I Carabidi del Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro (Asti, Piemonte) (Coleoptera Carabidae)

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1 Boll. Mus. reg. Sci. nat. Torino Vol. 21 N. 1 pp Gianni ALLEGRO* Manuela CERSOSIMO I Carabidi del Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro (Asti, Piemonte) (Coleoptera Carabidae) ABSTRACT Carabid beetles of the Rocchetta Tanaro natural Park (Asti, Piedmont) (Coleoptera Carabidae). The survey of the Carabid fauna in the Rocchetta Tanaro natural Park, a valuable relict forest biotope covering an area of 123 hectares, revealed an assemblage of 95 carabid beetle species, with the significant presence of a taxon at the northern limit of its distribution area (Carabus problematicus inflatus) and of a very rich psammo-riparian coenosis at the edges of the inside marshes and streams, due to the sandy soils in the area (Astian Sands). Moreover, some species which show relict or sporadical distribution in lowlands of Piedmont were found, such as Trechus fairmairei and Cymindis cingulata. Key words: Carabidae, fauna, Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro, Piemonte, Italia. INTRODUZIONE Le conoscenze sulla carabidofauna di vasti settori del territorio italiano possono oggi dirsi soddisfacenti in virtù dei numerosi contributi di entomologi professionisti ed amatori, affascinati dal grande interesse che la famiglia dei Coleotteri Carabidi riveste sotto svariati aspetti, da quello sistematico e filogenetico a quello ecologico, faunistico e biogeografico (Casale, 1998). Tuttavia, anche se molto è stato pubblicato sulla distribuzione di questi insetti nel nostro Paese, parecchie lacune rimangono ancora da colmare, sia nell ambito del sistema delle aree protette o dei biotopi di interesse naturalistico sia nelle zone a maggior impatto antropico. * Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura, Casale Monferrato (AL)

2 124 E iniziato soltanto in questi ultimi anni, ad esempio, lo studio dei Coleotteri Carabidi degli ambienti collinari del Monferrato, con alcuni lavori sulle cenosi dei boschi del Basso Monferrato (Allegro, 1997), dell Oasi WWF Verneto di Rocchetta Tanaro (Allegro, 2001), dell Oasi WWF Bosco del Lago di Castello di Annone (Allegro et al., 2002), di alcuni ambienti naturali e antropizzati della Val Cerrina (Cicottino, 2001) e con le segnalazioni di alcuni interessanti reperti effettuati in Basso Monferrato (Allegro, 2003). Come ulteriore contributo alla conoscenza della carabidofauna del Monferrato, viene ora presentato uno studio relativo ad una vera e propria gemma tra le aree protette piemontesi, il Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro, il cui grande interesse naturalistico è già stato sottolineato da altri recenti lavori di carattere floristico (Picco & Ravetti, 2000) e faunistico (Debernardi & Patriarca, 2000). L area collinare che ospita i boschi del parco riveste una importante funzione di raccordo tra le Langhe da una parte e le colline di Torino e del Basso Monferrato dall altra, potenziale punto d incontro tra gli areali di specie caratterizzate da diverse distribuzioni ed esigenze ecologiche. Lo studio, che si è sviluppato continuativamente su un arco temporale di cinque anni, è stato condotto sotto l egida dell Ente Gestione Parchi e Riserve Naturali Astigiani ed ha visto l attiva collaborazione del personale dell area protetta. NOTIZIE GENERALI Il Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro venne istituito nel 1980 al fine di salvaguardare un prezioso biotopo forestale, unico in questa zona a forte vocazione agricola, conservatosi miracolosamente intatto fino ad oggi grazie alla sensibilità dei Marchesi Incisa della Rocchetta che, diventati proprietari di questi boschi nel XVII secolo, prima ne permisero la conservazione usufruendone come riserva di caccia e poi ne promossero la tutela come Parco. Ulteriori interessanti dettagli sulla storia di quest area sono riportati in Picco & Ravetti (2000). Il Parco si estende su una superficie di 123 ettari interamente compresi nel comune di Rocchetta Tanaro (Asti) (fig. 1) ed è geograficamente collocabile nel settore denominato Alto Monferrato nell accezione di De Biaggi et al. (1990). Esso occupa i due versanti di una dorsale collinare orientata in direzione nord-sud ed ha come confini occidentale e orientale rispettivamente il rio Rabengo e il rio Ronsinaggio, entrambi affluenti del Tanaro (fig. 2). L altitudine del Parco è compresa tra 110 e 220 metri s.l.m. e i versanti sono solcati da dossi e avvallamenti talvolta molto incisi, in

3 125 seguito ad accentuata erosione del suolo ad opera delle acque superficiali. I terreni sono infatti costituiti dai tipici litosuoli sabbiosi di natura sedimentaria che caratterizzano il bacino astiano, formatosi nel Pliocene in seguito al ritiro delle acque marine dal Golfo Padano. Su una base di Argille di Lugagnano, che formano il basamento delle colline, affiorano i terreni noti come Sabbie di Asti, sciolti e friabili, di colore giallastro e ricchi di fossili. Questo strato è particolarmente poroso, arido, ed essendo soggetto a dilavamento ha reazione neutra o sub-acida ed è povero di sostanza organica (Scurti, 1940). I terreni di fondovalle sono invece di natura colluviale, formati dal materiale sabbioso e argilloso mobilizzato dalle pendici dei dossi, e sono più profondi e freschi, con buona ritenzione idrica. Dal punto di vista geologico, i suoli del Bacino Astiano si differenziano pertanto in modo netto da quelli del Basso Monferrato, dove prevalgono marne, argille, arenarie, sabbie e conglomerati miocenici a reazione sub-alcalina. Asti Alessandria Monfallito Fiume Tanaro Azzano d Asti Gerba Castello di Annone Montemarzo Cerro Tanaro S. Caterina Parco naturale di Rocchetta Tanaro Rocchetta Tanaro Montegrosso d Asti 0 4 Km Cornalea Fig. 1 L ubicazione del Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro

4 126 Fig. 2 Cartina del Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro (AT) (da Picco & Ravetti, 2000).

5 127 Il clima della zona può essere considerato di tipo continentale temperato nei fondivalle e tendente al sub-mediterraneo sui dossi, dove le escursioni termiche sono più contenute (per il fenomeno dell inversione termica durante i periodi più freddi) e l aridità estiva è accentuata dalla natura sabbiosa del terreno. La precipitazione media annua è inferiore ai 700 mm (la media della Pianura Padana è 760 mm e quella italiana 970 mm), con un massimo principale in autunno e uno secondario in primavera; il minimo estivo corrisponde ad un periodo arido per la vegetazione secondo il metodo di Gaussen. La temperatura media annua si avvicina a quella media della Pianura Padana, compresa fra 12 e 13 gradi (Mennella, 1967). Una disamina approfondita del clima della zona, basata sull analisi dei dati meteorologici delle stazioni di Asti, Alessandria e Nizza Monferrato, è presente in Picco & Ravetti (2000). Gli aspetti pedologici e climatici, considerando anche gli effetti microclimatici causati dalla morfologia del terreno e dalle esposizioni, concorrono nel loro insieme a determinare due ben differenziate tipologie di vegetazione. Sui suoli aridi e sub-acidi degli espluvi, dove predominano condizioni di mediterraneità, l essenza forestale dominante è la rovere (Quercus petraea), mentre negli ambienti freschi e umidi degli impluvi è dominante la farnia (Quercus robur). Nelle vallette più incise il clima tende addirittura verso il tipo sub-oceanico, con interessanti esemplari relitti di faggio (Fagus sylvatica) a quote insolitamente basse per la specie. Lungo i rii Rabengo e Ronsinaggio sono presenti ambienti umidi paludosi con flora spiccatamente igrofila (Picco & Ravetti, 2000). I terreni del Parco sono occupati per circa il 40% da boschi d alto fusto, per il 45% da cedui parzialmente in corso di conversione a fustaia e per il restante 15% da coltivi agrari, impianti di arboricoltura da legno e incolti (I.P.L.A., 1985). Le uniche notizie riguardanti i Carabidi del Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro erano contenute nel Piano Naturalistico dell area (I.P.L.A., 1983), dove era presentato un sintetico elenco di 20 specie frutto di un indagine superficiale mirata all identificazione delle sole specie dominanti. MATERIALI E METODI Lo studio della carabidofauna del Parco Naturale Regionale di Rocchetta Tanaro si è sviluppato in un arco di cinque anni consecutivi dal 1998 al Sono state esplorate, con diverse tecniche di campionamento, le differenti tipologie ambientali presenti all interno del Parco, ognuna

6 128 candidata ad ospitare una sua peculiare cenosi di specie: i dossi elevati ai lati della cresta che percorre la dorsale in direzione nord-sud, i bordi dei rii Rabengo e Ronsinaggio e l area impaludata (Fonte Canà), i fondivalle freschi (Val Gisverga, Val d Nenta e Val du Gè), i sentieri e le radure prive di alberi (fig. 3). Come già è stato accennato, gli ambienti di dosso presentano situazioni di accentuata xericità, al contrario dei fondivalle freschi, dove la disponibilità idrica dei terreni è sempre piuttosto elevata, e dell area impaludata e delle sponde dei rii, dove si riscontrano situazioni tipicamente riparie. I sentieri e le radure sono invece caratterizzati da una più intensa luminosità e da più accentuate escursioni termiche rispetto al bosco, mentre l umidità edafica è molto variabile in funzione della posizione e del periodo dell anno, variando da situazioni di elevata xericità ad altre non dissimili da quelle di un ambiente fresco di fondovalle. Al fine di ottenere un elenco il più possibile completo delle specie presenti nel biotopo, si è fatto ricorso a diversi metodi di campionamento, ciascuno finalizzato a censire particolari componenti della cenosi. Catture con trappole a caduta (pitfall trap), costituite da bicchieri di plastica del diametro di 7 cm interrati fino all orlo e contenenti una miscela satura di aceto bianco e sale da cucina, a scopo attrattivo e conservante. Il rinnovo della miscela e il controllo delle catture sono stati effettuati con cadenza mensile. Le trappole sono state collocate, a gruppi di tre e distanziate tra loro di almeno 50 metri, nei diversi ambienti del parco, per un totale di circa 30 trappole attivate ogni anno. Questo metodo permette di catturare in modo particolare le specie di dimensioni medio-grandi e quelle molto attive sul terreno. Creste Dossi Pendici Valli Sentieri Radure Rii Fonte Fig. 3 Transetto schematico degli ambienti censiti all interno del Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro (AT)

7 129 Catture a vista, realizzate anch esse con periodicità circa mensile esplorando il terreno e sollevando pietre e tronchi adagiati al suolo, oppure zappettando le scarpate umide o rovistando all interno di ceppaie marcescenti. È stato fatto ricorso a sommersioni artificiali di piccoli tratti di terreno in prossimità dei rii e sono stati anche esplorati cespi di vegetazione erbacea durante il periodo invernale. Le ricerche a vista consentono la cattura di numerose specie di dimensioni medio-piccole, sovente ad attività diurna, che cacciano nei pressi dell acqua (Bembidiini, numerosi Harpalini) o vivono in gallerie nel terreno umido (Clivinini). Catture al vaglio, setacciando la lettiera e il terreno alla base degli alberi. Possono essere in questo modo censite interessanti specie endogee di piccole dimensioni. Catture con bande adesive sui tronchi, allo scopo di catturare le specie ad abitudini arboricole e corticicole. Gli esemplari catturati in parte sono stati preparati a secco e sono attualmente conservati nelle collezioni degli Autori e dell Ente Parchi Astigiani, in parte sono stati invece immagazzinati all interno di capsule Petri ermeticamente chiuse. RISULTATI Nel Parco Naturale Regionale di Rocchetta Tanaro sono state complessivamente censite 95 specie, di cui 20 già segnalate nel Piano naturalistico del Parco (I.P.L.A., 1983), tutte ritrovate nella presente indagine (la citazione di Bembidion nitidulum (=Ocydromus deletus) va riferita a Ocydromus latinus (Sciaky det.), come è stato possibile appurare grazie alla cortesia di G. Della Beffa). Nel periodo di studio non è stata rinvenuta Calosoma sycophantha, sicuramente presente nell area oggetto di studio, la cui comparsa è tuttavia occasionale e segue le gradazioni di alcuni Lepidotteri defogliatori, dei cui bruchi è formidabile predatrice (Casale et al., 1982). L elenco delle specie censite è riportato nella tabella 1 secondo l ordine della checklist di Vigna Taglianti (1993), mentre la nomenclatura è stata aggiornata sulla base di alcuni contributi fondamentali pubblicati successivamente (Fedorenko, 1996; Lorenz, 1998). Nella stessa tabella vengono anche riportati il corotipo (sensu Vigna Taglianti et al., 1992) e una indicazione sintetica della frequenza di cattura delle specie nei diversi ambienti censiti all interno del Parco. Questo dato non deve essere considerato un indice della frequenza relativa delle specie, poiché è noto che queste ultime presentano diversa sensibilità ai differenti metodi di campiona-

8 130 Tabella 1 Elenco dei Carabidi rinvenuti nel Parco Naturale Regionale di Rocchetta Tanaro (AT), con relativa categoria corologica e frequenza di cattura nei diversi ambienti censiti. N. checklist Specie Corotipo Creste Dossi Pendici Valli Cicindela campestris campestris Linné, 1758 PAL + Sentieri Radure Carabus granulatus interstitialis Duftschmid, 1812 ASE Carabus monticola Dejean, W Carabus glabratus Paykull, 1790 EUR Carabus convexus convexus Fabricius, 1775 SIE Carabus problematicus inflatus Kraatz, 1878 EUR Carabus germarii fiorii Born, 1901 SEU Cychrus italicus Bonelli, Nebria brevicollis (Fabricius, 1792) TUE Notiophilus palustris (Duftschmid, 1812) SIE Notiophilus rufipes Curtis, 1829 EUR Notiophilus substriatus Waterhouse, 1833 EUM Omophron limbatus (Fabricius, 1776) PAL Elaphrus aureus P. Müller, 1821 CEU Elaphrus uliginosus Fabricius, 1792 ASE Clivina collaris (Herbst, 1784) TUE Dyschiriodes laeviusculus Putzeys, 1846 EUR Dyschiriodes aeneus (Dejean, 1825) SIE Dyschiriodes agnatus (Motschulsky, 1844) TEM Dyschiriodes nitidus (Dejean, 1825) PAL Asaphidion caraboides nebulosum (Rossi, 1792) EUR Asaphidion flavipes (Linné, 1761) SIE Asaphidion stierlini (Heyden, 1880) EUM Metallina lampros (Herbst, 1784) OLA Notaphus semipunctatus (Donovan, 1806) PAL Notaphus varius (Olivier, 1795) PAL Notaphus dentellus (Thunberg, 1787) SIE Emphanes azurescens (Dalla Torre, 1877) EUR Emphanes latiplaga (Chaudoir, 1850) TEM Leja articulata (Panzer, 1796) ASE Philochthus inoptatus (Schaum, 1857) EUR Philochthus lunulatus (Fourcroy, 1785) EUM Bembidion quadrimaculatum (Linné, 1761) OLA Pseudolimnaeum inustum (Duval, 1857) CEU Ocydromus italicus (De Monte, 1943) SEU ++ + Rii Fonte

9 Ocydromus latinus (Netolitzky, 1911) EUR Ocydromus andreae (Fabricius, 1787) WME Ocydromus femoratus (Sturm, 1825) SIE Ocydromus tetracolus (Say, 1823) OLA Ocydromus tetragrammus illigeri (Netolitzky, 1941) CEU Synechostictus decoratus (Duftschmid, 1812) CEU Synechostictus elongatus elongatus (Dejean, 1831) SEU Princidium punctulatum (Drapiez, 1820) CEM Paratachys bistriatus (Duftschmid, 1812) TUE Trechoblemus micros (Herbst, 1784) SIE Trechus quadristriatus (Schrank, 1781) TEM Trechus fairmairei Pandellé, Platynus assimilis (Paykull, 1790) SIE Paranchus albipes (Fabricius, 1796) OLA Oxypselaphus obscurus (Herbst, 1784) OLA Anchomenus dorsalis (Pontoppidan, 1763) PAL Agonum sexpunctatum (Linné, 1758) TEM Agonum viduum (Panzer, 1797) SIE Agonum afrum (Duftschmid, 1812) TEM Synuchus vivalis (Illiger, 1798) ASE Calathus melanocephalus (Linné, 1758) EUR Calathus fuscipes latus Serville, 1821 EUM Platysma nigrum (Schaller, 1783) ASE Platysma rhaeticum (Heer, 1837) PAL Stomis pumicatus (Panzer, 1796) EUR Phonias strenuus (Panzer, 1797) ASE Poecilus cupreus (Linné, 1758) ASE Abax continuus Baudi, Amara aenea (Degeer, 1774) OLA Amara familiaris (Duftschmid, 1812) SIE Amara lucida (Duftschmid, 1812) TUE Amara ovata (Fabricius, 1792) ASE Amara similata (Gyllenhal, 1810) ASE Amara bifrons (Gyllenhal, 1810) CAE Anisodactylus binotatus (Fabricius, 1787) ASE Diachromus germanus (Linné, 1758) TEM Parophonus maculicornis (Duftschmid, 1812) SEU Ophonus azureus (Fabricius, 1775) CEM +

10 Pseudophonus griseus (Panzer, 1797) PAL Pseudophonus rufipes (Degeer, 1774) OLA Harpalus dimidiatus (Rossi, 1790) EUR Harpalus atratus Latreille, 1804 EUR Harpalus sulphuripes sulphuripes Germar, 1824 EUM Harpalus tardus (Panzer, 1797) ASE Stenolophus teutonus (Schrank, 1761) TEM Stenolophus mixtus (Herbst, 1784) PAL Bradycellus verbasci (Duftschmid, 1812) TUE Acupalpus flavicollis (Sturm, 1825) TUE Chlaenius velutinus velutinus (Duftschmid, 1812) EUM Chlaeniellus vestitus (Paykull, 1790) PAL Chlaeniellus nitidulus (Schrank, 1781) CAE Oodes helopioides (Fabricius, 1792) SIE Cymindis cingulata Dejean, 1825 CEU Dromius agilis (Fabricius, 1787) SIE Dromius quadrimaculatus (Linné, 1758) EUR Syntomus obscuroguttatus (Duftschmid, 1812) EUM Microlestes corticalis (Dufour, 1820) TEM Microlestes minutulus (Goeze, 1777) OLA Drypta dentata (Rossi, 1790) OLA Brachinus sclopeta (Fabricius, 1792) TEM + N. specie LEGENDA Corotipo OLARTICI OLA olartico PAL paleartico TEM turanico-europeo-mediterraneo EUM europeo-mediterraneo SIE sibirico-europeo CAE centroasiatico-europeo TUE turanico-europeo ASE asiatico-europeo CEM centroeuropeo-mediterraneo EUROPEI EUR europeo CEU centro-europeo SEU sud-europeo MEDITERRANEI WME mediterraneo occidentale ENDEMICI 01 endemico alpino 01W endemico alpino-occidentale 02 endemico alpino-appenninico Frequenza di cattura + poco frequente (1-5 ind./anno) ++ frequente (6-30 ind./anno) +++ molto frequente (>30 ind./anno)

11 mento, ma può fornire una indicazione delle preferenze ecologiche di ciascuna specie. In relazione alle accentuate condizioni di xero-termicità che li caratterizzano, i boschi di rovere sui dossi sono popolati da pochissime specie, 10 in totale, tutte (con l esclusione di Metallina lampros che è largamente euriecia) essenzialmente silvicole, benché Carabus problematicus e Carabus monticola possano vivere, a quote elevate (oltre i 2000 metri), anche in ambienti denudati (Casale et al., 1982). Carabus monticola, Carabus glabratus, Cychrus italicus e Abax continuus popolano anche i boschi più freschi del Parco, mentre C. problematicus inflatus, probabilmente in relazione alle sue esigenze termofile, vive principalmente sui dossi e nelle esposizioni più calde, evitando così la competizione con altri Carabini presenti nel Parco come Carabus convexus, Carabus germari fioriii e Carabus granulatus interstitialis. Soltanto le due specie arboricole (Dromius quadrimaculatus e Dromius agilis) ed Asaphidion stierlini possiedono ali ben sviluppate, mentre le rimanenti specie sono brachittere o pteripolimorfe. Le catture in questo ambiente sono state sempre quantitativamente povere durante l intero arco stagionale, sintomo probabile di popolazioni molto rarefatte per l aridità dell ambiente e la scarsità di alimento disponibile. I boschi delle pendici collinari e dei fondivalle ospitano una cenosi più ricca (31 specie), nella quale fanno la loro comparsa diverse specie igrofile (Nebria brevicollis, Platynus assimilis, Agonum afrum, Platysma nigrum, Platysma rhaeticum, Phonias strenuus e Stomis pumicatus), che coesistono con specie a più ampia valenza ecologica o tendenzialmente termofile (Poecilus cupreus, Pseudophonus rufipes e Harpalus dimidiatus) e con altre orofile o, quanto meno, microtermofile (Trechus fairmairei e Cymindis cingulata). Ai Carabini già presenti sui dossi si aggiunge Carabus convexus. È interessante la presenza in questo ambiente di Ocydromus italicus, rinvenuto sovente su scarpate umide o tra residui di legna bruciata. Si incontra inoltre Harpalus atratus, esempio abbastanza inconsueto di Harpalus brachittero abitatore dei boschi umidi. La cenosi più ricca in assoluto si è rivelata quella delle sponde dei rii Rabengo e Ronsinaggio e dell acquitrino nelle immediate vicinanze della Fonte Canà, con 75 specie censite di cui 46 esclusive di tali ambienti. Si rinvengono qui alcune specie fortemente igrofile come Elaphrus uliginosus ed Elaphrus aureus (un caso non comune di sintopia tra le due specie), Oxypselaphus obscurus, Anisodactylus binotatus, Chlaenius velutinus, Chlaeniellus vestitus, Oodes helopioides e Drypta dentata. È certamente legata alla natura alluvionale e sabbiosa dei suoli la presenza di una ricca 133

12 134 taxocenosi psammofila tipica degli ambienti ripari della pianura piemontese (Allegro & Sciaky, 2001) ma decisamente inconsueta, quanto meno nella sua ricchezza, in ambiente collinare (Omophron limbatus, Dyschiriodes spp., Asaphidion caraboides, Princidium punctulatum, Notaphus spp., Ocydromus andreae, Emphanes spp.). È stata inoltre osservata una ricca comunità di Bembidiini, con 23 specie presenti, alcune delle quali degne di interesse per la sporadicità delle segnalazioni che le riguardano (Pseudolimnaeum inustum, Synechostictus elongatus e Synechostictus decoratus). Sui sentieri del Parco e negli ambienti aperti è stata invece censita una fauna più marcatamente termofila, costituita da specie in maggioranza macrottere e opportuniste, tutte o quasi rinvenibili anche negli ambienti agrari. Presentano queste caratteristiche Brachinus sclopeta, Poecilus cupreus, Anchomenus dorsalis, diverse specie di Amara e numerosi Harpalini, tra i quali merita segnalare la presenza di Harpalus sulphuripes, che in Piemonte presenta distribuzione prevalentemente montana (Magistretti, 1965). La presenza di Cicindela campestris è parsa occasionale (un solo individuo osservato), probabilmente in relazione alla preferenza della specie per terreni più compatti e argillosi. Alcune specie di particolare interesse meritano un commento più approfondito, con dati supplementari sulla loro ecologia e distribuzione. Carabus problematicus inflatus Kraatz, 1878 É presente dalle Alpi Marittime e Liguri a est fino all Appennino settentrionale (la forma tipica è invece presente in Italia dalle Valli del Canavese fino alla Venezia Tridentina). Questa sottospecie penetra in Italia dalla Provenza con un popolamento in larga parte sovrapponibile a quello di Carabus solieri: entrambi risalgono verso nord attraverso le Langhe e l Alto Monferrato; mentre tuttavia C. solieri non supera la zona di Canelli, C. problematicus inflatus si spinge fino a Rocchetta Tanaro, che rappresenta la stazione più settentrionale del suo areale. C. problematicus è specie tendenzialmente termofila, e come tale presenta sovente fenologia più tardiva rispetto agli altri Carabus, ma mentre la forma tipica è prevalentemente montana, la ssp. inflatus scende a quote molto basse ( m s.l.m.: Casale et al., 1982). Nel Parco di Rocchetta Tanaro occupa principalmente i dossi elevati e le aree più xeriche con popolazioni identiche a quelle delle Langhe e dell Appennino Ligure, caratterizzate da individui di dimensioni cospicue e cromatismo dominante blu-viola, con scultura elitrale molto regolare. È assente nell oasi WWF Il Verneto di Rocchetta Tanaro (Allegro, 2001), dove l assenza è facilmente spiegabile con i livelli di

13 135 umidità edafica troppo elevati in relazione alle esigenze della specie, e nel Bosco del Lago di Castello di Annone (Allegro et al., 2002), entrambi i biotopi distanti solo pochi chilometri dall area oggetto del presente lavoro. Carabus monticola Dejean, 1826 É un elemento endemico di Alpi occidentali, colline del Po e Appennino Ligure. Nell ambito del sistema collinare pedemontano era noto delle Colline di Torino (Della Beffa, 1911; Magistretti, 1965) e del Basso Monferrato (Allegro, 1997; Cicottino, 2001). La segnalazione di Rocchetta Tanaro estende pertanto il suo areale all Alto Monferrato. Pseudolimnaeum inustum (Duval, 1857) Interessante Bembidiino, generalmente sporadico, conosciuto in Piemonte soltanto per un antica segnalazione di Della Beffa (1911) e per quelle più recenti della Valle dell Orco, della Collina di Torino e del Bosco del Lago di Castello di Annone (Allegro et al., 2002). In alcuni casi rinvenuto nelle cantine e talvolta attratto dalle luci (Magistretti, 1965). Nel Parco di Rocchetta Tanaro ne è stato catturato un solo individuo in un area impaludata ai bordi del rio Ronsinaggio. Synechostictus decoratus (Duftschmid, 1812) Elemento ripicolo a distribuzione preferenzialmente montana, noto soltanto di poche località piemontesi (Magistretti, 1965). In ambito planiziale è stato recentemente segnalato anche alla confluenza Po-Tanaro (Allegro & Sciaky, 2001). Synechostictus elongatus (Dejean, 1831) Ripicolo come il precedente, è presente con la sottospecie nominale nell Italia continentale (tranne le regioni nord-orientali) e in Sardegna. In Piemonte era tuttavia noto soltanto di poche località (Magistretti, 1965; Allegro et al., in pubbl.). Trechoblemus micros (Herbst, 1784) Raro trechino noto di pochissime località piemontesi e recentemente segnalato per il Po piemontese (Allegro & Sciaky, 2001). Generalmente

14 136 legato ai detriti di inondazione, è stato anche in questo caso rinvenuto sotto un ammasso di ramoscelli e materiale organico in occasione di una esondazione del rio Rabengo. Trechus fairmairei Pandellé, 1867 Specie della Provenza e dell Italia continentale, presente in pianura come in montagna, eutroglofila. Già segnalata delle Langhe (Casale & Cavallo, 1985), è stata catturata nelle vallecole umide del Parco (Val Gisverga, Val d Nenta). La specie non è stata rinvenuta nei boschi del Basso Monferrato (Allegro, 1997) e nel Bosco del Lago (Allegro et al., 2002), dove è invece molto comune Trechus quadristriatus. Harpalus sulphuripes sulphuripes Germar, 1824 Specie xerotermofila, nota soltanto di poche stazioni piemontesi (Magistretti, 1965; Pescarolo, 1990) in gran parte concentrate sull arco alpino e prealpino. Cymindis cingulata Dejean, 1825 Considerata anch essa specie preferenzialmente montana, era già nota in ambito planiziale della Baraggia di Piano Rosa (Pescarolo, 1993), della Valle del Ticino (Pescarolo, 1990) e del Bosco del Lago di Castello di Annone (Allegro et al., 2002). Questo reperto conferma la presenza di popolazioni relitte della specie, un tempo probabilmente ben più diffusa nei boschi planiziali (Giachino, com. pers.), nell ambito del sistema collinare monferrino. DISCUSSIONE La ricchezza specifica del popolamento (95 specie) è molto elevata e addirittura superiore a quella registrata nei boschi del Basso Monferrato (77 specie), nel Bosco della Partecipanza (68 specie) e nel Bosco del Lago (78 specie), tutti caratterizzati dalla presenza di un gradiente ambientale che va da condizioni di xerotermicità accentuata fino a situazioni di freschezza e umidità elevate (Allegro, 1997; Casale, 1983; I.P.L.A., 1999; Allegro et al., 2002). Questa condizione sembra essenziale per garantire una buona diversificazione degli habitat e la presenza di numerosi micro-ambienti, che possono ospitare comunità di specie ad attitudini ecologiche diverse. Dove il

15 bosco o la morfologia del terreno si presentano più omogenei, come nel caso del Bosco di Stupinigi (54 specie) o del Verneto di Rocchetta Tanaro (49 specie), la ricchezza specifica risulta infatti considerevolmente inferiore (Casale et al., 1993; Allegro, 2001). Il popolamento carabidico del Parco di Rocchetta Tanaro presenta uno spettro corologico (fig. 4) in cui predominano largamente le specie a vasta geonemia (corotipi olartici ed europei costituiscono insieme il 95%). Prevalgono le specie a gravitazione centro-settentrionale, ma non è trascurabile la presenza di elementi infiltrati fino all area mediterranea (20%), con caratteristiche quindi di più o meno marcata termofilia. Sono presenti quattro endemiti alpini e alpino-appenninici, uno dei quali (Trechus fairmairei) sconfina, nell ambito delle Alpi Marittime, in territorio politicamente francese. Alcuni elementi possono essere considerati indicatori storici del manto boschivo padano formatosi dopo le ultime glaciazioni ed ora ridotto a pochi frammenti isolati nel mare dei coltivi agrari: tali possono essere considerati Cychrus italicus, Carabus glabratus, Carabus convexus e Abax continuus, ancora comuni nei boschi collinari ma ormai poco frequenti, almeno i primi tre, in pianura, forse a causa dell eccessiva frammentazione delle superfici boscate relitte. Un analisi delle percentuali dei tipi di sviluppo alare rivela una schiacciante maggioranza di forme macrottere (77%); se a questo dato si aggiunge un altrettanto larga preponderanza delle specie che presentano un ritmo riproduttivo primaverile (75%), si ottiene l immagine di una taxocenosi adattata a condizioni ambientali instabili, soggette a improvvise variazioni (Den Boer, 1970), diretta conseguenza della netta preponderanza quantitativa, nel bosco, delle specie igrofile e riparie rinvenute ai margini dei rii e nell area impaludata. Il confronto qualitativo mediante Indice di similarità di Sörensen (IS = 2c/(a+b), dove c è il numero di specie comuni, mentre a e b sono il numero totale delle specie rispettivamente presenti nei due biotopi che si intende confrontare) tra la carabidofauna del Parco regionale di Rocchetta Tanaro e quelle di altri boschi collinari e planiziali del Piemonte (fig. 5) mette in evidenza l elevata similarità (IS=67,1%) tra le carabidofaune del Parco regionale e del Bosco del Lago di Castello di Annone. A questa similarità concorrono l omogeneità strutturale dei due biotopi (querco-carpineti mesofili di collina con presenza di aree umide interne) e la loro contiguità spaziale, data la distanza relativamente breve (pochi chilometri) che li separa; anche i suoli possono dirsi piuttosto omogenei, in entrambi i casi riconducibili alle Sabbie di Asti. Sono state rinvenute in entrambi i biotopi specie rare o relitte in ambiente planiziale come Pseudolimnaeum inustum e Cymindis cingulata, e vengono condivise numerose specie igrofile e ripicole. 137

16 138 COROTIPI Europei 23% Mediterranei 1% Endemici 4% Olartici 72% FORME DI SVILUPPO ALARE Pteripolimorfi 11% Brachitteri 12% Autunnali 15% Bivoltini 1% TIPI RIPRODUTTIVI Poliennali 1% Non noti 8% Macrotteri 77% Primaverili 75% Fig. 4 Distribuzione percentuale dei corotipi, delle forme di sviluppo alare e dei tipi riproduttivi della carabidocenosi del Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro (AT).

17 SIMILARITA' % Parco regionale di Rocchetta Tanaro Bosco del Lago di Castello di Annone Boschi del Basso Monferrato Bosco della Partecipanza Verneto di Rocchetta Tanaro Anfiteatro Morenico di Ivrea Parco regionale di Stupinigi Brughiera di Rovasenda Baraggia di Piano Rosa Garzaia di Valenza Fig. 5 Dendrogramma mediante Indice di similarità di Sörensen (%) relativo alla carabidofauna di alcuni boschi planiziali del Piemonte. Carabus problematicus ssp. inflatus Kraatz, 1878

18 140 La differenza principale risiede nel notevole impoverimento della cenosi silvicola nel Bosco del Lago, dove mancano alcuni Carabus normalmente presenti negli ambienti boscati di collina. Una similarità ancora notevolmente elevata (IS=58,9%) si registra tra il cluster precedente e i boschi del Basso Monferrato. Rispetto a questi ultimi, tuttavia, il Parco regionale di Rocchetta Tanaro si differenzia per l assenza di Carabus intricatus e Carabus rossii, segnalati invece come relativamente comuni nei castagneti e nei querco-carpineti della Valle Cerrina (Allegro, 1997; Cicottino, 2001). La loro assenza nel Parco regionale non è facilmente spiegabile considerando il fatto che esse ricompaiono poco più a sud nelle Langhe (Casale & Cavallo, 1985), anche se qui distribuite in modo sporadico e localizzato (Casale et al., 1982). Gli stessi Autori sottolineano tuttavia lacune distributive interessanti a proposito di C. intricatus, probabilmente legate a fattori ecologici oltre che biogeografici. Altre assenze sono invece più facilmente riferibili alle caratteristiche ambientali: per esempio numerosi elementi termofili a gravitazione euro-mediterranea come Poecilus koyi viaticus, Acinopus picipes e Scybalicus oblongiusculus non trovano nel Parco regionale di Rocchetta Tanaro l ideale habitat costituito dalle praterie asciutte e soleggiate presenti invece negli ambienti censiti del Basso Monferrato. Non bisogna dimenticare inoltre la sostanziale diversità dei suoli delle due aree, prevalentemente calcareo-marnosi e argillosi quelli del Basso Monferrato e sabbiosi quelli dell Astigiano: ciò ha permesso la conservazione negli ambienti umidi del Parco regionale di Rocchetta Tanaro di una carabidofauna ripicola tendenzialmente psammofila, con numerose specie tipiche dei greti sabbiosi dei grandi fiumi piemontesi, del tutto assente invece sulle colline del Basso Monferrato. Le differenze si fanno ancora più evidenti nei confronti di altri ambienti boscati planiziali come ad esempio il Bosco della Partecipanza di Trino Vercellese (VC), un bosco relitto della superficie di circa 600 ettari quasi interamente circondato da risaie. Anche in questo caso si può parlare di un isola ecologica estremamente interessante per quanto riguarda i popolamenti floristici e faunistici. Esso ospita diversi elementi legati, almeno in Piemonte, alle brughiere o ai boschi meso-igrofili delle baragge (Casale, 1983; I.P.L.A., 1999), che mancano invece nel Parco regionale di Rocchetta Tanaro. Nonostante la breve distanza che li separa, anche i boschi del Verneto di Rocchetta Tanaro ospitano una fauna sensibilmente differente da quella del Parco regionale. Ciò è spiegabile con le diverse caratteristiche dei due ambienti, essendo il Verneto un ambiente impaludato all interno del quale è stata selezionata una cenosi quasi esclusivamente composta da elementi

19 141 fortemente igrofili o paludicoli (Allegro, 2001). Diversità ancor più marcate si notano con i popolamenti degli ambienti lacustri dell Anfiteatro Morenico di Ivrea (Casale & Giachino, 1994), della Brughiera di Rovasenda (Casale, 1980) e della Baraggia di Piano Rosa (Pescarolo, 1993), caratterizzati da una genesi post-glaciale recente, e con quelli del Parco regionale di Stupinigi (Casale et al., 1993) e della Garzaia di Valenza (Allegro & Sciaky, 2001), di genesi alluvionale ancor più recente. Infine, un confronto puramente indicativo con le specie di Carabidi raccolte nelle Langhe, e conservate nel Museo F. Eusebio di Alba (Casale & Cavallo, 1985), mette in luce l assenza nel Parco regionale di Rocchetta Tanaro delle già citate specie termofile che ricompaiono nel Basso Monferrato e soprattutto di alcuni elementi di chiara penetrazione alpinoappenninica che nelle Langhe trovano l estremo limite settentrionale del loro areale: tra questi Carabus solieri, la cui distribuzione a Nord si arresta nella zona di Alba-Canelli, nonché Laemostenus obtusus e Molops medius, che popolano i boschi preappenninici della Bassa Langa. Non è stato ritrovato neppure Binaghites affinis, che con la sottospecie nominale è presente nelle Langhe in alcune faggete e ricompare poi nella Collina Torinese e nel Canavese con la sottospecie ovalipennis. La specie è considerata ad areale disgiunto di tipo transpadano (Giachino, 1992) e lo iato distributivo, che riguarda l intero settore collinare dell Alto e del Basso Monferrato, potrebbe essere reale e dovuto a fattori ecologici connessi al degrado della copertura boschiva. Non è tuttavia escluso che più approfondite ricerche possano portare alla scoperta di popolazioni relitte di questo interessante Bembidiino. CONCLUSIONI Come altri lembi relitti di bosco planiziale padano, anche il Parco regionale di Rocchetta Tanaro può essere considerato un isola di limitate dimensioni all interno di un contesto territoriale profondamente modificato da una tradizione agricola plurisecolare. Questa condizione rende particolarmente fragile l equilibrio del biotopo e ne rende auspicabile un attenta opera di tutela allo scopo di conservare integre le preziosità botaniche e faunistiche in esso contenute. Questa indagine, pur mirata alla conoscenza dei soli Coleotteri Carabidi, ha messo in luce la presenza di numerosi elementi interessanti e relitti che meriterebbero l inserimento in una Lista rossa regionale mirata a favorire le specie più minacciate in ambito planiziale. Tra queste ricordiamo Carabus problematicus inflatus, non raro all interno del Parco ma qui all estremo limite settentrionale del suo areale, ed inoltre Pseudolimnaem inustum, Synechostictus elongatus,

20 142 Synechostictus decoratus e Trechoblemus micros, specie ripicole la cui sopravvivenza è legata alla salvaguardia di una rete di aree umide integre, ed infine Trechus fairmairei e Cymindis cingulata, elementi a distribuzione relitta e puntiforme in ambito planiziale. Da un punto di vista conservazionistico, la marcata condizione di insularità che contraddistingue i boschi del Parco naturale di Rocchetta Tanaro rende auspicabile la creazione di corridoi boscati che ne riducano l isolamento e soprattutto possano ripristinare quell unicum di copertura forestale che prima del XVII secolo doveva ancora collegare l attuale Parco con i boschi ripari del Tanaro (tra i quali il relitto Verneto ). Inoltre la creazione di ambienti aperti, privi di copertura arborea, nelle zone più periferiche e degradate, offrirebbe la possibilità di incrementare la biodiversità con l insediamento di specie a gravitazione mediterranea, di cui Harpalus sulphuripes è un interessante esempio. È essenziale infine la tutela dei boschi e delle acque dei rii Rabengo e Ronsinaggio, dove è ancora possibile trovare il Gambero di fiume, eccellente bioindicatore di qualità ambientale. RINGRAZIAMENTI Si ringrazia tutto il Personale del Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro per avere in vario modo agevolato le ricerche e in particolare il guardiaparco Francesco Ravetti per l attiva partecipazione all indagine; il Prof. Achille Casale e il Dr. Riccardo Sciaky per le note e i suggerimenti al manoscritto originale; il sig. Massimiliano Rasero per l aiuto al secondo autore nelle ricerche in campo. RIASSUNTO Lo studio della carabidofauna del Parco naturale regionale di Rocchetta Tanaro, un prezioso biotopo forestale relitto della superficie di 123 ettari, ha messo in luce una comunità di 95 specie di Carabidi, con la significativa presenza di un entità all estremo limite settentrionale del suo areale (Carabus problematicus inflatus) e di una ricchissima cenosi psammo-ripicola ai margini delle aree umide interne, giustificata dalla natura sabbiosa dei suoli (Sabbie di Asti). Sono state inoltre rinvenute specie a distribuzione relitta e puntiforme in ambienti planiziali del Piemonte, come Trechus fairmairei e Cymindis cingulata. Gianni ALLEGRO Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura, C.P. 116, I Casale Monferrato (AL), Italia allegro@populus.it Manuela CERSOSIMO via Cornapò 147, I Portacomaro (AT), Italia manumargot@libero.it

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