INDAGINE SULLA MEDIA E GRANDE DISTRIBUZIONE IN PIEMONTE

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1 INDAGINE SULLA MEDIA E GRANDE DISTRIBUZIONE IN PIEMONTE DINAMICHE IMPRENDITORIALI E CONDIZIONI DI LAVORO Coordinamento: Giovanni Ciarlo (Filcams Regionale) Francesco Montemurro (Ires L.Morosini) Lavoro a cura di: Cristiano Buizza e Michele Lugo Ha collaborato: Enea Schipano - Marzo

2 INDICE Premessa.....Pag. 3 1 Parte 1. Analisi di contesto. La media e grande distribuzione in Piemonte: verso la crisi Economica...Pag Commercio.. Pag Media e grande distribuzione Pag Definizioni.. Pag Gli Esercizi commerciali.... Pag Gli Addetti...Pag Composizione degli addetti. Pag Conclusioni... Pag Parte 2. Le condizioni di lavoro nella media e grande distribuzione anno Pag Caratteristiche del campione.. Pag Caratteristiche dei salari e delle retribuzioni.. Pag Caratteristiche del lavoro e delle forme contrattuali Pag Livello di soddisfazione dei lavoratori... Pag Caratteristiche del lavoro atipico... Pag Rapporti con il sindacato.... Pag Le condizioni di lavoro nella media e grande distribuzione anno Pag Caratteristiche del campione. Pag Posizione lavorativa..... Pag Natura del lavoro..... Pag Tempi di lavoro... Pag Reddito..... Pag Rapporti con il sindacato..... Pag. 63 2

3 Premessa L indagine sulla media e grande distribuzione in Piemonte è stata avviata nel 2007 attraverso la somministrazione di un questionario strutturato a un campione di addetti, quasi tutti iscritti alla Filcams e in condizioni di lavoro a tempo indeterminato. Sulla base della riformulazione degli indirizzi da parte della Filcams regionale, le attività di ricerca hanno conosciuto una nuova fase nel 2009, con la somministrazione di un nuovo questionario, più breve del primo e mirato ad acquisire elementi conoscitivi sulle condizioni di lavoro e sulle aspettative di vita di un campione di addetti, di cui una parte significativa risulta non iscritta al Sindacato e in condizioni di lavoro atipico. Inoltre, l indagine condotta attraverso questionario è introdotta da una premessa e da un analisi di contesto del settore del commercio e in particolare della media e grande distribuzione in Piemonte, focalizzata sulla recente evoluzione dei fenomeni di crisi economica e aziendale. Per quanto concerne la premessa, questa vuole proporre un confronto tra il settore del commercio e altri settori significativi per quanto riguarda il peso occupazionale (il settore degli autoveicoli, del tessile e quello dell istruzione). Per quanto riguarda il numero di lavoratori, il settore del commercio si contraddistingue per un incremento (marcato, se si considera il ristretto lasso di tempo considerato) occupazionale del 4, in linea con il settore dell istruzione. Viceversa, all interno del settore degli autoveicoli e, soprattutto, del tessile si è assistita ad una contrazione che in quest ultimo settore ha ridotto la forza lavoro del 7. Tabella 1. Andamento numero lavoratori per settore occupazionale. Piemonte ( ) Costruzione e montaggio autoveicoli Tessile Istruzione Commercio Elaborazioni a cura dell IRES Morosini da dati INPS Se crescita occupazionale c è stata, è altrettanto importante capire la qualità di questo nuovo lavoro: stabile, o il prodotto dell espansione di forme contrattuali atipiche. Come si evince chiaramente dalle due tabelle sottostanti, a fronte di una crescita molto limitata dei contratti di lavoro a tempo indeterminato (fig.1) si è assistito ad una vera e propria esplosione delle forme contrattuali atipiche (fig.2). Infatti, mentre le relazioni d impiego a tempo indeterminato sono cresciute del 10, quelle a tempo determinato sono aumentate oltre il 50. Andamento simile si può riscontrare all interno del settore dell istruzione, il quale si caratterizza per un incremento del 60 tra i contratti precari e del 7 per quelli standard. 3

4 Figura 1. Andamento dei contratti a tempo indeterminato Costruzione autoveicoli e parti Industria tessile Istruzione Commercio Elaborazioni a cura dell IRES Morosini da dati INPS Figura 2. Andamento dei contratti a tempo determinato Costruzione autoveicoli e parti Industria tessile Istruzione Commercio Elaborazioni a cura dell IRES Morosini da dati INPS Le figure precedenti hanno posto in evidenza il tasso di crescita o contrazione delle varie forme contrattuali all interno di specifici settori. Quello che è possibile osservare dalla tabella successiva è la presenza di contratti atipici rispetto al totale dei contratti esistenti. Nel settore del commercio, questi raggiungono una percentuale del 18. Inoltre, è fondamentale sottolineare come questo dato si riferisca a tutti i lavoratori del settore; se ci si focalizzasse solamente sulle attivazioni lavorative (il contratto di ingresso), la percentuale di lavoratori precari sul totale sarebbe nettamente superiore. In ogni caso, la tabella conferma come l unico settore contraddistinto da una situazione peggiore sia quello dell istruzione (con un valore pari al 22,7). 4

5 Tabella 2. Diffusione dei contratti a tempo determinato all'interno di alcuni settori occupazionali Costruzione autoveicoli e parti 2,5 2,4 2,9 3,9 3,8 Industria tessile 5,5 4,9 6,2 6,1 6,2 Istruzione 16,5 19,9 21,2 21,9 22,7 Commercio 13,8 14,1 15,6 17,7 18,0 Elaborazioni IRES Morosini da dati INPS Dalla figura sottostante è possibile osservare la frattura netta esistente rispetto ad altri due settori fondamentali per la regione Piemonte: quello della costruzione di autoveicoli (contraddistinto da un valore pari al 3,8 di contratti flessibili) e quello dell industria tessile (con un valore pari al 6,2). Figura 3. Diffusione dei contratti a tempo determinato all'interno di alcuni settori occupazionali. 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0, autoveicoli e parti Industria tessile Istruzione Commercio Elaborazioni IRES Morosini da dati INPS Nel paragrafo successivo ci focalizzeremo sull evoluzione delle retribuzioni all interno dei medesimi settori. Prima di affrontare la questione è importante precisare che non si sta discutendo del livello retributivo; infatti, un incremento significativo potrebbe aver luogo all interno di un settore caratterizzato da retribuzioni in ogni caso molto basse, ed è questo il caso del settore del commercio. L analisi delle retribuzioni sarà affrontata in modo più approfondito nella sezione dedicata ai questionari. In questo passaggio osserveremo il mutamento incorso tra il 2004 e il Come si può notare dalla tabella e dal grafico sottostante, l andamento delle retribuzioni ha conosciuto una crescita costante (a volte di intensità limitata) nel corso del tempo. Quello che traspare, nel confronto con gli altri settori considerati, è lo scarto esistente tra il settore commerciale e il resto. Mentre il settore automobilistico ha conosciuto una crescita pari al 17 rispetto al valore del 2004, quello commerciale si 5

6 Tabella 3. Andamento delle retribuzioni a livello del settore occupazionale. Piemonte ( ) Autoveicoli e componenti Industria tessile Istruzione Commercio Elaborazioni IRES Morosini da dati INPS è fermato ad un +9. Inoltre, come palesa al meglio la figura sottostante, il settore del commercio è cresciuto meno di tutti gli altri. Figura 4. Andamento delle retribuzioni a livello del settore occupazionale autoveicoli e componenti Industria tessile Istruzione Commercio Elaborazioni IRES Morosini da dati INPS L ultimo aspetto considerato in questa prima sezione concerne l andamento del monte ore della cassa integrazione guadagni straordinaria. Come si evince chiaramente dalla figura sottostante, il 2009 è stato un vero e proprio anno di rottura per quanto concerne il settore del commercio. Infatti, l incremento Figura 5. Andamento delle ore in cig straordinaria Commercio Meccaniche Tessili Elaborazioni IRES Morosini da dati INPS 6

7 nell ultimo anno è stato più di 22 volte il valore autorizzato nel 2008 (passando da un monte ore annuale pari a ad uno pari a ). Naturalmente, questo non significa che gli altri settori non siano in crisi. Infatti, come abbiamo già scritto all interno delle note congiunturali prodotte in passato, per quanto concerne il settore tessile, tutto dipende dall anno preso come riferimento. Mentre il 2005 si dimostra utile per osservare appieno il fenomeno nel settore commerciale, così non può essere per quello tessile. In questo caso, infatti, la crisi economica è già in atto da diversi anni e, pertanto, non può essere osservato alcun scarto significativo prendendo come riferimento un momento che si pone in mezzo a questo processo. 7

8 1. Analisi di contesto: La media e grande distribuzione in Piemonte La crisi economica in atto ha interessato tutta l economia nazionale colpendo in maniera più dura il settore industriale. Questo perché, trattandosi di una crisi internazionale che viene dall estero, sono crollati in particolar modo i consumi stranieri e di conseguenza le esportazioni. A farne le spese sono state in primo luogo le aziende che esportano quantità considerevoli della loro produzione e i lavoratori che in queste aziende lavorano. Il calo dei consumi interni è stato più una conseguenza che una causa della crisi, prodotto dal minor potere d acquisto dei lavoratori delle aziende in crisi. Ma come ha affrontato la crisi il settore del commercio ed in particolare quello della media e della grande distribuzione? L obiettivo di questo rapporto, compatibilmente con i dati a nostra disposizione è quello di dare una prima risposta a questa domanda. In primo luogo si ricostruiranno le dinamiche relative al settore della media e grande distribuzione nell ultimo decennio in merito al numero di esercizi commerciali, alle superfici di vendita, agli addetti. Lo scopo è verificare se con il sopraggiungere della crisi economica ci sia stata una rottura nelle dinamiche di medio lungo periodo che indichino un cambio di strategia aziendale dei principali gruppi del settore o più semplicemente un contraccolpo subito a causa del calo dei consumi. Nella prima parte descriveremo il settore del commercio, analizzando in particolare l evoluzione del numero di imprese e degli addetti nel decennio appena trascorso. Nella seconda fase ci concentreremo invece sul sottosettore della media e grande distribuzione, prendendo in considerazione l evoluzione delle superfici di vendita e ancora una volta del numero di addetti. Le fonti utilizzate per questo studio sono l Osservatorio Regionale del Commercio della regione Piemonte, l Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro, l Osservatorio Nazionale del Commercio del Ministero dello Sviluppo economico e quelli della banca dati Movimprese delle Camere di Commercio. La maggior parte dei dati qui analizzati sono presentati a livello regionale o provinciale, talvolta comparati con i dati a livello nazionale. 8

9 1.1 Commercio Nella prima parte del rapporto analizzeremo il settore del commercio in Piemonte. Secondo la classificazione ATECO2002 il settore del commercio è suddiviso in tre sottosettori: 1) vendita e manutenzione di automezzi, 2) commercio all ingrosso e 3) commercio al dettaglio 1. Analizzeremo in particolare quest ultimo sottosettore in quanto comprende, oltre al commercio al dettaglio, anche la media e grande distribuzione. Cominciamo l analisi con il numero di imprese nel settore del commercio in Piemonte (tab. 1-3). Tabella 1: Imprese attive, iscritte e cessate n Piemonte nel settore del commercio ATTIVE COMMERCIO AL DETTAGLIO TOTALE COMMERCIO TOTALE ISCRITTE COMMERCIO AL DETTAGLIO TOTALE COMMERCIO TOTALE CESSATE COMMERCIO AL DETTAGLIO TOTALE COMMERCIO TOTALE Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati InfoCamere, banca dati Movimprese. In Piemonte nel settore del commercio operano circa centomila aziende ( nel 2009), più della metà delle quali nel settore della distribuzione al dettaglio (54,7 nel 2009). Le imprese del commercio rappresentano più di un quarto delle imprese totali in Piemonte (25,1 nel 2009) e non si registrano nel decennio significative modifiche del peso di questi settori in termini di numero di aziende (tab. 2). Per quanto riguarda il confronto del numero di aziende attive nel corso degli anni ( ), i dati disponibili nel database di Movimprese non sono di facile lettura. Infatti a causa della complessità del sistema di raccolta dati mentre i dati di stock (imprese attive) mostrano un aumento tendenziale del numero di imprese sia nel settore del commercio nel suo complesso, sia in quello del commercio al 1 Il settore del commercio è classificato con la lettera G, ed è composto da tre sottosettori: Div. 50: Commercio, manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli; vendita al dettaglio di carburanti per l autotrazione; Div. 51: Commercio all ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi; Div. 52: Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e motocicli); riparazione di beni personali e per la casa. Nella nuova classificazione ATECO2007 i codici relativi a questi tre comparti sono diventati rispettivamente: 44, 45 e 46. 9

10 dettaglio (tab. 1); il tasso di crescita annuale calcolato secondo le stesse indicazioni delle Camere di Commercio 2 mostra tassi costantemente negativi per tutto il periodo considerato. Tabella 2: Imprese attive in Piemonte nel settore del commercio (valori ) COMMERCIO AL DETTAGLIO 13,8 13,8 13,8 13,9 13,9 13,9 13,9 13,8 13,7 13,7 TOTALE COMMERCIO 25,4 25,3 25,3 25,3 25,2 25,2 25,2 25,1 25,0 25,1 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati InfoCamere, banca dati Movimprese. Tabella 3: Evoluzione delle imprese attive nel settore del commercio, confrontate col numero totale di imprese in Piemonte, secondo i dati di flusso NUMERO DI IMPRESE ATTIVE CALCOLATE TRAMITE I DATI DI FLUSSO COMMERCIO AL DETTAGLIO TOTALE COMMERCIO TOTALE TASSO DI CRESCITA DELLE IMPRESE ATTIVE COMMERCIO AL DETTAGLIO -0,4-0,1-0,2-0,3-0,4-0,4-0,8-1,9-2,2-1,1 TOTALE COMMERCIO -0,5-0,2-0,6-0,5-0,4-0,7-0,6-1,3-1,8-0,9 TOTALE 1,3 1,3 0,6 0,7 1,1 1,0 1,0 0,8 0,5 0,2 Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati InfoCamere, banca dati Movimprese. Per quanto riguarda gli addetti del settore, i dati disponibili sono relativi al periodo (tab. 4 e fig. 1). Se il numero di addetti nel settore del commercio si è mantenuto sostanzialmente stabile in questo periodo di tempo si è verificata una diminuzione abbastanza importante degli addetti nell ambito della distribuzione al dettaglio (Div. 52) con una riduzione del 15 in sei anni. Conseguentemente al contemporaneo aumento del numero di addetti negli altri settori del commercio (fig. 1), la quota degli addetti impiegati nella distribuzione al dettaglio è scesa dal 56,2 al 47,8 nel periodo Questa riduzione potrebbe essere stata causata dal progressivo processo di sostituzione dei piccoli esercizi di vicinato con i più grandi esercizi della media e grande distribuzione, i quali richiedono un minor numero di addetti. Nel prossimo capitolo vedremo se questa ipotesi è supportata dai dati relativi alla grande distribuzione. 2 Nelle note metodologiche dei dati distribuiti annualmente da Infocamere con il database Movimprese la formula per il calcolo del tasso di crescita annuale delle imprese è: Tasso di crescita dello stock=(iscrizioni nel periodo cessazioni nel periodo al netto delle cancellazioni d ufficio)/stock di inizio periodo. 10

11 Tabella 4: addetti del commercio in Piemonte N COMM. E MAN. AUTOVEICOLI COMM. ALL INGROSSO COMM. AL DETTAGLIO TOTALE SUL TOTALE COMMERCIO SUL TOTALE ITALIA COMM. E MAN. AUTOVEICOLI COMM. ALL INGROSSO COMM. AL DETTAGLIO 15,6 17,2 18,0 28,2 28,4 27,9 56,2 54,4 54,1 19,6 31,8 20,5 20,6 19,8 31,6 32,0 32,3 47,9 47,4 47,8 48,6 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 COMM. E MAN. AUTOVEICOLI COMM. E MAN. AUTOVEICOLI COMM. ALL INGROSSO COMM. AL DETTAGLIO 9,2 9,6 9,8 7,9 7,9 7,9 8,1 7,7 7,7 10,0 8,1 10,1 10,0 10,0 8,1 8,0 8,0 7,8 7,7 7,7 7,7 TOTALE 8,2 8,0 8,0 8,2 8,3 8,2 8,2 Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, Osservatorio Nazionale del Commercio, Statistiche sugli aspetti economici del commercio in Italia. Figura 1: Andamento del numero di addetti del commercio in Piemonte, per sottosettori economici Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, Osservatorio Nazionale del Commercio, Statistiche sugli aspetti economici del commercio in Italia. 11

12 Per quanto riguarda il confronto con i dati a livello nazionale possiamo vedere come, all interno del settore del commercio (che in Piemonte occupa circa l 8 degli addetti a livello nazionale), ci sia in questa regione una maggiore percentuale di addetti nel settore del commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli (circa il 10 degli addetti a livello nazionale). Questo è facilmente riconducibile alla presenza di un azienda quale la Fiat e dall indotto prodotto nel settore delle automobili. I dati sugli addetti sono disponibili anche a livello provinciale, qui mostriamo la suddivisione dei lavoratori del commercio nelle province piemontesi (tab. 5). Nella provincia di Torino sono impiegati circa la metà degli addetti del commercio (50,5) e anche la metà degli addetti della distribuzione al dettaglio (50,1). Riguardo alle differenze tra le province è interessante notare che nelle province più grandi e centrali Torino, Cuneo e Alessandria ci sono maggiori percentuali di lavoratori addetti al commercio all ingrosso, mentre in quelle più periferiche o più piccole Asti, Biella, Novara, Verbano C.O. percentuali più elevate operano nel settore della distribuzione al dettaglio. Tabella 5: Addetti nel settore del commercio in Piemonte per provincia e sottosettore VALORI ASSOLUTI ALESSANDRIA ASTI BIELLA CUNEO NOVARA TORINO VERBANO C.O. VERCELLI PIEMONTE ITALIA COMM. E MAN. AUTOVEICOLI COMM. ALL INGROSSO COMM. AL DETTAGLIO TOTALE SUL TOTALE COMMERCIO COMM. E MAN. AUTOVEICOLI 22,1 19,2 16,9 19,6 17,9 19, ,6 19,8 16,8 COMM. ALL INGROSSO 32,9 28,8 31,6 35,3 30,6 32,6 24,9 31,3 32,3 32,7 COMM. AL DETTAGLIO ,5 45,1 51,6 47,5 54,1 48,1 47,8 50,5 TOTALE SUL TOTALE ITALIA COMM. E MAN. AUTOVEICOLI 1,2 0,4 0,4 1,4 0,8 5,1 0,3 0, COMM. ALL INGROSSO 0,9 0,3 0,3 1,2 0,7 4,1 0,2 0, COMM. AL DETTAGLIO 1,2 0,6 0,5 1,6 1,1 6 0,4 0,4 11,9 100 TOTALE 0,9 0,4 0,3 1,2 0,7 4,1 0,2 0,3 8,2 100 Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, Osservatorio Nazionale del Commercio, Statistiche sugli aspetti economici del commercio in Italia. 12

13 1.2 Media e Grande Distribuzione In questa seconda parte ci concentreremo sulla media e grande distribuzione, oggetto di questo studio. Iniziamo con alcune definizioni. Queste sono importanti in quanto permettono di distinguere tra piccola, media e grande distribuzione; quando si analizzano i dati è fondamentale sapere quali definizioni sono state usate per poter interpretare le informazioni in maniera corretta Definizioni In questo rapporto e nei dati presentati sono utilizzate due diverse tipologie di definizioni, la prima è quella adottata dall Osservatorio Regionale del Commercio della Regione Piemonte e fa riferimento alle norme D.lgs 114/98 e L.R. 28/99 che suddividono gli esercizi commerciali in: esercizi di vicinato, media struttura di vendita e grande struttura di vendita, in questo modo: esercizi di vicinato: esercizi con superficie di vendita non superiore a 150 mq. nei Comuni con popolazione inferiore a abitanti e a 250 mq. nei Comuni con popolazione superiore a abitanti. Media struttura di vendita: esercizi con superficie di vendita compresa tra 151 e 1500 mq. nei Comuni con popolazione inferiore a abitanti e tra 251 e 2500 mq. nei Comuni con popolazione superiore a abitanti. Grande struttura di vendita: esercizi con superficie di vendita superiore a 1500 mq. nei Comuni con popolazione inferiore a abitanti e a 2500 mq. nei Comuni con popolazione superiore a abitanti. Centro commerciale: media o grande struttura di vendita concepita e organizzata unitariamente, a specifica destinazione d uso commerciale, costituita da almeno due esercizi commerciali al dettaglio. Il centro commerciale può essere dotato di spazi e servizi comuni funzionali al centro stesso, che possono essere organizzati in superfici coperte o a cielo libero. Gli esercizi commerciali eventualmente possono essere ulteriormente classificati a seconda che vendano prodotti alimentari, prodotti non alimentari o entrambi. La seconda tipologia sugli esercizi commerciali è quella utilizzata nell ambito degli studi dell Osservatorio Nazionale del Commercio del Ministero dello Sviluppo Economico. Questa è aderente alla classificazione ATECO2002: distingue a priori tra distribuzione despecializzata (che comprende le strutture che vendono diversi tipi di prodotti) e distribuzione specializzata (che comprende strutture che vendono in modo prevalente una particolare gamma di prodotti). Gli esercizi commerciali appartenenti alla prima categoria sono distinti tra minimercati, supermercati, ipermercati e grandi magazzini: 13

14 Minimercato: esercizio al dettaglio in sede fissa operante nel campo alimentare con una superficie di vendita che varia tra 200 e 399 mq e che presenta le medesime caratteristiche del supermercato. Supermercato: esercizio al dettaglio operante nel campo alimentare, organizzato prevalentemente a libero servizio e con pagamento all'uscita, che dispone di una superficie di vendita superiore a 400 mq. e di un vasto assortimento di prodotti di largo consumo ed in massima parte preconfezionati nonché, eventualmente, di alcuni articoli non alimentari di uso domestico corrente. Ipermercato: esercizio al dettaglio con superficie di vendita superiore a mq., suddiviso in reparti (alimentare e non alimentare), ciascuno dei quali aventi, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande magazzino. Grande magazzino: esercizio al dettaglio operante nel campo non alimentare che dispone di una superficie di vendita superiore a 400 mq. e di almeno cinque distinti reparti, ciascuno dei quali destinato alla vendita di articoli appartenenti a settori merceologici diversi ed in massima parte di largo consumo. La grande distribuzione specializzata invece è definita come una grande superficie di vendita al dettaglio operante nel settore non alimentare (spesso appartenente ad una catena distributiva a succursali) che tratta in modo esclusivo o prevalente una specifica gamma merceologica di prodotti su una superficie di vendita non inferiore ai mq. Le due diverse tipologie riguardo alla distribuzione commerciale non sono perfettamente sovrapponibili in quanto oltre alle differenze riguardanti le superfici non comprendono la stessa popolazione di esercizi commerciali e soprattutto considerano prioritaria o l estensione della superficie di vendita (prima tipologia) o il tipo di merce venduta (seconda tipologia). Per questi motivi è bene fare attenzione nel leggere i dati che seguono e avere ben chiaro a quale tipologia si stia facendo riferimento Gli Esercizi Commerciali Iniziamo il nostro studio sulla media e grande distribuzione quantificando il numero di esercizi commerciali e le superfici di vendita nella regione, e la loro evoluzione nel periodo Utilizzando i dati provenienti dall Osservatorio Regionale del Commercio della Regione Piemonte (che utilizza la prima classificazione descritta) possiamo descrivere l evoluzione del numero di esercizi commerciali e delle superfici di vendita della media e della grande distribuzione in Piemonte dal 2000 al 2008 a seconda del settore merceologico di riferimento (tab. 6). 14

15 Tabella 6: Esercizi commerciali per settore merceologico e struttura di vendita ANNO SETTORE MERCEOLOGICO MEDIE STRUTTURE GRANDI STRUTTURE N SUPERFICIE (MQ.) N SUPERFICIE (MQ.) ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO CENTRI COMMERCIALI TOTALE ESERCIZI ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO CENTRI COMMERCIALI TOTALE ESERCIZI ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO CENTRI COMMERCIALI TOTALE ESERCIZI ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO CENTRI COMMERCIALI TOTALE ESERCIZI ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO CENTRI COMMERCIALI TOTALE ESERCIZI ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO CENTRI COMMERCIALI TOTALE ESERCIZI ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO CENTRI COMMERCIALI TOTALE ESERCIZI ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO CENTRI COMMERCIALI TOTALE ESERCIZI ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO CENTRI COMMERCIALI TOTALE ESERCIZI Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati Regione Piemonte, Osservatorio Regionale del Commercio. 15

16 A nostro parere due sono gli elementi principali su cui vale la pena soffermarsi: in primo luogo l aumento più consistente delle grandi strutture di vendita rispetto alle medie strutture; in secondo luogo l incremento delle superfici di vendita con conseguente aumento della dimensione media delle strutture. Figura 2: Evoluzione del numero di strutture della media e grande distribuzione e della superficie totale (2000=100) Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati Regione Piemonte, Osservatorio Regionale del Commercio. Nella grafico sopra (fig. 2) è sintetizzata l evoluzione del numero e delle superfici di vendita delle strutture della media e della grande distribuzione dal 2000 al Abbiamo costruito una serie di indici a base mobile, prendendo come riferimento i valori del 2000 (2000=100). Le medie strutture di vendita sono diminuite in otto anni del 3, mentre le corrispondenti superfici di vendita sono aumentate del 12. Questo significa che nel 2008 il numero delle strutture è diminuito rispetto al 2000 ma quelle esistenti sono mediamente più grandi e complessivamente le superfici di vendita sono aumentate. L aumento dell estensione media delle strutture di vendita ha interessato anche le strutture della grande distribuzione, con la differenza che queste ultime sono cresciute molto di più, anche in numero. Infatti nel 2008 le grandi strutture di vendita erano aumentate del 37 rispetto al 2000 e le superfici di vendita addirittura del 63. Questi dati ci portano a concludere che sia in atto un processo di trasformazione del settore commerciale verso una maggiore concentrazione delle aree di vendita in strutture più grandi. In Italia, rispetto ad altri paese europei (soprattutto Francia e Germania), la distribuzione commerciale al dettaglio è stata a lungo caratterizzata da una maggiore presenza di esercizi commerciali medio - piccoli e le grandi catene della distribuzione organizzata si sono diffuse nel territorio solo in anni 16

17 recenti. L aumento delle superfici adibite alle strutture di vendita della grande distribuzione rispecchiano questo processo. Dopo aver analizzato lo stock di medie e grandi strutture di vendita al dettaglio, vediamo anche i dati di flusso. Analizzando i dati relativi alle nuove aperture di esercizi commerciali, alle cessazioni e agli ampliamenti siamo in grado di descrivere nel dettaglio la dinamica delle imprese della media e grande distribuzione in Piemonte. I dati a nostra disposizione fanno riferimento al periodo e sono disponibili per le medie e grandi strutture e per i centri commerciali (tab. 7). Tabella 7: Variazioni nel numero e nella superficie degli esercizi commerciali per tipologia MEDIE STRUTTURE NUOVE APERTURE CESSAZIONI AMPLIAMENTI N SUPERFICIE (MQ) N SUPERFICIE (MQ) N SUPERFICIE (MQ) GRANDI STRUTTURE NUOVE APERTURE CESSAZIONI AMPLIAMENTI N SUPERFICIE (MQ) N SUPERFICIE (MQ) N SUPERFICIE (MQ) CENTRI COMMERCIALI NUOVE APERTURE CESSAZIONI AMPLIAMENTI N SUPERFICIE (MQ) N SUPERFICIE (MQ) N SUPERFICIE (MQ) TOTALE NUOVE SUPERFICI SUPERFICIE (MQ) SUPERFICI CHIUSE SUPERFICIE (MQ) Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati Regione Piemonte, Osservatorio Regionale del Commercio. Innanzitutto vediamo come, per quanto riguarda le superfici di vendita, il saldo netto annuo sia sempre positivo, sia per le medie strutture, sia per le grandi strutture, sia per i centri commerciali; con la sola eccezione delle medie strutture nel 2000: anno in cui si è registrata una riduzione delle superfici di vendita di mq. Inoltre possiamo notare come le nuove aperture, rispetto agli ampliamenti di 17

18 strutture esistenti, costituiscono la gran parte degli aumenti di superficie di vendita. L ampliamento di strutture esistenti, inoltre, sembra un metodo di aumento delle superfici sempre meno utilizzato negli ultimi anni, in favore della costruzione di nuovi esercizi commerciali. Il grafico successivo ci permette di mettere in evidenza come il costante aumento registrato nelle superfici di vendita sia il risultato di un numero abbastanza costante di superfici dismesse ogni anno (comprese tra le del 2000 alle del 2003) e di un numero molto più variabile di anno in anno di nuove superfici aperte. Da questi dati comunque emerge come, sebbene l espansione delle superfici di vendita continui, la crescita ha rallentato negli ultimi anni, soprattutto nel triennio Figura 3: Variazioni annuali delle superfici della media e della grande distribuzione Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati Regione Piemonte, Osservatorio Regionale del Commercio. Per misurare le differenze esistenti tra le province piemontesi riguardo alla rete di distribuzione commerciale abbiamo messo a confronto gli indici di densità delle diverse province (tab. 8). Questi indici sono calcolati dividendo il numero di esercizi commerciali con il numero di abitanti di una provincia nel caso degli esercizi di vicinato, oppure dividendo le superfici di vendita complessive per il numero di abitanti nel caso delle medie e grandi strutture di vendita. In quest ultimo caso abbiamo riportato il numero di metri quadri ogni mille abitanti. 18

19 Tabella 8: Densità degli esercizi commerciali per provincia PROVINCE ESERCIZI DI VICINATO / 1000 ABITANTI MQ. MEDIE STRUTTURE / 1000 ABITANTI MQ. GRANDI STRUTTURE / 1000 ABITANTI MQ. CENTRI COMMERC. / 1000 ABITANTI ALESSANDRIA 15,94 580,94 109,14 301,74 ASTI 16,48 393,91 65,79 194,45 BIELLA 11,96 690,00 150,26 189,81 CUNEO 16,50 647,51 90,08 199,02 NOVARA 11,61 759,84 163,75 272,68 TORINO 14,01 432,94 79,78 154,73 VERBANO C.O. 16,89 537,62 89,87 336,27 VERCELLI 14,35 689,09 73,72 231,50 PIEMONTE 14,49 526,17 93,42 198,18 Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati Regione Piemonte, Osservatorio Regionale del Commercio. Questi dati mostrano come a livello regionale ci siano 526 mq di medie strutture e 93 di grandi strutture ogni 1000 abitanti. Inoltre ci sono 198 mq di centri commerciali. Le differenze a livello provinciale non sono eccessivamente pronunciate. Tuttavia Novara, Biella e Alessandria sono le province con le maggiori superfici di vendita di medie e grandi strutture di distribuzione per abitante. Novara primeggia per superficie procapite sia per quanto riguarda la media che la grande distribuzione; Alessandria è seconda solo al Verbano C. O. per quanto riguarda la superficie procapite di centri commerciali. Sul fronte opposto troviamo Torino ed Asti che si posizionano al di sotto della media regionale in riferimento a tutti gli indicatori. Questi indici tuttavia vanno letti con attenzione in quanto sono molto sensibili alla popolosità delle province. Per esempio i bassi valori della provincia di Torino sono strettamente legati all elevato numero di abitanti della provincia, così come l alto valore del Verbano C.O. riguardo alla superficie procapite di centri commerciali è probabilmente dovuto alla scarsa popolosità della provincia. Fatte queste considerazioni sembra che non ci siano grandi differenze riguardo la distribuzione della rete degli esercizi commerciali di vendita al dettaglio. 19

20 1.2.3 Gli Addetti Dopo avere descritto la rete distributiva degli esercizi commerciali di medie e grandi dimensioni passiamo ora all analisi degli addetti della media e grande distribuzione. Nel capitolo precedente abbiamo presentato qualche dato relativo al numero di addetti nel settore del commercio ed in particolare in quello della distribuzione al dettaglio. Qui ci concentreremo sugli addetti della media e grande distribuzione. In questo caso i dati provengono dall Osservatorio Nazionale del Commercio del Ministero dello Sviluppo economico e sono costruiti secondo le definizioni della seconda tipologia descritta sopra. In questo caso analizzeremo gli addetti dei grandi magazzini, degli ipermercati e dei supermercati. In primo luogo vediamo il numero di addetti per tipologia di esercizio commerciale, confrontato con le superfici di vendita (tab. 9), e l evoluzione dal 1996 al Tabella 9: Media e Grande distribuzione commerciale per tipologia, numero, superficie di vendita e addetti N GRANDI MAGAZZINI IPERMERCATI SUPERMERCATI TOTALE SUPERFICIE (MQ.) ADDETTI N SUPERFICIE (MQ.) ADDETTI N SUPERFICIE (MQ.) ADDETTI N SUPERFICIE (MQ.) ADDETTI Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, Osservatorio Nazionale del Commercio. Nella grafico seguente (fig. 4) abbiamo visualizzato l evoluzione degli addetti e delle superfici delle strutture della media e grande distribuzione a seconda del tipo di esercizio commerciale nel periodo tra il 1996 e il Le linee tratteggiate rappresentano l evoluzione delle superfici (asse di sinistra), mentre le linee continue l evoluzione degli addetti (asse di destra). Com è possibile osservare, le superfici adibite a grandi magazzini sono aumentate in misura abbastanza contenuta nel periodo considerato (tra il 1996 e il 2008 c è stato un incremento delle superfici del 34), e il numero di addetti è aumentato ancora meno (27), incremento avvenuto tra l atro in buona misura nel

21 Uno sviluppo ben più significativo è avvenuto per i supermercati e gli ipermercati: mentre i primi hanno visto aumentare la superficie di vendita totale del 79,8 dal 1996 al 2008, per i secondi l aumento è stato addirittura del 180,9. Questo significa che in dodici anni la superficie di vendita degli ipermercati in Piemonte è quasi triplicata. Questa espansione della grande distribuzione ha riguardato naturalmente anche i lavoratori, con un aumento del 54,5 per quanto riguarda gli addetti dei supermercati, e del 151,4 per quelli degli ipermercati. Complessivamente le superfici di vendita e il numero di addetti della media e grande distribuzione despecializzata in Piemonte sono quasi raddoppiati in dodici anni (fig. 5), e questo incremento è dovuto principalmente alla grande distribuzione alimentare o mista, mentre i grandi magazzini (non alimentari) non hanno conosciuto uno sviluppo altrettanto evidente. Figura 4: Evoluzione nel tempo della superficie e del numero di addetti della media e grande distribuzione per tipologia Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, Osservatorio Nazionale del Commercio. Un ultimo aspetto da sottolineare è la diversa quantità di lavoro impiegata nei diversi tipi di distribuzione al dettaglio a seconda della dimensione della struttura di vendita. Infatti se nei supermercati (media distribuzione) per ogni 100 mq di superficie sono impiegati mediamente 2 addetti (scesi da 2,2 nel 1996 a 1,9 nel 2008), negli ipermercati gli addetti impiegati salgono a circa 3 ogni 100 mq (scesi da 3,0 nel 1996 a 2,7 nel 2008). 21

22 Da questi dati si possono trarre due conclusioni, la prima è che la grande distribuzione occupa mediamente più lavoratori per metro quadro rispetto alla media distribuzione; la seconda che nell ultimo decennio si è verificata una riduzione generale del numero di addetti per metro quadro dovuta probabilmente all aumento della dimensione media delle strutture, che permette di diminuire questo rapporto. Queste due conclusioni sembrano contraddittorie, tuttavia crediamo che i due processi siano distinti: mentre il passaggio da supermercato a ipermercato implicano una serie di differenze di tipo qualitativo per esempio nell organizzazione del lavoro, nella logistica, nella gestione delle strutture - che comportano un maggiore numero di addetti al mq per gli ipermercati; l estensione delle superfici all interno dello stesso tipo di esercizio commerciale, produca una maggiore efficienza, con una conseguente riduzione del personale. Figura 5: Evoluzione nel tempo della superficie e del numero di addetti della grande distribuzione Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, Osservatorio Nazionale del Commercio. 22

23 La composizione degli addetti Passiamo adesso ad analizzare la manodopera impiegata nel settore della media e grande distribuzione. Innanzitutto va sottolineato come i posti di lavoro in questo settore siano occupati in misura prevalente da donne. Nel 2008 erano donne il 78,1 degli addetti dei grandi magazzini, il 73,5 degli addetti dei supermercati e il 75,5 degli addetti degli ipermercati; mediamente su quattro addetti della media e grande distribuzione, circa tre sono donne (74,7) (tab. 11). Tuttavia la caratterizzazione femminile del lavoro in questo settore economico si è intensificata molto negli ultimi anni: solo all inizio del decennio, infatti, la quota femminile sul totale degli occupati era decisamente inferiore, nel 2000 solo il 60,1 degli addetti erano donne (tab. 11). Il processo che ha portato ad una caratterizzazione di genere tanto marcata del lavoro nella grande distribuzione è ben rappresentato nel grafico sottostante (fig. 6), dove si può vedere chiaramente la differenza nel tasso di crescita della forza lavoro maschile e femminile nei supermercati, negli ipermercati e nei grandi magazzini, nel decennio appena trascorso. Tabella 10: Addetti della grande distribuzione per tipologia e genere ADDETTI - GRANDI MAGAZZINI ADDETTI - SUPERMERCATI ADDETTI - IPERMERCATI ADDETTI - TOTALE UOMINI DONNE TOTALE UOMINI DONNE TOTALE UOMINI DONNE TOTALE UOMINI DONNE TOTALE Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, Osservatorio Nazionale del Commercio. Tabella 11: Addetti della grande distribuzione per tipologia e genere (percentuali) ADDETTI - GRANDI MAGAZZINI ADDETTI - SUPERMERCATI ADDETTI - IPERMERCATI ADDETTI - TOTALE UOMINI DONNE TOTALE UOMINI DONNE TOTALE UOMINI DONNE TOTALE UOMINI DONNE TOTALE ,9 78, ,5 73, ,5 75, ,3 74, ,7 70, ,8 71, ,6 69, ,7 70, ,2 73, ,3 70, ,7 70, ,3 70, ,7 73, ,7 70, ,8 69, ,0 70, ,3 72, ,0 70, ,1 69, ,9 70, ,2 73, ,4 70, ,2 69, ,6 70, ,1 74, ,4 68, ,2 68, ,8 69, ,1 74, ,2 68, ,0 67, ,4 68, ,2 70, ,6 67, ,8 48, ,9 60,1 100 Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, Osservatorio Nazionale del Commercio. 23

24 Il numero complessivo di addetti maschi si è addirittura ridotto nel periodo , con un calo del 3,4, mentre le donne occupate nella media e grande distribuzione sono aumentate nello stesso periodo dell 89,5. Figura 6: evoluzione del numero di addetti della grande distribuzione, per tipologia e genere Fonte: elaborazione Ires Morosini su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, Osservatorio Nazionale del Commercio. L aumento delle donne impiegate nel settore della distribuzione commerciale si spiega con l aumento della partecipazione al mercato del lavoro delle donne nell ultimo decennio, che si sono concentrate soprattutto nel settore dei servizi ed in particolare in alcuni comparti, tra cui quello dei servizi alla persona e quello del commercio. Questo processo ha portato a far sì che la maggior parte delle nuove assunzioni nel settore del commercio siano costituite da donne (tab. 12 e fig. 7). Oltre all incremento dell occupazione femminile, ipotizziamo che un ruolo importante nell aumento dell occupazione femminile in questo settore lo abbia avuto l incremento dell utilizzo del part-time. In tutte le province piemontesi (eccetto Vercelli) dal 2000 al 2008 è aumentato considerevolmente l utilizzo del contratto part-time che nel 2008 ha raggiunto, a livello regionale, il 54,2 delle nuove assunzioni di donne nella media e grande distribuzione. Ciò significa che più della metà delle donne assunte nel 2008, sono state assunte con un part-time. Questa è una percentuale molto alta e testimonia come il settore del commercio permetta più di altri settori la stipula di contratti part-time con i dipendenti, favorito in primo luogo dal sistema di turnazione degli addetti durante gli orari di apertura degli esercizi commerciali, in secondo luogo dalla presenza di aziende molto grandi più attente alla gestione del personale rispetto a realtà più piccole e più propense a offrire ai lavoratori contratti a tempo parziale. Questo favorisce soprattutto le lavoratrici 24

25 donne che spesso cercano questi tipi di contratti per poter conciliare meglio i tempi di lavoro con quelli della cura della famiglia. Tabella 12: procedure di assunzione nel settore del commercio per provincia. Totale, donne e donne con part time ALESSANDRIA ASTI BIELLA CUNEO NOVARA TORINO VERBANO C.O. VERCELLI N DONNE () 56,7 57,5 56,8 55,1 58,9 62,3 60,5 DI CUI PART-TIME () 44,5 49,5 45,6 43,1 41,2 46,2 50,1 N DONNE () 57,6 53,3 52,5 58,9 57,9 54,5 58,6 DI CUI PART-TIME () 34,1 33,8 36,3 43,3 45,2 46,6 60,9 N DONNE () 57,1 61,2 57,6 61,2 61,7 56,2 60,5 DI CUI PART-TIME () 41,7 46,1 53,6 57,9 57,8 44,4 53,5 N DONNE () 55,1 57,3 57,9 58,0 59,8 58,7 63,0 DI CUI PART-TIME () 24,4 30,5 38,3 33,9 36,1 33,6 39,6 N DONNE () 60,6 59,9 54,8 57,4 59,8 61,1 DI CUI PART-TIME () 47,3 49,2 46,5 43,4 52,5 57,8 N DONNE () 61,8 60,1 59,3 64,2 DI CUI PART-TIME () 55,0 60,3 54,6 57,4 N DONNE () 56,0 52,8 51,2 56,6 60,3 63,4 64,7 DI CUI PART-TIME () 43,3 44,7 43,7 46,0 50,7 48,8 58,0 N DONNE () 54,7 63,3 46,2 49,6 56,2 58,6 61,1 DI CUI PART-TIME () 55,8 59,1 52,8 49,7 57,9 49,6 55,8 N PIEMONTE DONNE () 59,7 59,4 59,4 63,0 DI CUI PART-TIME () 48,6 53,9 49,4 54,2 Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio sul mercato del lavoro su dati delle amministrazioni provinciali È importante sottolineare che questi dati non si riferiscono alla sola distribuzione commerciale al dettaglio, ma all intero settore del commercio, compreso il settore della vendita e manutenzione di autoveicoli e del commercio all ingrosso. Il peso dell occupazione femminile è meno marcato rispetto ai dati relativi alla sola media e grande distribuzione al dettaglio, in quanto negli altri settori del commercio la presenza femminile è meno importante. 25

26 Detto questo possiamo vedere come secondo i dati del 2008 la percentuale di donne sul totale delle nuove assunzioni nel commercio si assesta più o meno in tutte le province attorno al 60. Più importanti sono le differenze riguardo alle percentuali di queste assunte con contratto part-time. Cuneo, in particolare, presenta la percentuale più bassa (39,6), ma anche Alessandria e Biella hanno percentuali di donne assunte con contratto part-time inferiore alla media regionale che è del 54. Tuttavia queste differenze nell utilizzo del part-time non sembrano incidere in maniera significativa sull occupazione femminile nel settore del commercio, dato che le percentuali di donne sulle procedure di assunzione è simile in tutti le province. Figura 7: Percentuali di donne e percentuali di donne assunte con contratto part time sulle procedure di assunzioni totali nel settore del commercio per provincia Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio sul mercato del lavoro su dati delle amministrazioni provinciali 26

27 1.3 Conclusioni Nel decennio appena trascorso il settore della grande distribuzione organizzata in Piemonte ha attraversato un periodo di notevole espansione, con un forte aumento delle superfici adibite per le strutture di vendita e degli addetti impiegati nel comparto. La crisi economica iniziata nel 2008 non sembra aver interrotto questo processo. Semmai dai dati a nostra disposizione emerge solo un leggero rallentamento di questa crescita. Questo quadro tuttavia si scontra con i dati relativi al settore del commercio al dettaglio nel suo insieme. Infatti, abbiamo visto come in questo settore, il numero dei lavoratori sia sceso negli ultimi dieci anni, parallelamente all aumento degli addetti della grande distribuzione. In conclusione quindi possiamo dire che la grande distribuzione, a tutto il 2008, non abbia risentito in maniera evidente degli effetti della crisi economica continuando il proprio processo di crescita. Tuttavia questo sembra avvenire a scapito degli esercizi della piccola distribuzione che faticano a reggere la concorrenza dei grandi gruppi. Questo ha delle ripercussioni negative sull occupazione in quanto lo sfruttamento delle economie di scala da parte della grande distribuzione comporta una minore necessità di manodopera rispetto ai piccoli esercizi commerciali con il risultato di una diminuzione complessiva degli occupati nel commercio al dettaglio. Lo sviluppo della grande distribuzione organizzata è caratterizzata dall aumento delle dimensione media delle strutture di vendita, sia di medie che di grandi dimensioni, o detto in altri termini, sia dei supermercati che degli ipermercati. Questo processo sembra comportare una minore necessità di manodopera, in effetti nel decennio scorso sono diminuiti gli addetti rispetto alle superfici di vendita sia per i supermercati che per gli ipermercati, accentuando il rischio di perdere occupazione nel settore del commercio al dettaglio. 27

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.

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