LA PIANURA DI FIRENZE-PRATO-PISTOIA NEL QUADRO DELL EVOLUZIONE GEOLOGICA DELL APPENNINO SETTENTRIONALE
|
|
- Federica Frigerio
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 LA PIANURA DI FIRENZE-PRATO-PISTOIA NEL QUADRO DELL EVOLUZIONE GEOLOGICA DELL APPENNINO SETTENTRIONALE Prof. Enrico PANDELI Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Firenze Via G.La Pira, Firenze enrico.pandeli@unifi.it Introduzione L Appennino settentrionale (Fig. 1) rappresenta per i geologi una catena orogenica di recente costituzione. Infatti, le sue più importanti fasi di strutturazione e di sollevamento sono occorse negli ultimi 35 milioni di anni (Boccaletti et al.,. 1982; Elter, 1984; Bortolotti et al., 1994; Vai & Martini, 2001 con bibliografia). L edificio geologico nord-appenninico, assieme alle Alpi, fa parte di quell importante e complessa fascia orogenica chiamata alpina che dalla Spagna/Africa settentrionale (Gibilterra) si prolunga, attraverso le Alpi e l Himalaia, fino all Indonesia. Secondo le teorie derivanti dalla tettonica delle placche litosferiche (vedi in Bosellini, 1978), nell area mediterranea questa fascia orogenica è il risultato dell avvicinamento (Cretaceo sup.-eocene medio) e successiva collisione (Eocene sup.-oligocene) del paleocontinente africano (o della microplacca Adria) con quello europeo che produsse, per subduzione di crosta oceanica al di sotto del margine europeo, la scomparsa dell oceano giurassico che li divideva, la Tetide (Principi & Treves, 1984; Abbate et al., 1986; Abbate et al., 1994). Le odierne forme del rilievo della nostra regione (la linea di costa, le colline, le valli e le montagne) sono il frutto proprio di un complesso succedersi di eventi geologici occorsi nell'arco di decine di milioni di anni (=Ma). In particolare due sono gli stadi più importanti nella storia geologica dell Appennino settentrionale (Elter, 1984; Bortolotti, 1992; Fazzuoli et al., 1994; Vai & Martini, 2001 con bibliografia): 1) Ma. Costruzione della catena orogenica appenninica per effetto di fenomeni compressivi che hanno portato alla sovrapposizione di masse rocciose (unità strutturali o falde) di età mesozoica-terziaria appartenenti ad aree diverse di sedimentazione (domini paleogeografici) distanti tra di loro anche oltre 150 km da dove oggi le troviamo (unità alloctone) 2) 10 Ma --> attuale. Innalzamento e rilassamento dell'edificio orogenico con la formazione di valli (graben) e dorsali montuose (horst), orientate per lo più parallelamente allo sviluppo della catena (NO-SE), e delimitate da sistemi di fratture (faglie). 1
2 Fig. 1 - Carta e sezione geologica schematica dell Appennino settentrionale LA STORIA OROGENICA La storia delle rocce che formano la catena appenninica è molto antica, sono infatti presenti rocce di età paleozoica, ovvero più antiche di 250 Ma (probabilmente fino 500 Ma!). Per poter percorrere la loro storia si deve ritornare proprio alla fine dell'era paleozoica e, adottando il ben noto modello della tettonica delle placche litosferiche (sintetizzato da vari ricercatori negli anni 60 tra i quali Hesse e Wilson: vedi in Bosellini, 1978), possono essere evidenziati i seguenti stadi (Figs. 2, 3, 4 e 5): Carbonifero (circa 300 Ma) = Tutte le masse continentali, costituite da rocce molto antiche e per lo più ricristallizzate e granitizzate (basamento cristallino), erano riunite in un unico supercontinente, la Pangea (Fig. 2). 2
3 Fig. 2 Quattro diversi momenti dell evoluzione della crosta terrestre secondo il modello della Tettonica delle Placche Litosferiche (da Trevisan & Giglia, 1974) Permiano sup.- Triassico medio (circa Ma) = La Pangea si frammenta e iniziano i movimenti di allontanamento della placca europea da quella africana (della quale la penisola italiana e, quindi, la Toscana, rappresentano l'appendice settentrionale) (Fig. 2). Triassico sup. -Giurassico ( Ma) = Tra i due blocchi continentali si forma un braccio di mare che progressivamente si estende fino a diventare un vero e proprio oceano (Oceano Ligure, ovvero una porzione della Tetide occidentale) (Fig. 3). Sul fondo oceanico, di natura basaltica, si depositano fanghi silicei e calcarei; sui margini continentali ha luogo dapprima la deposizione di sedimenti carbonatici di mare sottile in clima tropicale ai quali fanno seguito, a causa di fenomeni di abbassamento del fondo marino, melme calcareo-silicee di mare aperto (depositi pelagici). Cretaceo - Eocene (circa Ma) = Cambia il quadro geodinamico ed il blocco europeo si avvicina nuovamente a quello africano a spese della Tetide (Fig. 2). Inizia la defornmazione e l'accavallamento dei sedimenti oceanici che danno luogo alle Falde Liguri e Liguri-Piemontesi (queste ultime unità oceaniche metamorfiche) che si impilano costruendo un prisma di accrezione oceanico in corrispondenza del margine attivo europeo (Fig. 4A). 3
4 Fig. 3 Schema dell apertura dei bacini della Tetide occidentale Oligocene - Miocene inf. (35-20 Ma) = I due blocchi europeo e africano entrano in collisione e le falde liguri-piemontesi si mettono in posto sui due margini continentali anch'essi fortemente deformati (Fig. 4B). Una parte del margine africano (es. Falda Toscana) sovrascorre sullo stesso seppellendolo profondamente e facendolo, così, ricristallizzare (Unità Toscane Metamorfiche oggi esposte in finestre tettoniche lungo la cosiddetta Dorsale Metamorfica Medio-Toscana, ovvero l allineamento Alpi Apuane-M. Pisani-Dorsale Monticiano Roccastrada- M.Leoni, all Isola d Elba e al Promontorio del M.Argentario). L'Appennino è ancora una catena sommersa dal mare. La microplacca della Corsica - Sardegna si distacca dall'europa, a causa dell'apertura del bacino ligureprovenzale e ruota di circa 30 in senso antiorario solidamente all'appennino. Miocene inf.-pliocene/pleistocene (< 20 Ma) = A partire dalla fine del Miocene inferiore si manifestano nella parte più interna dell orogene (tra la Corsica e l Elba) i primi fenomeni di rilassamento della pila tettonica appenninica. L'Appennino settentrionale si distacca dal blocco 4
5 Fig. 4 Evoluzione del sistema orogenico Corsica-Appennino settentrionale (da Abbate et al., 1994 modificato). A) ricostruzione della chiusura oceanica al Paleocene sup.-eocene inf., B) ricostruzione della collisione fra i margini europeo e adriatico all Oligocene superiore. Legenda delle Unità (in lettere minuscole le unità in sedimentazione, in lettere maiuscole le unità accrete nel prisma). Unità della Corsica Alpina : BA) Unità della Balagne, T) Massiccio del Tenda, SL) Unità degli Schistes Lustrés, CE) Unità dei Centuri, M) Unità di Macinaggio; Unità dell Isola d Elba: E) Unità del Flysch Cretaceo e del Flysch paleogenico, OF) Unità Ofiolitica, G) Unità di Grassera; Unità della Toscana continentale: VV) Unità del Vara, FTM+L) Flysch ad Elmintoidi della Toscana meridionale+formazione di Lanciaia, MM) Unità di M. Morello-S. Fiora, CA) Unità subligure di Canetolo, SC) coperture sedimentarie mesozoiche-terziarie del basamento cristallino paleozoico dell Adria, X) basamento cristallino paleozoico dell Adria, LID) mantello litosferico. sardo-corso ruotando verso est, si origina il Mar Tirreno ed emerge la catena appenninica. Questi fenomeni estensionali si propagano nel tempo sempre più verso est dando origine, a mezzo di sistemi di faglie dapprima a basso e quindi ad alto angolo, a depressioni tettoniche o graben (es. il Bacino corso nel tardo Burdigaliano e i bacini intermontani appenninici dal Tortoniano superiore al Pleistocene) separate da dorsali o horst (Elter et al., 1975; Ambrosetti et al., 1978; Carmignani & Kligfield, 1990; Bertini et al., 1991; Bartole et al., 1991; Martini & Sagri, 1993; Carmignani et al., 1995) (Fig. 5). 5
6 Fig. 5 - Distribuzione dei principali bacini post-orogeni dell Appennino settentrionale. In rigato sono indicati i bacini mio-pliocenici con depositi continentali e marini, in puntinato i bacini plio-pleistocenici con sedimenti continentali fluviolacustri. 1) principali fronti di accavallamento delle unità tettoniche appenniniche; 2) faglie principali al bordo dei bacini; 3) linee tettoniche trasversali; 4) faglie minori al bordo dei bacini. (da Martini & Sagri, 1993). Questi bacini (come il Bacino di Siena, della Pesa, del Serchio, del Valdarno superiore e di Firenze- Pistoia) vengono colmati da depositi lacustri/salmastri, marini e fluviali-lacustri. In concomitanza di questi eventi risale anche il sottostante mantello terrestre caldo provocando fenomeni di fusione delle porzioni inferiori della crosta e dando così origine a fenomeni magmatici ed idrotermali (vedi oltre). I DOMINI PALEOGEOGRAFICI E RELATIVE UNITA TETTONICHE Unità Toscane. Rappresentano le unità tettoniche che derivano dalla deformazione e scagliatura del paleomargine continentale africano o adriatico (dal basso verso l alto dell edificio orogenico): a) Unità Toscane Metamorfiche Rappresentano le unità più profonde dell'intero edificio orogenico (es. Alpi Apuane), e per questo si presentano deformate e ricristallizzate (rocce metamorfiche). Sono in larga parte costituite da filladi e quarziti del basamento cristallino di età paleozoica (Cambriano sup.?/ordoviciano inf. - Carbonifero sup./permiano: Pandeli et al., 1994) e dai soprastanti metaconglomerati quarzosi, filladi e quarziti del Triassico medio-superiore (Gruppo del Verrucano: Pandeli, 2002). A questi metasedimenti fanno seguito formazioni prevalentemente dolomitiche e marmoree-calcescistose del Triassico sup.- Cretaceo inf. (es. i marmi giurassici delle Alpi Apuane), filladichecalcescistose varicolori del Cretaceo sup.-oligocene e metarenacee dell Oligocene sup.. Queste formazioni risultano correlabili con quelle coeve non metamorfiche della sovrastante Falda Toscana. 6
7 b) Falda Toscana La successione stratigrafica dei terreni sedimentari non metamorfici costituenti la Falda Toscana non risulta sempre completa in tutti gli affioramenti; spesso infatti risulta fortemente laminata e ridotta ai soli termini basali (Bestini et al., 1991; Bortolotti et al., 1992 con bibliografia). E' così costituita (dal basso) (Fig. 6): ANIDRITI DI BURANO (Carnico-Norico) : Anidriti, gessificate in affioramento, con intercalazioni dolomitiche nerastre legate a bacini costieri evaporanti in clima intertropicale (cf. gli attuali depositi salini sulle coste del Mar Rosso). Queste rocce sono spesso sostituite da brecce calcareodolomitiche in larga parte tettoniche ("Calcare cavernoso"). CALCARI E MARNE A RHAETAVICULA C. (Retico) : Rocce calcareo-dolomitiche marnose nerastre alternate a marne di ambiente marino e costiero riducente. CALCARE MASSICCIO (Retico- Hettangiano): Calcari per lo più massicci o mal stratificati, da ceroidi a sub-saccaroidi e di colore biancastro, deposti in ambiente di mare sottile (cf. l'odierna sedimentazione carbonatica nelle Bahamas). CALCARE SELCIFERO (Liassico mediosuperiore): Calcari grigi e grigio-avorio a grana fine con liste e noduli di selce (quarzo Fig. 6 Colonna stratigrafica schematica della Falda Toscana. microcristallino) legati ad un contesto di mare aperto (pelagico) e relativamente profondo. Localmente si presenta nodulare e di colore rosato ("Rosso ammonitico"). MARNE A POSIDONIA (Dogger) : marne e calcari marnosi verdastri-biancastri e rosso fegato. DIASPRI (Malm) : rocce silicee microcristalline rosse e verdastre in straterelli centimetrici. MAIOLICA (Malm-Neocomiano) : calcari biancastri pelagici stratificati con liste e noduli di selce. SCAGLIA TOSCANA (Cretaceo-Oligocene) : argilliti e marne varicolori e calcari e di mare profondo. MACIGNO (Oligocene sup. - Miocene inf.) : si tratta di una formazione geologica, di spessore totale fino ad oltre 3000 m, costituita da arenarie quarzoso feldspatiche-micacee torbiditiche (la cosiddetta pietra serena ) che si deposero in un contesto di fosse oceaniche formatesi sul fronte dell'edificio orogenico appenninico in via di formazione (avanfossa). c) Unità Cervarola-Falterona 7
8 E l unità toscana più esterna. Essa è costituita da peliti e calcari varicolori di età cretaceo-oligocenica (Scisti Varicolori), ai quali fa seguito verticalmente una successione arenaceo-torbidica (Arenarie di M.Falterona e di M.Cervarola dell Oligocene sup - Miocene medio) di significato analogo al Macigno della Falda Toscana. Unità Liguri (Liguridi) e Sub-Ligure Queste falde rappresentano rispettivamente porzioni della litosfera oceanica della Tetide ligure e dell area oceanica di transizione al margine continentale adriatico scagliate ed impilate sopra il margine continentale africano (Unità Toscane) durante la tettogenesi appenninica. Volendo sinteticamente ricostruire una successione "tipo" ligure possono essere distinti i seguenti termini (dal basso) (Fig. 7) : a) Basamento oceanico (Giurassico sup.). E' rappresentato dalle rocce ignee ultrabasiche peridotitiche spesso serpentinizzate (il cosiddetto impropriamente marmo verde di Prato) e basiche (gabbri). Le peridotiti rappresentano porzioni del mantello terrestre, mentre i gabbri sono derivati dalla lenta consolidazione di magmi in profondità nella crosta oceanica entro Fig. 7 Colonna stratigrafica schematica delle Unità Liguri (da Elter, 1985, modificato). Ofioliti: a) peridotiti in larga parte serpentinizzate, b) gabbri. camere magmatiche (es. quelle attualmente poste al di sotto delle dorsali medio oceaniche). b) Copertura vulcanica (Giurassico sup.). Si tratta di rocce ignee a composizione basaltica (cfr. l'attuale dorsale medioatlantica). In affioramento sono talora evidenti forme "a cuscino" (pillow lava) che denotano lo scorrimento e consolidamento di magmi su di un fondo morfologicamente accidentato. Assieme alle precedenti rocce del basamento oceanico costituiscono le cosiddette ofioliti o pietre verdi. c) Copertura sedimentaria (Malm - Cretaceo/Eocene) Queste unità possono poggiare indifferentemente sui basalti o direttamente sulle rocce del basamento oceanico e sono rappresentate da rocce diasprine (Diaspri di M.Alpe) e calcareo micritiche (Calcari a Calpionelle), da litologie essenzialmente argillitiche e argilloscistose con intercalazioni di calcari silicei (Argille con Calcari palombini) e da depositi arenacei (es. la Pietraforte) e calcareo-marnosi torbiditici di mare profondo (i cosiddetti "Flysch ad Helmintoidi, tra i quali la Formazione di M.Morello). Talvolta le deformazioni tettoniche hanno portato alla caoticizzazione di queste successioni (Complesso Caotico Auctt.). 8
9 I DEPOSITI POST-OROGENI Dal Miocene superiore, dopo l'emersione della catena appenninica, si formarono delle fosse tettoniche limitate da faglie (graben o semi-graben) ove si depositarono sedimenti continentali e marini (Fig. 5). Questi depositi poggiano sul substrato costituito dalle falde liguri e toscane variamente deformate dai processi tettogenetici appenninici e, pertanto, vengono detti neoautoctoni. Sono identificabili almeno tre principali stadi della storia sedimentaria: 1) Miocene superiore: a) successione lacustre lignitifera (Tortoniano sup.- Messiniano inf.), legata ad un contesto ambientale tipo savana africana con bacini lacustri a sedimentazione prevalentemente argillosa-marnosa e, localmente, torbosa.; b) successione gessifera (Messiniano), connessa alla ripresa degli sprofondamenti tettonici che favorì l'insinuarsi di bracci di mare generalmente poco profondi all'interno del continente caratterizzato da depositi salini evaporitici (es. il gesso=l'alabastro di Volterra). 2) Pliocene. All'inizio del Pliocene il mare tornò ad invadere le terre emerse e si spinse ancora più ad oriente entro nuovi ampi bacini (es. quello di Volterra-Radicondoli e della Val d Elsa-Siena- Radicofani) fino alla dorsale M. Albano-M.ti del Chianti-M.Cetona. Questi bacini furono colmati da depositi essenzialmente sabbioso-argillosi (es. le crete senesi, le Balze di Volterra). Alla fine del Pliocene inferiore il mare plicoenico si ritirò in gran parte della Toscana. 3) Quaternario (Pleistocene). Fin dal Pliocene sup.-pleistocene inferiore la Toscana, come gran parte dell'appennino, costituiva già un'unica vasta area continentale caratterizzata da valli fluviali e dall apertura di bacini fluviali-lacustri (es. Valdarno superiore, il bacino di Firenze-Prato-Pistoia) posti più ed est rispetto ai precedenti. Solo nelle aree costiere tirreniche si hanno evidenze di ingressioni marine. Nel Pleistocene medio-sup. ai limitati movimenti tettonici verticali si associano le variazioni del livello del mare e del clima, legate alle glaciazioni. Il progressivo sviluppo delle strutture tettoniche distensive verso oriente trova un particolare riscontro nell evoluzione dei reticoli idrografici dei fiumi del versante tirrenico ed in particolare del fiume Arno (Mazzanti & Trevisan, 1978; Bartolini & Pranzini, 1981)(Fig. 8). 9
10 Fig. 8 - Lineamenti della rete idrografica di una parte dell Appennino. Nel versante tirrenico, più esteso, i tronchi di valli principali longitudinali sono molto sviluppati (lungo gli assi dei bacini intermontani); nel versante adriatico dominano le valli trasversali. (da Mazzanti & Trevisan, 1978). ROCCE MAGMATICHE POST-OROGENE Dal Miocene superiore (9 Ma) a tempi geologicamente a noi prossimi (circa anni) la Toscana e, in particolare, la Maremma e l area dell Arcipelago toscano, furono interessate da fenomeni magmatici (magmatismo anatettico toscano, es. il plutone del M.Capanne all Isola d Elba, il vulcano del M.Amiata: Serri et al., 1991) (Fig. 1). La causa di tali fenomeni è da ricercarsi nella lacerazione ed assottigliamento della crosta per l'apertura del bacino tirrenico. La fenomenologia post-magmatica è ancora evidente in Toscana meridionale e Lazio settentrionale per le diffuse manifestazioni termominerali ed idrotermali (es. i "soffioni boraciferi" di Larderello: Batini et al., 2003) e per i ricchi giacimenti di minerali metallici (i famosi giacimenti a ferro e solfuri misti dell Isola d Elba e della Toscana meridionale: Tanelli et al., 2001 con bibliografia). IL BACINO DI FIRENZE-PRATO-PISTOIA Il bacino intermontano di Firenze-Prato-Pistoia è orientato NO-SE e si estende in lunghezza per circa 45 km e in larghezza arriva a circa 10 km con una altitudine media attorno ai 45 m s.l.m. (Capecchi et al., 1975). Dal punto di vista geologico è limitato da due alti strutturali (horst): a) la dorsale Pistoia-Montale-Calvana-M.Morello-Fiesole-Settignano, verso nord, ove affiorano estesamente le unità liguri (Unità di M.Morello e le associate rocce ofiolitiche), mentre più limitati sono le esposizioni delle rocce toscane arenaceo-torbiditiche (Unità Cervarola-Falterona a NE-E di Pistoia e il Macigno della Falda Toscana nelle colline di Fiesole); b) la dorsale M.Albano-Pian dei Cerri-Impruneta, verso sud, costituita largamente dal Macigno della Falda Toscana e dal Complesso Caotico (Fig. 9). E molto evidente che il bordo settentrionale del bacino sia legato ad una importante faglia di tipo normale seguibile da Pistoia a Settignano (Faglia Prato-S.Domenico di 10
11 UN PIANO PER LA PIANA: IDEE E PROGETTI PER UN PARCO Fig. 9 Carta geologica schematica del Bacino di Firenze-Prato-Pistoia e delle aree limitrofe (da Coli & Rubellini, 2007). Fiesole in Coli & Rubellini, 2007) che ribassa verso SW le rocce toscane e liguri del fondo del bacino con un rigetto totale di oltre 1000 m. Questa faglia è considerata la faglia maestra del bacino. Dalle ricostruzioni della profondità (carte delle isobate) del fondo del bacino, ottenute in larga parte da dati di sondaggi, si nota che la geometria di questo è nettamente asimmetrica, dato che il massimo di profondità del substrato è maggiore nella sua parte nord-orientale con un massimo di oltre 600m nel sottosuolo dell area a SE di Prato, Campi Bisenzio e Cadenzano (Fig. 10). Questa forma è senz altro legata all attività della Faglia di Prato-S.Domenico. Pertanto il bacino è considerato come un semi-graben. Altre faglie, ma a direzione antiappenninica (SO-NE), suddividono trasversalmente in blocchi variamente ribassati il bacino stesso. E il caso delle Faglie di Castello-Scandicci e di Maiano-Bagno a Ripoli (Fig. 9) che hanno rialzato il blocco di Firenze rispetto al resto del bacino. 11
12 Fig. 10 Sezione geologica schematica attraverso il Bacino di Firenze-Prato-Pistoia (da Capecchi et al., 1975). Per quanto riguarda l evoluzione stratigrafica-strutturale del bacino può essere detto quanto segue (Capecchi et al., 1975; Boccaletti et al., 1999; Briganti et al., 2003; Coli & Rubellini, 2007 con bibliografia) (Fig. 11): Fig. 11 Successioni stratigrafiche rappresentative del riempimento del Bacino di Firenz-Prato-Pistoia desunte da sondaggi (da Capecchi et al., 1975). 1) Sabbie argillose, 2) Ciottolami e ghiaie, 3) Ciottolati con matrice sabbioso-argillosa, 4) Argille, 5) Argille con lenti di ciottolati, 6) Calcari cariati tipo travertino, 7) Rocce del substrato della conca fluvio-lacustre. La sedimentazione nell area considerata iniziò con depositi fluviali, per lo più grossolani (es. quelli del paleo- Mugnone), e lacustro-palustri antichi (Pliocene inferiore: Ma), precedenti all impostazione del bacino, si ritrovano solo localmente nel sottosuolo (es. Pian di S.Bartolo, area fiorentina). 12
13 E dal Villafranchiano inferiore (Pliocene sup.: 3.2 Ma) che la conca valliva inizia a formarsi e nella quale si depongono sedimenti del Sintema di Firenze-Pistoia, ovvero argille più o meno sabbiose (Argille Turchine con locali livelli di lignite/torba e sabbioso-ghiaiosi) di ambiente per lo più lacustre in condizioni climatiche fredde. La presenza di un antico lago era già stata suggerita da Giovanni Villani, da Leonardo da Vinci e da Giovanni Targioni Tozzetti. Questi depositi passavano lateralmente a quelli in larga parte ghiaiosi-ciottolosi legati agli apparati deltizi e di fandelta localizzati in corrispondenza degli sbocchi dei torrenti nel bacino lacustre stesso (es. paleo-bisenzio, paleo- Terzolle, paleo-mugnone, paleo-africo, paleo-ema/greve). Durante il Villafranchiano superiore (Pleistocene inf.: Ma) sono attive anche le faglie antiappenniniche che sollevano il blocco di Firenze (ove, sopra le Argille Turchine, si depositano limi bruni di ambiente limno-palustre) di circa 50 m rispetto alla restante parte del bacino lacustre (area Prato-Pistoia). Il sollevamento tettonico del blocco di Firenze è testimoniato anche dal ridotto spessore dei depositi lacustri-palustri rilevato in quest area (<160 m). Durante la successiva stasi tettonica si arriva al colmamento del bacino e si formano le evidenti superfici morfologiche (spianate di colmo) oggi a quota di circa 140 m. sul margine settentrionale del bacino (es. al Cionfo e S.Domenico) e a circa m nelle aree a S e SO di Firenze. Questa differenza di quota può essere spiegata con un basculamento del bacino per il riattivarsi dei sistemi di faglie. Fig Sezioni geologiche del sottosuolo fiorentino (da Boccaletti et al., 1999). Nella parte superiore della successione sedimentaria pleistocenica (Pleistocene medio-superiore: Ma) si passa poi ad un ambiente più decisamente fluviale (Depositi Alluvionali Antichi) (Figs. 11, che inizia ad impostarsi sui depositi del bacino palustre-lacustre ormai colmato e ad inciderli localmente (vedi il Mugnone attuale che incide i suoi 13
14 depositi antichi della spianata di S.Domenico) a causa delle variazioni del livello del mare durante gli stadi glaciali/interglaciali. Dai dati dei sondaggi risulta che i drenaggi dei corsi d acqua principali e le relative aree di esondazione non erano molto diversi da quelli attuali (es. Ombrone, paleo-arno) (Fig. 11, 12), ma sicuramente con percorsi più divaganti nella pianura (Conedera & Ercoli, 1973) (Fig. 13). E interessante notare come i depositi grossolani della conoide del Bisenzio potessero raggiungere anticamente le aree prossime al margine occidentale del bacino. Fig. 13 Antichi percorsi dei fiumi della Piana di Firenze-Prato desunti da foto aeree (da Conedera & Ercoli, 1973). In tempi ancora più recenti (Olocene-Attuale: < 0.01 Ma), e ancora nel 1500 (vedi il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci), i fiumi divagavano ancora nella pianura di Firenze-Prato-Pistoia (Depositi Alluvionali Recenti). Localmente persistevano condizioni lacustro-palustri che iniziarono ad essere bonificate a partire dalla centuriazione romana di Cesare. Dopo che furono effettuate le opere di rettificazione e canalizzazione dei corsi d acqua (es. a Firenze) la deposizione dei sedimenti avviene in genere negli alvei stessi; solo nel caso di eventi eccezionali (es. l alluvione del 1966) è stato possibile assistere alla deposizione di limi di esondazione su gran parte della piana di Firenze. A differenza del Valdarno superiore, nel Bacino di Firenze-Prato-Pistoia sono invece poche le testimonianze di ritrovamenti di fossili Villafranchiane ; in particolare, si tratta solo di grossi vertebrati fossili: Elephas meridionalis, Mastodon arvernensis, Elephas antiquus (c/o S.Gaggio a Firenze) e Archidiskon meridionalis (c/o Porta Romana a Firenze). 14
15 Bibliografia ABBATE E., BORTOLOTTI V., CONTI M., MARCUCCI M., PRINCIPI G., PASSERINI P. & TREVES B. (1986) Apennines and Alps ophiolites and the evolution of the Western Tethys. Mem. Soc. Geol. It., 31: ABBATE E., BORTOTOTTI V., PASSERINI P., PRINCIPI G. & TREVES B. (1994) Oceanisation processes and sedimentary evolution of the Northern Apennine ophiolite suite: a discussion. Mem. Soc. Geol. It., 48: AMBROSETTI P., CARBONI M.G., CONTI M.A., COSTANTINI A., ESU D., GANDIN A., GIROTTI O., LAZZAROTTO A., MOZZANTI R., NICOSIA V., PARISI G. & SANDRELLI F. (1978) Evoluzione paleogeografia e tettonica dei bacini tosco-umbro-laziali nel Pliocene e nel Pleistocene inferiore. Mem. Soc. Geol. It., 19: BARTOLE R. (1995) The North Tyrrhenian-Northern Apennines post-collisional system: constraints for a geodynamic model. Terra Nova, 7: BARTOLE R., TORELLI L., MATTEI G., PEIS D. & BRANCOLANI G. (1991) Assetto stratigrafico-strutturale del Tirreno settentrionale: stato dell arte. Studi Geol. Camerti, Vol. Spec. (1991/1): BARTOLINI C. & PRANZINI G. (1981) Plio-Quaternary evolution of the Arno basin dreinage. Z. Geomorph. N.F., Suppl.-Bd.40, BATINI F., BROGI A., LAZZAROTTO A., LIOTTA D. & PANDELI E. (2003) Geological features of the Larderello-Travale and Mt. Amiata geothermal areas (southern Tuscany, Italy). Episodes, 26 (3): BERTINI G., CAMELI G.M., COSTANTINI A., DECANDIA F.A., DI FILIPPO M., DINI I., ELTER F.M., LAZZAROTTO A., LOTTA D., PANDELI E., SANDRELLI F. & TORO B. (1991) Struttura geologica fra i Monti di Campiglia e Rapolano Terme (Toscana meridionale):stato attuale delle conoscenze e problematiche. Studi Geologici Camerti, volume speciale (1991/1): BOCCALETTI M., COLI M., DECANDIA F.A., GIANNINI E. & LAZZAROTTO A. (1980) Evoluzione dell Appennino Settentrionale secondo un nuovo modello strutturale. Mem. Soc. Geol. It., 21: BOCCALETTI M., DECANDIA F.A., GASPERI G., GELMINI R., LAZZAROTTO A. & ZANZUCCHI G. (1982) - Carta strutturale dell' Appennino settentrionale. Note illustrative. CNR Progetto Finalizzato Geodinamica. Sottoprogetto 5-Modello Strutturale. Gruppo Appennino Settentrionale, pubbl. n Tipografia Senese, 1987: 203 pp. BOCCALETTI M., CORTI G., GARGINI A., GASPERINI G., PICCARDI L., PRANZINI G., VANNI DESIDERI A., VANNINI G., VANNUCCI G., MORATTI G., MINISSALE A., VASELLI O. TASSI F. & ABBADO D. (1999) - Geologia Urbana di Firenze. In: Geologia delle grandi Aree Urbane - Progetto Strategico CNR, Atti del Convegno. Compositori, Bologna, BORTOLOTTI V. (Coord.) (1992) - L'Appennino Tosco-Emiliano. Guide Geologiche Regionali S.G.I., Vol. 4, BE- MA Editrice: 329 pp. BOSELLINI A. (1978) Tettonica delle placche e geologia. Bovolenta Editore, Ferrara: 144 pp. BRIGANTI R., CIUFEGNI S., COLI M., POLIMENI S. & PRANZINI G. (2003) Underground Florence: Plio- Quaternary geological evolution of the Florence area. Boll. Soc. Geol. It., 122: CAPECCHI F., GUAZZONE G. & PRANZINI G. (1975) Il bacino di Firenze-Prato-Pistoia. Geologia del sottosuolo e ricostruzione evolutiva. Boll. Soc. Geol. It., 94:
16 CARMIGNANI L. & KLIGFIELD R. (1990) Crustal extension in the northern Apennines : the transition from compression to extension in the Alpi Apuane core complex. Tectonics, 9: CARMIGNANI L., DECANDIA F.A., DISPERATI L., FANTOZZI P.L., LAZZAROTTO A., LOTTA D. & OGGIANO G. (1995) Relationships between the Tertiary structural evolution of the Sardinia Corsica- Provencal Domain and the Northern Apennines. Terra Nova, 7: COLI M. & RUBELLINI P. (2007) Note di geologia Fiorentina. SELCA, Firenze: 37 pp. CONEDERA C. & ERCOLI A. (1973) Elementi geomorfologici della Piana di Firenze dedotti dalla fotointerpretazione. L Universo, 53 (2): CONTI P., COSTANTINI A., DECANDIA F.A., ELTER F.M., GATTIGLIO M., LAZZARETTO A., MECCHERI M., PANDELI E., RAU A., SANDRELLI F., TONGIORGI M. & DI PISA A. (1991) Structural frame of the Tuscan Paleozoic: a review. Boll. Soc. Geol. It., 110: ELTER P. (1984) Introduzione allo studio dell Appennino settentrionale nel quadro del Sistema Alpino. Suppl n.1 ai Quad. Museo Storia Naturale Livorno, 6: 1-21, ELTER P., GIGLIA G., TONGIORGI M. & TREVISAN L. (1975) Tensional and compressional areas in the recent (Tortonian to present) evolution of the Northern Apennines. Boll. Geofis. Teor. Appl, 42: FAZZUOLI M., PANDELI E. & SANI F. (1994) - Considerations on the sedimentary and structural evolution of the Tuscan Domain since Early Liassic to Tortonian. Mem. Soc. Geol. It., 48: KLIGFIELD R., HUNZIKER J., DALLMEYER R. & SCHAMEL S. (1986) Dating of deformation phases using the K/Ar and 40 Ar/ 39 Ar techniques: results from northern Apennines. J. Struct. Geol., 8: MARTINI I.P. & SAGRI M. (1993) Tectono-sedimentary characteristics of Late Miocene-Quaternary extensional basins of the Northern Apennines, Italy. Earth-Science Reviews, 34: MAZZANTI R. & TREVISAN L. (1978) Evoluzione della rete idrografica nell Appennino centro-settentrionale. Geogr. Fis. Dinam. Quat., 1, PANDELI E. (2002) Sedimentary-tectonic evolution of the Tuscan area (Northern Apennines, Italy) from Late Autunian to Carnian. Boll. Soc. Geol. It., Vol. Spec. 1 (2002): PANDELI E., GIANELLI G., PUXEDDU M. & ELTER F.M. (1994) - The Paleozoic basement of the Northern Apennines: stratigraphy, tectono-metamorphic evolution and Alpine hydrothermal processes. Mem. Soc. Geol. It., 48: PRINCIPI G. & TREVES B. (1984) Il sistema Corso-Appenninico come prisma di accezione. Riflessi sul problema generale del limite Alpi-Appennini. Mem. Soc. Geol. It., 28: SERRI G., INNOCENTI F., MANETTI P., TONARINI S. & FERRARA G. (1991) - Il Magmatismo Neogenico- Quaternario dell'area Tosco-Laziale-Umbra: implicazioni sui modelli di evoluzione geodinamica dell'appennino Settentrionale. Studi Geologici Camerti, Volume speciale, 1991/1, TANELLI G., BENVENUTI M., COSTAGLIOLA P., DINI A., LATTANZ P., MANIERI C., MASCARO I. & RUGGIERI G. (2001) The iron mineral deposits of Elba island: state of the art. Ofioliti, 26(2a), TREVISAN L. & GIGLIA G.(1974) Geologia. Ballerini Editore, Pisa. 528 pp VAI G.B. & MARTINI I.P. (2001) - Anatomy of an orogen: the Apennines and adjacent Mediterranean basins. Kluver Academic Publishers, Dordrecht/Boston/London, 632 pp. 16
L orogenesi appenninica
L orogenesi appenninica Introduzione L area mediterranea occidentale è un mosaico crostale i cui bacini sono nella maggior parte il risultato di una fase distensiva recente (Eocene-attuale), metre le catene
DettagliCatena alpino-himalayana
Catena alpino-himalayana Stadi di evoluzione nella formazione delle Alpi Paleogeografia 150 Milioni di anni fa (Giurassico) L Atlantico settentrionale non era ancora aperto e il mare Tethys (oceano Ligure-piemontese
DettagliLe Rocce. Le rocce sono corpi solidi naturali costituiti da un aggregazione di più sostanze dette minerali.
Minerali e Rocce Le Rocce Le rocce sono corpi solidi naturali costituiti da un aggregazione di più sostanze dette minerali. Origine delle rocce Le Rocce La roccia è tutto ciò che forma la crosta terrestre,
DettagliIndagini geologiche per la conoscenza e la prevenzione del rischio Radon
Indagini geologiche per la conoscenza e la prevenzione del rischio Radon Luca Martelli Regione Emilia Romagna Servizio geologico, sismico e dei suoli LA CARATTERIZZAZIONE DELLE AREE A DIFFERENTE RISCHIO
DettagliFondali oceanici. Fosse: profonde fino a 11.000m. Dove il fondale si consuma (subduzione)
Piattaforma continentale Scarpata continentale Dorsali oceaniche Fondali oceanici Fosse oceaniche Fosse: profonde fino a 11.000m. Dove il fondale si consuma (subduzione) Piana abissale -6000m Piattaforma
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze Geologiche
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze Geologiche STUDIO STRATIGRAFICO DI SUCCESSIONI MESOZOICHE DEL DOMINIO SUDALPINO AFFIORANTI
DettagliCORSO DI GEOPEDOLOGIA A.S. 2012 2013 prof. Luca Falchini LA STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA
CORSO DI GEOPEDOLOGIA A.S. 2012 2013 prof. Luca Falchini LA STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA Indagini dirette Scavi per ricerche minerarie, energetiche e idriche; carotaggi Non si giunge oltre i 12 km di
DettagliDeriva dei Continenti e Tettonica a Zolle
Deriva dei Continenti e Tettonica a Zolle Struttura della Terra Lo studio delle onde sismiche ha fatto ipotizzare agli scienziati che la Terra sia formata da :tre principali strati La crosta terrestre
DettagliSTORIA GEOLOGICA D ITALIA
STORIA GEOLOGICA D ITALIA PERMIANO-TRIASSICO 300-250 Ma Il Triassico (250 Ma) che cominciò con una grande estinzione di massa, fu l epoca nella quale si avviarono i grandi cambiamenti geografici ed evolutivi
DettagliModello geotecnico della città di Santiago de Cuba
32 Convegno Nazionale Modello geotecnico della città di Santiago de Cuba Zulima C. Rivera Álvarez (1), Julio García Peláez (2), Dario Slejko (3), Angel Medina (4) 1 National Centre of Seismological Researches,
DettagliLa deriva dei continenti. Il geofisico Alfred WEGENER, nel 1915, formulò una teoria sulla formazione dei continenti e degli oceani.
La deriva dei continenti Il geofisico Alfred WEGENER, nel 1915, formulò una teoria sulla formazione dei continenti e degli oceani. La deriva dei continenti Wegener presuppose che le terre attualmente emerse
DettagliINQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Il territorio comunale di Capestrano è compreso, dal punto di vista cartografico, nel Foglio della Carta Geologica di Italia n. 146 Sulmona scala 1 : 100.000 e nel Foglio della
DettagliPETROGRAFIA REGIONALE
Università di Pisa Dipartimento di Scienze della Terra Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche PETROGRAFIA REGIONALE a.a. 2014-2015 Sergio Rocchi rocchi@dst.unipi.it URL corso: http://www.dst.unipi.it/dst/rocchi/sr/pr.html
DettagliContenuti della carta geomorfologica ufficiale
Dati litologici Vengono distinti il substrato e le formazioni superficiali. Per formazioni superficiali si intendono i depositi direttamente collegati con l evoluzione del rilievo attualmente osservabile,
DettagliUniversità degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA
Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA 6.0 I Sistemi Deposizionali Costieri Sergio G. Longhitano Dipartimento di
DettagliL evoluzione del reticolo idrografico
L evoluzione del reticolo idrografico romano e l urbanizzazione Uno studio dell uso del suolo in relazione al reticolo secondario del settore sud-est della Capitale, dall Unità d Italia ad oggi I depositi
DettagliFRATTURAZIONE Della LITOSFERA. MOVIMENTO Delle PLACCHE
Tettonica a placche FRATTURAZIONE Della LITOSFERA MOVIMENTO Delle PLACCHE Placche Frammenti di litosfera Crosta continentale Crosta oceanica Crosta continentale + Crosta oceanica Cosa succede? Prima
DettagliCarta M_02 Carta Geomorfologica
Carta M_02 Carta Geomorfologica La Carta Geomorfologica è senz altro quella che ha comportato il maggiore sforzo di documentazione e di armonizzazione. Lo scopo della carta è quello di illustrare la dinamica
Dettagli5. COMPRENSORIO DI PIAGGE-SAN SALVATORE (AP-20 AREA STRALCIATA) 5.1 VERIFICA PRELIMINARE E VERIFICA SEMPLIFICATA
5. COMPRENSORIO DI PIAGGE-SAN SALVATORE (AP-20 AREA STRALCIATA) 5.1 VERIFICA PRELIMINARE E VERIFICA SEMPLIFICATA Il Comprensorio PIAGGE SAN SALVATORE si estende a Sud del centro urbano della Città, lungo
DettagliAnalisi critica della sismicità e tettonica della Piana Campana in ambiente GIS
Trieste 16-19 novembre 2009 28 Convegno Analisi critica della sismicità e tettonica della Piana Campana in ambiente GIS P. Luiso, G. Alessio, G. Gaudiosi, R. Nappi Obiettivo L obiettivo di questo lavoro
DettagliCORSO DI LAUREA IN SCIENZE GEOLOGICHE. Cartografia Geologica. Lettura ed interpretazione delle carte geologiche A.A. 2015 2016
Università degli Studi di Cagliari Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche Facoltà Scienze Via Trentino, 51 09127 Cagliari CORSO DI LAUREA IN SCIENZE GEOLOGICHE Cartografia Geologica Lettura ed interpretazione
DettagliStudio di trasporto solido sul fiume Serchio Il gruppo di ricerca è così composto: - Prof. Geol. Massimo Rinaldi, docente di Geologia Applicata presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
DettagliNorthern Petroleum (UK) Ltd Istanza d30 G.R-.NP (Canale di Sicilia) Zone G e C Relazione Geologica
Northern Petroleum (UK) Ltd Istanza d30 G.R-.NP (Canale di Sicilia) Zone G e C Relazione Geologica UBICAZIONE E GENERALITA L istanza di permesso di ricerca d..g.r-.np che si richiede è ubicata nel Canale
DettagliStoria Geologica delle Alpi. - Con fondamenti di geologia generale -
Storia Geologica delle Alpi - Con fondamenti di geologia generale - Michele Pregliasco ONC CAI Savona L interno della Terra Foto da: www.digilands.it 50/4 L interno della Terra Perché il pianeta non fonde?
DettagliPARTE I COME SI GENERANO TERREMOTI
PARTE I COME SI GENERANO TERREMOTI dal latino terrae motus ossia movimento della terra. CO): deriva dal greco seismos ossia scuotimento. : deriva dal latino Tellus che era la dea romana della Terra. significano
DettagliProblemi di simulazione della seconda prova di Scienze Esami di stato Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate 25 marzo 2015
Incastri Studiando la Deriva dei Continenti, abbiamo appreso come Wegener, osservando le linee della costa occidentale africana e di quella orientale sudamericana, notò una corrispondenza quasi perfetta.
DettagliGeologia Fisica (12 CFU, 42 ore di lezioni frontali + 72 ore di laboratorio)
Università degli Studi di Catania Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali (SBGA) Corso di Laurea in Scienze Geologiche Anno Accademico 2015/16 Geologia Fisica (12 CFU, 42 ore di lezioni
DettagliFRANA SULLA STRADA PROVINCIALE N. 24 SCILLATO-CALTAVUTURO
REGIONE SICILIANA ASSESSORATO INDUSTRIA CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO FRANA SULLA STRADA PROVINCIALE N. 24 SCILLATO-CALTAVUTURO Dr. Geol. Daniela Alario - Dr. Geol. Ambrogio
DettagliPIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini. COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA
TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata a nord degli abitati di Porotto e Cassana, nel Comune di Ferrara, confina a nord
DettagliV.I.A. Valutazione di Impatto Ambientale
V.I.A. Valutazione di Impatto Ambientale Rilascio di permesso di ricerca idrocarburi Faenza RELAZIONE TECNICA ALLEGATA ALL ISTANZA DI PERMESSO DI RICERCA DI IDROCARBURI LIQUIDI E GASSOSI DENOMINATA FAENZA
DettagliMacroambito G Il territorio dei Parchi Nazionali
Macroambito G Il territorio dei Parchi Nazionali Il macro ambito coincide a Nord, per tutta la sua lunghezza, con l alto corso del Fiume Chienti dalla sorgente fino alla località Caccamo, in Comune di
DettagliCHIARA V. 07/05/2014
CLASSE 2.0 LA TOSCANA GIRO D ITALIA CHIARA V. 07/05/2014 La Toscana. Il territorio: La Toscana Regione amministrativa dell'italia centrale; si affaccia a ovest sul mar Tirreno e confina per breve tratto
DettagliPiano Territoriale di Coordinamento Provincia di Cosenza
Scheda Monografica N 094 Comune Paterno Calabro Superficie (ha) 2.380 Altitudine media centro abitato (m s.l.m.) 680 Cartografia IGM 1:50.000 Corsi d acqua Comunità Montana Centro Operativo Misto (C.O.M.)
Dettagli1. OBIETTIVI DIDATTICI. Corso di Rilevamento Geologico Docente: Prof. Torrente
1. OBIETTIVI DIDATTICI Corso di Rilevamento Geologico Docente: Prof. Torrente OBIETTIVI: sviluppare capacità di intepretare e fare 1. Visione 3D degli oggetti geologici 2. Si parte da carta e sezioni geologiche
DettagliROCCE METAMORFICHE. Sono rocce che si formano per trasformazione di rocce pre-esistenti a causa di variazioni di temperatura e pressione.
ROCCE METAMORFICHE Sono rocce che si formano per trasformazione di rocce pre-esistenti a causa di variazioni di temperatura e pressione. Protolite = la roccia pre-esistente. Metamorfismo è un processo
DettagliLocalizzazione geografica e morfologia del corpo idrico
corpo idrico sotterraneo: del Siracusano meridionale b) Caratteristiche geografiche, geologiche, idrogeologiche Localizzazione geografica e morfologia del corpo idrico Localizzazione geografica L acquifero
DettagliCOMUNE DI FANO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA PER LA SOPRELEVAZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE SITO IN FANO VIA RINALDUCCI
COMUNE DI FANO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA PER LA SOPRELEVAZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE SITO IN FANO VIA RINALDUCCI COMMITTENTE: MANCINELLI GIUSEPPINA OPERA DELL INGEGNO RIPRODUZIONE VIETATA OGNI
DettagliAttenzione. Allerta. Allarme. da adottare nel monitoraggio del movimento di versante per il
Individuazione delle soglie di Attenzione Allerta Allarme da adottare nel monitoraggio del movimento di versante per il Piano di Protezione Civile di S. Maria Maddalena di Ripoli in comune di San Benedetto
DettagliUNIVERSITA' DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALE. Energia Geotermica
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALE Energia Geotermica La struttura della Terra Il calore geotermico si genera per decadimento di sostanze radioattive e si propaga verso la superficie
DettagliLa propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile
Elementi di ottica L ottica si occupa dello studio dei percorsi dei raggi luminosi e dei fenomeni legati alla propagazione della luce in generale. Lo studio dell ottica nella fisica moderna si basa sul
DettagliPIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA
TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata in località Cavallara presso l abitato di S.Giovanni nel Comune di Ostellato.
DettagliCAPITOLO 4. Geologia della Val Gordana
CAPITOLO 4 Geologia della Val Gordana 4.1 INQUADRAMENTO GENERALE L Appennino settentrionale è una catena a falde derivata dalla deformazione terziaria di un settore del paleomargine continentale della
DettagliLa scuola integra culture. Scheda3c
Scheda3c Gli ELEMENTI DEL CLIMA che caratterizzano le condizioni meteorologiche di una regione sono: la temperatura, la pressione atmosferica, i venti, l umidità e le precipitazioni. La temperatura è data
DettagliBianca Francesca Berardi Classe 1^ Liceo Esposizione di Geostoria a.s. 2012-2013 AL CENTRO DEL MEDITERRANEO
Bianca Francesca Berardi Classe 1^ Liceo Esposizione di Geostoria a.s. 2012-2013 AL CENTRO DEL MEDITERRANEO LA POSIZIONE E IL MARE La POSIZIONE al centro del Mediterraneo e la forma peninsulare rendono
DettagliUniversità degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche
Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche XII Congresso GeoSed Associazione Italiana per la Geologia del Sedimentario Sezione della Società Geologica italiana Cagliari
DettagliLe correnti e le maree. Liceo Antonio Meucci Dipartimento di Scienze. Prof. Neri Rolando
1 Le correnti e le maree Liceo Antonio Meucci Dipartimento di Scienze Prof. Neri Rolando Le correnti marine Le correnti marine sono spostamenti orizzontali di ingenti masse di acqua che seguono direzioni
DettagliRelatore: Tesista : Dott. Fabio Mantovani. Giulia Ricciardi
Misure di resistività finalizzate allo studio ed alla modellazione della villa romana rinvenuta in località Torraccia di Chiusi (comune di San Gimignano) Relatore: Tesista : Dott. Fabio Mantovani Giulia
DettagliREGIONE SICILIANA CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO UNITA OPERATIVA n 3 EROSIONE COSTIERA Dr.
REGIONE SICILIANA CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO UNITA OPERATIVA n 3 EROSIONE COSTIERA Dr.ssa DANIELA ALARIO STUDIO EFFETTUATO SULL ISOLA DI MARETTIMO GROTTA CAMMELLO - RIPRESE
DettagliMISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4
RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA DIRETTIVA 92/437CEE DPR 357/97 MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 IT9210142 LAGO PANTANO DI PIGNOLA Dott.ssa SARLI Serafina INDICE PREMESSA
DettagliFotogrammi scattati in sequenza da una macchina fotografica speciale
FOTOAEREE Fotogrammi scattati in sequenza da una macchina fotografica speciale chiamata camera aerofotogrammetrica, fino a coprire con un mosaico di strisce di fotogrammi (strisciata), l area oggetto di
DettagliUn altro vulcano con un LAGO di LAVA all interno del cratere è l EREBUS situato in Antartide sull isola di Ross.
Un altro vulcano con un LAGO di LAVA all interno del cratere è l EREBUS situato in Antartide sull isola di Ross. Un SUPER VULCANO si nasconde non solo sotto i CAMPI FLEGREI ma anche sotto il meraviglioso
DettagliTRANS ADRIATIC PIPELINE PROJECT OFFSHORE PIPELINE DETAIL DESIGN
Rev. Sh. 2 of 21 INDICE 1 Premessa... 3 2 NEARSHORE Indagine Geofisica Batimetria e Geofisica... 4 2.1 Analisi dati... 4 2.2 risultati... 7 3 NEARSHORE Indagine Geofisica Sismica a Rifrazione... 8 3.1
DettagliPER UN NUOVO MANIFESTO DELLA GEOTERMIA
nel Decennale della sua fondazione CONGRESSO sul tema PER UN NUOVO MANIFESTO DELLA GEOTERMIA - Prospettive di sviluppo della geotermia in Italia al 2030 - c/o CNR/Consiglio Nazionale delle Ricerche, Sala
DettagliITG A. POZZO LICEO TECNOLOGICO LE PLACCHE. INDIRIZZO: Costruzioni, Ambiente, Territorio - opzione B GEOLOGIA E TERRITORIO
ITG A. POZZO LICEO TECNOLOGICO LE PLACCHE INDIRIZZO: Costruzioni, Ambiente, Territorio - opzione B GEOLOGIA E TERRITORIO Classe 3^ - 3 ore settimanali Schede a cura del prof. Romano Oss Fino all'inizio
DettagliPIANO REGOLATORE DEI SENTIERI
PIANO REGOLATORE DEI SENTIERI Nel citato Manuale CAI n. 10 CATASTO SENTIERI (pag. 21 e seguenti) sono riportate le istruzioni per la realizzazione di un piano regolatore dei sentieri in funzione della
DettagliSecche della Meloria. Autore: Renzo Mazzanti Anno: 2012
Autore: Renzo Mazzanti Anno: 2012 Secche della Meloria I pochi elementi di Geologia marina sulla Meloria oggi disponibili La Fig. 6, riportata alla scala di 1:100.000 per il confronto immediato con le
DettagliIL MERCATO DEL NOLEGGIO DI MACCHINE E ATTREZZATURE PER LE COSTRUZIONI IN ITALIA
CRESME IL MERCATO DEL NOLEGGIO DI MACCHINE E ATTREZZATURE PER LE COSTRUZIONI IN ITALIA Sintesi dello studio generale 2006 a cura di Federico Della Puppa I RISULTATI PRINCIPALI I risultati principali Prosegue
DettagliFig.1 Mappa freatimetrica a scala regionale dell acquifero non confinato dell alta pianura friulana.
ACTION 2: Banca dati e implementazione del GIS, Definizione delle caratteristiche dei siti potenziali per l applicazione del metodo di RA degli acquiferi con particolare attenzione alla metodologia di
DettagliFondazione Curzútt-San Barnárd Ponte tibetano Carasc
Fondazione Curzútt-San Barnárd Ponte tibetano Carasc Filippini & Partner Ingegneria SA - 1-2 dicembre 2014 Via Iragna 11, 6710 Biasca FILIPPINI & PARTNER INGEGNERIA SA già G. Balmelli + A. Filippini Ponte
DettagliBASILICATA SVOLTA DA : ALICE, SIMONE E FRANCESCO CLASSE 5 B SCUOLA PRIMARIA S. GIUSEPPE ANNO SCOLASTICO 2014/2015
BASILICATA SVOLTA DA : ALICE, SIMONE E FRANCESCO CLASSE 5 B SCUOLA PRIMARIA S. GIUSEPPE ANNO SCOLASTICO 2014/2015 SUPERFICIE POPOLAZIONE DENSITA CAPOLUOGO PROVINCIA 9 992 kmq 59 055 59 abitanti per kmq
DettagliELABORATI CARTOGRAFICI di Riferimento geologico
/ COMMITTENTE: Comune di VARENNA Provincia di Lecco PROGETTO: Costruzione di una nuova rotatoria all intersezione di viale Polvani con la strada provinciale 72 in comune di Varenna Progetto definitivo
DettagliPrevenzione Formazione ed Informazione
Il Rischio Sismico Prevenzione Formazione ed Informazione Giuseppe Licata Esperto in Sistemi Informativi Territoriali e Telerilevamento. Laureando in Scienze Geologiche, curriculum rischi geologici Il
DettagliLA SURROGA FACILE (Guida n.2)
LA SURROGA FACILE (Guida n.2) KreditOnline Mediazione Creditizia Srl Iscrizione Oam M301 - Ivass E000585138 P.Iva 10471761006 Sede Legale: Via F. S. Correra, 11-80135 Napoli Sede Op.: Prima Trav. Paolo
DettagliLa Paleofrana di Aulla: uno studio comparato dei modelli geologici, geomorfologici e di resistività
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI Corso di Laurea Specialistica in Geologia Applicata Centro di GeoTecnologie La Paleofrana di Aulla: uno studio comparato
DettagliSCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
GEOGRAFIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Paesaggio Capire che cos è la geografia e di che cosa si occupa. Saper distinguere tra geografia fisica e umana. Capire il mondo in cui viviamo attraverso le
DettagliI FATTORI CHE DETERMINANO IL CLIMA
UNITA N 10 I FATTORI CHE DETERMINANO IL CLIMA Quali sono i fattori che influenzano il clima? Si chiamano fattori climatici le condizioni che producono variazioni negli elementi del clima. Molto importante
DettagliLETTURA e INTERPRETAZIONE delle CARTE GEOLOGICHE
LETTURA e INTERPRETAZIONE delle CARTE GEOLOGICHE Una carta geologica è la registrazione di come sono distribuite sulla superficie terrestre rocce di età e natura diverse; essa è anche, e soprattutto, una
Dettagliun insieme di discipline che consentono di conoscere Terra e formano la figura professionale del geologo
SCIENZE GEOLOGICHE 13-1414 Febbraio 2014 Legnaro-Agripolis SCIENZE GEOLOGICHE LAUREA DI 1 LIVELLO LAUREA MAGISTRALE Geologia e Geologia Tecnica (2 anni) DOTTORATO DI RICERCA Scienze della Terra (3 anni)
DettagliDALLE CARTE ALLE SEZIONI GEOLOGICHE
DALLE CARTE ALLE SEZIONI GEOLOGICHE PROFILO TOPOGRAFICO Il profilo topografico, detto anche profilo altimetrico, è l intersezione di un piano verticale con la superficie topografica. Si tratta quindi di
Dettagli1. PREMESSA...2 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO...3. 2.1. Caratteri geologici generali...3 3. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO...4 4. CARTOGRAFIA PAI...
RELAZIONE GEOLOGICA E GEOMROFOLOGICA SOMMARIO 1. PREMESSA...2 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO...3 2.1. Caratteri geologici generali...3 3. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO...4 4. CARTOGRAFIA PAI...8 5. CONCLUSIONI...11
DettagliLa popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle
Trento, 23 gennaio 2012 La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle La popolazione residente in provincia di Trento
DettagliPermesso di Ricerca geotermico "La Guardiola" Relazione geologico tecnica
Permesso di Ricerca geotermico "La Guardiola" Relazione geologico tecnica Redatta da: Terra Energy S.r.l. Direzione e Coordinamento Prof. Alessandro Sbrana Ordinario di Geotermia Dipartimento di Scienze
DettagliPARTE III QUADRO CONOSCITIVO
PARTE III QUADRO CONOSCITIVO 61 62 Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Il Quadro Conoscitivo Generalità Il bacino del fiume Arno, come definito per gli effetti della legge 183/89, comprende, oltre
DettagliStefano Catalano & Giuseppe Tortorici con la collaborazione di Gino Romagnoli & Giovanni Sturiale
LA CARTA GEOLOGICA DEL BASSO VERSANTE ORIENTALE DEL M. ETNA (SCALA 1:10.000): NUOVI VINCOLI GEOLOGICI E GEOMORFOLOGICI PER LA RICOSTRUZIONE DEL SOTTOSUOLO Stefano Catalano & Giuseppe Tortorici con la collaborazione
DettagliLE ROCCE. Lunedì 21 marzo 2011. Prof Pierluigi Stroppa Corso di aggiornamento su rocce, minerali e fossili delle Marche
LE ROCCE Lunedì 21 marzo 2011 Prof Pierluigi Stroppa Corso di aggiornamento su rocce, minerali e fossili delle Marche COS È UN MINERALE? Un minerale è una sostanza naturale, generalmente solida, omogenea;
DettagliUniversità degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA
Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA 2.0 Che cos è una Spiaggia Sergio G. Longhitano Dipartimento di Scienze
DettagliRisorse idriche di ATO 5 Toscana Costa. Antonio Muti Claudio Benucci Settore Geologia Idrogeologia Asa SpA
Risorse idriche di ATO 5 Toscana Costa Antonio Muti Claudio Benucci Settore Geologia Idrogeologia Asa SpA TOSCANA NORD MEDIO VALDARNO BASSO VALDARNO TOSCANA COSTA ALTO VALDARNO TOSCANA OMBRONE ATO 5 Toscana
DettagliLa Cava di pietra Moltrasina
- La vera pietra Moltrasina del lago di Como - - Estrazione diretta dalla nostra cava di Faggeto Lario - - Direttamente dalla materia prima al prodotto finito - La Cava di pietra Moltrasina La pietra Moltrasina
DettagliSCHEDA TECNICA PER IL MONTAGGIO DELLE COPERTURE LA COPERTURA TOSCANA.
SCHEDA TECNICA PER IL MONTAGGIO DELLE COPERTURE LA COPERTURA TOSCANA. La COPERTURATOSCANA, prodotta da COTTOREF, è composta da tre articoli fondamentali: tegole, coppi e colmi, oltre ad una serie di pezzi
DettagliGEOLOGIA (studio della litosfera) Essa si divide in MINERALOGIA (studio dei minerali) e PETROGRAFIA ( studio delle rocce)
GEOLOGIA (studio della litosfera) Essa si divide in MINERALOGIA (studio dei minerali) e PETROGRAFIA ( studio delle rocce) I MINERALI I minerali sono sostanze solide omogenee, inorganiche, esprimibili mediante
Dettagli61 Ghiacciaio della Capra
IT4L01451010 61 Ghiacciaio della Capra Gruppo montuoso: Gran Paradiso, Alpi Graie, Alpi Occidentali Bacino idrografico: Lago Serrù, Orco, PO Comune: Ceresole Reale, Torino, Piemonte, Italia DOVE SI TROVA
DettagliSCHEDA RILEVAMENTO DANNI EDIFICI
SCHEDA RILEVAMENTO DANNI EDIFICI SEZIONE 1 Identificazione e descrizione edificio Scheda n. Data Provincia: Comune: Frazione/Località: INDIRIZZO 1 via 2 corso 3 vicolo 4 piazza 5 altro (Indicare: contrada,
DettagliMESSINA 2020- VERSO IL PIANO STRATEGICO
MESSINA 2020- VERSO IL PIANO STRATEGICO COMMISSIONE 3 : SERVIZI PER LO SVILUPPO LOCALE DEI TERRITORI Sintesi risultati incontro del 9 Febbraio 2009 ASSISTENZA TECNICA A CURA DI: RAGGRUPPAMENTO TEMPORANEO
DettagliUBICAZIONE DELL AREA IN CARTA DI TUTELA DEL TERRITORIO DEL PIANO ASSETTO IDROGEOLOGICO BACINO OMBRONE- SCALA 1:10.000 TAVOLA 3
UBICAZIONE DELL AREA IN CARTA DI TUTELA DEL TERRITORIO DEL PIANO ASSETTO IDROGEOLOGICO BACINO OMBRONE- SCALA 1:10.000 TAVOLA 3 TAVOLA 4 UBICAZIONE DELL AREA IN CARTA DELLA PERICOLOSITA' GEOLOGICA DEL PIANO
DettagliCONOSCENZE, VALUTAZIONI, TRASIMENO
CONOSCENZE, VALUTAZIONI, PROPOSTE PER IL FUTURO DEL TRASIMENO Il contesto geologico del Lago Trasimeno Campagne di esplorazione del Servizio Geologico e Sismico e risorse finanziarie utilizzate 2 campagne
DettagliUniversità degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn. Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico
Università degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico Parte teorica Fenomenologia di base La luce che attraversa una finestra, un foro, una fenditura,
DettagliCARTE GEORAFICHE TEMATICHE: LE CARTE GEOLOGICHE
CARTE GEORAFICHE TEMATICHE: LE CARTE GEOLOGICHE Premessa (I) Le carte geologiche danno evidenza alla geologia di un territorio, illustrando in estrema sintesi la sostanza di cui questo è fatto. Esse vengono
DettagliTrasporto solido e morfologia dell Adige: passato, presente e futuro
Trasporto solido e morfologia dell Adige: passato, presente e futuro Francesco Comiti (Libera Università di Bolzano) Guido Zolezzi (Università di Trento) Sommario della presentazione Legame tra trasporto
DettagliLa geologia dell Antartide
L evoluzione geologica L'Antartide è un continente unico non solo dal punto di vista climatico e ambientale ma anche da quello geologico. L'Antartide, infatti, si distingue dagli altri continenti per essere
DettagliScheda per la valutazione qualitativa dei possibili effetti locali nei siti di ubicazione di edifici strategici e monumentali
INGV - Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti Dipartimento di Ingegneria Strutturale Politecnico di Milano Scheda per la valutazione qualitativa dei possibili effetti locali nei siti di ubicazione
Dettagli6. Stratigrafia e tettonica
Di cosa parleremo Le rocce che costituiscono la crosta terrestre portano scritta al loro interno la storia della regione in cui si trovano. La stratigrafia e la tettonica forniscono le chiavi di lettura
DettagliPROVINCIA DI VERONA COMUNE DI SAN MARTINO BUON ALBERGO
PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI SAN MARTINO BUON ALBERGO ACCORDO PUBBLICO-PRIVATO N. 2 ART. 6 LR N.11/2004 AZIENDA AGRICOLA BERTAGNA E. e SAURO P. Riqualificazione ambientale con demolizione opera incongrua
DettagliSistemi Informativi Territoriali. Paolo Mogorovich www.di.unipi.it/~mogorov
Sistemi Informativi Territoriali Paolo Mogorovich www.di.unipi.it/~mogorov Nozioni di Cartografia Esempi di lettura di carte Tratto da La lettura delle carte geografiche di Aldo Sestini Firenze, 1967 1
DettagliDEGUSTAZIONE DI TERRE
Proposte di degustazione Seminario con degustazione Dalle Terre ai vini emiliani promosso da CRPV, Regione Emilia-Romagna ed Enoteca Regionale Emilia-Romagna. In collaborazione con I.TER, Università Cattolica
DettagliLa Francia fisica PONTE DI TRANSITO. In Europa la Francia occupa un importante ruolo non solo
La Francia fisica PONTE DI TRANSITO In Europa la Francia occupa un importante ruolo non solo Scuola Media Piancavallo www.scuolapiancavallo.it Pagina 1 di 5 geografico ma anche economico e politico. Per
DettagliPARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON
PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON La muratura armata rappresenta un sistema costruttivo relativamente nuovo ed ancora non molto conosciuto e le richieste di chiarimenti sulle modalità di
DettagliTerremoti a cura di Francesco Speciale
Terremoti a cura di Francesco Speciale Il terremoto o sisma viene definito come una rapido e violento scuotimento del suolo dovuto a improvvise lacerazioni che si manifestano a grandi profondità nelle
Dettagli1.1 geologia, morfologia ed idrologia
1.1 geologia, morfologia ed idrologia a cura di Renzo Mazzanti 13 Per Svizzera Pesciatina (gli abitanti del luogo preferiscono chiamarla col tradizionale toponimo Valleriana ) si intende l area montana
DettagliTECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI
LE FONDAZIONI Generalità sulle fondazioni Fondazioni dirette Plinti isolati Trave rovescia Esecutivi di strutture di fondazione Generalità Le opere di fondazione hanno il compito di trasferire le sollecitazioni
DettagliProvincia di Varese COMUNE DI ALBIZZATE. Studio del reticolo idrico comunale (D.G.R. del 25-01-02 n 7/7868 e s.m.i.)
REGIONE LOMBARDIA Provincia di Varese COMUNE DI ALBIZZATE Studio del reticolo idrico comunale (D.G.R. del 25-01-02 n 7/7868 e s.m.i.) Dicembre 2011 INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDROGRAFICO MINORE Studio
Dettagli