Biblioteca civica di Rovereto LEGATURA DEL NOVECENTO E CALLIGRAFIA
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- Vincenzo Gigli
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1 Biblioteca civica di Rovereto Laboratorio didattico arte grafica. Quaderni, 1 LEGATURA DEL NOVECENTO E CALLIGRAFIA A cura di Duccio Dogheria
2 LEGATURA DEL NOVECENTO E CALLIGRAFIA A cura di Duccio Dogheria
3 PREMESSA Gianmario Baldi Varie e multiformi sono le suggestioni suscitate da una biblioteca e dai suoi libri: il piacere di leggere, la memoria del passato negli antichi scritti, il silenzio adatto alla riflessione, la soggezione di fronte a scaffali carichi di volumi, la sensazione di trovarsi a disposizione un bagaglio di conoscenze vasto e multidisciplinare, il sentirsi nel posto giusto per aprire i propri orizzonti culturali, per aumentare le proprie conoscenze e soddisfare le proprie curiosità. La quantità e il valore dei documenti custoditi nei magazzini e i numerosi servizi offerti rendono le biblioteche sempre più granai di speranza per il futuro. Diverse ma non meno forti le emozioni nel Laboratorio didattico di arte grafica della nostra biblioteca: l odore d inchiostro, come in un antica officina tipografica animata da caratteri mobili in piombo e in legno, i torchi usati nell Ottocento per stampare libri, litografie, calcografie. Queste macchine ancora oggi sono funzionanti e, attraverso il loro utilizzo, è possibile cogliere le complesse fasi della stampa e apprezzare l elevata maestria necessaria agli artigiani tipografi per realizzare dei capolavori in forma di libro. Professionalità oramai scomparse per l esasperata industrializzazione della stampa, dove tutto è affidato all automatismo delle macchine. Oggi, alcuni appassionati di questo antico mestiere ne svelano i segreti e aiutano, con finalità didattiche, i più giovani a stampare con torchi ottocenteschi. In questo modo è possibile riscoprire le fasi pratiche che portano alla stampa di un testo: l idea e le parole dello scrittore si materializzano su fogli bianchi attraverso la composizione con i caratteri mobili, la stampa tipografica delle pagine e la loro legatura. Il laboratorio, infine, propone anche dei momenti di approfondimento attraverso conferenze, mostre ed ora anche una serie di quaderni che indagheranno di volta in volta diversi aspetti legati alla storia e alla cultura del libro. Il primo di questi, che qui presentiamo, raccoglie due testi di Duccio Dogheria scritti in occasione dell apertura dello spazio del libro e destinati, autonomamente, alle attività didattiche: il primo introduce alla storia della legatura tra Otto e Novecento; il secondo alla pratica della calligrafia e ai manuali molto utilizzati in passato per l insegnamento della scrittura.
4 IL NOVECENTO: DALLA LEGATURA ALLA BROSSURA L editoria, sia in Europa che negli Stati Uniti, nel corso dell Ottocento si era fortemente sviluppata, soprattutto grazie all ampliarsi del numero di lettori in seguito all alfabetizzazione di massa. Parallelamente, la rivoluzione industriale aveva notevolmente migliorato le tecniche di stampa, velocizzando i tempi e migliorando sensibilmente l apparato illustrativo grazie all introduzione di tecniche innovative come la litografia. Anche la veste del libro, ovvero la legatura, subì nel corso dell Ottocento e soprattutto del Novecento radicali innovazioni, passando da un sistema di produzione artigianale ad uno industriale. Ampie tirature ed economicità dei materiali non significarono uno scadere della qualità estetica della legatura: se da un lato molti maestri legatori passarono indenni al nuovo tipo di produzione, dall altra si sviluppò una nuova professionalità, quella del graphic designer, connaturata alla comunicazione visiva di massa, che rivoluzionò innumerevoli campi, dalla pubblicità al packaging (la confezione) dei prodotti, fino alla presentazione grafica di riviste e collane editoriali. Prima della produzione industriale dei libri, questi erano proposti ai lettori avvolti in una semplice copertina in carta pesante (legatura alla rustica), oppure - per i titoli usciti presso stampatori di qualità, come Bodoni - in cartone (cartonnage). Naturalmente si trattava di legature a carattere provvisorio: in seguito gli acquirenti avrebbero provveduto, tramite la professionalità di un legatore, a personalizzare gli esemplari secondo il proprio gusto. Da questo semplice tipo di legatura, provvisoria e senza troppe pretese, deriva la copertina editoriale in cartoncino chiamata brossura, dal francese brochure. Oltre a permettere di identificare immediatamente autore, titolo ed editore dell opera, la brossura assunse in seguito anche il compito di rendere graficamente riconoscibili, attraverso
5 un comune utilizzo di lettering, formato e impianto decorativo delle collane editoriali dedicate da un editore a uno specifico tema o autore. È questo il caso, ad esempio, delle prime brossure editoriali che la storia ricordi, quelle utilizzate per le Oeuvres complètes di Voltaire, collana pubblicata a Parigi tra il 1825 e il 1834 dai fratelli Baudin. Se in passato l importanza di una legatura era dovuta alla ricchezza dell ornato - dall utilizzo di elaborati punzoni ai vari tipi di pelle, dalla presenza di stemmi araldici all utilizzo di borchie talvolta lavorate a sbalzo -, l importanza di una brossura editoriale otto-novecentesca è data in genere dalla presenza, o meno, di elementi figurati di pregio. Alcuni di questi furono realizzati dai più importanti artisti e illustratori del tempo, questi ultimi graficamente attivi soprattutto nei campi delle riviste artistiche e satiriche, dell illustrazione per l infanzia e della grafica cosiddetta minore, come gli spartiti musicali o i menu di ristoranti. All occhio d oggi l età aurea della brossura illustrata apparirà certamente quello della grafica simbolista e art nouveau, a cavallo tra Ottocento e Novecento, caratterizzata da preziosismi lineari fortemente evocativi. La ricerca di raffinatezza non è però il solo parametro per valutare il concept di una brossura. A partire dal primo dopoguerra, con lo svilupparsi dell editoria di massa e di collane sempre più economiche e in piccolo formato (i cosiddetti pocket books o tascabili ) alla brossura venne essenzialmente affidato il compito di rendere immediatamente riconoscibile un prodotto editoriale: dunque non più forme ricercate ed esuberanti, ma al contrario chiare e semplici, geometriche e con variazioni grafiche minime da un libro all altro. Esemplare a tal proposito è la collana inglese dei Penguin Books (poi Pelican Books), sorta a partire dal 1935 su progetto grafico di Edward Young, oppure, per venire in Italia, dei gialli Mondadori, collana nata nel Anche la storia del disegno grafico delle brossure del secondo Novecento è avvincente, ma forse ancora troppo poco conosciuta: alcune copertine delle più importanti collane editoriali italiane, oggi ai nostri occhi probabilmente anonime e insignificanti da un punto di vista grafico per via del loro spiccato minimalismo, furono progettate dai più celebri designer italiani del Novecento, come Enzo Mari (Universale Scientifica Boringhieri) e soprattutto Bruno Munari (Piccola Biblioteca Einaudi, Nuova Universale Einaudi, Nuovo Politecnico Einaudi, Satelliti Bompiani).
6 Rilegatura romantica del parigino C. Magner per il volume La mascarade humaine. 100 grandes compositions par Gavarni, Paris, Calmann Lévy, 1881 Brossura di Henri Toulouse-Lautrec per una monografia sul chansonnier Aristide Bruant, scritta a Parigi da Oscar Méténier nel 1893 ed illustrata da T.A. Steinlen
7 Brossura di Antonio Rubino per Pippo Sizza aviatore di Giuseppe Fanciulli, edito da R. Bemporad & figlio nel 1912 Una delle brossure di Bruno Munari per la collana Piccola Biblioteca Einaudi, 1964
8 LA CALLIGRAFIA La calligrafia, dal greco kalòs (bello) e graphia (scrivere), è l arte di scrivere con bella grafia. L esigenza di una scrittura elegante che sia facilmente leggibile, e dunque comprensibile, può oggi apparire scontata. Meno lo è il fatto che fino a pochi decenni fa quest arte, oggi praticata con dovizia da un ristretto numero di appassionati, costituiva una vera e propria disciplina, insegnata nelle scuole e valutata al pari delle altre materie. In passato, quando le persone che sapevano leggere e scrivere erano una ristretta quanto fortunata minoranza, l arte della scrittura era una professione assai stimata. Prima dell invenzione della stampa a caratteri mobili la produzione libraria di qualità era affidata ad un équipe di professionisti con compiti ben distinti: il miniatore, al quale era affidata la pittura a tempera di piccole scene figurate, di stemmi, oppure delle iniziali più importanti del testo; il calligrafo, autore di iniziali e di piccoli ornamenti a lato del testo, realizzati con penna e inchiostro, chiamati jeux de plume; l amanuense, al quale era affidato il lavoro più faticoso e meno creativo, ovvero la trascrizione del testo. Naturalmente, per quanto riguarda la stesura dei testi meno pregiati, la scrittura era affidata ad un unica persona, con funzione di solo copista; un caso esemplare di queste scritture prive d ornamento è quello delle peciae, ovvero dei fascicoli di poche pagine con funzione di libro di testo, prodotti e venduti dagli stationarii (librai) e utilizzati nelle università medievali dagli studenti. La calligrafia come disciplina autonoma nasce però solo nel Quattrocento, grazie all interesse degli umanisti per l epigrafia romana; significativo è a tal proposito un manoscritto del 1463 di Felice Feliciano, nel quale l umanista veronese descrive l alfabeto romano. Lo studio della scrittura romana, specialmente di quella epigrafica, fu anche l argomento al centro dei primi
9 libri a stampa contenenti modelli di scrittura, sorti in ambito umanistico a partire dal 1480 circa. Se da un lato la calligrafia, specie in età barocca, perse in chiarezza a favore di un gusto talvolta esasperato per il virtuosismo ornamentale (si pensi all eccentrico album del calligrafo Baldri van Horicke), dall altro continuò ad essere materia d insegnamento per la formazione dei più giovani. In quanto disciplina, essa aveva anche i propri libri di testo, nei quali, più che dotte spiegazioni, erano presentati numerosi modelli di scrittura che gli studenti erano invitati a copiare. Questi libri di modelli, album generalmente in formato oblungo, trovarono vasta diffusione soprattutto nel corso dell Ottocento, col diffondersi dell alfabetizzazione scolastica. Già prima la manualistica aveva trattato l argomento in numerose occasioni, sebbene gli utenti di tali pubblicazioni non fossero in prevalenza imberbi fanciulli, bensì mercanti desiderosi di ampliare i propri commerci. In questi primi manuali a stampa erano così presenti, oltre a esemplari di calligrafia, nozioni di calcolo, oppure basilari istruzioni su come sciogliere inchiostri o preparare i pennini. Altre volte, accanto agli esemplari di calligrafie, erano proposti anche modelli di corrispondenza, come nel volumetto Corona de caratteri cancellareschi, stampato a Verona attorno al 1600 e posseduto anche dalla Biblioteca Civica di Rovereto. La calligrafia divenne materia imprescindibile nelle scuole dell Ottocento, secolo nel quale furono stampati la maggior parte dei libri di modelli. Queste pubblicazioni permettevano ai fanciulli di apprendere i principali tipi di scrittura (inglese, rotonda, italiana, gotica antica, gotica moderna, aldina...) e talvolta prospetti commerciali, offrendo al contempo stimoli per la formazione della loro coscienza. Oltre ai numerosi alfabeti e ai piacevoli motivi ornamentali, questi testi contenevano infatti alcune frasi formative che gli studenti erano invitati a copiare più e più volte. Queste potevano essere a carattere religioso (Ama Dio come egli t ama), patriottico (Non lasciare mai offendere né calpestare l indipendenza, gl interessi, la gloria della patria) e soprattutto morale (Non esiste virtù senza sacrificio).
10 Esempio di scrittura in littera gotica Bibbia sacra, seconda metà sec. XIII, Rovereto, Biblioteca Civica, codice 1 Esempio di scrittura in littera antiqua Angelo Decembrio, De cognitione ac curatione pestis, 1446, Rovereto, Biblioteca Civica, codice 2
11 Un opera del calligrafo fiammingo Baldri van Horicke, 1633 circa
12 Composizione calligrafica da Gaetano Filosa, L arte calligrafica nelle scuole medie. Raccolta di composizioni, intestazioni e prospetti commerciali, s.l., s.e., 1913
13 Composizione calligrafica da Giuseppe Bagioni, La calligrafia nelle scuole secondarie, Bologna, F. Barbieri, s.d.
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