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1 STORIA ECONOMICA XVII secolo: ricerca sulle origini delle rivoluzioni industriali. Le diverse economie europee percorsero un cammino difficile in modi e velocità diverse. Non vi era quindi un unico modello per la modernizzazione delle economie occidentali. ROSTOW: considerò la rivoluzione industriale inglese come base per un modello generale di sviluppo economico moderno, credendo fosse applicabile a tutte le economie. Secondo Rostow, l industrializzazione fu il decollo (=take off) verso una crescita economica autosostenuta. Doveva essere un evento epocale e fondamentale, in cui tecnologia e macchinari fornivano incrementi di produttività fino ad allora irraggiungibili. Inghilterra di fine 1700 : cause, origini e motivi complessi. Rivoluzione agricola: l incremento della produttività agricola permise la liberazione di notevoli quantità di manodopera dal settore primario, creando le basi per una nuova forza lavoro industriale. La rivoluzione agricola derivò dall adozione di nuovi metodi di coltura, dalla scomparsa del maggese e da nuove forme di amministrazione agricola. Ciò fu essenziale poiché si doveva nutrire un numero crescente di individui. Rivoluzione demografica: che avrebbe incrementato l offerta di manodopera e la domanda. Rivoluzione dei trasporti: venne aumentata la mobilità e reso possibile un commercio interregionale. Rivoluzione nel credito: tramite la costituzione di nuove istituzioni bancarie fu reso possibile l incremento di flussi di investimento per imprese commerciali e industriali. Rivoluzione commerciale: venne generata nuova ricchezza, nuove attitudini imprenditoriali, ampliando cosi le frontiere del commercio. Il capitalismo industriale era prodotto da una impresa libera. Secondo i critici, il capitalismo industriale era invece basato sullo sfruttamento, in cui la ricchezza dei ricchi derivava dal lavoro e dall espropriazione dei poveri. ALEXANDER GERSCHENKRON: insisteva sul fatto che i modelli dello sviluppo industriale in ogni Paese erano stati differenti. Una debolezza centrale del modello di Rostow era la difficoltà di datare o misurare il momento del decollo -> la teoria degli stadi non si adatta alla realtà storica delle economie europee. Rivoluzioni industriali viste come processi più ampi e come conseguenza di cambiamenti strutturali, in cui meccanizzazione e uso della forza vapore sono stati le prime fasi. I segni più ovvi di crescita dovevano trovarsi a livello regionale: non vi potevano essere economie nazionali in quanto il XVIII era un secolo dominato da Stati dinastici e non da Stati nazione. Inoltre, Francia e Paesi Bassi avevano sperimentato forme di crescita dinamiche come quelle della Gran Bretagna, con minor meccanizzazione. Il tema centrale dell Europa del XVIII secolo fu la crisi e il collasso definitivo della struttura istituzionale, culturale e politica dell Ancient Règime. La Rivoluzione del1789 costituì una rottura col passato. La rapida espansione delle economie a piantagioni coloniali e le nuove rivalità commerciali rivelavano la forza e l impatto della presenza europea oltremare. La nuova fase di espansione coloniale portò gli europei in terre non ancora sfruttate: Francia, Gran Bretagna e Spagna cominciarono una lotta quasi incessante per l egemonia navale e commerciale in Atlantico e in India. L impatto causato dall aumentata domanda di prodotti agricoli e dai nuovi incentivi alla produzione di mercato ebbe delle conseguenze economiche e sociali di larga portata, che produssero sconvolgimenti e conflitti nell Europa rurale. Aumentò il numero di benestanti europei settentrionali, che cominciarono a seguire itinerari di turismo (=Grand Tour). Si manifestarono quindi le prime nuove forme di ricchezza, localizzate nelle aristocrazie -> nacque cosi una cultura consumistica: la stabilità politica europea rese sicuri i viaggi. Venne introdotta l idea della forza creativa della libera impresa che avrebbe potuto fiorire non appena sarebbero stati rimossi i limiti e le restrizioni che ostacolavano l uso della terra come proprietà privata (=non appena sarebbero stati smantellati i privilegi e i monopoli corporativi esercitati dalle corporazioni urbane). 1

2 (Da pagina 153 a 163 sul libro) Crescita del commercio interno: un crescente numero di europei viveva nelle città, il che implicava che in tutta l Europa le aziende agricole dovevano soddisfare i bisogno di un numero crescente di individui non direttamente occupati nell agricoltura. La vita economica ruotava intorno a centri urbani e piccoli, la domanda proveniente dalle città capitali veniva soddisfatta dai prodotti stranieri. I tassi più veloci di espansione demografica si ebbero nelle regioni dove la crescita economica era più dinamica: Paesi Bassi, regioni francesi e Regno Unito. Molti governanti europei tentarono di promuovere il commercio interno migliorando le comunicazioni. In Francia si sviluppò il sistema di canali. La Gran Bretagna sviluppò un efficace sistema per attrarre gli investimenti privati nella costruzione di strade: Turnpike trusts = associazioni fondate dietro concessione parlamentare per costruire strade pubbliche, con il recupero di costi mediante il pedaggio sul traffico. Fu per mare che crescenti quantità di prodotti agricoli e materie prime cominciarono ad avviarsi ai mercati stranieri -> crescita della navigazione costiera e del commercio marittimo a breve distanza. -> comparsa di numerosi piccoli porti che svolgevano una funzione vitale nel collegare la domanda alla produzione negli angoli più remoti. Il commercio internazionale: secondo Karl Marx, il commercio con il mondo non-europeo ha dato un contributo essenziale al processo di accumulazione di capitale, che ha reso possibile la successiva espansione economica e l industrializzazione dell Europa. Nonostante l immensità geografica dei territori americani, scarse erano le loro popolazioni e limitati i loro bisogni commerciali -> offrivano però molte preziose materie prima ai mercati europei. Nel caso degli olandesi con la loro Fluitship, venivano trasportati carichi più grossi e più velocemente di qualsiasi altro concorrente commerciale -> navigazione come fattore chiave nella comparsa dell impero commerciale olandese. Amsterdam nel 1700 era il centro commerciale e finanziario più importante del mondo. Inghilterra e Francia adottarono una legislazione monopolistica: esclusero gli stranieri dal proprio commercio coloniale, richiedevano che tutte le merci sbarcate nel porti coloniali fossero trasportate su vascelli metropolitani: l economia olandese cominciava a perdere slancio (anche i pesanti costi per il prosciugamento della terra avevano causato fenomeni inflazionistici). I porti della costa occidentale francese furono importanti centri per lo sviluppo di nuove industrie manifatturiere e di trasformazione, stimolando la specializzazione agricola. La rivalità commerciale tra Gran Bretagna e Francia fu principalmente sull Atlantico. I mercanti inglesi si affidarono alle nuove merci e prodotti per sviluppare complesse reti che collegavano il nuovo commercio americano in espansione. = quando le navi che partivano dall Africa avevano scaricato il loro carico umano, imbarcavano partite di prodotti coloniali, che venivano trasportate nel viaggio di ritorno ai porti inglesi o europei, dove venivano imbarcati nuovi carichi di manufatti e merci di prima necessità per la vendita nei mercati coloniali. -> ribellione dei coloni nel Nord America contro il governo britannico = dopo la Guerra di Indipendenza, il commercio tra la Gran Bretagna e i suoi ex coloni americani crebbe ancora più velocemente. Le piantagioni americane divennero fornitrici di cotone: principale materia per le nuove industrie inglesi. Le ricchezze non vennero reinvestite, ma contribuirono a costruire nuove case, a sviluppare stili di vita fastosi, nuove mode e forme di ricreazione. -> espansione delle costruzioni navali, ma anche di istituzioni mercantili, assicurazioni commerciali e marittime. -> discesa dei costi del trasporto su lunghe distanze. (Da pagine 173 a 178 sul libro) 2

3 La proto-industrializzazione Innovazione nell espansione della produzione manifatturiera nelle Fiandre e in altre regioni europee: molte differenti forme di produzione domestica si andavano espandendo in diverse parti d Europa, nelle aree rurali dove erano precarie le condizioni della coltivazione. Novità di un processo che segnò un decisivo abbandono dei monopoli sulla manifattura. Le famiglie contadine erano state impegnate in varie forme di produzione artigianale, sia per le proprie necessità che per soddisfare la domanda locale. L innovazione sta nel fatto che ora tale attività artigianale è organizzata dai mercanti cittadini in vista di una produzione esclusivamente volta al mercato. I mercanti cittadini potevano ridurre i costi di produzione e aumentare la concorrenza dei loro prodotti sui mercati. Questi sistemi si potevano sviluppare dove vi era un eccesso di manifattura rurale: il lavoro manifatturiero dava una fonte supplementare di reddito che poteva combinarsi con quello agricolo. Il lavoro era spesso sostenuto dalle donne e dai bambini, esse controllavano e organizzavano i fattori produttivi. -> espansione demografica e un incremento del tasso di natalità. L aumento dei guadagni incoraggiava matrimoni precoci e la costituzione di unità familiari indipendenti. Quando la produzione proto-industriale si ampliò, diffondendosi, l incremento della produzione tessile provocò la caduta dei prezzi. Si accelerò il declino in tutta Europa delle città con insediamento tessile: tessuti nuovi e meno costosi soppiantavano le più antiche stoffe per tendaggi -> concorrenza dei prezzi e scomparsa delle elitès tradizionali. = nuova economia di consumo: crescente popolazione urbana e bisogno di soddisfare le necessità delle piantagioni coloniali. (Da pagina 181 a 188 sul libro) Il ruolo dello Stato Il processo di sviluppo industriale è collegato alla presenza della libera impresa: spesso si sostiene che una delle maggiori restrizioni allo sviluppo derivò dall intervento statale. Il mercantilismo era basato sul presupposto che il volume del commercio era finito, e che ogni Stato avrebbe dovuto adottare misure protettive per assicurare che la propria quota commerciale non diminuisse, che le importazioni fossero mantenute al minimo e che le industrie interne fossero difese dalla concorrenza delle importazioni straniere. I Navigation Acts escludevano i mercanti di tutti gli altri Paesi dal commerciare con le colonie britanniche del Nord America e ordinavano che tutte le merci sbarcate nei porti coloniali dovessero essere trasbordate da porti metropolitani britannici. Anche i regolamenti francesi di Colbert avevano una funzione analoga, il commercio coloniale spagnolo era soggetto a uno stretto controllo monopolistico. Queste politiche furono causate dall aumento delle spese belliche e quindi della spesa pubblica. Negli Stati Germanici tutte le innovazioni tecnologiche adottate dai governanti erano solo manifestazioni dello splendore regale e non significativi contributi economici. La Francia aveva il progetto di adottare le nuove tecnologie britanniche. (Guerre per motivi economici tra Francia e Gran Bretagna) Fondazione nel 1694 della Banca d Inghilterra, che permise al Governo britannico di ottenere prestiti garantiti, ponendo le basi di una stabilità finanziaria -> senso di sicurezza a coloro che investivano nel debito pubblico inglese (vi erano già sviluppate casse di risparmio e banche provinciali). = le nuove operazioni bancarie e una serie di servizi accessori come le assicurazioni permisero a Londra di rimpiazzare Amsterdam come principale centro internazionale di operazioni commerciali e finanziarie. LO SVILUPPO ECONOMICO NELL EUROPA DEL XIX SECOLO Nell evoluzione economica di lungo periodo la crescita non procede mai in modo uniforme. Si distinguono aree guida, dove i mutamenti si manifestano prima o con maggiore intensità e aree inseguitrici. Chi sfrutta più efficientemente le conoscenze tecniche disponibili raggiunge una maggiore produttività -> il tasso di crescita dipende dalla dotazione di capitale umano. Quattro fasi con altrettante economie guida: 3

4 : Italia del Nord e Fiandre : Olanda : Inghilterra 1890-oggi: Usa L Inghilterra assunse questo ruolo con la rivoluzione industriale grazie al rapido progresso tecnico nella produzione tessile, nella siderurgia, nella meccanica e nello sfruttamento di risorse energetiche come il carbon fossile. La forza industriale si accompagnò alla posizione monopolistica di cui godette a lungo nel commercio mondiale. Nel corso dell Ottocento altre parti d Europa conobbero profonde trasformazioni dei processi e delle strutture: gli addetti all agricoltura andarono riducendosi in tutti i principali Paesi -> l industria divenne la principale fonte di ricchezza e di lavoro. Il passaggio da fonti energetiche animate come i cavalli al carbone o all energia elettrica permise una crescita economica inimmaginabile. Carattere dello sviluppo economico europeo dell Ottocento: continuità -> le trasformazioni passarono attraverso processi molto complessi evidenziati dalla relazione fra sviluppo e popolazione. La crescita economica moderna viene rapportata alla quantità di beni prodotta da un Paese: si calcola sommando il valore aggiunto da ciascuno stadio di lavorazione dei beni, vale a dire la differenza tra il valore del prodotto finito e il valore dei prodotti intermedi utilizzati -> somma dei costi dei fattori di produzione impiegati. La crescita viene valutata in base alla variazione nel tempo del PIL a prezzi costanti. Il PIL è la misura del valore di tutti i beni e servizi finali prodotti all interno di un Paese sia dai cittadini che dagli stranieri in esso attivi al lordo degli ammortamenti in un determinato periodo di tempo. Il PNL esprime il valore della produzione di beni e servizi, realizzati da una nazione anche all estero nell arco di tempo considerato. I dati della contabilità nazionale sono insostituibili come indici della crescita, risultano però poco utili a comprendere le origini e le dinamiche interne dei processi di crescita. La crescita continua si accompagnò a vari cambiamenti strutturali nell economia europea. Il cambiamento si coglie nei tassi di attività, cioè nel rapporto tra popolazione attiva e totale. Sul dato relativo all aumento del tasso di attività femminile incide il passaggio dal ruolo di casalinga a lavoratrice occupata all esterno della famiglia. -> il passaggio da una società rurale e agricola ad una civiltà industriale e urbana comportò una profonda modificazione della struttura professionale della popolazione: tendenza evolutiva -> diminuzione del settore primario, espansione del secondario e del terziario. Si è finito per sovrapporre i concetti di industrializzazione e sviluppo economico moderno. Il declino dell agricoltura è stato tanto più veloce quanto più precoce era la crescita: il passaggio della manodopera all industria e ai servizi ha contribuito all incremento del reddito. Crescita inoltre dei tassi di urbanizzazione, alfabetismo, investimenti e risparmio = aumento del grado di apertura al commercio internazionale. RITMI, FASI E MODELLI DI CRESCITA Nell analisi storica ed economica, industrializzazione e sviluppo finirono sempre più spesso per sovrapporsi. Karl Marx stabilì una separazione netta tra società precapitalistica e società capitalistica, attribuendo al mondo agrario i caratteri della prima e alla produzione industriale la funzione di leva fondamentale del processo di accumulazione. Poiché vi sono difformità nei percorsi di sviluppo seguiti da ciascun Stato, le leggi dell economia sono relative, legate a determinate contingenze storiche e a specifiche condizioni geografiche, sociali, ambientali e istituzionali. -> teoria degli stati di sviluppo. Cicli, fluttuazioni e attività innovativa La crescita non è mai stata lineare: è stata contraddistinta da variazioni momentanee o fluttuazioni senza che le strutture siano profondamente limitate. Schumpeter definì tre cicli principali: 4

5 -classico, diviso in quattro fasi: recessione, depressione, ripresa e boom -minore -movimenti di lungo periodo, due fasi: ascendente e discendente -> l andamento ciclico costituisce l essenza stessa del processo capitalistico. Invenzioni: procedono in modo autonomo e hanno genesi scientifica, rappresentano l effettiva conoscenza costituendo un elemento senza importanza per l analisi economica. Innovazioni: si sviluppano in modo endogeno nel sistema come risposta a determinati bisogni e danno vita a nuove combinazioni dei fattori produttivi, rendendo economicamente sfruttabili i risultati delle invenzioni = sono il fattore fondamentale della storia economica delle società capitalistiche. Le innovazioni scaturiscono dall iniziativa degli imprenditori = vero motore del processo di sviluppo: apportano miglioramenti nell impresa e conquistano nuovi mercati. La nozione di sviluppo venne a precisarsi con l introduzione del suo opposto, sottosviluppo. Ci si chiedeva in che modo i Paesi ricchi fossero usciti dal loro sottosviluppo. L industrializzazione europea venne rappresentata come il risultato dei first mover, seguiti dai followers. Volevano trovare un comune denominatore ai cambiamenti economici dell Europa: Rostow e Gerschenkron partendo dalle problematiche della crescita economica, ne edificarono una teoria: rigettarono i modelli ciclici. ROSTOW Processo di crescita basato su cinque stadi attraverso i quali ogni nazione sarebbe dovuta passare per raggiungere uno sviluppo economico completo: 1. SOCIETà TRADIZIONALE; situazione pre-industriale, con debole produttività del lavoro umano e preponderanza dell agricoltura, la società è chiusa. 2. TRANSIZIONE (precondizioni al decollo); periodo di cambiamento, di accumulazione di capitale e con una trasformazione con incremento della produzione e della produttività dell agricoltura che permette di indirizzare lavoro e capitali verso l industria. Un processo di accumulazione di capitale economico, di capitale sociale ed imprenditorialità. Nelle infrastrutture, lo Stato gioca un ruolo essenziale in quanto i privati non possono fornire la quantità di capitali necessaria. Si sviluppa un efficiente sistema bancario. 3. IL DECOLLO (take-off); processo di accelerazione economica che trasforma permanentemente l economia, portando ad un livello produttivo elevato. Si tratta di un cambiamento rapido e decisivo delle strutture economiche: innalzamento del tasso di investimenti, sviluppo di settori guida (=leading sectors) e di industrie leader di settore. Si sviluppano industrie sussidiare e l industria subentra all agricoltura come settore primario di crescita economica. 4. MATURITà; il processo si estende e le innovazioni si diffondono a tutti i settori. La produzione supera l incremento demografico e l aumento dei redditi conosce una crescita regolare. 5. ETA DEI CONSUMI DI MASSA; distribuzione di una crescente quota del potere d acquisto per i consumi che spinge le imprese a standardizzare la produzione per abbassare i costi e allargare il mercato. Rostow non spiega però il passaggio tra i vari stadi e attribuisce importanza ai fattori trainanti. GERSCHENKRON e i vantaggi dell arretratezza Nuova teoria che pone come centrale i due stadi della teoria di Rostow: formazione delle precondizioni e decollo. G. ha focalizzato l analisi sui meccanismi che mettono i paesi ritardatari in grado di avviare un processo di sviluppo. Fondamentale è l arretratezza relativa rispetto al paese leader. Qualora i prerequisiti manchino, i Paesi in questione possono tentare di colmare lacune o arretratezze attraverso l impiego di fattori sostitutivi degli originali mancanti. Vi sono diversi livelli di arretratezza, variano cosi sia i fattori sostitutivi sia le politiche economiche da applicare: -> stimolare i processi per raggiungere un catching up e prevedere la fase di decollo. 5

6 Vantaggi dell arretratezza: chi arriva dopo, può imitare le tecnologie altrui senza l impiego di risorse finanziare per ricerca e sviluppo; maggiore è il livello di arretratezza, maggiore è lo sviluppo della grande industria e l importazione di conoscenze tecniche e capitali stranieri. I paesi competono non solo sui prezzi, ma anche sulla qualità e i tipi di prodotti e servizi, e soprattutto sulle istituzioni che governano i processi di produzione. Lo Stato e il sistema bancario hanno assunto il ruolo di fattori sostitutivi nel catching up dell industrializzazione italiana. Le ricerche hanno sottolineato il peso dell intervento dello Stato nella creazione di infrastrutture e di sistemi finanziari. POLLARD e la regione economica Esigenza di comparare le caratteristiche peculiari di ogni sviluppo: le regioni caratterizzate da diversi gradi di omogeneità di interessi e condizioni socio-economiche non sono coincidenti con l unità politicoamministrativa. La nozione di decollo, per Pollard doveva essere applicata alla dimensione regionale e non a quella nazionale: l industrializzazione si realizza in ogni nazione su base regionale. La dimensione regionale deve essere considerata in complementarietà. Per Pollard gli sviluppi dell economia internazionale interferiscono sulle decisioni dei singoli Paesi orientandone gli effetti: concetto di differenziale della contemporaneità; la costruzione delle ferrovie con il diverso ruolo assunto nelle economie dei vari Paesi. DAVID e la Path dependence La spiegazione dei mutamenti tecnologici ed istituzionali va ricercata nel percorso storico del processo in questione; il cammino seguito dai firts comers non può essere imitato da chi si pone sulla via dello sviluppo. Il ruolo dello Stato è visto come agente sostitutivo nei processi dei Paesi più ritardati. Il ruolo delle istituzioni è fondamentale per gli elementi regolatori della cooperazione\competizione economica. La competizione avveniva non solo sul piano di tecnologie e metodi di produzione, ma anche su sistemi di regole e sulla loro capacità di abbattere i costi di transizione, rendendo l economia più efficiente. NORTH Studia il mutamento economico come risultato di un cambiamento istituzionale intonato alle esigenze produttive. Laissez faire: in Gran Bretagna il ruolo del potere pubblico era la creazione di un mercato nazionale. -> importanza della presenza dello Stato attivo nella creazione di condizioni favorevoli all esercizio della libertà d intrapresa e nella produzione di beni pubblici nella formazione di un capitalismo progressivo. Belgio, Francia, Germania e Stati Uniti, pur diversi quanto a struttura politico-istituzionale sono accumunati dalla crescente fiducia che lo Stato potesse svolgere un ruolo di primo piano nel processo di industrializzazione (Zollverein tedesche =unioni doganali). Un attiva presenza del potere pubblico poteva favorire l effettiva unificazione politica e sociale. Il peso dello Stato nell economia è andato crescendo: istruzione, controllo della moneta, protezionismo, sussidi e politiche sociali -> legislazione che stabilisca le regole di mercato fra cui la difesa della concorrenza e garantisca beni pubblici come moneta e banca centrale. (Da pagina 225 a 250 sul libro) IL PROCESSO DI INDUSTRIALIZZAZIONE EUROPEA Tra la metà del Settecento e i primi decenni dell Ottocento si aprì una nuova era: la rivoluzione industriale. Essa fu l effetto di una serie di innovazioni convergenti nell agricoltura, nel commercio, nei trasporti e nell industria in Inghilterra prima che altrove. -> rapido incremento della capacità produttiva grazie all utilizzazione di tecniche perfezionate e allo sfruttamento di nuove fonti energetiche. La quantità di beni e servizi a disposizione degli europei crebbe in misura inimmaginabile (=i beni aumentarono più rapidamente degli uomini e gli standard di vita migliorarono in quanto la vita economica conobbe continue trasformazioni ed accelerazioni). 6

7 Industrializzazione e sviluppo finirono per identificarsi, ma solo per un area limitata del globo -> la ricchezza è, infatti, cresciuta nei Paesi coinvolti nella rivoluzione industriale, si determinarono cosi divari di reddito. La rivoluzione industriale è stata definita la più straordinaria avventura che l umanità ha conosciuto nel corso della sua storia -> le trasformazioni avvenute hanno cambiato il volto di vari Paesi dando luogo a una società dominata dai progressi dell industria, della scienza e della tecnica. Inghilterra come motore dell affermazione -> rivoluzione industriale (per gli altri paesi sono la nozione di industrializzazione) = risultato di una rivoluzione demografica, agraria, commerciale e dei trasporti. L elemento decisivo fu l utilizzazione dell energia derivante dal carbon fossile, e il suo sfruttamento per massimizzarne il rendimento. La rivoluzione si estese ben presto in altre regioni del continente dove sviluppi anteriori avevano preparato il terreno (=esistevano condizioni favorevoli anche in altre zone d Europa). Si parla quindi di rivoluzione industriale europea, trattando però ogni Paese in modo differente. ETà DELLE MACCHINE, DEL CARBONE E DEL VAPORE. Tra il 1730 e il 1830 la tecnologia associata con lo sfruttamento di nuove fonti di energia divenne il fattore chiave dell eccezionale cambiamento europeo. Gli inglesi imitarono spesso con successo le tecnologie introdotte in altri Paesi: l Europa consolidò la sua superiorità tecnologica a metà del Settecento = modernizzazione delle economie europee. Le macchine ebbero un ruolo chiave: consentirono di aumentare la produttività, cioè la produzione per lavoratore per unità di tempo, erano sempre suscettibili di miglioramenti. Il progresso assumeva cosi un espansione illimitata -> comparsa di innovazioni in determinati momenti. A segnare l età del cambiamento fu il passaggio ad un nuovo paradigma energetico -> carbone, rispetto al legno. Le attività industriali basate sull energia termica erano autentiche divoratrici di foreste e la deforestazione provocò gravi ripercussioni sul regime delle acque e sull assetto geologico. -> progressiva adozione del carbone nella lavorazione dove si richiedeva sempre energia termica. La vicinanza dei giacimenti al mare permise di distribuire il carbone con relativa facilità. Darby riuscì a produrre ghisa e quindi carbon coke, creando un prodotto resistente e affidabile. L espansione del consumo di fossile, lo sviluppo della meccanica e il decollo della siderurgia crearono un interrotta spinta propulsiva destinata fino alla fine dell Ottocento. Watt, il padre della macchina a vapore migliorò l efficienza di altre invenzioni -> diventando cosi il simbolo delle tecnologie della rivoluzione industriale inglese. Le innovazioni derivarono dalla combinazione di genio creativo e dal desiderio di ridurre i costi: venne aumentata la potenza delle macchine e la meccanizzazione dei trasporti aprì una nuova fare della civiltà: la distribuzione dell energia. L utilizzo dell energia idraulica realizzò importanti miglioramenti ritardando la diffusione dell energia a vapore o limitandone l uso nelle regioni ricche d acqua. L affermazione della macchina a vapore avvenne tra il 1800 e il 1850 dopo una serie di innovazioni introdotte -> il procedimento al coke sostituì quello a carbone di legna -> inizio il dominio del ferro. Continui perfezionamenti tecnici condussero all affermazione della grande industria pesante. Carbone e vapore non fecero la rivoluzione industriale, ma ne permisero lo straordinario sviluppo e diffusione. Ogni realtà adottò le tecnologie più congeniali alla propria dotazione di risorse, modificandole e adattandole alle proprie specificità. Chi si mise più tardi sulla via dell industrializzazione poté beneficiare dei vantaggi del ritardatario, utilizzando d un colpo le tecnologie che avevano impiegato oltre un secolo per arrivare a standard accettabili. Il processo prese le mosse dal Belgio ben provvisto di carbone: le attività tessili venivano alimentate dall energia idraulica e il vapore veniva utilizzato in miniere e ferriere. In Germania vi fu un rapido sviluppo di un bacino carbonifero e si affermò una moderna siderurgia a coke che costituì il motore di tutta l industrializzazione. La Renania raggiunse il leadership mondiale nella chimica del carbonio. Le innovazioni furono rese possibili anche dagli importanti progressi realizzati in parallelo e in conseguenza a questi sviluppi nel settore delle macchine utensili che permettevano di ottenere parti metalliche con i 7

8 requisiti meccanici e di progettazione, indispensabili al buon funzionamento delle macchine che con esse si costruivano e di fabbricare oggetti standardizzati. Con le macchine utensili le operazioni divennero rapide e precise. American System of Manufacturing: sistema basato sulla standardizzazione del prodotto e sull intercambiabilità delle parti (Londra 1851). Si ottenne una maggiore velocità operativa e di movimentazione dei materiali: nella fabbricazione di armi, nelle macchine agricole, nelle pentole e nelle serrature. La loro diffusione in Europa fu lenta, poiché la qualità dei prodotti americani era più bassa di quelli costruiti con i tradizionali metodi europei e perché comportavano l eliminazione di operai specializzati dai processi produttivi. Propensione alla qualità e sofisticazione dei consumi avrebbero ritardato la diffusione in Europa dei metodi di produzione di massa fino alla prima guerra mondiale. La cooperazione internazionale tra francesi inglesi e tedeschi portò all illuminazione a gas, una delle innovazioni sociali più importanti. Venne sollecitata dalle esigenze della vita urbana e dalla necessità di illuminare le grandi fabbriche per permettere il lavoro notturno. ETà DELL ACCIAIO, DELLA CHIMICA E DELL ELETTRICITà Appare evidente il legame tra scienza e industria: la maggior parte delle invenzioni erano state opera di tecnici o artigiani di genio privi di una cultura scientifica approfondita, ma attenti agli aspetti funzionali dell innovazione. Il ruolo della scienza divenne importante nella genesi delle innovazioni tecnologiche dell era che si definisce dell acciaio, della chimica e dell elettricità. Divennero sempre più importanti le economie di scala, i processi di apprendimento, le esternalità e le tecnologie di rete. L acciaio fu il prodotto base dell industria pesante dei beni strumentali e di numerosi beni di consumo, si dovevano costruire macchine che rimediassero ai difetti del ferro e che costassero meno. I prodotti della chimica si moltiplicarono e in questo settore il peso della ricerca scientifica era maggiore che in tutti gli altri, per questo ebbe il suo centro propulsore in Germania, il paese che aveva una più antica tradizione di ricerca sistematica basata su un istruzione scientifica formale e sull istruzione tecnica (i tedeschi vinsero la competizione con gli inglesi). Nel campo dell elettricità gli esperimenti ai fini commerciali iniziarono con la possibilità dell illuminazione, con il motore elettrico e la dinamo. L energia elettrica trasformò la vita quotidiana degli abitanti delle città, cambiò le strutture delle officine e fece apparire nuovi prodotti come l alluminio. I trasporti urbani più rapidi consentirono l estensione dei grandi agglomerati: chimica ed elettricità rappresentarono i campi di maggiore correlazione tra scienza e industria. In campo energetico si entrò nell era del petrolio che servì però soltanto all illuminazione o alla lubrificazione, solo dopo il 1900 cominciò a essere bruciato. L agricoltura europea per le sue caratteristiche beneficiò dei fertilizzanti e dei fungicidi. Fino all invenzione del motore a scoppio la meccanizzazione fu limitata alle operazioni che potevano svolgersi spostando le derrate da lavorare presso la macchina e la fonte di energia -> vennero introdotte tecniche di preparazione e conservazione dei cibi (=la centrifuga permise di separare il siero dal latte e le tecniche di refrigerazione permisero il trasporto di carni congelate in tutto il mondo). Le popolazioni agricole europee risentirono di questa concorrenza, reagirono adottando politiche protezionistiche, ma la concorrenza stimolò anche la crescita di politiche dell innovazione nei principali Paesi dell Europa continentale. Anche il mondo dell informazione venne investito da cambiamenti con l innovazione della macchina da scrivere: aprì la strada a una rivoluzione dell organizzazione e nel funzionamento degli uffici. Ritmi e modalità di adozione delle nuove tecnologie dipesero, oltre che da ragioni economiche, dal funzionamento dei sistemi sociali nel loro insieme, dalle istituzioni e dai valori. Il cambiamento tecnologico si intreccia fortemente con le imprese, le istituzioni e le reti; è il prodotto congiunto dell azione di soggetti diversi, delle imprese con le loro strategie e le loro strutture organizzative specifiche. 8

9 IMPRENDITORI E IMPRESE: vero motore del sistema capitalistico è l imprenditore, cioè l individuo o gli individui associati tra loro in possesso dei mezzi di produzione (capitale fisso) e di risorse finanziarie (capitale circolante) in grado di realizzare dei prodotti. È l imprenditore che organizza la produzione, che prende la decisione di investire per innovare una tecnologia, o un prodotto. Se non dispone di risorse finanziarie sufficienti può ricorrere a prestiti per acquistare le attrezzature necessarie. Egli assume operai come salariati e vende i prodotti sotto la sua responsabilità. Nel far ciò si assume un rischio (d impresa). Il profitto remunera l imprenditore per il ruolo attivo svolto nel processo produttivo analogamente a quanto avviene per il salario, comprendendo anche l interesse sui capitali propri investiti nel processo produttivo e il premio per il rischio economico connesso alla gestione dell impresa. Reinvestito nell impresa, il profitto ne consente lo sviluppo e l accumulazione di capitale, fonte di crescita e di ulteriori profitti. Durante l avvio dell industrializzazione lo sviluppo delle imprese industriali si è realizzato con il ricorso all autofinanziamento. L imprenditore di questo periodo si proponeva di conseguire il più alto rendimento possibile dei capitali impegnati più che di realizzare un determinato volume di produzione. Un universo di piccole unità autonome concorrevano tra loro (concorrenza perfetta); comparvero a poco a poco imprese di grandi dimensioni che tendevano a conquistare posizioni dominanti, potendo imporre facilmente le loro decisioni (concorrenza imperfetta). I prezzi si formavano in maniera sempre meno automatica e sempre più controllata a seconda che poche aziende (oligopolio) o una sola (monopolio) dominassero il mercato. Fino agli anni Settanta dell Ottocento la maggior parte della produzione industriale proveniva da imprese di piccole o medie dimensioni, il cui capitale apparteneva ad un individuo solo o con qualche partner. Si trattava, in quest ultimo caso di una società di persone (in nome collettivo) caratterizzata dalla responsabilità solidale e illimitata dei soci. Gli imprenditori potevano essere commerciati o mercanti-imprenditori, divenuti poi imprenditori a tutti gli affetti con il passaggio dalla produzione a domicilio al sistema di fabbrica. Oppure artigiani che avevano beneficiato di rilevanti profitti nella loro attività. Il loro successo dipese dalla capacità di adeguarsi ai mutamenti del mercato e dal tasso di reinvestimento dei profitti. Il connubio famiglia-impresa in schiacciante preponderanza numerica, non potevano finanziare gli investimenti richiesti dalle nuove tecnologie e dalla crescita dimensionale -> iniziarono a diffondersi le società anonime per azioni. Gli inizi furono ostacolati dalle carenze e dalle restrizioni imposte dalle leggi. Poiché gli azionisti erano responsabili solo per le somme sottoscritte e non per tutti i loro beni, gli Stati esigevano un autorizzazione per la loro costituzione. Nel 1856 il parlamento inglese accolse il principio delle società a responsabilità limitata. Si rafforzarono inoltre le concentrazioni industriali: il fenomeno della crescita dimensionale per realizzare sempre maggiori economie di scala riguardò anche i settori tradizionali. Il ribasso dei prezzi degli anni Settanta accelerò le concentrazioni allo scopo di garantire profitti: dato il forte peso dei costi fissi rispetto a quelli variabili, le grandi aziende avevano interesse a continuare a produrre nonostante le perdite, finché il prezzo unitario di vendita non fosse disceso al di sotto dei costi per unità prodotta. La concorrenza di beni a prezzi inferiori deprimeva il mercato e minacciava la solidità finanziaria delle imprese meglio gestite -> reazione contro la concorrenza anarchica: contratti che fissavano i volumi produttivi e i prezzi di vendita. In Germania, specialmente nell industria carbonifera e metallurgica prevalevano le fusioni d imprese: i Konzerne (amalgamations inglesi e trusts americani) -> spietata guerra di tariffe. Le enormi concentrazioni sconvolsero le regole del gioco economico minando i fondamenti della economica di libera impresa -> legislazione antitrust (Legge Sherman, 1890). = accento sulla regolamentazione dei monopoli da parte del governo VS. ripristino della concorrenza. LE BANCHE: all inizio della rivoluzione industriale ebbero un ruolo piuttosto debole; finanziarono il commercio internazionale e il collocamento di prestiti governativi. Il sistema di fondava su banche centrali (=controllate da ricchi azionisti praticavano il risconto, facendo anticipi allo Stato) e su banche private (=a Londra e Parigi si dedicavano all accettazione di cambiali e di prestiti pubblici). 9

10 Il crescente bisogno di credito commerciale e industriale non poté più essere soddisfatto da un sistema di questo genere. Nacquero nuove istituzioni bancarie, che rastrellavano i capitali dei piccoli risparmiatori con nuove tecniche di raccolta e li prestavano ad un interesse più alto di quello corrisposto ai depositanti -> banche di deposito (=disponeva di ingenti mezzi dati dai depositi, si dedicava a operazioni ordinarie) e banche d affari (=non aveva filiali e disponeva di depositi a lungo termine di ricchi capitalisti, assumeva molti più rischi). L evoluzione del sistema bancario variò a seconda dei Paesi: l Inghilterra aveva poche banche d affari, la sua forza stava nella specializzazione delle funzioni. In Francia le banche di deposito si svilupparono più tardi; adottarono una linea di credito a breve termine. In Germania il legame fra banca e industria fu molto stretto: vi erano banche commerciali che davano crediti e banche d investimento per il credito a lungo termine. Le banche miste sostennero le società industriali nella loro formazione e favorirono la collocazione delle azione presso il pubblico. Effettuavano salvataggi di imprese e possedevano pacchetti azionari per poterne controllare l andamento dall interno. Per ridurre i rischi giunsero a favorire la protezione del mercato interno e la costituzione di cartelli tra le imprese. Le istituzioni pubbliche: Stato e collettività sociali. Paesi a forte autonomia locale come Gran Bretagna e Stati Uniti si affidarono allo spirito d intrapresa, in Francia lo Stato interveniva in maniera più articolata. In Giappone, lo Stato fu un agente sostitutivo. Nelle politiche fiscali si fece maggiormente ricorso alle imposte indirette: la propensione marginale al risparmio aumenta col reddito e la struttura fiscale incoraggiò cosi gli investimenti riducendo le spese di consumo. Attraverso la legislazione, lo Stato influì nel promuovere la libera impresa eliminando restrizioni e proteggendo le invenzioni. Lo Stato intervenne in aiuto di industrie in difficoltà o si fece imprenditore. I lavori di urbanizzazione intrapresi contribuirono alla formazione di capitale fisso e alcune città municipalizzarono la distribuzione di gas e di elettricità. Un contributo importante deriva inoltre dalla formazione del capitale umano: creazione di un sistema scolastico di base e di scuole di specializzazione. GRAN BRETAGNA E STATI UNITI. Fino agli anni Ottanta dell Ottocento la Gran Bretagna mantenne la prima posizione, aveva goduto di una supremazia durante la prima metà del secolo. Il suo sviluppo tecnico e i suoi imprenditori sostenuti da un clima di liberismo ebbero la possibilità di accumulare capitali e di disporre di macchine moderne. La supremazia inglese venne meno in quanto l industria americana era al primo posto grazie alla ricchezza di risorse naturali. La protezione doganale riservò agli imprenditori americani un mercato interno dinamico e la crescita demografica fu prodotta dalle grandi ondate migratorie. L industria inglese venne rallentata; le industrie americane invece investivano in macchine a causa di un rialzo del costo del lavoro americano. Le imprese inglesi rimasero in ambito familiare, a differenza della Germania dove si stabilì un rapporto banca-industria. I tedeschi e gli americani, interessati all efficienza tecnica superarono gli inglesi. BELGIO. Aveva condizioni sfavorevoli e una scarsità di carbone da estrarre o da trasformare in coke, i capitali erano meno abbondati e le macchine più elaborate erano molto care. La legge inglese allentò solo nel 1825 le restrizioni nei confronti delle esportazioni. La nuova geografia industriale si disegnava intorno ai bacini ricchi di carbone che consentirono lo sviluppo dell industria pesante e dei beni strumentali. L area belga si conformò al modello inglese favorita dalle risorse naturali e dalla tradizione marittima, commerciale e manifatturiera. Il Belgio coltivò i propri interessi economici con un sistema industriale di attività mineraria e metallurgica, sviluppando anche l industria chimica. Sperimentò un sistema di finanziamento alle attività industriali: Sociètè gènèrale de Belgique, banca di investimenti che deteneva pacchetti azionari di imprese e ne creava seguendone gli interessi in prima persona. Il ruolo dello Stato fu attivo nella costruzione di ferrovie che rafforzarono le industrie metalmeccaniche e del carbone. Nel 1840 il Belgio era il paese più industrializzato del continente. 10

11 FRANCIA. Differenziò il suo modello evolutivo da quello inglese. Era svantaggiata da istituzioni poco adatte allo sviluppo industriale e dalla scarsità di carbone; la Francia tenne in primo piano gli interessi agricoli pur raggiungendo sviluppi nel settore cotoniero, siderurgico e meccanico. La manifattura artigianale e domestica dei beni di lusso era ancora di grande prestigio; erano industrie naturali che grazie alle esportazioni facevano della Francia la seconda potenza commerciale al mondo. La mano pubblica costruì una rete ferroviaria in grado di esercitare un impatto sull economia e la crescita assunse ritmi eccellenti. Emersero dei punti di debolezza strutturale; la Francia era bipartita tra un ampio settore di piccole dimensioni aziendali e poli di industria moderna localizzati intorno a grandi centri urbani. L elettricità consentì un recupero che sfociò nel settore trainante dell industria automobilistica; la Francia fu il primo paese a evolvere l industria in direzione della catena di montaggio e della tecnologia americana. GERMANIA. Temibile rivale dell Inghilterra. Dopo lo Zollverein, il decollo avvenne nel 1871 grazie all unificazione = sviluppo che si fonda sull attiva partecipazione dello Stato e su uno stretto rapporto tra banche e imprese -> ruolo della banca mista. Prese il via dai finanziamenti alle costruzioni ferroviarie e si estese a tutti i settori dell industria tedesca, specie in quello chimico e elettromeccanico dove la Germania mantenne la leadership -> modello unico e irripetibile. I ritmi di crescita furono impressionanti e il PIL triplicò grazie all industria. Gli aspetti più significativi furono la tendenza alla concentrazione degli impianti e il rafforzamento della grande impresa, l affermazione di pratiche di cooperazione fra imprese operanti nello stesso settore (=cartelli) e un forte legame tra scienza e industria. -> meccanica pesante, metallurgia e chimica. Si imposero grazie ad aggressive politiche sui mercati internazionali. Richiedevano investimenti iniziali e la loro crescita sfruttava i vantaggi delle economie di scala. La differenza tra Stati Uniti e Germania sta nell approccio istituzionale e legislativo verso gli accordi tra imprese. I cartelli che avevano lo scopo di limitare la concorrenza, di stabilire i prezzi e i profitti e di riaffermare il controllo monopolistico vennero riconosciuti legittimi dallo Stato. Si affermarono forme di cooperazione: Konzerne. La Germania copriva i tre quarti di tutte le esportazioni chimiche nel mondo. Fu inoltre la prima nazione ad introdurre un sistema di previdenza sociale gestito dallo Stato esteso a tutti i lavoratori. Russia: grado di apertura molto basso e un industria prevalentemente leggera ->arretratezza lo Zar aveva però favorito la costruzione delle ferrovie e la riorganizzazione delle banche: svolse un ruolo attivo con agente sostitutivo dei canali privati di investimento. Introdusse il gold standard per attirare investimenti stranieri, ordinò armamenti e fu prodigo di sussidi agli imprenditori. Spagna: agricoltura arretrata e istruzione carente. Si distaccavano però la Catalogna e i Paesi Baschi che svilupparono l industria siderurgica sfruttando le miniere di ferro (crescita lenta e limitata ad alcune zone). ITALIA. Le innovazione della rivoluzione industriale si concentrarono solo in alcune zone, tra la pianura padana e le valli prealpine -> attività industriali con presenza di manifatture tradizionali: attività tessili. I settori siderurgico e meccanico erano invece arretrati -> dominante contesto agricolo dove prevaleva il lavoro artigianale. Sconvolgimenti storici e profonde differenze fra le varie regioni, il nuovo Stato era difficile da far diventare unitario. I governi fecero una vasta opera di modernizzazione istituzionale ed infrastrutturale adottando una legislazione commerciale liberista ed una delle più avanzate leggi sull istruzione, svilupparono reti ferroviarie, stradali e i porti. La monete venne legata al gold standard, rimasero in vista le banche di emissione insieme alla Banca nazionale nel Regno d Italia. 11

12 Sotto il profilo industriale era penalizzata dalla mancanza di carbone e dalla ristrettezza del mercato interno, non vi era accumulazione di capitale e il livello di istruzione era molto basso. La Banca d Italia costituita nel 1893 continuò a condividere il potere di emissione con il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia. Crebbero anche banche miste come in Germania: Credito italiano e Banco di Roma -> a sostegno delle piccole attività operavano le casse di risparmio e le banche popolari. I settori industriali iniziarono a decollare con importanza nel campo della siderurgia e del tessile. Prese avvia l industria automobilistica e della gomma soprattutto nel triangolo industriale, in parti del Veneto -> squilibri regionali che pesarono sullo sviluppo del Paese. (Da pagina 291 a 307 sul libro) SCAMBI INTERNAZIONALI E SISTEMI MONETARI La rete degli scambi internazionali ebbe una funzione fondamentale nello sviluppo economico europeo. Le potenze atlantiche erano al centro di una rete di commerci internazionali con le Americhe, l Asia e le coste dell Africa. Nel corso dell Ottocento si ebbe un incremento prodigioso del fenomeno -> con la rivoluzione dei trasporti il mondo intero divenne un mercato unico. L Europa dominava gli scambi internazionali e protagonista assoluto era il Regno Unito seguito da Francia, Germania e Stati Uniti. La sterlina divenne sempre più stabile e il gold standard durevole. Le relazioni già esistenti si consolidarono mentre si formavano nuovi legami e nuovi equilibri. Il progresso tecnologico accompagnò la rivoluzione industriale e l industrializzazione del continente. Aumentarono le risorse naturali impiegate nei processi di trasformazione e crebbero i flussi di importazione ed esportazione. Il Canale di Suez e il Canale di Panama rivoluzionarono e i trasporti e le comunicazioni, consolidarono legami politici e rapporti commerciali e ridussero il costo del trasporto delle merci. La popolazione mondiale crebbe con fenomeni di migrazioni che rafforzarono i legami sociali e culturali fra i continenti. Aumentò quindi la domanda di beni di consumo e a livello alimentare, l Europa dipendeva sempre di più da produzioni estere. Accumulazione di capitali da parte dei Paesi followers con ritmi accelerati e attratti dallo sviluppo. L Inghilterra fu il primo Paese a rompere con la tradizione mercantilistica, bisognava superare le barriere naturali e infine i dazi sui beni importati ed esportati -> specializzazione del lavoro che aumenta la produttività rendendo efficiente l uso delle risorse. Forte modernizzazione: si importavano materie prime e tecnologie avanzate e si esportavano manufatti anche di bassa qualità ai Paesi inseguitori. -> scelte liberiste che rigettavano le barriere doganali, e scelte protezionistiche che ne sostenevano la necessità = vantaggi e svantaggi del protezionismo. I Paesi più favorevoli al liberismo erano i più piccoli che traevano benefici dal commercio internazionale. I Paesi più grandi furono i più protezionisti (intendevano promuovere lo sviluppo puntando sulle potenzialità del mercato interno). Le teorie mercantilistiche proponevano una visione dei rapporti commerciali su un saldo positivo della bilancia commerciale. Affinché l economia di un paese fosse prospera le esportazioni dovevano superare le importazioni -> lo Stato doveva intervenire nel fissare protezioni nei confronti dei flussi di merci straniere e incentivare l esportazione di prodotti nazionali. Smith, Ricardo e Stuard Mill: base teorica del FREE TRADE La ricchezza delle nazioni poteva essere aumentata attraverso un allocazione efficiente delle risorse. Con la legge dei costi comparati di Ricardo si notarono i vantaggi della specializzazione e della divisione internazionale del lavoro per ottimizzare le risorse -> sopprimere le barriere artificiali affinché la mano invisibile del mercato sistemi i fattori. Hamilton e List contestavano il libero mercato, andava analizzato a livello di ogni singolo Paese: il liberismo avvantaggiava i Paesi già sviluppati e impediva agli altri di industrializzarsi. Il passaggio da regime agricolo a quello industriale avveniva con l ausilio di un sistema protezionistico. 12

13 Corn Laws: sistema di dazi sul grano d importazione introdotto dagli inglesi. Per proteggere i produttori, ma solo i grandi proprietari. Resero impossibile l importazione di cereali dall estero facendo rincarare il pane. Vennero abolite e nel 1860 trionfò il libero scambio -> la Francia imitò l esempio inglese. Trattato Cobden-Chevalier (1860) fra Gran Bretagna e Francia: rimozione delle tariffe sull importazione di merci francesi e riduzione delle tariffe sulle importazioni di merci inglesi. -> innovazione per il commercio internazionale = clausola della nazione più favorita: gli effetti del trattato erano estesi ad altre nazioni -> sviluppo a catena del libero scambio. Il protezionismo riprese però vigore: i livelli di sviluppo industriale erano stati raggiunti, gli imprenditori volevano essere protetti dalla concorrenza. Le importazioni di grano a basso prezzo portò il grandi proprietari terrieri al protezionismo. Le imprese coloniali portarono a scontri diplomatici sulla divisione delle terre in Africa. = crisi dell agricoltura per la concorrenza di grani americani e russi -> adozione del protezionismo. L Italia esportava materie prime e importava manufatti industriali: bilancia commerciale in passivo. Il protezionismo entrò però in vigore e causò la guerra delle tariffe con la Francia, principale partner commerciale italiano. COLONIALISMO L Inghilterra si era creata una sfera di influenza in America e Asia, la Francia, nel Settecento aveva perso i possedimenti come Spagna e Portogallo. L industrializzazione europea però determinò la necessità di espandere i mercati. L Inghilterra occupò varie aree e il suo impero si estendeva per tutto il globo. La Francia seguì l esempio occupando aree dell Africa. Il colonialismo tedesco fu più contenuto, come quello belga e spagnolo. L Italia ripiegò con insuccesso su Somalia, Eritrea e Libia. Fu un fenomeno di lunga durata e molto complesso, sul piano economico le colonie erano viste come mercati di merci, capitali e materie prime o come valvole di sfogo per la popolazione crescente. ECONOMIA INTERNAZIONALE (=ordinamento economico internazionale) Al centro del sistema vi era l Europa. Riguardava le materie prime in entrata con però un nuovo produttore, gli Stati Uniti che stata prendendo piede. L Europa era il centro di produzione e consumo indipendente dalle vicende di altri Paesi -> la periferia aveva bisogno dell Europa. Tutto il mercato mondiale venne a regolarsi su Londra, che era il principale porto e deposito di materie prime e merci = espansione finanziaria senza precedenti: CITY La supremazia della sterlina rafforzò il ruolo inglese e l efficienza di Londra. L Europa era il maggior investitore e il maggiore ricettore d investimenti (per la Russia furono fondamentali i capitali stranieri per la costruzione del sistema ferroviario) Con l allargamento dei mercati internazionali dei beni, del lavoro e della finanza prese avvio una vera economia internazionale che imponeva ad ogni Paese l attenzione alla bilancia dei pagamenti, lo strumento contabile di confronti tra importazioni ed esportazioni. Lo squilibrio (positivo o negativo) è dato dalla bilancia delle partite correnti, delle partite invisibili e dalle rimesse. Se il saldo è positivo vi deve essere esportazione di capitali, se il saldo è negativo si riequilibra attingendo alle riserve o facendosi concedere prestiti. La sterlina divenne moneta di riferimento definita con il gold standard per far fronte all intensificazione dei rapporti commerciali e finanziari tra gli Stati -> efficiente mercato di cambio valutario. La sterlina era sinonimo di stabilità. Tre zone monetarie: monometallismo aureo (=oro, Gran Bretagna), monometallismo argenteo (=argento, Oceano Pacifico) e bimetallismo (=due metalli). 13

14 L oro divenne uno standard per la sterlina, ma essendo una materia prima come l argento il suo prezzo era determinato dal rapporto domanda-offerta. 1867, la maggior parte delle nazioni adottò il gold standard -> per l Italia produsse un livello di tranquillità monetaria rafforzando le basi per uno sviluppo. =supremazia inglese sui commerci internazionali. 14

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