato di dare un ordine alla pluralità di risposte ammesse (prima scelta, seconda scelta,...). La Figura sottostante (Fig. 5) si riferisce alla prima risposta in ordine di importanza, per la quale il 26% afferma che la difficoltà maggiore sta nel reperire risorse umane qualificate e il 24% nel valutare le potenzialità di mercato. Page 16 of 37

17 Figura 4 - Maggiore difficoltà incontrata all'inizio dell'attività Altro Trovare soci Adempimenti burocratici Acquisire inform. su agevolazioni Reperire risorse finanziarie Reperie risorse umane qualificate Reperire materie prime/semilav. Reperire locali e terreni Canali commercializzazione Valutare potenzialità mercato 4% 1% 6% 1% 0% 3% 15% 20% 24% 26% Dalle informazioni relative alla struttura finanziaria emerge che il capitale proprio è la principale fonte al momento della costituzione dell azienda (Fig. 6). Questo dato è indipendente dall ammontare dell investimento complessivo iniziale che è comunque inferiore a ,00 euro per il 47% delle imprese intervistate (Fig. 7); inoltre riflette le difficoltà incontrate al momento dello start up dell azienda in merito al reperimento di capitali in forma diversa da quella del coinvolgimento personale degli imprenditori (per esempio, prestito bancario, finanziamenti pubblici, partecipazione di altre aziende). Page 17 of 37

18 Figura 5 - Distribuzione percentuale dell investimento iniziale 85% 3% 5% 4% 1% 1% Credito ordinario Credito agevolato Risorse proprie Capitale familiari non in azienda Capitale persone non in azienda Altro Figura 6 - Investimento complessivo iniziale per intraprendere l attività 47% 31% 13% 2% 2% 5% < > n.d. Classe dimensionale del fatturato Etichetta fino a < 25 da a da a da a oltre >1.000 Page 18 of 37

19 Per comprendere con maggiore chiarezza le esigenze di finanziamento avvertite dalle imprese e le difficoltà di reperimento, è stato chiesto di indicare se esse hanno usufruito di agevolazioni finanziarie negli ultimi tre anni, scegliendo tra le seguenti possibilità di risposta: leggi/bandi regionali, leggi/bandi nazionali, leggi/bandi comunitari. Il 37% delle imprese ha risposto positivamente alla domanda, e la forma più utilizzata di finanziamento è quella costituita da leggi/bandi nazionali, per esempio prestiti d onore, L. 486, L.488, L Page 19 of 37

20 2.2 Capitale umano dell impresa Per le 100 imprese intervistate è stato rilevato un totale di addetti, di cui 975 con contratto di lavoro dipendente e 363 con contratto atipico nell anno 2007, con una variazione percentuale positiva, del totale degli addetti, del 12,34% rispetto all anno Tabella 6 Numero delle imprese ICT del campione per numero di addetti Classe dimensionale n. di addetti N. imprese da 0 a da 11 a da 31 a 50 4 da 51 a 70 0 da 71 a 90 3 Tot. 100 Dai dati emerge che le imprese con meno di 10 addetti rappresentano ben il 73% del totale (Tab. 6), mentre le imprese di medie dimensioni ( addetti) risultano essere appena il 7% del campione. Dall analisi dei dati rilevati sui componenti del gruppo imprenditoriale è emerso che il 37% delle imprese ha un unico titolare che risulta essere anche il fondatore dell impresa (Tab. 7). Tabella 7 - Composizione del gruppo imprenditoriale Numero dei componenti del N. gruppo imprenditoriale Imprese Tot. 100 Page 20 of 37

21 Per quanto riguarda la formazione dei componenti del gruppo dirigenziale, si osserva (Fig. 7) che quasi la metà di essi (47,03%) non possiede un titolo universitario; il 15,35% possiede una laurea in area economica, il 30,69% è laureato in discipline tecnico-scientifiche, mentre il 6,93% ha una laurea in altre discipline. L elevato numero di diplomati all interno dei gruppi imprenditoriali è correlato alla pluriennale esperienza che essi hanno nel settore della propria attività. Infatti in merito all esperienza dei fondatori, si osserva che per 46 imprese essi hanno una precedente esperienza imprenditoriale; di questi l 82,14% proviene da esperienze nello stesso settore di attività dell impresa fondata. Figura 7 - Formazione del gruppo imprenditoriale 47,03% 30,69% 15,35% 6,93% laurea a laurea b laureac diploma - laurea a = economica - laurea b = tecnico-scientifica - laurea c = altre discipline Nel 56% dei casi l impresa è nata sulla base di un idea imprenditoriale innovativa, ma solo nel 13% dei casi, gli intervistati hanno dichiarato di aver fondato l impresa a seguito di un esperienza maturata in collaborazione con Università e Centri di ricerca. 2.3 Prodotti, clienti e tecnologie Il primo dato che si è ritenuto opportuno rilevare nella sezione relativa ai prodotti/servizi venduti è quello dell ammontare del fatturato Page 21 of 37

22 nell anno Come si osserva dalla Figura 8, il 33 % delle imprese intervistate ha registrato un fatturato tra 100 e 500 mila euro. Figura 8 - Distribuzione delle imprese per classi di fatturato 2007, (classi in migliaia di euro) 33% 27% 17% 9% 9% 3% 1% 1% < '000 1'000'- 1'500 1'500-2'500 2'500'- 5'000 > 5'000 n.d. La figura seguente propone la distribuzione delle imprese ICT del campione per tipologia. Figura 9 - Distribuzione delle Imprese ICT per categoria Altro 8% Commercializzazione Hardware e Software Sist. Integr. Hw/Sw Web 6% 13% 14,0% Formazione 4% Consulenza 8% Servizi IT 11% Integrazione e Customizzazione Applicativi 18,9% 18,3% Fonte: elaborazione CLUOS 2007 Page 22 of 37

23 Il 18,3% delle imprese intervistate si occupa di produzione di componenti e pacchetti software (categoria applicativi); circa il 19% si occupa di progetti con prevalente attività di personalizzazione e customizzazione di software esistente e System Integration (categoria integrazione e customizzazione); seguono con il 14% quelle che si occupano di servizi internet (categoria web). In relazione ai mercati di sbocco, la Figura 10, riferita all anno 2007, mostra che il 37% dei clienti ha provenienza provinciale; significativa è anche la percentuale che si riferisce alla provenienza dei clienti dal territorio nazionale (33%). Figura 10 - Provenienza territoriale (in % del fatturato) del portafoglio clienti, anno 2007 Internazionale; 2% Nazionale; 33% Provinciale; 37% Regionale; 28% La Figura 11 riporta i dati sulla provenienza territoriale (in % del fatturato) del portafoglio clienti, nel primo anno di attività. Confrontando le due Figure (Fig. 10, 11) si nota una riduzione di 6 punti percentuali relativa ai clienti provinciali nell anno 2007, ed un Page 23 of 37

24 incremento di quelli provenienti dal territorio regionale di 5 punti percentuali. Figura 11 - Provenienza territoriale (in % del fatturato) del portafoglio clienti, primo anno di attività dell impresa Nazionale 31% Internazionale 3% Provinciale 43% Regionale 23% Come maggiore difficoltà incontrata nel consolidare e/o espandere l attività d impresa (Fig. 12) emerge il reperimento di risorse umane specializzate con una percentuale pari al 24%; tale difficoltà è stata indicata dagli imprenditori come la principale anche nel caso dell avvio (risultati illustrati nella Fig. 4). Dalle risposte ottenute si evince che l acquisizione di nuovi clienti rappresenta il secondo ostacolo all espansione dell attività (23%). Page 24 of 37

25 Figura 12 - Maggiori difficoltà nel consolidare e/o espandere l'attività Altro Acquisire nuovi clienti Eccessivi costi delle risorse umane Accedere al credito Reperire risorse umane specializzate Adeguarsi nuovi standards tecnologici di produzione Eccessiva concorrenza Nessuna difficoltà 1% 3% 6% 11% 13% 19% 23% 24% La figura seguente (Fig. 13) mostra la distribuzione del fatturato per tipologia di clienti. Figura 13 - Distribuzione del fatturato per tipologia di cliente Altro 1,25% Medie e GI ad alta tecnologia Medie e GI di servizi 18,06% 27,95% Medie e GI manifatturiere 7,16% Professionisti e PMI 13,70% Enti pubblici extra-locali 7,70% Enti pubblici locali 18,74% Consumatori finali 5,44% Page 25 of 37

26 Inoltre, è stato chiesto alle imprese di indicare la percentuale di fatturato riconducibile al primo cliente e al secondo in ordine di importanza (Tab. 8). Dall analisi delle indicazioni relative al primo cliente, solo il 3% delle imprese dichiara di avere un cliente che copre più del 74% del fatturato annuo. Questo dato evidenzia che il fatturato della maggior parte delle imprese ICT campane non deriva da un unico cliente. Tabella 8 - Distribuzione delle imprese per classi di fatturato riferite ai due clienti più importanti Percentuale di fatturato Primo cliente Secondo cliente < 10 38% 48% % 30% % 15% % 6% > 74 3% 1% Tot. 100% 100% Gli indicatori utilizzati nel questionario per misurare l intensità dell attività di ricerca svolta dalle imprese sono la percentuale di spesa in R&S sui costi aziendali (Fig. 14) e il numero di addetti dedicati alla progettazione e sviluppo di nuovi prodotti (Fig. 15). La categoria di imprese ICT con un maggiore potenziale innovativo risulta essere quella dell integrazione e customizzazione, infatti presenta la maggiore percentuale sia in termini di spesa in R&S (27,58%) che di numero di addetti dedicati allo sviluppo di nuovi prodotti /servizi (30%). Page 26 of 37

27 Figura 14 Distribuzione di spesa in R&S per categoria di Impresa 27,58% 23,00% 19,43% 20,73% 19,65% 7,50% applicativi consulenza tecnologica integr. e custom servizi it web tot Figura 15 Distribuzione della % di Addetti ICT sul tortale dedicati allo sviluppo nuovi prodotti per categoria di Impresa Web 18% Servizi it 4% Integr. e custom 30% Consulenza tecnologica 16,97% Applicativi 28,51% Page 27 of 37

28 La Figura 16 mostra la composizione percentuale media delle risorse umane delle imprese ICT del campione. Da essa si evince che in tutte le imprese intervistate la figura professionale maggiormente utilizzata è il programmatore Object Oriented, con una media di circa il 28%; seguono i programmatori di soluzioni web con circa il 15%. Figura 16 - Composizione percentuale media delle risorse umane delle Imprese ICT Altro Figure Miste Esperti Marketing/Comunicazione Esperti di Finanza/Contr. Gestione Esperti di Marketing/Comunicazione WEB-BASED Capi progetto/esperti Ing.Sw Programmatori di soluzioni WEB Progettisti di DB/DB-Admin. Esperti di Reti Sistemisti Programmatori non O. O. Programmatori O. O. 3,02% 2,02% 3,20% 5,44% 5,97% 8,00% 7,98% 5,59% 7,33% 8,47% 14,99% 27,99% Page 28 of 37

29 2.4 Rapporti con università I rapporti con le Università e/o con Enti di ricerca scientifica sono per le imprese di dimensioni limitate una occasione per esternalizzare costi (quelli di ricerca e sviluppo) che non possono sempre essere sostenuti dalle imprese non datate di divisioni e/o personale ad hoc. Sebbene teoricamente i rapporti con enti esterni fornitori di ricerca e sviluppo dovrebbero rappresentare una risorsa strategica ed una occasione per aumentare la flessibilità delle imprese di piccole dimensioni, il ricorso a questa opportunità è ancora limitato. Le tipologie dei rapporti che un impresa può instaurare con l università possono essere molteplici, esse variano in base agli obiettivi della collaborazione, in base alla durata e all intensità delle risorse coinvolte nella collaborazione stessa, in base alle modalità con cui le due realtà, quella aziendale e quella accademica, si relazionano tra loro: Tabella 9 Possibili Modalità di collaborazione delle imprese ICT con le Università Stipula Contratti di ricerca Realizzazione Ricerche congiunte Brevetti Progetti congiunti Licenze Scambi di informazioni informali Scambio di personale a tempo Attività Consulenza Pubblicazioni e report Solo stage e tirocini Stage per Tesisti Assunzione di laureati E stata progettata quindi una sezione ad hoc del questionario la cui prima parte era volta a rilevare quali fossero i principali oggetti di collaborazione impresa-università. Sulla scorta dei dati raccolti si può affermare che il 45% delle imprese ha instaurato rapporti con Page 29 of 37

30 l università. Si sono inoltre delineate due tipologie di collaborazioni: il 26% delle imprese collabora con l università solo in funzione di stage e tirocini fornendo ospitalità a tesisti o neolaureati per un periodo di formazione in azienda; il 74% ha instaurato collaborazioni orientate principalmente a ricerche congiunte con l università in funzione dello sviluppo di nuovi prodotti e ad attività di consulenza. A conferma di ciò, la Figura 17 mostra che circa il 43% delle imprese ha sviluppato nel periodo almeno 1 o 2 progetti congiunti con l università, il 12% invece 3 o 4 progetti, mentre il 7% addirittura 10 progetti. Figura 17 - Numero progetti sviluppati con università ,86% 26,19% 11,90% 9,52% 7,14% 2,38% Tali imprese si differenziano per l utilizzo o meno di strumenti di project management per la gestione dei progetti, e per l approccio seguito nel gestire le relazioni con le Università. Infatti, come mostra la Figura 18, l 84% delle imprese definisce sempre un PM responsabile del progetto contro il 16% che non lo stabilisce; inoltre, il 68% utilizza Page 30 of 37

31 software per la gestione dei progetti (es. Microsoft Project) nelle collaborazioni con le università. Figura 18 - Modalità per la gestione dei progetti 83,87% 68% 32% 16,13% Designazione formale PM Utilizzo software per gestione progetti no si Un altro aspetto indagato è stata la modalità di selezione dell università con cui collaborare; tale aspetto è fondamentale per individuare la tipologia di approccio che le imprese ICT campane utilizzano nel gestire le loro relazioni con le università. La Figura 19 mostra che l 84% delle imprese dichiara di non seguire un processo definito per selezionare le Università con cui collaborare. Un ulteriore aspetto indagato è la rilevanza della vicinanza geografica per la nascita di un rapporto di collaborazione: il 77% delle imprese intervistate ha dichiarato che preferisce collaborare con università vicine geograficamente, dato che tale fattore contribuisca alla possibilità di incontri più frequenti e di possibilità di crescita futitìra. Page 31 of 37

32 Figura 19 - Modalità di selezione delle università 84% 77% 16% 23% Processo definito per selezionare le università Collaborazione con università vicine no si Sono state altresì rilevate variabili riguardanti il livello di integrazione delle competenze universitarie all interno dei processi aziendali. Le imprese che utilizzano i risultati dei progetti congiunti al fine di sviluppare nuovi prodotti risultano essere l 87% (figura 20). Il 61% delle imprese utilizza i risultati per accedere a finanziamenti pubblici. Page 32 of 37

33 Figura 20 - Utilizzo dei risultati dei progetti 87,10% 61,29% 38,71% 12,90% Utilizzo dei risultati per nuovi prodotti Utilizzo progetti congiunti per ottenere finanziamenti pubblici no si Infine, la Figura 21 mostra il livello di performance della relazione con l Università; in particolare, il 94% delle imprese si dichiara soddisfatta della collaborazione con l università; il 77% afferma di aver reiterato il rapporto di collaborazione con il medesimo referente ed infine il 65% dichiara di aver avuto accesso a bandi nazionali ed internazionali a seguito della collaborazione con l università. Page 33 of 37

34 Figura 21 - Performance delle relazioni con le università 93,55% 77,42% 64,52% 35,48% 22,58% 6,45% Soddisfazione collaborazione con università Reiterazione con medesimo referente Accesso a bandi in seguito a collabor. con università no si Complessivamente, da tali variabili, si può dire che il livello di soddisfazione delle imprese nelle relazioni con le Università è ritenuto buono, infatti nel 77,42% dei casi l impresa reitera la collaborazione con la medesima università. Page 34 of 37

35 7. Conclusioni Dalle risposte alle singole domande presenti nel questionario, e dai possibili incroci tra di esse, si possono trarre considerazioni in merito alle caratteristiche delle imprese ICT campane e dei loro imprenditori. Dall indagine svolta emerge che la maggior parte delle imprese nasce dalla volontà dell imprenditore di esplorare una nuova idea di business basata su una consolidata esperienza maturata nel settore ICT, ma contemporaneamente la maggiore difficoltà incontrata appare essere il reperimento di risorse umane qualificate e la valutazione delle potenzialità del mercato. Gli imprenditori sostengono di non aver avuto bisogno di nessun supporto per iniziare l attività d impresa, ma lamentano la difficoltà di acquisire informazioni sulle agevolazioni previste dalle legge. Il fattore principale di localizzazione dell impresa è la vicinanza al domicilio del fondatore, senza sottovalutare i fattori legati al tessuto produttivo, quali le opportunità di mercato, la vicinanza ai fornitori e la possibilità di interagire con imprese presenti nella zona. Osservando i dati inerenti al capitale iniziale (quasi la metà delle imprese dichiara un investimento iniziale basato sulle risorse proprie inferiore a ,00 euro) e quelli relativi al numero degli addetti (73 imprese su cento hanno un numero di dipendenti compreso tra 1 e 10) l universo che l indagine lascia emergere è quello delle micro imprese. La sezione del questionario che ha indagato la composizione e le caratteristiche del gruppo imprenditoriale ha evidenziato che circa la metà delle realtà imprenditoriali osservate è gestita da persone non in possesso del diploma di laurea. Questo dato,seppure parzialmente giustificato se messo in correlazione con la precedente esperienza pluriennale degli stessi nel settore high tech, risulta essere abbastanza controverso. Page 35 of 37

36 Un altro aspetto interessante rilevato fa riferimento alla provenienza territoriale nonché alla tipologia dei clienti delle imprese ICT campane. Infatti, circa la metà (46%) del fatturato deriva da medie e grandi imprese di servizi e ad alta tecnologia; inoltre la percentuale dei clienti con provenienza nazionale risulta essere del 33%, percentuale elevata se si considera che, come è emerso dall analisi dei dati si tratta di micro imprese. La spesa media in R&S delle imprese ICT campane è pari al 22,43% dei costi totali. In particolare le imprese che investono di più in R&S sono quelle che si occupano di progetti con prevalente attività di personalizzazione e customizzazione di software esistente e system integration (categoria integrazione e customizzazione). In merito alle collaborazioni tecnologiche tra le imprese e le Università e/o Centri di ricerca, si nota che c è una forte propensione a collaborare con università vicine geograficamente (77%), inoltre tale collaborazione nell 87% dei casi è stabilita per sviluppare nuovi prodotti. Da questo dato si evince una forte tendenza innovativa che caratterizza le imprese campane. Page 36 of 37

37 8. Bibliografia 9. Indice delle Figure Figura 1 - Legami societari delle imprese ICT del campione con Imprese del territorio...14 Figura 2 - Fattori ritenuti determinanti per la costituzione dell'impresa...15 Figura 3 Incidenza dei Fattori di localizzazione...16 Figura 4 - Maggiore difficoltà incontrata all'inizio dell'attività...17 Figura 5 - Distribuzione percentuale dell investimento iniziale...18 Figura 6 - Investimento complessivo iniziale per intraprendere l attività...18 Figura 7 - Formazione del gruppo imprenditoriale...21 Figura 8 - Distribuzione delle imprese per classi di fatturato 2007,...22 Figura 9 - Distribuzione delle Imprese ICT per categoria...22 Figura 10 - Provenienza territoriale (in % del fatturato) del portafoglio clienti, anno Figura 11 - Provenienza territoriale (in % del fatturato) del portafoglio clienti, primo anno di attività dell impresa...24 Figura 12 - Maggiori difficoltà nel consolidare e/o espandere l'attività...25 Figura 13 - Distribuzione del fatturato per tipologia di cliente...25 Figura 14 Distribuzione di spesa in R&S per categoria di Impresa...27 Figura 15 Distribuzione della % di Addetti ICT sul tortale dedicati allo sviluppo nuovi prodotti per categoria di Impresa...27 Figura 16 - Composizione percentuale media delle risorse umane delle Imprese ICT...28 Figura 17 - Numero progetti sviluppati con università Figura 18 - Modalità per la gestione dei progetti...31 Figura 19 - Modalità di selezione delle università...32 Figura 20 - Utilizzo dei risultati dei progetti...33 Figura 21 - Performance delle relazioni con le università Indice delle Tabelle Tabella 1 - Distribuzione delle imprese ICT del campione per categoria...10 Tabella 2 - Distribuzione delle imprese ICT del campione per forma giuridica...12 Tabella 3 - Distribuzione delle imprese ICT del campione per anno di costituzione...12 Tabella 4 - Distribuzione territoriale delle Imprese ICT del campione...13 Tabella 5 - Nascita dell attività dell Impresa...14 Tabella 6 Numero delle imprese ICT del campione per numero di addetti...20 Tabella 7 - Composizione del gruppo imprenditoriale...20 Tabella 8 - Distribuzione delle imprese per classi di fatturato riferite ai due clienti più importanti...26 Tabella 9 Possibili Modalità di collaborazione delle imprese ICT con le Università...29 Page 37 of 37

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