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1 UIL CNA Toscana C I S L T o s c a n a Unione Regionale Toscana OSSERVATORIO REGIONALE TOSCANO SULL ARTIGIANATO c o m u n i c a t o s t a m p a Artigianato: ancora in difficoltà servizi ed edilizia. Recupera la moda Continua la difficile congiuntura dell artigianato, soprattutto per le imprese più piccole e per chi lavora solo per il mercato interno. Segnali positivi dal manifatturiero, in particolare dalla concia, pelletteria e calzature. Peggiorano le aspettative per la seconda parte dell anno. Firenze, 20 ottobre 2011 Artigianato toscano ancora in difficoltà nella prima parte del 2011: il miglioramento del quadro macroeconomico ha generato per il momento solo una riduzione della flessione rispetto al primo semestre 2010 (l anno scorso il fatturato aveva registrato il -9,8% fra gennaio e giugno, contro il -5,6% dell anno in corso). Un recupero interessa tuttavia alcuni isolati segmenti del sistema artigiano: si tratta della filiera cuoio-pelletteria (+6,5%), delle imprese manifatturiere che operano sui mercati internazionali (+1,7%), delle aziende maggiormente strutturate (+3,5% per le manifatturiere con almeno dieci addetti). Queste le prime indicazioni del rapporto sulla congiuntura dell artigianato in Toscana (consuntivo 1 semestre 2011 e previsioni 2 semestre 2011), presentata oggi da Unioncamere Toscana. Il giro d affari cala soprattutto nei servizi (-9,7%) e nell edilizia (-9,1%). Nel manifatturiero la contrazione si ferma invece al 2,3%, grazie alla nota positiva del sistema moda (+1,6%) ed al comparto della metalmeccanica, che contiene la variazione negativa al -1,9%. Nel caso della moda, in particolare, le buone perfomances sono da ricondurre al comparto della pelletteria (+6,5%), mentre altri sottosettori, come quello orafo (-10,5%) e quelli legati al sistema-casa (vetro-ceramicalapideo -8,4%; legno-mobili -5,4%), restano fortemente in perdita. Riguardo ai servizi, risultati ancora molto negativi per riparazioni (-13,0%), servizi alle imprese (-12,1%), servizi alle persone (- 8,2%) e trasporti (-7,4%). Difficoltà anche per l edilizia artigiana (-9,1% di fatturato), il cui calo è da ricollegare alle difficoltà che -più generale- sta attraversando l intero settore delle costruzioni. Sono ancora le microimprese, quelle che arrivano ad un massimo di 3 addetti, a subire i maggiori effetti della crisi economica, mentre solo le aziende manifatturiere più grandi presentano variazioni di fatturato positive (+3,5%). Quanto alla suddivisione geografica, secondo i dati elaborati da Unioncamere, l artigianato toscano in questo primo semestre 2011 individua tre macrozone, segnate da andamenti omogenei: Firenze, Massa Carrara e Lucca che contengono le perdite di fatturato sotto il 5% e invertono almeno in parte la tendenza rispetto ai pessimi risultati di un anno fa; Pistoia e Pisa che si attestano su flessioni di 5-6 punti percentuali, riducendo anch esse le perdite rispetto al primo semestre 2010; Siena, Arezzo, Grosseto (da -7,7% a -8,8%) e soprattutto Livorno (-10,0%) che presentano i bilanci più negativi, senza segnalare significative differenze con quanto registrato nella rilevazione di inizio 2010.

2 Buone notizie arrivano per le aziende manifatturiere che esportano, mentre chi s indirizza solo al mercato interno accusa forti difficoltà. Quanto alla tipologia di clientela, va meglio per le imprese che operano perlopiù in subfornitura (-3,8%), sostenute probabilmente dalla capacità di reazione delle aziende più grandi per le quali lavorano, mentre chi si rapporta direttamente con la clientela finale (-5,5%) o -soprattutto- chi lavora solo parzialmente in subfornitura registra performance decisamente più negative (-8,0% di fatturato). La situazione dell occupazione conferma il perdurare dello stato di difficoltà dell artigianato toscano. Molti posti si sono persi durante la fase acuta della crisi internazionale e il timido +1,0% di variazione media degli addetti nei primi sei mesi dell anno non è sufficiente per tornare ai livelli occupazionali pre-crisi, soprattutto per il manifatturiero e l edilizia. Tale recupero interessa inoltre la sola componente autonoma, mentre in ulteriore flessione risulta l occupazione dipendente. Un aspetto preoccupante è legato all andamento degli investimenti, dal momento che le aziende con programmi d investimento in corso scendono al 4,7% dal 12,4% del È plausibile ritenere che l andamento di tale indicatore sia influenzato negativamente dal peggioramento del clima di fiducia degli imprenditori artigiani registrato nel corso della presente rilevazione, in conseguenza di una situazione macroeconomica che, a livello sia nazionale che internazionale, presenta profondi elementi di incertezza: le previsioni sul secondo semestre 2011 rivelano infatti una prevalenza di pessimisti circa l evoluzione attesa nel prossimo futuro (tanto per il fatturato come per l occupazione), fatta eccezione per le aziende della moda (sia cuoio-pelletteria che tessileabbigliamento) e per gli artigiani della trasformazione alimentare. I COMMENTI Da questi dati - afferma l'assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini - possiamo trarre utili spunti. Ad esempio che qualità e innovazione sono essenziali componenti per la crescita. Come Regione abbiamo scelto di incoraggiare la propensione delle imprese ad investire in qualità e innovazione, finanziando le imprese per ricerca, servizi qualificati, tecnologie innovative, riorganizzando il sistema del trasferimento tecnologico, premiando le aziende che si mettono in rete per sopperire alle piccole dimensioni e reggere meglio nella competizione globale. I dati infatti confermano che le piccolissime imprese perdono di più. Ma ci dicono anche che le più dinamiche sono quelle con vocazione all'export. Per questo, fra le iniziative, abbiamo riproposto un bando per favorire l'internazionalizzazione. I risultati delle imprese artigiane esportatrici, che vedono aumentare il loro fatturato, ci conforta nella scelta. Ma dobbiamo purtroppo constatare che le politiche del governo sono in controtendenza: nella manovra infatti, oltre a scelte depressive che avranno l'effetto di dare un ulteriore colpo al sistema produttivo e alla mancanza di una seria politica industriale, è stata decisa la chiusura dell'ice, facendo dell'italia l'unico paese che non ha un'agenzia per la promozione delle sue imprese sui mercati esteri. Dai dati presentati oggi - spiega Roberto Nardi, Presidente della Camera di Commercio di Livorno e Delegato di Unioncamere Toscana per il settore Artigianato appare chiaro che le pesanti eredità strutturali che l artigianato ha accumulato negli ultimi dieci anni costituiscono il principale freno ai tentativi dei nostri imprenditori artigiani di agganciare la ripresa. Due questioni appaiono fondamentali nel pensare ad ulteriori azioni di supporto per il settore. La prima consiste nel favorire l incontro tra artigianato e terziario avanzato e qualificato: le nostre imprese artigiane hanno in molti casi ancora difficoltà nel formulare una domanda di servizi avanzati di carattere evolutivo, finalizzati cioè a supportare processi di sviluppo strategico (individuazione e sviluppo di nuove aree d affari, individuazione di soluzioni per la copertura di competenze oggi carenti nella

3 struttura di impresa) in grado di supportare il proprio posizionamento competitivo nel medio-lungo periodo. In secondo luogo, occorre continuare a intervenire con misure di sostegno per rafforzare la presenza commerciale dell artigianato toscano sui mercati esteri. La capacità di operare sui mercati esteri è infatti decisiva, in questo momento, per garantire migliori performance, ma una recente indagine ha evidenziato che persistono difficoltà nei modelli di internazionalizzazione e di approccio al mercato delle imprese artigiane. Purtroppo la crisi non è alle spalle ma si proietta pericolosamente anche nel prossimo futuro come dimostrano i dati di previsione presentati oggi - dichiara Fabio Giovagnoli, della Segreteria CIGL Regionale Toscana, in rappresentanza delle Federazioni regionali CGIL CISL UIL. Timidi segnali di ripresa vengono dai comparti artigiani aperti alle esportazioni, come il sistema moda, ma l occupazione resta stagnante e ben al di sotto delle soglie del periodo pre-crisi. Una riflessione dovrebbe essere avviata anche sulla qualità stessa del lavoro che subisce i contraccolpi di un incertezza sempre più marcata. In questa prospettiva deve essere mantenuta alta l'iniziativa della Regione a sostegno degli ammortizzatori sociali. Una particolare attenzione deve essere posta sulle politiche finanziarie e creditizie per le piccole imprese che risentono maggiormente della stretta sostenuta in questa fase dalle autorità monetarie e dalle banche. L'intervento che la Regione Toscana, attraverso FIDI, ha messo in campo per sostenere le imprese attraverso le garanzie a sostegno degli investimenti e del lavoro deve avere una continuità anche nel bilancio Le speranze di ripresa sono naufragate nel clima delle incertezze finanziarie mondiali e nella crescente contrazione del mercato interno - dichiara Fabio Banti Presidente Confartigianato Toscana, in rappresentanza di CNA e Confartigianato regionali. L artigianato continua però a garantire l occupazione meglio di altri comparti nonostante il calo generalizzato della propensione ad investire, condizionata dalle difficoltà nell ottenimento dei prestiti e dal pessimismo nelle prospettive per il futuro. Confartigianato e Cna chiedono alla Regione, sempre più coinvolta in interventi di salvataggio e rilancio di imprese industriali, di concentrare gli sforzi su sfide concrete e di aiutare chi vuole investire sul futuro della Toscana e questo vuol dire aiutare soprattutto la piccola impresa. Uffici stampa Dorado Communications Franco Natali ufficiostampa@doradocom.com franco.natali@tos.camcom.it tel tel Info lauretta.ermini@tos.camcom.it tel

4 La congiuntura dell artigianato in Toscana Consuntivo 1 semestre 2011 Previsioni 2 semestre 2011 Ufficio Studi Ottobre 2011

5 Indice 1. Sintesi introduttiva La Congiuntura dell Artigianato in Toscana nel 1 semestre Fatturato Occupazione Dinamica delle imprese artigiane Investimenti Dinamica del credito alle imprese artigiane Le Previsioni per il 2 semestre Appendice statistica...25 Nota Metodologica...29 Redazione: Lauretta Ermini e Riccardo Perugi (cap. 1), Lauretta Ermini (cap. 2, cap. 3, appendice statistica), Silvia Pincione (par. 2.5), Claudia Daurù (nota metodologica) Coordinamento: Riccardo Perugi L analisi qui presentata è stata condotta nell ambito dell Osservatorio Regionale sull Artigianato della Toscana, realizzato da Regione Toscana ed Unioncamere Toscana. UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 2

6 La Congiuntura dell artigianato in Toscana Consuntivo 1 semestre 2011 Previsioni 2 semestre Sintesi introduttiva La presente rilevazione, riferita all andamento congiunturale delle imprese artigiane toscane nel corso del primo semestre 2011, si inserisce all interno di uno scenario di riferimento caratterizzato dal proseguimento della fase di ripresa dell economia mondiale iniziata nel secondo trimestre del 2009, dopo la pesante recessione innescata sul finire del 2008 dalla trasmissione degli effetti della crisi finanziaria all economia reale. Come segnalato dai principali centri di ricerca internazionali, tuttavia, tale recupero presenta forti asimmetrie ed una significativa divaricazione nei tassi di crescita fra economie avanzate e paesi emergenti. Con il trascorrere dei mesi, inoltre, gli indicatori congiunturali disponibili sono concordi nel segnalare per le aree maggiormente sviluppate -e soprattutto per l Area dell Euro- un progressivo rallentamento in conseguenza di crescenti fattori di incertezza determinati da condizioni strutturali avverse -esigenze di risanamento dei bilanci pubblici e persistente debolezza del mercato del lavoro in primis- e dalla conseguente stagnazione della domanda interna. Tale situazione, in particolare, contraddistingue la fase ciclica attraversata dall Italia, che ha visto una graduale riduzione della crescita tendenziale del prodotto interno lordo nel passaggio dal IV trimestre 2010 (+1,5%) al II trimestre dell anno corrente (+0,8%). Per quanto riguarda il periodo aprile-giugno, tale recupero è stato ancora determinato principalment-e da un favorevole andamento dell export (+5,4%), in parte compensato da una parallela crescita delle importazioni (+4,5%), mentre su tassi più contenuti si è collocata la spesa delle famiglie (+1,1%) e l andamento degli investimenti fissi lordi (+0,6%), ed in diminuzione si è rivelata l evoluzione della spesa pubblica (-0,2%). Si tratta di un quadro che ha continuato a favorire i settori maggiormente proiettati all estero, ed in particolare l industria in senso stretto (al netto cioè dell edilizia, valore aggiunto +1,8%), mentre decisamente più modesta è stata la crescita dei servizi (+0,8%) e dell agricoltura (+0,5%), e l edilizia è stata interessata da una ulteriore contrazione (-0,6%). L economia della Toscana, che rispetto alla media nazionale era stata caratterizzata da una decrescita minore nella fase più acuta del periodo di recessione, si sta parimenti caratterizzando per una minore spinta nell attuale fase di ripresa, soprattutto con riferimento alle aree più dinamiche del Paese. I dati provenienti da altre rilevazioni congiunturali evidenziano inoltre come anche all interno del sistema manifatturiero regionale, attualmente il più dinamico grazie al traino dei mercati esteri, si mantengano forti divari di performance tra imprese esportatrici e imprese che operano esclusivamente sul mercato interno: la ripresa, oltre che debole ed incerta, resta dunque circoscritta ad un nucleo relativamente ristretto di imprese, mentre una larga parte del tessuto economico-produttivo è ancora invischiata nei bassifondi di un dopo-crisi che -per molti- non è ancora di fatto cominciato. Se questa è la situazione generale, il quadro che esce dall indagine sul I semestre 2011 è quella di un artigianato toscano ancora in difficoltà, e che chiude i primi sei mesi dell anno corrente all insegna di un ulteriore riduzione del fatturato. La variazione media, pari al 5,6% su base tendenziale, è tuttavia più contenuta rispetto a quella registrata al termine del primo semestre 2010 (-9,8%), evidenziando pertanto una attenuazione dei segnali recessivi. Gli spunti positivi sono avvertiti soprattutto all interno del settore manifatturiero, dove cresce la quota di imprese che ha fatto registrare un incremento del proprio volume d affari, passata al 17,6% dal 4,4% del I semestre Anche in questo caso, tuttavia, il bilancio resta nel complesso di segno negativo, anche se la contrazione si ferma al 2,3% grazie in particolare alla positiva UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 3

7 performance del sistema moda (+1,6%) e ad una flessione della metalmeccanica che resta su livelli contenuti (-1,9%). Il buon andamento del settore moda è riconducibile, come già nel 2010, soprattutto al comparto del cuoio-pelletteria-calzature (+6,5%), mentre nel resto del manifatturiero sia l oreficeria (-10,5%) che le produzioni legate al sistema-casa (vetro-ceramicalapideo -8,4% e legno-mobili -5,4%) si confermano le attività più in difficoltà. Su queste ultime, in particolare, pesa il persistente ciclo negativo del settore delle costruzioni, cui si conformano anche le imprese artigiane operanti nell edilizia (-9,1%). Ancora superiore, infine, il calo registrato nei servizi (-9,7%), con un nuovo peggioramento che vede accomunati tanto i segmenti di offerta che si rivolgono principalmente ad altri settori economici (servizi alle imprese -12,1% e trasporti -7,4%) che quelli che riguardano prevalentemente le famiglie (servizi alla persona -8,2% e riparazioni -13,0%). La contrazione del fatturato si concentra principalmente nelle aziende di minori dimensioni (1-3 addetti): ciò avviene tendenzialmente per tutti i settori, ma il settore manifatturiero mostra una più chiara relazione fra una maggiore strutturazione d impresa e performance economiche. Le imprese artigiane manifatturiere con almeno 10 addetti, infatti, presentano variazioni di fatturato che si rivelano addirittura positive (+3,5%), in virtù una più elevata capacità competitiva e di una maggiore propensione ad operare sui mercati internazionali. Anche le imprese esportatrici, infatti, sono state in grado di conseguire un significativo incremento di fatturato (+1,7% per le manifatturiere che collocano all estero oltre il 50% del proprio giro d affari), mentre le imprese manifatturiere non esportatrici accusano un calo del 4,7%. Risultati all export in genere favorevoli riguardano inoltre la maggior parte delle attività manifatturiere, mentre l unico comparto a registrare un aumento di fatturato sul mercato interno è quella della concia, pelli e calzature. Per quanto riguarda la tipologia di clientela, sono per lo più le imprese che operano prevalentemente in subfornitura a registrare perdite di fatturato meno pesanti (-3,8%): si tratta spesso di realtà aziendali a forte specializzazione e caratterizzate da elevati livelli qualitativi delle produzioni realizzate, posizionate inoltre all interno di filiere in cui -non di rado- è possibile beneficiare della capacità di reazione e del ruolo di traino esercitato da imprese leader committenti maggiormente strutturate. Le imprese che operano interamente in conto proprio, rivolgendosi dunque direttamente al mercato finale, registrano invece un calo più sostenuto (- 5,5%), mentre la situazione più critica è evidenziata dalle aziende caratterizzate da un offerta mista (fatturato -8,0% per quelle che realizzano in subfornitura una quota inferiore al 50%). A livello territoriale, i risultati di quest ultima rilevazione evidenziano tre diversi raggruppamenti provinciali: Prato, Firenze, Massa Carrara e Lucca contengono le perdite di fatturato sotto il 5% e recuperano posizioni rispetto ai pessimi risultati di dodici mesi prima, quando registravano perdite intorno al 9-10%; Pistoia e Pisa registrano flessioni intorno alla media regionale (5-6%), contenendo anch esse le perdite registrate nel 1 semestre 2010 (-10 punti percentuali e oltre); Siena, Arezzo, Grosseto (da -7,7% a -8,8%) e -soprattutto- Livorno (-10,0%) presentano infine i bilanci maggiormente negativi, non evidenziando differenze significative di andamento rispetto a quanto registrato nello stesso periodo dell anno precedente. La dinamica degli addetti sembra in parte contraddire quanto fin qui detto con riferimento il perdurare dello stato di difficoltà dell artigianato toscano. Gli occupati alle imprese artigiane sono infatti cresciuti del +1,0% nei primi sei mesi dell anno, ma a tale riguardo occorrono due UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 4

8 importanti precisazioni: la prima riguarda il confronto con i livelli pre-crisi, nella misura in cui i livelli degli organici aziendali restano comunque al di sotto del 2,9% rispetto alla situazione registrata nel I semestre La seconda attiene invece alla natura degli occupati: altre indagini evidenziano infatti come -con riferimento alla sola componente dipendente- i saldi occupazionali siano destinati a rimanere in terreno negativo nel corso del 2011 per circa mille unità (fonte: Unioncamere Nazionale-Ministero dello Sviluppo Economico, Sistema Informativo Excelsior). La crescita occupazionale sembra dunque concentrarsi interamente sulla componente autonoma degli addetti, ed una conferma in tal senso sembra provenire anche dalla tenuta numerica del tessuto imprenditoriale artigiano. Il sistema delle imprese artigiane della Toscana è infatti tornato a crescere, seppur di poco (+0,2% per un incremento di 182 unità in termini assoluti), grazie al combinato disposto di un leggero incremento del tasso di natalità imprenditoriale e di una più sensibile riduzione del tasso di mortalità. L incremento registrato resta comunque al di sotto rispetto a quanto rilevato per l insieme delle aziende non artigiane (+1,8% nello stesso periodo), evidenziando pertanto una minore vivacità imprenditoriale in termini comparati. Va inoltre tenuto presente che tale dinamica è strettamente legata al contributo dell imprenditoria straniera, come testimonia il fatto che incrementi significativi si registrano a Firenze nel settore pelli-calzature ed a Prato nel tessile-abbigliamento. Un segnale decisamente preoccupante proviene poi dagli investimenti, dal momento che la quota di aziende con programmi d investimento in corso scende al 4,7% dal 12,4% di un anno fa. Il brusco calo di aziende che investono accomuna tutti i settori di attività, ma si fa sentire in modo particolare nel settore dell edilizia e nella meta-meccanica, dove nel corso dell ultimo anno tale quota è scesa rispettivamente dal 10,0% all 1,5% e dal 20,2% al 6,7%. Anche in questo caso, la variabile dimensionale sembra comunque una variabile decisiva nello spiegare le performance delle imprese su tale piano, dal momento che la quota di imprese investitrici sul totale è pari a solo il 3,6% nella classe da 1 a 3 addetti, salendo invece fino al 15,3% per le imprese con almeno 10 addetti, raggiungendo il 29,3% nel comparto delle altre manifatturiere ed il 26,6% nel sistema moda. Sulla propensione ad investire sembrano peraltro incidere negativamente aspettative imprenditoriali che, malgrado un inizio d anno meno negativo rispetto alla passate rilevazioni, tornano a peggiorare: le previsioni sull andamento del fatturato nel II semestre 2011 parlano di un nuovo deterioramento del clima di fiducia degli operatori artigiani, probabilmente indotto da una situazione economica che -come già detto in apertura- mostra sensibili segnali di rallentamento e una crescente incertezza circa gli sviluppi futuri. Gli stessi indicatori del credito evidenziano del resto come la concessione di finanziamenti all artigianato abbia conosciuto in Toscana una nuova battuta d arresto: a giugno del 2011, l andamento dei prestiti netti faceva infatti segnare una nuova flessione (-1,6%), sebbene più contenuta rispetto al -3,5% rilevato a dicembre UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 5

9 2. La Congiuntura dell Artigianato in Toscana nel 1 semestre Fatturato I dati sull andamento del fatturato dell artigianato toscano, al termine del primo semestre 2011, sono ancora negativi, a testimonianza del fatto che la grave recessione del 2009 non ha ancora cessato di far sentire i propri effetti. La perdita media di fatturato del comparto artigianale è del 5,6% in termini tendenziali e, sebbene sia più contenuta di quella registrata al termine del primo semestre 2010 (-9,8%), rimane comunque di rilevante entità (grafico 1). GRAFICO 1 Andamento del fatturato artigiano nel 1 semestre 2011 Variazioni percentuali rispetto al 1 semestre 2010 TOTALE ARTIGIANATO -5,6 SERVIZI EDILIZIA -9,7-9,1 MANIFATTURIERO -2,3 altre manifatturiere -6,4 metalmeccanica -1,9 sistema moda 1,6 I dati sono negativi per tutti i macrosettori, ma se i servizi (-9,7%) e l edilizia (-9,1%) presentano bilanci ancora molto preoccupanti, il manifatturiero riesce invece a contenere le perdite di fatturato rispetto al primo semestre del 2010 (-2,3%). All interno di tale comparto, la variazione più negativa riguarda anche stavolta le altre imprese manifatturiere (-6,4%), mentre la metalmeccanica limita la flessione (-1,9%) dopo il pesante -7,8% del primo semestre In positivo invece il sistema moda (+1,6%) che, dopo un lungo periodo di continua contrazione del proprio volume d affari, mostra un consolidamento degli andamenti positivi che si erano concretizzati già nel corso del Grazie ad una più elevata propensione all export, il recupero del ciclo economico internazionale è in effetti andato a beneficio soprattutto del sistema manifatturiero artigiano, come mostra chiaramente l innalzamento della quota di imprese che hanno dichiarato un aumento di fatturato (grafico 2). Se a metà 2009 solo il 4,4% delle aziende era in grado di difendere con efficacia le quote di mercato precedentemente acquisite, tale incidenza è adesso salita al 17,6%. Nuova e preoccupante inversione di tendenza, invece, per i servizi e, soprattutto, per l edilizia, con il primo macrosettore che vede scendere al 7,7% il gruppo delle imprese che segnalano un incremento di fatturato, ed il secondo che raggiunge il minimo storico con appena il 5,0%. 1 Si noti che, oltre al fatturato, anche gli andamenti della produzione manifatturiera (saldo aumentidiminuzioni pari a -19,9 punti percentuali) e degli ordinativi (-28,1 p.p.) risultano negativi in tutte le province e, seppure con intensità diverse, in tutti i sottosettori, ad esclusione della concia-pelli-calzature che esprime un saldo della produzione pari a +3,7 p.p. e un saldo degli ordinativi pari a +6,1 p.p. (per maggiori dettagli, cfr. tabelle 1-2 in appendice). UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 6

10 GRAFICO 2 Imprese con fatturato in aumento rispetto all'anno precedente Incidenza % sul totale manifatturiero servizi edilizia totale artigianato sem sem sem sem sem.2011 Dall andamento dei saggi di variazione del volume d affari degli ultimi cinque anni appare evidente come le perdite di fatturato subite dall artigianato toscano durante la recente crisi internazionale si innestino su una situazione che già in precedenza evidenziava rilevanti criticità (grafico 3). Se il settore manifatturiero, più pesantemente investito dalla crisi rispetto agli altri comparti, mostra negli ultimi due anni un evidente percorso di risalita, non altrettanto sembra potersi dire per il resto dell economia artigiana. GRAFICO 3 Andamento del fatturato nei macro-settori artigiani: serie storica Variazioni % rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente Manifatturiero Edilizia Servizi -2,3-4,5-4,5-4,8-9,0-7,7-9,3-8,6-8,4-9,1-9,7-12,3-12,4-13,1-22,8 1 sem sem sem sem sem.2011 Edilizia e servizi, che avevano retto meglio alla difficile fase congiunturale nel biennio , non sono successivamente riusciti a recuperare terreno, ed a metà del 2011 risultano ancora in forte difficoltà. In entrambi i casi pesa su tali performance una domanda interna che UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 7

11 resta particolarmente debole, sia nella componente privata che -soprattutto nel caso delle costruzioni- in quella pubblica. Si osservi inoltre che mentre nel periodo pre-crisi tutti e tre i macrosettori artigiani mostravano contrazioni di fatturato più o meno equivalenti, successivamente si sono aperti ampi differenziali che sono andati inizialmente a sfavore del manifatturiero, invertendosi successivamente di segno: adesso, il gap fra aziende edili e dei servizi con quelle manifatturiere è infatti di ben sette punti percentuali. Scendendo nel dettaglio dei sub-settori artigiani (grafico 4), solo il sistema moda evidenzia un andamento positivo (+1,6%): ciò è imputabile all ottimo risultato del comparto concia, pelli e calzature (+6,5%), mentre le aziende del tessile, abbigliamento e maglieria continuano a registrare una riduzione del proprio giro d affari (-2,3%). La metalmeccanica, sebbene tuttora in territorio negativo, limita le perdite (-1,9%) e riassorbe in maniera decisa il dato negativo registrato un anno fa (nel primo semestre 2010 il fatturato diminuiva del 7,8%), lasciando intravedere la possibilità di una prossima svolta positiva del ciclo congiunturale. GRAFICO 4 Andamento del fatturato artigiano per settore e comparto - 1 semestre 2011 Variazioni % rispetto al 1 semestre 2010 Concia, pelle, calzature Tessile, maglieria, abbigliamento SISTEMA MODA METALMECCANICA Alimentari Legno e mobili Manifatture varie Oreficeria Vetro, ceramica, lapideo ALTRE MANIFATTURIERE MANIFATTURIERO EDILIZIA Riparazioni Trasporti Servizi alle imprese Servizi alle persone SERVIZI TOTALE ARTIGIANATO -4,5-5,4-4,8-10,5-8,4-6,4-9,1-12,8-7,4-12,1-8,2-9,7-5,6-2,3-1,9-2,3 1,6 6,5 All interno del manifatturiero sono pertanto i restanti comparti ad accusare performance ancora pesantemente in rosso. Il peggior risultato viene dalle aziende orafe, che perdono il 10,5% del loro giro d affari (-12,2% a giugno 2010), ma anche il vetro, ceramica e lapideo (-8,4%) e le lavorazioni del legno e mobili (-5,4%) evidenziano flessioni consistenti, in parte sull onda di un ciclo dell edilizia che -come detto- non mostra per ora segni di inversione rispetto ad trend negativo che perdura ormai da ultimi anni. Più contenute, infine, le perdite per le attività della trasformazione alimentare (-4,5%), generalmente caratterizzate da una evoluzione meno marcatamente ciclica rispetto agli altri UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 8

12 comparti manifatturieri. In questo caso occorre tuttavia evidenziare che l andamento negativo fa seguito a risultati che, nel recente passato, sono stati di segno positivo: altre indagini rivelano che in qualche misura ciò è dovuto ad uno shift nei comportamenti dei consumatori che, a seguito di una riduzione del proprio potere d acquisto, stanno rimodulando il paniere di prodotti alimentari acquistati verso beni a prezzo più contenuto, anche se di qualità inferiore 2. Fra i sub-settori dei servizi, analogo processo di declino sembra proseguire sia per le attività delle riparazioni, che con una diminuzione del fatturato di quasi 13 punti percentuali peggiorano la situazione già molto critica di un anno prima (-9,7% a giugno 2010), che per i servizi alle imprese (-12,1% dopo il -9,6% di gennaio-giugno 2010). Del resto, neppure gli altri comparti fanno molto meglio, riportando tanto nel caso dei servizi alle persone (-8,2%) che nei trasporti (-7,4%) perdite di fatturato tutt altro che trascurabili. L andamento decisamente negativo dei servizi alle imprese appare tuttavia particolarmente sorprendente, dal momento che andamenti negativi caratterizzano tanto la componente dei servizi operativi che quella dei servizi avanzati, ed in considerazione del fatto che la migliore situazione attraversata dal sistema industriale regionale 3 poteva lasciar supporre una capacità di traino anche verso attività terziarie che si rivolgono -tipicamente- ad una clientela costituita da altre imprese. GRAFICO 5 Andamento del fatturato per macrosettori e classi dimensionali - 1 sem Variazioni % rispetto al 1 semestre 2010 Manifatturiero Edilizia Servizi 3,5-2,6-3,3-2,9-5,5-3,8-3,0-4,6-9,3-10,9-11,6-7,8 1-3 addetti 4-5 addetti 6-9 addetti oltre 9 addetti In analogia con i risultati delle precedenti edizioni dell indagine, la contrazione del fatturato si concentra principalmente nelle aziende di minori dimensioni (1-3 addetti): ciò avviene tendenzialmente per tutti i settori, ma in modo particolare per l edilizia e per i servizi (grafico 5). Passando alle classi dimensionali superiori si osserva in generale un progressivo miglioramento dei risultati: tale aspetto è meno evidente nei servizi (dove a partire dalla soglia dei quattro addetti non si evidenziano particolari differenziali fra una classe dimensionale e la 2 Cfr. Unioncamere Toscana, La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in Toscana. Consuntivo 2 trimestre 2011 Aspettative 3 trimestre 2011, Ufficio Studi Note e approfondimenti (settembre 2011). Si evidenzia, a tale proposito, come le vendite al dettaglio di prodotti alimentari in esercizi specializzati sono cresciute (a valori correnti) ad una media annua di circa l 1% nel , sono rimaste sostanzialmente stabili nel 2008 (-0,1%), e sono diminuite ad una media annua dell 1,9% nel , proseguendo nella flessione nella prima metà del 2011 (-2,1% nel primo trimestre, -1,4% nel secondo). 3 Si veda a tale riguardo Unioncamere Toscana, Confindustria Toscana, La congiuntura manifatturiera in Toscana. Consuntivo I trimestre 2011 Aspettative II trimestre 2011, Impresa Toscana n (agosto 2011). UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 9

13 successiva), mentre risulta particolarmente marcato in ambito manifatturiero, dove le imprese con almeno 10 addetti presentano variazioni di fatturato addirittura positive (+3,5%). L analisi territoriale (grafico 6) sottolinea come le variazioni di fatturato dell artigianato siano nel complesso negative in tutte le province toscane, anche se con notevoli differenze da un caso all altro: mentre Prato (-3,7%) contiene le perdite al di sotto dei quattro punti percentuali, Livorno registra una flessione del 10,0% che risulta la più elevata in ambito regionale. Se dall indagine svolta nel primo semestre del 2010 emergeva come il calo di fatturato fosse più o meno omogeneo fra tutte le province toscane, i risultati di quest ultima rilevazione evidenziano invece tre diversi raggruppamenti: Prato, Firenze, Massa Carrara e Lucca contengono le perdite di fatturato sotto il 5%, recuperando posizioni rispetto ai pessimi risultati di dodici mesi fa, quando registravano perdite tendenziali intorno al 9-10%; Pistoia e Pisa registrano flessioni attorno ai valori medi regionali, migliorando anche in questo caso sensibilmente rispetto alle più pesanti perdite registrate nel 1 semestre 2010, che superavano i 10 punti percentuali; Siena, Arezzo, Grosseto (da -7,7% a -8,8%) e -soprattutto- Livorno (-10,0%), che presentano i bilanci più decisamente negativi, non ravvisando inoltre grandi differenze con l anno precedente. In generale, i raggruppamenti proposti mettono in luce come -in questa fase- sia soprattutto l area meridionale della Toscana ad evidenziare segnali di maggiore sofferenza, mentre le province collocate nella parte settentrionale della regione riportano risultati mediamente meno negativi. Questa seconda area, in particolare, ospita la maggior parte dei cluster produttivi più importanti della Toscana (distretti e non), ed è caratterizzata da una più elevata incidenza della componente manifatturiera a carattere artigianale, beneficiando pertanto in misura più accentuata degli effetti positivi conseguenti alla ripresa della domanda internazionale. GRAFICO 6 Andamento del fatturato per provincia - 1 semestre 2011 Variazioni % rispetto al 1 semestre 2010 Totale Artigianato di cui: Manifatturiero 0,1 0,1-0,9-2,1-2,5-2,0-2,3-3,7-4,3-4,5-4,7-4,8-5,6-5,5-5,9-6,2-5,6-7,7-7,9-8,8-7,6 PO FI MS LU PT PI SI AR GR LI TOS -10,0 A livello di singolo macrosettore, inoltre, il fatturato manifatturiero mostra una capacità di tenuta sia a Firenze che a Pisa (+0,1%), mentre risulta in calo soprattutto a Livorno (-7,6%) e ad UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 10

14 Arezzo (-6,2%). Le attività legate all edilizia producono invece un leggero aumento del giro d affari esclusivamente in provincia di Massa-Carrara (+0,4%), mentre i dati negativi registrati nelle altre aree della Toscana arrivano a toccare il -16,2% in provincia di Pisa (-16,2%). Per quanto riguarda le attività dei servizi, infine, il bilancio è negativo in tutte le province, passando dal -4,6% di Pisa al crollo di Massa-Carrara (-26,0%). Analizzando l andamento del fatturato artigiano in base alla maggiore o minore propensione ad operare sui mercati esteri (grafico 7), si evidenzia come le aziende artigiane che esportano di più abbiano fatto registrare un incremento del fatturato (+2,1%), a differenza delle imprese non esportatrici -che accusano un calo del 7,2%- e di quelle che esportano meno del 50% del proprio fatturato (-0,9%). Il discorso vale soprattutto restringendo l analisi al solo settore manifatturiero, dove la presenza sui mercati esteri costituisce -indipendentemente dalla maggiore o minore proiezione internazionale- una discriminante di fondamentale importanza per distinguere le imprese con volume d affari in crescita da quelle che registrano un fatturato in contrazione. Le aziende che non esportano riportano infatti una flessione del 4,7% a fronte di un incremento di analoga entità sia per le imprese prevalentemente esportatrici (+1,7%) che per le aziende debolmente esportatrici (+1,6%). Da segnalare inoltre che l unico comparto manifatturiero a conseguire risultati negativi sia sul mercato domestico che su quelli internazionali è l oreficeria (-6,8% per le imprese orafe prevalentemente esportatrici): fra gli altri, tuttavia, solo la concia, pelli e calzature ha fatto registrare un aumento di fatturato anche sul mercato interno (+4,8%). Anche nei servizi, inoltre, le imprese che esportano oltre 50% del proprio fatturato registrano un andamento positivo, grazie esclusivamente a quelle operanti nel comparto dei trasporti (+10,1%). Resta da sottolineare che la quota di fatturato artigiano proveniente dai mercati esteri incide solo per il 9,7% sul complessivo volume d affari (il 6,1% nei servizi), e che anche nel manifatturiero tale incidenza non supera il 16,6% (22,3% nella moda): di qui l importanza della ripresa della domanda interna, dal momento che il mercato locale genera il 74,0% dei ricavi delle imprese artigiane (il 59,1% nel caso del manifatturiero) e quella nazionale (extraregionale) il 16,3% (manifatturiero 24,3%). GRAFICO 7 Andamento del fatturato per tipologia di mercato - 1 semestre 2011 Variazioni % rispetto al 1 semestre 2010 Totale Artigianato di cui: Manifatturiero 1,6 2,1 1,7-0,9-4,7-7,2 imprese che non esportano imprese che esportano fino al 50% del fatturato imprese che esportano più del 50% del fatturato Analizzando infine i dati per tipologia di clientela (grafico 8), sono invece le imprese che operano perlopiù in subfornitura a registrare perdite di fatturato meno pesanti (-3,8%): tale situazione interessa peraltro soprattutto il settore manifatturiero, dove le imprese prevalentemente subfornitrici realizzano una situazione di sostanziale stazionarietà (-0,3%) UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 11

15 rispetto al Queste imprese, verosimilmente, sono sostenute dalla capacità di reazione delle aziende committenti per le quali lavorano, spesso costituite da imprese di maggiore dimensione ed in grado di connettere con successo la propria rete locale di fornitori ai mercati di sbocco internazionali, incorporando nei propri prodotti i componenti ed i semilavorati da questi realizzati. GRAFICO 8 Andamento del fatturato per tipologia di clientela - 1 semestre 2011 Variazioni % rispetto al 1 semestre ,8-5,5-8,0 solo mercato finale subfornitura fino al 50% subfornitura oltre il 50% Occorre a questo proposito ricordare che, nella prima parte dello scorso decennio, i rapporti dell Osservatorio avevano più volte evidenziato come fossero allora proprio le imprese subfornitrici ad accusare le maggiori difficoltà competitive, e che quanto registrato dalla presente rilevazione mostra pertanto una situazione capovolta rispetto ad alcuni anni fa. Benché ciò necessiti di maggiori approfondimenti e di ulteriore conferme, è plausibile ritenere che la forte selezione verificatasi nel corso degli Anni Zero nella rete regionale di subfornitura -in conseguenza della progressiva trasformazione degli assetti produttivi e del graduale allentamento delle relazioni inter-impresa che in precedenza caratterizzavano le aree distrettualiabbia determinato un riposizionamento delle imprese di subfornitura esistenti verso segmenti di più elevata qualità ed a maggiore specializzazione, con una conseguente evoluzione dei propri modelli di business. Gli artigiani che si rivolgono esclusivamente al mercato finale (sia questo costituito da aziende o da famiglie) registrano invece un calo più sostenuto (-5,5%): l aspetto maggiormente critico, in questo caso, sembra costituito dal fatto che la capacità di mettere in campo politiche commerciali e distributive in grado di posizionare adeguatamente i propri prodotti sui mercati finali è diventata -nel corso degli ultimi anni- un aspetto cruciale per affrontare adeguatamente la competizione internazionale. In questo senso, varie indagini evidenziano come le piccole e micro imprese artigiane rivelino un gap competitivo sotto tale profilo, non riuscendo in molti casi a gestire adeguatamente quelle leve aziendali in grado di assicurare la necessaria visibilità e appeal -presso la clientela finale- alle produzioni realizzate, ad esempio attraverso investimenti sul marchio, sulla comunicazione, sulla scelta dei canali distributivi in grado di veicolare più efficacemente la propria offerta 4. La situazione maggiormente critica riguarda, tuttavia, le aziende che presentano un più articolato mix di produzioni in contro proprio ed in 4 Cfr. ad es. Marco Ricchetti e Andrea Manuelli (a cura di), Moda artigiana toscana e mercati esteri: il caso della distribuzione britannica e tedesca, Osservatorio Regionale Toscano sull Artigianato (2010). UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 12

16 conto terzi (fatturato -8,0%): l attuale situazione competitiva sembra dunque indirizzare gli operatori ad una scelta più netta fra una caratterizzazione più netta del proprio modello di business sotto il profilo considerato Occupazione La dinamica occupazionale rivela una situazione solo in parte diversa rispetto a quanto detto in precedenza a proposito del fatturato. Sebbene la variazione media degli addetti sia stata pari al +1,0% nei primi sei mesi dell anno, tale incremento va contestualizzato rispetto ad alcuni fattori che ne riducono la portata di segno positivo. In primo luogo si osserva infatti che, guardando la situazione rispetto al periodo pre-crisi, l artigianato ha nel suo complesso recuperato solo in parte i livelli occupazionali persi dalla fine del 2007, collocandosi tuttora al di sotto del 4,6% rispetto a tale data di riferimento (grafico 9). GRAFICO 9 Andamento degli addetti per macrosettore Numeri indice base 2007 = Manifatturiero Edilizia Servizi Totale Artigianato In secondo luogo, tale recupero sembra inoltre interessare, per il momento, solo l occupazione indipendente. Il Sistema Informativo Excelsior sul mercato del lavoro, condotto da Unioncamere Nazionale in collaborazione con il Ministero del Lavoro, evidenzia infatti che il saldo fra entrate e uscite degli addetti alle imprese artigiane toscane -con riferimento alla sola occupazione dipendente- è destinato a rimanere in terreno negativo durante tutto l anno in corso, con una perdita netta di circa mille posti di lavoro fra gennaio e dicembre ed una variazione attesa del -0,8% rispetto al A livello di macrosettore, si osserva poi che dal recupero occupazionale resta esclusa l edilizia (-0,1% nel primo semestre 2011), con un indice che rispetto ai livelli pre-crisi si colloca al di sotto del 7,3%. Un incremento degli organici aziendali viene rilevato per gli altri macrosettori: nel caso del manifatturiero, la variazione rilevata (+1,4%) non è tuttavia sufficiente a compensare le perdite degli ultimi anni (-4,7% rispetto a fine 2007), mentre diversa è la situazione dei servizi. In questo caso, infatti, il più sostenuto aumento occupazionale (+2,2%) è 5 L incremento dell occupazione autonoma sembra invece confermata dai dati di demografia imprenditoriale che, come vedremo al paragrafo successivo, segnalano un incremento del numero di imprese artigiane registrate agli archivi delle Camere di Commercio. UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 13

17 in grado di riportare il livello degli addetti poco al di sotto dei valori raggiunti prima dell avvio della fase recessiva. L apparente dicotomia fra andamenti economici (fatturato in forte calo) e andamento degli occupati (incremento relativamente elevato) nei servizi artigiani è certamente un aspetto da approfondire e verificare nel corso delle prossime rilevazioni: al momento è lecito supporre che, in virtù di più basse barriere all entrata, i comparti dei servizi raccolgano una parte degli occupati fuoriusciti da altri settori 6. Almeno in parte, tale crescita potrebbe tuttavia essere legata anche ad altri fattori, ed in particolare a più diffusi processi di esternalizzazione di tali attività da parte delle imprese di altri settori economici. Se consideriamo la variazione degli occupati nel semestre in esame, e la scomponiamo in funzione delle diverse classi dimensionali (grafico 10), il leggero calo dell edilizia è comunque concentrato esclusivamente nelle imprese più piccole (-1,7% per le imprese fino a 3 addetti). Per quanto riguarda servizi e manifatturiero l incremento risulta invece generalizzato, ma mentre nel secondo caso tale aumento risulta concentrato nelle imprese di maggiori dimensioni (+2,1% per quelle con almeno dieci addetti), nel primo caso la crescita è più sostenuta nelle classi dimensionali intermedie (+3,3% per la classe 4-5 addetti, +3,7% per quella da 6 a 9). GRAFICO 10 Andamento degli addetti per macrosettore e dimensione aziendale Variazioni % al rispetto al Manifatturiero Edilizia Servizi Totale Artigianato 3,3 3,3 3,7 2,9 1,0 2,0 0,1 2,1 0,8 1,5 0,5 2,1 2,0 0,9 0,1 1,4 2,2 1,0-0,1-1,7 Fino a addetti 6-9 addetti 10 e oltre Totale Nella valutazione degli andamenti occupazionali occorre tuttavia tenere presente, come già rimarcato nei precedenti rapporti d indagine, che nel caso dell artigianato -prevalentemente costituito da microimprese- è possibile che una parte della variazione occupazionale non sia colta attraverso la rilevazione congiunturale qui presentata, e che ciò riguardi soprattutto andamenti di segno negativo. Si deve infatti tener presente che, soprattutto nel caso di piccole aziende prive di dipendenti, una riduzione degli addetti corrisponda in sostanza alla scomparsa stessa dell azienda: quando ciò si verifichi, l impresa esce dalla rilevazione (che per sua natura si rivolge ad imprese esistenti al momento dell indagine) e la conseguente riduzione di occupati non viene così colta, introducendo un bias nel risultato finale. Tale distorsione, ed il conseguente rischio di errore, è tanto più elevato oggi nella misura in cui risulta più marcata la pressione selettiva della crisi e -di conseguenza- i fenomeni di mortalità aziendale. 6 Anche in questo caso, come detto alla nota precedente, si rimanda agli andamenti di demografia imprenditoriale del paragrafo seguente, che evidenzia proprio nei servizi la crescita più sostenuta fra i tre macrosettori considerati. UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 14

18 Le province dove nei primi sei mesi del 2011 si registrano incrementi più consistenti di addetti (dal +3,7% al +3,1%) sono Pisa, Arezzo e Massa Carrara, mentre in quelle di Grosseto, Pistoia e Prato il numero di occupati in aziende artigiane continua a diminuire (con variazioni comprese fra il -0,7% ed il -0,2%). Livorno e Firenze evidenziano invece variazioni leggermente positive (+0,8% e +0,4% rispettivamente), e Siena e Lucca segnalano una situazione occupazionale complessivamente stabile (grafico 11). GRAFICO 11 Andamento degli addetti per provincia Variazioni % al (rispetto al ) 3,7 3,4 3,1 0,8 0,4 0,1 0,0 1,0-0,2-0,5-0,7 PI AR MS LI FI SI LU PO PT GR TOS A livello di macrosettori, le flessioni maggiori si registrano nelle province di Prato e Firenze per quanto riguarda l edilizia, ed in quelle di Massa-Carrara e Lucca relativamente al manifatturiero. Gli addetti artigiani del terziario, viceversa, crescono in ben nove province su dieci, restando esclusa soltanto quella di Grosseto (-0,1%): da evidenziare a tale riguardo che in provincia di Pisa la crescita complessiva dell occupazione artigiana è alimentata soprattutto proprio dal settore dei servizi (+14,3%) Dinamica delle imprese artigiane Tra il 30 giugno 2010 ed il 30 giugno 2011 il sistema delle imprese artigiane della Toscana è tornato a far registrare tassi di crescita positivi (+0,2% e +182 unità), dopo la leggera riduzione registrata nel corso dell anno precedente (grafico 12). Sulla crescita numerica della base imprenditoriale hanno influito due fattori: da un lato una leggera ripresa del tasso di natalità (passato dall 8,8% all 8,9%), e soprattutto una più decisa diminuzione del tasso di mortalità (dal 9,1% all 8,7%). La dinamica del sistema imprenditoriale artigiano della Toscana ricalca più o meno quanto registrato a livello nazionale, anche se resta molto al di sotto rispetto alla maggiore vivacità registrata per il tessuto imprenditoriale non artigiano regionale, che nello stesso periodo è cresciuto del +1,8%. L analisi settoriale (tabella 3 in appendice) mostra un ulteriore leggero ridimensionamento del settore manifatturiero (-0,1% per un saldo netto di -25 imprese), mentre il comparto edile (+0,1% e +65 unità) ed i servizi (+0,2% pari a 63 imprese aggiuntive) riportano valori positivi, anche se di modesta entità in termini sia assoluti che relativi. All interno del manifatturiero, gli andamenti risultano anche sensibilmente differenziati a seconda della tipologia di attività: il UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 15

19 maggior ridimensionamento, in termini assoluti, riguarda il comparto del legno e mobili che perde ben 109 unità (-2,5%), dell oreficeria (-46 e -3,1%) e della lavorazione del vetroceramica-lapideo (-44 e -2,6%). Completamente ribaltata la situazione all interno del sistema moda, in espansione in entrambe le direzioni: pelli-cuoio-calzature (+2,7%, +112 unità) e tessile-abbigliamento (+1,1%, +81 unità). Bilancio positivo anche per il settore della trasformazione alimentare (+1,0%, pari a +21 imprese aggiuntive), mentre la metalmeccanica non registra variazioni sostanziali rispetto a giugno Da precisare che la dinamica positiva del settore abbigliamento, ma anche della pelletteria-calzature, sembra ancora una volta imputabile alla forte crescita di imprese individuali condotte da persone di nazionalità cinese: benché al momento non siano disponibili elementi di maggior dettaglio con riferimento all evoluzione di tali imprese nel corso dell ultimo anno, occorre sottolineare come al 30 giugno 2011 l incidenza degli imprenditori individuali artigiani non comunitari fosse in Toscana pari al 15,5% considerando la totalità delle imprese artigiane, collocandosi tuttavia addirittura al 50,5% nel caso del tessile-maglieriaabbigliamento ed al 45,3% nella concia-pelletteria-calzature. Anche all interno dei servizi non tutti i settori crescono: in particolare, il comparto del trasporto merci e magazzinaggio (-4,3%, pari a -219 unità) evidenzia nuovamente una forte riduzione nel numero d aziende registrate, e conferma una riduzione della base imprenditoriale che, solo negli ultimi due anni, è stata pari a quasi 500 unità. In ridimensionamento anche le attività di autoriparazione (-1,0%, -45 unità) e le riparazioni di beni ad uso personale (-1,4%, -40). Tra gli altri comparti del terziario, invece, fanno da traino i servizi alle imprese (+5,1%, +233), seguiti a distanza dalla ristorazione 7 (+2,5%, +62) e dai servizi alla persona (+0,4%, +47). In crescita anche le unità artigiane del comparto Altri settori (+2,8%, +84 unità), che contiene prevalentemente imprese afferenti ad attività ausiliarie dell agricoltura. GRAFICO 12 Tassi di natalità, mortalità e crescita delle imprese artigiane - Toscana Valori % annualizzati (al netto delle cessate d'ufficio) Natalità Mortalità Crescita -0,2 valori % 0,3 1,5 0,6 0,2 0,2 8,9 9,2 8,8 10,3 9,3 9,9 9,2 9,1 8,8 9,1 8,9 8, Fonte: elaborazioni Unioncamere Toscana su dati Infocamere-Stockview Le province toscane mostrano, per diverse ragioni, evoluzioni dissimili tra loro. Cinque sono le aree dove il tessuto imprenditoriale artigiano risulta in crescita: Firenze (+1,2%), Prato (+1,1%), Livorno (+0,9%), Massa Carrara (+0,9%) e Grosseto (+0,6%). Le province di Pistoia (-1,4%), Siena e Lucca (-1,3%) -ed in misura ridotta anche Pisa (-0,3%)- registrano invece un andamento 7 Il settore ristorazione comprende: gelaterie, pasticcerie, rosticcerie, friggitorie e pizzerie a taglio a carattere artigianale. UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 16

20 negativo, mentre Arezzo evidenzia una situazione invariata rispetto alla metà del 2010 (grafico 13). Fatta eccezione per Prato e Firenze, dove forte è il contributo dell imprenditoria cinese rispettivamente nell abbigliamento e nella pelletteria, tutte le province segnalano una contrazione di aziende manifatturiere, con una situazione che si rivela più critica nelle province di Lucca e Pisa. Nel caso dell edilizia si evidenziano invece fra le diverse aree divergenze anche marcate: se a Firenze il comparto è in recupero, a Pistoia, Lucca e Siena si assiste infatti ad un deciso ridimensionamento del nucleo imprenditoriale artigiano. Per quanto riguarda i servizi, infine, la crescita registrata a livello regionale è piuttosto omogenea nelle varie province, ad eccezione di Lucca che evidenzia una fase involutiva anche in questo settore. GRAFICO 13 Andamento delle delle imprese artigiane registrate per provincia Tassi % di crescita annualizzati (valori al netto delle cessate d'ufficio) 1,2 1,1 0,9 0,9 0,6 Tasso di crescita Media Toscana 0,0 0,2 Valori % -0,3-1,3-1,3-1,4 FI PO LI MS GR AR PI LU SI PT Fonte: elaborazioni Unioncamere Toscana su dati Infocamere-Stockview Passando ad esaminare in maggior dettaglio le singole dinamiche provinciali, si evidenzia che Firenze ha registrato la performance migliore, con un incremento annuale di ben 374 aziende artigiane pari al +1,2% grazie al contributo molto positivo dei comparti calzature-pelleteria (+6,4%; +144 aziende) ed edilizia (+2,1%; +274 unità). Tutti gli altri rami del manifatturiero registrano invece una perdita d imprese, la più accentuata riguarda il legno e mobili (-2,6%; -29 aziende). Il settore dei servizi presenta una situazione invariata rispetto alla metà del 2010 perché le pesanti perdite dei comparti trasporto merci (-4,8%; -61) e autoriparazioni (-3,1%; - 33) controbilanciano l andamento espansivo delle aziende di ristorazione (+7,2%; +30) e dei servizi alle imprese (+2,4%; +34). La seconda provincia in termini di risultato è Prato (+0,9% che corrisponde a 124 imprese aggiuntive), il cui sviluppo si poggia perlopiù sul tessile-abbigliamento (+3,7%; +140 unità), influenzata dalla decisa crescita di imprenditori di origine cinese. Positiva nel pratese anche la dinamica della meccanica allargata e dei servizi alle imprese e alla persona che insieme registrano 43 unità artigiane in più rispetto a giugno Continua la fase di ridimensionamento del settore trasporto merci (-5,4%; -22 unità) e dell edilizia (-1,0%; -38 unità). UNIONCAMERE TOSCANA UFFICIO STUDI 17

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