Al Sert di Montecatini sono attualmente in carico circa 210 utenti, di cui circa 150 in trattamento

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1 COMUNITA LE COLMATE PROGETTO RESIDENZIALE Contesto di riferimento Al Sert di Montecatini sono attualmente in carico circa 210 utenti, di cui circa 150 in trattamento con terapia farmacologica sostitutiva. Molti di questi soggetti hanno presentato forti difficoltà a seguire i numerosi percorsi riabilitativi e di reinserimento sociale già intrapresi, e sono costantemente esposti ad alti rischi per la loro salute. Si registra quindi per questi soggetti la necessità di Servizi a bassa soglia di accesso, al fine di riattivare quei processi di tutela della propria salute, ormai abbandonati da anni. Questa fascia di soggetti tossicodipendenti presenta un forte rifiuto nei confronti della comunità residenziale, caratterizzata da percorsi lunghi e impegnativi. Molti di loro si rifiutano di pensare che essa possa rappresentare uno strumento per far fronte alle loro difficoltà. Cresce così, da parte loro, la ricerca di terapie alternative, di counseling di breve o medio periodo, di gruppi di auto aiuto, di momenti di accoglienza. Una forte domanda di aiuto nasce quindi dal mondo della cronicità, caratterizzata da ripetuti fallimenti terapeutici, dal manifestarsi di sieropositività e dal degrado complessivo dell esistenza. In concreto, molte persone che hanno interrotto o gravemente guastato i rapporti con le loro famiglie e con la società vivono spesso in condizioni abitative precarie o inesistenti. A fronte di un consistente numero di persone dipendenti da sostanze con forte marginalità sociale e che non accede ai programmi terapeutico-riabilitativi o ne fallisce l obiettivo si pone, ormai da anni, l esigenza di servizi più vicini ai loro bisogni, alle loro capacità e alle loro risorse. Come afferma il nuovo Piano Integrato Sociale Regionale, il fenomeno delle dipendenze da sostanze stupefacenti per la sua vastità e problematicità, per la rapidità e la mutevolezza delle forme di approccio e di assunzione, ha bisogno di uno sforzo di intervento capace di adeguarsi ed articolarsi alle varie situazioni esprimendo la capacità di innovazione senza abbandonare le prassi e i metodi di intervento già collaudati.

2 Dall analisi di queste nuove esigenze la struttura del centro diurno Le Colmate si trasforma in un modulo residenziale, che prevede: a) accoglienza residenziale per quei soggetti che presentano un alto grado di destrutturazione sociale, con possibilità di utilizzo finalizzato ad attività di osservazione, diagnosi e orientamento. La Comunità Le Colmate, in questa ottica, si pone come uno spazio flessibile, disposto ad adattarsi ai bisogni fondamentali o alle risorse dell utente. DEFINIZIONE DELL UTENZA Destinatari dell'intervento, sono tutte quelle persone per le quali sia proponibile una accoglienza ed un'esperienza di riflessione sulla propria condizione di dipendenza dalle sostanze stupefacenti e/o per le quali sia necessario limitare i danni di uno stile di vita molto compromesso, sia per l'uso, l'abuso e lo scorretto uso delle sostanze stesse, sia per le limitazioni relazionali, sociali e civili che la "vita di piazza" comporta. La struttura risponde all esigenza di accogliere soggetti a forte marginalità sociale, con diagnosi di disturbo da uso di sostanze, che necessitano di interventi multidisciplinari diagnostici, terapeutici, educativi ed assistenziali. Tali interventi, a causa della precarietà delle risorse del soggetto e/o del contesto socio-familiare di appartenenza, potranno essere più facilmente definibili ed erogabili in ambiente protetto piuttosto che a livello ambulatoriale. In particolare il servizio è rivolto a tossicodipendenti in carico all U.F. Ser.T. dell Azienda USL 3 Zona Valdinievole o ai SerT di altre Aziende UU.SS.LL. del territorio regionale: in età superiore a 18 anni di entrambi i sessi con trattamenti farmacologici in corso con gravi problematiche socio-familiari residenti preferibilmente sul territorio dell Azienda USL 3 Zona Valdinievole anche con alcoldipendenza correlata

3 METODOLOGIA La metodologia adottata è relativa alla teoria sistemica di tipo ecologico - promozionale: pone la propria attenzione e individua il proprio campo di intervento nei "partners" di interazione tra il sistema "terapeutico - riabilitativo - socializzante" rappresentato dagli operatori della Comunità, dagli operatori del SerT e dagli operatori Strada coinvolti nell'intervento, e la realtà ambientale del soggetto stesso. Questa metodologia determina l'evidente necessità e il bisogno di una regia, di una titolarità che conduca a razionalità strategica le diverse "titolarità" dei vari interventi. La scelta dell'interazione con il contesto è parte fondamentale della metodologia del progetto, ed altresì necessaria strategia di intervento, in quanto evita di avallare processi di rimozione, di delega e di de - responsabilizzazione che si innescano automaticamente nei confronti di fenomeni come la tossicomania e l'alcolismo, processi molto spesso funzionali ad una società che ne ha paura e non sa mettere in discussione il proprio concetto di "normalità".

4 PROGETTO EDUCATIVO di ACCOGLIENZA OSSERVAZIONE, DIAGNOSI E ORIENTAMENTO Sono da considerare come utenti di questo modulo tutti quei soggetti che hanno necessità di una pronta accoglienza in un ottica di intervento di riduzione del danno. L accesso è sottoposto ad un incontro preliminare del soggetto con l educatore responsabile della struttura ed con il personale del SerT che segue il caso (medico, psicologo, assistente sociale). L adesione al progetto viene definita attraverso la firma del regolamento e del contratto da parte dell utente. La parola chiave di questo periodo è accompagnamento, il mettersi accanto in maniera non giudicante ed empatica, cercando di ascoltare i bisogni e le domande ed utilizzando la relazione come strumento per ridefinire la domanda e motivare al cambiamento; la sfida è quella di riuscire a costruire un contesto motivante che porti ad una ridefinizione della domanda in cui si innalzino la soglia e la complessità dell intervento. In questa sorta di viaggio a due, il progetto educativo, attraverso una funzione paterna (le regole) e materna (l accoglienza) consente all utente di sperimentare una sorta di rifacimento emotivo e di rivivere una prima fase di rinascita simbolica. Finalità Il modulo di accoglienza, osservazione, diagnosi e orientamento è pensato come un laboratorio sperimentale temporaneo dove, il prendersi cura in un ambiente protetto, è il presupposto per aprire nuovi e successivi spiragli di cura. E un primo momento nel quale si apprende a confrontarsi con le proprie difficoltà, a sviluppare le proprie potenzialità, a costruire rapporti con gli altri e a rispettare le regole della convivenza sociale. E un luogo attraverso il quale si introduce una variabile nel sistema che ha prodotto e che protrae la dipendenza da sostanze, offrendo alla persona in difficoltà l'opportunità di vivere in un contesto motivante che agevoli relazioni e astinenze dalle sostanze e sia da sostegno e rinforzo alle motivazioni al cambiamento. Il modulo accoglienza,osservazione, diagnosi e orientamento da un punto di vista medico/sanitario può essere sintetizzato nelle seguenti finalità: agevola l affrancamento dall uso di sostanze sviluppa l informazione e la conoscenza dei rischi correlati all uso di sostanze fornisce strumenti di auto-difesa della salute favorisce la disintossicazione fisica ove indicato da un punto di vista diagnostico può essere sintetizzato nelle seguenti finalità: consente l osservazione degli utenti e la valutazione dei loro bisogni e problematiche,

5 favorisce l approfondimento della diagnosi multidisciplinare, definisce gli obbiettivi individuali ed il successivo progetto personalizzato in considerazione delle risorse degli utenti ed in accordo con i medesimi e con i servizi invianti. da un punto di vista socio/educativo può essere sintetizzato nelle seguenti finalità: Rinforza la motivazione al cambiamento facilita la socializzazione, l integrazione nel gruppo e la vita di relazione attraverso la partecipazione degli utenti alle proposte terapeutiche individuali e di gruppo contribuisce all acquisizione progressiva di competenze relazionali ed alla crescita dei livelli di autostima, autonomia e responsabilità permette la partecipazione ad attività espressive ed occupazionali intese quali strumento terapeutico sostiene gli utenti nel tentativo di stabilire nuove relazioni interpersonali nel rispetto delle regole di convivenza sociale favorisce l integrazione nel contesto sociale e relazionale di appartenenza aumenta la consapevolezza di utenti e familiari in ordine alle loro difficoltà e risorse orienta gli utenti al programma definito e concordato, da attuare sia a livello ambulatoriale a cura dei servizi invianti che presso altre strutture pubbliche o del privato autorizzato. supporta la piena integrazione fra pubblico e privato coadiuva i servizi invianti nell orientare,sostenere e coinvolgere nel processo riabilitativo i nuclei familiari e le principali figure di riferimento degli utenti. Obiettivi e strumenti L obiettivo iniziale è quello di far recuperare al soggetto un ritmo di vita normale, scandito cioè da regole, spazi, orari, impegni di lavoro e attività del tempo libero. Tale intervento è rivolto al distacco dalla piazza, all accettazione del quadro organizzativo della struttura, alla prima sperimentazione di modelli diversi di rapporto interpersonale nei confronti degli altri utenti e con gli educatori. Coerentemente a quanto detto viene chiesto all utente di concentrarsi su se stesso di cominciare a sperimentarsi sugli impegni del quotidiano e per questo viene inserito in un gruppo di lavoro nel quale non ricopre alcun compito di responsabilità. Il ragazzo viene affidato a un educatore che opera dentro la struttura (operatore di riferimento). L obiettivo da perseguire viene normalmente predefinito e concordato dal SerT con l utente ed il coordinatore della struttura.

6 Il seguente prospetto intende presentare una griglia non rigidamente costruita ma strumento di lavoro e punto di riferimento con un indicazione di massima sugli obiettivi che riteniamo realisticamente possibili, certi che si possono descrivere tali momenti in modo più dettagliato, ma consapevoli del fatto che tale elencazione è una forzatura rispetto alla realtà di processi che si intersecano e sovrappongono tra loro nel tempo. Se pensiamo di suddividere in momenti il modulo accoglienza, osservazione, diagnosi e orientamento possiamo pensarlo organizzato in tre fasi, distinte e separabili ma anche propedeutiche per un percorso più completo. La prima fase, che chiameremo di accoglienza/osservazione si caratterizza per l attenzione che viene messa da parte degli operatori, in particolare dall operatore di riferimento, all osservazione del soggetto in carico alla struttura nei contesti di vita dell accoglienza. Particolare attenzione verrà messa all osservazione per quanto riguarda la cura della persona (igiene e equilibrio psico-fisico) e per quello che attiene al confronto e all acquisizione delle regole e delle norme del programma. In questa fase verranno osservate le modalità relazionali del soggetto con gli altri ospiti della struttura e con gli operatori. In questa prima fase, si cercherà di dare al soggetto il modo di poter sperimentare una nuova identità in un contesto protetto, dove i conflitti e le difficoltà vengono filtrate dagli operatori e dove il soggetto ha la possibilità di sperimentarsi in piccole attività quotidiane. La seconda fase, chiamata orientamento, si caratterizza per una maggiore conoscenza del soggetto, in particolare riguardo alle modalità relazionali con il gruppo dei pari e con quello degli operatori. In questa fase comincia a prefigurarsi una graduale assunzione di responsabilità rispetto al compito o agli impegni presi e la valorizzazione di una nuova immagine di sé. Se infatti nella prima fase si intendeva dare la possibilità di sperimentarsi, ora si cerca di valorizzare quella nuova immagine di sé nelle attività di tutti i giorni. Questa è la fase in cui si consolidano le motivazioni al cambiamento anche attraverso un processo di consapevolezza e una adeguata espressione delle proprie emozioni e richieste. È possibile che il soggetto cominci a rafforzare le proprie capacità già in questa fase. In questa fase è possibile anche una ricontrattazione del programma personale attraverso una ridefinizione degli obiettivi. Nella terza e ultima fase, che chiameremo progettualità, si arriverà ad un maggiore coinvolgimento nell accoglienza e quindi anche ad una maggiore richiesta di responsabilità nelle attività e nei compiti del soggetto. In questa fase si cerca di ri-scoprire le proprie abilità e di riconoscere maggiormente le proprie difficoltà, attraverso i gruppi e i colloqui individuali. Questa è la fase in cui si chiude il programma nell accoglienza, quindi molto dipenderà dal progetto individuale: se il soggetto, infatti, dovesse andare in una comunità, obiettivo di questa fase diventa il sostegno e l accompagnamento; se il programma prevedesse, invece, il ritorno del soggetto al di fuori di qualsiasi struttura, obiettivo sarà quello di far acquisire informazioni corrette sui rischi connessi all uso di sostanze e, comunque, un sostegno alla conclusione del programma

7 Progetto tecnico- organizzativo per la gestione della Comunità Le Colmate La proposta di rendere la struttura più attenta e attrezzata parte dall'analisi e dalla complessità dei dati e delle considerazioni precedentemente esposte e risponde alle esigenze di: a) disporre di una struttura capace di accogliere soggetti con diagnosi di disturbo da uso di sostanze e di soddisfare anche bisogni fondamentali o stati di bisogno straordinario che ostacolano la predisposizione e l attuazione, a livello ambulatoriale, di progetti personalizzati di cura e riabilitazione e condizionano un rischio di cronicità sociale; b) consentire l osservazione dei pazienti e delle dinamiche interpersonali, la valorizzazione delle abilità personali e il rinforzo della motivazione al cambiamento e all impegno per le eventuali successive fasi del piano terapeutico; c) garantire in una situazione protetta, l approfondimento dell inquadramento diagnostico multidisciplinare e la conseguente definizione di programmi terapeutici complessi e personalizzati in relazione alle individuali caratteristiche cliniche, psicologiche e sociofamiliari; d) favorire il trattamento specifico della dipendenza da sostanze ed un effettiva continuità di cura ed assistenza mediante l integrazione con i servizi della salute mentale, i servizi sociali,gli enti locali e le agenzie del terzo settore; e) attuare, in regime residenziale e/o semiresidenziale,programmi finalizzati al raggiungimento di un adeguato compenso delle condizioni psicofisiche,alla stabilizzazione dell equilibrio psico-affettivo e al recupero della responsabilizzazione e dell autonomia personale. Organizzazione del servizio: personale della cooperativa Personale diretto sul servizio: orario Responsabile educativo delle attività N.1 Diurno 38 h. sett.li (direttore tecnico) Educatori interni n.4 Turnazione su 24 h Educatore esterno n.1 Diurno 36 h. sett.li Risorse indirette cooperativa: Coordinatore area tossicodipendenze Supervisione educativa equipe operatori Consulente HACCP Consulente piani sicurezza (L.626) Responsabile SGQ ISO 9001 Controlli amministrativi/gestionali

8 personale del Sert di Montecatini Presenza in struttura Medico referente n.1 settimanale Infermiere professionale n.1 quotidiana Psicologi n.2 Settimanale+ consulenze individuali Assistente sociale Educatore professionale con funzione di coordinamento delle attività n.1 Il responsabile delle attività per la cooperativa Il Ponte sarà il sig. Cangemi Cayetano Roque, educatore professionale al quale viene affidata la direzione tecnica del servizio; la cooperativa Il Ponte metterà inoltre a disposizione un coordinatore di area, il Sig. Clemens Seeberger, per il controllo delle attività educative e la propria organizzazione per gli aspetti tecnici di propria competenza.

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