Cucaramacara, titere fue...

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1 Cucaramacara, titere fue... Tin marin de do pingue Cucaramacara, titere fue Yo no fui, fue Jose Saca la mano y pegale el pie! (strofa di una filastrocca colombiana) Newsletter di aggiornamento sui progetti di Ai Bi in Colombia N. 13 FEBBRAIO 09

2 IL TREDICESIMO NUMERO DI CUCARAMACARA, TITERE FUE Cari Sostenitori, Siamo al tredicesimo numero di Cucaramacara, titere fue..., il mensile on line, che vi informa sul nostro lavoro a sostegno dell infanzia abbandonata in Colombia. Come sempre da noi giunge caloroso il più sentito ringraziamento per il vostro fondamentale sostegno. In questo 2009 ricco di rinnovate aspettative e ambiziosi obiettivi ci siamo proposti di essere ancora più vicino ai bambini da voi sostenuti, con progetti incentrati su attività ricreative e sulla definizione dei piani di vita per il loro futuro. Tutto ciò per garantire sempre il diritto a un domani dei nostri piccoli fratelli colombiani... Siamo sempre più impegnati, inoltre, a sopperire alla mancanza di amore e affetto che hanno dovuto patire nei primi anni della loro vita. Come sapete, Ai.Bi. Colombia è impegnata da diverso tempo con le adozioni internazionali, nella costruzione e realizzazione di quello che rappresenta per noi se ci permettete il termine - uno splendido ed emozionante piccolo miracolo : la nascita di una nuova famiglia. Tale area del nostro lavoro è direttamente legato ai nostri progetti di cooperazione, che portiamo avanti grazie al vostro aiuto. Per condividere con voi le emozioni e le sensazioni che ci regalano costantemente le nostre coppie adottive, in questo primo numero dell anno abbiamo deciso di raccontare la splendida storia della coppia adottiva Marazzi, con le loro 3 piccole bimbe... La loro avventura, come le tante che abbiamo accompagnato l anno passato e le molte altre che continueremo a seguire, riempie di gioia e di speranza i nostri cuori, nonchè trasmette rinnovata speranza per il futuro dei bambini colombiani abbandonati. È una reale testimonianza d amore, nonché un prezioso insegnamento per tutti noi... Come sempre, buona lettura! In questo numero: Intervista alla famiglia Marazzi Foto della Famiglia Marazzi Una curiosa iniziativa (grazie all inventiva della nostra ex-stagisa Simona) Marco Faggioli Coordinatore Paese Amici dei Bambini Colombia

3 INTERVISTA A RAFFAELLA E FRANCESCO MARAZZI 1) Come siete arrivati all adozione? (i momenti più importanti dalla decisione ad oggi) È un idea che abbiamo sempre avuto, indipendentemente dall avere o meno figli biologici. Abbiamo sempre pensato di volere una famiglia un po più aperta, allargata, rispetto all idea comune tradizionale. Non ci sono stati momenti particolarmente importanti perché l idea si è formata e consolidata nel tempo, abbiamo dovuto aspettare 3 anni dal matrimonio, non abbiamo voluto, di comune accordo, cercare una gravidanza a tutti i costi con i mezzi che la medicina fornisce. Poi c è stato il percorso con i servizi sociali, non sempre agevole, la scelta dell ente, l attesa ed infine, il momento più importante ed emozionante: l abbinamento. 2) Che cos è l adozione per voi? Accoglienza, creazione di una famiglia, volontà di dare e ricevere amore; non l abbiamo mai considerata come un atto caritatevole, concezione invece molto diffusa tra la gente che ci circonda. 3) Come siete arrivati a decidere di adottare tre figli? Quali erano i vostri sogni rispetto a loro? Inizialmente immaginavamo la nostra famiglia con due bambini perché avevamo valutato in questo modo la nostra capacità di accoglienza, strutturata anche dal punto di vista pratico. Successivamente ci è stata proposta la possibilità di 3 bimbi ed inizialmente abbiamo riflettuto perché con il cuore avremmo detto subito di sì, ma dovevamo fare non solo considerazioni di ordine pratico-organizzativo ed anche economico, ma soprattutto avevamo necessità di confrontarci con altre esperienze similari. Abbiamo quindi avuto un colloquio con una psicologa dell associazione e abbiamo contattato altre coppie che avevano adottato gruppi di 3 fratelli/sorelle, in particolare dalla Colombia. Il ritorno è stato positivo e ci ha parzialmente tranquillizzato in merito a timori di varia natura. Riteniamo che il confronto con altre famiglie sia stato un momento determinante nel portarci a decidere di allargare la nostra disponibilità a 3 figli. I nostri sogni rispetto ai nostri figli erano quelli di incontrare dei bimbi il più sereni possibile, uniti, che potessero dare una svolta di serenità alla loro vita. Aver saputo poi che in questo modo abbiamo evitato di dividere un gruppo di sorelle legatissime fra di loro, ci riempie ulteriormente il cuore di gioia!

4 4) Cosa significa adottare bambine con più di 7 anni? Avendo 47 anni avevamo immaginato bambini non troppo piccoli e questo lo riteniamo corretto perché, a nostro avviso, bisogna prendere le misure con le proprie forze... Nessuna preclusione nei confronti di bimbi con più di 7 anni, pur sapendo che più anni possono corrispondere a un maggior bagaglio di esperienze negative, di sofferenze. È vero però che la capacità di esprimere il proprio dolore ed i disagi subiti è fondamentale nel processo di elaborazione del trauma. Inoltre il bimbo più grande è maggiormente consapevole della propria situazione di figlio adottivo e questo può rappresentare un valore aggiunto. L adozione vissuta come accoglienza comunque non può e non deve avere limiti anagrafici. 5) Storia delle bambine La storia è quella comune a tante famiglie disorganiche, incapaci di crescere, di amare e tutelare i figli. Nel nostro caso dobbiamo attribuire al sistema colombiano, alla psicologa, alla famiglia affidataria il grande merito di essere riusciti a compiere un lavoro esemplare, dando alle nostre figlie serenità, educazione, fiducia, preparandole e motivandole all incontro adottivo. Il tutto in un tempo veramente breve, un anno e mezzo. Il vissuto delle bimbe, nel corso della loro vita, riemergerà e solo noi genitori abbiamo gli strumenti per aiutare i nostri figli ad elaborare, per accettare il passato; solo in questo modo i nostri figli potranno avere un futuro da costruire. 6) Le emozioni del primo incontro, l integrazione ed i giorni successivi L incontro con le bimbe è stato un momento colmo di emozioni e molto commovente; eravamo molto agitati, ansiosi, ed anche un po spaventati per tutte queste sensazioni che si agitavano dentro di noi. Quando siamo arrivati negli uffici dell ICBF (l ente centrale colombiano per le adozioni internazionali) ci hanno accolto l assistente sociale e la psicologa, che ha letto la scheda aggiornata sulla situazione delle bimbe, il che ha contribuito a rassicurarci molto. Poi, finalmente sono arrivate loro, le nostre splendide figlie: la porta si è aperta e loro ci sono subito saltate al collo, ci hanno poi guardato bene in viso per essere sicuri che eravamo proprio noi, il papà e la mamma della foto! Dopo aver aperto i regali e giocato un po con le loro Barbie, siamo usciti tutti insieme per mano e dal quel momento non ci siamo più staccati. I primissimi giorni sono stati perfetti, le bimbe molto ubbidienti, carine (fin troppo!) poi, come prevedibile, si sono finalmente rivelate nella loro personalità, sono iniziati i primi capricci, le prime gelosie nei nostri confronti, il tutto molto ben gestibile ed affrontabile con serenità. Ora le nostre figlie sono veramente vere, sicuramente il futuro ci riserverà nuovi problemi ma ci sono tutte le premesse perché tutto vada nel migliore dei modi.

5 7) Cosa raccomandate alle famiglie? Alle famiglie raccomandiamo di lasciarsi trasportare dal cuore, di non farsi condizionare da pregiudizi, di informarsi quanto possibile presso gli enti ma soprattutto di parlare senza pudore con altre coppie che hanno già vissuto questa esperienza, per poter valutare questa scelta in modo consapevole. L adozione di bimbi un po più grandi non ha nulla di meno rispetto a quella di bimbi più piccoli; secondo la nostra esperienza è più ricca per il modo con il quale si può interagire con consapevolezza con il bambino. Mancherà forse un pezzo della sua storia, ma tutto si può ricostruire insieme. I bambini stessi ci danno la motivazione e la forza per farlo. 8) Il rientro in Italia Dopo 57 giorni lontano da casa (il loro iter è stato particolarmente lungo rispetto alla media di giorni a causa di lentezze burocratiche), l ansia per il rientro si faceva sentire ed anche le bimbe vivevano questo momento con molta emozione. Durante i quasi 2 mesi in Colombia le bimbe spesso sfogliavano l album di foto della casa, dei parenti ed amici italiani, perciò, quando siamo atterrati all aeroporto di Malpensa, sono corse incontro al gruppo di amici/zii che ci aspettavano chiamandoli per nome, con grande sorpresa ed enorme emozione di tutti. A casa poi ci aspettava una fiesta con palloncini colorati, striscioni di benvenuto, regali, torte e tanti altri amici e parenti per cui fino a sera abbiamo mangiato, ballato e festeggiato. Diciamo che un miglior rientro non si poteva avere, era ciò che le bimbe si aspettavano di trovare, anche perché caratterialmente sono bimbe molto allegre e amano la compagnia. Giorno dopo giorno le bimbe hanno preso possesso della loro nuova casa, dei nuovi spazi, hanno iniziato ad apprezzare i nonni con i quali amano fare passeggiate nei prati, ascoltando soprattutto il nonno che racconta delle avventure incredibili, gli zii ed i cugini che le coccolano ad ogni occasione e gli amici che sono stregati dalla loro dolcezza. Anche a scuola le cose vanno abbastanza bene, ogni giorno imparano qualche parola nuova in italiano e conoscono nuovi amici. 9) Quanto è importante la casa Italia per la creazione di una vera e propria famiglia? Sicuramente il rientro in Italia tra le proprie mura domestiche crea tutti i presupposti per iniziare a vivere da famiglia; a nostro avviso però il periodo vissuto in Colombia è stato determinante per la nascita del nostro nuovo nucleo familiare. Per forza di cose in Colombia abbiamo vissuto accanto 24h su 24h, nessuno doveva preoccuparsi di lavorare o di cucinare, per cui ci siamo dedicati per tutto il tempo alle bimbe, imparando a conoscerle giorno per giorno. Inoltre eravamo liberi da influenze esterne (vedi genitori, parenti ed amici) per cui siamo riusciti a creare le basi, le fondamenta della nostra famiglia, a 9000 km dalla nostra casa! Ovviamente in Italia la famiglia sta crescendo, ma l impressione che abbiamo avuto entrando in casa è stata che nessuno di noi fosse un estraneo, che tutti e 5 avevamo sempre vissuto lì, insieme...

6 10) Ricordi, gioie e difficoltà che avete vissuto in Colombia Non è facile riassumere in poche righe i 57 giorni vissuti in Colombia, 57 giorni che hanno cambiato per sempre la nostra vita! I ricordi sono tanti, abbiamo conosciuto persone splendide che hanno condiviso la nostra esperienza in modo totale, da un punto di vista umano possiamo veramente affermare che i nostri ricordi sono solo positivi. Tutti hanno avuto per noi una parola gentile ed affettuosa, dal personale dell hotel dove siamo entrati per la prima volta con le bimbe, all avvocato che ci ha seguito passo a passo, trasformandosi anche in zia per le nostre figlie, al personale che lavora nell albergo dove siamo stati per più di un mese, che è diventato la nostra famiglia colombiana! Gli operatori di Ai.Bi. che lavorano in Colombia ci sono stati veramente d aiuto, facendoci sentire la loro vicinanza in ogni momento, anche al di là dell orario d ufficio! Le gioie sono state tante, ovviamente la gioia più grande è stato il primo abbraccio con le nostre figlie e poi c erano le piccole gioie quotidiane, sentirsi chiamare mamma e papà, svegliarsi con loro accanto al mattino, andare con loro per la prima volta al mare, giocare al parco vicino all albergo. Qualche difficoltà c è stata, fortunatamente, però, solo però di ordine burocratico e si è risolta con l aiuto preziosissimo del nostro avvocato. Stare 57 giorni lontano da casa, dalla propria famiglia e dagli amici, è stata in alcuni momenti una dura prova, ampiamente ripagata, però, dalle nostre figlie. In conclusione possiamo affermare che i giorni trascorsi in Colombia sono stati essenziali per la formazione della nostra famiglia, e soprattutto ci hanno consentito di conoscere i luoghi, le persone, gli odori e i sapori che rappresentano il passato delle nostre figlie e ora un po anche il nostro; i ricordi della Colombia sono nel nostro cuore e ci aiutano a leggere e a decifrare la luce degli occhi delle nostre figlie. LA FAMIGLIA MARAZZI

7 STAFF DI AMICI DEI BAMBINI - COLOMBIA! SPECIALE - INVIO CORRISPONDENZA! - Ma é piú grande Roma o Bogotá? - Come si dice ti voglio bene in italiano? - E in Italia i taxi di che colore sono? Queste sono alcune delle domande che i bambini ci hanno rivolto durante gli incontri. Sognano l Italia, immaginano i loro padrini e viaggiano con la fantasia dritto fino alle vostre case! Per poter raccontare di sè, dei loro pensieri e di una Colombia diversa da quella che ogni giorno ci propongono i mezzi di comunicazione. Per questo motivo, a partire da questo mese, AI.BI. vi propone un pacchetto-viaggi inedito:

8 Durata: per sempre Costo: dieci minuti del vostro tempo, per una lettera al vostro bambino sostenuto Programma: - Escursioni in sogni, progetti e fantasie - Gite nelle piccole cose - Osservazione di progetti di vita in continua evoluzione - Safari di mondi diversi (Nota: il valore di questo scambio, nonostante gli sforzi dei piú illustri economisti, non è ancora stato quantificato). A nome di tutti loro, GRAZIE! Per l invio della vostra corrispondenza o di pacchi dono per i bambini da voi sostenuti, vi preghiamo di far riferimento al seguente indirizzo: Al prossimo numero e... Que estén bien!