UNITA OPERATIVA TERRITORIALE DI CERTIFICAZIONE, VERIFICA E RICERCA DI GENOVA (GE, IM, SP, SV)
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1 UNITA OPERATIVA TERRITORIALE DI CERTIFICAZIONE, VERIFICA E RICERCA DI GENOVA (GE, IM, SP, SV) Alcune considerazioni sui rischi specifici dei mezzi di sollevamento dei carichi utilizzati nel porto Genova, 16 Settembre 2015 Ing. Romano Ciancio
2 Il lavoro portuale: aspetti normativi Premessa Il lavoro portuale è stato da sempre associato ad alti livelli di rischio connessi alle molteplici attività svolte, tutte caratterizzate da significativa pericolosità, elevata frequenza infortunistica e/o impatto per la salute. A fronte di questa importanza, il corpus normativo della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia ha tardato ad esprimersi fattivamente sulle attività connesse al porto. Già il 547/55 poneva tra le esclusioni l esercizio della navigazione marittima e l orientamento comune è stato quello di far rientrare in tale tipologia di attività i lavori a bordo delle navi e le riparazioni navali in ambito portuale. Tale atteggiamento è stato confermato anche dal 626/94 che rimandava all emanazione di ulteriori dispositivi normativi per attività connesse a settori speciali come quelli delle forze armate ma anche al mondo del trasporto marittimo.
3 Il lavoro portuale: aspetti normativi Una prima definizione di lavoro portuale appare con la Legge 28/1/94 n 84 Legge 28 gennaio 1994, N. 84 Riordino della legislazione in materia portuale Articolo 1 La presente legge disciplina l ordinamento e le attività portuali per adeguarli agli obiettivi del piano generale dei trasporti, dettando contestualmente principi direttivi in ordine all aggiornamento e alla definizione degli strumenti attuativi del piano stesso, nonché all adozione e alla modifica dei piani regionali dei trasporti Articolo 16, comma 1 Sono operazioni portuali il carico, lo scarico, il trasbordo, il deposito, il movimento in genere delle merci e di ogni altro materiale, svolti nell ambito portuale.. ma già dall art. 1 si comprende come l intento sia quello di una programmazione e classificazione delle aree portuali in relazione al trasporto marittimo. C è tuttavia un richiamo alla predisposizione da parte dell AP di regolamenti che prevedano criteri per la salvaguardia della sicurezza sul lavoro (art lett. E).
4 Il lavoro portuale: aspetti normativi L art. 24 infine contiene la previsione dell emanazione entro 6 mesi, di un Regolamento contenente le disposizioni in materia di sicurezza e igiene del lavoro applicabili alle operazioni portuali e di riparazione, manutenzione e trasformazione navale in ambito portuale... Fin qui un sistema di leggi e regole incerte che contengono previsioni e promesse Occorrerà arrivare al 27/07/1999 con l emanazione del D.lgs. N 272 per avere una serie di norme che iniziano a regolamentare i settori delle operazioni e servizi portuali nonché delle operazioni di manutenzione riparazione e trasformazione delle navi in ambito portuale con dettaglio di carattere tecnico sugli accessi alle navi, alla movimentazione dei contenitori, uso e controllo di apparecchi di sollevamento e attrezzature particolari, lavori in stiva o a contatto con sostanze pericolose, ecc.
5 Il lavoro portuale: aspetti normativi Criticità del D.lgs 272/99 Nonostante il notevole passo in avanti, il 272 non contempla vari aspetti che la storia ha contrassegnato come di rilevante incidenza a livello infortunistico e precisamente: Interfaccia porto-nave Interfaccia porto autotrasportatori Interfaccia operatore a terra mezzo La soluzione per far fronte a tali carenze normative, in attesa della rielaborazione del 272, è stata trovata nella predisposizione e adozione di procedure sulla base di Linee guida e Buone prassi derivanti anche dal confronto con altre realtà.
6 Il lavoro portuale: aspetti normativi Un esempio di Buone pratiche.. Il Codice ILO L ISPESL nel 2007 ha ritenuto utile produrre la versione in lingua italiana del Codice ILO di Buone Pratiche sulla Sicurezza e Salute nei Porti rispondendo così alla richiesta che l'ilo ha rivolto a tutti quei paesi che hanno ratificato la Convenzione n.152: l'impegno a promuovere l'utilizzo del Codice per realizzare nella pratica delle operazioni lavorative che si svolgono nei porti quei principi e raccomandazioni operative condivise ed accettate con la ratifica della suddetta convenzione ILO.
7 Il lavoro portuale: aspetti normativi Un esempio di Buone pratiche.. Il Codice ILO Il codice ILO contiene raccomandazioni pratiche inerenti le buone pratiche sulla sicurezza e salute nei porti ed è indirizzato a tutte quelle figure che hanno la responsabilità o sono coinvolte nella gestione, nel funzionamento, nella manutenzione e nello sviluppo dei porti, inclusi i lavoratori. Il codice non è uno strumento giuridicamente vincolante, ma uno strumento di orientamento per le figure sopra citate.
8 Il lavoro portuale: la gestione delle merci La Gestione delle Merci è una delle principali attività all interno di un porto commerciale e si articola in due macroattività: Circolazione trasferimento e movimentazione delle merci Deposito e stoccaggio comportando un elevato e variegato numero di Fattori di Rischio.
9 La Gestione delle merci: Fattori di rischio CIRCOLAZIONE DEI MEZZI (variabilità dei flussi e dei percorsi; interferenze con ditte esterne (manutentori, imprese di pulizie) o terzi (visitatori ecc.) ) MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI SOSPESI (rischi di caduta di materiale, schiacciamento o intrappolamento degli operatori ausiliari, problemi di comunicazione con gruista ecc.. ) TRASFERIMENTO MECCANICO DEI CARICHI (rischi di caduta di materiale, schiacciamento o investimento con carrelli elevatori ) MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI LAVORO IN QUOTA VIBRAZIONI / RUMORE SOSTANZE e PREPARATI PERICOLOSI INCENDIO / ESPLOSIONE INTERVENTI IN AMBIENTI CONFINATI STRESS LAVORO CORRELATO
10 Profili di rischio di comparto: il Porto commerciale L ISPESL, nella sua attività ultratrentennale di ricerca scientifica, nell ambito del progetto SI.PRE. (Sistema Informativo per la Prevenzione, teso alla realizzazione di un insieme integrato di basi e banche dati alimentate con il contributo delle Regioni e dei Servizi di Prevenzione delle ASL) ha definito per il Porto di Genova un profilo di rischio per il Comparto Movimentazione Portuale dei Contenitori realizzando una flowchart che descrive le principali fasi lavorative nei due settori di attività: Attività svolte in banchina Attività presso i piazzali di deposito Sono state definite le tipologie di navi, le tipologie di attrezzature, i profili professionali coinvolti, e per ogni fase di lavoro i rischi specifici e le azioni da intraprendere. Tale documento costituisce ancora oggi un utile riferimento per la valutazione dei rischi in tale settore. Link :
11 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale : adempimenti di legge l Messa in servizio e Richiesta di P.V.P. Riferimenti normativi D.P.R. 459/96 art ripreso dal d.lgs. 17/2010 art.18 D.Lgs.81/2008: Capo I Titolo 3 -Uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale All. V -Requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro; All. VI -Disposizioni concernenti l'uso delle attrezzature di lavoro All. VII -Verifiche di attrezzature D.Lgs.27 gennaio 2010, n. 17 [cd. «Nuova direttiva macchine»] ACCORDI STATO/REGIONI SULLA FORMAZIONE DEI LAVORATORI Formazione dei lavoratori G.U. del 11/01/2012 Abilitazione uso attrezzature lavoro G.U. 12/03/2012
12 Periodicità in base all età e al settore di utilizzo
13 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale Controlli Periodici Art il datore di lavoro, secondo le indicazioni fornite dai fabbricanti ovvero, in assenza di queste, dalle pertinenti norme tecniche o dalle buone prassi o da linee guida, provvede affinché: a) le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle condizioni di installazione siano sottoposte a un controllo iniziale (dopo l installazione e prima della messa in esercizio) e ad un controllo dopo ogni montaggio in un nuovo cantiere o in una nuova località di impianto, al fine di assicurarne l installazione corretta e il buon funzionamento; b) le attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti suscettibili di dare origine a situazioni pericolose siano sottoposte: 1. ad interventi di controllo periodici, secondo frequenze stabilite in base alle indicazioni fornite dai fabbricanti, ovvero dalle norme di buona tecnica, o in assenza di queste ultime, desumibili dai codici di buona prassi; 2. ad interventi di controllo straordinari al fine di garantire il mantenimento di buone condizioni di sicurezza, ogni volta che intervengano eventi eccezionali che possano avere conseguenze pregiudizievoli per la sicurezza delle attrezzature di lavoro, quali riparazioni, trasformazioni, incidenti, fenomeni naturali o periodi prolungati di inattività; c) gli interventi di controllo di cui alle lettere a) e b) sono volti ad assicurare il buono stato di conservazione e l efficienza a fini di sicurezza delle attrezzature di lavoro e devono essere effettuati da persona competente.
14 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale l Controlli Periodici: Sanzioni Art I risultati dei controlli di cui al comma 8 devono essere riportati per iscritto e, almeno quelli relativi agli ultimi tre anni, devono essere conservati e tenuti a disposizione degli organi di vigilanza. Art. 87. (Sanzioni a carico del datore di lavoro, del dirigente, del noleggiatore e del concedente in uso) 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti con la pena dell arresto da tre a sei mesi o con l ammenda da a euro per la violazione:..; c) dell articolo 71, commi 1, 2, 4, 7 e 8
15 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale : i mezzi più comuni Portainer Sono gru a portale con portata di 40/50 tonnellate, un altezza di circa 35 metri ed uno sbraccio di circa 40 metri. Esse garantiscono,tramite il sistema a spreader sostenuto da quattro funi, un affidabile stabilità del carico, un controllo totale sui movimenti orizzontali, verticali e basculanti. Sono un tipo di gru che si sposta su binari lungo tutta la lunghezza della banchina e garantiscono una buona flessibilità operativa su vari tipi di nave. Il braccio della gru può essere rialzabile o retrattile (obbligatorio nei casi di ingombro degli spazi aerei) per permettere l ormeggio delle navi. Sono munite di sistemi d anticollisione, essendo alloggiate su vie di corsa comuni. Come tutte le gru il loro limite operativo è costituito principalmente dalle condizioni di forte vento, in cui le operazioni potrebbero determinare gravi pericoli sia per l operatore che per il carico medesimo.
16 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale : i mezzi più comuni Gru a rotazione Presenti nei Terminal ove non è adottata la tipologia a Portainer, si utilizzano gru cosiddette a rotazione portuale, nate per la movimentazione delle merci varie e altresì rese compatibili agli spostamenti dei CTR mediante appositi spreader vincolati al gancio e progettati per riprodurre la tecnologia comune alle gru a portale. Il sistema è efficiente ma, pur avendo dispositivi di blocco alla rotazione del gancio, non garantisce un eguale eccellenza (e necessita di una maggiore padronanza da parte del manovratore) di controllo, rispetto al sistema Portainer, sui movimenti orizzontali, verticali e basculanti.
17 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale : i mezzi più comuni Transtainer Sono gru a portale, dotate di un sistema, composto da quattro funi collegate a uno spreader, che permette l aggancio e quindi la movimentazione dei CTR. Questo tipo di gru ha una elevata capacita operativa, in quanto l operatore della gru ha il totale controllo di tutti i movimenti assiali del CTR. Come tutte le gru il limite operativo è determinato principalmente dall operare in condizioni di forte vento, con gravi pericoli sia per l operatore che per il carico medesimo, e dalla oggettiva scarsa visibilità della zona operativa immediatamente sottostante l operatore. Sono munite di sistemi anticollisione, essendo alloggiate su vie di corsa comuni.
18 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale : i mezzi più comuni Reach Stacker Sono definiti carrelli semoventi a braccio telescopico dotati di spreader o altri organi di presa (attrezzature intercambiabili). In passato venivano associati a gru semoventi ma poiché il carico è vincolato al braccio nel 2003 una circolare ISPESL aveva chiarito che non rientrando nella definizione di Apparecchio di Sollevamento non erano soggetti a verifiche periodiche da parte degli organi competenti. Tale posizione è stata superata ed oggi sono oggetto delle verifiche periodiche ex art del D.lgs.81/08. Definizione di apparecchio di Sollevamento (Secondo CEN TC 147 del 2/11/1988): Apparecchio destinato ad effettuare un ciclo di sollevamento di un carico sospeso tramite gancio o altro organo di presa
19 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale : i mezzi più comuni Carrello elevatore con forche Sono carrelli dotati di forche per il sollevamento montate su un gruppo di elevazione brandeggiabile. Le forche possono traslare in larghezza (manualmente o attraverso sistemi idraulici) per adattarsi alle sedi predisposte (tasche) per il sollevamento dei CTR da 20 pieni o 40 vuoti. Hanno la caratteristica che il gruppo di sollevamento, costituito da un castello di tiro telescopico, è sufficientemente basso per entrare negli spazi angusti dei garage delle navi (carrello ad alzata libera). Non sono oggetto di Verifica Periodica ex art del D.lgs.81/08, ma sono comunque oggetto dei Controlli Periodici ex art del D.lgs.81/08.
20 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale : i mezzi più comuni Carrello elevatore con organo di presa frontale Sono carrelli dotati di organo di presa frontale (costituito da due blocchi di presa nella parte frontale del CTR, due in basso, due in alto e telescopico in larghezza per consentire l aggancio dei CTR da 20 e da 40 ) per il sollevamento dei CTR. Sono prevalentemente utilizzati per i CTR vuoti a piazzale, dove può raggiungere anche l ottavo tiro. Esistono anche carrelli elevatori utilizzati nei garage per la movimentazione dei CTR pieni. Non sono oggetto di Verifica Periodica ex art del D.lgs.81/08, ma sono comunque oggetto dei Controlli Periodici ex art del D.lgs.81/08.
21 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale Caso particolare riscontrato nell attività di P.V.P. Premessa Il Reach Stacker è progettato per la movimentazione dei CTR attraverso lo spreader vincolato solidamente al braccio telescopico ed orientabile idraulicamente. Il Costruttore può prevedere in sede di progettazione l utilizzo di accessori di sollevamento di altra tipologia.
22 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale Caso particolare riscontrato nell attività di P.V.P. Tra gli accessori /attrezzature intercambiabili possono essere previste anche soluzioni che consentano la presa mediante sospensione del carico che di fatto diventa oscillante e non vincolato.
23 La gestione delle attrezzature di sollevamento in ambito portuale Se il Costruttore ha previsto tale eventualità all origine non ci sono problemi. Ma come si fa a capirlo, non avendo a disposizione il fascicolo tecnico della macchina? Durante l attività di PVP, l Inail di Genova si è posto tale problema, dopo aver rilevato su diversi esemplari oggetto di verifica, la presenza sul relativo spreader di asole saldate ai quattro lati dell organo di presa in corrispondenza dei twist-locks. Non avendo inoltre trovato alcuna indicazione di portata, ne alcun riscontro documentale sulle Istruzioni per l uso Il fatto è stato segnalato al DIT-Inail di Roma, che, ha preso contatti con i relativi Costruttori, in quanto organo tecnico-scientifico delle Autorità nazionali preposte alla sorveglianza del mercato ai fini del controllo della conformità ai requisiti di sicurezza e salute di prodotti messi a disposizione dei lavoratori (Art. 9 D.lgs 81/08)
24 Il lavoro portuale: aspetti normativi In sostanza. Lo Spreader, dotato dei citati dispositivi di aggancio del carico attraverso altri accessori di sollevamento (grilli, catene), qualora non previsti dal Costruttore andrebbe ad introdurre dei Rischi non calcolati e di cui non viene data informazione! Cambia lo stato di sollecitazione e la risposta del carrello in condizioni dinamiche a danno della stabilità dell attrezzatura e quindi dell operatore! 2 Ipotesi: Potrebbe trattarsi di una modifica fatta da un operatore per esigenze di lavoro Potrebbe essere una svista del Costruttore che si è dimenticato di integrare le Istruzioni per l uso per quel determinato modello In tutti i casi riscontrati il Costruttore ha trasmesso le integrazioni all utilizzatore e ad Inail. Di seguito l esempio di un integrazione e la foto della portata
25 GRAZIE PER L ATTENZIONE
26 Bibliografia I.L.O.InternationalLabourOrganization-Codice di buone pratiche dell ILO sulla sicurezza e salute nei portisuppl.ai Fogli d informazione numero 1 anno2007- ISPESL - ISBN ISPESL - Progetto SI.PRE. Profilo di rischio del Comparto Movimentazione Portuale Contenitori Salute e Sicurezza nella movimentazione e nel trasporto delle merci - Spisal AULSS 12 e Spisal AULSS 16- RegioneVeneto Salute e sicurezza nei porti tra il decreto 272/99 e il decreto 81/ Dott.ssa Rosaria Carcassi INAIL UNITA OPERATIVA TERRITORIALE DI CERTIFICAZIONE, VERIFICA E RICERCA DI GENOVA Competenza territoriale per le province di Genova, Imperia, La Spezia, Savona Via Serra, Genova Tel genova-uotcvr@inail.it PEC: genova-ricerca@postacert.inail.it
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