Sentenze della Corte di giustizia europea, della Corte di Cassazione, del Consiglio di Stato, della Corte dei conti.

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1 Sentenze della Corte di giustizia europea, della Corte di Cassazione, del Consiglio di Stato, della Corte dei conti. Corte di giustizia europea, terza sezione, sentenza del 26 novembre 2014 Per quanto riguarda l accordo quadro CES,UNICE,CEEP sul lavoro a tempo determinato, e le successioni di contratti di lavoro a tempo determinato, la Corte stabilisce, in questa importantissima sentenza, che: La clausola 5 punto 1, dell accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, deve essere interpretata nel senso che osta ad una normativa nazionale, quale quella di cui trattasi nei procedimenti principali, che autorizzi in attesa dell espletamento delle procedure concorsuali per l assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti, nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo qualsiasi possibilità, per tali docenti e detto personale, di ottenere il risarcimento del danno eventualmente subito a causa di un siffatto rinnovo. Sentenza Corte giustizia UE Corte di giustizia europea, seconda sezione, sentenza n. C-416/13 del 13 novembre 2014 La direttiva 2000/78/CE del 27/11/2000 stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro. Tra le discriminazioni vietate c è quella basata sull età; pertanto disparità di trattamento basate sull età possono essere giustificate solo da obiettivi legittimi di politica dell occupazione, mercato del lavoro e formazione professionale, o quando una caratteristica collegata, segnatamente all età, costituisce un requisito essenziale e determinante per lo svolgimento dell attività lavorativa. Laddove nella normativa nazionale non si riscontrino queste ipotesi a giustificazione di una disparità di trattamento legata all età (nel caso di specie non poteva accedere al concorso per agente di polizia del Principato delle Asturie chi avesse più di 30 anni) le norme confliggono con la suddetta direttiva. 1 / 5

2 Sentenza Corte giustizia UE Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n del 26 novembre 2014 La Corte si pronuncia in merito alle assenze per ferie non autorizzate stabilendo che in base ad un consolidato orientamento giurisprudenziale e dottrinario in materia: il lavoratore non può scegliere arbitrariamente il periodo di godimento delle ferie, trattandosi di evento che va coordinato con le esigenze di un ordinato svolgimento dell attività dell impresa e la cui concessione costituisce una prerogativa riconducibile al potere organizzativo del datore di lavoro. La sentenza riguarda una lavoratrice di Poste Italiane S.p.A., ma il principio è applicabile anche al lavoro pubblico. Sentenza Corte Cass. n Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza n del 18 novembre 2014 In tema di nullità dell atto amministrativo, i giudici, evidenziando la differenza tra la categoria della annullabilità e quella della nullità e ricordano che la norma base riguardante la nullità dell atto amministrativo è l art. 21 septies comma 1 della legge n. 241/1990 che stabilisce: è nullo il provvedimento amministrativo che manca degli elementi essenziali, che è viziato da difetto assoluto di attribuzione, che è stato adottato in violazione o elusione del giudicato, nonché negli altri casi espressamente previsti dalla legge. Sentenza Consiglio di Stato n Consiglio di Stato, sezione III, sentenza del 28 novembre 2014 Sulla base del disposto dell art. 63 del d.lgs. n. 165/2001, rientrano nella competenza del giudice ordinario sia le controversie relative al diritto alla stabilizzazione, che quelle riguardanti 2 / 5

3 la mobilità esterna con trasferimento sia tra enti del medesimo comparto, che tra enti di comparti diversi. Quest ultimo, infatti, dice la Corte di Cassazione richiamata dai giudici amministrativi, si configura come cessazione del contratto di lavoro: una modificazione soggettiva di un rapporto di lavoro già in atto e non costituisce affatto una nuova assunzione. Per tale motivo il Consiglio di Stato dichiara il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo adito dal ricorrente. Sentenza Consiglio di Stato Corte dei conti, sezione regionale di controllo per l Abruzzo, delibera n. 322 del 23 ottobre 2014 Province - divieto assunzioni. La sezione interviene in merito alla possibilità, nelle more dell attuazione del riordino delle province disposto dall art. 17, comma 4, del d.l. 95/2012, convertito nella l. 135/2012, di procedere all assunzione di personale. I giudici evidenziano, in linea con la recente giurisprudenza della Corte dei conti sezione reg. controllo Emilia Romagna n. 181/2012, sez. autonomie n. 25/ che, premessa la circostanza che le funzioni definitive dei nuovi enti territoriali non siano pienamente definite, essendo in Parlamento ancora in corso l iter di approvazione del disegno di legge costituzionale del Titolo V della Costituzione, relativo alla riorganizzazione degli enti in questione, permanga il divieto di assunzione di personale così come ribadito dalla disposizione dell art. 3, comma 5, del d.l. 90/2014 e che tale divieto si estenda anche ai lavoratori rientrati nelle categorie protette (sezione aut. n. 25/2013). Deliberazione Corte conti Abruzzo n Corte dei conti, sezione giurisdizionale per l Emilia Romagna, sentenza n. 155 del 18 novembre 2014 Erogazione compensi per attività in assenza del requisito prescritto del titolo di studio - danno erariale. 3 / 5

4 I giudici contabili condannano il sindaco e la giunta di una amministrazione locale al pagamento del danno erariale per avere attribuito illegittimamente un incarico di capo di gabinetto, con conseguente corresponsione di emolumenti corrispondenti alla categoria D, in assenza dei requisiti minimi prescritti per accedere a detto inquadramento economico. Infatti, evidenziano i magistrati contabili, il requisito principale cui fa riferimento l ultimo Ccnl degli enti locali (31/3/1999) è il possesso del titolo di studio del diploma di laurea così come specificato dall allegato A del contratto nazionale, che definisce i criteri per l inquadramento del personale nella categoria D, riservando l accessibilità soltanto ai lavoratori in possesso di conoscenze plurispecialistiche che richiedono una base teorica acquisibile con un diploma di laurea. Il Collegio evidenzia, inoltre, che la procedura di nomina del capo di gabinetto debba avvenire secondo quanto disposto dall art. 90 del TUEL proprio per la specificità dell incarico caratterizzato dalla fiduciarietà del rapporto per il quale non è richiesto uno specifico titolo di studio, contrariamente a quanto disposto per l attribuzione degli incarichi a contratto ex art. 110 del TUEL. Sentenza Corte conti Emilia Romagna n Corte dei conti, sezione delle autonomie, delibera n. 27 del 21 novembre 2014 Enti locali - limiti assunzionali interpretazione art. 3 d.l. 90/2014 convertito nella l. 144/2014. Il Collegio si è espresso in ordine al calcolo della possibilità di assunzione di personale, in relazione alla disciplina del turn over e al calcolo dei limiti delle risorse da destinare alle assunzioni per l ente che è passato ad applicare il patto di stabilità dal 2013, in ragione dell ultimo intervento legislativo (d.l. 90/2014, art 3) che ha introdotto criteri di maggiore flessibilità per quanto riguarda i vincoli di spesa per gli enti assoggettati al patto. La sezione enuncia un principio di indirizzo, al quale si atterranno tutte le sezioni regionali di controllo, secondo il quale il limite di spesa per procedere alle assunzioni nel 2014 e 2015 deve essere calcolato sulla base del 60% della spesa relativa a quella del personale di ruolo cessato nell anno precedente, mentre per gli anni successivi i limiti vengono ampliati fino al 100%; e dal 2014 le assunzioni possono essere programmate destinando alle stesse, in sede di programmazione del fabbisogno e finanziaria, risorse che tengano conto delle cessazioni del triennio. 4 / 5

5 Delibera Corte conti autonomie n Corte dei conti, sezione giurisdizionale della Regione Lombardia, sentenza n. 216 del 25 novembre 2014 Lo svolgimento di incarichi esterni da parte di pubblici dipendenti, non preventivamente autorizzato ai sensi dell art. 53 comma 7 del d.lgs. n. 165/2001, comporta, per il lavoratore, sia sanzioni disciplinari, che una sanzione pecuniaria. Infatti, stabilisce la suddetta norma, che: il compenso dovuto per prestazioni eventualmente svolte deve essere versato.nel conto dell entrata del bilancio dell amministrazione di appartenenza del dipendente per essere destinato ad incremento del fondo di produttività o di fondi equivalenti. Il mancato versamento di tali somme indebitamente percepite comporta danno erariale. Sentenza Corte conti Lombardia n bilotta@aranagenzia.it orsini@arangenzia.it 5 / 5