ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII

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2 PREMESSSSA Il protocollo di accoglienza e integrazione del nostro Istituto Comprensivo si colloca nel panorama di ricca produzione e ricerca istituzionale e culturale sulla questione integrazione dei bambini stranieri nella Scuola italiana. La presenza di alunni con cittadinanza non italiana ha assunto da tempo le caratteristiche di un fenomeno strutturale, che la scuola ha affrontato nella sua complessità, con esperienze di innovazione. Tenuto conto della rilevanza di tale fenomeno, e ai fini di una proficua integrazione dei minori interessati, dovrà essere posta particolare attenzione a tutta la complessa problematica che caratterizza l iscrizione e la scolarizzazione di tali alunni Le nazionalità maggiormente presenti nel nostro territorio sono: indiana, marocchina, rumena,polacca,argentina, ucraina, per un totale di 44 alunni stranieri di cui 18 comunitari e 26 extracomunitari. La presenza di bambini stranieri in classe è diventato un fatto consueto e diffuso, che tuttavia chiede di essere accompagnato e seguito con attenzione e competenza. L accoglienza di un nuovo alunno è un momento cruciale e rappresenta l inizio del percorso di integrazione nel paese di immigrazione; inoltre per la classe è un evento che spesso porta a rivedere gli equilibri e le relazioni, si modificano i bisogni linguistici e alcuni percorsi didattici. Il Protocollo di accoglienza per gli alunni stranieri è uno strumento di lavoro che : - contiene criteri e indicazioni riguardanti l iscrizione e l inserimento a scuola degli alunni stranieri; - definisce compiti e ruoli degli operatori scolastici; - traccia le fasi dell accoglienza; - propone modalità di interventi per l apprendimento della lingua italiana; - individua le risorse necessarie per tali interventi; si propone di: Facilitare l ingresso di bambini e ragazzi di altra nazionalità nel sistema scolastico e sociale, Sostenere gli alunni neoarrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto Costruire un contesto favorevole all incontro con le altre culture Promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e territorio sui temi dell accoglienza Il Protocollo è un documento che viene deliberato dal Collegio docenti perché siano messe in atto le indicazioni dell art.45 del DPR 31/08/99 n.394 e definisce pratiche condivise di carattere: Amministrativo e burocratico Comunicativo e relazionale Educativo-didattico Sociale iscrizione prima conoscenza assegnazione e inserimento nella classe, accoglienza, alfabetizzazione, educazione interculturale. rapporti con il territorio (La legge di riferimento è la Circ. Min. 2 del 08/01/2010)

3 L ISCRIZIONE Chi se ne occupa? L UFFICIO DI SEGRETERIA È necessario individuare fra il personale di segreteria un incaricato che avrà questo compito: a. possibilmente sempre lo stesso b. che abbia capacità relazionali Cosa fa? a. raccoglie la documentazione della precedente scolarità; b. se la famiglia non è in grado di comprendere la lingua italiana, si avvale dell aiuto di un mediatore culturale; c. acquisisce l opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica; d. fornisce ai genitori materiale in più lingue sulla organizzazione della Scuola italiana e sul POF dell Istituto Cosa serve? MATERIALE MULTI-LINGUE a. moduli di iscrizione b. dichiarazione lavoro dei genitori per domande di prolungamento orario c. scelta religione d. presentazione sistema scolastico italiano e. schede servizi territoriali LA PRIMA CONOSCENZA COLLOQUIO e OSSERVAZIONE DELL ALUNNO Per il nuovo alunno la presa di contatto con la nuova realtà scolastica è un momento significativo, per cui nei tre/quattro giorni successivi può non essere inserito immediatamente in classe, ma è accolto da uno o due docenti del plesso (possibilmente l insegnante di Lingua Inglese). Cosa si fa? a. L alunno viene accompagnato ad orientarsi negli spazi e nei tempi scolastici nuovi b. Gli vengono proposte prove e schede utili alla rilevazione delle funzioni di base. c. Si sintetizzano i risultati Cosa serve? MATERIALI: Prove d ingresso, schedari a. Materiali che non richiedono la conoscenza dell italiano per valutare: le abilità logico-matematiche; la conoscenza o meno del sistema alfabetico in caratteri neolatini; le abilità grafico-manipolative; eventuali conoscenze della lingua italiana; le abilità di lettura e di comprensione di brevi testi scritti in lingua madre (se possibile); il livello di conoscenza personale indipendentemente dall italiano.

4 ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE Gli elementi raccolti durante il colloquio con i genitori e con l alunno, la valutazione delle prove per accertare le abilità e le conoscenze, forniscono le informazioni utili per l inserimento nella classe. Occorre tenere presenti i criteri previsti dall art. 45 del D.P.R /8/1999 che recita: I minori stranieri soggetti all obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all età anagrafica, salvo che il Collegio dei Docenti deliberi l iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto: a. dell ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell alunno, che può determinare l iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella dell età anagrafica; b. dell accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell alunno; c. del corso di studi eventualmente seguito dall alunno nel Paese di provenienza; d. del titolo di studio eventualmente posseduto dall alunno. Per operare la complessa scelta della sezione, la Scuola dovrà considerare una pluralità di fattori (C.M. n.2 dell 8 gennaio 2010): il numero degli alunni la presenza di alunni diversamente abili la presenza di alunni in situazione di disagio socio-ambientale la presenza di altri alunni stranieri, cercando di equilibrare la loro presenza in tutte le classi le risorse orarie, la flessibilità e la progettualità attivate nella classe. INSERIMENTO nella CLASSE Nell interno della classe il clima relazionale, l impatto iniziale spesso segnano in modo profondo le successive tappe dell inserimento. Chi se ne occupa? IL TEAM DEI DOCENTI Cosa fa? a. Programma i percorsi di facilitazione: 1. il percorso previsto per l alfabetizzazione 2. la presenza del mediatore linguistico quando è necessario 3. l utilizzo della contemporaneità 4. l insegnamento individualizzato come momento specifico di rinforzo linguistico 5. l integrazione nella classe promuovendo attività di piccolo gruppo 6. individua modalità di semplificazione o facilitazione linguistica per le discipline 7. affianca all alunno neo arrivato un compagno italiano o straniero che conosce meglio l italiano, per svolgere una funzione di tutor 8. rispetta la fase del silenzio 9. promuove un clima rilassato e piacevole 10. promuove percorsi interculturali rivolti alla classe.

5 Cosa serve? MATERIALI a. Modulistica bilingue per la comunicazione scuolafamiglia b. Pronto soccorso linguistico c. Testi informativi per preparare l accoglienza d. Programmazione, orari, spazi, testi per i laboratori di L2 e. Testi e materiali per i percorsi interculturali f. Biblioteca multiculturale. IL LABORATORIO LINGUISTICO Nell Istituto saranno attivati laboratori linguistici, che hanno come obiettivo principale l insegnamento dell italiano come L2, attraverso programmazioni individualizzate, testi facilitati e l uso delle tecnologie informatiche; si prevede l'organizzazione di gruppi di livello a seconda dei dati che verranno raccolti all'inizio dell'anno scolastico. I LIVELLO: comprende ragazzi arrivati in Italia da poco tempo e che non conoscono l'italiano; II LIVELLO: comprendente ragazzi in Italia da un anno o due, con una maggiore conoscenza linguistica. III LIVELLO: comprende ragazzi già alfabetizzati e in grado di iniziare un percorso di contenuti disciplinari di carattere storico, geografico LA MEDIAZIONE CULTURALE Perché il mediatore culturale? Il mediatore é una figura "ponte" che: avvicina e permette lo scambio: mediazione culturale; consente l accesso a quei significati linguistici e culturali per i quali non basta la semplice traduzione: mediazione linguistica. utilizza i codici linguistici di entrambe le culture La mediazione, dunque, favorisce l integrazione scolastica dei bambini stranieri e la promozione del dialogo e dello scambio interculturale con le famiglie immigrate. L intervento di mediatori culturali, almeno per i gruppi maggiormente rappresentati, potrà permettere di raggiungere i seguenti obiettivi: facilitare l inserimento dei bambini stranieri nella scuola e nella classe; favorire percorsi interculturali; promuovere una maggiore partecipazione dei genitori alla vita della comunità scolastica; PPeer rtaannt too ssi i ccoonnccoor rddaannoo aal lccuunni i oobbi ieet ttivvi i ee aal lccuunnee lil inneeee ddi i innt i teer rvveennt too..

6 1 Obiettivo: Gestire la prima accoglienza: comunicazione con il bambino e i genitori stranieri; ricostruzione storia personale e percorso scolastico precedente. 2 Obiettivo: Favorire l apprendimento della lingua italiana nella comunicazione Interventi in sezione/classe; Partecipazione a feste e iniziative. 3 Obiettivo: Aiutare la comunicazione tra scuola e famiglia: traduzione nella lingua d origine di messaggi, avvisi, documenti scritti che l Istituto deve inviare alle famiglie straniere; presenza del mediatore culturale durante le assemblee di classe e i colloqui individuali; intervento in ogni situazione in cui sono necessari chiarimenti o spiegazioni particolari; collaborazione nelle proposte e nei percorsi didattici interculturali; alfabetizzazione adulti. I RAPPORTI CON IL TERRITORIO L'integrazione dei ragazzi deve realizzarsi in un vasto contesto sociale attraverso un impegno progettuale ed organizzativo basato sulla collaborazione e l'apporto di competenze diverse: per questo la scuola ha bisogno delle risorse presenti sul territorio, della collaborazione con servizi, associazioni, biblioteche; in particolare con l amministrazione locale per costruire una rete di interventi che favorisca l accoglienza, rimuova eventuali ostacoli, promuova la formazione di personale. "La progettualità si realizza attraverso elaborazioni diversificate per livello, competenze e ruoli nella prospettiva di una 'cultura di rete' in grado di corrispondere ad esigenze di organicità e di razionale ed efficace impegno delle risorse" (Circolare ministeriale n.73 del 2/3/94). La Commissione di Accoglienza avrà pertanto il compito di tenere i contatti con i vari Enti per favorire lo scambio di conoscenze e per affrontare tematiche concrete. LA VALUTAZIONE L Art.45 comma 4 del decreto del presidente della repubblica 31 agosto 1999, n. 394 recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, stabilisce: Il collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni, per facilitare l'apprendimento della lingua italiana,

7 utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola. Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzata altresì mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche nell'ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta formativa. Nonostante non ci sia accenno alla valutazione, la logica fa pensare che il possibile adattamento dei programmi comporti un adattamento della valutazione anche in considerazione degli orientamenti generali riguardanti la valutazione, espressi in circolari e direttive che pongono l attenzione sul percorso personale dell alunno. Dalla Linee guida: In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella certificativa si prendono in considerazione il percorso dell alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e l impegno e soprattutto le potenzialità di apprendimento dimostrate. In particolare, nel momento in cui si decide il passaggio o meno da una classe all altra o da un grado scolastico al successivo, occorre fare riferimento a una pluralità di elementi fra cui non può mancare una previsione di sviluppo dell alunno. DI QUI LA NECESSITÀ DI PREDISPORRE UN PIANO PERSONALE DA PARTE DEL TEAM DOCENTI. Altavilla Sil, 18/01/2013 Le docenti Giovanna Formisano Giovanna Zito Cornelia Di Lorenzo

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