Capitolo I: Introduzione al Controllo di Processo

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Capitolo I: Introduzione al Controllo di Processo"

Transcript

1 Capitolo I: Introduzione al Controllo di Processo I-1: Le problematiche di controllo Un processo industriale è costituito da una serie di unità tra loro integrate in modo razionale con l'obiettivo globale di convertire, più economicamente possibile, certe materie prime in un prodotto finito. Durante il suo funzionamento l'impianto deve soddisfare una serie di condizioni specificate al momento del progetto e imposte dalla situazione generale (economica, sociale, ambientale) nella quale 1'impianto si trova ad operare. Tra queste, in ordine di priorità decrescente, si possono elencare: - Sicurezza: Un processo deve essere gestito in modo da non costituire pericoli per le persone dell'impianto e delle vicinanze; questo implica il mantenimento delle variabili operative (temperature, pressioni, concentrazioni di sostanze chimiche) entro i limiti permessi dalle apparecchiature. - Regolamentazioni ambientali: Le emissioni dall'impianto (gli effluenti liquidi e gassosi, nonché i residui solidi scaricati) devono essere mantenute al di sotto dei limiti previsti dalle normative vigenti nella regione dove l'impianto è installato. - Vincoli operativi: Le apparecchiature, e quindi le principali variabili operative dell'impianto, sono sottoposte a dei limiti oltre i quali il funzionamento non è garantito o non è possibile. - Specifiche di produzione: In uscita dall'impianto si devono ottenere dei prodotti finali aventi quantità e qualità assegnate, fissate dalla potenzialità dell'impianto e dalle specifiche di qualità richieste per il prodotto commerciale. - Economia dell'impianto: L'esistenza dell'impianto è subordinata alla possibilità di ottenere un prodotto da collocare sul mercato; quindi il consumo di materie prime, energia, investimento di capitale e l'impiego di manodopera devono essere in qualche modo ottimizzati. Durante il funzionamento un impianto industriale si trova ad operare in condizioni dinamiche per effetto di ingressi che tendono a spostarlo dalle condizioni di stazionario. Questi sono: - Perturbazioni, non desiderate, ma inevitabili in un ambiente industriale; ad esempio: cambiamento materie prime, invecchiamento o sporcamento delle superfici, oscillazione di pressione e temperatura rete di raffreddamento o riscaldamento, escursioni termiche tra notte e giorno; - cambiamenti di condizioni operative, desiderate e stabilite dall'operatore o dal sistema di supervisione dell'impianto; ad esempio: cambio tipologia di prodotto, ottimizzazione funzionamento (minimizzazione consumi di energia, aumento o diminuzione della produzione). L'obiettivo del sistema di controllo, in senso stretto, è quello di mantenere le variabili di processo sui valori desiderati; in senso più generale, il sistema di automazione dell impianto include le funzioni di: sicurezza, controllo e ottimizzazione, secondo lo schema di Figura I-1. La funzione sicurezza gestisce le condizioni di emergenza; si basa su dispositivi autoazionanti (valvole di sicurezza, di blocco, dischi a rottura); ha la priorità più elevata. La funzione controllo gestisce le condizioni ordinarie; si basa su regolatori, in genere di tipo standard (PID). Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,1

2 La funzione ottimizzazione ha lo scopo di mantenere il processo nelle condizioni operative ottimali; determina i valori di riferimento dei regolatori; si basa su sistemi di calcolo più avanzati; non è prioritaria, ma ha il livello tecnologicamente più elevato. OTTIMIZZAZIONE Gerarchia CONTROLLO SICUREZZA Priorità Fig.I-1: Le funzioni sicurezza, controllo e ottimizzazione I-2: Classificazione delle variabili di processo Una schematizzazione delle variabili di processo è riportata nella Figura I-2; il processo può essere visto come un sistema che sotto l'azione di certe variabili di ingresso (cause), genera certe variabili di uscita (effetti). Tra le variabili di ingresso si possono distinguere le variabili manipolabili, (che sono a disposizione dell'operatore per effettuare correzioni nella conduzione del processo), dai disturbi, (i quali dipendono dall'ambiente esterno e sfuggono al controllo dell'operatore). Mentre le variabili manipolabili sono anche misurabili facilmente, soltanto alcuni disturbi potranno essere misurati; la maggior parte è invece da considerare non nota e non misurabile. Tra le variabili di uscita dal processo si possono distinguere essenzialmente due categorie: le variabili di prestazione e le variabili intermedie. Le prime sono le variabili controllate in senso lato, in genere non tutte misurabili direttamente, collegate agli obiettivi dell'ottimizzazione dell'impianto. Le seconde sono le variabili fisiche, misurabili in qualche modo, indice del funzionamento dell'impianto e quindi delle prestazioni attuali. IN = Cause Misurabili V. Disturbo Non Misurabili V. Manipolabili PROCESSO V. Intermedie Fig.I-2: Una classificazione delle variabili di processo V. Prestazione OUT = Effetti Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,2

3 La schematizzazione del problema in questi termini è essenziale ai fini della definizione degli obiettivi, per la scelta delle variabili misurate e manipolate, per la scelta della struttura del sistema di controllo. Nel caso più semplice, ai fini del controllo, un processo può essere schematizzato con una sola variabile controllata in uscita e una sola variabile manipolata in ingresso, oltre ai disturbi (sistema SISO: Single Input Single Ouput). Nella maggior parte dei casi i processi hanno molte variabili in ingresso e in uscita (sistemi MIMO: Multi Input Multi Output) e sono caratterizzati da interazione dei diversi ingressi sulle uscite. In casi particolari è ancora possibile identificare variabili di ingresso aventi effetto predominante su certe uscite e ricondurre il sistema multivariabile ad una serie di sistemi di tipo SISO tra loro non interagenti. I-3: Alcuni esempi di processi controllati Livello di un serbatoio Si vuole controllare il livello (h) del serbatoio (V.Ctrl); sono presenti disturbi sulla portata di ingresso F i (V.Dstr). La variabile controllata h è anche misurabile (V.Msrt); un possibile schema di controllo di livello (LC) è quello di intervenire mediante una valvola sulla portata di uscita F u (V.Mnpl), per mantenere il livello h al valore desiderato h o. L apertura è fatta variare in funzione della differenza tra il valore desiderato (h o ) e il valore attuale (h) del livello. Fig.I-3: Controllo di livello di un serbatoio Temperatura di un serbatoio Si vuole controllare la temperatura (T) del serbatoio (V.Ctrl), dove si ha un riscaldamento del liquido in ingresso dalla temperatura T i alla temperatura T ; sono presenti disturbi sulla portata F i e sulla temperatura di ingresso T i (V.Dstr). La variabile controllata T è anche misurabile (V. Msrt); un possibile schema di controllo di temperatura (TC) è quello di intervenire mediante una valvola sulla portata di vapore W (V.Mnpl), per mantenere la temperatura T al valore desiderato T o. L apertura è fatta variare in funzione della differenza tra il valore desiderato (T o ) e il valore attuale (T) della temperatura. Fig.I-4: Controllo di temperatura di un serbatoio Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,3

4 Concentrazione in un serbatoio Si vuole controllare la concentrazione (C) di uscita dal serbatoio (V.Ctrl) dove avviene una reazione di neutralizzazione tra il reagente A e il reagente B (ad esempio un controllo di ph); sono presenti disturbi sulla portata Q b del reagente B (V.Dstr). La variabile controllata C è anche misurabile (V. Msrt); un possibile schema di controllo di concentrazione (CC) è quello di intervenire mediante una valvola sulla portata Q a di reagente A (V.Mnpl), per mantenere la Concentrazione C al valore desiderato C o. L apertura è fatta variare in funzione della differenza tra il valore desiderato (C o ) e il valore attuale (C) della concentrazione. Fig.I-5: Controllo di concentrazione di un serbatoio I-4: Sistemi SISO e MIMO Livello, Concentrazione e Temperatura di un serbatoio Gli esempi precedenti rappresentavano sistemi con una sola variabile controllata e una sola variabile manipolata (sistemi SISO); il funzionamento del sistema di controllo è immediato. In molti casi si hanno più variabili di ingresso e di uscita (sistemi MIMO), con possibilità che ogni singolo ingressi influenzi alcune o tutte le uscite; è il caso del serbatoio riportato in Figura I-6: si vuole mantenere sotto controllo il livello h, la temperatura T e la concentrazione C, che possono essere assunte misurabili. Sono previsti disturbi sul flusso B (portata Q b, temperatura T b, Concentrazione C b ); si può intervenire sulle portate del flusso A (Q a ), del vapore (W) e del flusso in uscita (Q). Fig.I-6: Schema del processo con tre V.Ctrl e tre V. Mnpl In questo caso la scelta del sistema di controllo e il funzionamento possono non essere immediati. Si può adottare un sistema di controllo di tipo SISO (FiguraI-7 con accoppiamenti tra singole variabili Mnpl in ingresso e Ctrl di uscita), con problemi di interazione e scelta degli accoppiamenti. Ad esempio, la portata Q a può essere asservita alla concentrazione C (Q a C), la portata di vapore W alla temperatura T (W T), la portata di uscita Q al livello h (Q h), come schematizzato in Figura I-7a a; è evidente che una variazione di portata Q a, oltre che su C (effetto desiderato), influenza anche h (effetto non desiderato interazione); invece, una variazione di portata W ha effetto principalmente sulla temperatura T. Questo non è l unico schema che può funzionare: ad esempio possono essere scambiate tra loro le portate Q e Q a, con accoppiamenti Q a h e Q C. In generale, i processi industriali sono di tipo MIMO, ma in molti casi le relazioni tra le variabili più importanti possono essere ricondotte a schemi di tipo SISO, che vengono Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,4

5 preferiti quando la loro efficacia risulta accettabile, dato che risultano più semplici e immediati, anche se non ottimali. In alternativa, si può adottare un sistema di controllo di tipo MIMO (Figura I-7b), in teoria ottimale, in quanto tutte le controllate sono influenzate da tutte le manipolate; esso presenta maggiori difficoltà di progettazione e di realizzazione. (a) (b) Fig.I-7: Schema di controllo SISO (a) e MIMO (b) del processo con tre V.Ctrl e tre V. Mnpl I-5: Elementi e variabili in un processo controllato Negli esempi precedenti possono essere individuati gli elementi essenziali costituenti il processo controllato, schematizzati in termini di diagramma a blocchi nella Figura 1.8. S: dipende da Y-Y Disturbi Y REGOLATORE S ATTUATORE X PROCESSO Y Ym MISURATORE Figura 1.8: Elementi e variabili in un processo controllato in retroazione (CL) Ciascun blocco rappresenta in modo pittorico il rapporto causa - effetto tra variabili di ingresso e variabili di uscita. Introducendo nel blocco il modello matematico dell'elemento è possibile una valutazione quantitativa dell'evoluzione del sistema nel tempo. Di seguito è riportata una descrizione qualitativa dei diversi elementi e del loro funzionamento nell'anello di regolazione in retroazione. - Il Processo: rappresenta l'operazione (la variabile) che si vuole controllare, ovvero l'effetto e della variabile manipolata m e del disturbo d sull'uscita y; normalmente questi due effetti sono diversi tra loro. - L'Attuatore: rappresenta il dispositivo che trasforma le correzioni s, decise dal regolatore, in variazioni sulla variabile manipolata X. Nella maggior parte dei casi, è una valvola di regolazione che agisce su una portata di fluido. - Il Regolatore: stabilisce l'azione di controllo da effettuare affinché la variabile di uscita y, che è nota attraverso la sua misura Y m, sia uguale al valore desiderato r=y (set-point); la variabile e = Y m - r è definita errore. L azione di controllo dipende dall errore Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,5

6 (retroazione); l entità dell azione correttiva [s=f(e)], dipende dalla legge di controllo (algoritmo del regolatore). - Il Misuratore: trasferisce al sistema di controllo il valore Ym della variabile controllata Y. Il blocco M ingloba l'elemento sensibile, il trasduttore, la linea di trasmissione. In parallelo la variabile misurata è generalmente registrata per avere una traccia del suo andamento nel tempo. I-6: Azione di controllo OL e CL Si distinguono due tipi di azione di controllo fondamentali: in anello aperto (Open Loop, OL) e in anello chiuso (Closed Loop, CL), a seconda che l azione di controllo risenta o meno della variabile di uscita. Nel controllo OL, l azione di controllo è stabilita dall esterno e non dipende dagli effetti sull uscita (Figura I-9). È tipica dei dispositivi temporizzati (costanti nel tempo o con logica programmata); è caratterizzato da maggiore semplicità, bassi costi dei dispositivi, minore accuratezza nelle prestazioni, che dipendono dalla calibrazione. Esempi di controllo OL: cellula fotoelettrica, tostapane, forno, lavatrice); elementi OL si ritrovano in schemi più complessi (controllo in avanti). Disturbi REGOLATORE ATTUATORE X PROCESSO Fig.I-9: Schema di un processo controllato anello aperto (OL) Nel controllo CL, che è il sistema più comune, l azione di controllo dipende dagli effetti sull uscita (Figura I-8). Questo tipo di azione si ritrova nei sistemi naturali (regolazione temperatura corporea), manuali (uomo che guida automobile), automatici (schemi più comuni di controllo processo). La retroazione (Feedback) è la proprietà per la quale l informazione sullo stato del processo viene trasferita al regolatore per mezzo di un misuratore. Come principale caratteristica, è in grado di permettere prestazioni più elevate; la risposta può divenire oscillante, a causa dei continui aggiustamenti dell azione di controllo, con possibilità di portare a instabilità, se non correttamente progettato. I-7: Tipi di strutture di controllo La struttura del sistema di controllo rappresenta il modo con cui le informazioni sul processo, ottenute attraverso le misure, vengono usate per effettuare le correzioni nelle variabili manipolate in ingresso al processo. La struttura più comune, come già illustrato in precedenza, è quella in retroazione, (Figura I- 10a). Sono utilizzate direttamente le misure delle variabili controllate in uscita per intervenire sulle variabili manipolate; l'entità dell'azione correttiva dipende proprio dallo scostamento della variabile di uscita rispetto ai valori desiderati. Un'altra struttura di controllo base è quella in avanti (Feed-Forward), che è in Anello Aperto, (Figura I-10b). In questo caso sono utilizzate le misure di alcune variabili di ingresso Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,6

7 (disturbi misurabili) per effettuare le correzioni sulle variabili manipolate. Al vantaggio di una maggiore velocità di intervento rispetto allo schema in retroazione, corrisponde lo svantaggio della mancanza di una verifica sugli effetti ottenuti sulle variabili in uscita dal processo. Per questa ragione lo schema in avanti si usa raramente da solo; più comunemente, è accoppiato allo schema in retroazione, al fine di avere i vantaggi delle due configurazioni. Nel caso in cui siano disponibili altre misure, oltre che delle variabili di uscita, anche di alcune variabili intermedie che possono risentire degli effetti dei disturbi più prontamente delle uscite, le misure intermedie possono essere usate in schemi di controllo in cascata (Figura I-10c). In questo caso si hanno più regolatori in serie con obiettivi di controllo specifici e stabiliti, dal regolatore più esterno (primario), per ogni regolatore interno (secondario). In tutti gli esempi visti sopra le variabili controllate erano anche considerate direttamente misurabili; in molti casi di rilevante interesse industriale le misure non sono possibili, oppure i sistemi di misura sono costosi o scarsamente affidabili o hanno proprietà dinamiche sfavorevoli (ritardi); ad esempio misure di proprietà finali, richieste nel controllo di qualità (grammatura della carta, resistenza meccanica di una fibra), ma anche misure di variabili intermedie (pesi molecolari o loro distribuzione, viscosità, composizione di una miscela a molti componenti). In questi casi è necessario ricorrere a schemi più complessi nei quali la grandezza non misurabile direttamente viene ricostruita per mezzo di uno stimatore, il quale si basa sui misurati delle variabili intermedie disponibili e su un modello del processo. Queste stime sono usate in uno schema di controllo inferenziale (Figura I-10d), per effettuare le correzioni sulle variabili di ingresso al processo. Fig.I-10a: controllo in retroazione Fig. I-10b: controllo in avanti Fig.I-10c: controllo in cascata Fig.I-10d: controllo inferenziale (con stimatori) Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,7

8 I-8: Evoluzione dei sistemi di controllo Il sistema di controllo svolge la funzione più evoluta tra gli elementi che costituiscono la catena di regolazione, dato che valuta l entità dell azione correttiva da apportare sulle variabili di ingresso per mantenere il sistema nelle condizioni di funzionamento desiderato. Questo ruolo può essere svolto dall uomo (controllo manuale), con riferimento alla propria esperienza oppure sulla base di procedure codificate. È questo il caso di tutti i sistemi di guida (automobile, treno, aereo, anche se in molti casi il sistema di controllo è misto, avvalendosi anche di dispositivi automatici). Questo è anche la situazione di processi industriali relativamente semplici, o della prima fase della industrializzazione (specifiche di controllo meno restrittive, controllo limitato alle variabili più importanti). Attualmente il controllo manuale è riservato a operazioni particolari, non troppo complesse, o difficili da inquadrare in una procedura (ad esempio operazioni discontinue, formulazione di composti, procedure particolari di stagionatura o invecchiamento di prodotti alimentari); in ogni caso la tendenza è verso l automazione anche di questi processi. Il controllo automatico è quello più diffuso oggi e ha rappresentato la naturale evoluzione nel controllo di processo, motivata dal passaggio da processi discontinui a continui di crescente complessità, dalla necessità di mantenere specifiche più ristrette sui prodotti, dall esigenza di affrancare l uomo da operazioni ripetitive. Il compito dell operatore manuale è quello di impostare i valori desiderati delle principali variabili sul sistema di controllo che poi provvede a mantenerli. Il regolatore all inizio era di tipo analogico (pneumatico, elettrico); attualmente i regolatori più diffusi sono di tipo digitale, con possibilità di realizzare algoritmi di controllo più sofisticati e svariate funzionalità accessorie. In ogni caso, a livello di controllo di base, i regolatori più diffusi sono ancora quelli di tipo standard (convenzionale o PID), per i quali la relazione tra azione di controllo ed errore [s=f(e)] è di tipo Proporzionale Integrale Derivativo. Controllo con Calcolatore. Il grande sviluppo tecnologico degli ultimi anni, rendendo disponibili calcolatori di potenzialità crescente a prezzi sempre più bassi, ha avuto un impatto profondo nel controllo dei processi. Le possibili applicazioni sono molto diversificate, ma i due modi base di impiego sono: Controllo Digitale Diretto (DDC, Figura I-11a): in questo caso il calcolatore sostituisce il regolatore, nel senso che riceve direttamente le misure dal processo e calcola l'azione di controllo. In principale vantaggio è che possono essere realizzate leggi di controllo più sofisticate di quelle possibili con i tradizionali regolatori di tipo standard. Non è molto diffuso nel controllo dei processi industriali, mentre le principali applicazioni sono nel campo delle tecnologie meccaniche (macchine a controllo numerico). Controllo con Calcolatore in Supervisione (DCS, Figura 1-11b): in questo caso il calcolatore acquisisce i dati dall'impianto, li elabora in modo da perseguire una strategia di ottimizzazione e stabilisce i valori di set-point per i regolatori che agiscono sulle singole unità del processo. Questi possono essere controllati ancora da calcolatori più piccoli, ma nei casi più comuni regolatori che agiscono sul processo sono ancora di tipo convenzionale. I dati d'impianto vengono registrati, presentati in grafici e quadri sinottici dell'impianto ed elaborati a fini statistici e di confronto. L operatore supervisiona il funzionamento di più unità dell impianto dalla sala controllo, ha indicazioni immediate delle variabili fuori specifica e delle eventuali emergenze e può effettuare valutazioni storiche sull andamento del controllo (monitoraggio delle prestazioni, in gran parte automatizzato). Le modifiche da effettuare sulle variabili di processo, possono essere attuate automaticamente, oppure dopo consenso da parte dell operatore (Figura I-12). Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,8

9 Fig.I-11a: controllo digitale diretto Fig.I-11b: controllo con calcolatore in supevisione Fig.I-12a: Registrazioni di variabili controllate Fig.I-12b: supervisione da sala controllo I-9: Fasi della progettazione del sistema di controllo Per progettare il sistema di controllo è necessario conoscere le caratteristiche del processo e dei diversi elementi che costituiscono la catena di regolazione. Uno stesso sistema di controllo non può essere ottimale per tutte le situazione: processo continuo o discontinuo, fasi di avviamento o fermata, neutralizzazione dei disturbi o cambiamento delle condizioni operative. Le fasi della progettazione del sistema di controllo possono essere schematizzate nelle seguenti: - Definizione degli obiettivi di controllo (quali e quante variabili?, a quali sono assegnate le priorità?). - Individuazione delle fonti di perturbazioni (quali disturbi sono più frequenti?, quali misurabili e quali no?, quali possono essere eliminati con interventi di progetto o di controllo a monte?). - Scelta delle variabili misurate (le variabili controllate sono misurabili direttamente? ci sono variabili intermedie? quali sono le caratteristiche (precisione, affidabilità) delle misure possibili?). - Scelta delle variabili manipolate (quali sono a disposizione e quali sono fissate da vincoli a monte? quale efficacia sulle variabili controllate?). - scelta della configurazione di controllo (il processo è MIMO o SISO? se è MIMO, come devono essere accoppiate tra loro variabili manipolate e controllate? è sufficiente un semplice controllo in retroazione o serve uno schema più complesso (in avanti in cascata?). - Scelta della legge di controllo, cioè entità dell'azione correttiva, in funzione delle deviazioni rispetto al valore desiderato per le uscite (controllo SISO o MIMO? algoritmo di controllo: regolatore standard o avanzato?). Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,9

10 I-10: Rilevanza del controllo di processo L incidenza della parte Strumentazione e Controllo, che include strumenti di misura, trasmettitori, sistemi di controllo e attuatori (valvole di regolazione), sul costo totale di un impianto può essere stimata intorno al 30%, ma può essere anche molto superiore, dipendendo fortemente dal grado di automazione dello stesso. Inoltre negli ultimi decenni, in molti casi si è assistito ad interventi di innovazione su impianti di antica progettazione, per permettere l adeguamento alle nuove esigenze produttive, di rispetto delle normative di sicurezza ed ambientale, interventi che hanno riguardato essenzialmente la parte relativa all automazione. Anche nel caso di progettazione di impianti nuovi, una esigenza che si è affermata è quella della interazione tra le fasi di progettazione dell impianto e del sistema di controllo, per far sì che la possibilità di garantire certe specifiche (controllabilità dell impianto) sia affrontata direttamente fin dalle prime fasi e non lasciate alla fase finale. In tal modo, si cerca di limitare i rischi dovuti alla impossibilità (o estrema difficoltà) di controllare un impianto la cui progettazione, ottimale dal punto di vista di processo, non ha tenuto conto delle caratteristiche del sistema di controllo. Prof. Claudio Scali Università di Pisa I,10

Strumentazione e Controllo dei Processi Chimici I : Introduzione ai Sistemi di Controllo

Strumentazione e Controllo dei Processi Chimici I : Introduzione ai Sistemi di Controllo Strumentazione e Controllo dei Processi Chimici I : Introduzione ai Sistemi di Controllo Claudio Scali Laboratorio di Controllo dei Processi Chimici (CPCLab) Dipartimento di Ingegneria Chimica (DICCISM)

Dettagli

I sistemi di controllo possono essere distinti in due categorie: sistemi ad anello aperto e sistemi ad anello chiuso:

I sistemi di controllo possono essere distinti in due categorie: sistemi ad anello aperto e sistemi ad anello chiuso: 3.1 GENERALITÀ Per sistema di controllo si intende un qualsiasi sistema in grado di fare assumere alla grandezza duscita un prefissato andamento in funzione della grandezza di ingresso, anche in presenza

Dettagli

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10 Angelo Bonomi CONSIDERAZIONI SUL MONITORAGGIO Un monitoraggio ottimale dipende dalle considerazioni seguenti:

Dettagli

Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca. Liceo Tecnologico. Indirizzo Elettrico Elettronico

Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca. Liceo Tecnologico. Indirizzo Elettrico Elettronico Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca Liceo Tecnologico Indicazioni nazionali per i Piani di Studio Personalizzati Obiettivi Specifici di Apprendimento Allegato_C8-LT-02-Elettrico

Dettagli

IL CONTROLLO AUTOMATICO: TRASDUTTORI, ATTUATORI CONTROLLO DIGITALE, ON-OFF, DI POTENZA

IL CONTROLLO AUTOMATICO: TRASDUTTORI, ATTUATORI CONTROLLO DIGITALE, ON-OFF, DI POTENZA IL CONTROLLO AUTOMATICO: TRASDUTTORI, ATTUATORI CONTROLLO DIGITALE, ON-OFF, DI POTENZA TRASDUTTORI In un sistema di controllo automatico i trasduttori hanno il compito di misurare la grandezza in uscita

Dettagli

PREMESSA AUTOMAZIONE E FLESSIBILITA'

PREMESSA AUTOMAZIONE E FLESSIBILITA' PREMESSA In questa lezione analizziamo i concetti generali dell automazione e confrontiamo le diverse tipologie di controllo utilizzabili nei sistemi automatici. Per ogni tipologia si cercherà di evidenziare

Dettagli

POLITECNICO DI TORINO

POLITECNICO DI TORINO NEWSLETTER N2 - I dispositivi elettronici posti a protezione degli operatori E stato indicato nella precedente newsletter che la sicurezza degli operatori in un contesto industriale è affidata a una catena

Dettagli

Le fattispecie di riuso

Le fattispecie di riuso Le fattispecie di riuso Indice 1. PREMESSA...3 2. RIUSO IN CESSIONE SEMPLICE...4 3. RIUSO CON GESTIONE A CARICO DEL CEDENTE...5 4. RIUSO IN FACILITY MANAGEMENT...6 5. RIUSO IN ASP...7 1. Premessa Poiché

Dettagli

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC.

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Nelle automazioni e nell industria di processo si presenta spesso il problema di gestire segnali analogici come temperature,

Dettagli

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY)

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) CICLO DI LEZIONI per Progetto e Gestione della Qualità Facoltà di Ingegneria CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) Carlo Noè Università Carlo Cattaneo e-mail: cnoe@liuc.it 1 CAPACITÀ DI PROCESSO Il

Dettagli

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms adacher@dia.uniroma3.it Introduzione Sistemi e Modelli Lo studio e l analisi di sistemi tramite una rappresentazione astratta o una sua formalizzazione

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Liceo Tecnologico. Indirizzo Elettrico Elettronico. Indicazioni nazionali per Piani di Studi Personalizzati

Liceo Tecnologico. Indirizzo Elettrico Elettronico. Indicazioni nazionali per Piani di Studi Personalizzati Indicazioni nazionali per Piani di Studi Personalizzati Obiettivi Specifici d Apprendimento Discipline con attività di laboratorio 3 4 5 Fisica 99 Gestione di progetto 132 99 *Tecnologie informatiche e

Dettagli

Impianti per il trasferimento di energia

Impianti per il trasferimento di energia Capitolo 2 Impianti per il trasferimento di energia 2.1 2.1 Introduzione In molte zone di un velivolo è necessario disporre di energia, in modo controllato; questo è necessario per molte attività, ad esempio

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

Anno 2014. Rapporto ambientale

Anno 2014. Rapporto ambientale Anno 2014 Rapporto ambientale 1 ANNO 2014 Nell anno 2005 la SITI TARGHE S.r.l. ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008, nel 2011 e nel

Dettagli

TECNICO SUPERIORE PER L AUTOMAZIONE INDUSTRIALE

TECNICO SUPERIORE PER L AUTOMAZIONE INDUSTRIALE ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE SETTORE INDUSTRIA E ARTIGIANATO TECNICO SUPERIORE PER L AUTOMAZIONE INDUSTRIALE STANDARD MINIMI DELLE COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI DESCRIZIONE DELLA FIGURA

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

Piano di gestione della qualità

Piano di gestione della qualità Piano di gestione della qualità Pianificazione della qualità Politica ed obiettivi della qualità Riferimento ad un eventuale modello di qualità adottato Controllo della qualità Procedure di controllo.

Dettagli

Reti sequenziali. Esempio di rete sequenziale: distributore automatico.

Reti sequenziali. Esempio di rete sequenziale: distributore automatico. Reti sequenziali 1 Reti sequenziali Nelle RETI COMBINATORIE il valore logico delle variabili di uscita, in un dato istante, è funzione solo dei valori delle variabili di ingresso in quello stesso istante.

Dettagli

PRINCIPI FONDAMENTALI...

PRINCIPI FONDAMENTALI... QUALITA DEL SERVIZIO 1) PREMESSA... 2 2) PRINCIPI FONDAMENTALI... 2 2.1) EFFICIENZA NEL SERVIZIO... 2 2.2) CONTINUITÀ... 2 2.3) IMPARZIALITÀ DI TRATTAMENTO... 3 2.4) SALUTE, SICUREZZA ED AMBIENTE... 3

Dettagli

L a p i p at a taf a or o ma a p e p r e ga g r a an a t n ire e l ef e fici c en e za za e n e e n r e ge g t e ica Powered By

L a p i p at a taf a or o ma a p e p r e ga g r a an a t n ire e l ef e fici c en e za za e n e e n r e ge g t e ica Powered By La piattaforma per garantire l efficienza energetica Powered By L efficienza energetica come nuovo punto di forza Secondo la norma ISO EN 50001, l efficienza energetica rappresenta il modo per ottimizzare

Dettagli

Revision Date Description Paragraph TickRef 01 11-05-15 New release All #8416

Revision Date Description Paragraph TickRef 01 11-05-15 New release All #8416 Document Title Business Unit Product Line Controllo Multimotore Power Controls IRIS BLUE Revision Date Description Paragraph TickRef 01 11-05-15 New release All #8416 INDICE 1 Introduzione... 2 2 Controllo

Dettagli

COMUNICAZIONE AI SENSI DELLA DELIBERAZIONE DELL AUTORITA PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DEL 29 LUGLIO 2005 N. 166/05. Termoli, 26.04.

COMUNICAZIONE AI SENSI DELLA DELIBERAZIONE DELL AUTORITA PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DEL 29 LUGLIO 2005 N. 166/05. Termoli, 26.04. Società controllata dal Cons.Svil.Ind.le VALLE del BIFERNO Zona Ind.le, snc 86039 TERMOLI (CB) Tel. +39 0875 755040 Fax +39 0875 755974 http://www.netenergyservice.it - info@netenergyservice.it COMUNICAZIONE

Dettagli

Interruttore automatico

Interruttore automatico Interruttore automatico Dimensionamento degli interruttori automatici adeguati per inverter soggetti ai fattori di influenza specifici degli impianti FV Contenuto La scelta dell interruttore automatico

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Le direttive nuovo approccio applicabili alle macchine in riferimento alla direttiva 2006/42/CE

Le direttive nuovo approccio applicabili alle macchine in riferimento alla direttiva 2006/42/CE Le direttive nuovo approccio applicabili alle macchine in riferimento alla direttiva 2006/42/CE Cuneo, 8 Ottobre 2013 Ivan Furcas ivan.furcas@it.bureauveritas.com Sviluppo della legislazione di prodotto

Dettagli

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI VIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Approvato con deliberazione di G.C. n. 73 del 28.11.2000 INDICE TITOLO 1 ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART.

Dettagli

Eletec S.n.c Via G. Agnelli, 12/14 25086 Rezzato (BS) www.eletec.com

Eletec S.n.c Via G. Agnelli, 12/14 25086 Rezzato (BS) www.eletec.com Mercati altrimenti impossibili La flessibilità e la convenienza di LOGO! hanno consentito ad Eletec di affrontare con successo mercati altrimenti restii ad accettare soluzioni di automazione avanzate La

Dettagli

TECNICO SUPERIORE PER L INFORMATICA INDUSTRIALE

TECNICO SUPERIORE PER L INFORMATICA INDUSTRIALE ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE SETTORE INDUSTRIA E ARTIGIANATO TECNICO SUPERIORE PER L INFORMATICA INDUSTRIALE STANDARD MINIMI DELLE COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI DESCRIZIONE DELLA FIGURA

Dettagli

LA REGOLAZIONE. Controllore. Feedback

LA REGOLAZIONE. Controllore. Feedback LA REGOLAZIONE Importantissimo nella strumentazione industriale per l'utilità del suo impiego e per lo sviluppo a cui può dar luogo, è il sistema di controllo automatico (Regolatore Controllore). Questo

Dettagli

Modello generale di trasduttore Come leggere la scheda tecnica di un trasduttore

Modello generale di trasduttore Come leggere la scheda tecnica di un trasduttore Modello generale di trasduttore Come leggere la scheda tecnica di un trasduttore Modello generale di trasduttore Informazioni sulle caratteristiche fisiche Sistema di misura Catena di misura Dati numerici

Dettagli

SPC e distribuzione normale con Access

SPC e distribuzione normale con Access SPC e distribuzione normale con Access In questo articolo esamineremo una applicazione Access per il calcolo e la rappresentazione grafica della distribuzione normale, collegata con tabelle di Clienti,

Dettagli

Interruttore automatico

Interruttore automatico Interruttore automatico Dimensionamento degli interruttori automatici adeguati per inverter sotto effetti FV specifici Contenuto La scelta dell'interruttore automatico corretto dipende da diversi fattori.

Dettagli

SENSORI E TRASDUTTORI

SENSORI E TRASDUTTORI SENSORI E TRASDUTTORI Il controllo di processo moderno utilizza tecnologie sempre più sofisticate, per minimizzare i costi e contenere le dimensioni dei dispositivi utilizzati. Qualsiasi controllo di processo

Dettagli

INDIRIZZO TRASpORTI E LOGISTICA Profilo Trasporti e Logistica

INDIRIZZO TRASpORTI E LOGISTICA Profilo Trasporti e Logistica Indirizzo Trasporti e logistica Profilo Il Diplomato in Trasporti e Logistica: ha competenze tecniche specifiche e metodi di lavoro funzionali allo svolgimento delle attività inerenti la progettazione,

Dettagli

Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei patrimoni

Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei patrimoni CONVEGNO FACILITY MANAGEMENT: LA GESTIONE INTEGRATA DEI PATRIMONI PUBBLICI GENOVA FACOLTA DI ARCHITETTURA 06.07.2010 Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei

Dettagli

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE: IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti

Dettagli

Cap 12 12 -- Misure di vi braz di vi ioni

Cap 12 12 -- Misure di vi braz di vi ioni Cap 12 - Misure di vibrazioni Le vibrazioni sono poi da sempre uno strumento di diagnostica di macchine e sistemi meccanici 1 Le direttive CEE 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE, obbliga tutti

Dettagli

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. Negli ultimi anni, il concetto di risparmio energetico sta diventando di fondamentale

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE La contraffazione in cifre: NUOVA METODOLOGIA PER LA STIMA DEL VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE Roma, Giugno 2013 Giugno 2013-1 Il valore economico dei sequestri In questo Focus si approfondiscono alcune

Dettagli

Capitolo 4 - Teoria della manutenzione: la gestione del personale

Capitolo 4 - Teoria della manutenzione: la gestione del personale Capitolo 4 - Teoria della manutenzione: la gestione del personale Con il presente capitolo si chiude la presentazione delle basi teoriche della manutenzione. Si vogliono qui evidenziare alcune problematiche

Dettagli

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE Istituto Nazionale Previdenza Sociale MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE 1 INDICE

Dettagli

Picking. Contenuto della lezione

Picking. Contenuto della lezione Picking Contenuto della lezione Introduzione Picking manuale Picking automatizzato Conclusioni Politecnico di Torino Pagina 1 di 14 Obiettivi della lezione Panoramica sulle soluzioni impiantistiche di

Dettagli

Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale

Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale Direzione Generale per il mercato del lavoro Direzione Generale per l innovazione tecnologica e la comunicazione Allegato D Regole tecniche per l aggiornamento

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ MANUALE GESTIONE QUALITÀ SEZ. 5.1 REV. 02 pagina 1/5 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA

Dettagli

Indice. pagina 2 di 10

Indice. pagina 2 di 10 LEZIONE PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA DOTT.SSA ROSAMARIA D AMORE Indice PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA---------------------------------------------------------------------------------------- 3 LA STRUTTURA

Dettagli

Ottimizzazione Multi Obiettivo

Ottimizzazione Multi Obiettivo Ottimizzazione Multi Obiettivo 1 Ottimizzazione Multi Obiettivo I problemi affrontati fino ad ora erano caratterizzati da una unica (e ben definita) funzione obiettivo. I problemi di ottimizzazione reali

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ REV. 00 pagina 1/4 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ SOMMARIO A Impegno della

Dettagli

come nasce una ricerca

come nasce una ricerca PSICOLOGIA SOCIALE lez. 2 RICERCA SCIENTIFICA O SENSO COMUNE? Paola Magnano paola.magnano@unikore.it ricevimento: martedì ore 10-11 c/o Studio 16, piano -1 PSICOLOGIA SOCIALE COME SCIENZA EMPIRICA le sue

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 4. Angelo Bonomi

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 4. Angelo Bonomi GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 4 Angelo Bonomi LA COMPLESSITA DELLE TECNOLOGIE Uno dei problemi riguardanti la valutazione delle tecnologie risiede

Dettagli

Metodologia di monitoraggio Impianti fotovoltaici

Metodologia di monitoraggio Impianti fotovoltaici Metodologia di monitoraggio Impianti fotovoltaici Per effettuare il monitoraggio degli impianti fotovoltaici è stato scelto il metodo di acquisizione dati proposto dal Dott. Ing. F. Spertino, Dott. Ing.

Dettagli

Comune di Forlì Unità sviluppo organizzativo

Comune di Forlì Unità sviluppo organizzativo Comune di Forlì Unità sviluppo organizzativo SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA POSIZIONE - 2012 Posizioni organizzative (tipo a) Alte professionalità (tipo b e c) Validato dall OIV il 30/11/2012 Premessa La

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

La progettazione centrata sull utente nei bandi di gara

La progettazione centrata sull utente nei bandi di gara Progetto PerformancePA Ambito A - Linea 1 - Una rete per la riforma della PA La progettazione centrata sull utente nei bandi di gara Autore: Maurizio Boscarol Creatore: Formez PA, Progetto Performance

Dettagli

e-dva - eni-depth Velocity Analysis

e-dva - eni-depth Velocity Analysis Lo scopo dell Analisi di Velocità di Migrazione (MVA) è quello di ottenere un modello della velocità nel sottosuolo che abbia dei tempi di riflessione compatibili con quelli osservati nei dati. Ciò significa

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE 1 PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE Sono le perdite di carico (o di pressione) che un fluido, in moto attraverso un condotto, subisce a causa delle resistenze

Dettagli

Dalla progettazione igienica degli ambienti alla qualità in tavola QUALITÀ DEGLI ALIMENTI: IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE SISTEMA HACCP

Dalla progettazione igienica degli ambienti alla qualità in tavola QUALITÀ DEGLI ALIMENTI: IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE SISTEMA HACCP Dalla progettazione igienica degli ambienti alla qualità in tavola Milano 21 Maggio 2015 Galleria Meravigli QUALITÀ DEGLI ALIMENTI: IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE SISTEMA HACCP Ing. Patrizia Di Lelio 1

Dettagli

RIDURRE I COSTI ENERGETICI!

RIDURRE I COSTI ENERGETICI! Otto sono le azioni indipendenti per raggiungere un unico obiettivo: RIDURRE I COSTI ENERGETICI! www.consulenzaenergetica.it 1 Controllo fatture Per gli utenti che sono o meno nel mercato libero il controllo

Dettagli

PROCESSI PRODUTTIVI E LOGISTICA I.T.S.T J.F. KENNEDY - PN

PROCESSI PRODUTTIVI E LOGISTICA I.T.S.T J.F. KENNEDY - PN PROCESSI PRODUTTIVI E LOGISTICA I.T.S.T J.F. KENNEDY - PN A.S. 2014/15 Innovazione e ciclo di vita di un prodotto La progettazione di un prodotto e di conseguenza il suo processo produttivo dipende dalla

Dettagli

Il neutro, un conduttore molto "attivo" (3)

Il neutro, un conduttore molto attivo (3) 1 Il neutro, un conduttore molto "attivo" (3) 3. I sistemi elettrici in relazione al modo di collegamento a terra del neutro e delle masse In funzione della messa a terra del neutro e delle masse, un sistema

Dettagli

Sistema di Gestione Integrata Qualità/Ambiente/Sicurezza Doc.3 Politiche aziendale. Qualità/Ambiente

Sistema di Gestione Integrata Qualità/Ambiente/Sicurezza Doc.3 Politiche aziendale. Qualità/Ambiente Pag. 1 di 5 Qualità/Ambiente L azienda Di Leo Nobile S.p.A. è nata nel 1956 a Castel San Giorgio (Sa) ed è uno stabilimento di circa m² 16.591 di cui 10.000 m² coperti, nel quale è concentrata l attività

Dettagli

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri. L 77/42 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 24.3.2010 REGOLAMENTO (UE) N. 244/2010 DELLA COMMISSIONE del 23 marzo 2010 che modifica il regolamento (CE) n. 1126/2008 della Commissione che adotta taluni

Dettagli

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI Pagina 1 di 6 Procedura Rev. Data Descrizione modifica Approvazione 3 27.04.2003 Revisione generale (unificate NC e Reclami) C.V. 4 03.09.2007 Specificazione NC a carattere ambientale C.V. 5 07.03.2008

Dettagli

Scheduling della CPU. Sistemi multiprocessori e real time Metodi di valutazione Esempi: Solaris 2 Windows 2000 Linux

Scheduling della CPU. Sistemi multiprocessori e real time Metodi di valutazione Esempi: Solaris 2 Windows 2000 Linux Scheduling della CPU Sistemi multiprocessori e real time Metodi di valutazione Esempi: Solaris 2 Windows 2000 Linux Sistemi multiprocessori Fin qui si sono trattati i problemi di scheduling su singola

Dettagli

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE.

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. Lezione 5 Castellanza, 17 Ottobre 2007 2 Summary Il costo del capitale La relazione rischio/rendimento

Dettagli

fit-up), cioè ai problemi che si verificano all atto dell assemblaggio quando non si riescono a montare i diversi componenti del prodotto o quando il

fit-up), cioè ai problemi che si verificano all atto dell assemblaggio quando non si riescono a montare i diversi componenti del prodotto o quando il Abstract Nel presente lavoro di tesi è stata analizzata l importanza che riveste l assemblaggio meccanico nelle diverse fasi del processo produttivo, centrando l attenzione sulle fasi di progettazione

Dettagli

Uso delle attrezzature di lavoro

Uso delle attrezzature di lavoro COORDINAMENTO TECNICO PER LA PREVENZIONE DEGLI ASSESSORATI ALLA SANITA DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO Decreto Legislativo n 626/94 D O C U M E N T O N 11 LINEE GUIDA SU TITOLO III

Dettagli

BIENNIO COMUNE a tutti gli indirizzi DISCIPLINE. Quadro Orario BIENNIO COMUNE. Nuovi Indirizzi Istituti Tecnici Pagina 1 1 BIENNIO

BIENNIO COMUNE a tutti gli indirizzi DISCIPLINE. Quadro Orario BIENNIO COMUNE. Nuovi Indirizzi Istituti Tecnici Pagina 1 1 BIENNIO Il seguente documento, redatto per estratti da documenti del Ministero della Pubblica Istruzione, illustra in modo sintetico ma completo l Offerta Formativa dei Nuovi Indirizzi degli Istituti Tecnici.

Dettagli

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE. SETTORE TECNOLOGICO Indirizzo: Elettrotecnica ed Elettronica

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE. SETTORE TECNOLOGICO Indirizzo: Elettrotecnica ed Elettronica ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE Basilio Focaccia via Monticelli (loc. Fuorni) - Salerno PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE SETTORE TECNOLOGICO Indirizzo: Elettrotecnica ed Elettronica Anno scolastico:

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile Dr. Giacomo Gelmi Che cosa è una macchina utensile? E uno spazio fisico in cui si collocano, sostenuti da adeguate strutture ed in posizioni

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

Ventilazione del locale di carica carrelli elevatori

Ventilazione del locale di carica carrelli elevatori Ventilazione del locale di carica carrelli elevatori In ambito industriale è ormai consolidato l uso di carrelli elevatori elettrici. Queste macchine sono corredate di un gruppo batterie ricaricabili che

Dettagli

Rapporto ambientale Anno 2012

Rapporto ambientale Anno 2012 Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e

Dettagli

Firenze 28.11.2013. A. Colzani - L. Rota. 01/12/2013 Servizio Acquisti

Firenze 28.11.2013. A. Colzani - L. Rota. 01/12/2013 Servizio Acquisti Valutazione dei Rischi per la modifica e l installazione di un nuovo azionamento elettrico per le porte di salita in conformità alla EN 14752. Esempio di applicazione su automotrici ALN668 circolanti su

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato CONTENTO

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato CONTENTO Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 5659 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato CONTENTO Disposizioni per la tutela del consumatore nell ambito del mercato dell energia

Dettagli

L IDENTIFICAZIONE STRUTTURALE

L IDENTIFICAZIONE STRUTTURALE e L IDENTIFICAZIONE STRUTTURALE I problemi legati alla manutenzione e all adeguamento del patrimonio edilizio d interesse storico ed artistico sono da alcuni anni oggetto di crescente interesse e studio.

Dettagli

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione dell impresa e del suo contesto e la valutazione dei rischi di errori significativi Ottobre 2013 Indice 1. La comprensione dell impresa e del suo contesto

Dettagli

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI LE FONDAZIONI Generalità sulle fondazioni Fondazioni dirette Plinti isolati Trave rovescia Esecutivi di strutture di fondazione Generalità Le opere di fondazione hanno il compito di trasferire le sollecitazioni

Dettagli

11. Evoluzione del Software

11. Evoluzione del Software 11. Evoluzione del Software Andrea Polini Ingegneria del Software Corso di Laurea in Informatica (Ingegneria del Software) 11. Evoluzione del Software 1 / 21 Evoluzione del Software - generalità Cosa,

Dettagli

Proponente: GIOSUE FEOLA TEL. 3401014152 E-Mail: giosuefeola@libero.it

Proponente: GIOSUE FEOLA TEL. 3401014152 E-Mail: giosuefeola@libero.it Titolo del progetto: STERILIZZATORE ULTRA-FLASH Proponente: GIOSUE FEOLA TEL. 3401014152 E-Mail: giosuefeola@libero.it GENERALITA L idea è quella di realizzare uno sterilizzatore per latte, di nuova concezione,

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

OFFERTA FORMATIVA INDIRIZZI DI STUDIO

OFFERTA FORMATIVA INDIRIZZI DI STUDIO ISTITUTO TECNICO E. SCALFARO Piazza Matteotti, 1- CATANZARO Tel.: 0961 745155 - Fax: 0961 744438 E-mail:cztf010008@istruzione.it Sito: www.itiscalfaro.cz.it ANNO SCOLASTICO 2011 2012 OFFERTA FORMATIVA

Dettagli

Riepilogo delle modifiche di PA-DSS dalla versione 2.0 alla 3.0

Riepilogo delle modifiche di PA-DSS dalla versione 2.0 alla 3.0 Settore delle carte di pagamento (PCI) Standard di protezione dei dati per le applicazioni di pagamento () Riepilogo delle modifiche di dalla versione 2.0 alla 3.0 Novembre 2013 Introduzione Il presente

Dettagli

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance Sistemi di misurazione e valutazione delle performance 1 SVILUPPO DELL'INTERVENTO Cos è la misurazione e valutazione delle performance e a cosa serve? Efficienza Efficacia Outcome Requisiti minimi Indicatori

Dettagli

L analisi dei costi: il costing

L analisi dei costi: il costing L analisi dei Costi - a.a. 2012/2013 L analisi dei costi: il costing 1 La tecnica del costing (1) Il termine costing indica la tecnica specificatamente rivolta alla rilevazione dei costi. Negli ultimi

Dettagli

La funzione di trasferimento

La funzione di trasferimento Sommario La funzione di trasferimento La funzione di trasferimento Poli e zeri della funzione di trasferimento I sistemi del primo ordine Esempi La risposta a sollecitazioni La funzione di trasferimento

Dettagli

Sistemi Informativi Territoriali. Map Algebra

Sistemi Informativi Territoriali. Map Algebra Paolo Mogorovich Sistemi Informativi Territoriali Appunti dalle lezioni Map Algebra Cod.735 - Vers.E57 1 Definizione di Map Algebra 2 Operatori locali 3 Operatori zonali 4 Operatori focali 5 Operatori

Dettagli

1 La politica aziendale

1 La politica aziendale 1 La Direzione Aziendale dell Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. al livello più elevato promuove la cultura della Qualità, poiché crede che la qualità delle realizzazioni dell Impresa sia raggiungibile solo

Dettagli

FLASHINVESTOR Manuale dell Utente

FLASHINVESTOR Manuale dell Utente FLASHINVESTOR Manuale dell Utente Questa breve guida ha lo scopo di aiutare l utente a prendere confidenza con il prodotto in modo da sfruttarne appieno tutte le potenzialità. Abbiamo cercato di realizzare

Dettagli

Istituto d Istruzione Secondaria Superiore M.BARTOLO. A cura del Prof S. Giannitto

Istituto d Istruzione Secondaria Superiore M.BARTOLO. A cura del Prof S. Giannitto Istituto d Istruzione Secondaria Superiore M.BARTOLO PACHINO (SR) APPUNTI DI SISTEMI AUTOMATICI 3 ANNO - I MODELLI A cura del Prof S. Giannitto I MODELLI Scopo della disciplina Teoria dei Sistemi è quello

Dettagli

PROFILO RIASSUNTIVO DELLE AREE

PROFILO RIASSUNTIVO DELLE AREE PROFILO RIASSUNTIVO DELLE AREE CATEGORIA AREE DEFINIZIONE IMPLICAZIONI CHIAVE Relazioni e Comunicazione Interpersonale A - B - C Sviluppo delle conoscenze e Abilità Qualità e Prestazioni Soddisfazione

Dettagli

Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05

Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05 Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05 Comune di Nembro Progetti dematerializzazione del Comune di Bergamo 26/092011 Finalità e caratteristiche

Dettagli