DRAMMATURGIE MULTIMEDIALI. Media e forme narrative nell'epoca della repucabilità digitale. a cura di Gianni Canova

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1 DRAMMATURGIE MULTIMEDIALI Media e forme narrative nell'epoca della repucabilità digitale a cura di Gianni Canova

2 Volumi pubblicati: E. Alberione INCUBI E MERAVIGLIE Il cinema di Steven Spielberg U. Fiori SCRIVERE CON LAVOCE Canzoni, Rock e Poesia M. Bittanti PER UNA CULTURA DEI VIDEOGAMES Teoria e prassi del videogiocare P. Giovannetti RETORICA DEI MEDIA Elettrico, elettronico, digitale nella letteratura italiana DRAMMATURGIE MULTIMEDIALI Media e forme narrative nell'epoca della replicabilità digitale S. Zangrandi A SERVIZIO DELLA REALTÀ Il reportage narrativo dalla Fallaci a Severgnini M. Maietti SEMIOTICA DEI VIDEOGIOCHI S. Giusti LINEA MERIDIANA Editoria, critica, scuola e letteratura A cura di Gianni Canova M. Franco IL JAZZ E IL SUO LINGUAGGIO G. Armellini LA LETTERATURA IN CLASSE L'educazione letteraria e il mestiere dell'insegnante R. Pedretti, I. Vivan DALLA LAMBRETTAALLO SKATEBOARD Teoria e storia delle sotto culture giovanili britanniche ( ) EDIZIONI UNICOPLI

3 INDICE 7,,(~f'-9~ Introduzione, IL Wu TEATRO LIBERAZIONI DRAMMATURGIA LACINEMA MINGLUDICO ENELL'ERA L'ARTE DELLO DEL MUSICALE SGUARDO DELL'INTERMEDIALITÀ REALITY CAMPIONAMENTO E TRASMIGRAZIONI IL VIDEOCLIP NELL'ERA p., Canova L'Isola DI Redacted Il L'orizzonte di videogioco Matteo YOUTuBE Serafino Franco Elisabetta IDENTITÀ Tiziano Gianni deisibilla di Bittann Marineo Bonini famosi MurrÌ espressivo EBrian Ferrari come DELLO tra De arte USER televisione Palma, del performativa, GENERATED Web 2.0, e Second CONTENT, /f~j(~p Life,

4 6 p. 111 «8UQNALAANCQRA, WEB» Estetiche e tecnologie di riproduzione per la musica sinfonica, di Gaia Varon e diffusione 141 APRÈs LE MQI, LE DÉLUGE Tendenze fatali della drammaturgia di Stefano Lombardi Vallauri musicale digitale,

5 INTRODUZIONE Gianni Canova Interferenze. Infiltrazioni. Contaminazioni. Trasfusioni. Sconfinamenti. Migrazioni. Rilocazioni. Disseminazioni. Il lessico con cui gli attuali studi sui media cercano di definire e di nominare quel processo di osmosi ininterrotta che la rivoluzione digitale ha scatenato nell'universo mediatico contemporaneo delinea un campo semantico dominato dalla mobilità, dalla duttilità e dall'instabilità. Si tratta - come ha notato lo studioso francese Raymond Bellour - di un "universo in fusione" all'interno del quale si è verificata "un'accelerazione sempre più viva di mescolanze così diverse che, a volerle nominare, talvolta le parole vengono meno"l. Non abbiano ancora, insomma, nemmeno le parole giuste per nominare con esattezza e precisione il nuovo stato di cose. Tanto che lo stesso Bellour propone di chiamare L'Entre-Images il nuovo spazio di frontiera, fluido e non perimetrabile, dischiuso dai continui processi di scambio e ibridazione che portano i vari media a meticci arsi e a confondersi fra loro. Perfino il termine di rimediazione, proposto ormai più di 10 anni fa da Bolter e Grusin per indicare la "rappresentazione di un medium all'interno di un altro" e la capacità dei vari media di assorbire e riutilizzare i media precedenti,2 appare ormai decisamente inadeguato, non solo perché un termine al singolare (rimediazione) pare dissonante e per molti versi insoddisfacente in una sequenza semantica come quella che abbiamo propo- 1Raymond Bellour, Fra le immagini, B. Mondadori, Milano 2007, p Jay D. Bolter, Richard Grusin, Remediation. Competizione e integrazionejra media vecchi e nuovi, (1999) Guerini e Associati, Firenze 2002, P 73

6 8 G.CANOVA sto poc'anzi, caratterizzata - non a caso - da parole e pratiche plurali, ma soprattutto perché, nell'accezione di Bolter e Grusin, la rimediazione non mette in discussione la tenuta e l'identità dei singoli media, laddove invece lo scenario contemporaneo pare caratterizzato da pratiche ininterrotte di liquefazione dei confini che separano un medium da un altro. Il problema, in altre parole, non è più cosa fa un medium di un altro medium, quanto ciò che stafra i media, quell'area comune, o quel territorio franco, in cui i media si con/fondono e, così facendo, si mutano. La mutazione, beninteso, non riguarda soltanto i media audiovisivi, ma coinvolge più in generale tutti i linguaggi e tutte le forme di rappresentazione, dalla letteratura al teatro, dalla musica al videogame. La rivoluzione digitale ha prodotto cioè nella mediasfera contemporanea uno "sciame sismico" paragonabile a quello che - secondo Michail Bachtin - colpì la letteratura con l'avvento del romanzo, allorché tutte le forme letterarie preesistenti videro crollare i propri confini e le proprie marche identitarie e differenziali, tanto da essere indotte, in un certo senso, a romanzizzarsi.3 Ora invece tutti i media si digitalizzano, e si attrezzano a intercettare i processi migratori di immagini e suoni, rendendosi appunto sempre più ibridi e meticci. Il processo è stato studiato in modo esemplare nell'ambito letterari04 e in quello filmologico. Scrive ad esempio Luciano De Giusti: "Nel sistema, inaugurato dalla convergenza digitale, i media sono sempre più simili a vasi comunicanti, nei quali immagini e suoni, ridotti al minimo comun denominatore del codice tecnologico di base, circolano fluidamente, come se il digitale inducesse nei testi un passaggio di stato e la loro solida materia subisse una specie di liquefazione"s. Questo processo ha prodotto un primo, indiscutibile risultato: quello di rendere definitivamente impraticabili le vecchie forme e figure drammaturgiche basate su un modello narrativo 3 Michail Bachtin, Estetica e romanzo (1975), Einaudi, Torino Si veda anche solo Altura Mazzarella, La grande rete della scrittura, Bollati Boringhieri, Torino 2008, che analizza in modo lucido e persuasivo il carattere "virtuale" della letteratura nel suo rapporto con il videogame, la videoarte e il cinema digitale. 5 Luciano De Giusti, Forme intermedia li nel cinema dopo il cinema, in Id. (a cura di), Immagini migranti. Forme intermedia li del cinema nell'era digitale, Marsilio, Venezia 2008, pp

7 Introduzione 9 costruito per lo più su una successione consequenziale e unidirezionale di eventi. Ora le nuove drammaturgie sono sempre più reticolari, ipertestuali, reversibili, non lineari. Si pensi anche solo a un film come INLAND EMPIRE di David Lynch, che nel suo procedere solo apparentemente onirico e fluttuante, in realtà opera incassando mondi l'uno nell'altro, e facendo continuamente attraversare - ai personaggi come agli spettatori - i confini fra i vari mondi, in un'operazione che sembra "oscura" e "incomprensibile" alla vecchia critica e ai suoi obsoleti strumenti di analisi, ma che è paradigmatica - come lo sono, poniamo, Cremaster di Matthew Barney nell'ambito della video arte, o i machinima6 in quello del territorio che sta fra cinema e videogiochi - delle nuove procedure e delle nuove drammaturgie digitali. In INLAND EMPIRE, come ha mostrato acutamente e persuasivamente Pierluigi Basso, il digitale non è più solo una tecnologia di produzione del visibile, ma diventa un impianto teorico che genera nuove forme: Lynch gira senza sceneggiatura prestabilita, assorbe nel testo i lavori sperimentali realizzati negli anni precedenti e già disponibili in rete, e orchestra il tutto in una struttura elicoidale per cui il film diventa il "luogo testuale in cui i motivi del cinema lynchiano incontrano ciò che è a loro straniero"7. Questo volume, frutto di un lavoro realizzato grazie ai fondi speciali di ricerca messi a disposizione dall'università IULM di Milano, si interroga per l'appunto su cosa accade non solo a un testo ma più in generale a un medium quando incontra e incorpora qualcosa che - come nel caso di Lynch con INLAND EM PIRE - gli è straniero. L'obiettivo è quello di dare un contributo pluridisciplinare alla messa a fuoco delle forme fluttuanti e sfuggenti, spesso inafferrabili e indecidibili, attraverso cui si configurano le nuove pratiche della narrazione digitale multimediale. Per i vari ambiti espressivi si è scelto di lavorare su casi emblematici e a modo loro paradigmatici: ognuno di essi ambi- 6 Con il termine machinima, contrazione di machine-animation, si definisce in genere "una nuova tecnica di filmaking che prevede l'utilizzo del materiale audiovisivo dei più famosi videogame per la generazione di contenuti narrativi inediti non interattivi da distribuire in rete". Cfr Cristiano Poian, Machinima: esperimenti di cinema videoludico, in Luciano De Giusti (a cura di), op. cit., pp. 243 sgg. 7 Pierluigi Basso Fossali, Interpretazione fra mondi. Il pensiero figurale di David Lynch, Edizioni ETS, Pisa 2006, p. 475.

8 lo G.CANOVA sce a valere, insomma, come epifania delle mutazioni in atto nello specifico ambito di riferimento espressivo, ma anche - in una prospettiva più ampia - nello scenario imprescindibile dell'intermedialità. È soltanto dalla mappa labirintica delle linee di fuga che da ogni singolo saggio si infiltrano e si insinuano negli altri che il lettore potrà provare a trarne, se lo vuole, una qualche indicazione più generale per muoversi e orientarsi a sua volta in un territorio davvero - per molti versi - ancora sconosciuto. Del resto, è convinzione di chi ha curato e coordinato la ricerca e il volume multidisciplinare che ne è derivato che anche la teoria debba adeguarsi alla mutazione in corso, e provare a percorrere strade nuove. E che lo debba fare non con lo spirito del turista bensì con quello del viaggiatore. Come diceva un personaggio di Il tè nel deserto (1990) di Bernardo Bertolucci: "Il turista è colui che al momento di partire sa già come e quando tornerà a casa, laddove il viaggiatore è colui che non sa se e quando ritornerà."