SCMT VOL 2 APPENDICE D RFI TC.PATC ST CM 04 D03 C INDICE

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2 2 di 160 INDICE 1 PREMESSA SCOPO DEL DOCUMENTO RIFERIMENTI NORMATIVE E SPECIFICHE TERMINI ED ACRONIMI UTILIZZATI CONSISTENZA E MODALITÀ DELLE INTERFACCE CON GLI APPARATI IS INTRODUZIONE LOGICA DELLE INTERFACCE Condizioni e modalità di acquisizione delle informazioni d ingresso all encoder per la gestione degli aspetti di un segnale Gestione degli aspetti sulle linee in BAcc con attrezzaggio particolare Gestione degli aspetti sulle linee in BAcc con attrezzaggio standard Gestione di aspetti e segnali particolari Esigenza/condizioni per realizzare il doppio intervento, per annullare determinati tempi di ritardo in diseccitazione sulle informazioni trasmesse e per inibire la trasmissione di configurazioni non allineate all aspetto del segnale Integrazioni per la realizzazione delle interfacce Selezione dei percorsi Organizzazione funzionale degli ingressi encoder CONFIGURAZIONE DEGLI INGRESSI Configurazioni degli ingressi di un segnale di 1 categoria con avviso accoppiato Configurazioni degli ingressi di un segnale di 1 categoria Criteri di progettazione delle interfacce IS-SCMT Documentazione contenuta nell Allegato 1 di cui al rif. [R7] Segni convenzionali previsti per l individuazione delle varie tipologie di interfacciamento degli aspetti dei segnali Esempi pratici per la rappresentazione delle configurazioni HW degli ingressi encoder relativamente ad alcune tipologie di segnale INTERFACCIAMENTO FISICO INGRESSI DIGITALI VITALI DEGLI ENCODER (IDV) ACQUISIZIONE DELLE CONDIZIONI DALL APPARATO IS DI STAZIONE ALIMENTAZIONE E PROTEZIONI DEGLI INGRESSI ENCODER RIORDINO DELLE CONDIZIONI IS-SCMT PRIMA DI ESSERE TRASMESSE AL RELATIVO ENCODER COLLEGAMENTO FISICO APPARATO IS ARMADIO ENCODER DI STAZIONE Armadi encoder ubicati nello stesso locale dell impianto IS o se altro locale comunque all interno del fabbricato con canalizzazione interna dedicata e distanza <=100 m dall impianto IS Armadi encoder ubicati all esterno del locale dell impianto IS ma all interno del fabbricato con utilizzazione della canalizzazione esterna al fabbricato esistente e distanza <=100 m dall impianto IS ACQUISIZIONE DELLE CONDIZIONI DALL APPARATO IS DI LINEA ALIMENTAZIONE E PROTEZIONI DEGLI INGRESSI ENCODER DI LINEA Collegamento fisico apparato IS armadio encoder di linea CIRCUITI VARI...116

3 3 di PROTEZIONE ELETTRICA REALIZZATA SULLE APPARECCHIATURE DEL SST MODALITÀ E TIPOLOGIA DI ALIMENTAZIONE DEGLI ARMADI ENCODER Alimentazione degli armadi encoder di stazione Alimentazione degli armadi encoder di linea ALLARME GENERICO SCMT Allarme generico SCMT su PdS Allarme generico SCMT su impianti di linea DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO RELATIVA ALL IMPIANTO IS DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO RELATIVA AL SCMT ABBATTIMENTO DELLE VELOCITÀ DI DEVIATA TRAMITE APPOSITE CHIAVI PER LA GESTIONE DEI RALLENTAMENTI MODALITÀ DI GESTIONE DEI RALLENTAMENTI CON IL SCMT Individuazione delle zone di rallentamento Chiavi di abbattimento di velocità di deviata INDICAZIONI DA RIPORTARE SULLE CHIAVI PER LA LORO INDIVIDUAZIONE Individuazione della quantità di chiavi necessarie e loro posizionamento Armadi di contegno delle chiavi di abbattimento di velocità di deviata Interventi da realizzare sulla documentazione dell impianto IS esistente Tabella Aspetto segnali e codici per estrazioni delle chiavi di abbattimento di velocità di deviata in presenza di SCMT (Apparati tradizionali) Trasmissione delle condizioni logiche che realizzano l abbattimento di velocità di deviata da implementare agli impianti ACC Documentazione di riferimento per la realizzazione dei circuiti di abbattimento della velocità di deviata Istruzione per l estrazioni delle chiavi di abbattimento di velocità di deviata per la gestione dei rallentamenti con SCMT LIBERAZIONE ANTICIPATA DELLA MARCIA DEL TRENO TRAMITE LA FUNZIONE DI INFILL MODALITÀ DI GESTIONE E APPLICAZIONE DELLA FUNZIONE DI INFILL STRUTTURA DEL DISPOSITIVO INFILL Interfaccia con l impianto IS (IS-Infill) Alimentazione del dispositivo Infill e sezione dei conduttori Allarme Infill Alimentazione dei CdB con codice di Infill Telai per il contegno delle apparecchiature del dispositivo Infill e dei relè per la logica Documentazione di impianto ALLEGATI...160

4 4 di 160 Revisioni del documento Rev. Data Descrizione A01 10/05/01 Prima Emissione A02 23/07/01 Seconda Emissione A03 15/10/02 Terza Emissione A04 24/12/02 Effettuate le seguenti integrazioni: - pag. 14 sostituito aspetto r/gx/vx con r/gx/vx(60); - pag. 20 e 23 sostituito rispettivamente su disegno, It con It e It con It 03-04; - modificato punto 3.1.2; - modificati paragrafo relativamente ai nuovi segni convenzionali previsti per l individuazione delle varie tipologie di interfacciamento degli aspetti dei segnali; - modificati punti e per la soppressione dell aspetto di (gx) sul segnale di avviso isolato; - pag. 49 sostituito Rif. 1 e 2 con rif. 2 e 3; - modificato punto 4.2 per l inserimento del controllo sull impianto IS dell allarme (II); - il punto 4.3 diviso in due punti e il primo per il PdS e il secondo per la linea; - corretto titoli degli allegai 1 e 2; A05 24/04/03 Effettuate le seguenti correzioni: - modificato punto relativamente alla gestione del R/G/G; - inserito nuovo punto c) sul paragrafo 2.2.5, relativamente all inibizione di configurazioni non allineate all aspetto del segnale; - inserito nuova figura 4 su paragrafo , e tolto su secondo bullet segnale 01 e 10 relativamente all associazione degli aspetti; - realizzato correzioni varie su paragrafi 6.1.1, e per alcune precisazioni; - sostituito figura 12 e 13 per inserimento PA 2d. A06 29/05/03 Effettuate le seguenti integrazioni: - su punto inserito nota 1 relativamente all aspetto di rosso, su sottopunto c) su Vo=0 aggiunto R/G, e sull associabilità dell aspetti di cui al punto b), inserito quello di R/G/G; - su punto sugli aspetti non interfacciati inserita rappresentazione dell aspetto di (R) con relativa nota 8; - sulla figura 13 (segnale di Avv. 2d) eliminata configurazione relativa all aspetto di V del segnale 2d; - sul punto inserito modalità di individuazione della quantità di zone di rallentamento e relativo esempio di un bivio nonché esempio dello schema elettrico di intervento delle chiavi - inserito nuovo punto per l indicazione degli interventi da

5 5 di 160 B C realizzare sulla documentazione IS esistente quando in atto l intervento per l abbattimento di velocità di deviata; - modificate figura 16 e 18 relativamente alla configurazione dell aspetto di verde e inserito nota. 24/05/04 Effettuate le seguenti integrazioni: - inserito rif.[r7] sui punti , , , sul sottopunto a), sul sottopunto 3), sui sottopunti 1), 2) e sul punto 2.2.7; - ampliato e rivisto la descrizione dei punti , e , inoltre sul punto aggiunto che se l aspetto R/G/G comanda anche movimenti in CT questo dovrà essere interfacciato per discriminarlo dagli altri movimenti; - aggiunti nuovi punti , 2.2.9, , , e nuove figure 14, 17, 23; - sul punto inserito alcune precisazione relative alla verifica a riposo delle condizioni dell impianto IS esistente; - sul punto meglio esplicitato la modalità di intervento e di realizzazione delle condizioni relative alla selezione dei percorsi; - sul punto inserita la possibilità di realizzare ai fini della selettività del guasto soluzioni alternative equivalenti, purché approvate da RFI; - ampliato e rivisto la descrizione del capitolo 6, modificato modalità di assegnazione delle marche delle chiavi di abbattimento di velocità di deviata e dell indicazioni da applicare su di esse per la loro individuazione inserita nuove figure 27 e /12/06 Effettuate le seguenti integrazioni: - ampliato i paragrafi del capitolo 6 con vari esempi riferiti: all individuazione delle zone e alla quantità di chiavi di abbattimento di velocità di deviata; alla nuova tabella Aspetto segnali e codici per estrazioni delle chiavi per abbattimento di velocità di deviata in presenza di SCMT. - inserito il documento Linee guida per la realizzazione degli armadi di contegno delle chiavi di abbattimento di velocità di deviata, e l utilizzazione dei contatti elettrici, nonché la procedura di richiesta e fornitura; - inserito capitolo 7 e Allegato 4; - integrata scheda RFI_023 del 15/06/2004; - aggiornato il punto e il capitolo 2.3 in seguito della presa in carico della seconda catena di controllo; - modificato punto e per nuova modalità di gestione dei PI in asse ai segnali in presenza di PI Posticipati; - Sono state recepite tutte le schede approvate riguardanti la presente appendice, in alcuni casi allineandole alle scelte concordate.

6 6 di Premessa 1.1 Scopo del documento Lo scopo del documento è di definire: Le condizioni e modalità di acquisizione delle informazioni di ingresso per la gestione degli aspetti di un segnale sulle varie tipologie e configurazioni impiantistiche relativamente all organizzazione funzionale degli ingressi; Le modalità di trasmissione e protezione delle informazione trasmesse dall impianto IS all armadio encoder; La documentazione di progetto necessaria. 1.2 Riferimenti [R1] Criteri per l applicazione delle protezioni elettriche nel SCMT su Linee non elettrificate o elettrificate con tensione continua fino a 3 KV e non affiancate da Linea AV alimentata a 25 KV in alternata [R2] Volume 2 Appendice B SRS SCMT [R3] Volume 2 Linea guida per la progettazione dei Rallentamenti con SCMT [R4] Volume 2 Appendice N SRS SCMT [R5] Volume 2 Appendice E allegato 4 SRS SCMT [R6] Volume 2 Appendice E SRS SCMT [R7] Volume 2 Appendice D allegato 1 SRS SCMT [R8] Volume 2 Appendice D allegato 2 SRS SCMT [R9] Volume 2 Appendice D allegato 3 SRS SCMT [R10] Volume 2 Appendice D allegato 4 SRS SCMT [R11] Procedura per la definizione dei confini delle responsabilità sugli elaborati di un Progetto Funzionale Sotto Sistema di Terra-SCMT [R12] Volume 1 Appendice B (Funzioni SCMT) SRS SCMT [R13] Volume 3 SSB(Funzioni SCMT) SRS SCMT 1.3 Normative e Specifiche [A1] SPECIFICA TECNICA IS 728 (cod. DI.TCXX.ST.IS A del 06/99); [A2] Norme CEI EN del 03/98 classificazione 9-6; [A3] Norme CEI 64.8 ultima edizione; [A4] Norme tecniche generali FS TT 465 [A5] ST FS IS 365. [A6] RFI TC SS TB_SF IS SF IS A, Dispositivi di leva a chiave estraibile con serratura di sicurezza montabile su banco o apposito armadio [A7] DI TC SS TB_ST IS B Dispositivo trasmettichiave montabile su banco con serratura di sicurezza munita di chiave estraibile su consenso elettrico

7 7 di Termini ed acronimi utilizzati BAcc BAcf CdB CT Do DOA DV IS PdS PC PM R30 R60 SCMT SRS SSB SST Ve vi vl Vo II Blocco Automatico a correnti codificate Blocco Automatico a correnti fisse Circuito di Binario Corretto Tracciato Distanza obiettivo Distanza Obiettivo Approssimata Itinerario Deviato Impianto di Sicurezza Posto di Servizio Posto di Comunicazione Posto di Movimento Chiavi di Rallentamento a 30Km/h Chiavi di Rallentamento a 60Km/h Sistema di Controllo Marcia Treno Specifica Requisiti di Sistema Sotto Sistema di Bordo Sotto Sistema di Terra Velocità di esecuzione via impedita via libera Velocità di obiettivo Indicatore di isolamento

8 8 di Consistenza e modalità delle interfacce con gli apparati IS 2.1 Introduzione La protezione rispetto ai segnali fissi si basa sulla trasmissione dal SST al SSB di alcune informazioni specifiche, in sintesi relative a: velocità di esecuzione (Ve); rappresenta la velocità permessa sul segnale corrente; velocità di obiettivo (Vo); rappresenta la velocità permessa sul segnale di valle (target); distanza di obiettivo (Do); rappresenta la distanza dal segnale di valle; pendenza relativa alla distanza obiettivo; segnalazione itinerario (CT o DV o CT+AvvDV). Il SST deve quindi acquisire informazioni sull aspetto dei segnali (vari livelli di via libera in CT o DV) tramite apposite interfacce con l impianto IS. 2.2 Logica delle interfacce Condizioni e modalità di acquisizione delle informazioni d ingresso all encoder per la gestione degli aspetti di un segnale Segnale di prima categoria (privo di informazioni di avviso). L informazione è acquisita tramite condizione attiva in presenza di tensione e realizzata con circuito a doppia interruzione. Questa si riferisce al controllo di illuminazione e di posizione del segnale di prima categoria a via libera, distinto per itinerari di CT e DV e, per questi ultimi, distinti per i diversi limiti di velocità. I valori dei limiti di velocità DV saranno definiti in base all itinerario in atto e saranno riportati tra parentesi su ogni aspetto (es. R/V(30), R/V(60) ecc.). L'informazione può essere prelevata direttamente dai circuiti esistenti (vedi punto 3.2), utilizzati per il comando a via libera del relativo segnale di avviso; oppure, in presenza di binario codificato, dalle condizioni che insistono sul relè ck180 per movimenti di CT e ck120 per i movimenti in DV, discriminando le varie velocità. L'informazione potrà essere realizzata anche con circuito utilizzante contatti dedicati Segnale di avviso (Isolato). Le informazioni si riferiscono alle condizioni di manovrabilità del segnale stesso. Le condizioni relative al segnale di avviso su linee in BAcc e in alcune casistiche su BAcf, nello spirito di quanto detto sopra, saranno prelevate nella relativa garitta. Nei casi in cui il segnale di avviso presenti gli organi di manovra e controllo all interno dello stesso locale tecnologico del relativo segnale di prima categoria, la gestione degli aspetti è

9 9 di 160 realizzata tramite gli ingressi encoder del relativo segnale di prima categoria. Inoltre, se per la disposizione a via libera di un segnale di avviso isolato è prevista, oltre alle condizioni del relativo segnale di prima categoria, anche la libertà di un CdB di occupazione temporanea e/o l apposita leva di manovra, è necessario dedicare un ingresso encoder per la gestione di questa ultima condizione Segnale di prima categoria con avviso accoppiato. Per l informazione di prima categoria valgono le stesse considerazioni di cui al paragrafo L informazione di avviso di via libera sul successivo segnale è attiva in presenza di tensione, realizzata con circuito a doppia interruzione, sia per aspetti di CT che di DV. Tale informazione si riferisce di norma alla condizione di manovrabilità (o direttamente dall aspetto del segnale) per ogni aspetto di avviso che il segnale può assumere e unitamente alle informazioni riportate al punto determina le varie velocità di obiettivo da rispettare a valle per CT e DV. Le velocità obiettivo sono gestite: in CT tramite gli aspetti di V, Gx, G/V, Gx/Vx, Gx./Vx., rilevati per mezzo di condizioni distinte dall impianto IS; in DV tramite gli aspetti di R/G/V, R/Gx/Vx, R/Gx./Vx., R/Gx, R/V rilevati per mezzo di condizioni distinte dall impianto IS. Per le corrispondenti condizioni di cui ai punti , , relativamente alle varie tipologie di impianti IS, vedi rif. [R7] Gestione degli aspetti sulle linee in BAcc con attrezzaggio particolare Nelle linee in BAcc con attrezzaggio particolare vengono acquisiti tramite interfaccia tutti gli aspetti che il segnale può assumere, con le stesse modalità già descritte ai paragrafi precedenti Gestione degli aspetti sulle linee in BAcc con attrezzaggio standard I PBA di linea non richiedono interfacce, poiché sono gestiti per mezzo dei codici ricevuti a bordo, fanno eccezione i PBA che svolgono funzione di avviso di PdS che presentano aspetti di velocità obiettivo a velocità ridotta (G/V, Gx/Vx, Gx./Vx. 1 ); in tal caso e qualora siano presenti in numero superiore ad uno, tali aspetti andranno interfacciati. All interno dei PdS gli aspetti di V e Gx non richiedono interfaccia, poiché sono gestiti per 1 È necessario l interfacciamento di tale aspetto solo se non presente codice 120/1 al binario.

10 10 di 160 mezzo dei codici ricevuti a bordo. Mentre per i rimanenti aspetti che necessitano di interfaccia, rimangono valide le considerazioni fatte ai punti precedenti Gestione di aspetti e segnali particolari Gestione aspetto di R/G/G Le condizioni di interfaccia necessarie per la determinazione dell aspetto R/G/G (in funzione delle varie tipologie di impianto) sono quelle previste al punto riferite alla II^ luce (condizione sufficiente a individuare tale aspetto in quanto lo spegnimento o la perdita del controllo di posizione a vl della II^ o III^ luce comandano il segnale a vi; verificare sempre che l impianto IS sia così realizzato). Di norma sui segnali di protezione dei PdS sono utilizzate, se presenti, le condizioni previste per l aspetto R/G(30) e: non necessita di apposito ingresso quando associato a movimenti con aspetto R/G(30) e inoltre il relativo segnale di avviso non è gestito tramite gli aspetti interfacciati del segnale di prima categoria. necessita di apposito ingresso dedicato nei rimanenti casi. Nel caso in cui il segnale con l aspetto R/G/G comanda anche il movimento di CT questo ultimo dovrà essere gestito con apposito ingresso per permettere al SSB la corretta interpretazione della tipologia di movimento a valle (Q_itnerario =CT) Gestione aspetto di G/G L aspetto G/G necessita sempre di apposita interfaccia; le condizioni necessarie in funzione delle varie tipologie di impianti IS sono quelle previste al punto riferite alla I^ luce (condizione sufficiente a individuare tale aspetto in quanto lo spegnimento o la perdita del controllo di posizione a vl della I^ o II^ luce dispongono il segnale a via impedita; verificare sempre che l impianto IS sia così realizzato). Nel caso in cui il segnale presenti anche aspetti di avviso di deviata e questi necessitino di essere interfacciati, le condizioni saranno derivate direttamente da quelle che determinano l aspetto G/G (l aspetto G/G, sia per l organizzazione dell interfaccia, che per quella delle configurazioni degli ingressi sostituisce quello di G). La stessa modalità sarà realizzata sui segnali di linea sia con attrezzaggio standard che particolare Gestione segnale di prosecuzione di itinerario (LAMBDA) I segnali di prosecuzione di itinerario devono essere interfacciati per permettere il superamento del segnale disposto a vi (inibizione della funzione Train Trip). Le condizioni di interfaccia sono individuate tramite l elemento/i che determina/no l accezione del segnale (LAMBDA), con integrazione quando necessario delle condizioni di cui al successivo punto

11 11 di Gestione del PI da segnale Posticipato In alcune stazioni per permettere la partenza dei treni viaggiatori con lunghezza superiore a quella contenuta dallo stazionamento, è ammesso attestare il treno oltre il segnale di partenza impegnando il CdB che è inserito sulla formazione dell itinerario di partenza. In tale circostanza è possibile permettere l apertura del segnale a via libera tramite l attivazione di un apposita funzione (Tb00..). Per permettere la trasmissione delle informazioni del segnale al SSB anche quando il treno è attestato oltre il segnale, è necessaria la posa di un ulteriore PI, ubicato a valle (posticipato) denominato RL/S e comandato dall encoder del segnale. Questa configurazione richiede anche una nuova gestione del PI in asse al segnale. Con la funzione (Tb00..) attiva, il PI RL/S posticipato trasmetterà un pacchetto S, mentre il PI in asse al segnale trasmetterà quello di tipo R. Con la funzione (Tboo..) non attiva il PI RL/S trasmetterà un pacchetto di tipo R mentre il PI in asse al segnale un pacchetto di tipo S; affinché l encoder possa trasmettere i due diversi pacchetti di telegramma ai rispettivi PI, è necessario che acquisisca su due appositi ingressi lo stato del tasto (Tb00..) che attiva la funzione. L acquisizione della funzione Tb00.. è realizzata tramite le condizioni attiva e non attiva dei contatti in doppia interruzione del tasto. Un esempio di interfaccia e relativa configurazione di ingressi encoder è riportata al punto I PI in asse ai segnali di prima categoria provvisti di funzione Tb00, dovranno pertanto essere denominati: S/RL Esigenza/condizioni per realizzare il doppio intervento, per annullare determinati tempi di ritardo in diseccitazione sulle informazioni trasmesse e per inibire la trasmissione di configurazioni 2 non allineate all aspetto del segnale a) Doppio intervento Oltre a quanto detto ai paragrafi precedenti, deve essere sempre verificata la presenza nel circuito di un elemento aggiuntivo a semplice interruzione, per realizzare la funzione di doppio intervento (ulteriore condizione attiva, inserita sul circuito che non condizioni direttamente la principale). Sugli impianti in cui tale elemento risulta assente occorrerà prevederne l integrazione sul circuiti di interfaccia. Perché tale elemento risulti efficace non deve condizionare direttamente l'intervento principale, cioè la disposizione del segnale a via libera. La soluzione più idonea è quella di utilizzare un contatto del relè "V" di via negli impianti dei PdS e della condizione di tratta libera negli impianti di linea. Nei casi in cui intervenga sulla manovra del segnale o sui circuiti di manovrabilità anche il relè V, il doppio intervento può essere realizzato dal solo relè S o ms..i e/o 2 Vedi punto 2.3.

12 12 di 160 ms..ii. Alcuni esempi in funzione delle varie tipologie di impianto sono riportati sulle tavole 10/10 delle serie SAp 4a, SAp 4a II e III serie e V387 di cui al rif. [R7];. Nei segnali a schermo mobile non occorre l'intervento circuitale aggiuntivo se la logica del circuito di comando a via libera verifica separatamente i controlli di illuminazione e di posizione e l'impianto IS prevede lo spegnimento automatico per discordanza fra la posizione della ventola e le condizioni di manovra (presenza del relè Y ). b) Limitazione dei tempi di ritardo In presenza di condizioni ritardate alla diseccitazione, dovrà essere aggiunta, in semplice interruzione, la condizione attiva del relè S posta in testa a fattor comune a tutte le altre condizioni, al fine di rendere più tempestiva l informazione all encoder di una eventuale chiusura segnali. c) Inibizione della trasmissione di configurazioni non allineate all aspetto del segnale Ad integrazione di quanto previsto al punto sulle seconde luci, dove non utilizzata la condizione di ck../120, occorre prevedere l intervento del relè msii.., se: 1. il segnale presenta anche gli aspetti di G/V, Gx/Vx e Gx./Vx.; 2. in presenza di selezione dei percorsi (corretta gestione del transitorio per manovra del segnale verso aspetti più restrittivi). Quest ultimo punto deve essere applicato anche se il segnale ha una sola luce; mentre potrà non essere applicato ad impianti ACE che realizzano la selezione del percorso tramite condizioni non direttamente legate all itinerario in atto (D, leve di itinerario, ecc.). Sugli impianti che non prevedono il relè msii.., l intervento dovrà essere realizzato da condizioni di pari efficacia Integrazioni per la realizzazione delle interfacce Regole generali 1) Le condizioni esposte per la gestione dei segnali di prima categoria, segnali di avviso e segnali di prima categoria con avviso accoppiato costituiscono la regola generale da adottare per la realizzazione dei circuiti di interfaccia. Tali condizioni dovranno essere sempre rispettate ed applicate con varie modalità in dipendenza della tipologia dell'impianto IS interessato. 2) Viene comunque prescritto che i circuiti di interfaccia SCMT non devono essere derivati da quelli IS esistenti quando: i circuiti IS si sviluppano in relazioni esterne di piazzale o di linea; l'armadio ENCODER è ubicato esternamente al locale dell impianto IS.

13 13 di 160 3) Qualora, per mancanza di contatti, fosse necessario creare nuovi relè ripetuti o sommatori di condizioni, occorre adottare le ormai codificate precauzioni circuitali e cioè la verifica ciclica delle loro condizioni di eccitazione e di diseccitazione, in relazione alle loro funzioni ed alle modalità di impiego. Più precisamente, se occorresse creare il ripetuto di un relè che agisce nel ciclo delle operazioni logiche che concorrono alla disposizione a via libera del segnale, l'eccitazione del relè d'impianto deve essere subordinata all'eccitazione del relè ripetuto. Viceversa, se occorresse creare il ripetuto di un relè che certifica la già avvenuta disposizione a via libera del segnale, l'eccitazione del relè ripetuto deve essere subordinata all'eccitazione del relè d'impianto. Alcuni esempi (in funzione delle varie tipologie di impianti IS) sono riportati sulla serie P e R di cui al rif. [R7]. Tutti i relè ripetuti devono essere verificati bassi nei vari punti del ciclo che in funzione della loro tipologia è previsto (liberazione, discordanza ecc.) ad eccezione di quei relè che per impianto non possono assumere una posizione stabile a riposo tale da permetterne la verifica (es. IllSI.. su SAp4a II serie ecc. di cui al rif. [R7]). Inoltre dovrà essere sempre verificato che i relè ripetuti esistenti utilizzati nella realizzazione delle interfacce IS-SCMT siano stati realizzati correttamente e che siano controllati a riposo; quest ultima verifica deve essere estesa anche ai relè principali utilizzati nella realizzazione delle interfacce IS-SCMT. Nei casi in cui non sia realizzato, dovrà essere adeguato l impianto IS Regole particolari 1) Sugli impianti realizzati secondo lo schema di principio SAP4a durante la fase di commutazione del segnale dall aspetto di G a quello di V, si verifica una momentanea disalimentazione degli ingressi encoder e l'acquisizione dell aspetto di G termina prima che risulti acquisito quello di V; tale condizione, per la logica delle interfacce, determina l'interpretazione dell aspetto di R. Per eliminare tale inconveniente si rende necessario la creazione di un relè ripetuto dell aspetto di G ritardato alla diseccitazione nella sola fase di commutazione da G a V, come indicato in esempio sulla serie SAp 4a di cui al rif. [R7]. Lo stesso evento, anche questo da gestire, si verifica nelle commutazioni dall aspetto di R/G a quello di R/V. Le commutazioni dall aspetto di V a quello di G e/o da R/V a R/G, che presentano lo stesso evento, si verificano raramente da rendere trascurabili gli effetti e per tal motivo non sono richiesti interventi aggiuntivi. 2) Su tutti gli impianti, compresi quelli realizzati secondo lo schema SAP4a con integrazioni di cui al punto 1, durante la fase di commutazione dall aspetto di Gx a quello di V si verifica la disalimentazione dell ingresso encoder relativo all aspetto di Gx prima dell'acquisizione dell aspetto di V; tale condizione per la logica delle interfacce, determina l'interpretazione dell aspetto di G. Lo stesso evento, anche questo da gestire in modo analogo, si verifica nelle commutazioni dall aspetto di R/Gx a quello di R/V. Per superare l inconveniente, su alcune tipologie di encoder si dovrà ritardare, a livello software, l ingresso associato

14 14 di 160 all aspetto di Gx di un tempo opportuno. Nei restanti casi, in cui non è possibile agire sul singolo ingresso encoder per via software, si deve creare un relè ripetuto opportunamente ritardato della condizione di manovrabilità al Gx e/o R/Gx, come indicato su alcuni esempi riportati sulla serie SAp 4a, SAp4a II e III serie e V387 di cui al rif. [R7]. In questa modalità di gestione saranno previste due configurazioni 3 di ingressi per l aspetto di verde come previsto al punto ) Sugli impianti in cui i segnali utilizzano il relè schermo e il circuito di illuminazione non è comandato tramite il relè Y, è necessario che i controlli di posizione a via libera (e di manovrabilità su alcuni impianti a leve) utilizzati nelle interfacce IS-SCMT siano verificati a riposo anche nella fase di formazione dell itinerario corrispondente (l inibizione alla formazione di un nuovo itinerario garantisce la funzione di doppio intervento bassa e di conseguenza il mantenimento dell informazione di via impedita sul PI). L ente individuato sul ciclo di formazione dell itinerario è: per gli impianti ACEI di norma il relè R ; nei casi in cui si ottenga una semplificazione dell intervento, in funzione delle varie tipologie di impianto, può essere utilizzato anche il relè V ; per gli impianti ACE l elettromagnete della leva da segnale, per superare la posizione di immobilizzazione avanti o indietro, integrata: o su impianti privi di leve indicatrici di itinerario (I 0/5 110), quando la condizione di doppio intervento è comune a più itinerari con punto origine diverso, da un elemento a semplice interruzione, sul circuito di interfaccia IS-SCMT, in modo da o selezionare l itinerario in atto (di norma tramite la posizione del deviatoio D..); su impianti con leve indicatrici di itinerario (I 0/6 110), dal contatto leva del segnale stesso inserita sul circuito di interfaccia IS-SCMT (in semplice interruzione) e quando la leva da segnale comanda più movimenti con punto origine diverso, da un elemento per la selezione del movimento in atto (di norma tramite la leva da itinerario o la posizione del/i deviatoio/i D..). Inoltre, sul circuito dell elettromagnete della leva da segnale, quando questa comanda più movimenti con punto origine diverso, è necessario un ulteriore elemento (di norma la leva da itinerario o la posizione del/i deviatoio/i D..) per la selezione del segnale da verificare a riposo. Nei casi in cui si ottenga una semplificazione dell intervento in funzione delle varie tipologie di impianto può essere utilizzato anche il relè V. Nell allegato di cui al Rif. 7 sono riportati alcuni esempi in funzione delle varie tipologie di impianto. 4) Sugli impianti di blocco automatico le condizioni utilizzate nella realizzazione delle interfacce IS-SCMT, non ciclate dalla logica dell impianto e qualora la doppia occupazione sia realizzata tramite il relè HR, dovranno essere verificate a riposo sull HR stesso. Nella Tav. R 4/06 della serie R di cui al Rif. 7 è riportato un esempio. 3 vedi punto 2.3

15 15 di 160 5) Nel caso di segnale di partenza con accoppiato avviso del segnale di protezione del PdS limitrofo i relè M di avviso ricevuti, se utilizzati nella realizzazione delle interfacce IS-SCMT e non già diversamente ciclati (assenza del relè aba.. o direttamente su relè HR), potranno essere verificati sulla rieccitazione del gu.. finale. La stessa modalità di verifica sarà realizzata per eventuali relè DR ripetuti. Nelle Tav. R 1/06 e 2/06 della serie R di cui al rif. [R7] sono riportati alcuni esempi. 6) Sugli impianti in cui le condizioni di manovrabilità più restrittive non rimangono attive quando si attuano quelle più liberatorie, onde evitare la trasmissione di informazioni più restrittive al SSB nel passaggio verso stati più liberatori (es. G/V > Gx/Vx), dovranno essere apportate le opportune modifiche agli impianti, in analogia di quelli delle successive generazioni con riferimento a quanto indicato sulla tav.r4/06 della serie R di cui al rif. [R7]. L adeguamento suddetto ai soli fini SCMT è richiesto solamente se le variazioni di aspetto possono avvenire in modo dinamico; in caso contrario, la configurazione degli ingressi encoder non richiederà la presenza della condizione di manovrabilità più restrittiva quando in atto quella più liberatoria (di impianto è attiva una sola alla volta). Nelle Tav. S2/06 e S3/06 di cui al rif. [R7]sono riportati alcuni esempi Selezione dei percorsi Quando da uno stesso punto origine si sviluppano più movimenti deviati e con il solo aspetto interfacciato non è possibile gestire correttamente la marcia, occorre operare la selezione del percorso al fine di trasmettere i parametri appropriati ai movimenti interessati, tramite l utilizzazione di configurazione di ingressi encoder diverse. La selezione del percorso è necessaria, anche in presenza di segnale di partenza comune a più binari, per discriminare il PI del binario a cui il segnale a via libera si riferisce. La condizione della selezione del percorso nell interfaccia deve essere utilizzata attiva se: non interviene direttamente sulle operazioni logiche che concorrono alla disposizione a via libera del segnale (la diseccitazione indebita della condizione non determina la chiusura del segnale); per indebita chiusura del segnale nella fase di acquisizione della via impedita si possono realizzare configurazioni che trasmetterebbero informazioni non appropriate al movimento in atto. Nei casi in cui quanto sopra indicato non si verifica, si possono acquisire solo alcuni dei movimenti da selezionare ed inserirli a commutazione sui rami del circuito. Le condizioni IS di norma previste per la realizzazione della selezione dei percorsi (in funzione delle varie tipologie di impianti IS) sono riportati sulla serie P di cui al rif. [R7], inoltre su tale serie sono riportati alcuni esempi che evidenziano la modalità di realizzazione di condizioni ripetute per la selezione dei percorsi, nonché della loro utilizzazione nelle due modalità previste.

16 16 di Organizzazione funzionale degli ingressi encoder Concetti generali Le informazioni di ingresso, tramite la logica combinatoria dell encoder, permettono di determinare: la velocità permessa sul segnale stesso (Ve); la velocità di obiettivo (Vo) sul segnale di valle; la segnalazione di itinerario (CT o DV o CT+AvvDV) Logica di associazione delle condizioni di ingresso all encoder per segnale di 1 categoria con avviso accoppiato Per quanto riportato al punto vengono individuati i seguenti blocchi funzionali: a) Velocità di esecuzione in corretto tracciato VL (G), R 4 ; b) Velocità di esecuzione per itinerario deviato 30 (R/G), 60 (R/G), 100 (R/ ), R 4 c) Velocità di obiettivo relativa ai valori di 0 (R, G, Gx, R/G, R/Gx), 30(G/V, R/G/V), 60(Gx/Vx, R/Gx/Vx), 100(Gx./Vx., R/Gx./Vx.), VL(V, R/V). A tale riguardo vengono fatte le seguenti puntualizzazioni: L informazione di G di cui al punto a) non risulta mai associabile e pertanto richiederà sempre un ingresso encoder dedicato; Le informazioni di cui al punto b) non risultano mai associabili (ad eccezione dell aspetto R/G/G quando ricadente sulla prima parte del punto ) e pertanto richiederanno sempre ingressi encoder dedicati per tipologia di velocità; Le informazioni di cui al punto c) vengono associate per velocità di obiettivo uguali indipendentemente dallo sviluppo dell itinerario di monte (di corretto tracciato o deviata, perché sul segnale di valle la velocità che il treno deve mantenere è uguale), richiedendo normalmente un unico ingresso encoder dedicato per velocità di obiettivo. 4 L aspetto di (R) determina sempre Ve=0

17 17 di 160 Figura 1. Associazione delle condizioni di ingresso all encoder per segnale di 1 categoria con avviso accoppiato Logica di associazione delle condizioni di ingresso all encoder per segnale di 1 categoria Per quanto riportato al punto vengono individuati i seguenti blocchi funzionali: a) Velocità di esecuzione in corretto tracciato VL (V), R 5 ; b) Velocità di esecuzione per itinerario deviato a 30, 60 e 100 con aspetto di R/V, R 5. A tale riguardo vengono fatte le seguenti puntualizzazioni L informazione di V di cui al punto a) non risulta mai associabile e pertanto richiederà sempre un ingresso encoder dedicato; Le informazioni di cui al punto b) non risultano mai associabili e pertanto richiederanno sempre ingressi encoder dedicati per tipologia di velocità; 5 L aspetto di (R) determina sempre Ve=0

18 18 di 160 Figura 2. Associazione delle condizioni di ingresso all encoder per segnale di 1 categoria Logica di riduzione degli ingressi encoder o di solo configurazioni 6, per segnali di 1 categoria con avviso accoppiato relativamente alle informazioni della velocità di obiettivo (Vo) Concetto generale La riduzione degli ingressi encoder, o in alcuni casi delle sole configurazioni 6 (associazione di alcuni aspetti più liberatori ad altri meno liberatori), è prevista per gli itinerari deviati, relativamente alle velocità di obiettivo. Tali riduzioni si rendono possibili in quanto la velocità ridotta dell itinerario deviato viene mantenuta per tutta la sua estesa, salvo condizioni liberatorie a bordo (codice BAcc o INFILL). Questo permette di associare tra loro aspetti relativi alla velocità di obiettivo tenendo conto che: I. i valori restrittivi di Vo nei confronti della Ve di provenienza richiedono sempre un ingresso encoder dedicato; II. ai valori di Vo liberatori nei confronti della Ve di provenienza potrà essere assegnato un valore non inferiore a quello della Ve. garantendo comunque la non intrusività nei confronti della marcia del treno. Si riportano di seguito alcuni esempi di associazione aspetti che ricorrono più frequentemente. 6 vedi punto distaccamento di un filo ecc.

19 19 di Itinerari interni a PdS L aspetto R/V è normalmente associato all aspetto di V (associazione per V_Obiettivo). Qualora si voglia effettuare la riduzione degli ingressi encoder o di solo configurazioni, l aspetto R/V può essere associato ad altri aspetti nel rispetto di quanto previsto al precedente punto II. (associazione per V_Esecuzione) Come per l aspetto R/V anche l aspetto di R/Gx è normalmente associato all aspetto di Gx. Qualora si voglia effettuare la riduzione degli ingressi encoder o delle configurazioni l'aspetto R/Gx potrà essere gestito secondo quanto indicato al paragrafo di cui al Rif. 2, associando l aspetto con le modalità di cui al precedente punto II. Figura 3. PS di un PdS in cui il distanziamento è gestito con BAcf a tre aspetti In riferimento al PS di Figura 3. PS di un PdS in cui il distanziamento è gestito con BAcf a tre aspetti per quanto detto al punto II può essere ottenuta: 1) una riduzione delle sole configurazioni degli ingressi encoder (telegrammi) associando sul segnale 01 l aspetto r/v(60) -> r/gx/vx(60). Il percorso a valle del segnale è identico (stessa Ve=60 km/h) e per questo è trasmesso lo stesso telegramma del r/gx/vx(60) anche con l aspetto r/v(60); 2) una riduzione di ingressi encoder ma non di configurazioni associando sul segnale 02 gli aspetti r/gx(60) e r/v(60) -> gx/vx. Il percorso a valle del segnale non è identico in quanto il gx/vx si sviluppa in CT mentre per il r/gx(60) e il r/v(60) in DV, dando comunque origine a configurazioni diverse; 3) una riduzione di ingressi encoder e di configurazioni associando sul segnale: o 01 l aspetto r/gx(60) -> r/gx/vx(60); o 10 gli aspetti r/gx(60) e r/v(60) -> r/gx/vx(60). Di seguito sulla Figura 4 si riporta un esempio relativo al punto 1 (segnale 01) dove associando l aspetto r/v(60) al r/gx/vx(60) si ottiene una riduzione di configurazioni.

20 20 di 160 Figura 4 Esempio di riduzioni di configurazioni per associazione dell aspetto r/v(60) all aspetto r/gx/vx(60) su segnale 01 Se invece, come previsto al precedente punto 3, l associazione degli aspetti sul segnale 01 oltre che per l aspetto r/v(60) fosse stata realizzata anche per l aspetto r/gx(60) con l aspetto r/gx/vx(60), si sarebbe ottenuta anche una riduzione di ingressi Itinerari deviati in uscita da un PdS L aspetto di R/Gx sarà associato all aspetto di Gx, se presente. Nei casi in cui non sia presente l aspetto di Gx, l aspetto di R/Gx sarà gestito secondo quanto riportato al paragrafo di cui al Rif. 2. Per i rimanenti aspetti la gestione non prevede associazione di aspetti.

21 21 di Configurazione degli ingressi Per configurazione degli ingressi di un encoder si intende lo stato logico degli ingressi che si realizza per ogni aspetto interfacciato, alla quale l encoder associa i relativi telegrammi (informazioni di cui al punto ) da trasmettere al SSB Configurazioni degli ingressi di un segnale di 1 categoria con avviso accoppiato L analisi sotto riportata fa riferimento alla Fig. 5 e al rif. [R7] Aspetto di vi Per la determinazione di tale aspetto tutti gli ingressi previsti devono essere allo stato logico di zero Aspetto di CT con avviso di vi La determinazione di tale aspetto è realizzata tramite l ingresso relativo all aspetto di G (determinazione della Ve) e con tutti gli ingressi relativi alla velocità obiettivo Vo allo stato logico di zero Aspetto di CT con avviso di Vl In presenza di tali aspetti l ingresso relativo all aspetto di G (aspetto di Ve) dovrà sempre rimanere attivo. L eventuale degrado 7 di tale ingresso, determinerà una configurazione di ingressi incongruenti con la trasmissione di un apposito telegramma (ingressi incongruenti). L aspetto di Gx e di V (aspetti della Vo) prevedono ingressi dedicati. Nella fase di commutazione tra i due aspetti di norma l aspetto di Gx rimane attivo per il tempo necessario all acquisizione dell aspetto di V, ad eccezione di alcuni casi in cui i due ingressi rimangono attivi entrambi. Il degrado 7 di ingressi relativi ad aspetti di Vo possono determinare configurazioni più restrittive dell aspetto presentato dal segnale Aspetti di CT con avviso di deviata In presenza di tali aspetti l ingresso relativo all aspetto di G (aspetto di Ve) dovrà sempre rimanere attivo. Per il degrado 7 di tale ingresso vale quanto detto al punto Gli ingressi relativi all avviso di deviata (aspetti della Vo) rimarranno sempre attivi a partire dalla velocità più bassa fino a quella in atto, ad eccezione dei casi di cui al punto sottopunto 6). L eventuale degrado 7 dell /degli ingresso/i a velocità più bassa di quella in atto

22 22 di 160 determinerà una configurazione di ingressi incongruenti con la trasmissione di un apposito telegramma (ingressi incongruenti), mentre per ingressi relativi ad aspetti più liberatori si possono determinare configurazioni più restrittive dell aspetto presentato dal segnale Aspetto di DV con successivo arresto Gli ingressi relativi agli aspetti di deviata (aspetti della Ve) rimarranno sempre attivi a partire dalla velocità più bassa fino a quella in atto. L eventuale degrado 7 dell /degli ingresso/i a velocità più bassa di quella in atto determinerà una configurazione di ingressi incongruenti con la trasmissione di un apposito telegramma (ingressi incongruenti), mentre il degrado 7 degli ingresso/i relativi a velocità più elevate determina configurazioni più restrittive dell aspetto presentato dal segnale. Gli ingressi relativi alla velocità obiettivo Vo sono allo stato logico di zero Aspetto di DV con avviso di successivo transito in CT Per gli ingressi relativi agli aspetti di Ve vedi punto , mentre per quelli relativi alla Vo vedi punto Aspetto di DV con avviso di successiva deviata Per gli ingressi relativi agli aspetti di Ve vedi punto , mentre per quelli relativi alla Vo vedi punto

23 23 di Esempio di configurazioni degli ingressi encoder di un segnale di 1 categoria con avviso accoppiato Fig. 5 Esempio di configurazioni degli ingressi encoder di un segnale di 1 categoria con avviso accoppiato

24 24 di 160 Nelle configurazioni del segnale di cui al punto nella fase di commutazione dagli aspetti di Gx e R/Gx verso gli aspetti di V e R/V è stata considerata l ipotesi che gli ingressi relativi al Gx e R/Gx rimangano attivi per il tempo strettamente necessario all acquisizione dell aspetti di V e R/V. Sui segnali in cui non siano presenti tutti gli aspetti, le configurazioni sulla tavola 10 saranno realizzate compattandoli verso sinistra, nel rispetto di quanto previsto al punto e alla Fig Configurazioni degli ingressi di un segnale di 1 categoria L analisi sotto riportata fa riferimento alla Fig. 6 e al rif. [R7] Aspetto di vi Per la determinazione di tale aspetto tutti gli ingressi devono essere allo stato logico di zero Aspetto di Vl in CT L ingresso relativo a tale aspetto determina direttamente sia la Ve che la Vo Aspetto di Vl in DV L ingresso relativo a tale aspetto determina direttamente sia la Ve che la Vo; per ogni Ve diversa è necessario un ingresso dedicato, tali ingressi rimarranno sempre attivi a partire dalla velocità più bassa fino a quella in atto. L eventuale degrado 7 dell /degli ingresso/i a velocità più bassa di quella in atto determinerà una configurazione di ingressi incongruenti con la trasmissione di un apposito telegramma (ingressi incongruenti), mentre il degrado 7 degli ingresso/i relativi a velocità più elevate determina configurazioni più restrittive dell aspetto presentato dal segnale.

25 25 di Esempio di configurazioni degli ingressi encoder di un segnale di 1 categoria Fig. 6 Esempio di configurazioni degli ingressi encoder di un segnale di 1 categoria Sui segnali in cui non siano presenti tutti gli aspetti di Fig. 6, le configurazioni sulla tavola 10 saranno realizzate compattandoli verso sinistra, nel rispetto di quanto previsto al punto e alla Fig. 6

26 26 di Criteri di progettazione delle interfacce IS-SCMT Per contenere la quantità di ingressi/configurazioni in presenza di obiettivi relativi a segnali di valle disassati tra loro oltre il 3% e/o per differente tipologia di segnalamento (2 e 3 aspetti) si rende necessaria l applicazione delle regole riportate di seguito Riduzione delle configurazioni degli ingressi encoder di un segnale di avviso isolato Come previsto al punto , se un segnale di avviso isolato ha gli organi di manovra e controllo all interno dello stesso locale tecnologico del relativo segnale di prima categoria, gli aspetti dell avviso sono rilevati dall interfaccia della prima categoria. Nel caso in cui la prima categoria comandi più itinerari alla stessa Ve (la più bassa tra quelle presenti se con velocità diverse) ma con Do diverse, è ammesso che: a) in assenza di disponibilità di ingressi encoder rimanga attivo l ingresso che trasmette la Do minore anche quando è attivo un ingresso per un itinerario con Do superiore. Quando sono in atto itinerari con Ve superiori l ingresso che deve essere attivo è sempre riferito all itinerario con Ve più bassa che trasmette la Do minore (vedi punto ). Nel caso in cui alla Ve superiore corrisponda una Do più corta di quella associata alla Ve più bassa, non è possibile utilizzare l ingresso comune. b) in presenza della disponibilità degli ingressi encoder dovrà essere sempre dedicato un ingresso per l individuazione diretta della Vo sull avviso (vedi punto , ecc.). Le due soluzioni sono da applicare in presenza di più di due ingressi a cui possono essere applicate le modalità di cui sopra; questo permette di contenere il numero di configurazioni e quindi il numero dei telegrammi per la gestione dell avviso isolato, nonché i valori di M_CONTATORE, in quanto l ingresso che rimane sempre attivo sarà utilizzato per la determinazione della configurazione relativa Riduzione delle configurazioni degli ingressi encoder di un segnale di prima categoria relativamente alle Ve Per contenere il numero di ingressi encoder: a) in presenza di più itinerari con Ve=30 km/h e Ve=60 km/h, quando in atto movimenti a 60 km/h è ammesso per la realizzazione della configurazione di ingressi utilizzare un ingresso già presente per la Ve a 30 km/h (ingresso comune), purché la D_Obiettivo trasmessa per l itinerario associato sia uguale o inferiore a quella del movimento a 60 km/h da gestire (vedi punto , , ecc.), altrimenti potrà essere necessaria la gestione con ingresso aggiuntivo A(30)/... b) non si rende necessaria l aggiunta dell ingresso aggiuntivo A(..) o la realizzazione di quello comune quando le configurazioni risultano comunque discriminate tra di loro (è sufficiente che le Ve siano indipendenti), oppure i movimenti hanno in comune la stessa Ve e Do; c) in presenza di itinerari alla stessa Ve ma con D_Obiettivo differente (oltre il 3%), è

27 27 di 160 ammesso associare itinerari con D_Obiettivo più lunga a quelli gestiti con D_Obiettivo più corta (è trasmessa la Do più corta), purché sull itinerario più lungo il PI che realizza la ricalibrazione sia ridondato con un secondo PI (gestione della D_Obiettivo con la logica della DOA, vedi punto , ecc). Il secondo PI di ricalibrazione dovrà essere posato fuori della finestra diagnostica che è pari alla D_APPUNTAMENTO aumentata del 10% e ad una distanza sufficiente dalla relativa DOA in modo da evitare intrusività sulla marcia (D_Obiettivo residua alla lettura del secondo PI di ricalibrazione di almeno 200m per itinerari deviati a 30 km/h e di 600m per itinerari deviati a 60 km/h). Con distanze inferiori a quelle di cui sopra sarà necessaria l interfaccia indipendente Necessità dell ingresso aggiuntivo (A...) Con distanziamento a 3 aspetti nei casi in cui non è previsto per segnalamento l aspetto di R/G, che individua la Ve (che deve essere utilizzata) e il movimento non è discriminato, è necessario utilizzare un ingresso aggiuntivo A(..) per realizzare anche la selezione del percorso e sarà attivo con le condizioni previste dal movimento, vedi punti , , , Questa modalità di gestione consente inoltre di utilizzare la filosofia che prevede di mantenere attivi gli ingressi a partire dalla velocità più bassa presente fino a quella in atto.

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