La filiera ovicaprina soffre in maniera ancora più marcata di altre della mancanza di integrazione.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La filiera ovicaprina soffre in maniera ancora più marcata di altre della mancanza di integrazione."

Transcript

1 alla presentazione di prodotti diversificati che possano risultare graditi anche ad un pubblico giovane o dal gusto non molto educato. Ciononostante lo sforzo maggiore va fatto affinché venga quanto più possibile ridotto il divario tecnologico e culturale che continua a dividere i pastori dagli altri allevatori. La filiera ovicaprina soffre in maniera ancora più marcata di altre della mancanza di integrazione. Sarà opportuno, quindi, favorire tutte quelle forme di organizzazione tra le componenti della filiera e che potranno favorire tutte le espressioni di integrazione utili agli operatori: dalla definizione del prezzo del latte, alla diversificazione del prodotto, alla organizzazione di campagne comunicazionali, alla tracciabilità del prodotto e all identificazione dell origine. Nell ambito della politica di diversificazione produttiva rientrano anche le possibili utilizzazioni alternative del latte caprino. Attualmente, infatti, il latte caprino è utilizzato prevalentemente per la produzione di formaggi misti, perdendo le caratteristiche di forte personalità detenute dai formaggi di latte di capra. L importo massimo del pagamento supplementare è fissato a 15 /capo. Il comparto avi-cunicolo Allevamento avicolo La produzione mondiale di carni avicole, nell ambito del generale incremento della produzione di carni registrata nell ultimo trentennio ( ) (dati FAO), ha fatto segnare gli incrementi maggiori (+379% nel 2002 rispetto al 1970), rispetto ad altri comparti (+162% carne suina e +50,5% carne bovina), ciò anche in ragione dei suoi bassi costi di produzione. Nel 2002 la carne avicola prodotta è stata di 72 milioni di tonnellate. La produzione è concentrata per oltre il 65% negli USA, in Cina, nell UE- 15 ed in Brasile (H.W. Windhorst, Will European Polultry Meat Producers be Competitive in Future 46 Assemblea Generale A.V.E.C., Gleneagles, 2003). 50

2 A livello mondiale, la filiera avicola, (sul modello realizzato negli Stati Uniti negli anni 30) prevede una struttura fortemente integrata, per realizzare elevate economie di scala nella fase successiva alla produzione (trasformazione/distribuzione) L integrazione verticale diretta o basata su contratti con gli allevatori, è realizzata sia a monte dell industria (mangimistica) che a valle (macellazione/ trasformazione). Attualmente, tale modello oltre agli USA, al Brasile si sta diffondendo anche in altri paesi (Cina, Tailandia), (Ofival, Situation et perspective des productions avicoles sur le plan mondial et européen, 2003). Scambi commerciali Le carni avicole rappresentano una tra le più importanti voci di scambio nei commerci internazionali delle carni; l 80% del volume delle esportazioni è realizzato da USA, Brasile, UE 15. Gli Stati Uniti presentano una domanda prevalentemente di parti bianche (petto, cosce), ed esportano fusi, ali, interiora, ecc,. in Cina in cui esiste una domanda di tali prodotti, la Cina a sua volta è esportatrice di cosce e tagli trasformati verso il mercato giapponese. Altri paesi come il Brasile la Tailandia cosiddetti emergenti sono forti esportatori di III e IV lavorazioni (crudi, panati,) ad alto valore aggiunto, in conseguenza della crescita della filiera di produzione, dei minori costo di produzione, di politiche di svalutazione della moneta nazionale a stimolo delle esportazioni (il Real si è deprezzato rispetto all Euro di 2,75 volte dal valore del 1998 rispetto alla quotazione media dei primi otto mesi del 2003). L Unione europea ha perduto rilevanti quote di mercato nell ultimo ventennio (-23%) per pezzi congelati e polli interi congelati (H.W. Windhorst, Will European Poultry Meat Producers be Competitive in Future 46 Assemblea Generale A.V.E.C., Gleneagles, 2003). 51

3 La perdita di posizione dell export comunitario non è solo imputabile ad un più elevato costo di produzione conseguente a vincoli comunitari di carattere sanitario, ambientale, ecc., ma anche alla maggiore liberalizzazione degli scambi commerciali introdotta dagli accordi GATT del Tuttavia negli ultimi anni si è osservata una debole ripresa dell export comunitario attribuibile alla maggiore rispondenza del prodotto UE agli standard di salubrità imposti da numerosi paesi importatori, Per quanto riguarda le importazioni, il 23% dell import mondiale è appannaggio della Russia, seguita da Giappone, Cina ed Hong Kong, e Medio Oriente, con quote intorno all 11-12%. Tab Produzione, volumi scambiati e consumi mondiali di carne avicola (000 ton) Media Media TAV%annuo %02*/01 Produzione ,6 +2,9 Esportazioni ,4-1,5 Importazioni ,4-1,5 Consumi ,6 +2,9 Elaborazione su dati Ofival Tab Principali produttori mondiali di carne avicola (000 ton) e quota % principali paesi produttori Media Media TAV% annuo %02*/01 USA 24,9 24,6 3,4 3,1 Cina 17,3 17,7 4,1 1,9 UE 13,9 13,0 0,7-0,1 Brasile 8,7 10,1 10,6 11,1 M.Oriente(a) 5,7 5,5 2,1-0,1 Messico 2,7 3,0 7,8 4 Eu dell'est 2,7 2,8 5,2 7 Giappone 1,9 1,7-0,4 1,4 Russia 1,0 1,2 9,2 11 Tailandia 1,4 1,6 8,8 7,3 Africa sud 1,3 1,4 5,9 1,8 TOT (000ton) (000ton) Tot. princ. P (000ton) (000ton) (a) incluso il nord Africa Elaborazione su dati Ofival; FAO; Commissione Europea Il consumo complessivo mondiale di carni avicole è passato da 41 milioni di tonnellate del 1990 a 73,9 milioni nel 2002 (+73%). Il 65% dell attuale domanda mondiale di pollame si concentra in quattro aree (Tab. 33): Stati Uniti, paese principale paese consumatore, che rappresenta oltre il 24% della 52

4 domanda, Cina (18%), Unione Europea (13%), Brasile (10%), Medio Oriente, Africa del Nord. Altre aree rilevanti sono rappresentate da Russia, Messico, Paesi dell Europa Orientale e Giappone. La domanda mondiale pro capite di carne di pollame, si attesta nel 2002 sugli 11,9 kg per abitante. Gli USA mostrano un consumo pro capite/anno di kg 50,9, seguono Brasile, Messico, Russia, In altri paesi, le potenzialità di espansione dei consumi pro capite sono ancora elevate, E questo il caso della Cina e dei paesi dell Europa dell Est, in relazione alla crescita del reddito. Nei paesi PECO oltre il 60% dei consumi si concentrano in Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. La produzione comunitaria A livello comunitario la produzione di carni avicole (oltre il 70%, rappresentata da carne di pollo) si attesta sui 9 milioni di tonnellate, terza produzione mondiale. Il comparto è regolato da una Organizzazione Comune di Mercato (Reg. 2777/75 e sue modificazioni) che non prevede misure di sostegno interno, ma definisce norme sulle modalità di commercializzazione dei prodotti avicoli. Il comparto è contraddistinto: perdita di competitività sul mercato internazionale, per uno svantaggio di costo, dei mangimi, del lavoro, del denaro, per emergenze sanitarie (ad es. casi di influenza aviare in Italia ed nei paesi Bassi); struttura eccedentaria, surplus medio annuo di oltre 320 mila tonnellate ( ) anche se dovrebbe ridursi gradualmente, nel medio periodo, soprattutto grazie all espansione dei consumi nei nuovi stati membri a ritmi superiori rispetto agli incrementi della loro produzione. Oltre il 50% della produzione comunitaria è concentrata in tre paesi (Francia, 24%, Gran Bretagna, 17%, ed Italia, 12%), seguono Spagna, Germania (circa l 11% ciascuno) ed Olanda (7,5%) Francia ed Italia hanno però perso quote di produzione nel corso dell ultimo decennio, mentre Gran Bretagna ed Germania hanno guadagnato. Nei cinque paesi leader la produzione presenta generalmente una struttura fortemente integrata, prevalentemente ad opera dell industria a valle della produzione. L UE-15 nel periodo ha esportato 1,1 milioni di tonnellate (circa il 13% della produzione, +4,3% all anno rispetto al 1997), ed ha importato 734 mila tonnellate, +19% all anno rispetto al

5 L industria avicola comunitaria sta sviluppando i segmenti a maggiore valore aggiunto (prodotti III e IV gamma). Regno Unito e Germania si stanno specializzando nella produzione di trasformati ed elaborati, di prodotto fresco, segmento tradizionalmente di forza dell Italia, mentre i paesi dell Europa meridionale (Francia, Spagna) stanno spostandosi verso il prodotto certificato (OFIVAL, Le marchè des produits carnes set avicoles en 2002, 2002). Consumi in Europa L Unione Europea si colloca al quarto posto per i consumi pro capite/anno (22,3 kg nel triennio ), tra i paesi maggiori consumatori si annoverano Irlanda, Portogallo e Regno Unito. La domanda comunitaria è caratterizzata da un crescente richiesta di praticità con servizi aggiunti (sezionati, disossati, elaborati e trasformati pronti per la cottura o precotti; differenziazione del prodotto sul piano qualitativo (prodotto fresco nell Europa del nord e introduzione di marchi di qualità in quella del Sud).richiesta di prodotto biologico (prevalentemente in Francia e nel Regno Unito), diffusione di prodotto a marchio DOP e/o IGP (Francia e Spagna) e, soprattutto, una più larga e crescente diffusione di marchi di produttori o della distribuzione basati su disciplinari di produzione che certificano la tracciabilità del prodotto, l origine geografica, il rispetto di requisiti in materia di benessere animale e tutela ambientale, e, soprattutto la salubrità del prodotto (8% della produzione francese, 90% di quella inglese, in diffusione in Germania, Paesi Bassi, Austria e Danimarca). Il crescente interesse per tale tipo di certificazione è anche in conseguenza del crescente timore sulla salubrità delle carni ingenerato da problemi di carattere sanitario che hanno colpito il comparto delle carni. Come noto, il pollo rappresenta la parte preponderante dei consumi di carni di pollame in tutto il mondo: nell UE la sua quota è superiore al 70%. 54

6 UOVA Evoluzione della produzione La produzione comunitaria di uova si è attestata nel 2002 su circa 5,65 milioni di tonnellate (consumo e cova). Nel triennio la produzione di uova da consumo si concentra prevalentemente in Francia, Germania ed Italia, con quote comprese tra il 18 ed il 16% circa, mentre Regno Unito, Spagna ed Olanda detengono una quota intorno all 11-12%. Va peraltro osservato come Germania ed Olanda abbiano perso, sia pure marginalmente quote di produzione a favore di Spagna e, soprattutto, Italia. La produzione comunitaria sta, peraltro, subendo un processo di diversificazione lungo due direttrici (Commissione Europea, Report from the Commission to the Council with regard to developments in consumption washing and making of eggs, COM (2003) 479 final, 2003): a) la trasformazione in ovoprodotti; b) la differenziazione dei sistemi di produzione (biologico, sistemi alternativi alle gabbie: tradizionali all aperto, parchetti all aperto), per rispondere alla domanda del mercato di salubrità, rispetto del benessere animale, prodotti biologici. In Italia si contavano nel 2000 circa 905 mila capi allevati in sistemi alternativi. L incidenza dei sistemi alternativi, è tra il 20 ed il 30% dei capi complessivi, in Olanda, Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca, Svezia ed Austria ed in misura minore in Francia e Germania. I sistemi alternativi, peraltro, in genere si accompagnano a sistemi di marchi e certificazioni che permettono una valorizzazione del prodotto presso i consumatori facendo leva sul maggiore livello di benessere animale. Al riguardo, stime al 2002 riportate della Commissione Europea, evidenziano come i maggiori costi di produzione dei sistemi alternativi, che si aggirano mediamente su 1-2 euro per 100 kg di uova, sono più che ampiamente coperti in termini di differenziali di prezzo che i consumatori riconoscono al prodotto ottenuto con tale sistema (Tab. 1.25). Analoghe considerazioni peraltro possono essere fatte per le uova ottenute con sistemi di produzione di tipo biologico. La produzione comunitaria assicura l autosufficienza al mercato interno nel suo complesso, dato che il grado di autoapprovvigionamento si attesta mediamente intorno a 102 nell ultimo decennio. Gli scambi con i paesi terzi ed il commercio intra-comunitario L UE-15 si configura infatti come il primo esportatore mondiale sia di uova intere, seguita da Stati Uniti, Malesia e Cina, che di ovoderivati. Tra i paesi emergenti Malesia ed India, in grado di competere con l UE sul versante dei costi. I paesi 55

7 principali importatori sono Messico, Canada, Sud-Est asiatico e medio Oriente. L export comunitario è rivolto a sette aree: I paesi principali esportatori sul mercato comunitario sono, nell ordine Olanda (40%), Belgio, Francia e Germania, mentre i paesi principali importatori sono Germania (39%), Francia, Belgio e Regno Unito. L Italia ha un peso sul commercio intracomunitario del 3,5% circa. Il comparto nazionale Secondo il 5 Censimento 2000 dell Agricoltura italiana il comparto avicolo si presenta diviso in due realtà: piccole unità di allevamento che destinano le produzioni prevalentemente all autoconsumo o a mercati locali; grandi allevamenti industriali. Gli allevamenti avicoli censiti sono , ripartiti soprattutto tra aziende di galline ovaiole e di polli da carne. Alla data del censimento il patrimonio nazionale è stato di oltre 171 milioni di capi. La maggiore concentrazione territoriale si ha nell Italia del Nord (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte), tale fenomeno della concentrazione territoriale degli allevamenti avicoli permette di realizzare economie di costo organizzative e di trasporto, ma crea tuttavia elementi di criticità e di rischio, in termini di gestione ambientale e di contenimento delle emergenze sanitarie. Tab Avicoli - numero di capi e aziende al 2000 in Italia per regione Regione Capi Aziende Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino A. A Bolzano Trento Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia

8 Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA Oltre il 50% dei capi cosiddetti avicoli in complesso ( polli da carne, galline ovaiole, tacchini, faraone, oche, altri avicoli), si alleva in Veneto, in Emilia Romagna, Lombardia e in Piemonte. Il fenomeno della concentrazione degli allevamenti in areali ristretti si può apprezzare meglio esaminando i dati censuari su scala regionale e provinciale. Fatto cento il totale regionale: Piemonte il 41% in provincia di Cuneo, seguita da Asti (23%) e da Torino (21,6%); Lombardia, il 39,7% a Brescia, il 21% a Mantova, il 15,4% a Bergamo ed il 13% circa a Cremona; Veneto, il 42,8% a Verona, seguita da Vicenza (18,1%), Padova (16,2%) e Treviso (14,7%); Emilia-Romagna, il 62,1% dei capi è appannaggio di Forlì-Cesena, seguita da Ravenna (11,6%). Polli da carne: il 53,4% del patrimonio nazionale censito (96,7 milioni di capi) si concentra nell Italia nord-orientale, segnatamente in Veneto (29%) ed in Emilia Romagna (15,9%), seguita, anche in questo caso dall area nord-occidentale (22,5%) ed in particolare, da Lombardia (12,9%) e da Piemonte (9,5%). La distribuzione su scala provinciale, in queste regioni, segue andamenti analoghi a quelli riportati per gli avicoli in complesso. Ovaiole: anche i circa 44,8 milioni di galline ovaiole censite presentano una spiccata concentrazione sul territorio, quasi simile a quella osservata per i broiler. Il 40% dei capi si concentra infatti in Italia nord-orientale ed in particolare in Emilia Romagna (19,2%) ed in veneto(18,2%). In questo caso la regione leader è la Lombardia, con il 22,4% dei capi, mentre il Piemonte detiene una quota prossima al 7%. In Piemonte, Cuneo e Torino concentrano oltre il 55% del patrimonio regionale; Brescia il 42% di quello lombardo, seguita da Mantova (23%); Verona e Vicenza detengono oltre il 65% del patrimonio veneto, mentre Forlì-Cesena (51%) e Ravenna sono leader in Emilia- Romagna. Tacchini: i quasi 13 milioni di tacchini presenti sul territorio nazionale presentano la massima concentrazione territoriale tra gli avicoli. Il 66,5% dei capi si trova infatti nell Italia nord orientale, ed in particolare in Veneto (49,8%) ed in Emilia Romagna 57

9 (14,4%). Di rilievo anche la quota della Lombardia (20,1%). Il 68,6% della produzione regionale si concentra a Verona. Dimensioni allevamenti La presenza di forti economie di scala anche nella fase primaria della filiera fa sì che l allevamento avicolo italiano sia anche molto concentrato in allevamenti di grandi dimensioni, anche se non mancano, strutture diffuse e polverizzate per l autoconsumo o per mercati locali ristretti. Avicoli in complesso la diffusione degli allevamenti avicoli di maggiori dimensioni (oltre 2000 capi), espressi in termini di quota di capi allevati, segue andamenti analoghi a quelli già rilevati nel complesso: massima diffusione in Veneto (31,6% del totale nazionale nella stessa classe di dimensione), in Emilia Romagna (10,4%), in Lombardia (17,3%) ed in Piemonte (8,9%). Va peraltro osservato che, fatto 100 il patrimonio regionale), il quasi tutte le regioni italiane una quota superiore all 80% dei capi è allevata in strutture con una capacità superiore ai 2000 capi, ad eccezione di Basilicata, Calabria, Liguria, Lazio, Toscana, Campania ed Abruzzo. Ciò conferma diffusione su tutto il territorio nazionale di allevamenti mediograndi, anche se, nelle quattro regioni più specializzate sull avicoltura la concentrazione dei capi allevati in strutture di grandi dimensioni è significativamente superiore. Polli da carne: In particolare, alla data del censimento, il 18% del totale nazionale 18 milioni di broiler, risultavano presenti in allevamenti del Veneto, con capacità superiore ai capi. Nel Veneto si concentra circa un terzo degli allevamenti di dimensioni medio-grandi e grandi italiani. Seguono Emilia Romagna Lombardia e Piemonte. Galline ovaiole: Il 42% del totale nazionale pari a 19 milioni di capi, si concentrano in allevamenti da oltre capi in tre regioni. Lombardia, dell Emilia Romagna, del Veneto. Tacchini: l allevamento di questa specie, denota elevatissima concentrazione spaziale accompagnata da una concentrazione in allevamenti di grandi dimensioni superiore alla media riscontrata per le altre specie avicole, assumendo a riferimento, per le caratteristiche strutturali di questo allevamento, una soglia dimensionale inferiore (1000 capi) per caratterizzare i grandi impianti. Analisi della produzione e ed evoluzione della domanda interna La produzione avicola si compone per oltre il 57% da carne di pollo (-1,5% rispetto al 2001), per il 30% da carne di tacchino (-5,1% rispetto 2001) e per il resto da altre carni avicole, come la faraona e l'oca, che si sono mantenuta stabili. Il settore mostra una 58

10 sostanziale situazione di autosufficienza con limitati flussi sia in importazione che in esportazione. Le esportazioni, soprattutto polli e tacchini, sono formate per oltre il 60% da animali macellati in parti (disossati, metà o quarti, ali, cosce, colli, petti), e sono indirizzate verso Germania, Grecia e Regno Unito in misura minore in Austria, Francia, Spagna, Olanda. Le importazioni sono ridotte anche a causa delle elevate esigenze del consumatore italiano che preferisce di gran lunga le carni nostrane. I paesi fornitori dell Italia sono sostanzialmente la Francia e l Ungheria. Per le uova l autosufficienza nazionale è prossima ad essere raggiunta anche se l applicazione di alcune norme(benessere galline ovaiole) nei prossimi anni porteranno sicuramente ad una drastica riduzione della produzione di uova a livello non solo nazionale ma anche comunitario. I grandi allevamenti industriali, fortemente integrati verticalmente, costituiscono la filiera avicola (produzione, macellazione/trasformazione) Secondo stime dell UNA è composta da circa 6200 aziende di produzione (43% allevamenti di polli, 12% tacchini, 11% faraone, oche, ecc. 33% allevamenti di galline ovaiole) 173 impianti di trasformazione (macelli); la fase della lavorazione delle carni avicole conta, 497 imprese di prima lavorazione e 20 imprese di seconda lavorazione, 1250 imprese di lavorazione delle uova (centri di imballaggio e laboratori di pastorizzazione). La filiera conta addetti, di cui la metà negli allevamenti, 20% nella macellazione e lavorazione delle carni ed il resto nella lavorazione delle uova e nel trasporto. A monte della filiera ci sono circa 1000 imprese mangimistiche in grado di produrre 5,9 milioni di ton di mangime per l avicoltura. Influenza delle emergenze sanitarie sull andamento della produzione e dei consumi La fine delle diverse emergenze sanitarie (BSE, Diossina, Influenza Aviaria), ha di fatto delineato la realtà dei consumi di carni in Italia. In particolare lo spostamento dei consumi dalle carni rosse verso le bianche è stato solo momentaneo; una volta rientrata l emergenza, il riequilibrio del mercato delle carni ha indotto una sovrapproduzione di carni avicole e una conseguente crisi di queste carni. In particolare il consumo di carne bovina si è in parte ridotto ma si è spostato alla ricerca di prodotti di maggiore qualità o, comunque, differenziazione e tipicità.. La carne suina è stata però in grado di conquistare quote di mercato. Per le carni avicole, non vi è stato un aumento dei consumi familiari ma solo uno spostamento di alcune fasce di consumatori le quali 59

11 sono diventate temporaneamente consumatori di carne bianca per poi ritornare, dopo un certo periodo, alle precedenti abitudini alimentari. La carne avicola non è stata in grado di trattenere i nuovi consumatori che si erano affacciati a tale prodotto. Le industrie avicole stanno reagendo a tale situazione investendo fortemente in politiche di marca legate soprattutto ai prodotti più elaborati. I risultati non sono comunque sempre soddisfacenti. A questo di aggiunge anche la debolezza delle strategie aziendali di controllo della logistica. Le politiche di marca sono infatti mirate principalmente verso i canali della grande distribuzione organizzata (GDO) ma appena il 44% in media degli acquisti di carne avicola avvengono attraverso iper- e supermercati. Il principale canale distributivo è rappresentato invece dai negozi specializzati assieme alla distribuzione tradizionale (macelleria). Più delineate sembrano, invece, essere le tendenze del comparto delle uova. La quota della GDO raggiunge il 47% degli acquisti delle uova con un trend in crescita soprattutto per i super-mercati a scapito dei canali distributivi classificati come "altri". La lunga crisi economica che coinvolge più in generale le famiglie italiane le rende più attente ai consumi per le ristrettezze della capacità di spesa. Tale situazione sembra così premiare un prodotto povero ma completo come il mercato delle uova. Le famiglie che acquistano uova, dopo una leggera flessione nel 2001 (-1%) sono aumentate del 2.4% nel 2002 con una tendenza che si conferma anche nel primo semestre 2003 (+3.5% rispetto allo stesso semestre dell anno precedente). Anche l acquisto medio, dopo una sostanziale stabilità nel 2001 e 2002, sembra aumentare sensibilmente nel primo semestre 2003 (+12%). I prezzi medi si stanno invece stabilizzando dopo continue crescite del 3% annuo negli ultimi due anni. La crisi della BSE aveva sul momento innalzato le richieste di carni alternative, fra cui quelle di pollo, con una immediato innalzamento fittizio dei prezzi che ha indotto molti allevatori ad aumentare le produzioni con un conseguente crollo dei prezzi successivo. Nei primi mesi del 2002 i prezzi per i produttori risultavano essere molto al di sotto dei costi di produzione. Considerato anche che i consumi comunitari di pollame stanno crescendo meno delle produzioni, e visto che le esportazioni verso i paesi terzi saranno sempre meno vantaggiose per l abbattimento delle restituzioni, se non verranno adottate misure di controllo volontario delle produzioni, si potrà incorrere nel rischio delle eccedenze. Nell ultimo periodo si sta anche presentando la possibilità che si verifichi un ulteriore crollo dei prezzi a causa dell importazione in massa di carni da paesi terzi, soprattutto Brasile e Tailandia, per aggirare il dazio all importazione che grava sulle carni non salate. I costi estremamente più bassi di tali prodotti rischiano di creare forti turbative sui mercati comunitari e, sebbene difficilmente possano collocarsi sul mercato italiano, 60

12 possono acquisire quote consistenti nei mercati di altri stati membri, limitando notevolmente le esportazioni dei prodotti italiani verso di essi. Un problema che si troveranno invece ad affrontare i produttori di uova sarà la conseguenza dell applicazione della Direttiva 99/74/CE che definisce gli standard minimi in materia di benessere delle galline ovaiole negli allevamenti. Questa prevede che le nuove aziende zootecniche allevino le galline con metodi diversi dalla batteria (con gabbie dotate di nido, lettiera e posatoio o con sistema senza gabbie) e che le batterie siano completamente eliminate entro il 2012 dagli allevamenti esistenti. Intanto, già a partire dal 2003, ogni gallina ovaiola dovrà avere a disposizione 550 cm 2 invece degli attuali 450. Questo comporterà una riduzione del numero di galline negli allevamenti con conseguente calo della produzione di uova: fino al 20% in meno secondo stime dell UNA. Le ripercussioni saranno il ricorso a notevoli quantità di uova importate ed un aumento dei prezzi delle uova italiane, un possibile calo dell occupazione nella filiera. Conclusioni I problemi che colpiscono il settore avicolo in generale sono di natura diversa rispetto a quelli strutturali tipici di altri comparti. Data l estrema integrazione della filiera, gli allevamenti medio-grandi conservano poco delle caratteristiche delle aziende agricole ad indirizzo zootecnico. Fino a non molto tempo fa, le problematiche venivano affrontate con un approccio spiccatamente industriale ed in qualche modo autonomo rispetto all ambito istituzionale. In seguito all epidemia di influenza aviare nel Nordest a partire dal 1999, questo comparto ha evidenziato i suoi punti di debolezza, non solo rappresentati dalle tematiche igienico sanitarie ed ambientali, ma anche strutturali ed organizzative della filiera (vedi riquadro). Per quanto alle problematiche ambientali occorre ricordare: gestione delle deiezioni (problema delle mosche) gestione degli animali morti in allevamento gestione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo controllo delle emissioni in atmosfera con i riflessi della disciplina IPPC utilizzo di manodopera qualificata (attualmente squadre di vaccinazione, di carico,. spesso avventizi e senza alcun controllo dei possibili spostamenti da un allevamento all altro che necessitano adeguati percorsi formativi al fine di specializzare le competenze). depurazione impianti di macellazione misure di diversificazione della specie allevata e riduzione della concentrazione di allevamenti avicoli. norme specifiche in materia urbanistica adeguamento strutturale degli allevamenti (di carattere ambientale). 61

13 Inoltre, benché la filiera riesca a garantire una buona qualità igienico-sanitaria del prodotto con le dovute eccezioni come nel caso dell influenza aviare l immagine di cui questi allevamenti godono presso una parte dei consumatori, non è di buon livello, talvolta a ragione ma più spesso a causa di una diffusa disinformazione sull argomento. Ne è una prova il fatto che la maggior parte dei consumatori crede che il pollo da carne sia allevato in batteria, sistema usato invece esclusivamente per le galline ovaiole. L immagine che accompagna il prodotto è comunque povera forse anche a causa dei prezzi bassi spuntati da questi prodotti rispetto ad altre carni. Sul fronte delle tracciabilità di filiera e della certificazione dei sistemi di qualità, occorre far presente che in questo comparto a certificazione di prodotto è diffusa da anni. Inoltre recentemente è stato riconosciuto dal Mipaf un regolamento per un sistema volontario di etichettatura delle carni di pollame, che prevede il rispetto di un disciplinare di etichettatura per apporre una etichetta sulla carcassa intera o sul singolo pezzo di carne o su pezzi di carne o sul relativo materiale di imballaggio, per la comunicazione di informazioni appropriate fomite per iscritto ed in modo visibile al consumatore nel punto vendita. Il controllo del rispetto del disciplinare è a cura di un organismo indipendente autorizzato dal Mipaf e designato dall organizzazione. Tale organismo indipendente deve essere riconosciuto rispondente ai criteri stabiliti dalla norma europea EN/ Inoltre in base all art. 14 del decreto 29 Luglio 2004 tutte le certificazioni volontarie di prodotto a partire dal 14 aprile 2005, periodo transitorio, dovranno essere autorizzati per riportare obbligatoriamente in etichettata: codice di rintraccabialità; paese di nascita e allevamento; macello; laboratorio di sezinamento informazioni circa l alimentazione o la forma di allevamento. I rapporti contrattualistici nella filiera avicola La filiera avicola ha subìto nel corso degli ultimi anni una profonda evoluzione, in relazione all organizzazione ed al funzionamento del processo produttivo, per potersi adattare ai continui cambiamenti in atto nel mercato globale in termini di qualità dei prodotti, segmentazione e diversificazione dell offerta e riduzione dei cicli di vita dei prodotti. Tale evoluzione ha portato allo sviluppo di rapporti contrattuali tra l impresa di trasformazione e la fase agricola di allevamento che avvengono principalmente con contratti cosiddetti di soccida, e meno frequentemente con semplici contratti di compravendita e con integrazioni verticali che portano alla fusione in un unica impresa i due momenti produttivi. In Italia oltre il 70-80%(fonte: 62

14 UNA) dei rapporti contrattuali tra l industria di trasformazione carni e gli allevatori è regolato da contratti di soccida Soccida Nel caso più diffuso della stipula di contratti attraverso la soccida, le imprese di trasformazione delle carni forniscono agli allevatori input produttivi - pulcini, mangimi, farmaci, assistenza tecnica, ecc.- e questi ultimi provvedono a fornire la struttura di allevamento (generalmente di proprietà dell allevatore) e all accrescimento dei capi da utilizzare nel processo produttivo della stessa impresa di trasformazione. Quindi, nel contratto di soccida, il soccidante (impresa di trasformazione) e il soccidario (allevatore) si accordano per l allevamento e lo sfruttamento di una certa quantità di capi e per l esercizio delle attività connesse al fine di ripartire l accrescimento del pollame e gli altri prodotti e utili che ne derivano. Normalmente l impresa di trasformazione riconosce agli allevatori, al momento del ritiro del prodotto, il pagamento di un prezzo. Il prezzo riconosciuto è uguale al costo per lo sfruttamento degli impianti più un compenso attribuito all allevatore a titolo di remunerazione dell imprenditore, calcolato sulla base di precisi indicatori da parte dell impresa dominante. In generale, le quote di riparto sono stabilite in percentuale sulla produzione conseguita, al netto dello scarto, tenendo conto dell' incidenza dei rispettivi apporti sul costo di produzione e variano col variare dell' indice di conversione del mangime in carne. La quota dell'allevatore può essere acquistata dal conferente in forma forfettaria. La durata di solito è annuale ovvero per 4-5 cicli che durano all'incirca 60 giorni ciascuno. Questo è quanto è avvenuto particolarmente negli ultimi 2-3 anni. Contratti di fornitura, contratti di integrazione Le imprese di trasformazione, al fine di fornire agli allevatori i fattori produttivi, realizzano con le imprese a monte della filiera mangimifici, fornitori di pulcini, ecc. dei contratti di fornitura, oppure dei contratti di integrazione attraverso la costituzione di una holding in cui l impresa di trasformazione ne risulta la capofila. Il processo di internazionalizzazione da parte dell impresa di trasformazione quasi sempre coinvolge il mangimificio, che si presenta come una grande impresa importatrice di materie prime. Una fase normalmente esternalizzata, invece, è quella della scelta dei pulcini destinati alla riproduzione (grand-parents). Queste imprese sono ubicate prevalentemente all estero (Olanda, Germania) e realizzano con le imprese avicole, specializzate nella moltiplicazione dei pulcini parents e nell incubazione delle uova, dei contratti di fornitura di durata annuale. La fase di moltiplicazione e incubazione delle uova (essendo una fase particolarmente delicata, con elevati costi di transazione) può essere integrata nella holding capitanata dall impresa di trasformazione oppure, con più frequenza, gestita attraverso dei contratti di soccida, più raramente, invece, con contratti di libero mercato. La 63

15 moltiplicazione dei parents e l incubazione delle uova è una fase direttamente o indirettamente collegata a quella dell allevamento. Dalle evidenze emerge come la filiera del settore avicolo sia estremamente integrata e gli operatori agricoli coinvolti mostrano un elevato grado di dipendenza rispetto alle grandi imprese della trasformazione. In particolare, gli operatori agricoli spesso di piccole dimensioni- si rapportano con un mercato di sbocco fortemente concentrato e gestito da poche aziende di grandi dimensioni. Questa situazione comporta debolezza nella fase contrattuale da parte degli operatori agricoli e una quotazione a ribasso del prezzo dei propri prodotti. Dall altra parte però, il piccolo allevatore è protetto dalle continue variazioni di mercato grazie a costi divenuti così costanti e prezzo di riferimento certo. In tale scenario si rende necessario riconsiderare il sistema di organizzazione della filiera avicola in maniera tale da garantire agli operatori agricoli remunerazioni più adeguate ed una maggiore trasparenza dei prezzi di riferimento. Organismo Interprofessionale Al fine di superare il tradizionale sistema contrattuale, si potrebbero altresì creare i presupposti per la realizzazioni di accordi tra i produttori agricoli, l industria di trasformazione, le imprese commerciali. Tali accordi, assumendo un carattere interprofessionale, hanno lo scopo di perseguire l interesse generale tutelando al tempo stesso l interesse del singolo. (es. settore ortofrutticolo con il Reg. 2200/96). Per tali fini, un opportunità alla riorganizzazione della filiera avicola sono rappresentate dalla predisposizione, da parte del Ministero delle politiche agricole e forestali, di contratti di filiera (art.66, comma 2, legge 27 dicembre n. 289 legge finanziaria 2003). Tali contratti di filiera hanno come obiettivo quello di favorire l'integrazione di filiera del sistema agricolo ed agroalimentare ed il rafforzamento dei distretti agroalimentari nelle aree sottoutilizzate. Il comparto cunicolo L Italia è il primo produttore a livello comunitario e mondiale di conigli; nella formazione della P.L.V. zootecnica la coniglicoltura rappresenta il 4 comparto ( 9% ). Il comparto produce ton. di carne, pari a di capi/anno ed un valore di circa 500 milioni di Euro (fonte: Avitalia - Settore Conigli). 64

16 Oltre all Italia (43,5% della produzione europea) i maggiori produttori europei sono la Francia (25%), la Spagna (16%) e la Germania (5%). Le informazioni riguardanti questo comparto, non sono comunque esaustive in quanto non sono mai state svolte indagini precise sul rapporto fra allevamenti industriali ed allevamenti rurali (produzione per autoconsumo o mercati locali), sulla loro dimensione, sulla gestione soprattutto in funzione delle problematiche sanitarie, sui rapporti di mercato.. Inoltre, similmente a quanto accade per il comparto avicolo, i dati economico-statistici relativi alla filiera cunicola sono scarsi a causa della natura industriale dei grandi allevamenti, svincolata dalle problematiche agro-zootecniche comuni agli altri settori. Dal 1990 al 2000 il numero di aziende cunicole e' diminuito di oltre il 45%. Questa diminuzione e' stato tuttavia meno sensibile in termini quantitativi di produzione in quanto la chiusura ha riguardato allevamenti di dimensioni famigliari ed alcuni di questi si sono evoluti da un indirizzo per autoconsumo a struttura di produzione intensiva. Tab Cunicoli - numero di capi e aziende al 2000 in Italia per regione Aziende Capi N.medio capi Var % Var % / /1990 Piemonte , ,9 66 Valle d'aosta , ,9 12 Lombardia , ,9 62 Trentino A.A , ,1 42 Bolzano , ,5 18 Trento , ,4 70 Veneto , ,9 158 Friuli V.G , ,5 164 Liguria , ,8 15 Emilia R , ,9 52 Toscana , ,8 22 Umbria , ,8 17 Marche , ,7 38 Lazio , ,4 22 Abruzzo , ,5 38 Molise , ,7 19 Campania , ,1 32 Puglia , ,2 102 Basilicata , ,4 19 Calabria , ,1 22 Sicilia , ,3 64 Sardegna , ,5 241 Totale ,8% ,9% 50 Fonte Istat 5 Censimento Agricoltura 65

17 In Italia la produzione del coniglio da carne mostra differenze significative tra il Nord, il Centro ed il Sud della penisola. Le regioni italiane più rappresentative sono: Veneto, Emilia Romagna, Friuli V. Giulia, Piemonte e Lombardia. Nella cunicoltura l allevamento in purezza di una singola razza non dà risultati soddisfacenti, per cui la produzione riguarda per il 90% l allevamento di ibridi commerciali. Esistono comunque allevamenti specializzati per la produzione di soggetti maschi e femmine destinati alla riproduzione. Le aziende a carattere intensivo che operano nel settore sono circa con un impiego di circa addetti. Il Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli) è caratterizzato dalla presenza di grandi allevamenti ( fattrici) e di più elevato livello tecnologico applicato. Al Centro ed al Sud si trova un gran numero di medi e piccoli allevamenti e solo alcuni di grandi dimensioni. Per le aziende di dimensioni medio-grandi, la filiera è integrata verticalmente con l industria mangimistica. L allevamento cunicolo è spesso legato all industria avicola ed i grossi impianti sono di proprietà di macellatori di bassa corte o delle aziende del settore avicole stesse. Nei grandi allevamenti è frequente l'alimentazione automatica, la fecondazione artificiale e il ciclo chiuso: nella stessa unità produttiva si mantengono le fattrici e i coniglietti che vengono poi ingrassati. Nell'Italia Centrale sono diffusi medi (Marche - Abruzzo) e grandi (Lazio) allevamenti, mentre in Toscana, e in Umbria sono più frequenti i piccoli allevamenti (< 50 fattrici), anche se il Sud dell'italia si distingue per l'elevato numero di allevamenti medi e piccoli della Campania. I grandi allevamenti (> 500 fattrici) spesso dispongono di un macello aziendale. La regione italiana più importante per la coniglicoltura, è il Veneto dove si concentra il 38% della produzione nazionale in circa 500 allevamenti di grandi dimensioni. Provincia di Verona: vi si allevano circa fattrici in un centinaio di allevamenti che producono circa di capi anno con una PLV di circa 32 miliardi. Provincia di Padova: rispetto alle altre province del Veneto vi è la maggior presenza di allevamenti di grandi dimensioni. Si identificano in una sessantina gli allevamenti professionali, per un totale. comprensivo degli allevamenti di piccole dimensioni, di circa fattrici che producono capi/anno e una PLV attorno ai 20 miliardi. 66

18 Provincia di Venezia : conta una quarantina di allevamenti, per un totale complessivo di circa fattrici, che danno vita ad una commercializzazione di circa conigli/anno con 15 miliardi di PLV. Provincia di Vicenza: presenza di allevamenti medio-piccoli dei quali solo una cinquantina quelli professionali per circa fattrici. La produzione annua è di circa conigli con una PLV di circa 10 miliardi. Il Piemonte è senz'altro la seconda regione per importanza, sono presenti circa 350 allevamenti professionali di conigli. Molti di questi allevamenti sono localizzati in collina e montagna o nei fondo valle alpini, in particolare nella provincia di Cuneo. La dimensione degli allevamenti è così ripartita: fattrici n fattrici n 120 oltre 500 fattrici n 70 Distribuzione percentuale per provincia: Cuneo 69% Torino 15% Alessandria 7% Asti 4% Vercelli 2,5% Biella 1,5% Novara 1,5% Gli addetti all'allevamento possono essere così ripartiti: 250 addetti a tempo pieno e 250 addetti a tempo parziale. il coniglio è venduto ad peso vivo medio di 2,7-3 Kg. si produce un coniglio pesante che spunta al mercato di Cuneo quotazioni differenziate rispetto al mercato di Verona. Il carico negli allevamenti avviene una volta a settimana. Il numero di capi prodotti annualmente in regione si aggira sui di capi. La produzione è di ton. all'anno. La struttura di macellazione è piuttosto frazionata, con un numero consistente di impianti che trasformano conigli alla settimana. Emilia Romagna: presenza di allevamenti di grandi dimensioni soprattutto nelle province di Bologna, Modena e Forlì. Molti sono anche gli allevamenti di medie e piccole dimensioni. Forlì, è sede di uno dei mercati più importanti per la quotazione del coniglio vivo ed ha influenza sulle vendite nel centro e sud Italia. La maggior concentrazione di tali allevamenti è localizzata in provincia di Modena e Forli` 67

19 (entrambi 24%), segue Ravenna (19%). Sono localizzati principalmente in pianura (62%) e collina (23%). Pur trattandosi di allevamenti professionali solo il 63% è gestito a tempo pieno mentre il restante 34% è a part-time. Si tratta comunque di allevamenti professionali che riguardano un totale di 48,332 fattrici e 393,297 posti ingrasso. Marche: produzione pari a circa 1,8 milioni di capi macellati l'anno e circa quintali di carne. l'80% dei produttori ed il 100% dei trasformatori regionali è riunito in cooperativa, la CLAM (Coop.va Lavoratori, Allevatori Marchigiani), raggruppa. Le Marche approvigionano alcune regioni del centro (Toscana, Lazio e Umbria) e la Sicilia. In quanto alla tipologia del venduto, per il 90% si tratta di carne fresca, il restante 10% è congelata. Le priorità a livello regionale attualmente sono l'ammodernamento delle strutture di allevamento che presentano impianti obsoleti. Per quanto riguarda i costi di produzione occorre fare un'ulteriore precisazione: una componente non trascurabile di tali costi, è costituita dal costo dello smaltimento dei sottoprodotti della macellazione. Solo nel comparto cunicolo i costi di smaltimento si sono, nell'arco di pochi anni, decuplicati. Tale problema sussiste in particolare nelle aziende di dimensione media e piccola che non dispongono di propri impianti di smaltimento e devono rivolgersi realtà imprenditoriali operanti a livello nazionale. Abruzzo: 48 allevamenti professionali; negli ultimi 5 anni il 30% degli allevamenti ha cessato la propria attività. La provincia più rappresentativa è L'Aquila; seguono Teramo, Chieti e Pescara. Il numero di fattrici è di circa , per una produzione stimata di conigli/anno destinati al macello. Vi sono, però, allevamenti che si dedicano solo all'ingrasso degli svezzati, per un totale di circa conigli da macello/anno e, di contro, allevamenti che producono esclusivamente svezzati. I macelli cunicoli presenti in regione sono 2 ed hanno una capacità di circa capi macellati/settimana. Ad essi si affiancano 5 macelli aziendali, che lavorano esclusivamente per gli allevamenti cui sono annessi. Gli animali sono pronti per il macello ad un peso superiore ai 2,5 Kg (intorno ai 2,6-2,7 KG), per la produzione di un coniglio cosiddetto pesante, il cui prezzo si allinea con quello di Verona. Il mercato La produzione italiana copre il 98% del fabbisogno nazionale per cui non vi è export di prodotto finito. Minime quantità di carne di coniglio vengono importate essenzialmente dalla Cina e dall Ungheria. Secondo dati ISTAT il consumo pro capite di carne di coniglio e selvaggina è stabile negli ultimi anni e nel 2000 si attestava sui 4,4 kg. 68

20 Al Nord il coniglio prodotto ha un peso alla macellazione di 2,6-2,8 Kg con punte di 3 Kg in Piemonte, in Centro Italia il peso scende a 2,4-2,5 Kg mentre al Sud si macellano i conigli già attorno ai 2 Kg di peso vivo. Dal punto di vista qualitativo e di immagine delle carni, la cunicoltura non ha subito contraccolpi come altri comparti a causa delle emergenze sanitarie, per cui la produzione ed il mercato mostrano una certa stabilità. Le carni vengono apprezzate per le ottime caratteristiche organolettiche (rapporto proteine/grasso favorevole alle proteine). Le prospettive commerciali non lasciano intravedere ulteriori spazi di espansione interna del mercato a meno di un cambiamento delle abitudini alimentari degli italiani nel consumo di carne. Ancora più difficoltosa appare la collocazione del prodotto su nuovi mercati come quelli del Nord Europa dove per ragioni culturali il coniglio viene visto come animale da compagnia piuttosto che come alimento. Sul fronte del biologico il comparto cunicolo è senz altro quello che mostra meno dinamicità nel settore zootecnico. Problematiche di mercato La produzione è molto frammentata e con difficoltà di rapporti con il mercato. Il prodotto è posizionato sul mercato vivo od in prima lavorazione. Esistono ancora poche strutture attrezzate per la trasformazione e valorizzazione del prodotto. Questo espone il settore ad una forte volatilità di prezzo e, quindi, di programmazione. Si tratta, cioè di una filiera che sta avviando ora i processi di integrazione verticale. A differenza del mercato avicolo, le aziende effettuano solo produzione, senza sviluppo di prodotti della macellazione a più elevato valore aggiunto, (non vi sono prodotti di 3 e 4 gamma, non vi sono iniziative di valorizzazione del prodotto) per cui devono ricorrere all'intermediazione del grossista. Esiste una situazione di dipendenza strutturale del settore cunicolo da altre attività zootecniche. Questo potrebbe rappresentare un limite non solo per l'aspetto di struttura, ma anche per quello sanitario ed organizzativo, i quali potrebbero rappresentare vere e proprie barriere ad un reale sviluppo economico del settore. Il sistema di consegna predominante per tutte le aree è quello che riguarda un solo macello ( 91% dei casi). I tempi di consegna del prodotto sono principalmente settimanali (47%), seguiti da quelli quindicinali (32%), trisettimanali (19%) e a ciclo unico (2%). La percentuale di prodotto scartato mensilmente è mediamente del 5.6%. 69

21 Conclusioni La domanda, viene totalmente soddisfatta dalle ditte organizzate del Nord Italia. Potrebbe essere tuttavia interessante per gli allevamenti intraprendere la strada dell adozione di un marchio privato per produzioni di qualità che sottostanno a disciplinari sul tipo di alimentazione o allevamento. Data l integrazione di filiera esistente, la realizzazione di una completa tracciabilità delle carni di coniglio non dovrebbe rappresentare un grosso ostacolo. Inoltre intraprendere la strada delle produzioni certificate può rappresentare un salvagente nella prospettiva reale di un progressivo aumento nelle quantità di carni importate anche da paesi extra europei (o paesi comunitari) che vengono vendute a costi inferiori a quelle nazionali. Il costo relativamente alto delle carni di coniglio rispetto alle altre carni è infatti uno dei fattori limitanti il consumo, insieme all assenza di prodotti innovativi sul mercato, come avviene per le carni avicole. Dati i nuovi di stili di vita che accanto alla qualità richiedono una sempre maggior valore aggiunto al prodotto, potrebbe essere economicamente valida la commercializzazione di prodotti elaborati di 3a e 4a generazione, ricalcando il notevole successo ottenuto dagli stessi prodotti ottenuto con le carni avicole. Altre opportunità sono offerte dallo sviluppo dell allevamento biologico per aumentare il valore del prodotto e conquistarsi delle nicchie di mercato, non sembra vi siano altri spazi per collocare le carni. 70

Provincia di Forlì - Cesena

Provincia di Forlì - Cesena 1 Il settore avicolo si presenta Marzo 2013 Introduzione: il settore avicunicolo in carni avicole 19% carni ovicaprine 3% La produzione avicola italiana si compone per oltre il 57% da carne di pollo, per

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie CREDITO AL CONSUMO: GLI EFFETTI DELLA CRISI Da uno studio della Banca d Italia 1, che valuta gli effetti della crisi sul mercato del credito al consumo in Italia, emerge una situazione attuale diversa

Dettagli

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 Secondo i dati forniti dall Eurostat, il valore della produzione dell industria agricola nell Unione Europea a 27 Stati Membri nel 2008 ammontava a circa 377 miliardi

Dettagli

N.9. EDI.CO.LA.NEWS Edilizia e Costruzioni nel Lazio. Dati&Mercato

N.9. EDI.CO.LA.NEWS Edilizia e Costruzioni nel Lazio. Dati&Mercato EDI.CO.LA.NEWS Dati&Mercato N.9 EDILIZIA RESIDENZIALE: IL RINNOVO SI FERMA E PROSEGUE IL CALO DELLE NUOVE COSTRUZIONI Il valore di un mercato è determinato dalla consistenza degli investimenti che vi affluiscono.

Dettagli

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008 a cura di Francesco Linguiti Luglio 2011 Premessa* In questa nota vengono analizzati i dati sulla struttura

Dettagli

1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia detiene la rappresentanza, a

1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia detiene la rappresentanza, a Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia SOMMARIO 1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo 2. Evoluzione della struttura dell Industria molitoria italiana 3. L approvvigionamento

Dettagli

Il turismo incoming: situazione attuale e prospettive. Fabrizio Guelpa Direzione Studi e Ricerche

Il turismo incoming: situazione attuale e prospettive. Fabrizio Guelpa Direzione Studi e Ricerche Il turismo incoming: situazione attuale e prospettive Fabrizio Guelpa Direzione Studi e Ricerche Milano, 10 febbraio 2016 Turismo incoming in crescita progressiva Arrivi di turisti negli esercizi ricettivi

Dettagli

Problematiche di approvvigionamento e commercializzazione delle aziende di prima trasformazione del comparto oleario

Problematiche di approvvigionamento e commercializzazione delle aziende di prima trasformazione del comparto oleario Panel agroalimentare Indagini monografiche Panel Agroalimentare Ismea Problematiche di approvvigionamento e commercializzazione delle aziende di prima trasformazione del comparto oleario Novembre 2006

Dettagli

Il contesto della Sanità e il Meridiano Sanità Index

Il contesto della Sanità e il Meridiano Sanità Index Strettamente riservato Roma, 10 novembre 2015 Il contesto della Sanità e il Meridiano Sanità Index Valerio De Molli 2015 The European House - Ambrosetti S.p.A. TUTTI I DIRITT I RISERVAT I. Questo documento

Dettagli

agroalimentare I trimestre 2014

agroalimentare I trimestre 2014 AGRItrend Evoluzione e cifre sull agro-alimentare La bilancia commerciale agroalimentare I trimestre 2014 A 8 LA BILANCIA COMMERCIALE AGROALIMENTARE A differenza di quanto riscontrato nel corso del 2013,

Dettagli

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO A cura dell Ufficio Studi Confcommercio LE DINAMICHE ECONOMICHE DEL VENETO Negli ultimi anni l economia del Veneto è risultata tra le più

Dettagli

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Adam Asmundo POLITICHE PUBBLICHE Attraverso confronti interregionali si presenta una analisi sulle diverse tipologie di trattamenti pensionistici e sul possibile

Dettagli

Tavola rotonda Centri benessere tra sviluppo turistico e nuova regolamentazione. Rimini Wellness, 14 Maggio 2010

Tavola rotonda Centri benessere tra sviluppo turistico e nuova regolamentazione. Rimini Wellness, 14 Maggio 2010 AICEB (Associazione Italiana Centri Benessere) IL MERCATO DEL BENESSERE: IMPRESE E SERVIZI OFFERTI* Tavola rotonda Centri benessere tra sviluppo turistico e nuova regolamentazione Rimini Wellness, 14 Maggio

Dettagli

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione

Dettagli

Indice. p. 1. Introduzione. p. 2. Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2. Il costo del gas con la tariffa di Maggior Tutela dell AEEG p.

Indice. p. 1. Introduzione. p. 2. Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2. Il costo del gas con la tariffa di Maggior Tutela dell AEEG p. Gas: le Regioni Italiane con il maggior numero di consumi e quelle con il risparmio più alto ottenibile Indice: Indice. p. 1 Introduzione. p. 2 Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2 Il costo del

Dettagli

Outlook finanziario dell agricoltura europea

Outlook finanziario dell agricoltura europea Gian Luca Bagnara Outlook finanziario dell agricoltura europea I prezzi agricoli hanno colpito i titoli dei giornali negli ultimi cinque anni a causa della loro volatilità. Tuttavia, questa volatilità

Dettagli

L industria del Made in Italy e la route to market verso l internazionalizzazione. Spunti su come l Europa ci può aiutare

L industria del Made in Italy e la route to market verso l internazionalizzazione. Spunti su come l Europa ci può aiutare Milano, 28 aprile 2014 L industria del Made in Italy e la route to market verso l internazionalizzazione. Spunti su come l Europa ci può aiutare Paolo De Castro Presidente Commissione Agricoltura e Sviluppo

Dettagli

Coniugare la qualità con il mercato: i nuovi sistemi di certificazione sotto accreditamento

Coniugare la qualità con il mercato: i nuovi sistemi di certificazione sotto accreditamento Coniugare la qualità con il mercato: i nuovi sistemi di certificazione sotto accreditamento Cremona 22 Ottobre 2014 Francesco Santini Responsabile Area Agroalimentare Dipartimento Certificazione & Ispezione

Dettagli

Costruzioni: mercato interno sempre più debole. Niente ripresa nel 2014

Costruzioni: mercato interno sempre più debole. Niente ripresa nel 2014 Costruzioni: mercato interno sempre più debole. Niente ripresa nel 2014 Roma 28 novembre 2013 - Nel 2012 il volume economico generato dal sistema italiano delle costruzioni, compresi i servizi, è stato

Dettagli

Non profit e capitale sociale: un'analisi alla luce dei dati censuari

Non profit e capitale sociale: un'analisi alla luce dei dati censuari Primo Convegno Nazionale Qualita della vita: territorio e popolazioni Non profit e capitale sociale: un'analisi alla luce dei dati censuari Sabrina Stoppiello, Stafania Della Queva, Manuela Nicosia Censimento

Dettagli

BILANCIO ANNO 2014. MERCATO DI MODENA Prezzo medio categoria 156/176 kg: 1,469 /kg (-2,1%)

BILANCIO ANNO 2014. MERCATO DI MODENA Prezzo medio categoria 156/176 kg: 1,469 /kg (-2,1%) 01/2015 Mercato Mercati nazionali 5.1.11 di Cosmino Giovanni Basile BILANCIO ANNO 2014 MERCATO DI MODENA Prezzo medio categoria 156/176 kg: 1,469 /kg (-2,1%) Nel 2014, il prezzo medio dei suini da industria

Dettagli

PARTE I IL FENOMENO DELL INVECCHIAMENTO NELLA CONDUZIONE AZIENDALE

PARTE I IL FENOMENO DELL INVECCHIAMENTO NELLA CONDUZIONE AZIENDALE PARTE I IL FENOMENO DELL INVECCHIAMENTO NELLA CONDUZIONE AZIENDALE Il fenomeno dell invecchiamento nella conduzione aziendale 1. I CONDUTTORI AGRICOLI NELL UNIONE EUROPEA Secondo i più recenti dati disponibili

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

I dati della ricerca

I dati della ricerca Relazioni con i Media Tel. 02/8515.5288/5224 Comunicati www.mi.camcom.it I dati della ricerca Il mercato fotovoltaico in Europa e nel mondo. È l Europa il mercato di sbocco principale per il fotovoltaico,

Dettagli

Annuario Istat-Ice 2008

Annuario Istat-Ice 2008 Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle Attività Internazionali delle imprese Luigi Biggeri 1 Struttura della presentazione 1. L Annuario e lo sviluppo delle informazioni statistiche sul

Dettagli

LA STRUTTURAZIONE ATTUALE DELLE IMPRESE DEL VINO ITALIANO PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE

LA STRUTTURAZIONE ATTUALE DELLE IMPRESE DEL VINO ITALIANO PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE 6 novembre 2015 LA STRUTTURAZIONE ATTUALE DELLE IMPRESE DEL VINO ITALIANO PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DENIS PANTINI Direttore Area Agroalimentare Nomisma Responsabile Wine Monitor Outline Evoluzione dei

Dettagli

PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE NOTA A CURA DELLA DIVISIONE SALUTE, ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO (OCSE), A SEGUITO DI RICHIESTA

Dettagli

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno L investimento immobiliare delle Casse e degli di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno Pubblicato su Il Settimanale di Quotidiano Immobiliare del 27/04/2013 n. 19 Introduzione Dopo

Dettagli

Calano le imprese italiane, aumentano le straniere. Sentono meno la crisi e creano 85 miliardi di di valore aggiunto

Calano le imprese italiane, aumentano le straniere. Sentono meno la crisi e creano 85 miliardi di di valore aggiunto Calano le imprese italiane, aumentano le straniere. Sentono meno la crisi e creano 85 miliardi di di valore aggiunto Imprese straniere in aumento. Su 6.061.960 imprese operanti in Italia nel 2013, 497.080

Dettagli

La grande distribuzione organizzata in FVG 2005-2015

La grande distribuzione organizzata in FVG 2005-2015 22 dicembre #economia Rassegna stampa TG3 RAI FVG 20dic2015 Messaggero Veneto 20dic2015 Il Piccolo 20dic2015 Gazzettino 20dic2015 La grande distribuzione organizzata in FVG 2005-2015 Nell ultimo decennio

Dettagli

Documento di economia e finanza 2015. Dossier 1 La finanza delle amministrazioni comunali

Documento di economia e finanza 2015. Dossier 1 La finanza delle amministrazioni comunali Documento di economia e finanza 2015 Dossier 1 La finanza delle amministrazioni comunali Audizione del Presidente dell Istituto nazionale di statistica, Giorgio Alleva Commissioni riunite V Commissione

Dettagli

Gestione del rischio

Gestione del rischio FORUM INTERNAZIONALE DELL AGRICOLTURA E DELL ALIMENTAZIONE POLITICHE EUROPEE SVILUPPO TERRITORIALE MERCATI Gestione del rischio Roberto D Auria Workshop su La nuova Pac - Un analisi dell accordo del 26

Dettagli

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI Aggiornamento del 29 maggio 2015 I CONTENUTI IL SISTEMA ECONOMICO LA FINANZA PUBBLICA LA SANITA IL SISTEMA ECONOMICO LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI IL PIL PIL: DINAMICA E PREVISIONI NEI PRINCIPALI PAESI UE

Dettagli

IV edizione del Workshop Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali

IV edizione del Workshop Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali IV edizione del Workshop Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali Il capitale territoriale: una leva per lo sviluppo? Bologna, 17 aprile 2012 Il ruolo delle infrastrutture nei processi di

Dettagli

MERCATI E CONSUMI DEI VINI E DEI PRODOTTI ALIMENTARI DOP/IGP: SCENARIO E TENDENZE EVOLUTIVE. DENIS PANTINI Direttore Area Agroalimentare

MERCATI E CONSUMI DEI VINI E DEI PRODOTTI ALIMENTARI DOP/IGP: SCENARIO E TENDENZE EVOLUTIVE. DENIS PANTINI Direttore Area Agroalimentare 11 ottobre 2014 MERCATI E CONSUMI DEI VINI E DEI PRODOTTI ALIMENTARI DOP/IGP: SCENARIO E TENDENZE EVOLUTIVE DENIS PANTINI Direttore Area Agroalimentare I TEMI DI APPROFONDIMENTO Vini e prodotti alimentari

Dettagli

COMMERCIO ESTERO E QUOTE DI MERCATO LA COMPETITIVITÀ DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

COMMERCIO ESTERO E QUOTE DI MERCATO LA COMPETITIVITÀ DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA COMMERCIO ESTERO E QUOTE DI MERCATO LA COMPETITIVITÀ DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA COMMERCIO ESTERO E QUOTE DI MERCATO - la competitività della provincia di Bologna Indice 1. Esportazioni e competitività:

Dettagli

Rifiuti: a quando l Authority?

Rifiuti: a quando l Authority? Rifiuti: a quando l Authority? Un settore alla ricerca di una via industriale Milano, Il Laboratorio sui Servizi Pubblici Locali di REF Ricerche avvia un filone di dibattito sull ambiente e sul ciclo dei

Dettagli

Obiettivi dello studio

Obiettivi dello studio La riforma della finanza decentrata in Italia: prospettive attuali e future. L IRAP. Maria Pia Monteduro Se.C.I.T. Obiettivi dello studio Analisi della situazione attuale Osservazioni sul disegno di legge

Dettagli

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale Realizzato dall EURES Ricerche Economiche e Sociali in collaborazione con il Consiglio Regionale dell Economia

Dettagli

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione ENERGIA Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell energia; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto

Dettagli

Note e commenti. n 35 Dicembre 2015 Ufficio Studi AGCI - Area Studi Confcooperative - Centro Studi Legacoop

Note e commenti. n 35 Dicembre 2015 Ufficio Studi AGCI - Area Studi Confcooperative - Centro Studi Legacoop Note e commenti n 35 Dicembre 2015 Ufficio Studi AGCI - Area Studi Confcooperative - Centro Studi Legacoop 1 L analisi sullo stock fa riferimento al totale delle imprese (coopera ve e non) a ve al 31 Dicembre

Dettagli

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia IL SISTEMA PRODUTTIVO LOMBARDO NEL 2006 SECONDO IL REGISTRO STATISTICO ASIA (giugno 2009) Secondo il registro statistico delle imprese attive e delle loro unità locali (ASIA Imprese e Unità locali) sono

Dettagli

LA PUBBLICITA IN SICILIA

LA PUBBLICITA IN SICILIA LA PUBBLICITA IN SICILIA Quadro produttivo, articolazione della spesa e strategie di sviluppo Paolo Cortese Responsabile Osservatori Economici Istituto G. Tagliacarne Settembr e 2014 Gli obiettivi del

Dettagli

L invecchiamento demografico: Un fenomeno mondiale

L invecchiamento demografico: Un fenomeno mondiale Comunità di Sant Egidio Anziani nel Mondo, Europa e Italia Le regioni europee in cui si vive più a lungo L invecchiamento demografico: Un fenomeno mondiale Secondo le Nazioni Unite nel 2010 la popolazione

Dettagli

L ANDAMENTO DELLA SPESA FARMACEUTICA TERRITORIALE NEL 2013

L ANDAMENTO DELLA SPESA FARMACEUTICA TERRITORIALE NEL 2013 CONVEGNO LABORATORIO FARMACIA LA GESTIONE DELLA CRISI D IMPRESA NEL SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE DEL FARMACO: STRATEGIE E STRUMENTI DI RISANAMENTO Pisa, 9 ottobre 2014 L ANDAMENTO DELLA SPESA FARMACEUTICA

Dettagli

L ascensore: scende o sale? Tendenze dell Industria italiana di Ascensori e Scale Mobili. A cura del Servizio Centrale Studi Economici ANIE

L ascensore: scende o sale? Tendenze dell Industria italiana di Ascensori e Scale Mobili. A cura del Servizio Centrale Studi Economici ANIE Tendenze dell Industria italiana di Ascensori e Scale Mobili A cura del Servizio Centrale Studi Economici ANIE Con il contributo di: INDICE Premessa pag. 1 1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE E SOMMARIO pag.

Dettagli

BILANCIO ANNUALE 2009

BILANCIO ANNUALE 2009 01/2010 Mercato Mercati nazionali 5.1.6 di Cosmino Giovanni Basile BILANCIO ANNUALE 2009 MERCATO DI MILANO: Prezzo medio categoria 156/176 Kg: 1,216 (-7,987%) Nel 2009, il prezzo medio dei suini della

Dettagli

L Irpef pagata dagli stranieri nelle regioni italiane

L Irpef pagata dagli stranieri nelle regioni italiane Studi e ricerche sull economia dell immigrazione L Irpef pagata dagli stranieri nelle regioni italiane Anno 2011 per l anno di imposta 2010 Avvertenze metodologiche p. 2 I principali risultati dello studio

Dettagli

$/&81,'$7,68// 2/,2%,2/2*,&2

$/&81,'$7,68// 2/,2%,2/2*,&2 $/&81,'$7,68// 2/,2%,2/2*,&2 / DUHDGLSURGX]LRQHELRORJLFD A fianco l uso dell olio di oliva tradizionale, sono cresciute la produzione ed il consumo dell olio biologico, con il conseguente aumento dell

Dettagli

L internazionalizzazione del sistema economico milanese

L internazionalizzazione del sistema economico milanese L internazionalizzazione del sistema economico milanese Il grado di apertura di un sistema economico locale verso l estero rappresenta uno degli indicatori più convincenti per dimostrare la sua solidità

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

PATTO DI STABILITA INTERNO: L OPZIONE REGIONALIZZAZIONE

PATTO DI STABILITA INTERNO: L OPZIONE REGIONALIZZAZIONE Direzione Affari Economici e Centro Studi PATTO DI STABILITA INTERNO: L OPZIONE REGIONALIZZAZIONE La regionalizzazione, principale strumento a disposizione delle Regioni per liberare i pagamenti bloccati

Dettagli

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione MACCHINE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell industria dell elettronica;

Dettagli

BIBIONE: CON IL WEB IL TURISMO REGGE ALLA CRISI

BIBIONE: CON IL WEB IL TURISMO REGGE ALLA CRISI COMUNICATO STAMPA BIBIONE: CON IL WEB IL TURISMO REGGE ALLA CRISI Secondo uno studio dell'associazione Bibionese Albergatori, nella stagione 2012 Bibione ha ospitato più di 770.000 turisti. Prenotazioni

Dettagli

LA POVERTÀ IN ITALIA

LA POVERTÀ IN ITALIA 15 luglio 2011 Anno 2010 LA POVERTÀ IN ITALIA La povertà risulta sostanzialmente stabile rispetto al 2009: l 11,0% delle famiglie è relativamente povero e il 4,6% lo è in termini assoluti. La soglia di

Dettagli

6.1 L occupazione femminile

6.1 L occupazione femminile 6.1 L occupazione femminile E oramai noto come la presenza femminile sul mercato del lavoro sia notevolmente cresciuta nell ultimo decennio. La società in trasformazione ha registrato così un importante

Dettagli

PRODOTTI DOP E IGP: PRESENTE, FUTURO, FATTORE DI COMPETITIVITA

PRODOTTI DOP E IGP: PRESENTE, FUTURO, FATTORE DI COMPETITIVITA Accademia dei Georgofili Firenze, 2 dicembre 2014 PRODOTTI DOP E IGP: PRESENTE, FUTURO, FATTORE DI COMPETITIVITA PAOLO DE CASTRO Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo LA CRESCITA

Dettagli

Fatti & Tendenze - Economia 3/2008 IL SETTORE DELLA ROBOTICA IN ITALIA NEL 2007

Fatti & Tendenze - Economia 3/2008 IL SETTORE DELLA ROBOTICA IN ITALIA NEL 2007 Fatti & Tendenze - Economia 3/2008 IL SETTORE DELLA ROBOTICA IN ITALIA NEL 2007 luglio 2008 1 IL SETTORE DELLA ROBOTICA NEL 2007 1.1 L andamento del settore nel 2007 Il 2007 è stato un anno positivo per

Dettagli

Il mercato tedesco del vino

Il mercato tedesco del vino Agenzia per la promozione all estero e l internazionalizzazione delle imprese italiane Ufficio di Berlino Nota Settoriale Il mercato tedesco del vino Berlino, marzo 2013 2 INDICE 1. Importanza del mercato

Dettagli

Coordinamento Centro Studi Ance Salerno - Area Informatica

Coordinamento Centro Studi Ance Salerno - Area Informatica Centro Studi Il Report IL RECENTE STUDIO DELLA SVIMEZ CONFERMA NOTEVOLI DIFFERENZE TERRITORIALI ED EVIDENZIA SVANTAGGI COMPETITIVI ANCE SALERNO: CREDITO, CONFIDI A DUE VELOCITA Nel 2013 su oltre 22 miliardi

Dettagli

N 309 del 18 gennaio 2014

N 309 del 18 gennaio 2014 N 309 del 18 gennaio 2014 Il mercato nazionale dei prodotti lattiero caseari Prezzi settimanali di alcuni prodotti lattiero-caseari in Italia ( / kg) 13 dic. sett. precedente 4 sett. prima 1 anno prima

Dettagli

Fasi di crescita. Chiara Casadio

Fasi di crescita. Chiara Casadio Fasi di crescita Chiara Casadio condizioni interne ed esterne Le strategie di crescita possono essere influenzate da condizioni interne ed esterne all impresa. Le condizioni esogene principali possono

Dettagli

Indagine e proposta progettuale

Indagine e proposta progettuale Indagine e proposta progettuale Silver CoHousing Condividere. Per affrontare positivamente crisi economica e mal di solitudine della terza età Direzione della ricerca: Sandro Polci E noto che la popolazione

Dettagli

RAPPORTO RIFIUTI URBANI ISPRA 2013 Sintesi dei dati

RAPPORTO RIFIUTI URBANI ISPRA 2013 Sintesi dei dati RAPPORTO RIFIUTI URBANI ISPRA 2013 Sintesi dei dati Contesto europeo Secondo i dati resi disponibili da Eurostat, integrati con i dati ISPRA per quanto riguarda l Italia, nel 2011 i 27 Stati membri dell

Dettagli

LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FASI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO

LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FASI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FASI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO Gennaio 2010 LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FA- SI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO Indice 1. LA DINAMICA DEI PREZZI NELLA

Dettagli

La nuova Politica Agricola Comune (PAC)

La nuova Politica Agricola Comune (PAC) Argomenti trattati La nuova Politica Agricola Comune (PAC) Il percorso per giungere alla nuova PAC I principali elementi della discussione in atto Lo Sviluppo Rurale nella nuova PAC Spunti di riflessione

Dettagli

EUROPA 2020. Una strategia per una crescita Intelligente Sostenibile Inclusiva. Eurosportello-Unioncamere. del Veneto

EUROPA 2020. Una strategia per una crescita Intelligente Sostenibile Inclusiva. Eurosportello-Unioncamere. del Veneto EUROPA 2020 Una strategia per una crescita Intelligente Sostenibile Inclusiva Eurosportello-Unioncamere del Veneto Cos è è? Una comunicazione della Commissione Europea (Com. 2020 del 3 marzo 2010), adottata

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dello Sviluppo Economico DIPARTIMENTO PER L IMPRESA E L INTERNAZIONALIZZAZIONE DIREZIONE GENERALE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE E GLI ENTI COOPERATIVI OSSERVATORIO MPMI REGIONI LE MICRO, PICCOLE

Dettagli

LA LETTURA DI LIBRI IN ITALIA

LA LETTURA DI LIBRI IN ITALIA 11 maggio 2011 Anno 2010 LA LETTURA DI LIBRI IN ITALIA Nel 2010 il 46,8% della popolazione di 6 anni e più (26 milioni e 448 mila persone) dichiara di aver letto, per motivi non strettamente scolastici

Dettagli

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Gian Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio di Bologna IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO BOLOGNESE E E IN UNA FASE

Dettagli

Il mercato del credito

Il mercato del credito Il mercato del credito 1 Gli sportelli bancari In riferimento alla distribuzione del numero di istituti bancari per sede amministrativa e del numero di sportelli per localizzazione geografica, i dati statistici

Dettagli

Suini. Mercato all origine Trend settimanale. N. 27 Settimana n. 36 - dal 1 al 7 settembre 2008. Mercato nazionale Mercato estero-macellazioni

Suini. Mercato all origine Trend settimanale. N. 27 Settimana n. 36 - dal 1 al 7 settembre 2008. Mercato nazionale Mercato estero-macellazioni Suini N. 27 Settimana n. 36 - dal 1 al 7 settembre 20 Mercato nazionale Mercato estero-macellazioni Mercato all origine Trend settimanale L analisi della settimana considerata evidenzia chiari segnali

Dettagli

L ECONOMIA REGGIANA alle soglie del 2015

L ECONOMIA REGGIANA alle soglie del 2015 Osservatorio economico, coesione sociale, legalità L ECONOMIA REGGIANA alle soglie del 2015 i principali indicatori A cura dell Ufficio Studi della Camera di Commercio di Il contesto internazionale Stime

Dettagli

FIG. 2.14 FIG. 2.15 7LSRORJLDGLROLRGLROLYD HVSRUWDWRGDOO,WDOLD LPSRUWDWRGDOO,WDOLD 9ROXPH W 9DORUH

FIG. 2.14 FIG. 2.15 7LSRORJLDGLROLRGLROLYD HVSRUWDWRGDOO,WDOLD LPSRUWDWRGDOO,WDOLD 9ROXPH W 9DORUH &$5$77(5,67,&+('(//,17(56&$0%,2,7$/,$12 E interessante osservare, a questo punto, verso quali paesi l Italia realizza la sua attività commerciale, per porre un confronto con quelli diretti concorrenti.

Dettagli

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione PRODOTTI IN METALLO Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto

Dettagli

Osservatorio sui SGSL nel settore di Igiene Ambientale

Osservatorio sui SGSL nel settore di Igiene Ambientale Osservatorio sui SGSL nel settore di Igiene Ambientale Presentazione del Rapporto di Ricerca Dott.ssa Valentina Albano, Ph.D. valentina.albano@uniroma3.it Bologna, 22 Ottobre 2014 Osservatorio sperimentale

Dettagli

Incidenza, mortalità e prevalenza per tumore del polmone in Italia

Incidenza, mortalità e prevalenza per tumore del polmone in Italia Incidenza, mortalità e prevalenza per tumore del polmone in Sintesi L incidenza e la mortalità per il tumore del polmone stimate in nel periodo 197-215 mostrano andamenti differenti tra uomini e donne:

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle Trento, 23 gennaio 2012 La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle La popolazione residente in provincia di Trento

Dettagli

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO 1. Premessa La legge n. 2 del 28 gennaio 2009 ha vietato la commissione di massimo scoperto (CMS)

Dettagli

OPEN - Fondazione Nord Est Febbraio 2013

OPEN - Fondazione Nord Est Febbraio 2013 A7. FECONDITÀ, NUZIALITÀ E DIVORZIALITÀ Diminuisce il tasso di fertilità dopo la crescita degli ultimi anni A livello nazionale il tasso di fecondità totale (numero medio di figli per donna in età feconda)

Dettagli

I principali risultati

I principali risultati FINANZA LOCALE: ENTRATE E SPESE DEI BILANCI CONSUNTIVI (COMUNI, PROVINCE E REGIONI). ANNO 2012 1 I principali risultati 1 Comuni Nel prospetto 1 sono riportati i principali risultati finanziari di competenza

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1

Dettagli

Il mercato dell olio di oliva in Russia Analisi delle opportunità commerciali per le imprese italiane

Il mercato dell olio di oliva in Russia Analisi delle opportunità commerciali per le imprese italiane Il mercato dell olio di oliva in Russia Analisi delle opportunità commerciali per le imprese italiane Roberto Cassanelli - Responsabile Commerciale Corporate Nord Est Verona, 8 aprile 2013 INDICE IL QUADRO

Dettagli

LA CRISI DELLE COSTRUZIONI

LA CRISI DELLE COSTRUZIONI Direzione Affari Economici e Centro Studi COSTRUZIONI: ANCORA IN CALO I LIVELLI PRODUTTIVI MA EMERGONO ALCUNI SEGNALI POSITIVI NEL MERCATO RESIDENZIALE, NEI MUTUI ALLE FAMIGLIE E NEI BANDI DI GARA I dati

Dettagli

qualità e certificazione

qualità e certificazione Globalizzazione, standard di qualità e certificazione Maria Angela Perito INEA Istituto Nazionale di Economia Agraria Campobasso, 19 maggio 2008 Complessità del problema Cambiamenti delle esigenze del

Dettagli

Private Banking e Fondi Immobiliari

Private Banking e Fondi Immobiliari 0 Private Banking e Fondi Immobiliari Il mercato dei fondi immobiliari Il mercato dei fondi immobiliari nel mondo e in Europa Nel 2005 il portafoglio dei gestori professionali ha superato gli 800 mld di

Dettagli

COME STA LA SCUOLA ITALIANA? ECCO I DATI DEL RAPPORTO INVALSI 2014

COME STA LA SCUOLA ITALIANA? ECCO I DATI DEL RAPPORTO INVALSI 2014 Pagina 1 di 5 COME STA LA SCUOLA ITALIANA? ECCO I DATI DEL RAPPORTO INVALSI 2014 No Comments E stato presentato questa mattina al Ministero dell Istruzione il rapporto INVALSI 2014. Complessivamente sono

Dettagli

ANALISI DELL OCCUPAZIONE FEMMINILE IN ITALIA

ANALISI DELL OCCUPAZIONE FEMMINILE IN ITALIA ANALISI DELL OCCUPAZIONE FEMMINILE IN ITALIA novembre 04 Introduzione In base ai dati dell VIII Censimento su Industria e Servizi dell ISTAT è stata condotta un analisi dell occupazione femminile nelle

Dettagli

DATI ISTAT Noi Italia

DATI ISTAT Noi Italia Nel 2013 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono il 12,6 per cento, poco più di 10 milioni di individui (16,6 per cento della popolazione). La povertà assoluta coinvolge il 7,9 per cento delle

Dettagli

IL VINO ITALIANO ALLA LUCE DEI NUOVI SCENARI EVOLUTIVI: OPPORTUNITÀ E PROSPETTIVE FUTURE

IL VINO ITALIANO ALLA LUCE DEI NUOVI SCENARI EVOLUTIVI: OPPORTUNITÀ E PROSPETTIVE FUTURE IL VINO ITALIANO ALLA LUCE DEI NUOVI SCENARI EVOLUTIVI: OPPORTUNITÀ E DENIS PANTINI Direttore Area Agricoltura e Industria Alimentare Nomisma spa PROSPETTIVE FUTURE I temi di approfondimento I consumi

Dettagli

LA DINAMICA DELLE IMPRESE GIOVANILI, FEMMINILI E STRANIERE NEL 3 TRIMESTRE 2015

LA DINAMICA DELLE IMPRESE GIOVANILI, FEMMINILI E STRANIERE NEL 3 TRIMESTRE 2015 LA DINAMICA DELLE IMPRESE GIOVANILI, FEMMINILI E STRANIERE NEL 3 TRIMESTRE 215 Saldi positivi ma in leggera flessione Nel terzo trimestre 215 i saldi tra iscrizioni e cessazioni di imprese liguri giovanili,

Dettagli

l evoluzione del listino: societa e titoli quotati

l evoluzione del listino: societa e titoli quotati L Evoluzione del Listino: società e titoli quotati Nel biennio 1997-98 la Borsa italiana ha compiuto importanti progressi, in termini sia di dimensione complessiva che di livello qualitativo del listino.

Dettagli

Popolazione e famiglie

Popolazione e famiglie 23 dicembre 2013 Popolazione e famiglie L Istat diffonde oggi nuovi dati definitivi del 15 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni. In particolare vengono rese disponibili informazioni,

Dettagli

STUDIO DI SETTORE UM15A ATTIVITÀ 52.48.3 ATTIVITÀ 52.73.0 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI OROLOGI, ARTICOLI DI GIOIELLERIA E ARGENTERIA

STUDIO DI SETTORE UM15A ATTIVITÀ 52.48.3 ATTIVITÀ 52.73.0 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI OROLOGI, ARTICOLI DI GIOIELLERIA E ARGENTERIA STUDIO DI SETTORE UM15A ATTIVITÀ 52.48.3 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI OROLOGI, ARTICOLI DI GIOIELLERIA E ARGENTERIA ATTIVITÀ 52.73.0 RIPARAZIONE DI OROLOGI E GIOIELLI Settembre 2007 PREMESSA L evoluzione

Dettagli

COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it

COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it unione nazionale r a p p r e s e n t a n t i autoveicoli esteri Analisi UNRAE delle immatricolazioni 2008 AUMENTA DI OLTRE 3 PUNTI LA QUOTA DI CITY CAR

Dettagli

schede di approfondimento.

schede di approfondimento. I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 è l insieme delle attività volte a smaltirli, riducendo lo spreco(inparticolaredirisorsenaturaliedienergia)elimitandoipericoliperlasalutee

Dettagli

Il 38% delle strutture residenziali per anziani sono a gestione pubblica, il 58% a gestione privata ed il rimanente 4% a gestione mista.

Il 38% delle strutture residenziali per anziani sono a gestione pubblica, il 58% a gestione privata ed il rimanente 4% a gestione mista. In sensibile crescita la domanda di servizi assistenziali da parte degli anziani: in 8 anni il numero degli anziani ospiti dei presidi assistenziali è cresciuto di quasi il 30%. Gli ospiti anziani cui

Dettagli

Settore cultura, turismo, moda, eccellenze

Settore cultura, turismo, moda, eccellenze Settore cultura, turismo, moda, eccellenze Flussi Turistici di Milano e Provincia 2013 in attesa di validazione da parte di ISTAT, i dati sono da ritenersi provvisori e soggetti a modifica Indice 1. Capacità

Dettagli