pubblica in inchiesta Progetto PROGETTO Sistemi di allarme Norme particolari per gli impianti di allarme intrusione C

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1 N O R M A I T A L I A N A C E I Data Scadenza Inchiesta C Data Pubblicazione Classificazione 79-3 Titolo 1 CEI COMITO ELETTROTECNICO ITALIANO AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMICA E TELECOMUNICAZIONI CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE PROGETTO blicetto Sistemi di allarme Norme particolari per gli impianti di allarme trusione Title chiesta

2 NDICE Introduzione Oggetto e scopo Oggetto Scopo Campo di applicazione Riferimenti normativi Defizioni e abbreviazioni Defizioni Abbreviazioni Generalità Altri componenti Sicurezza elettrica Responsabilità Competenza Riservatezza Compatibilità dei componenti Classificazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa Livelli di prestazione Gradi di sicurezza Classificazione ambientale Progettazione dell impianto Generalità Documentazione Sopralluogo dell area Scelta e ubicazione dei componenti Interconnessioni Inserimento e disserimento Percorsi di entrata e di uscita Indicazione Raggruppamento di rivelatori Notifica Alimentazione Reazione e dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa Criteri da considerare base alla tipologia di rischio Pianificazione dell stallazione Generalità eralità Installazione azione del sistema Processo di stallazione Ispezione, prova funzionale e messa servizio Generalità Verifica dei componenti degli impianti Verifica funzionale dell Impianto di Allarme Intrusione e Rapa Messa servizio Periodo di prova...30 chiesta 1

3 9.6 Accettazione Documento di descrizione Dichiarazione di conformità Documentazione e registrazioni Documentazione Registrazioni Utilizzo dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa Manutenzione e riparazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa Generalità Ispezioni e servizio Riparazioni (manutenzione correttiva)...33 Allegato A (normativo) Determazione del livello di prestazione degli impianti ianti...34 Allegato B (formativo) Progettazione dell impianto Sopralluogo dell area Beni...56 Allegato C (formativo) Progettazione dell impianto Sopralluogo dell area Edificio...57 Allegato D (formativo) Sopralluogo dell area Fattori che fluenzano l impianto di Allarme Intrusione e Rapa provenienti dall terno dei locali protetti...59 Allegato E (formativo) Sopralluogo dell area Influenze sull impianto di Allarme Intrusione e Rapa di condizioni che si verificano all esterno dei locali protetti...62 Allegato F (formativo) Informazioni da cludere nell offerta di progettazione dell impianto...64 Allegato G (formativo) Sopralluogo tecnico...66 Allegato H (formativo) Libretto dell impianto (registro terventi)...77 Allegato I (formativo) Manutenzione...78 Allegato J (formativo) Diagramma di flusso...80 Allegato K (formativo) Competenze...81 Bibliografia...86 chiesta 2

4 INTRODUZIONE La presente norma è il risultato della revisione della norma CEI 79-3 nei confronti della norma CEI EN e dell tegrazione con alcune sezioni tratte dalla guida di applicazione CEI CLC/TS Il lettore deve considerare la norma CEI EN come documento di riferimento ento generale alle prescrizioni della presente norma. La norma è destata alla progettazione, stallazione, esercizio e manutenzione degli Impianti di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS). Scopo del presente Documento è garantire, per quanto praticabile, che gli Impianti di Allarme e Intrusione Rapa forniscano le prestazioni prescritte, riducendo al mimo gli allarmi desiderati. La norma è impostata nell orde logico nel quale dovrebbe essere normalmente progettato e stallato un Impianto di Allarme Intrusione e Rapa. Ogni procedura è defita separatamente nella Norma, ma è teso che, nella pratica, alcune procedure possano essere eseguite contemporaneamente. L Allegato J descrive, sotto forma di diagramma di flusso, i processi e i documenti prcipali trattati nella presente Norma. I responsabili della progettazione, pianificazione dell stallazione, ione, stallazione del sistema, messa servizio e manutenzione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa devono avere familiarità con altre Norme Europee relative ai Sistemi i di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS), particolare con quelle relative alle prestazioni del sistema, alle apparecchiature di dicazione e comando, ai rivelatori, ai dispositivi di avviso, dispositivi di segnalazione, agli alimentatori e ai sistemi di trasmissione degli allarmi. chiesta 3

5 1 Oggetto e scopo NORME PER IMPIANTI DI ALLARME INTRUSIONE 1.1 Oggetto La presente Norma si applica alla progettazione, pianificazione, esercizio, stallazione, lazione, messa servizio e manutenzione di Impianti di Allarme Intrusione e Rapa a stallati edifici. Le prescrizioni per i Sistemi di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) sono specificate nella CEI EN e nella norma CEI 79-2 e successive varianti. 1.2 Scopo Scopo della presente Norma è di fornire i criteri da seguire nella progettazione, tazione, pianificazione, esercizio, stallazione, messa servizio e manutenzione degli impianti ianti sopra riportati, nonché di stabilirne il livello di prestazione. NOTA Gli impianti di cui 1.1, oltre che la presente Norma, devono soddisfare le altre Norme CEI quanto applicabili e non contrasto con la presente Norma. 1.3 Campo di applicazione Le prescrizioni della presente norma si applicano anche agli Impianti di Allarme Intrusione e agli Impianti di Allarme Rapa quando tali impianti sono o stallati dipendentemente l uno dall altro. NOTASalvo diversamente dicato, l abbreviazione Sistema di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) si riferisce anche ai Sistema di Allarme Intrusione (IAS) e ai Sistemi di Allarme Rapa (HAS). La presente norma fornisce gli strumenti per la defizione di un impianto di Allarme Intrusione e Rapa e per l accertamento di un adeguata progettazione dello stesso, anche termi di estensione della supervisione richiesta, necessario a fornire il livello di prestazione ritenuto appropriato. La presente norma si riferisce a tutte le classi ambientali e gradi di sicurezza dei Sistemi di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) di qualunque unque dimensione e complessità. NOTALa redazione della presente norma si basa sul presupposto che l esecuzione delle sue prescrizioni debba essere affidata a personale di qualifica ed esperienza adeguata. 2 Riferimenti normativi I sotto elencati documenti ai quali viene fatto riferimento sono dispensabili per l applicazione del presente documento. Per quanto riguarda i riferimenti datati, si applica esclusivamente l edizione citata. Per quanto riguarda i riferimenti non datati, si applica l ultima edizione del documento al quale viene fatto riferimento (compresi eventuali Modifiche). Anno Pubblicazione Anno Titolo Norma CEI CEI EN Sistemi di allarme - Sistemi di allarme A Sistemi di allarme trusione e rapa Parte 1: Prescrizioni di sistema 79-15;V1 CEI EN Preparazione di documenti utilizzati elettrotecnica Parte 1: Regole to chiesta

6 3 Defizioni e abbreviazioni 3.1 Defizioni Per gli scopi del presente documento si applicano i termi e le defizioni della CEI EN con l aggiunta dei seguenti termi e defizioni documento di descrizione documento nel quale sono registrati i dettagli dell impianto di Allarme Intrusione ne e Rapaa effettivamente stallato messa servizio consegna al cliente dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa pronto all uso l us cliente (committente) persona fisica o giuridica che acquisisce e/o utilizza l impianto di Allarme Intrusione e Rapa utilizzatore persona fisica che utilizza l impianto di Allarme Intrusione e Rapa documentazione documenti cartacei (o altra forma) preparati durante la progettazione, l stallazione, la messa servizio e la consegna dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa, che registrano i dettagli dello stesso distta apparecchiature elenco delle apparecchiature da stallare o effettivamente stallate punto di entrata/uscita punto nel quale l utente entra o abbandona i locali protetti società di stallazione società responsabile dell stallazione e dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa piano di stallazione documento che descrive la metodologia da seguire durante l stallazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapaa stallatore persona, o persone responsabili dell esecuzione del processo di stallazione modo operativo stato di un sistema di allarme completo, messo servizio e pronto all uso prescrittore persona fisica o giuridica responsabile della defizione delle prescrizioni che l impianto di Allarme Intrusione e Rapa deve rispettare registro dell impianto storico della manutenzione, dei guasti, delle riparazioni o delle modifiche dell impianto di Allarme Intrusione chiesta 5

7 sopralluogo dell area ispezione dei locali da proteggere effettuata fase di progetto per determare le caratteristiche ed il livello di prestazione dell impianto e la scelta dei componenti sopralluogo tecnico ispezione dei locali da proteggere effettuata fase esecutiva, dopo l accettazione dell offerta, per verificare la congruità della scelta, dell ubicazione e la localizzazione dei componenti del sistema, anche funzione delle condizioni ambientali alle quali sono esposti allarme desiderato allarme provocato da cause esterne all impianto diverse da quelle di pericolo accessi praticabili aperture dell edificio (luci) verso l esterno dei locali, situate lea verticale a meno di 4 m dal suolo o da superfici acquee, nonché da ripiani accessibili e praticabili per via ordaria, senza l impiego cioè di mezzi artificiosi o particolare agilità personale NOTutte le aperture anche quelle protette da ferriate sono da tendersi ndersi accessi praticabili quando siano poste a meno di 4 m dal suolo o da superfici acquee, nonché da ripiani accessibili e praticabili per via ordaria, senza l impiego cioè di mezzi artificiosi o particolare agilità personale. Questa norma si limita a defire i requisiti per la classificazione degli impianti di allarme di trusione assegnando ando un livello di prestazione e non prende considerazione le protezioni passive dell edificio e la gestione umana a dell tervento caso di allarme ridondanza situazione atta a realizzare la sovrapposizione della rivelazione di almeno due rivelatori scatola di giunzione volucro ispezionabile cui sono terconnessi nessi conduttori mediante saldatura, morsetti ecc scatola di derivazione volucro ispezionabile cui i conduttori, per motivi impiantistici, transitano e/o si diramano senza giunzioni unità abitativa non isolata a (appartamento) unità facente parte di fabbricato bricato destato ad abitazioni tra loro contigue, soprastanti o sottostanti ma non tercomunicanti, ciascuna con proprio accesso dall terno, ma con accesso comune dall esterno del fabbricato unità abitativa isolata (villa) unità (villa od appartamento) partame facente parte di fabbricato destato ad abitazioni tra loro contigue, soprastanti o sottostanti ma non tercomunicanti, ciascuna con proprio accesso dall esterno del fabbricato livello di prestazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa valore convenzionale ottenuto applicando il metodo matematico di calcolo descritto nella presente e norma impianto di Allarme Intrusione e Rapa è un Sistema di Allarme Intrusione e rapa (I&HAS) serito un contesto operativo defito (es. unità abitativa isolata o non isolata). Ai fi della presente norma, l impianto è costituito dai tre sottosistemi, rivelatori (f A ), apparati essenziali (f B ) e dispositivi di allarme (f C ) chiesta 6

8 3.2 Abbreviazioni Per gli scopi del presente Documento si applicano le abbreviazioni della CEI EN ARC - centro ricezione allarme ACE - apparato di controllo ausiliare S - sistema di trasmissione di allarme CIE - apparato di controllo e di dicazione HAS - sistema(i) di allarme rapa IAS - sistema(i) di allarme trusione I&HAS - sistema(i) di allarme trusione e rapa WD - dispositivo di segnalazione PS - alimentatore 4 Generalità L impianto di Allarme Intrusione e Rapa deve essere stallato, utilizzato e mantenuto modo coerente con le raccomandazioni del costruttore relative all apparecchiatura ed alle condizioni ambientali nelle quali si prevede debba operare. L impianto di Allarme Intrusione e Rapa deve essere progettato, stallato ed utilizzato modo da limitare allarmi desiderati. 4.1 Altri componenti I componenti di altri sistemi possono essere combati o tegrati con il Sistema di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) a condizione che le prestazioni dei componenti del Sistema di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) non siano compromesse. 4.2 Sicurezza elettrica L stallazione di un impianto di Allarme Intrusione e Rapa deve essere effettuata conformità alle prescrizioni della norma CEI 64-8 comprese quelle per la protezione contro le sovratensioni (Sezione 44).L alimentazione ione corrente alternata del Sistema di trusione e Rapa (I&HAS) deve essere preferenziale, cioè derivata direttamente dal quadro generale a valle dell terruttore prcipale. Se tale derivazione richiede un sezionatore specifico, questo deve essere posto al riparo da manovre accidentali. 4.3 Responsabilità Le responsabilità di ogni sgola fase del processo di fornitura dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa, progettazione, stallazione, messa servizio e consegna, devono essere defite e concordate tra le parti teressate. 4.4 Competenza Le persone responsabili i della valutazione del rischio e della progettazione, pianificazione dell stallazione, stallazione, manutenzione e riparazione del Sistema di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) devono avere la necessaria formazione ed esperienza. Indicazioni sulle competenze delle persone covolte nelle fasi sopra descritte sono riportate nell allegato K: 4.5 Riservatezza Le formazioni relative alla progettazione, stallazione, funzionamento e manutenzione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa devono essere considerate riservate. 4.6 Compatibilità dei componenti Durante la scelta dei componenti dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa, deve essere prestata attenzione ad accertare la compatibilità di tutti i componenti del sistema. Prog getto chiesta 7

9 5 Classificazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa L obiettivo di massima da raggiungere deve essere preventivamente concordato fra committente e fornitore relazione al valore oppure all importanza delle cose da proteggere ed eventualmente alla sicurezza di persone presenti quando l impianto è servizio. La determazione del livello di prestazione dell impianto è frutto sia della scelta dei componenti del Sistema di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) sia della sua architettura e conformazione illustrata dal metodo matematico di calcolo. Un impianto di Allarme Intrusione e Rapa può comprendere componenti di Sistemi di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) con vari gradi di sicurezza, quando sono suddivisi sottosistemi chiaramente defiti. Quando il Sistema di Allarme Intrusione ne e Rapa (I&HAS) è suddiviso sottosistemi, ogni sottosistema può avere un grado di sicurezza diverso. I componenti condivisi da più sottosistemi dovrebbero avere un grado di sicurezza pari a quello del sottosistema con il grado di sicurezza più elevato, es. apparecchiature parecchia di comando e dicazione, sistema di trasmissione degli allarmi, dispositivi di segnalazione e alimentatori. 5.1 Livelli di prestazione La presente norma descrive i quattro livelli di prestazione dell impianto di allarme trusione e rapa. 5.2 Gradi di sicurezza La CEI EN descrive i quattro gradi di sicurezza da considerare nella scelta delle apparecchiature. 5.3 Classificazione ambientale La classe ambientale di ogni componente nte del sistema deve essere determata dalle condizioni ambientali nelle quali si prevede e che il componente debba funzionare. La CEI EN defisce quattro classi si ambientali 6 Progettazione dell impianto 6.1 Generalità La progettazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa deve avere come obiettivo: defizione delle aree da proteggere, ere, il livello di prestazione, scelta dei componenti secondo criteri di funzionalità e prestazioni coerenti con il livello di prestazione defito e classe ambientale appropriati sulla base dell analisi del rischio Validazione del progetto dell impianto Il progetto dell impianto deve essere sottoposto al committente per approvazione. La documentazione deve comprendere le formazioni dettagliate nell Allegato F. Il progetto dell impianto può essere modificato corso d opera, ogni caso tutte le modifiche devono essere concordate con il committente e la documentazione dovrà essere modificata coerentemente. te. 6.2 Documentazione La documentazione di progetto dovrà soddisfare i seguenti requisiti mimi: Indicazione esplicita della tipologia di rischio e del livello di prestazione defito Schema di prcipio (es. schema a blocchi) dell impianto Schema planimetrico limitatamente agli impianti con livello di prestazione superiore a 1. Elenco dei componenti del sistema (I&HAS). Ulteriori formazioni con cui completare la documentazione sono dicate nell Allegato F. Proge etto chiesta 8

10 6.3 Sopralluogo dell area Deve essere condotta una valutazione delle aree da proteggere, allo scopo di determare il livello di prestazione dell impianto di allarme e la scelta dei componenti da utilizzare Beni Ai fi della progettazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa devono o essere considerati i beni a rischio all terno delle aree da proteggere. L Allegato B comprende un elenco di fattori da considerare. Tale elenco non deve essere considerato esaustivo quanto altri fattori potrebbero essere rilevanti circostanze particolari Edificio Ai fi della progettazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa deve essere considerato, tra l altro, la costruzione, l ubicazione, il tipo di occupazione e lo storico dei furti e delle rape nei locali protetti. L Allegato C comprende un elenco di fattori da considerare; tale elenco non deve essere considerato esaustivo, quanto altri fattori potrebbero essere rilevanti circostanze particolari Altri fattori di fluenza Nella progettazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa a devono essere considerate le condizioni esistenti e/o potenziali delle aree da proteggere. Le condizioni suscettibili di fluenzare il funzionamento dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa rientrano due categorie: condizioni che si verificano all terno delle aree da proteggere e sulle quali si prevede che l utilizzatore dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa possa ragionevolmente esercitare un controllo. L Allegato D comprende un elenco di fattori da considerare; tale elenco non deve essere considerato esaustivo quanto altri fattori potrebbero bero essere rilevanti circostanze particolari; condizioni che si verificano all esterno delle le aree da proteggere e sulle quali si prevede che l utilizzatore dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa non possa ragionevolmente esercitare un controllo. L Allegato E comprende un elenco di fattori da considerare; tale elenco non deve essere considerato esaustivo quanto altri fattori potrebbero essere rilevanti circostanze particolari. NOTAIl sopralluogo dell area è destato a identificare, durante la preparazione dell offerta di progettazione dell impianto, i fattori suscettibili di fluenzare la scelta e la localizzazione dei componenti dell impianto, particolare dei rivelatori. Durante il sopralluogo tecnico (vedere 7.1.3) possono essere identificati ulteriori fattori suscettibili di tradursi emendamenti dell offerta di progettazione del sistema. 6.4 Scelta e ubicazione dei componenti one I componenti devono essere sere e scelti nel rispetto dei gradi di sicurezza e delle classi ambientali adeguate. La necessità di ridurre al mimo la generazione di allarmi desiderati deve essere presa adeguata considerazione. In assenza di norme per un componente del sistema è ammesso l uso di componenti sprovvisti di classificazione relativa al loro grado di sicurezza o della classe ambientale. Questi devono rispondere alle prescrizioni di sicurezza elettrica, grado di sicurezza e classe ambientale (CEI EN ) già previste per gli altri componenti Ubicazione dell apparato di controllo e segnalazione (CIE) e dell apparato di controllo ausiliare (ACE) L apparato arato di controllo e di dicazione (CIE) deve essere ubicato all terno dell area protetta o all terno di un locale anch esso protetto. Esempi degli aspetti da considerare nell ubicazione dell apparato di controllo e di dicazione (CIE) e dell apparato di controllo ausiliare iare (ACE) sono riportanti G.21 e G.22. Prog getto chiesta 9

11 Quando il disserimento deve essere avviato all esterno dall area protetta e completato all terno della stessa, è opportuno prevedere di ubicare l apparato di controllo e di dicazione (CIE) o l apparato di controllo ausiliare (ACE) nelle adiacenze del punto fale di uscita dall area protetta, per limitare il percorso tra il punto di entrata e l apparato di controllo e di dicazione (CIE) o l apparato di controllo ausiliare (ACE). È opportuno oltre prestare attenzione a ubicare l apparato di controllo e di dicazione (CIE) o l apparato di controllo ausiliare (ACE) modo da impedire a persone non autorizzate di vederne il funzionamento. L appartato di controllo e segnalazione (CIE) e l apparato di controllo ausiliare (ACE) devono essere posizionati modo tale da permettere un agevole manutenzione Ubicazione del ricetrasmettitore delle aree sorvegliate (SPT) Il ricetrasmettitore delle aree sorvegliate (SPT) deve essere ubicato all terno dell area protetta. Esempi degli aspetti da considerare nell ubicazione del ricetrasmettitore delle aree sorvegliate (SPT) sono riportati G Ubicazione dei rivelatori I rivelatori devono essere ubicati conformità alle raccomandazioni azio del costruttore e modo da fornire l estensione e la copertura determate durante la fase di valutazione dei rischi della progettazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa. Esempi degli aspetti da considerare nell ubicazione dei rivelatori sono dicati nell Allegato l Allegato G Ubicazione dei rivelatori per esterno La protezione volumetrica e/o leare generata con rivelatori per esterno deve essere contua anche nei punti di unione tra i vari elementi sensori e/o raggruppamenti Ubicazione dei dispositivi antirapaa I dispositivi antirapa devono essere ubicati conformità alle raccomandazioni del costruttore e modo da garantire elevate probabilità di attivazione caso di rapa o di maccia. Esempi degli aspetti da considerare nell ubicazione dei dispositivi antirapa sono dicati G Ubicazione dei dispositivi di segnalazione I dispositivi di segnalazione (WD) devono essere posti luoghi non facilmente accessibili ( modo da ridurre al mimo il rischio di danni deliberati o accidentali), coerenti con un accesso ragionevole per motivi di servizio, io, e modo da fornire un efficace notifica degli allarmi. I dispositivi di segnalazione e (WD) devono essere montati modo da evitare la possibilità di una loro rimozione senza che sia generata una condizione di allarme. Il funzionamento di un dispositivo di segnalazione può essere soppresso caso di funzionamento di un dispositivo antirapa. 6.5 Interconnessioni Devono essere scelte terconnessioni adeguate alle prestazioni prescritte per l impianto di Allarme Intrusione e Rapa e alle condizioni ambientali. In caso di uso di terconnessioni cablate, si deve tener conto delle specifiche relative dell impianto elettrico e delle raccomandazioni del costruttore Interconnessioni cablate dedicate Di seguito vengono esposte le caratteristiche fisiche relative al sottosistema terconnessioni cablate ate dedicate funzione del livello di prestazione. Per ciò che attiene le prestazioni funzionali delle terconnessioni si faccia riferimento a quanto esposto al paragrafo 8.8 della Norma CEI EN Gli impianti devono essere realizzati secondo le Norme CEI specifiche per l ambiente dove essi vengono ubicati, salvo quanto precisato seguito. Prog getto chiesta 10

12 I cavi devono avere una guaa esterna di protezione; la posa deve garantire i cavi contro danneggiamenti accidentali; le giunzioni e le derivazioni devono essere eseguite apposite scatole. Per quanto riguarda il tracciato di posa dei tubi e dei condotti, la sfilabilità dei cavi e l esecuzione di giunzioni e derivazioni apposite scatole, valgono le prescrizioni delle specifiche Norme CEI. Il percorso di posa dei cavi deve svilupparsi preferibilmente per tero all terno della proprietà e prevalentemente zona protetta. Comunque, è ammesso anche un percorso di posa parte o per tero all esterno della proprietà e questo caso le terconnessioni devono essere dotate di idonea protezione contro le manomissioni, es. racchiuse chiuse condotti metallici. I cavi devono scorrere posizioni nelle quali il rischio di danno fisico è mimo. In caso di rischi di danni fisici, il cavo dovrebbe essere protetto meccanicamente mente mediante tubi, reti di giunzione o condotti. Quando questi ultimi sono costituiti da materiale ale conduttivo, è opportuno tenere adeguata considerazione la loro idonea messa a terra e il loro contatto a massa. Le terferenze elettriche possono provocare allarmi desiderati. erati. In genere, questo problema dovrebbe essere superato filtrando l gresso dell alimentazione entazione al Sistema di Allarme Intrusione (IAS). La schermatura dei cavi è raccomandata per i cavi utilizzati zati per segnali bassa frequenza e tutti gli altri casi nei quali può essere favorevolmente impiegata. Per il secondo terzo e quarto livello di prestazione e i cavi non devono essere posati nello stesso condotto assieme ad altri conduttori estranei all impianto. Così pure le scatole di giunzione non devono essere comuni con altri impianti e devono essere dotate di protezione contro l apertura funzione del grado di sicurezza e secondo quanto riportato nella CEI EN (dal grado 3 su ed escludendo sistemi ad dirizzamento grado di riconoscere la sostituzione del sgolo componente). Sono ammessi setti di separazione per le canalette e le scatole di derivazione. È ammesso l eventuale transito pozzetti terrati comune con cavi di altri impianti. In tal caso i cavi dell impianto trusione e rapa devono essere tubati condotti separati e facilmente riconoscibili. Le scatole devono essere realizzate e con materiali non ossidabili e devono essere, se richiesto dalle condizioni ambientali i o dalla posizione, di tipo stagno. Tutte le giunzioni dei cablaggi di terconnessione devono essere meccanicamente ed elettricamente solide. Le dimensioni e i materiali dei cavi utilizzati per le terconnessioni cablate e per il loro isolamento devono garantire che la tensione erogata a qualsiasi componente del sistema non sia feriore alla la tensione mima di funzionamento specificata, misurata nelle condizioni di massima corrente con la mima tensione di alimentazione. Per facilitare are una rapida rtracciabilità dei guasti nei cablaggi di terconnessione, tutti i cavi devono essere identificabili alle estremità. Dovrebbe essere previsto un numero sufficiente di punti di prova, contenuti scatole di derivazione, per identificare i guasti modo efficiente, es. isolamento codificato mediante colori, etichettatura. Dovrebbe essere prestata attenzione alle dimensioni e al tipo di cavo scelto, al suo stradamento e al suo fissaggio. Esempi di aspetti da considerare nella descrizione di terconnessioni cablate specifiche sono contenuti G.1.1. Prog getto chiesta 11

13 6.5.2 Interconnessioni cablate non dedicate Quando vengono scelte terconnessioni cablate non dedicate, oltre alle prescrizioni relative alle terconnessioni cablate dedicate, deve essere considerato l effetto sulle prestazioni dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa di altri sistemi che condividono le stesse terconnessioni. Questo aspetto può essere particolarmente importante caso di guasto all altro o agli altri sistemi. Esempi di aspetti da considerare nella descrizione di terconnessioni ni cablate non specifiche sono contenuti G Interconnessioni senza fili Quando vengono scelte terconnessioni senza fili, deve essere considerata attentamente l fluenza di trasmissioni tenzionali o accidentali che utilizzano la stessa sa frequenza e/o gli stessi mezzi di modulazione del segnale del Sistema di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS). Tali trasmissioni possono provocare la generazione di condizioni di manomissione o di guasto nell impianto di Allarme Intrusione e Rapa, o impedire il corretto funzionamento delle terconnessioni. Esempi di aspetti da considerare nella specifica di terconnessioni senza fili sono contenuti G Inserimento e disserimento Deve essere prestata attenzione alla scelta dei mezzi di serimento e di disserimento. Ove possibile, il completamento dell serimento e del disserimento dovrebbe richiedere un azione tenzionale dell utilizzatore. Deve essere percepibile un dicazione acustica a o visiva quando la procedura di serimento o di disserimento è corso e/o è stata completata Inserimento L serimento può essere avviato all terno dei locali protetti ed eventualmente completato all esterno degli stessi, oppure l tera procedura di serimento può essere completata all esterno dei locali protetti utilizzando gli idonei apparati di controllo ausiliari (ACE). L impianto di Allarme Intrusione e Rapa non deve serirsi fo a quando non è una condizione normale salvo nel caso di serimento automatico. In tal caso oltre alla registrazione dell evento è opportuno o prevedere una segnalazione della condizione anomala. Quando l serimento è avviato all terno dei locali protetti e completato all esterno degli stessi, tale completamento potrebbe e essere condotto per es., chiudendo la porta del punto di gresso/uscita e trasmettendo ttendo il segnale di tale chiusura all apparato di controllo e di dicazione (CIE) (es. terruttore meccanico azionato dal chiavistello della serratura). Quando l serimento è avviato all terno dei locali protetti e deve essere completato all esterno degli stessi, deve essere concesso un tempo massimo per completare la procedura di serimento. Deve essere prevista un dicazione allo scadere del tempo massimo di serimento. ento. Quando l serimento è avviato all terno dei locali protetti e completato all esterno degli stessi, deve e essere percepibile un dicazione all avvio della procedura di serimento e al suo completamento. Tale dicazione deve essere limitata nel tempo. Quando l serimento dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa deve essere eseguito completatamene tamene all esterno dei locali protetti, deve essere percepibile un dicazione quando l impianto di Allarme Intrusione e Rapa è serito. Tale dicazione dovrebbe essere limitata nel tempo Disserimento Il disserimento può essere avviato all esterno dei locali protetti e completato all terno degli stessi, oppure può essere eseguito completamente all esterno dei locali protetti utilizzando l apparati di controllo ausiliari (ACE). Proge etto chiesta 12

14 Dovrebbe essere prestata attenzione a impedire l accesso fisico ai locali protetti tramite il punto di gresso/uscita, fo a quando non sia stata avviata la procedura di entrata o fo al disserimento dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa. Quando il disserimento è avviato all esterno dei locali protetti e completato all terno degli stessi, deve essere prevista un dicazione all avvio della procedura di disserimento nto e al suo completamento. Quando il disserimento dell impianto di Allarme Intrusione ne e Rapa deve essere eseguito completamente all esterno dei locali protetti, deve essere sere prevista un dicazione al disserimento dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa. Tale dicazione deve essere limitata nel tempo. Deve essere concesso un periodo massimo per completare la procedura ra di disserimento. Allo scadere del periodo massimo di disserimento, deve essere notificata una condizione di allarme. 6.7 Percorsi di entrata e di uscita Quando l serimento o il disserimento dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa deve essere condotto due fasi, il percorso tra questi due punti dovrebbe e essere attentamente considerato ed essere il più breve possibile. ESEMPIO: serimento avviato nell apparato di controllo e di dicazione (CIE) o nell apparato di controllo ausiliare (ACE) e completato nel punto di entrata/uscita. Le dicazioni fornite durante le procedure di serimento nto e disserimento, caso di serimento o disserimento due fasi, devono essere sere e percepibili lungo l tero percorso di entrata e/o di uscita e immediatamente all esterno dal punto di entrata/uscita. L apparato di controllo e di dicazione (CIE) deve essere configurato modo da non elaborare come segnali o messaggi di trusione i segnali o i messaggi provenienti da rivelatori posti sul percorso di entrata/uscita attivati tivati durante la procedura di serimento o di disserimento. I rivelatori posti sul percorso rso di entrata/uscita devono essere monitorati, e l impianto di Allarme Intrusione e Rapa non deve serirsi se non condizioni normali Percorsi di uscita Quando durante la procedura di serimento imento viene attivato un rivelatore non posto sul percorso di uscita, deve essere e prevista un dicazione e dovrebbe essere impedito il completamento della procedura di serimento Percorsi di entrata Quando durante la procedura di disserimento viene attivato un rivelatore non posto sul percorso di entrata, deve essere sere notificata una condizione di allarme. 6.8 Indicazione Le prescrizioni obbligatorie per le dicazioni sono comprese nella CEI EN Esse prescrivono che tutte le dicazioni obbligatorie debbano essere disponibili sieme un unico luogo. Le dicazioni possono essere ripetute tutto o parte altre località. In funzione del grado di sicurezza del Sistema di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) può essere prevista un dicazione dividuale per dicare lo stato di allarme di ogni rivelatore, compresa la sua capacità di elaborazione, es. rivelatori di movimento, di vibrazioni, acustici o a raggi frarossi. Non più di dieci rivelatori privi di capacità di elaborazione, es. contatti magnetici o meccanici, possono sono o condividere un unico mezzo di dicazione. 6.9 Raggruppamento di rivelatori I rivelatori possono essere raggruppati sieme per scopi di controllo o per altri scopi. ESEMPIO: per offrire mezzi per l serimento/disserimento di una parte, per l isolamento di più rivelatori mediante un unico comando o operazione, o per semplificare l identificazione dell orige di una condizione di allarme. Proge etto chiesta 13

15 6.10 Notifica Le prescrizioni mime per la notifica sono comprese nella CEI EN ; funzione del grado di sicurezza del Sistema di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS) la notifica può avvenire mediante un dispositivo di segnalazione (WD), un sistema di trasmissione di allarme (S) o una combazione di entrambi Dispositivi di segnalazione Quando la notifica avviene per mezzo di due dispositivi di segnalazione (WD), si dovrebbe considerare l stallazione dei due dispositivi di segnalazione (WD) posizioni i distanti i l una dall altra. È opportuno tenere presente la possibilità di consentire la differenziazione ne del suono del dispositivo di segnalazione (WD) del Sistema di Allarme Intrusione e Rapa (I&HAS), da quello del dispositivo di segnalazione (WD) di altri sistemi di allarme. Quando un dispositivo di segnalazione (WD) è utilizzato per tegrare un sistema di trasmissione di allarme (S), il funzionamento del dispositivo di segnalazione (WD) può essere ritardato per un periodo non superiore a dieci muti, o completamente soppresso, a condizione che il centro ricezione allarme (ARC) abbia confermato la ricezione del segnale di allarme dal sistema di trasmissione di allarme (S). NOTA Disposizioni di legge nazionali o locali possono prescrivere e un ritardo o un periodo di funzionamento del dispositivo di segnalazione (WD) Sistema di trasmissione di allarme (S) Esistono molti formati di comunicazione per la trasmissione di messaggi tra ricetrasmettitori degli ambienti sorvegliati (SPT) e centro ricezione allarme (ARC). È opportuno prestare attenzione ad accertarsi che il centro ricezione allarme (ARC) possa accettare i segnali del ricetrasmettitore degli ambienti sorvegliati (SPT) da stallare ed elaborare correttamente tutti i segnali Alimentazione È opportuno prestare attenzione ad accertarsi certarsi che gli alimentatori utilizzati nell impianto di Allarme Intrusione e Rapa siano adeguati al carico, sia condizioni normali che condizioni di allarme, compresi i periodi di ricarica delle sorgenti di alimentazione secondaria (APS). Quando la potenza è normalmente nte attta da una rete di alimentazione con una sorgente di alimentazione secondaria (APS) di riserva, è opportuno prestare attenzione ad accertarsi che la capacità della sorgente di alimentazione secondaria sia grado di alimentare l impianto di Allarme Intrusione e Rapa per il periodo di attesa prescritto specificato nella CEI EN Il carico elettrico dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa deve essere misurato con il sistema condizionioni normali, cioè non allarme, e le formazioni annotate nel documento di descrizione. Il massimo carico elettrico deve essere misurato anche con l impianto di Allarme Intrusione e Rapa condizioni di allarme, cioè con il o i dispositivi di segnalazione (WD) funzione, e il o i ricetrasmettitori degli ambienti sorvegliati (SPT) trasmissione, e le formazioni annotate nel documento di descrizione. La sorgente di alimentazione secondaria (APS) deve essere grado di alimentare l impianto di Allarme Intrusione e Rapa per il periodo specificato nella CEI EN condizioni normali e condizioni di allarme. Quando la sorgente di alimentazione secondaria (APS) è costituito da una batteria, dovrebbe essere tenuta presente la perdita di capacità durante il suo ciclo di vita e quando la corrente attta supera la velocità di scarica di 20 ore dichiarata dal costruttore. Proge getto chiesta 14

16 6.12 Reazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa Deve essere chiaramente concordata tra le parti e documentata la risposta (tervento) to) seguito all attivazione dell impianto di Allarme Intrusione e Rapa Criteri da considerare base alla tipologia di rischio Criteri per defire ubicazione, numero e tipo dei rivelatori La sicurezza ottenibile per un luogo da proteggere da tentativi di effrazione e/o trusione è correlata al numero di barriere funzionalmente concentriche che risulta possibile sibile realizzare, qualunque sia la sua struttura fisica. Tali barriere sono costituite praticamente da opportuni mezzi fisici (pareti, porte, cancelli ecc.) controllati da un certo numero di rivelatori di diverso tipo, funzione della porzione affidata alla loro sorveglianza. I requisiti che determano l ubicazione dei rivelatori un impianto di allarme trusione e rapa dipendono dal livello di prestazione dello stesso. Nell allegato A sono riportati due metodi alternativi per la determazione del livello di prestazione e di conseguenza i requisiti. Il metodo tabellare dell allegato A.2 è autoportante e non necessita di spiegazioni aggiuntive. Nel caso di utilizzo del metodo matematico A3 occorre tenere considerazione quanto defito nei paragrafi Criteri per defire ubicazione, numero e tipo dei rivelatori quando si utilizza il metodo matematico (A.3) I fattori da tener presenti nel progetto quando si utilizza metodo matematico sono: il tipo dei rivelatori (puntuali, leari, superficiali, iali, volumetrici) ed il loro grado di sicurezza. Quando per una determata protezione (per es. di una superficie) vengono usati più rivelatori, il grado di sicurezza del loro sieme è pari a quello dei sgoli rivelatori, se questi sono tutti di uguale grado di sicurezza; caso contrario il grado di sicurezza complessivo sarà pari a quello del rivelatore avente il mor grado. il loro numero e posizione, dai quali dipende l elimazione totale o parziale di eventuali spazi o varchi non protetti. Per tener conto di questo secondo fattore e rendere possibile la valutazione matematica del livello di prestazione degli impianti, nella presente Norma sono stati trodotti coefficienti di superabilità rappresentati da tre valori numerici (1; 0,5; 0) che nei diversi casi tipici seguito riportati vengono fissati funzione delle condizioni realizzate. Il livello di prestazione mimo affché fché l impianto realizzato possa essere dichiarato conforme alla presente norma è il primo. Qualora il calcolo del sottosistema f A dia come risultato un valore feriore al primo, il sottosistema e qudi l tero impianto sono considerati non classificabili e conseguentemente ntemente non conformi ai requisiti normativi.. L utilizzo di componenti nti conformi alle corrispondenti Norme di prodotto non è condizione sufficiente per attribuire un livello di prestazione ad un impianto che deve comunque rispondere tegralmente a quanto riportato nello specifico modello matematico funzione della specifica tipologia ogia ambientale. Si evidenzia che i modelli matematici di calcolo possono essere applicati anche a porzioni di edificio. Al fe di evitare qualsiasi equivoco il progettista o l stallatore devono formalizzare che la conformità ormità alla presente norma è relativa solo ed esclusivamente alle zone protette e considerate nel calcolo matematico.. Per ciò che attiene gli algoritmi di calcolo utilizzati, le soglie di riferimento ed generale tutto ciò che riguarda le metodologie di calcolo utilizzate, fare riferimento a quanto riportato nell Allegato A.3. Gli apparati di grado di sicurezza 4, ai fi del calcolo del livello di prestazione, andranno convenzionalmente considerati di grado 3. Il livello di prestazione 4 è ottenibile mediante l applicazione dei modelli matematici e raggiungimento delle soluzioni impiantistiche corrispondenti al livello di prestazione 3 ma utilizzando unicamente componenti aventi grado di sicurezza 4. Prog getto chiesta 15

17 Occorre peraltro tener presente che, mancanza di un adeguato sistema di gestione e di una corretta analisi delle relative formazioni, tenendo anche conto dell eventuale aumento del numero delle barriere protettive e della loro sensibilità, può aumentare l stabilità ità dell impianto e il tasso di allarmi impropri e/o falsi allarmi Distribuzione dei rivelatori a protezione di un unità abitativa quando si utilizza il metodo matematico (A.3) Vengono differenziate due tipologie con caratteristiche di sicurezza diverse: unità abitative non isolate (per es. un condomio); unità abitative isolate (ville). Per l unità abitativa isolata, ci si riconduce al caso degli sediamenti nti di tipo dustriale e relativi coefficienti di superabilità, con beni da proteggere all terno degli edifici posti area aperta rectata. Per quanto riguarda l unità abitativa non isolata, va primariamente tenuto conto della dislocazione termi di altezza: le unità al piano terra, al primo ed all ultimo piano sono tendenzialmente più a rischio. In questi casi deve essere maggiormente curata la protezione di festre, balconi e terrazze, modo da rilevare prontamente qualsiasi tentativo di trusione. L unità abitativa può essere schematizzata come Fig. 1. ta Fig.1 Tenendo conto delle limitazioni previste nelle defizioni di Unità abitativa non isolata e Unità abitativa a isolata (villa) si possono assimilare al modello matematico trattato nel presente paragrafo anche gli uffici di un istituto di credito, gli ospedali e le scuole. La protezione one di un unità abitativa non isolata prevede, lea di massima, due barriere di protezione: e: protezione dei locali (G 1 ) relativa alle strutture perimetrali dell abitazione stessa comprendenti porte e festre e ai volumi terni degli ambienti; protezione specifica (G 2 ) di eventuali casseforti ed altri mezzi di custodia presenti nell abitazione. La protezione dei locali (G 1 ), può essere realizzata stallando rivelatori puntuali e/o leari e/o superficiali e/o volumetrici. Proge etto 16

18 Ai coefficienti di superabilità vengono attribuiti i seguenti valori: a) per la protezione f 1.1 : I 1.1 = 1 se è garantita la rilevazione dei tentativi di trusione attraverso tutti gli accessi praticabili (per questo tipo di protezione sono ammessi anche rivelatori ad frarossi passivi o a doppia tecnologia con copertura a tenda; I 1.1 = 0,5 non è ammesso; I 1.1 = 0 se non è rispettata la condizione sopra riportata (si considera come protezione assente). b) per la protezione f 1.2 : I 1.2 = 1 se è garantita la rilevazione dei tentativi di effrazione e portati a danno delle superfici di tutti gli accessi praticabili; I 1.2 = 0,5 non è ammesso; I 1.2 = 0 se non è rispettata la condizione sopra riportata (si considera come protezione assente). c) per la protezione f 1.3 : I 1.3 = 1 se è garantita la protezione volumetrica di tutti gli ambienti dell unità abitativa; I 1.3 = 0,5 se la protezione volumetrica è realizzata zata secondo la metodologia cosiddetta a trappola che protegga almeno i corridoi ed i locali ove sono contenuti i beni di maggior valore dell unità abitativa stessa; I 1.3 = 0 se non è rispettata alcuna delle condizioni sopra riportate (si considera come protezione assente). La protezione G2 di eventuali casseforti ed altri mezzi di custodia viene valutata mediante i seguenti coefficienti di superabilità: a2) per la protezione f 2.1 I 2.1 = 1 se è garantita la rilevazione dell apertura del battente; I 2.1 = 0,5 non è ammesso; I 2.1 = 0 se non è rispettata la condizione sopra riportata (si considera come protezione assente). b2) per la protezione f 2.2 : I 2.2 = 1 se è garantita antita la rilevazione dei tentativi di effrazioni portati a danno della superficie del battente; I 2.2 = 0,5 non è ammesso; I 2.2 = 0 se non è rispettata la condizione sopra riportata (si considera come protezione assente) Distribuzione dei rivelatori a protezione di una cassaforte Supponendo di schematizzare una cassaforte come rappresentato Fig. 2, si possono dividuare due barriere protettive: barriera esterna da proteggere (G 1 ); protezione dell volucro l vol (G 2 ). Proget tto chiesta 17

19 Fig.2 La barriera esterna al luogo da proteggere (G 1 ) viene realizzata per rilevare un eventuale trusione nella zona di rispetto. La protezione può essere realizzata per mezzo di rivelatori volumetrici e/o superficiali e/o puntuali e/o leari. Il modello matematico relativo al locale cassaforte si tende nde applicabile tegralmente anche a casse contue, sportelli bancomat e cambia valute. Ai coefficienti di superabilità vengono attribuiti i seguenti valori: a1) per la protezione f 1.1 : I 1.1 = 1 se sono protetti tutti gli accessi al locale contenente la cassaforte con presenza di ridondanza (rilevazione dell apertura e dello stato dei congegni di chiusura e serrature) per ciascuno di essi; I 1.1 = 0,5 se sono protetti tutti i suddetti detti accessi ma non vi è presenza di ridondanza ciascuno di essi; I 1.1 = 0 se non è rispettata alcuna a delle condizioni sopra riportate (si considera come protezione assente). b1) per la protezione f 1.2 : I 1.2 = 1 se è assicurata la protezione di tutte le superfici delle pareti (orizzontali e verticali) del locale contenente la cassaforte e della relativa porta; I 1.2 = 0,5 se la protezione è limitata alle sole superfici delle pareti orizzontali e verticali su cui poggia gia la cassaforte I 1.2 = 0 se non è rispettata tat alcuna delle condizioni sopra riportate (si considera come protezione assente). e) c1) per la protezione f 1.3 : I 1.3 = 1 se è presente la completa protezione volumetrica delle sei facce della cassaforte. aforte. La protezione può essere ottenuta anche realizzando una protezione volumetrica del locale sottostante il mezzo forte o utilizzando rivelatori erziali e/o microfonici per le pareti e pavimenti dove risulta impossibile realizzare la protezione volumetrica. Detti rivelatori non sono considerabili nel calcolo come protezione strutturale f 1.2 (superfici del locale) quanto già conteggiate per la protezione volumetrica. I 1.3 = 0,5 se la protezione è realizzata maniera parziale; I 1.3 = 0 se non è rispettata alcuna delle condizioni sopra dicate (si considera come protezione assente). chiesta 18

20 La protezione dell volucro superficiale della cassaforte (G2) viene realizzata al fe di rilevare eventuali tentativi di effrazione portati direttamente alla cassaforte. A tale scopo vengono stallati rivelatori di superficie e/o puntuali. Ai coefficienti di superabilità vengono no attribuiti i seguenti valori: a2) per la protezione f 2.1 : I 2.1 = 1 se è protetto il battente della cassaforte con presenza di ridondanza (rilevazione dell apertura e dello stato dei congegni di chiusura, serrature rature a chiave meccanica e/o serrature a combazione e/o serrature a tempo); I 2.1 = 0,5 se la protezione è limitata alla sola apertura del battente; I 2.1 = 0 quando non è rispettata alcuna delle condizioni sopra riportate rtate (si considera come protezione assente). b2) per la protezione f 2.2 : I 2.2 = 1 se è assicurata la protezione di tutte le superfici del corpo e del battente della cassaforte; I 2.2 = 0,5 se la protezione è presente solo sul battente e della cassaforte; I 2.2 = 0 se non è soddisfatta alcuna delle condizioni i sopra riportate (si considera come protezione assente). a3) eccezioni Qualora le casseforti da proteggere non possono sono o essere aggiornate con rivelatori posizionati all terno della camera dei congegni gni e la cui chiave sia estraibile solo con i catenacci espansi, si consente di classificare il sottosistema rivelatori FA, come massimo al primo livello di prestazione, purché siano previste almeno le seguenti protezioni: protezione volumetrica come dicato I 1.3 = 0,5 (3.2.03, punto c1); protezione superficiale come dicato I 2.2 = 1 (3.2.03, punto b2); protezione contro l apertura del battente; protezione contro l accesso alla toppa della serratura a chiave meccanica; Distribuzione dei rivelatori per un locale corazzato quando si utilizza il metodo matematico (A.3) Supponendo di schematizzare un locale corazzato come rappresentato Fig. 3, si possono raffigurare tre barriere di protezione: one: barriera esterna al luogo da proteggere ge (G 1 ); barriera termedia dell volucro del locale corazzato (G 2 ); protezione del volume terno (G 3 ). chiesta 19

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