Documento n1: Documento strategico di indirizzo per la gestione integrata dell Insufficienza Respiratoria

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Documento n1: Documento strategico di indirizzo per la gestione integrata dell Insufficienza Respiratoria"

Transcript

1 Documento n1: Documento strategico di indirizzo per la gestione integrata dell Insufficienza Respiratoria 1

2 Questo documento è stato preparato a cura del Gruppo di Lavoro GARD-Italy Continuità assistenziale: insufficienza respiratoria Bettoncelli Germano-SIMG Centanni Stefano-SIMER Ciuffini Mario-Alfa 1 antitripsina Chiumeo Francesco- SNAMID Corbetta Lorenzo- Progetto Libra Cutrera Renato-SIMRI Dal Negro Roberto Walter -SIMER Dottorini Maurizio- ACCP COMPONENTI DEL GRUPPO Falcone Franco Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) Guffanti Enrico- SIMER Lazzeri Marta -ARIR Nardini Stefano- AIMAR Scala Raffaele- Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) Mattia Colombi Silvana-Lega Italiana Fibrosi Cistica Moretti Anna Maria-PI Laurendi Giovanna- Ministero della Salute, DG Prevenzione Masullo Maurizio- Ministero della Salute,DG Programmazione Pisanti Paola- Ministero della Salute,DG Programmazione Ruggeri Paolo- MTS Sanguinetti Claudio- FISAR Tempesta Francesco-Associazione BPCO Triggiani Massimo-SIAIC Vacchi Fabiana-ARVOR Onlus Coordinatori: Giovanna Laurendi - Ministero della Salute, DG Prevenzione Paola Pisanti Ministero della Salute,DG Programmazione Franco Falcone-AIPO Stefano Nardini-AIMAR Segreteria Scientifica di GARD- Italy Sonia Mele - Ministero della Salute, DG Prevenzione 2

3 Indice - Introduzione - Definizione, classificazione ed epidemiologia - Obiettivi strategici - Prevenzione - Definizione di una proposta di percorso clinico assistenziale di presa in carico dell IR - Insufficienza Respiratoria Cronica in età evolutiva - Riabilitazione Pneumologica nell Insufficienza Respiratoria Cronica - Insufficienza Respiratoria Cronica e Ossigenoterapia a lungo termine: follow up e gestione integrata del paziente- Il ruolo del medico di medicina generale 3

4 Introduzione La condizione di Insufficienza Respiratoria caratterizza con elevata frequenza le fasi acute o croniche di molte patologie dell apparato respiratorio ma può anche accompagnare condizioni patologiche che originano in altri organi. Pertanto, la definizione in un unico modello di gestione della diagnosi, della terapia e della riabilitazione della condizione di IR (Percorso Assistenziale della Insufficienza Respiratoria) consentirebbe di accomunare situazioni cliniche e laboratoristiche, generate da eventi etiopatogenetici diversi, in un modello unico con effetti di razionalizzazione ed ottimizzazione degli interventi e della spesa. Una volta diagnosticata l insufficienza respiratoria e, inquadrati i pazienti nella loro complessità, si deve identificare il modello di gestione più adatto nel lungo periodo. La presenza di multimorbilità, caratteristica quasi patognomonica dei pazienti affetti da Insufficienza Respiratoria, richiede una sempre maggiore condivisione dei percorsi terapeutici-gestionali con altre figure professionali mediche e non mediche, possibilmente all interno di una rete di patologia che possa garantire al paziente percorsi appropriati, certi e completi sia nella fase di stabilità che nella fase di acuzie. Tale approccio è volto a evitare, o almeno a ridurre al minimo, il ricorso alle ospedalizzazioni, provato fattore prognostico negativo per il paziente oltre che carico elevatissimo per i sistemi sanitari. Ne consegue che seppur assolutamente razionale e sostanzialmente irrinunciabile la scelta di privilegiare il setting territoriale-domiciliare per la gestione di tali pazienti, richiede percorsi di cura specifici, non sporadici e/o improvvisati, tarati sulle esigenze del paziente e della famiglia L attuale sistema assistenziale in Italia è di tipo settoriale-specialistico, per cui ciascun soggetto erogatore (MMG, specialisti, ospedali, ecc.) è qualificato per fornire assistenza con diversi gradi di complessità clinico-assistenziale. Per quanto riguarda la domanda di prestazioni, il paziente accede di sua iniziativa alle prestazioni di 1 livello (MMG e pediatri di libera scelta) ed a quelle d emergenza-urgenza mentre, per le prestazioni di livello superiore (prestazioni specialistiche e degenze ospedaliere, assistenza farmaceutica, ecc.), il MMG motiva la loro richiesta spesso in modo relativamente autonomo ed indipendente da protocolli diagnostico-terapeutici e linee guida condivisi. L adozione dell attuale modello è stata giustificata nel tempo da esigenze di ordine tecnico-scientifico: la rapida evoluzione delle conoscenze mediche e l elevato grado di innovazione tecnologica rendevano di fatto necessario un processo di specializzazione delle professionalità sempre maggiore per far fronte con competenza alle continue esigenze di aggiornamento (differenziazione professionale). Le stesse ragioni possono essere considerate alla base di un certo grado di differenziazione delle strutture (differenziazione organizzativa) in relazione alla complessità e tipologia della casistica trattata: dalle esigenze più semplici, che richiedono la semplice visita ambulatoriale del medico di medicina generale e la prescrizione di farmaci, a quelle più complesse, che richiedono la disponibilità di un posto letto e di apparecchiature sofisticate, come nel caso delle strutture ospedaliere. Per queste la gestione di un problema di salute è affidata all intervento di più operatori. Tuttavia, se da un lato un certo grado di differenziazione favorisce l efficienza tramite l ottimizzazione tecnico-funzionale, dall altra produce diversità e 4

5 frammentazione: l elevata differenziazione non solo rischia di far perdere di vista l obiettivo comune di soddisfare la salute del paziente, ma anche quello di contenere i costi a livello di sistema. Se una differenziazione professionale ed organizzativa appare per certi versi inevitabile, questa fa però emergere il problema del coordinamento tra operatori, teso a produrre un azione diagnostico-terapeutica coerente ed efficace nell interesse esclusivo della salute del paziente. La scarsa integrazione, soprattutto informativa, e lo scarso coordinamento delle risorse possono peraltro essere causa di problemi quali l aumento delle prestazioni specialistiche e dei ricoveri inappropriati e l allungamento delle liste d attesa a carico dei livelli di assistenza più elevati. Sarebbe inoltre necessario introdurre nuove forme di responsabilizzazione e di coinvolgimento attivo nel processo di cura del paziente e dei suoi familiari in modo da potergli fornire gli strumenti per autogestirsi e collaborare in forma proattiva con il proprio medico (patient empowerment). La necessità di recuperare spazi di integrazione e coordinamento nella gestione delle cure e di introdurre sistemi di partecipazione attiva del paziente al processo di cura, preservando al tempo stesso la specializzazione delle risorse professionali e la sostenibilità economica, ha visto nascere nuovi modelli assistenziali che, con un termine molto generale, possiamo definire di gestione integrata. Il termine generale con il quale ci si riferisce a questi modelli nella letteratura internazionale è care management programs, ma che sono anche indicati come disease management, population management, chronic care models ; in Italia lo sviluppo e l attuazione dei percorsi assistenziali si colloca naturalmente in questo tipo di approccio. Questi applicano sistemi organizzativi e tecnologici, conoscenza scientifica, incentivi ed informazione per migliorare la qualità delle cure ed aiutare i pazienti a gestire più efficacemente le loro condizioni di salute. L obiettivo dei programmi di gestione integrata è di ottenere un miglioramento dello stato di salute del paziente e, contemporaneamente, di contenere/ottimizzare l utilizzo delle risorse umane ed economiche utilizzando strategie per modificare i comportamenti di pazienti e medici, da parte dei quali è spesso difficile ottenere rispettivamente una adesione ai piani di cura e la condivisione e l utilizzo di linee guida per la pratica clinica. L enfasi va dunque posta sulla continuità assistenziale attraverso una maggiore integrazione e coordinamento tra i livelli di assistenza e attraverso un coinvolgimento attivo del paziente nel percorso di cura. Definizione Con il termine di insufficienza respiratoria (IR) s intende l incapacità del sistema respiratorio di assicurare un adeguata ossigenazione del sangue arterioso e/o di assicurare un efficiente wash-out dell anidride carbonica (CO2) nell ambiente esterno. Classificazione La diagnosi di IR richiede sempre la misurazione della pressione parziale dei gas nel sangue arterioso tramite l emogasanalisi e si basa sul rilievo di ipossiemia arteriosa (PO2 <60 mmhg o <8 kpa o un rapporto tra la pressione parziale di ossigeno, PaO2 e la frazione di ossigeno respirato, FiO2 < 300) associata o meno ad ipercapnia (PaCO2 >45 mmhg o >6 kpa), con le conseguenti alterazioni dell equilibrio acido-base (normale con ph 7,40 o acidosi con ph < 7,35 e con aumento degli HCO3-). 5

6 L IR è causata dalla compromissione delle due principali funzioni dell apparato respiratorio, funzione di scambio dei gas respiratori (O2 e CO2) tra aria e sangue e funzione di pompa per il ricambio alveolare dell aria, la cui alterazione si manifesta con due quadri di IR: insufficienza polmonare (insufficienza di scambio) o IR di tipo I, caratterizzata da ipossiemia normo o ipocapnica, causata in genere da shunt intrapolmonare, alterazione della diffusione o alterazione del rapporto ventilazione-perfusione in corso di polmoniti infettive o non, ARDS, edema polmonare cardiogeno, edema polmonare non cardiogeno in corso di shock-sepsi, stati post-traumatici e post-chirurgici, ed insufficienza ventilatoria (insufficienza di pompa), o IR di tipo II, caratterizzata da ipossiemia con ipercapnia e causata in genere da depressione dei centri respiratori, eccessivo carico meccanico e ridotta capacità della pompa con ipoventilazione alveolare (secondo l equazione PaCO2 = K x VCO2 / VE (1- VD/VT) dove VCO2 è la produzione di anidride carbonica, VE è la ventilazione/minuto e VD/VT è il rapporto spazio morto/volume corrente: da Linee Guida sulla IR della Regione Toscana 2010) in corso di patologie ostruttive delle vie aeree (BPCO, OSA, Asma grave), malattie neuromuscolari, uso di farmaci deprimenti il SNC (anestetici, BDZ), patologie della gabbia toracica e del diaframma (cifoscoliosi, paralisiparesi diaframmatica), sindrome obesità-ipoventilazione e disturbi del centro midollare respiratorio (traumi, stroke, tumori). Le conseguenze dell insufficienza respiratoria si possono manifestare anche su apparati extra-respiratori e l IR ipossiemica di grave entità come nell ARDS può determinare una sindrome da disfunzione multi-organo (MODS). Le modalità con le quali si può manifestare l insufficienza respiratoria sono: 1. Insufficienza respiratoria acuta (IRA): il paziente non ha (o ne ha in misura minima) storia di malattia respiratoria preesistente: l emogasanalisi può essere ipossiemica o ipossiemico-ipercapnica (quando il lavoro respiratorio prolungato porta a fatica con deficit di ventilazione) 2. Insufficienza respiratoria acuta su cronica (IRA su IRC): il paziente presenta un deterioramento acuto su una preesistente IR; l EGA è caratterizzata da marcata ipoosiemia e in genere da incremento della PaCO2 con riduzione del ph con bicarbonati elevati. 3. Insufficienza respiratoria cronica (IRC): il paziente ha storia di malattia respiratoria cronica; l EGA è caratterizzata da ipoossiemia, molto spesso con PaCO2 elevata, ph in genere nella norma con bicarbonati elevati, con una condizione stabile dal punto di vista funzionale ed emogasanalitico. Le misure della gravità dell IR si fondano sulle deviazioni dai valori di normalità che risultano dalle alcune linee guida (sulla IR della Regione Toscana, LG sulla VNI di Thorax 2002 o dal libro di West sulle basi fisiopatologiche dell'ir e molte altre pubblicazioni: biblio da sistemare) Ipossiemia PaO2 (valore emogasanalitico): Valore soglia di ipossiemia in aria ambiente per l ipossiemia: PaO2 <60 mmhg (8 kpa) che corrisponde ad un valore di PaO2 < di 3 ds (deviazioni standard) al valore normale aggiustato per l età che può essere definito (a livello del mare ed in posizione supina) con: 6

7 - 109 mmhg - 0,43 x età (anni) (Sorbini CA et al. Arterial oxygen tension in relation to age in healthy subjects. Respiration 1968; 25: 3-13) - 106,603 mmhg - 0,2447 x età (anni) ±7,31 (SEE) (Crapo RO et al. Arterial blood gas reference values for sea level and an altitude of 1,400 meters. Am J Respir Crit Care Med 1999; 160: ) ,5 (0,42 x età) in mmhg (secondo Appendini in Insufficienza Respiratoria Acuta Trattato Italiano di pneumologia tomo 3) (0,42 x età) +/- 4 mmhg (Marazzini). E utile per l ipoossia normocapnica il concetto di PaO2 standard, cioè il valore della PaO2 corretta per il grado di iperventilazione: PaO2 standard = 1,66 x PaCO2 + PaO2-66,4 (quando PaCO2 <40 mmhg). I valori di PaO2 compresi tra 60 e 80 mmhg in aria ambiente comprendono la gran parte delle ipossiemie di tipo lieve con P/F>300. SpO2 (saturazione periferica di O2 misurato tramite pulsossimetro, comunemente definita come SaO2) Valore soglia: 90%; valori < 90% sono indicativi di PaO2 severamente compromesse. È il dato più facilmente misurabile sul quale graduare la somministrazione di O2 in attesa dei valori emogasanalitici (in presenza di BPCO o altri fattori di rischio per insufficienza respiratoria ipercapnica, l obiettivo è mantenere una saturazione tra 88-92% in attesa dell EGA). Rapporto P/F (PaO2/Fi O2 ratio) È il parametro attualmente più in uso per misurare il grado di lung failure (o di compromissione dello scambio gassoso) e la relativa risposta all O2. Il valore della PaO2 è emogasanalitico e la FiO2 è attualmente derivabile per tutti i sistemi di O2 terapia ed è impostabile con i sistemi CPAP o Ventilatori in uso. In assenza di valori riportati, la FiO2 è calcolabile con una semplice formula: FiO2= 0,21 (% di O2 dell AA) + (O2 erogato in L/min x 4)/100. P/F - normale: >350 (es: se PaO2 in AA è di 90 mmhg P/F= 90/0,21=428) - IR lieve: P/F < 350 >300 - ALI (Acute Lung Injury): ipoossiemia acuta con P/F Mild ALI (popolazione ALI-non ARDS): con P/F > 200 < ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome): forma severa con P/F 200 Ipercapnia PaCO2 (valore emogasanalitico) Valore soglia di ipercapnia: PaCO2 > 45 mmhg (6 kpa) ovvero 2 ds > 40 mmhg. I valori normali di PaCO2 sono compresi per i maschi tra 36,8 e 39,4 mmhg e per le femmine tra 35,5 e 38,1 mmhg con valori limite di PaCO2 a mmhg (Appendini-Marazzini). Acidosi respiratoria Valore soglia dell acidosi respiratoria: ph 7,35 (che equivale ad una [H+] 45 mmol/l) 7

8 Valore soglia dei bicarbonati: HCO3 normali o elevati > 26 meq. Epidemiologia L incidenza delle forme di IR acuta è riportata attorno ai casi su abitanti con valori superiori in soggetti di mezza età e molto elevati nei soggetti anziani e cause di tipo respiratorio nel 50% dei casi e cardiocircolatorio nel 25%. La mortalità è tra il 35% ed il 40%. La presenza di IR è molto frequente nelle malattie respiratorie croniche e compare nel 57% dei ricoveri BPCO, nei quali la mortalità intraospedaliera è pari al 13% e si riduce al 7% nelle strutture pneumologiche pur con un ampio utilizzo della ventilazione non invasiva oltre a quella invasiva. Nell ultimo decennio in Italia si osserva un aumento costante dei DRG che comprendono la casistica con insufficienza respiratoria (DRG 87, 475 o 565 e 566, 483 o 541 e 542) e le procedure di ventilazione ed ossigenoterapia fino al 30% circa dei ricoveri per patologia respiratoria. Prevenzione Numerosi elementi della letteratura scientifica di settore evidenziano che un investimento in interventi di prevenzione, purché basati sull evidenza scientifica, costituisce una scelta vincente, capace di contribuire a garantire, nel medio e lungo periodo, la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. L obiettivo da perseguire è organizzare un sistema di azioni di promozione della salute e di prevenzione primaria, secondaria collettiva ed individuale, universale e per categorie a rischio, che possa accompagnare il cittadino in tutte le fasi della vita, nei luoghi di vita e di lavoro. Infatti, le azioni di prevenzioni mirano, nel loro complesso a: 1. garantire lo sviluppo di condizioni che permettono di mantenere il livello di salute il più alto possibile (promozione salute), 2. prevenire l insorgenza delle malattie trasmissibili e non (prevenzione primaria), 3. giungere a diagnosi più precoci attraverso screening (anticipazione diagnostica, prevenzione secondaria), così da favorire il pieno recupero dell ammalato, riconosciuto come tale in una fase di malattia più facilmente aggredibile, 4. realizzare una risposta assistenziale capace di gestire, rallentandone il decorso e impedendo l insorgenza di complicanze, le patologie croniche (profilassi terziaria). Tali obiettivi non possono essere raggiunti senza la predisposizione di strumenti di pianificazione, sviluppati sulla base di dati epidemiologici raccolti con metodologie validate e sulla base dei trend che si ricavano dall analisi di serie di dati registrati nel tempo. L attenzione deve essere focalizzata sulla prevenzione, riducendo i fattori di rischio a livello individuale e agendo in maniera interdisciplinare e integrata per rimuovere le cause che impediscono ai cittadini scelte di vita salutari. Sono noti diversi fattori che aumentano il rischio di sviluppare la malattia, alcuni di essi modificabili, sui quali, pertanto, la prevenzione può intervenire, e altri non modificabili. I fattori di rischio modificabili sono: ipertensione, dislipidemia, diabete, fumo di sigaretta, sovrappeso/obesità, sedentarietà e abuso di alcool; età avanzata, sesso maschile e familiarità sono, invece, fattori di rischio non modificabili. Anche nel nostro Paese il cambiamento dello stile di vita e l allungamento della vita media sono, in larga parte, responsabili dell aumento della prevalenza delle malattie croniche non trasmissibili. Nonostante la 8

9 frequenza, queste malattie sono in gran parte prevenibili attraverso l adozione di stili di vita sani, ma per disincentivare comportamenti non salutari è essenziale affrontarne anche i determinanti ambientali, sociali, economici, culturali. Programmare strategie di promozione della salute e prevenzione delle patologie croniche più diffuse richiede un azione mirata proprio sui determinanti economici e sociali. La sfida strategica, e l opportunità, della prevenzione è, dunque, il progressivo incremento della proporzione di popolazione a basso rischio, condizione essenziale per sconfiggere l epidemia delle malattie croniche. Una corretta prevenzione dell IRC risulta imprescindibile per consentire di conciliare una ottimale assistenza sanitaria con una spesa pubblica sostenibile Le cause di IRC sono numerose e come già accennato non tutte imputabili a malattie polmonari. Una sintesi accettabile di queste cause potrebbe contemplare: - Disordini controllo neurologico respiro - Debolezza muscoli respiratori - Malattie neuromuscolari - Disordini scheletrici - Malattie delle alte vie respiratorie - Malattie polmonari croniche - Disturbi respiratori del sonno - Disordini cardiovascolari Lo sviluppo dell IRC è naturalmente progressivo, spesso intercettabile ma talora del tutto inevitabile, basti pensare alle malattie neuromuscolari e fra queste la SLA e le DM. L opportunità di rallentare la storia naturale delle patologie causa di IRC richiama alla necessità di un riconoscimento il più precoce possibile dei segni e sintomi dell IRC. In questo, ovviamente, un ruolo assolutamente centrale è rivestito dal MMG il quale deve identificare innanzitutto fra la popolazione assistita i soggetti a potenziale rischio di sviluppo dell IRC. Appare ovvio che fra le cause di IRC alcune sfuggono inevitabilmente al controllo del MMG anche perché le prime manifestazioni di tali malattie portano i pazienti a seguire percorsi assistenziali fin dall origine molto complessi e comunque specialistici. Esiste però una popolazione più facilmente identificabile: a) portatori di malattie scheletriche in particolare della gabbia toracica. Le severe cifosi e cifoscoliosi finiscono inevitabilmente per condizionare la meccanica toraco-polmonare ciò che si riflette sulla capacità del sistema di mantenee nel tempo la piena efficacia della pompa ventilatoria. La perdita di saturazione d ossigeno può talora essere tardiva rispetto all incremento della ritenzione di anidride carbonica. Resta però il fatto che una desaturazione progressiva unitamente alla dispnea e al peggioramento della performance deve indurre nel MMG il sospetto di insufficienza respiratoria progressiva: indispensabile eseguire emogasanalisi e saturimetria notturna. 9

10 b) pazienti affetti da BPCO stadiati regolarmente e pertanto definiti severi o molto severi. Questi hanno elevata probabilità di andare incontro allo sviluppo di insufficienza respiratoria progressiva di tipo globale. Non vanno comunque trascurati quei pazienti che presentano un quadro funzionale lievemente o moderatamente compromesso associato ad una dispnea da movimento non proporzionata alla compromissione funzionale. L incremento degli indici di dispnea (MRC in particolare), la coesistenza di BMI ridotto (<20) oltre che di comorbilità significative, il peggioramento dell astenia, una minima sonnolenza precedentemente non denunciata, la riduzione della saturazione d ossigeno attorno al 90-92% in aria ambiente deve insospettire il MMG che dovrà richiedere l esecuzione di emogasanalisi e saturimetria notturna. c) pazienti affetti da patologia interstiziale polmonare sviluppano nel tempo insufficienza respiratoria cronica, inizialmente solo parziale (ipossiemica) e nelle fasi più avanzate anche globale ( ipossiemico-ipercapnica). Il riconoscimento precoce può solo essere rivolto all intercettamento delle fasi iniziali di insufficienza respiratoria parziale. Questi pazienti presentano già ispettivamente un segno importante: respirano a frequenza respiratoria elevata (>20 atti minuto) anche a riposo. L incremento della dispnea e una saturazione ai limiti inferiori della norma (90%) consigliano l invio a un Centro pneumologico per la valutazione della necessità di ossigenoterapia domiciliare. d) pazienti cardiopatici con anamnesi positiva per episodi di scompenso cardiocircolatorio devono essere indagati accuratamente anche se a riposo presentano saturazioni medie normali. Sono indicati sia una saturimetria notturna che un emogasanalisi in veglia. e) pazienti che si presentino negli ambulatori per riferire disturbi respiratori durante il sonno. Astenia al risveglio, sonnolenza diurna, risvegli notturni improvvisi con senso di soffocamento, associati a fattori di rischio cardiovascolare quali obesità, ipertensione, diabete mellito devono indurre il curante ad effettuare indagini presso un Centro in grado di eseguire esami polisonnografici. L insufficienza respiratoria notturna nei pazienti a maggior rischio è assai comune e comunque facilmente diagnosticabile ma soprattutto efficacemente affrontabile. f) pazienti noti per BPCO in associazione a obesità elevata se non patologica, i quali associano ai rischi di una ipoventilazione notturna da obesità quelli tipici della BPCO Definizione di una proposta di percorso clinico assistenziale di presa in carico dell IR L insufficienza respiratoria rappresenta un importante problema sanitario per le persone di tutte le età e di tutte le aree geografiche e, nonostante i miglioramenti terapeutici e assistenziali, è ancora grande la distanza tra la reale qualità dell assistenza erogata e quanto raccomandato in sede scientifica. La necessità di recuperare spazi di integrazione e coordinamento nella gestione delle cure e di introdurre sistemi di partecipazione attiva del paziente al processo di cura, preservando al tempo stesso la specializzazione delle risorse professionali e la sostenibilità economica, ha visto nascere nuovi modelli assistenziali che, con un termine molto generale, possiamo definire di gestione integrata. Il termine generale con il quale ci si riferisce a questi modelli nella letteratura internazionale è care management programs, ma che sono anche indicati come disease management, population management, chronic care models ; 10

11 in Italia lo sviluppo e l attuazione dei percorsi assistenziali si colloca naturalmente in questo tipo di approccio. Questi applicano sistemi organizzativi e tecnologici, conoscenza scientifica, incentivi ed informazione per migliorare la qualità delle cure ed aiutare i pazienti a gestire più efficacemente le loro condizioni di salute. L obiettivo dei programmi di gestione integrata è di ottenere un miglioramento dello stato di salute del paziente e, contemporaneamente, di contenere/ottimizzare l utilizzo delle risorse umane ed economiche utilizzando strategie per modificare i comportamenti di pazienti e medici, da parte dei quali è spesso difficile ottenere rispettivamente una adesione ai piani di cura e la condivisione e l utilizzo di linee guida per la pratica clinica. L enfasi va dunque posta sulla continuità assistenziale attraverso una maggiore integrazione e coordinamento tra i livelli di assistenza e attraverso un coinvolgimento attivo del paziente nel percorso di cura. L obiettivo generale è quello di ottimizzare i percorsi diagnostici e terapeutici, mettendo il paziente e non il sistema al centro dell organizzazione assistenziale attraverso la realizzazione di un modello che: garantisca interventi efficaci, attui gli interventi secondo i principi della medicina basata sulle prove, assicuri la possibilità di misurare sia la qualità delle cure che il miglioramento degli esiti, assicuri la possibilità di attivare gradualmente un modello di assistenza su tutto il territorio nazionale, tenendo conto delle diverse realtà territoriali, ma garantendo comunque uniformità negli interventi. Questi elementi devono essere parte di strategie politiche di comunità (regionali, di ASL/Distretto, ecc.) che facilitino i processi di interazione tra tutti gli attori coinvolti nei programmi di Gestione Integrata. La rete organizzativa di presa in carico dell Insufficienza respiratoria dovrebbe quindi essere basata sul principio della integrazione, che consente di decentrare le attività e creare interazioni di competenze, ottimizzando l impiego delle risorse e minimizzando gli sprechi. Il percorso clinico-assistenziale di un paziente con sospetta con IR comprende.. fasi: - fase.. - fase. - fase. Il modello assistenziale di riferimento è quello.., con la possibilità di modelli assistenziali in regime di ricovero per quadri clinici di maggiore complessità. Flow-chart andrebbe sviluppato un percorso diagnostico (specifico per IRC). Sospetto clinico Setting: Bersaglio: Attori: Azione: Primo livello 11

12 Setting: Bersaglio: Attori: Azione: Secondo livello Setting: Bersaglio: Attori: FLOW CHART 1 12

13 La migliore gestione dell IRC può essere raggiunta con l integrazione tra il MMG e gli altri specialisti, di volta in volta competenti. Per ciascuna figura devono essere ben definiti i compiti da svolgere, nell ambito di un percorso diagnostico e terapeutico condiviso ed appropriato per i diversi livelli di gravità della condizione patologica.

14 Insufficienza Respiratoria Cronica in età evolutiva 1. definizione e classificazione, epidemiologia, costi L insufficienza respiratoria cronica, in età pediatrica, è una condizione clinica grave, che influisce sulla durata della vita del bambino e sulla qualità della vita sua e della sua famiglia. Si distinguono fondamentalmente due tipi di insufficienza respiratoria cronica, che differiscono per i parametri laboratoristici e funzionali e per le indicazioni terapeutiche. In particolare, il tipo 1, o ipossico, normocapnico, può giovarsi dell utilizzo dell ossigenoterapia a lungo termine; il tipo 2 ipossico ipercapnico, deve essere trattato con la ventilazione meccanica domiciliare, per via non invasiva (utilizzo di interfacce nasali,oronasali,facciali) o invasiva (per via tracheostomica). Molte sono le condizioni, acquisite e congenite, che portano a questi quadri clinici, tra cui evidenziamo malattie parenchimali polmonari, quali la broncodisplasia e fibrosi cistica ed extrapolmonari come le patologie neuromuscolari (amiotrofia spinale, miopatie, distrofie muscolari, miopatie metaboliche, per esempio) o i deficit di ventilazione centrale (come malattia di Ondine). Molti di queste patologie rientrano nelle malattie rare e si manifestano con quadri clinici complicati, che coinvolgono più organi ed apparati, riconducendo quindi questi bambini nel gruppo dei soggetti con bisogni assistenziali complessi, ossia che richiedono una assistenza medica di maggiore intensità, coordinata da parte di più specialisti. (1) Questi pazienti, pur rappresentando una piccola parte della popolazione in età evolutiva (15-20%) assorbono globalmente circa il 35 % della spesa sanitaria attribuita all età pediatrica,con un numero di ricoveri /anno maggiore di 4 volte, e più del 70% di ricoveri in terapia intensiva (2). In Italia si stima che circa bambini soffrano di patologie croniche complesse (3) Un importante sottogruppo di bambini con insufficienza respiratoria cronica è rappresentato da quelli dipendenti da tecnologia, ossia dalla ventilazione meccanica non invasiva o invasiva, per via tracheostomica. La letteratura scientifica statunitense evidenzia, già in lavori del 1991, una riduzione dei costi giornalieri di degenza con il trasferimento di pazienti ventilati dalle rianimazioni generali alle subintensive respiratorie (4). 2. il contesto internazionale e programmatico L esperienza di questi ultimi anni evidenzia come la famiglia, soprattutto di bambini piccoli, scelga la domiciliazione e non l istituzionalizzazione, anche quando deve gestire patologie complesse, che richiedono assistenza continuativa e l utilizzo di supporto tecnologico per la sopravvivenza, quali l insufficienza respiratoria cronica, di varia origine, dipendente da ventilazione meccanica. A livello internazionale vi è stato uno sviluppo di Letteratura nell ambito tecnico scientifico, psicologico, antropologico, bioetico e sociale, che rispecchia l attenzione sempre maggiore per le patologie croniche pediatriche complesse,

15 Tutta la letteratura è concorde sulla indispensabilità di un dialogo tra ospedale di riferimento e territorio, integrando gli ambiti sanitari ed assistenziali per tessere una rete efficace, ma flessibile, capace di offrire soluzioni personalizzate. 3. una fotografia dell assistenza in Italia L assenza di un registro nazionale di malattia, porta, purtroppo, ad avere dati frammentati e poco generalizzabili. Una Survey italiana (5), pubblicata nel 2011, rivolta a bambini con insufficienza respiratoria in ventilazione meccanica domiciliare a lungo termine, rilevava una prevalenza di bambini ventilati (età < 17 anni) di 4,2 per , di cui il 49% affetto da patologie neuromuscolari. Una recente indagine, non pubblicata, tra i Centri italiani di maggior peso nella gestione dell insufficienza respiratoria cronica, considera che il numero di bambini ventilati, a domicilio, sia attualmente il doppio, rispetto a quanto rilevato nella Survey. Un altro punto interessante è che la domiciliazione, in ogni Regione italiana, è possibile solo grazie alla formazione del caregiver (di solito un famigliare, la Mamma), mentre gli altri livelli di assistenza sociosanitaria, sono molto variabili da regione a regione, con grave impatto sullo stato di salute del bambino e della sua famiglia. I caregiver di questi bambini si sono quindi trovati ad affrontare problematiche sempre più importanti, con un grave impatto del lavoro di cura, che crea situazioni di stress, burnout e, soprattutto di grosse limitazioni nella vita sociale e lavorativa (6) Non vi sono dati nazionali sul numero di bambini in ossigenoterapia a lungo termine, né su quanti siano i bambini portatori di tracheotomia per causa di insufficienza respiratoria cronica e sulle modalità di assistenza. 4. razionale dell assistenza L esperienza di questi ultimi anni evidenzia come la famiglia, soprattutto di bambini piccoli, scelga la domiciliazione e non l istituzionalizzazione, anche quando deve gestire patologie complesse, che richiedono assistenza continuativa e l utilizzo di supporto tecnologico per la sopravvivenza ( esempio: ventilatore meccanico). L assistenza pediatrica per questi bambini deve essere quindi coordinata : il modello della rete socio sanitaria (Centro specialistico Caregiver - Pediatra di famiglia - Servizi cure domiciliariservizi sociali di territorio- servizi scolastici- ospedale di territorio.) pare l organizzazione migliore per rispondere alla domanda di salute che è, nella maggioranza dei casi, una domanda complessa ed articolata, rivolta ad una pluralità di servizi. Le reti costituiscono il mezzo per rendere più equo l accesso ai servizi ed il successivo percorso assistenziale e permettono il miglior utilizzo dei servizi preposti a livelli di complessità differenti. Devono essere definiti percorsi che delineano i diritti e siano utili per raggiungere l equità e l omogeneità, favoriscano l appropriatezza e la sostenibilità degli interventi, permettano di rendere trasparente l attività svolta, consentano di

16 rafforzare le relazioni tra i nodi della rete e la costruzione di una cultura di partecipazione, integrazione e cooperazione. E inoltre dimostrata una riduzione dei costi assistenziali, nei bambini complessi inseriti in un sistema di gestione a rete, in quanto soggetti particolarmente vulnerabili ad una care inadeguata, che a sua volta conduce a stress famigliare, peggioramento degli outcomes ed aumento del numero di ricoveri (11) Fondamentale figura, come già indicato nei paragrafi precedenti, per l assistenza dei bambini con insufficienza respiratoria cronica, in particolare se in ventilazione meccanica domiciliare, è quella del caregiver famigliare, che riassume in sé più professioni sanitarie e non è quindi identificabile con un unica figura professionale che possa sostituirlo. 5. criticità attuali - Assenza di un Registro di malattia, che permetta di rendere evidente la numerosità e le caratteristiche della patologia - Assenza di studi sull analisi dettagliata dei costi di patologia - Mancanza di una normativa specifica, che definisca esigenze assistenziali, prestazioni, ausili e sussidi erogabili attraverso i LEA ( Livelli Essenziali di Assistenza) 6. obiettivi dell assistenza (gold standard): per ogni obiettivo vanno indicati gli indirizzi strategici e le possibili linee di intervento (indicazioni per le Regioni) 1- Promuovere il controllo e l inquadramento diagnostico-terapeutico per i pazienti con disabilità complessa, che presentino problemi di insufficienza respiratoria cronica. Indirizzo strategico: Individuazione, sul territorio regionale, di Centri specialistici, che possano operare per lo sviluppo di una cultura dell intervento fisioterapico respiratorio o ventilatorio precoce e coordinare una rete territoriale per i pazienti pediatrici in IRC ed elaborare protocolli diagnostici terapeutici condivisi. Linee di intervento: promozione della cultura della gestione di questi pazienti presso i medici curanti e gli ospedali di territorio, offrendo una modalità di lavoro in rete con i Centri specialistici. 2- Promuovere la collaborazione con e tra i servizi di cure territoriali con la finalità di favorire la dimissione precoce del paziente con insufficienza respiratoria cronica, per consentire una migliore qualità della vita del bambino e della famiglia: il territorio deve essere la sede primaria e di governo dei percorsi sanitari e sociosanitari (non l ospedale) Indirizzo strategico : realizzazione di documenti tecnici regionali specifici che sviluppino percorsi predefiniti per la domiciliazione dei bambini con insufficienza respiratoria cronica,

17 finalizzati a ridurre la durata dei ricoveri ospedalieri, a favorire l assistenza al domicilio e sul territorio di competenza. Linee di intervento : formazione dei caregiver primari (normalmente i genitori), degli infermieri delle cure domiciliari e dei medici di territorio (ospedale di riferimento e pediatri di famiglia) con tutoraggio costante da parte del Centro Specialistico di riferimento, anche attraverso il supporto di tecnologie, quali la telemedicina 3- Promuovere la centralità della famiglia :riconoscere la famiglia quale risorsa unica, insostituibile, interlocutore prezioso dal ruolo essenziale. Indirizzo strategico: la famiglia deve avere un ruolo attivo nelle scelte del sistema Linee di intervento : sostenere la famiglia attraverso la garanzia della continuità delle cure; attraverso il riconoscimento della sua centralità e la condivisione delle scelte terapeutiche in una dimensione di alleanza terapeutica; attraverso il riconoscimento del lavoro del caregiver 7. monitoraggio (indicatori) L introduzione di modalità di lavoro basate sul governo clinico consente di stabilire standard assistenziali che possono essere assicurati in modo uniforme sul territorio (programmi di governo clinico) e pertanto, lo sviluppo di un sistema di monitoraggio delle attività è indispensabile per stimolare il confronto, il miglioramento, l analisi dei risultati nella direzione dell equità e dell appropriatezza. Indicatori generali NUMERO PAZIENTI e ANAGRAFICA RICOVERI giornate di degenza/paziente/patologia NUMERO DI RIACUTIZZAZIONI RESPIRATORIE: Paziente/anno LUOGO DI RICOVERO : pediatrie generali, terapia intensiva, centro specialistico SOPRAVVIVENZA per età e patologia Indicatori indiretti di qualità della vita del bambino e della sua famiglia: VITA SOCIALE del bambino ( inserimento scolastico, vita sociale del bambino) ATTIVITA LAVORATIVA EXTRA FAMIGLIARE, DEI CAREGIVER STATO DI SALUTE (psico-fisico)dei FRATELLI Bibliografia 1- T. D. Simon Pediatric Hospital Medicine and Children with Medical Complexity: Past, Present, and Future Curr Probl Pediatr Adolesc Health Care 2012;42: J. D. Edwards et Al Chronic conditions among children admitted to U.S. pediatric intensive

18 care units: Their prevalence and impact on risk for mortality and prolonged length of stay, Crit Care Med 2012; 40: L Assistenza al bambino con disabilità e malattie croniche Prospettive in Pediatria Luglio- Settembre 2012 Vol. 42 N. 167 pp E.H. Elpern et AL The non-invasive respiratory care unit. Pattern of use and financial implications. Chest 1991;99: F. Racca et Al Long-Term Home Ventilation of Children in Italy: A National Survey Pediatr Pulmonol. 2011; 46: C. Heron : Aiutare i carers ed Erickson Deliberazione della Giunta Regionale Piemonte, 10 gennaio 2005, n Approvazione Linee Guida per la ventilazione meccanica domiciliare a pressione positiva e le dimissioni protette del paziente pediatrico con insufficienza respiratoria cronica 8- Decreto Direzione Generale Sanità N DEL Definizione delle linee guida per la Ventiloterapia Meccanica Domiciliare. (Lombardia) 9- Assessorato alla sanità Giunta regionale Campania Settore fasce Deboli Linee Guida regionali ventilazione meccanica adulti e pediatrica 10- SNLG-Regioni Linee guida sull insufficienza respiratoria (Toscana) J.G. Berry at AL Characteristics of hospitalizations for Patients who utilize Strucxtured Clinical-care program for Children with medical Complexity J Pediatr 2011;159: )

19 RIABILITAZIONE PNEUMOLOGICA NELL INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA Malattie del parenchima polmonare e delle vie aeree Le malattie respiratorie croniche degenerative (BPCO, fibrosi cistica, interstiziopatie polmonari, fibrosi idiopatica, ipertensione polmonare, ecc.) si manifestano con alterazioni fisiopatologiche, sintomatologia ed andamento clinico che le differenziano. Tuttavia esse presentano almeno due fattori comuni: l evoluzione, seppur con velocità e caratteristiche diverse, verso l insufficienza respiratoria, argomento della presente trattazione, e la presenza di manifestazioni sistemiche/comorbilità che a loro volta condizionano l andamento clinico se non la risposta alla terapia i. Tra queste ultime, la disfunzione della muscolatura scheletrica, la deplezione di massa magra e la ridotta capacità di esercizio che ne consegue sono infatti sempre presenti nelle forme avanzate di malattia e contribuiscono in maniera determinante a generare una condizione di vera e propria disabilità respiratoria con importante limitazione della partecipazione alle attività lavorative, sociali e della vita quotidiana. L origine di questa condizione è da attribuire all infiammazione sistemica ma soprattutto al decondizionamento conseguente alla precoce e progressiva riduzione del movimento e delle attività della vita quotidiana e all adozione di uno stile di vita sempre più sedentario che può progredire fino all allettamento nelle fasi finali di malattia. La dispnea che insorge sotto sforzo e che al progredire della malattia si manifesta per sforzi sempre meno intensi ha molte cause (vedi tabella 1) e determina l instaurarsi di un circolo vizioso: DISPNEA RIDUZIONE DELL ATTIVITÀ FISICA DECONDIZIONAMENTO DEPLEZIONE MUSCOLARE DISPNEA CHE INSORGE PIÙ PRECOCEMENTE E PER SFORZI MENO INTENSI ii. Tabella 1. Cause fisiopatologiche di ridotta tolleranza all esercizio fisico nei pazienti con malattia respiratoria cronica Disfunzione della muscolatura periferica Iperinsufflazione dinamica Aumentato carico dei muscoli respiratori Alterazioni degli scambi gassosi (ipossiemia e/o ipercapnia) Funzione cardiaca alterata Anemia Malnutrizione Comorbilità Ansia e depressione Scarsa motivazione La ridotta attività fisica peggiora inoltre la prognosi di malattia, essendo associata ad un aumentato rischio di mortalità e di ospedalizzazioni per riacutizzazioni oltre che ad un declino più veloce della funzione polmonare iii. E noto ormai da molti anni, che la terapia farmacologica e l ossigenoterapia non sono in grado, da sole, di contrastare efficacemente la dispnea e il decondizionamento fisico iv e che programmi di Riabilitazione Pneumologica (RP), basati su evidenze scientifiche ormai consolidate, consentono di

20 minimizzare la sintomatologia e massimizzare la performance fisica promuovendo l autonomia, aumentando la partecipazione alle attività della vita quotidiana, migliorando la qualità di vita legata alla salute e l adozione di comportamenti appropriati v. La RP è un intervento globale e multidisciplinare, le cui principali componenti sono elencate nella tabella 2, che prevede, quale intervento cardine, l allenamento all esercizio fisico. Tabella 2. Componenti dei programmi di riabilitazione pneumologica Ottimizzazione della terapia medica Cessazione dal fumo Intervento educazionale Allenamento degli arti inferiori (endurance e forza) Allenamento degli arti superiori (endurance e forza) Allenamento dei muscoli respiratori Disostruzione bronchiale Coordinazione respiratoria Terapia occupazionale Ossigenoterapia a lungo termine Ventiloterapia Non Invasiva La RP produce i benefici sovra elencati anche nei pazienti più severi e può essere intrapresa altresì durante l ospedalizzazione per un episodio di riacutizzazione determinando un più veloce recupero e minori recidive di riospedalizzazioni. Malattie neuromuscolari Nelle malattie neuromuscolari si verifica una condizione di ipoventilazione globale la cui origine è multifattoriale. Il deficit di forza della muscolatura respiratoria, la ridotta compliance del polmone e/o della gabbia toracica, le anomalie del controllo ventilatorio comportano una caduta della ventilazione alveolare con insorgenza di ipossiemia e ritenzione di anidride carbonica, inizialmente durante il sonno e successivamente anche in fase di veglia. Inoltre il deficit di forza della muscolatura respiratoria può determinare un importante riduzione dei volumi e flussi polmonari con conseguente inefficacia della tosse e aumentato rischio di sviluppare atelettasie e insorgenza di Insufficienza Respiratoria Acuta, anche in occasione di banali episodi infettivi delle alte vie aeree vi. La ventilazione meccanica non invasiva, somministrata cioè attraverso una maschera nasale o oronasale o un boccaglio, corregge l ipoventilazione, normalizza gli scambi gassosi aumentando l aspettativa di vita, riducendo il rischio di complicanze respiratorie e di ospedalizzazioni e ritardando o annullando il ricorso alla tracheostomia vii. In mani esperte, l utilizzo di manovre di assistenza alla tosse, manuali o meccaniche, è in grado, in presenza di competenza della muscolatura glottica, di mantenere/ripristinare una buona toilette bronchiale, anche in pazienti con limitata o nulla autonomia ventilatoria, e talora consente la

21 decannulazione dei soggetti precedentemente tracheostomizzati in seguito ad un evento acuto, a condizione però che tali pazienti abbiano poi a domicilio una assistenza adeguata. viii. L associazione di NIV e di assistenza meccanica alla tosse permettono inoltre l estubazione di pazienti altrimenti non svezzabili dalla ventilazione meccanica invasiva ix. In presenza di ingombro bronchiale le manovre di assistenza alla tosse associate alla NIV sono in grado repristinare e mantenere una SpO 2 adeguata (SpO 2 95%) mentre è sconsigliata l applicazione della sola ossigenoterapia che corregge la desaturazione ossiemoglobinica ma accentua l ipoventilazione e l incremento di CO x 2. Le malattie neuromuscolari rappresentano un importante problema assistenziale e gestionale; la maggior parte di queste malattie ha prognosi infausta e progredisce verso l insufficienza respiratoria ; il trattamento riabilitativo, messo in atto da un team multidisciplinare, risulta essenziale ed ha lo scopo di preservare il più a lungo possibile l autonomia e la partecipazione attraverso l assistenza lungo tutte le fasi della malattia. L assistenza riguarda anche la famiglia e i caregiver e deve prevedere l accompagnamento nella palliazione, nel rispetto delle scelte del paziente e secondo le linee guida di gestione della patologia. i Clini EM, Beghé B, Fabbri LM. et al.chronic obstructive pulmonary disease is just one component of the complex multimorbidities in patients with COPD. Am J Respir Crit Care Med. 2013; 187(7): ii Pitta F, Troosters T, Spruit MA et al. Activity monitoring for assessment of physical activities in daily life in patients with chronic obstructive pulmonary disease. Arch Phys Med Rehabil. 2005;86(10): iii Garcia-Aymerich J, Lange P, Benet M et al. Regular physical activity reduces hospital admission and mortality in chronic obstructive pulmonary disease: a population based cohort study. Thorax. 2006;61(9): iv Dyspnea. Mechanisms, assessment, and management: a consensus statement. American Thoracic Society. Am J Respir Crit Care Med. 1999;159(1): v Spruit MA, Singh SJ, Garvey C, et al. An Official American Thoracic Society/European Respiratory Society Statement: Key Concepts and Advances in Pulmonary Rehabilitation. Am J Respir Crit Care Med. 2013; 188 (8):e13 e64. vi vii Gomez-Merino E, Bach JR. Duchenne muscular dystrophy: prolongation of life by noninvasive ventilation and mechanically assisted coughing. American journal of physical medicine & rehabilitation / Association of Academic Physiatrists ;81(6): viii Vianello A, Corrado A, Arcaro G et al. Mechanical Insufflation Exsufflation Improves Outcomes for Neuromuscular Disease Patients with Respiratory Tract Infections. Am J Phys Med Rehabil 2005;84: ix Bach J, Gonçalves M, Hamdani I et al. Extubation of Patients With Neuromuscular Weakness. A New Management Paradigm. Chest 2010;137; x Masa JF, Celli BR, Riesco JA et al. Noninvasive positive pressure ventilation and not oxygen may prevent overt ventilatory failure in patients with chest wall diseases. Chest 1997;112:

22 IRC e Ossigenoterapia a lungo termine: FOLLOW UP E GESTIONE INTEGRATA DEL PAZIENTE-Il ruolo del medico generale Il ruolo del medico di medicina generale (MMG) è importante perché la maggior parte di questi pazienti è assistita nel setting delle cure primarie. Per ottenere un adeguato standard assistenziale è necessaria un azione integrata e coordinata di tutte le figure professionali coinvolte; tale integrazione diventa più importante man mano che le condizioni del paziente peggiorano e cresce la complessità dei suoi bisogni assistenziali. La presentazione del problema La comparsa dell insufficienza respiratoria rappresenta un punto di svolta fondamentale nella storia clinica del paziente. Non raramente tale condizione insorge lentamente, così da consentire un progressivo adattamento che finisce col ritardarne la diagnosi. Infatti i segni ed i sintomi clinici dell insufficienza respiratoria sono aspecifici e possono essere assai modesti anche in presenza di ipossiemia, ipercapnia ed acidosi gravi. (Tab.1) Anche al medico può sfuggire l emergere del problema quando non ne indaghi specificamente l esistenza. In altri casi è l insorgenza di un evento acuto, ad esempio una riacutizzazione di BPCO, che può far precipitare l insufficienza respiratoria, determinando quindi il ricovero del paziente in ospedale. In questi casi la diagnosi viene posta in modo più tempestivo. La misurazione dei gas del sangue arterioso (Pa O2, Pa CO2 e ph) costituisce l intervento fondamentale per la diagnosi e la valutazione della gravità dell'insufficienza respiratoria. Tab.1 Principali segni fisici di difficoltà ventilatoria 1. impegno dei muscoli ventilatori accessori 2. tachipnea 3. tachicardia 4. diminuzione del volume respiratorio 5. respiro irregolare o boccheggiante 6. movimento paradosso dell'addome. A domicilio il MMG può basare il sospetto di insufficienza respiratoria sui sintomi e i segni fisici corrispondenti. Un importante risorsa diagnostica per il MMG è costituita dal saturimetro. La saturimetria misura la saturazione dell ossigeno del sangue senza necessità di prelievo ematico. Fornisce quindi un informazione molto importante sul grado di ossigenazione del sangue, misurabile rapidamente e in qualsiasi circostanza, semplicemente applicando l apposito apparecchio alla estremità di un dito della mano. (Tab.2) Pochi sono i limiti tecnici ed i fattori in grado di interferire con la procedura di misura: lo smalto delle unghie: una marcata pigmentazione delle unghie delle dita della mano può impedire il passaggio di insufficiente quantità di luce infrarossa emessa dall apparecchio;

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE Titolo 3 - PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO DELLA RETE PEDIATRICA REGIONALE Art. 20 - Art. 21 - Art. 22 - Art. 23 - Art. 24 - Art. 25 - Verso

Dettagli

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE Il presente documento, presentato in V commissione in occasione dell audizione del 23 settembre, si compone di due parti: Introduzione e

Dettagli

L ASSISTENZA RESPIRATORIA DOMICILIARE: PROBLEMI SUL TERRITORIO

L ASSISTENZA RESPIRATORIA DOMICILIARE: PROBLEMI SUL TERRITORIO L ASSISTENZA RESPIRATORIA DOMICILIARE: PROBLEMI SUL TERRITORIO Mario Caputi Ilernando Meoli Dipartimento di Scienze Cardiotoraciche e Respiratorie: Sezione di Malattie, Fisiopatologia e Riabilitazione

Dettagli

La Sindrome Obesità-Ipoventilazione e le Ipoventilazioni Centrali

La Sindrome Obesità-Ipoventilazione e le Ipoventilazioni Centrali La Sindrome Obesità-Ipoventilazione e le Ipoventilazioni Centrali Dott. Francesco Carbone II Corso multidisciplinare di aggiornamento La Sindrome delle Apnee Notturne: una sfida diagnostico terapeutica

Dettagli

IL diabetico. Gestione condivisa. Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini

IL diabetico. Gestione condivisa. Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini IL diabetico anziano Gestione condivisa Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini SEEd srl C.so Vigevano, 35-10152 Torino Tel. 011.566.02.58 - Fax 011.518.68.92 www.edizioniseed.it info@seed-online.it

Dettagli

Percorsi di cura e assistenza tra ospedale e territorio: Il ruolo dei professionisti della sanità a supporto della conciliazione famiglia - lavoro

Percorsi di cura e assistenza tra ospedale e territorio: Il ruolo dei professionisti della sanità a supporto della conciliazione famiglia - lavoro Percorsi di cura e assistenza tra ospedale e territorio: Il ruolo dei professionisti della sanità a supporto della conciliazione famiglia - lavoro Nuove forme di presa in carico infermieristica per accogliere

Dettagli

Il ruolo del medico di medicina generale nell applicazione del PDTA sulle patologie bronco-ostruttive

Il ruolo del medico di medicina generale nell applicazione del PDTA sulle patologie bronco-ostruttive Medico di medicina generale, Bisceglie (BA) Il ruolo del medico di medicina generale nell applicazione del PDTA sulle patologie bronco-ostruttive Il recente documento della regione Puglia relativo ai percorsi

Dettagli

QUALITA DELLA VITA e PATOLOGIE CRONICHE:ATTUALITA E PROSPETTIVE

QUALITA DELLA VITA e PATOLOGIE CRONICHE:ATTUALITA E PROSPETTIVE QUALITA DELLA VITA e PATOLOGIE CRONICHE:ATTUALITA E PROSPETTIVE INSUFFICIENZA RESPIRATORIA E QUALITA DI VITA Dr Rolando Negrin U.O.C.Pneumologia O.C.Vicenza 26-10-2013 La Sclerosi Laterale Amiotrofica(SLA)

Dettagli

UN SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE MODERNO, EQUO, SOSTENIBILE E UNIVERSALE

UN SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE MODERNO, EQUO, SOSTENIBILE E UNIVERSALE UN SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE MODERNO, EQUO, SOSTENIBILE E UNIVERSALE - 1 - Il SSN è un valore per tutti gli italiani. Concorrere a migliorarlo continuamente è un impegno di tutti: Medici, Pazienti,

Dettagli

WWW.FISIOKINESITERAPIA.BIZ

WWW.FISIOKINESITERAPIA.BIZ WWW.FISIOKINESITERAPIA.BIZ Imparare a convivere con la BPCO significa cambiare i propri comportamenti in modo da massimizzare lo sfruttamento delle proprie capacità e minimizzare gli effetti negativi della

Dettagli

Assistenza Domiciliare nelle persone con BPCO

Assistenza Domiciliare nelle persone con BPCO Assistenza Domiciliare nelle persone con BPCO Roma, 31 maggio 2012 Le Richieste Sempre più pazienti sono affetti da malattie croniche con un aumento della sopravvivenza in ogni fascia di età I cittadini

Dettagli

Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo

Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo Prof. Lucio Moderato Psicologo Psicoterapeuta - Direttore Servizi Diurni e Territoriali Fondazione

Dettagli

TRASFERIMENTI INTEROSPEDALIERI

TRASFERIMENTI INTEROSPEDALIERI TRASFERIMENTI INTEROSPEDALIERI L attuale organizzazione del Sistema 1-1-8 della Regione Toscana ha evidenziato, fra l altro, una rilevante criticità in merito alla problematica riguardante i Trasporti

Dettagli

Sviluppo del Sistema Cure Intermedie al fine dell utilizzo corretto delle risorse ex DGR 1235/2012

Sviluppo del Sistema Cure Intermedie al fine dell utilizzo corretto delle risorse ex DGR 1235/2012 Pagina 1 di 6 Sviluppo del Sistema Cure Intermedie al fine dell utilizzo corretto delle risorse ex DGR 1235/2012 Il presente documento è inteso a suggerire una allocazione ottimale dei pazienti che non

Dettagli

BELLI DI DENTRO Stili di vita e stili alimentari per mantenere giovani cuore e cervello. Drssa Grazia Foti

BELLI DI DENTRO Stili di vita e stili alimentari per mantenere giovani cuore e cervello. Drssa Grazia Foti BELLI DI DENTRO Stili di vita e stili alimentari per mantenere giovani cuore e cervello Drssa Grazia Foti MALATTIE CARDIOVASCOLARI Più importante causa di morte nel mondo, (17.3 milioni di morti ogni anno)

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto

L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto Stefania Franciolini, Direttore U.O. Servizio Assistenza Infermieristica Territoriale Simonetta Tamburini,

Dettagli

LA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA COMPRENDERE LE LINEE GUIDA DEI PROFESSIONISTI

LA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA COMPRENDERE LE LINEE GUIDA DEI PROFESSIONISTI LA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA COMPRENDERE LE LINEE GUIDA DEI PROFESSIONISTI Questa guida include informazioni su ciò che la European Respiratory Society e la American Thoracic Society hanno affermato

Dettagli

Modulo 4 LA GESTIONE CONDIVISA TRA SPECIALISTA E MMG DELLE SINDROMI RINO-BRONCHIALI

Modulo 4 LA GESTIONE CONDIVISA TRA SPECIALISTA E MMG DELLE SINDROMI RINO-BRONCHIALI Modulo 4 LA GESTIONE CONDIVISA TRA SPECIALISTA E MMG DELLE SINDROMI RINO-BRONCHIALI 1 Obiettivi del modulo 4 Definire i principali ostacoli che incontra il MMG nella sua attività quotidiana Spiegare le

Dettagli

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE INDICE PREMESSA ANALISI DELLE CRITICITA' TERRITORIALI AREE PRIORITARIE DI INTERVENTO NEL RISPETTO DEGLI INDIRIZZI

Dettagli

Gli interventi delle professioni sanitarie

Gli interventi delle professioni sanitarie Gli interventi delle professioni sanitarie 19 febbraio 2015 Dott. BALDINI CLAUDIO Direttore UOC Direzione Professioni Sanitarie Territoriali ASL 11 EMPOLI 23/02/2015 1 Secondo me la missione delle cure

Dettagli

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica

Dettagli

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute III GIORNATA NAZIONALE DELLE CURE A CASA Qualità, tecnologie e sostenibilità nelle cure domiciliari Ospedale S. Giovanni Calibita Fatebenefratelli, Sala Assunta Isola Tiberina, Roma 12 settembre 2011 -

Dettagli

IL RUOLO DELL INFERMIERE

IL RUOLO DELL INFERMIERE A06 152 Maria Grazia Belvedere Paolo Ruggeri IL RUOLO DELL INFERMIERE NELL ASSISTENZA AL PAZIENTE AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA POLMONARE ANALISI DI UN CASO CLINICO E REVISIONE DELLA LETTERATURA Copyright

Dettagli

Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT

Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT Fabrizio Muscas Firenze, 29-30 Giugno 2012 Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT La normativa La Normativa 38 ha riportato

Dettagli

Grazie dell attenzione

Grazie dell attenzione Grazie dell attenzione http://www.registri-tumori.it/pdf/aiom2012/i_numeri_del_cancro_2012.pdf In Italia circa 2.250mila persone (4% del totale della popolazione) vivono avendo avuto una precedente

Dettagli

Diabete e confini. Valerio Miselli, Reggio Emilia

Diabete e confini. Valerio Miselli, Reggio Emilia Diabete e confini Valerio Miselli, Reggio Emilia I mutamenti demografici e sociali in corso, la necessità di presa in carico del cittadino durante l intero arco della vita, pongono il tema dell integrazione

Dettagli

PROPOSTA DI UN MODELLO DI RIFERIMENTO

PROPOSTA DI UN MODELLO DI RIFERIMENTO IPA Adriatic CBC Programme Progetto LOVE YOUR HEART PROPOSTA DI UN MODELLO DI RIFERIMENTO Montona, 10 giugno 2013 Lamberto Pressato - SCF MODELLO DEL DISEASE MANAGEMENT nella PREVENZIONE del RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Dettagli

STUDIO OSSERVAZIONALE SULLA PREVALENZA DELLE PIU COMUNI PATOLOGIE UROLOGICHE E DEL LORO IMPATTO SULLA QUALITA DI VITA IN PAZIENTI

STUDIO OSSERVAZIONALE SULLA PREVALENZA DELLE PIU COMUNI PATOLOGIE UROLOGICHE E DEL LORO IMPATTO SULLA QUALITA DI VITA IN PAZIENTI STUDIO OSSERVAZIONALE SULLA PREVALENZA DELLE PIU COMUNI PATOLOGIE UROLOGICHE E DEL LORO IMPATTO SULLA QUALITA DI VITA IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A DIALISI. Introduzione 2 Obiettivo dello studio 4 Materiali

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d 32 Oggetto: Istituzione della rete di cure palliative della d Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto del

Dettagli

I percorsi assistenziali nel post-acuto: la riabilitazione

I percorsi assistenziali nel post-acuto: la riabilitazione Criteri di appropriatezza strutturale, tecnologica e clinica nella prevenzione, diagnosi e cura della patologia cerebrovascolare I percorsi assistenziali nel post-acuto: la riabilitazione Stefano Paolucci

Dettagli

Progetto Comes, sostegno all handicap

Progetto Comes, sostegno all handicap TITOLO Progetto Comes, sostegno all handicap TEMPI ANNO SCOLASTICO 2010/2011 Destinatari Minori disabili (fascia d età 3/14 anni) frequentanti la scuola dell obbligo, affetti da patologie varie: ipoacusia,

Dettagli

Terapia del dolore e cure palliative

Terapia del dolore e cure palliative Terapia del dolore e cure palliative { Legge 38/10 e alcuni dati sulla sua applicazione Dott. Angelo G. Virtuani Ordine dei Medici Chirurghi Monza Sabato 9 novembre 2013 Legge N.38 del 15/03/2010 - G.U.

Dettagli

Protocollo d Intesa. tra

Protocollo d Intesa. tra Allegato 1 delib. As n. 2_2015 Protocollo d Intesa tra l Associazione ONLUS La vita oltre lo specchio, il Comune di Pisa, la Società della Salute di Pisa e l Azienda USL 5 di Pisa. PREMESSO - che nel Gennaio

Dettagli

Bologna 22 ottobre. Dott. Angela Marina Codifava MMG di MO

Bologna 22 ottobre. Dott. Angela Marina Codifava MMG di MO Bologna 22 ottobre Dott. Angela Marina Codifava MMG di MO Job description del Medico generale 50-60 contatti die per 1300-1500 pz * Attività ambulatoriale 5-6 ore die visite generali 61,3%, accessi veloci

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 5/31 DEL 11.2.2014. Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna.

DELIBERAZIONE N. 5/31 DEL 11.2.2014. Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna. Oggetto: Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto

Dettagli

Organizzazione e gestione delle Malattie Rare nella Regione Emilia-Romagna: esperienza e prospettive

Organizzazione e gestione delle Malattie Rare nella Regione Emilia-Romagna: esperienza e prospettive Organizzazione e gestione delle Malattie Rare nella Regione Emilia-Romagna: esperienza e prospettive Elisa Rozzi Servizio Presidi Ospedalieri Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali Assessorato Politiche

Dettagli

Ruolo del Servizio Sanitario Nazionale nel supporto alle pazienti e alle famiglie. Roma, 25 Novembre 2014. Tiziana Sabetta

Ruolo del Servizio Sanitario Nazionale nel supporto alle pazienti e alle famiglie. Roma, 25 Novembre 2014. Tiziana Sabetta Ruolo del Servizio Sanitario Nazionale nel supporto alle pazienti e alle famiglie Roma, 25 Novembre 2014 Tiziana Sabetta Nulla rende più fragile e vulnerabile una famiglia dell esordio di una malattia

Dettagli

Nozioni generali. Principali forme di trattamento

Nozioni generali. Principali forme di trattamento tano essere di vitale importanza per il benessere psicofisico del paziente, pertanto vale sempre la pena impegnarsi, anche quando la sindrome non venga diagnosticata subito dopo la nascita. Principali

Dettagli

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus Partire dalla culla.. Esiste un rapporto diretto tra il tempismo con cui ha luogo il processo

Dettagli

Il case manager del territorio nel bambino con disabilità complessa. Dr. Giorgio Conforti SAVONA 10 maggio 2008

Il case manager del territorio nel bambino con disabilità complessa. Dr. Giorgio Conforti SAVONA 10 maggio 2008 Il case manager del territorio nel bambino con disabilità complessa Dr. Giorgio Conforti SAVONA 10 maggio 2008 TRE PERPLESSITA 1. LA NORMATIVA 2. LA COMPETENZA 3. LE REALI RISORSE SUL TERRITORIO SCOPRIAMO

Dettagli

- 1 - Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia INDICE. Capo I Finalità e disposizioni generali

- 1 - Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia INDICE. Capo I Finalità e disposizioni generali - 1 - Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia INDICE Capo I Finalità e disposizioni generali Art. 1 Art. 2 Art. 3 Art. 4 Art. 5 (Finalità) (Definizioni) (Pianificazione regionale) (Campagne di informazione)

Dettagli

Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche

Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche Ecco la proposta della Fondazione Maruzza Lefebvre D Ovidio, della fondazione Livia Benini, di altre Fondazioni ed Associazioni Italiane e successivamente

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso

Dettagli

igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità

igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità salute Art. 32 della Costituzione Italiana: la Repubblica tutela la salute

Dettagli

INRCA ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO DIREZIONE SCIENTIFICA EVENTO FORMATIVO

INRCA ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO DIREZIONE SCIENTIFICA EVENTO FORMATIVO INRCA ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO DIREZIONE SCIENTIFICA EVENTO FORMATIVO Le visite infermieristiche domiciliari preventive per il paziente affetto da malattia di Alzheimer e del

Dettagli

Relatore: Silvano Casazza Coautori: S. Marson, G. Cassavia, O. Manzi Affiliazione: CARD Lombardia

Relatore: Silvano Casazza Coautori: S. Marson, G. Cassavia, O. Manzi Affiliazione: CARD Lombardia Mettere a sistema le dimissioni protette: un possibile modello Relatore: Silvano Casazza Coautori: S. Marson, G. Cassavia, O. Manzi Affiliazione: CARD Lombardia In letteratura, sono stimate nel 2-3% di

Dettagli

Il recupero funzionale del cardiopatico

Il recupero funzionale del cardiopatico XVIII CONVEGNO NAZIONALE GERIATRICO Dottore Angelico 11-12-13 giugno 2015 - Cassino Il recupero funzionale del cardiopatico Matteo Grezzana Marina Lugarà Elisa Maya Boldo UOC Geriatria Attuale mission

Dettagli

L ESPERIENZA DI ASL BERGAMO

L ESPERIENZA DI ASL BERGAMO BUONGIORNO CReG: UN PROGETTO INNOVATIVO PER MIGLIORARE LA GESTIONE TERRITORIALE DELLA CRONICITÀ L ESPERIENZA DI ASL BERGAMO Mara Azzi, Direttore Generale ASL BERGAMO ASL BERGAMO POPOLAZIONE RESIDENTE SUDDIVISA

Dettagli

Metodologie e modelli di assistenza sanitaria territoriale

Metodologie e modelli di assistenza sanitaria territoriale Metodologie e modelli di assistenza sanitaria territoriale e prevenzione e promozione della salute Corso 60 ore I sistemi sanitari di tutti i Paesi Occidentali sono sotto pressione, a causa del contestuale

Dettagli

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Prima di organizzare un programma di allenamento al fine di elevare il livello di prestazione, è necessario valutare le capacità

Dettagli

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI L ACCREDITAMENTO INTERNAZIONALE ALL ECCELLENZA Fondazione Poliambulanza ha ricevuto nel dicembre 2013 l accreditamento internazionale all eccellenza da parte di

Dettagli

UNITA OPERATIVA DI PRONTO SOCCORSO PROCEDURA N. 27 FONTE: DOTT. CASAGRANDE TRASPORTO SANITARIO SECONDARIO TRASPORTI SANITARI

UNITA OPERATIVA DI PRONTO SOCCORSO PROCEDURA N. 27 FONTE: DOTT. CASAGRANDE TRASPORTO SANITARIO SECONDARIO TRASPORTI SANITARI UNITA OPERATIVA DI PRONTO SOCCORSO PROCEDURA N. 27 FONTE: DOTT. CASAGRANDE TRASPORTO SANITARIO SECONDARIO TRASPORTI SANITARI TRASPORTO SANITARIO Trasporto primario: trasferimento di un paziente dal luogo

Dettagli

L infermiere al Controllo di Gestione

L infermiere al Controllo di Gestione L infermiere al Controllo di Gestione Una definizione da manuale del Controllo di gestione, lo delinea come l insieme delle attività attraverso le quali i manager guidano il processo di allocazione e di

Dettagli

Cure Domiciliari. Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012

Cure Domiciliari. Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012 Cure Domiciliari Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012 DEFINIZIONE DELLE CURE DOMICILIARI Le cure domiciliari consistono in trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, prestati da personale

Dettagli

LA PANDEMIA SILENTE DEL DIABETE: UN EMERGENZA SANITARIA, SOCIALE ED ECONOMICA

LA PANDEMIA SILENTE DEL DIABETE: UN EMERGENZA SANITARIA, SOCIALE ED ECONOMICA LA PANDEMIA SILENTE DEL DIABETE: UN EMERGENZA SANITARIA, SOCIALE ED ECONOMICA Antonio Nicolucci Direttore Dipartimento di Farmacologia Clinica e Epidemiologia, Consorzio Mario Negri Sud Coordinatore Data

Dettagli

ASL FG DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE CENTRO SALUTE MENTALE DI MANFREDONIA

ASL FG DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE CENTRO SALUTE MENTALE DI MANFREDONIA ASL FG DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE CENTRO SALUTE MENTALE DI MANFREDONIA IL CASE MANAGEMENT: UN MODELLO ORGANIZZATIVO PER LA CURA DEL PAZIENTE PSICHIATRICO La presa in carico e la pianificazione Dott.ssa

Dettagli

L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale

L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale Vito Petrara Principi di riferimento per l assistenza I principi di riferimento

Dettagli

Migliorare l appropriatezza del trattamento della depressione in Italia. Un progetto concreto

Migliorare l appropriatezza del trattamento della depressione in Italia. Un progetto concreto Migliorare l appropriatezza del trattamento della depressione in Italia. Un progetto concreto Dr. Giuseppe Tibaldi - Torino Dr. Carmine Munizza - Torino Dr. Luigi Ferrannini - Genova Matera, 5 Novembre

Dettagli

la riabilitazione dopo ictus e frattura di femore La riabilitazione in RSA

la riabilitazione dopo ictus e frattura di femore La riabilitazione in RSA auditorium di s. apollonia, firenze 17 aprile 2012 la riabilitazione dopo ictus e frattura di femore La riabilitazione in RSA Sandra Moretti Bruna Lombardi U.O. Recupero e Rieducazione Funzionale Azienda

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 60/2 DEL 2.12.2015. Sistema Regionale delle Cure Territoriali. Linee di indirizzo per la riqualificazione delle cure primarie.

DELIBERAZIONE N. 60/2 DEL 2.12.2015. Sistema Regionale delle Cure Territoriali. Linee di indirizzo per la riqualificazione delle cure primarie. Oggetto: Sistema Regionale delle Cure Territoriali. Linee di indirizzo per la riqualificazione delle cure primarie. L Assessore dell Igiene e Sanità e dell Assistenza Sociale ricorda che nel Patto della

Dettagli

Esperienze con la decapneizzazione venovenosa nell insufficienza respiratoria severa

Esperienze con la decapneizzazione venovenosa nell insufficienza respiratoria severa Sucre MJ, Donnarumma G, Vitelli G, Cirillo A, Coppola A, De Nicola A S. C. di Anestesia e Rianimazione Ospedale di Castellammare di Stabia (NA) Esperienze con la decapneizzazione venovenosa nell insufficienza

Dettagli

Salute in tutte le politiche. Carlo Favaretti Università Cattolica del Sacro Cuore

Salute in tutte le politiche. Carlo Favaretti Università Cattolica del Sacro Cuore CIVES CITTÀ VIVE, EQUE E SANE 20-2323 APRILE 2015 Salute in tutte le politiche Carlo Favaretti Università Cattolica del Sacro Cuore Concetti chiave Che cos è la salute Che cos è la promozione della salute

Dettagli

REGIONE MARCHE Giunta Regionale SERVIZIO SALUTE P.F. SANITA PUBBLICA

REGIONE MARCHE Giunta Regionale SERVIZIO SALUTE P.F. SANITA PUBBLICA Progetto relativo alla linea del PNP Prevenzione del Rischio Cardiovascolare Referente: Dr. Alberto Deales Obiettivi iniziali del progetto : Il progetto rappresentava uno studio pilota finalizzato a valutare

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali N. 2739

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali N. 2739 Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2739 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato CARLUCCI Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali Presentata

Dettagli

L ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

L ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE Mozione n. 684 presentata in data 3 giugno 2014 a iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, D'Anna, Camela, Comi, Bugaro, Perazzoli, Pieroni, Badiali, Eusebi, Foschi, Natali Progetto di Parent Training L

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

LO SAPEVI? Le cure al malato inguaribile e il supporto alla sua famiglia sono un diritto e sono gratuite. Federazione Cure Palliative Onlus

LO SAPEVI? Le cure al malato inguaribile e il supporto alla sua famiglia sono un diritto e sono gratuite. Federazione Cure Palliative Onlus LO SAPEVI? Le cure al malato inguaribile e il supporto alla sua famiglia sono un diritto e sono gratuite Federazione Cure Palliative Onlus Cure Palliative - Definizione Le Cure Palliative sono la cura

Dettagli

19/01/12 ASL 04. La ventilazione in SLEEP APNEA -BILEVEL. Sestri levante 21-10-2011. Pellegrina Moretti

19/01/12 ASL 04. La ventilazione in SLEEP APNEA -BILEVEL. Sestri levante 21-10-2011. Pellegrina Moretti ASL 04 La ventilazione in SLEEP APNEA -BILEVEL Sestri levante 21-10-2011 Pellegrina Moretti BILEVEL OBIETTIVI:migliorare ventilazione alveolare migliorare ossigenazione arteriosa prevenire atelettasia

Dettagli

CENTRO RESIDENZIALE CURE PALLIATIVE - HOSPICE SAN MARCO -

CENTRO RESIDENZIALE CURE PALLIATIVE - HOSPICE SAN MARCO - CENTRO RESIDENZIALE CURE PALLIATIVE - HOSPICE SAN MARCO - PERCORSO ASSISTENZIALE PER PAZIENTI TERMINALI Indice 2 1. Premessa 3 2. Attività dell Hospice San Marco 3 3. Obiettivi 4 4. Criteri di Ammissione

Dettagli

Regione Veneto Azienda ULSS 6 Vicenza. Ospedale Civile S. Bortolo

Regione Veneto Azienda ULSS 6 Vicenza. Ospedale Civile S. Bortolo VICENZA Regione Veneto Azienda ULSS 6 Vicenza Ospedale Civile S. Bortolo Dipartimento AREA MEDICA 1^ Direttore Dr. Giorgio Vescovo MEDICINA INTERNA PER INTENSITA DI CURE LA MEDICINA INTERNA OGGI. COMPLESSA..

Dettagli

Azienda USL 6 di LIVORNO Progetto Chronic care model Flow chart scompenso cardiaco Versione 2.1 del 29.3.2010

Azienda USL 6 di LIVORNO Progetto Chronic care model Flow chart scompenso cardiaco Versione 2.1 del 29.3.2010 INIZIO a) Richiesta visita per sintomatologia o b) Controlli clinici a seguito di altra patologia INIZIO Individua tipologia dei pazienti Realizza elenco di pazienti con sintomi di SC e alterazioni strutturali

Dettagli

Sostegno e Accompagnamento Educativo

Sostegno e Accompagnamento Educativo Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione

Dettagli

LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.)

LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.) LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.) Disposizioni per la prevenzione e la cura dell Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative legate all invecchiamento e per il sostegno delle

Dettagli

ADI : il punto di vista del MMG tra presente e futuro

ADI : il punto di vista del MMG tra presente e futuro ADI : il punto di vista del MMG tra presente e futuro Davide Lauri, MMG Scuola di Formazione e Ricerca in Medicina di Famiglia Presidente Coop Medici Milano Citta H. Niguarda, Milano 23 Gennaio 2012 ADI

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI Indice : 1. Scopo del protocollo 2. Invio 3. Verifiche 2.1 tipologia dell utenza 2.2 procedura segnalazione 2.3 procedura

Dettagli

Dott.ssa Licia Ponticello Neuropsichiatra Infantile Referente medico settore età evolutiva Centro di riabilitazione accreditato CMPH Roma

Dott.ssa Licia Ponticello Neuropsichiatra Infantile Referente medico settore età evolutiva Centro di riabilitazione accreditato CMPH Roma Dott.ssa Licia Ponticello Neuropsichiatra Infantile Referente medico settore età evolutiva Centro di riabilitazione accreditato CMPH Roma Il modello descritto nell ICF riflette i cambiamenti di prospettiva

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

DISTRETTO SOCIO SANITARIO - U.O.S.D. RETE ASSISTENZIALE OSPEDALE DI COMUNITA - RELAZIONE ATTIVITA ANNO 2013

DISTRETTO SOCIO SANITARIO - U.O.S.D. RETE ASSISTENZIALE OSPEDALE DI COMUNITA - RELAZIONE ATTIVITA ANNO 2013 DISTRETTO SOCIO SANITARIO - U.O.S.D. RETE ASSISTENZIALE OSPEDALE DI COMUNITA - RELAZIONE ATTIVITA ANNO 2013 1.1 UNO SGUARDO D INSIEME 1.1.1 Il contesto di riferimento L UOSD Rete Assistenziale comprende

Dettagli

CAP di Arona ESPERIENZE DI CURE PRIMARIE NEL TERRITORIO

CAP di Arona ESPERIENZE DI CURE PRIMARIE NEL TERRITORIO Venerdì, 12 giugno 2015 Aula Magna di Pediatria O.I.R.M. S. Anna, AOU Città della Salute Torino 9.30 13.30 CAP di Arona ESPERIENZE DI CURE PRIMARIE NEL TERRITORIO GLI INFERMIERI DI FAMIGLIA E DI COMUNITÀ

Dettagli

Guida alla realizzazione della certificazione di qualità

Guida alla realizzazione della certificazione di qualità Guida alla realizzazione della certificazione di qualità L ottenimento della certificazione di qualità è un processo che spaventa chi per la prima volta l affronta per i costi innegabili ad essa connessi

Dettagli

Azienda Sanitaria Locale Roma G

Azienda Sanitaria Locale Roma G Il Diabete Giornata di lavoro sul Percorso integrato Territorio Ospedale Roviano 6 giugno 2011 Verso l integrazione tra Territorio Ospedale Dr. Pasquale Trecca Presidio Ospedaliero di: Tivoli Colleferro

Dettagli

FILE. Esperienza nella Formazione. Fondazione FILE - Firenze

FILE. Esperienza nella Formazione. Fondazione FILE - Firenze XIX Congresso Nazionale SICP Torino 9 12 Ottobre 2012 Focus on: Fisioterapia in Cure Palliative: quali esperienze e quale formazione specifica? Fare clic per modificare lo stile del sottotitolo dello schema

Dettagli

Prof. Tarcisio Niglio CURE PALLIATIVE

Prof. Tarcisio Niglio CURE PALLIATIVE Prof. Tarcisio Niglio Anno Accademico 2012-2013 Corso Triennale in Scienze Infermieristiche III anno 2 semestre CURE PALLIATIVE Troverete copia di queste diapositive nel sito internet: www.tarcisio.net

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PATOLOGIA DIABETICA IN RAPPORTO AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE ED ALLE CONNESSIONI CON LE MALATTIE NON TRASMISSIBILI

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PATOLOGIA DIABETICA IN RAPPORTO AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE ED ALLE CONNESSIONI CON LE MALATTIE NON TRASMISSIBILI 1 INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PATOLOGIA DIABETICA IN RAPPORTO AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE ED ALLE CONNESSIONI CON LE MALATTIE NON TRASMISSIBILI SENATO DELLA REPUBBLICA COMMISSIONE IGIENE E SANITÀ Aree

Dettagli

Legga le informazioni che seguono e poi risponda alla domanda:

Legga le informazioni che seguono e poi risponda alla domanda: La scoperta del gene responsabile della fibrosi cistica ha permesso la messa a punto di un test genetico per identificare il portatore sano del gene della malattia. Si è aperto quindi un importante dibattito

Dettagli

Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana

Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana Giornata di lavoro Il percorso dell assistito con patologia cronica ad alta prevalenza Milano, 13 novembre 2013 francesco.profili@ars.toscana.it paolo.francesconi@ars.toscana.it

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

OBIETTIVI 2014 DELLE AZIENDE SANITARIE DELLA REGIONE BASILICATA. AO San Carlo

OBIETTIVI 2014 DELLE AZIENDE SANITARIE DELLA REGIONE BASILICATA. AO San Carlo OBIETTIVI 2014 DELLE AZIENDE SANITARIE DELLA REGIONE BASILICATA AO San Carlo 2014 SOMMARIO PREMESSA E LOGICHE DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE 2014... 3 AREA N. 1... 6 OBIETTIVO 1.1: APPROPRIATEZZA ORGANIZZATIVA...

Dettagli

PROGETTO SIMULTANEOUS HOME CARE. Dr Mauro Bandera Oncologo

PROGETTO SIMULTANEOUS HOME CARE. Dr Mauro Bandera Oncologo PROGETTO SIMULTANEOUS HOME CARE Dr Mauro Bandera Oncologo I progressi nella terapia dei tumori hanno portato ad una sopravvivenza a 5 anni dei 2/3 dei pazienti e di circa la metà a 10 anni dalla diagnosi.

Dettagli

BILANCIARSI - Formazione e Consulenza per la legalità e la sostenibilità delle Organizzazioni

BILANCIARSI - Formazione e Consulenza per la legalità e la sostenibilità delle Organizzazioni INTRODUZIONE BilanciaRSI è una società di formazione e consulenza specializzata nei temi della Legalità, della Sostenibilità, della Responsabilità d Impresa e degli Asset Intangibili. Da più di 10 anni

Dettagli

L assistenza garantita dal medico di famiglia: tutte le novità per il prossimo triennio

L assistenza garantita dal medico di famiglia: tutte le novità per il prossimo triennio Conferenza Stampa L assistenza garantita dal medico di famiglia: tutte le novità per il prossimo triennio Presentazione dell Accordo Locale 2012/2014 tra l Azienda USL di Parma e le Organizzazioni Sindacali

Dettagli

La continuità assistenziale: il modello PAI. Divisione Oncologia Medica

La continuità assistenziale: il modello PAI. Divisione Oncologia Medica La continuità assistenziale: il modello PAI LIVIA DE SIO Divisione Oncologia Medica ACO A.C.O. SanFilippoNeriRoma RETE SANITARIA IN ONCOLOGIA: obiettivi Presa in carico del paziente in modo globale Riconoscimentoi

Dettagli

Dalla rianimazione al domicilio. SERVIZIO ANESTESIA RIANIMAZIONE MEDICINA IPERBARICA P.O. MARINO Paolo Castaldi Fabiana Matta

Dalla rianimazione al domicilio. SERVIZIO ANESTESIA RIANIMAZIONE MEDICINA IPERBARICA P.O. MARINO Paolo Castaldi Fabiana Matta Dalla rianimazione al domicilio SERVIZIO ANESTESIA RIANIMAZIONE MEDICINA IPERBARICA P.O. MARINO Paolo Castaldi Fabiana Matta Dalla rianimazione al domicilio Problema Bisogni Risposta Piano personalizzato

Dettagli

Percorso di cura Scompenso cardiaco & Medicina di iniziativa. Dott. Lino Gambarelli MMG Scandiano Bologna 21 /06/2012

Percorso di cura Scompenso cardiaco & Medicina di iniziativa. Dott. Lino Gambarelli MMG Scandiano Bologna 21 /06/2012 Percorso di cura Scompenso cardiaco & Medicina di iniziativa Dott. Lino Gambarelli MMG Scandiano Bologna 21 /06/2012 Distretto di Scandiano 53 MMG (60% in Gruppo) Popolazione 80.000 Ab. 4 Nuclei di Cure

Dettagli

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS Area Persone Anziane Num. Scheda 1 TITOLO AZIONE o o Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS OBIETTIVI Scopo del servizio è permettere agli anziani, parzialmente o totalmente non

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi

Dettagli

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE Servizio Risorse Umane e Relazioni Sindacali delegato dal Direttore Generale dell Azienda con

Dettagli