(esecutiva con provvedimento della CCAR n. spec. 377 del 23 marzo 1995).

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "(esecutiva con provvedimento della CCAR n. spec. 377 del 23 marzo 1995)."

Transcript

1 Progetto obiettivo per la salute della donna, dell infanzia e dell adolescenza Deliberazione del consiglio regionale della Lombardia dell 8 marzo 1995 n V/1438 (esecutiva con provvedimento della CCAR n. spec. 377 del 23 marzo 1995). Presidenza del presidente Zaccaria OMISSIS IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA Vista la proposta della giunta regionale di cui alla deliberazione n dell 11 aprile 1994 avente per oggetto Progetto obiettivo per la tutela della salute della donna, dell infanzia e dell adolescenza ; Vista la normativa nazionale di riferimento ed in particolare: - la legge 29 luglio 1975, n. 405 Istituzione dei consultori familiari ; - la legge 22 maggio 1978, n. 194 Norme per la tutela della maternità e sull interruzione volontaria della gravidanza ; - la legge 5 febbraio 1992, n. 104 Legge quadro per l assistenza, l integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate ; - la legge 23 ottobre 1992, n. 421 Delega al governo per la razionalizzazione e la revisione delle discipline in materia di sanità ; - il d.p.r. 24 dicembre 1992 Definizione dei livelli di assistenza sanitaria ; - l atto di intesa tra Stato e regioni per la definizione del piano sanitario nazionale relativo al triennio 1994/96 approvato il 25 novembre 1993 che definisce strategie, modello organizzativo ed interventi prioritari nell area della tutela materno-infantile; Vista la normativa regionale di riferimento ed in particolare: - la l.r. 6 settembre 1976, n. 44 Istituzione del servizio per l educazione sessuale, per la procreazione libera e consapevole, per l assistenza alla maternità, all infanzia e alla famiglia ; - il programma triennale straordinario ex art. 17 legge 22 dicembre 1984, n. 887 Tutela della salute neuropsichica nell infanzia e nell adolescenza (d.c.r. 14 ottobre 1986, n. IV/433); - la l.r. 7 gennaio 1986, n. 1 Riorganizzazione e programmazione dei servizi socio assistenziali della regione Lombardia ; - la l.r. 8 maggio 1987, n. 16 La tutela della partoriente e la tutela del bambino in ospedale ; Considerato che il p.o. rappresenta un utile documento di linee-guida per il riordino e la riorganizzazione dei servizi ospedalieri ostetrici e pediatrici, premessa indispensabile per la liberazione di risorse da finalizzare ad attività innovative; Valutata quindi la necessità, al fine di completare la rete dei servizi materno infantili, di ricerca le opportune forme di coordinamento e di integrazione con i p.o.

2 minori ed handicap, che saranno parte integrante del secondo piano socioassistenziale; Ribadita la necessità di adeguare e di rilanciare, anche prevedendo adeguati finanziamenti, la rete dei servizi consultoriali come previsto dalla l.r. 6 settembre 1976 n. 44 Istituzione del servizio per l educazione sessuale, per la procreazione libera e consapevole, per l assistenza alla maternità, all infanzia e alla famiglia ; e ribadita inoltre la necessità di dare piena attuazione alla l.r. 8 maggio 1987 n. 16 La tutela della partoriente e la tutela del bambino in ospedale ; Considerato che, in attuazione della legge di riordino del servizio socio sanitario regionale, dovranno essere istituiti i dipartimenti quali strutture fondamentali delle aziende sanitarie e che il dipartimento materno infantile rappresenta uno strumento indispensabile per il coordinamento e l integrazione dei servizi e delle attività sociali e sanitarie intra ed extra ospedaliere in ambito materno infantile; Udita la relazione della III commissione Delibera Di approvare, assumendo le valutazioni espresse in premessa, il Progetto obiettivo per la tutela della salute della donna, dell infanzia e dell adolescenza contenuto nell allegato 1 della presente deliberazione, di cui costituisce parte integrante. Il Presidente: Francesco Zaccaria I consiglieri segretari: Camillo Piazza, Massimo Colombo Il segretario del Consiglio: Giovanni Burati

3 (si riporta solo la parte riguardante la neuropsichiatria infantile) Interventi di Neuropsichiatria dell Infanzia e dell adolescenza 1. Obiettivi di salute 2. Indirizzi programmatici 3. Organizzazione dei servizi di N.P.I. 3.1 La Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile e dell Adolescenza (U.O.N.P.I.) 3.2 Il Polo territoriale 3.3 Il Polo ospedaliero 3.4 Il Centro terapeutico per le psicosi dell infanzia 3.5 Il Centro terapeutico per adolescenti in gravi difficoltà psicopatologiche 3.6 Le comunità terapeutiche psico-socio-educative residenziali e semiresidenziali 3.7 Reparti Ospedalieri di N.P.I. 3.8 Competenze in ambito di interventi socio-assistenziali 3.9 Indicazioni per l area milanese 4. Osservatorio epidemiologico e sistema informativo 5. Educazione ed informazione sanitaria 6. Formazione permanente ed aggiornamento del personale 7. I Centri Regionali di riferimento 8. Rapporti con le strutture di riabilitazione pubbliche o convenzionate e con gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico 1. OBIETTIVI DI SALUTE Gli interventi di neuropsichiatria dell infanzia e della adolescenza concorrono alla tutela della salute mentale della fascia d età fino al compimento del 18 anno. Vengono individuati i seguenti obiettivi di salute che presuppongono momenti di collegamento ed integrazione della psichiatria dell adulto e della neuropsichiatria dell età evolutiva con le altre componenti sanitarie e sociali delle USSL: a) prevenzione primaria dei disturbi neuropsichici dell età evolutiva e dei disturbi mentali dell età adulta, da realizzarsi nell ambito del dipartimento materno-infantile e di quello di salute mentale, sia attraverso un efficace e capillare educazione sanitaria, sia attraverso interventi rivolti alla eliminazione delle cause che generano condizioni di rischio; b) prevenzione secondaria dei disturbi neuropsichici della età evolutiva e dei disturbi mentali dell età adulta attraverso la individuazione ed il trattamento della patologia

4 emergente, anche con interventi volti ad incidere sui fattori concausali dell evento patologico; c) prevenzione e riduzione delle conseguenze delle malattie neuropsichiche dell età evolutiva con interventi volti al mantenimento ed al recupero delle abilità sociali del paziente; d) tutela e risocializzazione dei malati tuttora degenti in istituti psicopedagogici o in istituti assistenziali, favorendone la deistituzionalizzazione anche attraverso lo strumento dell affido etero-familiare, e degli istituti convenzionati ex art. 26 della legge 833/78; e) riduzione del ricorso al ricovero sia ospedaliero, in particolare coatto, sia in istituti assistenziali, tramite il potenziamento qualitativo e quantitativo delle attività territoriale ambulatoriale, domiciliare, di centri diurni e residenziali pubblici e convenzionati e dell affido etero-familiare; f) salvaguardia della salute mentale e della qualità della vita del nucleo familiare del paziente con interventi volti ad affrontare i problemi posti dalla convivenza con il disagio psichico; g) inserimento e mantenimento nell abituale contesto di vita nell attività scolastica e lavorativa delle persone con disturbi neuropsichici in età evolutiva, attraverso interventi concordati con gli organismi scolastici, sindacali, cooperativistici ed imprenditoriali. 2. INDIRIZZI PROGRAMMATICI Il programma di interventi si basa sui seguenti indirizzi: a) mirare con l inserimento della Neuropsichiatria infantile sia nel Dipartimento Materno-Infantile, sia in quello di salute mentale alla prevenzione primaria dei disturbi neuropsichici, al coordinamento degli interventi che richiedono il concorso di più e diversi servizi o unità operative, alla integrazione tra servizi sanitari e socio-assistenziali; b) istituire, organizzare e potenziare le unità operative di neuropsichiatria per l infanzia e l adolescenza, dotandole delle strutture e degli strumenti indispensabili per la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi neuropsichici dell infanzia e dell adolescenza, nel contesto di uno stretto rapporto fra ospedale presidi di riabilitazione convenzionati e territorio, nel rispetto della continuità terapeutico-riabilitativa; c) promuovere la formazione permanente e l aggiornamento degli operatori; d) sviluppare l osservatorio epidemiologico ed il sistema informativo per l area della neuropsichiatria infantile e dell età evolutiva, potenziarne l attività di ricerca, anche ai fine della valutazione di efficacia ed efficienza delle unità operative; e) concorrere alle attività di educazione alla salute mentale; f) favorire il rientro nel territorio di origine dei minori e degli adolescenti ospitati in strutture residenziali extraregionali. 3. ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI DI N.P.I. 3.1 La Unità Operativa di Neuropsichiatria per l infanzia e l adolescenza (U.O.N.P.I.) La U.O.N.P.I. svolge la propria attività per mezzo di: 1) un polo ospedaliero;

5 2) uno o più poli territoriali, dei quali almeno uno dotato di un centro riabilitativo semi residenziale; 3) Centro terapeutico semi-residenziale per bambini affetti da psicosi, anche in associazione con più U.O.N.P.I.; 4) Centro per adolescenti in gravi difficoltà psicopatologiche, in associazione con altre U.O.N.P.I.; 5) Comunità terapeutica psico-socio-educativa. L uniformità dei livelli di assistenza ed il rispetto di criteri di qualità sono garantiti dall unico primario della U.O.N.P.I. Il Primario responsabile della U.O.N.P.I., nella organizzazione generale delle attività di competenza si attiene alle linee direttive ed alle differenziazioni di funzioni di seguito elencate, in modo che sia garantita l integrazione funzionale, reale e continuativa fra le diverse articolazioni della U.O.N.P.I. e con le altre strutture interessare alla tutela psico-fisica del minore. Le U.O.N.P.I. possono avvalersi per tutte le attività diagnostiche, terapeutiche e riabilitative dei presidi multizonali di riabilitazione e degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico operanti sul territorio regionale. Gli standard organizzativi e strutturali dei presidi della U.O.N.P.I. sono definiti con provvedimento della Giunta Regionale Il polo territoriale Ogni USSL dispone di uno o più poli territoriali, collocati nel contesto di strutture sociosanitarie per l infanzia e l adolescenza ed accessibili all utente sei giorni alla settimana, per un minimo di 36 ore. Al polo territoriale competono le seguenti funzioni: a) concorso alle attività di prevenzione primaria e secondaria, da attuarsi mediante: - consulenza alle Divisioni degli Ospedali del territorio di competenza; - consulenza alle strutture socio-sanitarie di base ed educative territoriali; - collaborazione con idonee strutture convenzionate. b) attività di diagnosi, cura e riabilitazione: - l attività di cura è finalizzata alla tutela della salute neuropsichica e comporta l uso di tutte le metodologie necessarie al recupero neuro-motorio e psichico del bambino e dell adolescente, inclusa la psicoterapia; - l attività di riabilitazione è attuata in collaborazione con le altre strutture sanitarie, socio-assistenziali, educative e di riabilitazione e recupero esistenti nel territorio ivi comprese quelle convenzionate ai sensi dell art. 26 della legge 833/78. c) attività semi-residenziale a ciclo diurno volta a potenziare l intervento diagnostico, quando esso richieda tempi di osservazione prolungati, ed a promuovere funzioni di cura fondate sulla valenza educativo-terapeutica dell ambiente. Il trattamento si realizza nell ambito del Centro riabilitativo a ciclo diurno, di norma collocato presso plessi scolastici operanti. Il centro riabilitativo semi-residenziale è destinato a soggetti dai 3 ai 18 anni, da un minimo di 5 ad un massimo di 15, affetti da disturbi neuropsichiatrici gravi.

6 3.3 Il polo ospedaliero La U.O.N.P.I. è dotata in ogni USSL di un polo ospedaliero, di norma senza letti, collocato all interno di un presidio ospedaliero che disponga di un reparto di pediatria e possibilmente di patologia neonatale, neurologica, psichiatrica e di strumentazioni neuroradiologiche. Il servizio ospedaliero usufruisce di circa il 10% dei letti della divisione pediatrica di riferimento, quali letti tecnici di appoggio; le modalità di collaborazione vengono definite da appositi protocolli operativi. Al polo ospedaliero competono funzioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione specialistica delle patologie neuropsichiatriche infantili: a) attività in regime di degenza in letti tecnici di appoggio; b) attività in regime di day hospital, connessa con interventi diagnostici, terapeutici e riabilitativi complessi; c) consulenza specialistica e presa in carico dei minori ricoverati nelle varie divisioni dell ospedale; d) attività ambulatoriale per pazienti, anche di provenienza esterna alla U.O.N.P.I., con necessità di integrazione con altre competenze specialistiche. 3.4 Il centro terapeutico per le psicosi dell infanzia L U.O.N.P.I. realizza, ove necessario, un Centro terapeutico semiresidenziale per bambini affetti da psicosi fino al compimento del 15 anno, numero minimo di 8 e massimo di 15 (1 centro ogni di abitanti). Il centro è a disposizione di tutto il territorio di competenza della U.O.N.P.I. ed è preferibilmente situato nelle adiacenze di un complesso scolastico. Gli utenti rimangono in carico al polo territoriale proponete, cui compete collaborare al momento diagnostico, al progetto terapeutico e di inserimento sociale. Al centro terapeutico per le psicosi dell infanzia competono le seguenti funzioni: a) stabilire ed attuare le adeguate strategie educativo-terapeutiche per la cura dei bambini psicotici in un ambiente di vita terapeutico; b) promozione, congiuntamente al polo territoriale proponente, dell integrazione dei diversi tipi di intervento sul bambino e sulla famiglia. 3.5 Il centro terapeutico per adolescenti in gravi difficoltà psicopatologiche La U.O.N.P.I. si fa carico degli adolescenti con problemi psicopatologici gravi che si esprimono: a) come evoluzione o come esito di più patologie neuropsichiatriche nell età infantile; b) come esordio in adolescenza di quadri psicotici o di devianze. Pertanto ogni U.O.N.P.I. realizza, ove necessario, un centro terapeutico semiresidenziale e residenziale per i soggetti adolescenti in età dai 12 ai 18 anni. L invio a tale centro viene effettuato o dai reparti di degenza, qualora l adolescente sia stato ricoverato per una fase acuta, oppure direttamente alle altre strutture della U.O.N.P.I. Il centro deve garantire la possibilità di degenze per tempi brevi e prolungati. L ammissione è decisa dal primario della U.O.N.P.I. sentito il responsabile del centro.

7 La collocazione, la disponibilità dei posti, la dotazione di personale e spazi, verranno definite di volta in volta con provvedimento della Giunta Regionale; è possibile prevedere la necessità di un Centro ogni di abitanti. Il centro ha il compito di: a) vicariare un ambiente familiare carente o assente; b) avviare strategie terapeutiche specifiche per il tempo necessario, comunque su progetto; c) mantenere i rapporti con la famiglia e con i servizi invianti per la formulazione di un piano di intervento globale e delle terapie necessarie, anche in vista di un possibile rientro in famiglia. 3.6 Le comunità terapeutiche psico-socio-educative residenziali e semiresidenziali In ordine al problema dei bambini e degli adolescenti che presentano problemi psicopedagogici, anche a genesi sociale, che necessitano di interventi globali psico-socioeducativi ad alto contenuto terapeutico che non possono attuarsi se non con il transitorio allontanamento dal nucleo familiare, si individua la risposta adeguata nelle comunità terapeutiche psico-socio-educative residenziali e semiresidenziali. Per comunità terapeutica psico-socio-educativa si intende una struttura atta alla traduzione di una diagnosi iter-disciplinare in un progetto educativo-terapeutico, che possa avvalersi di un ambiente idoneo alla sperimentazione e allo sviluppo di positive situazioni di vita e di relazione. Il progetto può prevedere il transitorio allontanamento del bambino e dell adolescente dal suo contesto familiare, quindi per le comunità psico-socio-educative non vale il criterio della territorialità dell utenza. Le comunità terapeutiche psico-socio-educative dipendono dalla U.O.N.P.I. in cui sono ubicate. La proposta di invio dovrà essere formulata dai servizi territoriali competenti, che dovranno concordare sul progetto e partecipare alla verifica, anche in funzione di un futuro rientro nel territorio. Il programma delle attività e l organizzazione della comunità terapeutiche psico-socioeducative vengono discusse e concordate a livello del dipartimento di salute mentale. Per quanto riguarda gli interventi di medicina di base, di pediatria e di igiene pubblica le comunità terapeutiche psico-socio-educative si avvalgono dei servizi della USSL di appartenenza. In ordine agli interventi di pedagogia, di terapia occupazionale e di formazione professionale si fa riferimento all art. 29 della legge regionale n 1 del 7 gennaio 1986 (incarichi professionali). La Regione, attivate le comunità previste dal programma triennale straordinario ex art. 17 della legge 22 dicembre 1984, n 887 Tutela della salute neuropsichica nell infanzia e nell adolescenza, può autorizzare l istituzione di altre comunità terapeutiche psico-socio-educative, sulla base di circostanziate esigenze, anche nell ambito della riconversione e riqualificazione degli istituti medico-psicopedagogici pubblici.

8 La Regione può autorizzare convenzioni con istituzioni private sulla base di uno schema-tipo approvato dalla Giunta Regionale. 3.7 Reparti ospedalieri di neuropsichiatria infantile Il piano sanitario regionale individua reparti ospedalieri secondo l indice di 1,5 posti letto ogni abitanti, ciascuna con numero di letti compreso tra 15 e 30 e con laboratorio di neurofisiopatologia, dotato di adeguate attrezzature diagnostiche. I locali devono rispettare le norme di cui alla l.r. 8 maggio 1987 n 16 sulla tutela del bambino in ospedale. Il reparto è diretto dal Primario della U.O.N.P.I. in cui è collocato. Dispone del personale previsto dalla normativa nazionale. L ospedale sede di reparto ospedaliero di N.P.I. deve essere dotato di reparti di pediatria, patologia neonatale, servizio di anestesia e rianimazione, pronto soccorso, terapia intensiva, nonché di laboratori e strumentazioni neuroradiologiche adeguate. 3.8 Competenze in ambito d interveti socio-assistenziali Le problematiche degli aspetti giudiziari, dei rapporti con il Tribunale dei minori, degli affidi e delle adozioni, nonché del ricovero presso le strutture sanitarie di riabilitazione convenzionate ex art. 26 della legge 833/78, presso le comunità psico-socio-educative (Istituti educativi assistenziali per minori, centri diurni e socio-educativi, comunità alloggio, centri di pronto intervento) sottendono spesso, oltre che situazioni di disagio sociale, situazioni di psico-patologia di uno o più membri del nucleo familiare. E noto infatti che: a) il bisogno socio-assistenziale si traduce in bisogno psichico; b) il bisogno psichico, se grave, diventa spesso anche socio-assistenziale; c) la gestione in termini solo psichici o solo socio-assistenziali del disagio si rivela riduttiva; d) esistono molti interventi a carattere sociale che hanno pure una valenza psicologica e viceversa. Si ravvisa quindi la necessità che le USSL garantiscano la specificità delle due competenze che debbono essere entrambe presenti ed integrate nella gestione di questi casi. Per quanto riguarda i compiti della U.O.N.P.I. essi si identificano in: a) collaborazione mediante attività di consulenza nei progetti di prevenzione del disagio psichico da cause sociali; b) valutazione comune del caso assieme ai servizi sociali così che, sin dall inizio, la sua gestione sia fatta di intesa fra due competenze; c) assunzione delle competenze terapeutiche a livello individuale, familiare e di gruppo, se necessari. I protocolli d intesa formalmente adottati tra U.O.N.P.I., strutture sanitarie di riabilitazione e servizi di assistenza socio-assistenziale definiscono gli aspetti operativi di quanto sopra esposto. 3.9 Indicazioni per l area milanese Peculiarità dell area milanese sono le seguenti:

9 1) esistenza, precedente l istituzione delle U.O.N.P.I., di venti unità organizzative denominate S.I.M.E.E. (servizi di igiene mentale nell età evolutiva) operanti sulla fascia d età 0-14 anni nello svolgimento di funzioni integrate di: a) prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi neuropsichici, ora di competenza delle U.O.N.P.I.; b) tutela della salute mentale dei minori, attraverso interventi di prevenzione e cura sul disagio e la sofferenza psicologica individuale e familiare, anche con la valorizzazione di un osservatorio che studi e analizzi alla luce di esperienze già attivate l entità della disabilità e la tipologia dei percorsi evolutivi, altrove assicurate da unità organizzative distrettuali e consultoriali; c) riabilitazione diurna in quattro centri riabilitativi (denominati CTR piccoli ) con dotazioni e con personale educativo fornito in gran parte dall amministrazione comunale di Milano; 2) inclusione di undici comuni dell hinterland negli ambiti sanitari n 39 e 40. In considerazione di quanto sopra, al fine di contemperare di omogeneità organizzativa e funzionale del sistema U.O.N.P.I. milanese con quello regionale e di mantenimento delle già attivate strutture riabilitative diurne, si individuano per Milano città e gli undici comuni limitrofi la costituzione di 6 U.O.N.P.I. 1) attivazione di quindici poli territoriali, nell ambito delle attuali sedi S.I.M.E.E., per l espletamento delle funzioni di competenza delle U.O.N.P.I. sulla fascia di età 0-18 anni distribuiti come segue: - due poli in ciascuna delle ex USSL 75/I-II-V; - tre poli in ciascuna delle ex USSL 75/III-IV-VI; - un polo in ciascuna delle ex USSL 74 e 76; 2) ridefinizione delle dotazioni organiche dei previsti poli territoriali; 3) nell arco di validità del piano (triennale) si procederà ad una graduale riaggregrazione di funzioni e dotazioni di personale, per gli interventi di prevenzione e cura sul disagio e la sofferenza psicologica e sociale, nella fascia d età 0-18,alle articolazioni consultoriali individuate dal P.O. Materno-Infantile e dell USSL azienda. Tale riassetto dovrà comunque salvaguardare l integrazione funzionale dei diversi interventi nei confronti dell utenza; 4) ridefinizione degli attuali CRT piccoli in Centri riabilitativi diurni della U.O.N.P.I. e istituzione di almeno un centro per U.O.N.P.I.; 5) mantenimento ed ampliamento di una nuova sede dello attuale centro per adolescenti con gravi difficoltà psicopatologiche della ex USSL 75/II; 6) attivazione di tre centri terapeutici per le psicosi della infanzia, uno in ciascuna U.O.N.P.I. La Giunta regionale individua le sedi dei presidi previsti. 4. OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO E SISTEMA INFORMATIVO L osservatorio epidemiologico delle malattie mentali è stato istituito con la deliberazione del Consiglio Regionale del 29 aprile 1986, n IV/254. L operatività dell osservatorio si articola nella gestione del sistema informativo psichiatrico e di neuropsichiatria per l infanzia e l adolescenza ed in attività di indagine e studio su problemi di rilevanza epidemiologica. Il sistema informativo, in quanto strumento essenziale per una gestione puntuale dei servizi sia sotto il profilo clinico che organizzativo ed amministrativo, deve presentare

10 caratteristiche di utilità a livello centrale, ma anche periferico, fornendo tanto informazioni per la gestione delle U.O.N.P.I. che per le valutazioni di efficacia ed efficienza. Il sistema informativo comprende cinque strumenti, dei quali due sono necessariamente già esistenti nei servizi per la gestione clinica dei pazienti: l agenda delle prenotazioni e la cartella clinica. Gli altri tre strumenti, il registro delle prestazioni, il cartellino individuale e il questionario periodico annuale, verranno forniti dall Assessorato Regionale. Si chiarisce che le finalità principali del registro delle prestazioni e del cartellino individuale sono, da un lato, facilitare l aggiornamento regionale dei dati sulla attività di neuropsichiatria infantile attraverso il questionario periodico, dall altro facilitare la gestione locale delle U.O.N.P.I. e le valutazioni qualitative e quantitative degli interventi. A questo proposito la Regione si impegna a fornire, nel corso della prima fase di attuazione del programma, le indicazioni e l assistenza necessarie per l uso corretto degli strumenti di cui sopra. In ordine alle attività di indagine e di studi epidemiologici, momenti essenziali per la realizzazione delle finalità del presente progetto obiettivo, vengono individuati i seguenti temi prioritari: a) studio della morbosità e analisi dei dati relativi alla utilizzazione dei servizi; b) individuazione di indicatori capaci di fornire sia criteri di verifica della funzionalità dei servizi che informazioni sulle linee di evoluzione degli stessi; c) studi specifici sul funzionamento e sulla adeguatezza dei centri residenziali e semiresidenziali per l infanzia e l adolescenza; d) studi sulla cronicità ambulatoriale e sul fenomeno degli alti utilizzatori ; e) studi intesi a sperimentare modelli operativi, tecniche terapeutiche riabilitative ed a verificarne l efficacia; f) verifiche del livello di soddisfazione dell utenza, sia sotto il profilo terapeutico assistenziale o riabilitativo, sia sotto quello della accessibilità e comfort dei servizi; g) studi sulle forme di confine tra le patologie neurologiche, psicotiche e di sviluppo (es.: la sindrome autistica). La Giunta Regionale commissiona le suddette attività di indagine e studio alle USSL, all Università e agli Istituti di Ricerca Scientifica biomedica, pubblici e privati, presenti nella regione. Le attività dell osservatorio epidemiologico e del sistema informativo psichiatrico e della neuropsichiatria dell infanzie e dell adolescenza sono finanziate nell ambito del presente progetto obiettivo, con particolare riferimento ala dotazione di strumenti informatici ed al relativo personale, fra cui viene individuato un referente specificamente formato. 5. EDUCAZIONE ED INFORMAZIONE SANITARIA La Regione promuove, sulla base delle indicazioni dei dipartimenti di salute mentale, azioni volte ad informare e sensibilizzare la comunità in ordine ai problemi della malattia mentale e dei minori con disturbi o handicap neuropsichiatrici. Tali azioni sono rivolte, in particolare, a: a) avviare, in collaborazione con le équipes dei distretti sanitari di base, misure atte a promuovere l educazione alla salute ed a tutelare il benessere psichico del cittadino; b) promuovere e favorire iniziative di carattere culturale volte a modificare l immagine tradizionale della malattia mentale ed a prevenire fenomeni di emarginazione; c) diffondere periodicamente documentate informazioni riguardanti la legislazione sui servizi, sul loro funzionamento e sulla modalità di accesso.

11 6. FORMAZIONE PERMANENTE ED AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE Il modello delineato dal presente progetto obiettivo comporta alcune specificità che riguardano in modo particolare: a) la cura del paziente che implica un elevato coinvolgimento emotivo nella relazione interpersonale ed una costante attenzione al suo ambiente di vita; b) la presenza nelle unità operative di figure professionali diverse, la cui integrazione nel lavoro di équipe è essenziale ai fini del raggiungimento degli obiettivi; c) la complessità organizzativa determinata dalla molteplicità dei presidi e degli altri luoghi di intervento nel territorio, per cui si rende necessario un elevato livello di coordinamento; d) l introduzione di nuovi presidi e modelli di intervento che necessitano di un continuo aggiornamento, finalizzato al loro corretto uso, e di una costante verifica della loro rispondenza ai bisogni; e) la presenza di bisogni complessi che rendono necessario un organico collegamento tra le unità operative ed i servizi socio-assistenziali, di riabilitazione, di medicina e di pediatria di base. Pertanto è necessaria l acquisizione sia di competenze comuni per tutti gli operatori, sia di competenze specifiche per ciascuna figura professionale, competenze che non sono generalmente fornite dal curriculum formativo dei vari profili professionali. Allo scopo di colmare il divario esistente fra professionalità di base e professionalità effettivamente richiesta è necessariocce gli operatori acquisiscano capacità di: - riconoscere, comprendere ed utilizzare i vissuti emotivi mobilitati nel rapporto con il paziente; - operare in équipe multiprofessionali; - autocoordinarsi nel lavoro, programmando e verificando la propria attività, in modo da procedere per obiettivi e non solo per mansioni. Inoltre, in rapporto ai diversi e specifici compiti, sono necessari interventi di formazione e aggiornamento finalizzati, in particolare: 1) allo sviluppo di capacità di programmazione, direzione organizzativa e gestione delle risorse, di valutazione dell efficienza dei servizi e di rilevazione epidemiologica; 2) all apprendimento e al perfezionamento di tecniche di psichiatria sociale e comunitaria, psicoterapia (individuale, familiare e di gruppo), riabilitazione nonché di protocolli farmacologici; 3) per quanto attiene alla neuropsichiatria infantile, all apprendimento ed all approfondimento dei principali settori della disciplina ed alla conoscenza di particolari tecniche diagnostiche (neurofisiologia, neuroradiologia, psicodiagnostica) e terapeutiche (farmacoterapia, psicoterapia, tecniche riabilitative). Queste competenze, indispensabili per il successo del presente progetto obiettivo, richiedono una pianificazione centrale, l assegnazione di risorse specifiche e, accanto alle iniziative delle singole USSL, l organizzazione di iniziative di aggiornamento da parte della Regione, in modo diretto o commissionabile a Università, società scientifiche, istituti pubblici o privati di ricerca e formazione.

12 Pertanto, in merito alla formazione ed all aggiornamento del personale le USSL provvedono in conformità con gli indirizzi generali sull aggiornamento obbligatorio tecnico-scientifico del personale del Servizio Nazionale a: 1) istituire corsi di aggiornamento sui problemi connessi con il trattamento del disagio psichico per quegli operatori (infermieri, assistenti sociali, educatori professionali, terapisti occupazionali) il cui curriculum formativo non prevede una adeguata formazione specialistica; 2) promuovere la formazione degli operatori in ordine alla relazione interpersonale mediante la organizzazione di stage residenziali o gruppi di incontro periodici con lo scopo di offrire occasioni di crescita personale e professionale, attraverso esperienze dirette; 3) consentire agli operatori l aggiornamento delle tecniche specifiche di intervento e l apprendimento di nuove tecniche, avvalendosi di persone qualificate. Tali interventi possono riguardare i modelli di funzionamento dei servizi e le tecniche utilizzate (psichiatria sociale e comunitaria, psicoterapia, riabilitazione, terapia farmacologica, epidemiologia, ecc.) 4) favorire la partecipazione degli operatori a corsi e iniziative di aggiornamenti riguardanti tematiche connesse con l attività della unità operativa e attuati da altre USSL, università, società scientifiche, istituti pubblici o privati di ricerca e formazione; 5) favorire lo scambio di esperienze tra le diverse équipes anche mediante la costituzione di gruppi di lavoro tra varie unità operative finalizzati alla elaborazione e valutazione di esperienze innovative. La Regione promuove in particolare nel triennio: a) corsi di perfezionamento centrati su tecniche di direzione organizzativa, pianificazione di obiettivi, gestione delle risorse e rivolti in particolare agli operatori delle unità operative che svolgono funzioni di direzione e coordinamento; b) corsi di perfezionamento di epidemiologia finalizzati alla diffusione di modalità scientificamente valide e confrontabili di verifica e valutazione delle attività; c) corsi di aggiornamento sulle tecniche riabilitative; d) giornate di studio e seminari su temi specifici concernenti l organizzazione dei servizi, il trattamento dei disturbi neuropsichici, la valutazione degli interventi. 7. I CENTRI REGIONALI DI RIFERIMENTO In ordine alle particolari esigenze di alcune condizioni patologiche si individuano centri regionali di riferimento, finalizzati allo sviluppo di specifiche competenze tecnicoscientifiche, ad attività di consulenza clinica per le U.O.N.P.I. ed al coordinamento delle rilevazioni epidemiologiche. Le aree di patologia neuropsichica di competenza dei centri di riferimento sono costituite prioritariamente da: a) le malattie metaboliche e la patologia tumorale del sistema nervoso: patologie che sono caratterizzate da una particolare gravità clinica e da una complessità diagnostico-terapeutica, che implicano competenze e strutture di elevata specializzazione; b) le paralisi cerebrali infantili e i disturbi specifici del linguaggio: patologie che impongono a causa delle modificazioni di incidenza e di caratteristiche cliniche verificatesi negli ultimi decenni, una nuova sistematizzazione degli indirizzi diagnostici e terapeutici, anche attraverso la elaborazione di specifici protocolli;

13 c) le epilessie: condizioni morbose per le quali è dimostrato che la precocità di una corretta diagnosi e di un adeguato trattamento, anche chirurgico, fondati su specifiche competenze e complesse diagnosi strumentali, è essenziale ai fini della prognosi; d) le psicosi infantili: patologie che, in quanto distorsioni precoci gravi dello sviluppo psichico ad eziologia complessa in parte sconosciuta e ad evoluzione peggiorativa, implicano la sistematizzazione di nuove metodologie dignostico-terapeutiche eventualmente da sperimentare in regime residenziale. Con provvedimenti regionali precedenti sono stati già stati istituiti i seguenti centri di riferimento: 1) Centro regionale per le malattie neuromuscolari e per la patologia metabolica e tumorale del sistema nell infanzia e nell adolescenza: Istituti Neurologico Carlo Besta di Milano (D.C.R. n IV/433 del ). 2) Comunità terapeutiche sperimentali per soggetti psicotici in età infantile: a) Ospedale San Gerardo dei Tintori di Monza (Clinica di Neuropsichiatria Infantile della Università, D.G.R. n del ); b) Presidio Multizonale di Riabilitazione La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (CO) Centro Eugenio Medea (D.G.R. n del ). 3) Centro Regionale per le psicosi infantili: Istituto Dosso Verde di Pavia (D.C.R. n V/460 del ). 4) Centro di riferimento regionale per le malattie neuromuscolari per l età evolutiva Istituto Neurologico Casimiro Mondino di Pavia (D.C.R. n V/460 del ). 5) Centro di riferimento regionale per le paralisi cerebrali infantili ed i disordini specifici del linguaggio Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano (D.C.R. n V/460 del ). 6) Centri di riferimento per l epilessia infantile: a) ex USSL 75/I Milano Centro di epilettologia infantile (D.C.R. n IV/282 del ); ambito territoriale 36; b) ex USSL 41 Brescia (D.C.R. n IV/44195 del ); ambito territoriale 18; c) Ex USSL 75/II Milano Istituto di Neuropsichiatria infantile della Università degli Studi di Milano (D.C.R. n IV/44195 del ), da trasferire all Ospedale S. Paolo di Milano. I Centri di Riferimento Regionali per l epilessia infantile devono collaborare con le U.O.N.P.I. assicurando la necessaria consulenza. Le U.O.N.P.I. devono attivare in ogni ambito territoriale strutture ambulatoriali per la diagnosi e la terapia dell epilessia nei soggetti in età evolutiva avvalendosi delle competenze già esistenti nel campo della neurofisiopatologia. Per quanto riguarda il trattamento chirurgico dell epilessia, che ha una indicazione assai limitata in età evolutiva, viene identificato come Centro di Riferimento il Centro di Chirurgia dell Epilessia dell Ospedale Niguarda di Milano. Altri centri di riferimento potranno essere individuati dalla Giunta Regionale, sulla base di motivate esigenze e di obiettive specifiche competenze acquisite, previa

14 valutazione di una apposita commissione tecnica permanente, che avrà altresì il compito di verificare periodicamente la funzionalità dei centri già istituiti e degli Istituti universitari. I centri regionali di riferimento dipendono dal primario della U.O.N.P.I. in cui sono inseriti, ad eccezione degli Istituti universitari, di ricovero e cura a carattere scientifico e di istituto privati convenzionati. 8. RAPPORTI CON LE STRUTTURE DI RIABILITAZIONE PUBBLICHE O CONVENZIONATE E CON GLI ISTITUTI DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO Al raggiungimento degli obiettivi del presente progetto concorrono, secondo gli indirizzi programmatici sopra esposti, le strutture ospedaliere ed extraospedaliere specialistiche riconosciute, quali gli Istituti di ricovero e Cura a carattere scientifico di neuropsichiatria infantile e riabilitazione ed i presidi Multizonali di Riabilitazione di cui alla L.R. n 41 del 1984, che per ambiti di competenza, articolazione delle funzioni e dei servizi, già attuati in base alla programmazione regionale sono in sintonia con il presente progetto obiettivo. L attivazione e lo sviluppo di nuovi servizi tra quelli previsti sono autorizzati dalla Giunta regionale in coerenza con la programmazione socio-sanitaria regionale complessiva.

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d 32 Oggetto: Istituzione della rete di cure palliative della d Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto del

Dettagli

(omissis) Tale deliberazione è quindi posta ai voti per alzata di mano ed approvata all unanimità dei 35 Consiglieri presenti nel seguente testo:

(omissis) Tale deliberazione è quindi posta ai voti per alzata di mano ed approvata all unanimità dei 35 Consiglieri presenti nel seguente testo: Deliberazione C.R. del 19 gennaio 1988, n. 693-532 Educatori professionali. Attivazione corsi di riqualificazione. Integrazione della deliberazione del Consiglio Regionale n. 392-2437 del 20 febbraio 1987.

Dettagli

LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.)

LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.) LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.) Disposizioni per la prevenzione e la cura dell Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative legate all invecchiamento e per il sostegno delle

Dettagli

Dipartimento di Salute Mentale

Dipartimento di Salute Mentale OSPEDALE 88 Dipartimento di Salute Mentale Direttore: Dr. Vincenzo Zindato UO PSICHIATRIA CENTRO PSICO SOCIALE (CPS) E AMBULATORI PERIFERICI Il CPS è il Servizio che si occupa della prevenzione, della

Dettagli

Premessa Riferimenti normativi Attività socio-sanitarie ad alta integrazione sanitaria

Premessa Riferimenti normativi Attività socio-sanitarie ad alta integrazione sanitaria PAGINA 1 DI 5 ALLEGATO A Attività socio-sanitarie ad alta integrazione sanitaria e prestazioni sanitarie a rilevanza sociale della Società della Salute Zona Pisana Premessa La Società della Salute Zona

Dettagli

NOI E L AUTISMO: GLI INTERVENTI E LA CONTINUITA DI CURA

NOI E L AUTISMO: GLI INTERVENTI E LA CONTINUITA DI CURA NOI E L AUTISMO: GLI INTERVENTI E LA CONTINUITA DI CURA Il Disturbo autistico è un disordine dello sviluppo che compromette il funzionamento globale e si traduce in un funzionamento cognitivo atipico.

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI Indice : 1. Scopo del protocollo 2. Invio 3. Verifiche 2.1 tipologia dell utenza 2.2 procedura segnalazione 2.3 procedura

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali N. 2739

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali N. 2739 Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2739 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato CARLUCCI Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali Presentata

Dettagli

REGOLAMENTO SERVIZIO DISTRETTUALE SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA DISTRETTO CARBONIA PREMESSA

REGOLAMENTO SERVIZIO DISTRETTUALE SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA DISTRETTO CARBONIA PREMESSA Allegato B II annualità Progetto Sostegno alla genitorialità - Distretto di Carbonia REGOLAMENTO SERVIZIO DISTRETTUALE SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA DISTRETTO CARBONIA PREMESSA - Con D.G.R. n. 40/09 del

Dettagli

Terapia del dolore e cure palliative

Terapia del dolore e cure palliative Terapia del dolore e cure palliative { Legge 38/10 e alcuni dati sulla sua applicazione Dott. Angelo G. Virtuani Ordine dei Medici Chirurghi Monza Sabato 9 novembre 2013 Legge N.38 del 15/03/2010 - G.U.

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO NONA LEGISLATURA PROGETTO DI LEGGE N. PROPOSTA DI LEGGE d'iniziativa dei Consiglieri Possamai ISTITUZIONE DELLE UNITA OPERATIVE COMPLESSE DI PSICOLOGIA Presentato alla Presidenza

Dettagli

Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo

Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo Prof. Lucio Moderato Psicologo Psicoterapeuta - Direttore Servizi Diurni e Territoriali Fondazione

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008 REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 Oggetto: LR 20/ 97, art. 3. Finanziamento di progetti d intervento a favore di persone con disturbo mentale e di persone con disabilità intellettive.

Dettagli

Dipartimento di Salute Mentale

Dipartimento di Salute Mentale Dipartimento di Salute Mentale UO DI PSICHIATRIA E NEUROPSICHIATRIA Direttore: Dr. Vincenzo Zindato UO DI PSICHIATRIA Il CPS è il Servizio che si occupa della prevenzione, della cura e della riabilitazione

Dettagli

organizzazione della prevenzione e dell assistenza in oncologia.

organizzazione della prevenzione e dell assistenza in oncologia. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005 Linee guida del Ministero della sanità 1 febbraio 1996 Gazzetta Ufficiale 20 febbraio 1996, n. 42 Linee guida in applicazione di quanto previsto nel Piano sanitario

Dettagli

Francesco MORABITO Direttore Sanitario ASL CN2.

Francesco MORABITO Direttore Sanitario ASL CN2. Francesco MORABITO Direttore Sanitario ASL CN2. Alcuni dati di contesto 2 La S.O.C. Psicologia dell A.S.L. CN2 ha valenza territoriale ed ospedaliera; articola gli interventi sanitari su due Presidi Ospedalieri

Dettagli

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE Titolo 3 - PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO DELLA RETE PEDIATRICA REGIONALE Art. 20 - Art. 21 - Art. 22 - Art. 23 - Art. 24 - Art. 25 - Verso

Dettagli

- 1 - Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia INDICE. Capo I Finalità e disposizioni generali

- 1 - Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia INDICE. Capo I Finalità e disposizioni generali - 1 - Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia INDICE Capo I Finalità e disposizioni generali Art. 1 Art. 2 Art. 3 Art. 4 Art. 5 (Finalità) (Definizioni) (Pianificazione regionale) (Campagne di informazione)

Dettagli

STRUTTURA INTERMEDIA DI RIABILITAZIONE DALLA DISABILITA ACQUISITA

STRUTTURA INTERMEDIA DI RIABILITAZIONE DALLA DISABILITA ACQUISITA AZIENDA ULSS N. 8 OPERE PIE D ONIGO STRUTTURA INTERMEDIA DI RIABILITAZIONE DALLA DISABILITA ACQUISITA attività innovativa (delibera del Direttore Generale dell Azienda ULSS n. 8 del 29 novembre 2007 n.

Dettagli

REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro

REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro Art. 1 - Inviolabilità della dignità umana. 1. La Regione del Veneto

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 5/31 DEL 11.2.2014. Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna.

DELIBERAZIONE N. 5/31 DEL 11.2.2014. Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna. Oggetto: Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

Prof. Tarcisio Niglio CURE PALLIATIVE

Prof. Tarcisio Niglio CURE PALLIATIVE Prof. Tarcisio Niglio Anno Accademico 2012-2013 Corso Triennale in Scienze Infermieristiche III anno 2 semestre CURE PALLIATIVE Troverete copia di queste diapositive nel sito internet: www.tarcisio.net

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

La legge individua due diverse tipologie di autorizzazioni:

La legge individua due diverse tipologie di autorizzazioni: IMPORTANTI NOVITA PER CHI DEVE APRIRE UNO STUDIO PROFESSIONALE Legge regionale n. 10 del 21.07.2006 AUTORIZZAZIONE ALL ESERCIZIO DI ATTIVITA SANITARIE. La Legge Regionale n. 10 del 21.07.2006 ha provveduto

Dettagli

A. G. S. A. T. Associazione Genitori Soggetti Autistici del Trentino ONLUS

A. G. S. A. T. Associazione Genitori Soggetti Autistici del Trentino ONLUS A. G. S. A. T. Associazione Genitori Soggetti Autistici del Trentino ONLUS I SERVIZI A.G.S.A.T. - Anna Folgarait - 1 Associazione Genitori Un servizio che nasce dal bisogno di molte famiglie di trovare

Dettagli

Legge 8 ottobre 2010, n. 170

Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 (in G.U. n. 244 del 18 ottobre 2010) Nuove norme in materia di disturbi specifici d apprendimento in ambito scolastico Art. 1. (Riconoscimento

Dettagli

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in

Dettagli

Le professioni sanitarie e sociali nell ASL di Bergamo. L Educatore Professionale. Mologni Dr.ssa Graziella Bergamo 14/04/2014

Le professioni sanitarie e sociali nell ASL di Bergamo. L Educatore Professionale. Mologni Dr.ssa Graziella Bergamo 14/04/2014 Le professioni sanitarie e sociali nell ASL di Bergamo L Educatore Professionale Mologni Dr.ssa Graziella Bergamo 14/04/2014 Cercasi Educatore Professionale (EP) hi é osa fa ome si forma Il profilo professionale

Dettagli

Autorizzazione all esercizio di attività sanitarie in Emilia Romagna

Autorizzazione all esercizio di attività sanitarie in Emilia Romagna Autorizzazione all esercizio di attività sanitarie in Emilia Romagna Normativa di riferimento Art. 43 della legge n. 833 del 23.12.78 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale; D. Lgs 502/92 e successive

Dettagli

OGGETTO TRASPORTO ASSISTITO PER IL TRASFERIMENTO AD ALTRO OSPEDALE

OGGETTO TRASPORTO ASSISTITO PER IL TRASFERIMENTO AD ALTRO OSPEDALE OGGETTO TRASPORTO ASSISTITO PER IL TRASFERIMENTO AD ALTRO OSPEDALE QUESITO (posto in data 2 giugno 2010) A quale medico spetta, per legge, l accompagnamento di un malato durante il trasporto da un ospedale

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA RIORDINO E PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI DELLA REGIONE E MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 8 AGOSTO 1994 N. 42 IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO

Dettagli

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE INDICE PREMESSA ANALISI DELLE CRITICITA' TERRITORIALI AREE PRIORITARIE DI INTERVENTO NEL RISPETTO DEGLI INDIRIZZI

Dettagli

PROVINCIA DI FROSINONE L. 328/2000. Comuni di:

PROVINCIA DI FROSINONE L. 328/2000. Comuni di: Comune Capofila Aalatri PROVINCIA DI FROSINONE L. 328/2000 Comuni di: Acuto, Alatri, Anagni, Collepardo, Filettino, Fiuggi, Guarcino, Paliano, Piglio, Serrone, Sgurgola, Torre Cajetani,Trevi nel Lazio,

Dettagli

PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE

PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE Allegato B PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE PREMESSA Negli ultimi anni l attenzione al disagio in generale,

Dettagli

Nell anno duemilacinque del mese di nel giorno, nella sede della Direzione Sicurezza Sociale del Comune di Firenze sono presenti i Signori:

Nell anno duemilacinque del mese di nel giorno, nella sede della Direzione Sicurezza Sociale del Comune di Firenze sono presenti i Signori: ATTO DI ACCORDO TRA IL COMUNE DI FIRENZE DIREZIONE SICUREZZA SOCIALE E L UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE DIPARTIMENTO DI SCIENZE NEUROLOGICHE E PSICHIATRICHE Nell anno duemilacinque del mese di nel giorno,

Dettagli

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA Cap 06060 P.zza della Repubblica n. 4 P.IVA 00436320543 Tel. 075.830186 e-mail: info@comune.paciano.pg.it fax. 075.830447 REGOLAMENTO COMUNALE DEL SERVIZIO DI AFFIDAMENTO

Dettagli

DISPOSIZIONI PER GARANTIRE CURE PALLIATIVE AI MALATI IN STATO DI INGUARIBILITÀ AVANZATA O A FINE VITA E PER SOSTENERE LA LOTTA AL DOLORE

DISPOSIZIONI PER GARANTIRE CURE PALLIATIVE AI MALATI IN STATO DI INGUARIBILITÀ AVANZATA O A FINE VITA E PER SOSTENERE LA LOTTA AL DOLORE Legge regionale 19 marzo 2009, n. 7 (BUR n. 25/2009) DISPOSIZIONI PER GARANTIRE CURE PALLIATIVE AI MALATI IN STATO DI INGUARIBILITÀ AVANZATA O A FINE VITA E PER SOSTENERE LA LOTTA AL DOLORE Art. 1 - Finalità.

Dettagli

LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE Delibera di Giunta - N.ro 2004/1016 - approvato il 31/5/2004 Oggetto: LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE Prot. n. (SAM/03/27628) LA GIUNTA DELLA REGIONE

Dettagli

Ministero della Salute

Ministero della Salute PROTOCOLLO D INTESA TRA IL MINISTRO DELLA SALUTE E IL MINISTRO PER LE POLITICHE GIOVANILI E LE ATTIVITÀ SPORTIVE VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 29 marzo 2003, n. 129, e successive modificazioni

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

Il documento sulle competenze specialistiche degli infermieri

Il documento sulle competenze specialistiche degli infermieri Il documento sulle competenze specialistiche degli infermieri Il documento una storia complessa che inizia nel 2011 con l attivazione di un tavolo congiunto tra il Ministero della salute e alcune Regioni

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato Ministero) E DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A (di seguito denominata Casa Editrice) VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.

Dettagli

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE Consiglio Regionale della Basilicata - Gruppo LB / FRATELLI D ITALIA ALLEANZA NAZIONALE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE PROPOSTA DI LEGGE ISTITUZIONE DEL SERVIZIO REGIONALE PER

Dettagli

UNITÁ OPERATIVA DI PSICOLOGIA OSPEDALIERA DIPARTIMENTO ONCOLOGICO

UNITÁ OPERATIVA DI PSICOLOGIA OSPEDALIERA DIPARTIMENTO ONCOLOGICO UNITÁ OPERATIVA DI PSICOLOGIA OSPEDALIERA DIPARTIMENTO ONCOLOGICO 1/7 Attività L unità operativa di Psicologia Ospedaliera assicura interventi psicologici per: 1. Garantire, quando richiesto, il supporto

Dettagli

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA (di seguito denominata Regione) nella persona dell Assessore regionale al lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen, domiciliata

Dettagli

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca PROTOCOLLO DI INTESA TRA IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR E LA SOCIETA DANTE ALIGHIERI Protocollo d'intesa Tra

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

Organizzazione dei servizi psichiatrici. Filippo Franconi

Organizzazione dei servizi psichiatrici. Filippo Franconi Organizzazione dei servizi psichiatrici Filippo Franconi Obiettivi di salute mentale Promozione della salute mentale a tutte le età Prevenzione primaria e secondaria dei disturbi mentali Riduzione delle

Dettagli

Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS

Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia Num. Scheda 1 TITOLO AZIONE o o Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS OBIETTIVI Scopo dell intervento è promuovere un processo di cambiamento

Dettagli

(Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE

(Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE (Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE Approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n.35 del 28/09/2011 Art. 1 Oggetto L affido familiare

Dettagli

Linee guida per le Scuole 2.0

Linee guida per le Scuole 2.0 Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA Provincia di Roma Dipartimento III - Servizio I Politiche del Lavoro e Servizi per l Impiego - SILD e Dipartimenti di Salute Mentale della ASL della Provincia di Roma e Associazioni

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani e Conservatorio di Musica di Stato di Trapani Antonio Scontrino PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia

Dettagli

CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO XIV LEGISLATURA ANNO 2013 DISEGNO DI LEGGE 8 aprile 2013, n. 377 Disciplina del servizio di assistenza e consulenza psicologica in provincia di Trento. Modificazioni

Dettagli

FORUM P.A. SANITA' 2001

FORUM P.A. SANITA' 2001 FORUM P.A. SANITA' 2001 Azienda Sanitaria Locale della provincia di Como Direzione Sanitaria, Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate (A.S.S.I.) Dipartimento Servizi Sanitari di Base, Staff Educazione

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 06-11-2002 REGIONE MARCHE

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 06-11-2002 REGIONE MARCHE LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 06-11-2002 REGIONE MARCHE DISCIPLINA IN MATERIA DI AUTORIZZAZIONE E ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE E DEI SERVIZI SOCIALI A CICLO RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE Fonte: BOLLETTINO

Dettagli

ASL CASERTA OSPEDALE DI COMUNITA. Guida ai Servizi SETTEMBRE 2015

ASL CASERTA OSPEDALE DI COMUNITA. Guida ai Servizi SETTEMBRE 2015 Regione Campania ASL CASERTA OSPEDALE DI COMUNITA di TEANO Guida ai Servizi SETTEMBRE 2015 GUIDA AI SERVIZI OSPEDALE DI COMUNITÀ DI TEANO (OdC) Premessa L Ospedale di Comunità di Teano è una struttura

Dettagli

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 14/10/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 82 - Supplemento n.

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 14/10/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 82 - Supplemento n. Regione Lazio Atti della Giunta Regionale e degli Assessori Deliberazione 7 ottobre 2014, n. 647 Istituzione dell'osservatorio regionale per l'attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 «Disposizioni

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Protocollo d Intesa per la tutela dei minori Rom, Sinti e Camminanti tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Opera Nomadi VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo

Dettagli

D.M. 21 maggio 2001, n. 308 Requisiti strutture a ciclo residenziale Preambolo, Art.1, Art.2, Art. 3, Art. 4, Art. 5, Art. 6, Art. 7, Art. 8, Art.

D.M. 21 maggio 2001, n. 308 Requisiti strutture a ciclo residenziale Preambolo, Art.1, Art.2, Art. 3, Art. 4, Art. 5, Art. 6, Art. 7, Art. 8, Art. D.M. 21 maggio 2001, n. 308 Requisiti strutture a ciclo residenziale Preambolo, Art.1, Art.2, Art. 3, Art. 4, Art. 5, Art. 6, Art. 7, Art. 8, Art. 9, Preambolo IL MINISTRO PER LA SOLIDARIETA' SOCIALE Visto

Dettagli

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica

Dettagli

DISEGNO DI LEGGE. Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 3308

DISEGNO DI LEGGE. Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 3308 Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 3308 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa del senatore FLERES COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 21 MAGGIO 2012 Norme per l istituzione di strutture di riferimento per il

Dettagli

L ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

L ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE Mozione n. 684 presentata in data 3 giugno 2014 a iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, D'Anna, Camela, Comi, Bugaro, Perazzoli, Pieroni, Badiali, Eusebi, Foschi, Natali Progetto di Parent Training L

Dettagli

AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI

AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI Provincia Autonoma di Trento AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI Trento via Degasperi 79 VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE Reg. delib. n. 271 2014 OGGETTO: Approvazione del documento

Dettagli

PARTE PRIMA. Leggi e regolamenti regionali IL CONSIGLIO REGIONALE HA APPROVATO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE PROMULGA LA SEGUENTE LEGGE:

PARTE PRIMA. Leggi e regolamenti regionali IL CONSIGLIO REGIONALE HA APPROVATO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE PROMULGA LA SEGUENTE LEGGE: 15656 PARTE PRIMA Leggi e regolamenti regionali LEGGE REGIONALE 29 marzo 2016, n. 4 Consiglio sanitario regionale. IL CONSIGLIO REGIONALE HA APPROVATO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE PROMULGA LA SEGUENTE

Dettagli

Excursus legislativo sulla palliazione. Francesca Nardi Assistenti Sociali e Psicologi a confronto sui temi di fine vita e palliazione 19 Aprile 2011

Excursus legislativo sulla palliazione. Francesca Nardi Assistenti Sociali e Psicologi a confronto sui temi di fine vita e palliazione 19 Aprile 2011 Excursus legislativo sulla palliazione Francesca Nardi Assistenti Sociali e Psicologi a confronto sui temi di fine vita e palliazione 19 Aprile 2011 1 Legge 39/99 Stabilisce l adozione di un programma

Dettagli

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole Premessa Nel quadro delle azioni del Ministero da attuare in coerenza con i principi generali contenuti nel Decreto legislativo

Dettagli

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo NORD 2 - Brescia Via Costalunga, 15-25123 BRESCIA Cod. Min. BSIC88400D - Cod.Fisc. 80049710173 Tel.030307858-0308379448-9

Dettagli

N. 423 DEL 09.09.2008

N. 423 DEL 09.09.2008 N. 423 DEL 09.09.2008 ASILI NIDO - APPROVAZIONE PROGETTO PER L INSERIMENTO DI BAMBINI CON DISABILITÀ NEGLI ASILI NIDO COMUNALI - ANNO SCOLASTICO 2008/2009 LA GIUNTA COMUNALE Vista la Legge Regionale 27/94

Dettagli

PIANO DISTRETTUALE DI INTERVENTO PER

PIANO DISTRETTUALE DI INTERVENTO PER CITTÀ DI POMEZIA COMUNE DI ARDEA PIANO DISTRETTUALE DI INTERVENTO PER L AFFIDAMENTO FAMILIARE DISTRETTO SOCIO SANITARIO RM/H4 A.S.L. RM/H PROVINCIA DI ROMA SIGLATO IN DATA 13 OTTOBRE 2011 PIANO DISTRETTUALE

Dettagli

RUOLO, FUNZIONI, SERVIZI

RUOLO, FUNZIONI, SERVIZI RUOLO, FUNZIONI, SERVIZI Il tema della disabilità mette a prova tutti i passaggi dei cicli di vita delle persone. Attraverso le vicende biografiche di chi attraversa questa particolare condizione è possibile

Dettagli

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari L Amministrazione di Sostegno. Il Ruolo del Servizio Sociale. Parto dall esperienza del Servizio Sociale dei 4 Ambiti Distrettuali (S. Vito, Pordenone, Cividale e Tarcento), soffermandomi in particolare

Dettagli

UOC PSICOLOGIA. Attività psicologica per il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze (DSMD)

UOC PSICOLOGIA. Attività psicologica per il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze (DSMD) UOC PSICOLOGIA Attività psicologica per il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze (DSMD) Dr.ssa Annalisa Antichi (Conferenza Dipartimento DSMD, 25/6/15) L intervento psicologico mira al potenziamento

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI CENTRO DIURNO DISABILI IL MELOGRANO

CARTA DEI SERVIZI CENTRO DIURNO DISABILI IL MELOGRANO CARTA DEI SERVIZI CENTRO DIURNO DISABILI IL MELOGRANO 1. L'Istituto San Vincenzo L'Istituto San Vincenzo è un ente religioso legalmente riconosciuto che dipende dalla Arcidiocesi di Milano. E' presieduto

Dettagli

REGOLAMENTO del Centro Territoriale di Supporto Istituto Comprensivo Calcedonia

REGOLAMENTO del Centro Territoriale di Supporto Istituto Comprensivo Calcedonia Centro Territoriale di Supporto Calcedonia Istituto Comprensivo Calcedonia Via A. Guglielmini, 23 - Salerno Tel: 089792310-089792000/Fax: 089799631 htpp//www.icscuolacalcedoniasalerno.gov.it REGOLAMENTO

Dettagli

Badanti e Assistenti Familiari Specializzati

Badanti e Assistenti Familiari Specializzati Presidenza della Giunta Regionale Provincia di Catanzaro Provincia di Cosenza Regione Calabria Ass. Formazione Professionale Corso di Formazione gratuito per Badanti e Assistenti Familiari Specializzati

Dettagli

IL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO

IL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO IL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO - da operatore a promotore sociale - Dott. Marcello Candotto L IDENTITÀ DELL ASSISTENTE SOCIALE L assistente sociale è un operatore sociale

Dettagli

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO. SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO. SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI ALLEGATO 6 ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO TITOLO DEL PROGETTO: INTER_ AZIONE SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI OBIETTIVI DEL PROGETTO Con il presente progetto

Dettagli

La nuova regola tecnica di prevenzione incendi per le strutture sanitarie

La nuova regola tecnica di prevenzione incendi per le strutture sanitarie CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO Comando Provinciale di Lecco La nuova regola tecnica di prevenzione incendi per le strutture sanitarie Lecco, 16 Settembre 2015 La rete ospedaliera, nuovi modelli organizzativi

Dettagli

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA La Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 1915/2014 ADOTTATA IN DATA 03/12/2014 IL DIRETTORE GENERALE

DELIBERAZIONE N. 1915/2014 ADOTTATA IN DATA 03/12/2014 IL DIRETTORE GENERALE DELIBERAZIONE N. 1915/2014 ADOTTATA IN DATA 03/12/2014 OGGETTO: Convenzione con l Istituto di ricerca in psicoanalisi applicata (IRPA) di Milano per lo svolgimento di tirocini pratici professionalizzanti

Dettagli

SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE

SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE 1/6 Premessa Il Dipartimento salute mentale e dipendenze patologiche è la struttura aziendale che ha come finalità

Dettagli

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)*

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* E' atto successivo alla Diagnosi Funzionale (a cura della NPI) e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO

REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO COMUNE DI FLERO PROVINCIA DI BRESCIA REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEL C.U.G. (COMITATO UNICO PER LE PARI OPPORTUNITÀ, LA VALORIZZAZIONE DEL BENESSERE DI CHI LAVORA E CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Dettagli

Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione)

Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione) LEGGE REGIONE MARCHE 11 NOVEMBRE 2008, N. 32 Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione) Art. 3 (Istituzione del Forum permanente) Art. 4 (Iniziative di prevenzione) Art. 5 (Informazione) Art. 6

Dettagli

COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE

COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE Delibera Consiglio Comunale n. 51 del 10.06.2015 1 REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE ART. 1 DEFINIZIONE Il Tempo per le famiglie rientra nella tipologia

Dettagli

DISEGNO DI LEGGE. Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 496

DISEGNO DI LEGGE. Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 496 Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 496 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa dei senatori MASSIDDA e GRAMAZIO COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 13 MAGGIO 2008 Disposizioni per la prevenzione e la cura del

Dettagli

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione Comune di Nuoro Settore AA.GG. e Personale Ufficio Formazione DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE Ultimo aggiornamento settembre 2008 Art. 1 (Oggetto e finalità) 1. Le disposizioni contenute

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 45/ 14 DEL 28.8.2008

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 45/ 14 DEL 28.8.2008 DELIBERAZIONE N. 45/ 14 Oggetto: Servizi residenziali e semiresidenziali per il trattamento delle dipendenze patologiche: adeguamento rette, dotazione di personale e criteri di inserimento in struttura.

Dettagli

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI L ACCREDITAMENTO INTERNAZIONALE ALL ECCELLENZA Fondazione Poliambulanza ha ricevuto nel dicembre 2013 l accreditamento internazionale all eccellenza da parte di

Dettagli

REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE/INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ

REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE/INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ Istituto Statale di Istruzione Superiore Devilla Dessì La Marmora - Giovanni XXIII Via Donizetti, 1 Via Monte Grappa, 2-07100 Sassari, Tel 0792592016-210312 Fax 079 2590680 REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE/INCLUSIONE

Dettagli

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE 2000 Adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 86 del 29 settembre ARTICOLO 1 - RIFERIMENTI LEGISLATIVI L affido è disposto dal Comune, o chi da esso delegato, in

Dettagli

DGR. n. 11496 del 17.3.2010

DGR. n. 11496 del 17.3.2010 DGR. n. 11496 del 17.3.2010 DEFINIZIONE DEI REQUISITI MINIMI DI ESERCIZIO DELL' UNITA' DI OFFERTA SOCIALE "CENTRO RICREATIVO DIURNO PER MINORI". ((PROSECUZIONE DEL PROCEDIMENTO PER DECORRENZA TERMINI PER

Dettagli

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32 concernente Interventi a sostegno della famiglia ;

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32 concernente Interventi a sostegno della famiglia ; DELIBERAZIONE N.1177 DEL 23/12/2005 Oggetto: L.r. 7 dicembre 2001, n. 32 Interventi a sostegno della famiglia. Individuazione degli interventi prioritari, nonché delle modalità e dei criteri di riparto

Dettagli

Proposta di Deliberazione della Giunta Regionale POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE, DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA

Proposta di Deliberazione della Giunta Regionale POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE, DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA Proposta di Deliberazione della Giunta Regionale Area: POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE, DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA Servizio: PROGRAMMAZIONE ASSISTENZA TERRITORIALE E PREVENZIONE Codice

Dettagli

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute III GIORNATA NAZIONALE DELLE CURE A CASA Qualità, tecnologie e sostenibilità nelle cure domiciliari Ospedale S. Giovanni Calibita Fatebenefratelli, Sala Assunta Isola Tiberina, Roma 12 settembre 2011 -

Dettagli