Giuseppe Maria Cantarelli (attivo a Bologna nella prima metà del XVIII sec.)

Transcript

1 54

2 Giuseppe Maria Cantarelli (attivo a Bologna nella prima metà del XVIII sec.) Via Crucis, calcografie, mm 550 x 400 (ciascuna) MACERATA FELTRIA, Pieve di San Cassiano 4 Pubblicate nel 1735 a Bologna, le incisioni del Cantarelli risultano composte da due parti: le vignette, contenenti le diverse immagini del doloroso percorso, e una ricca cornice architettonica che si ripete, sempre uguale a se stessa, in tutte le quattordici stampe; nella parte inferiore di quest ultima, costituita da una specie di zoccolo sul quale poggia il resto dell elaborata struttura, è posto il cartiglio con l iscrizione, contenente il numero e l argomento delle stazioni, nonché la quantità di passi che il fedele deve compiere procedendo dall una all altra, retaggio di una ben più antica consuetudine che intendeva, per maggior verisimiglianza, riprodurre le misure delle distanze che a Gerusalemme intercorrevano tra una sosta e l altra del cammino di Gesù. La ripetizione delle dichiarazioni di responsabilità, presenti nella prima stampa sia a margine della vignetta sia in calce al foglio completo di cornice, così come l indicazione reiterata del numero della stazione in ognuno dei fogli, farebbe pensare che inizialmente le incisioni siano state pubblicate senza cornici; l aggiunta di quest ultime, conferendo maggior preziosità all insieme, ne garantì più ampia fortuna anche nella decorazione ecclesiastica di realtà meno abbienti (un altro esemplare della serie è conservato nella Chiesa parrocchiale di Grizzana, in provincia di Bologna). In questa edizione l artista sviluppa il motivo della cornice barocca che, grazie alla pubblicazione di serie d incisioni decorative dedicate a questo soggetto, conobbe a Bologna, prima e dopo la Via del Cantarelli, una qualche affermazione; ne sono testimonianza la suite ideata e incisa da Carlo Antonio Buffagnotti (Bologna Torino 1710 ca.), intitolata Vari caprici di fughe, di cui non conosciamo l anno di edizione, o la Raccolta di cartelle pubblicate per uso della gioventù studiosa, editate nel 1798 da Pio Panfili (Fermo Bologna 1812) 1. Quasi del tutto assimilabili alle nostre, varrà la pena ricordare anche le cornici architettoniche utilizzate nei fogli per tesi da Luigi Codivilla, attivo a Bologna nella seconda metà del Settecento 2. Nella prima incisione, Cristo incatenato è condotto a Pilato, collocato su un trono rialzato da alcuni gradini, secondo un iconografia che si attesterà capillarmente, già utilizzata dal bolognese Giulio Bonasone ( post 1576) in una delle calcografie che quest ultimo aveva dedicato alla vita e passione di Cristo, ma attestata più generalmente in rappresentazioni che marcano la diversa posizione gerarchica dei protagonisti; è il caso, ad esempio, di Mosé e Aronne condotti al Faraone, dipinto da Federico Zuccari in Vaticano nel 1563 e diffuso da un incisione di Cornelis Cort (1533 ca ), o di Remo condotto davanti al re Amulio, dipinto da Annibale Carracci nel fregio di Palazzo Magnani a Bologna. Nelle successive rappresentazioni il percorso verso il Calvario è perlopiù condotto sullo sfondo di una realtà cittadina che via via si allontana sempre di più, fino a stagliarsi in lontananza nelle dodicesima e tredicesima stazione; nella varia cultura dell autore trovano posto suggestioni desunte dall opera di Cantarini (la donna seduta che allatta un bambino dell ottava stazione ricorda con qualche variante la Madonna dell incisione con il Riposo in Egitto del Pesarese) e di Barocci, alla cui Deposizione di Senigallia, diffusa da non poche incisioni, rimanda l ultima stazione del Cantarelli. È certo che queste incisioni costituirono il modello per altre opere dello stesso soggetto, come dimostra la targa devozionale del primo Ottocento conservata nel Museo della Ceramica di Faenza 3, direttamente connessa con l ultima incisione della nostra serie, alla quale si collega anche l ultima stazione della Via Crucis eseguita da Filippo Comerio ( ) per la Chiesa dei Servi di Faenza 4. Marcello Oretti, storico e intenditore di 55

3

4

5 58

6 cose d arte, autore nel Settecento di numerosi manoscritti relativi alla realtà artistica bolognese e non solo, riguardo alla Via del Cantarelli racconta che venne eseguita su disegni di Domenico Maria Fratta (Bologna ) 5, prolifico disegnatore per incisioni, con il quale Cantarelli collaborò anche in altre occasioni. Sempre l Oretti ci avverte sulla produzione incisoria a carattere devozionale del nostro artefice che dovette essere piuttosto cospicua, come testimoniano le non poche opere conservate nelle raccolte di grafica delle biblioteche dell Archiginnasio di Bologna e Classense di Ravenna: Fece altre piccole stampe di santi, frà le quali un S. Vincenzo, una Santa Rosa da Viterbo, [ ] un Presepio, l Adorazione dei Magi, S. Raffaele, S. Gio. Battista, S. Andrea Apostolo, S. Procolo Martire, S. Venanzio. Attivo a Bologna durante la prima metà del XVIII secolo, Giuseppe Cantarelli, cui i repertori dedicano solo pochi cenni, lavorò per diversi stampatori, in primo luogo per Lelio Dalla Volpe 6, editore della serie in esame, ma anche per la Stamperia di San Tommaso d Aquino, per Giuseppe Maria Fabbri e per la Guidotti Mellini. Ad un diverso genere editoriale vanno ricondotte le ventuno incisioni che illustrano il Bertoldo con Bertoldino e Cacasenno, poemetto in ottava rima di Giulio Cesare Croce nell edizione del 1736 dei tipi Dalla Volpe 7 ; le tredici incisioni de La liberazione di Vienna assediatata dalle armi ottomane poemetto giocoso e la Banzuola- dialoghi sei del dottore Lotto Lotti in lingua popolare bolognese; le illustrazioni per un edizione de La secchia rapita del Tassoni. A tutto ciò andranno aggiunte, tra le altre, le incisioni con la macchina del funerale dell inquisitore fra Bonaventura Grossi da Savona, celebrato in San Domenico di Bologna nel cura di R. Mangili, Bergamo M. Oretti, Notizie de Professori del Disegno, Scultori Bolognesi e de forestieri di sua scuola, vol.xi, Bologna, Biblioteca dell Archiginnasio, Ms. 133, c Sul Fratta cfr. A. Mazza, in I Panduri a Bologna. Il Libro di Domenico Maria Fratta in palazzo Abatellis di Palermo, catalogo della mostra (Bologna 1996) a cura di F. Varignana e A. Mazza, Bologna 1996, pp E. Colombo, Immagini devozionali uscite dalla tipografia Dalla Volpe conservate nella Biblioteca dell Archiginnasio, L Archiginnasio, LXXVIII, 1983, pp Cfr. G. Canterzani, Catalogo ragionato dei libri a stampa pubblicati in Bologna dai tipografi Lelio e Petronio Dalla Volpe, a cura di M. Bortolotti, A. Serra, Bologna 1979, p. 77. Cantarelli firma, assieme al Quadri, anche le incisioni dell edizione del Bertoldo del 1740, sempre per i tipi Dalla Volpe. 8. Vedi l esemplare conservato nel Gabinetto Disegni e Stampe dell Archiginnasio di Bologna, AA.VV. XXII n. 97. Sua è anche l incisione d apertura dei Componimenti accademici degl Informi di Ravenna fatti ergendosi nella sala del Palazzo Pubblico la statua del Cardinale Giulio Alberoni, Ravenna, per Antonio Maria Landi, Oretti chiude le notizie sul Cantarelli riferendo anche dell incisione con il Pellegrino che portò la Santa Immagine detta di S. Luca, suo primo intaglio e di quella con la statua di Clemente XII che fu eretta nella piazza della Libertà di Ravenna e che si vede nella Raccolta e Orazione stampata in Ravenna Bibliografia essenziale M. Oretti, Notizie de Professori del Disegno, Scultori Bolognesi e de forestieri di sua scuola, vol.xi, Bologna, Biblioteca dell Archiginnasio, Ms. 133, c. 338; Incisori bolognesi ed emiliani del sec. XVIII, a cura di G. Gaeta Bertelà, Bologna 1974, n. 217; Cantarelli Giuseppe in K.G. Saur, Allgemeines Künstler-Lexicon, 16, München-Leipzig 1997, p Note 1. Cfr. Incisori bolognesi ed emiliani del sec. XVIII, a cura di G. Gaeta Bertelà, Bologna 1974, nn ; Z. Davoli, La Raccolta di stampe Angelo Davoli, Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia, III, 1999, n Cfr. M. Cecchetti, Targhe devozionali dell Emilia Romagna, Faenza 2000, p. 376, n Filippo Comerio: dipinti, disegni, maioliche, a 59