Ecco un nuovo tipo di metallo prezioso : il muro. Auteur & Éditeur. CARTE DA PARATI, TESSUTI, RIVESTIMENTI MURALI, MOBILI

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1 RIVESTIMENTI MURALI / COLLECTION PARADISIO / DISEGNO PROFUMO D ORO Ecco un nuovo tipo di metallo prezioso : il muro. Auteur & Éditeur. CARTE DA PARATI, TESSUTI, RIVESTIMENTI MURALI, MOBILI SHOWROOM, VIA SAVONA 97, MILANO -

2 # 42 Casa Editrice Publicomm S.r.l. - Savona - ISSN Anno IX - Numero In caso di mancato recapito rinviare all Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare la relativa tassa - Contiene IP in questo numero in this issue Tra memoria e domani Between memory and tomorrow Architetture capaci di dialogare Architectures able to dialogue Il linguaggio della materia The language of matter La luce nel progetto The light in the project ABDR Ricostruire Rebuild the sense il senso Periodico di contract e design d interni per spazi ad uso pubblico Review of contract and interior design for spaces for public use

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4 Gli Illuministi sapevano di essere Illuministi? Simona Finessi editoriale Èconsuetudine dei critici dare delle etichette ai periodi storici per riassumerne i movimenti culturali salienti che li hanno caratterizzati; mi sono sempre chiesta con grande curiosità se gli attori di questi grandi movimenti culturali fossero davvero consapevoli di quello che stavano determinando con le loro azioni o se invece queste etichette fossero piuttosto un esercizio artificioso da critico. Con la stessa curiosità provo a immaginare, oggi, come i critici e gli storici degli anni futuri descriveranno i nostri tempi dilaniati dai grandi mali sociali: l'economia ristagna, la forbice sociale ha eliminato completamente la middle class facendola sprofondare verso il basso e la disoccupazione ha raggiunto livelli impressionanti. Con un quadro di questo tipo c'è effettivamente poco da stare allegri. Probabilmente parleranno degli anni 2000 come di un nuovo medioevo culturale in cui i modelli negativi hanno contagiato gli animi di tutti. Ritengo tuttavia che i periodi di grande depressione siano in realtà una grande opportunità di cambiamento e di riflessione culturale. Non mi riferisco tanto all'effetto selettivo che la crisi determina, fenomeno peraltro vero e incontrovertibile. Ma piuttosto allo slancio culturale di nuova moralità e di rinnovata responsabilità sociale e ambientale che le nuove generazioni stanno coltivando e portando alla luce, proprio in reazione ad un sistema così profondamente degenerato. Dopo ogni Medio Evo c'è sempre un Rinascimento e questo nostro tempo potrebbe segnare proprio il passaggio da una situazione di grande corruzione, volgarità e individualismo a favore di una coscienza collettiva attenta alla Res Pubblica, all'ambiente, alla solidarietà sociale. Una reazione che la mia generazione ha contribuito ad instillare in quelle successive a cui sarà dato l'arduo compito di cambiare modus vivendi e modus operandi in modo radicale. Le rivoluzioni culturali, d'altra parte, non possono mai essere stabilite artificiosamente dall'alto; tutti gli esempi storici a riguardo, testimoniano grandi fallimenti: basti pensare al tentativo di dare un'unità linguistica all'italia dopo la sua unione nel Ci sono voluti più di cent'anni perché ciò avvenisse e ancora oggi l'identità culturale della nostra penisola passa attraverso una molteplice varietà di identità geografiche e idiomatiche senza uguali. La storia ci insegna che le rivoluzioni culturali si rivelano tanto più efficaci, quanto più si generano in modo lento e profondo nelle menti delle nuove generazioni, attraverso un movimento che parte dal basso e che si genera spesso in reazione a quello che lo ha preceduto. E questo è quello che sta accadendo negli ultimissimi tempi. Sarà con molta probabilità un processo lungo il cui completo esito, temo non arriverò a vedere, ma l'importante è che questo processo abbia avuto inizio. Qualcosa dunque è cambiato; e in virtù di questo cambiamento culturale gli storici a posteriori potrebbero forse descrivere questi nostri tempi come l'inizio di un nuovo Umanesimo. L'impegno, dunque, di tutti coloro che con le proprie azioni condizionano il sistema che ci circonda, lo modificano, lo caratterizzano, lo influenzano, sarà fondamentale al fine di accelerare questo ritrovato atteggiamento etico e più che in qualsiasi altro caso, la mia fiducia va ai giovani perché il mondo sarà migliore soprattutto grazie a loro. follow us on A+D+M MAGAZINE 2013 # 42 1

5 Progettare per necessità Luisa Bocchietto 2 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42

6 Ph. Enrico Basili Qualcuno pensa ancora che fare design sia solo progettare oggetti. Una visione estetizzante che riconosce la forma e il suo artefice come interprete del gusto contemporaneo. Il design, per gli italiani è invece, da sempre, qualche cosa di più. Sarà a causa del fatto che il design italiano nasce per mano degli architetti, avviene che dentro quel processo sia insito il concetto di "visione". Gli architetti infatti hanno studiato la storia dell'architettura e con essa frequentato le grandi utopie alla Fourier; concezioni progettuali che si occupano dell'idea collettiva di abitare prima che della modalità costruttiva con cui realizzare l'edificio. È un modo tutto umanistico di pensare il progetto, dove la tecnica resta uno strumento utile, non un obiettivo. Questa impostazione italiana del design lo lega, come disciplina, al ripensamento sul contenuto sociale di ogni azione. "Dal cucchiaio alla città" era la famosa frase slogan degli anni 50'; questa affermazione stava a indicare un'accettazione di responsabilità verso gli altri da parte del progettista, che non si lascia influenzare dall'oggetto del suo lavoro, piccolo o grande che sia, per privilegiare il proprio ruolo nell'indicare soluzioni per un mondo migliore. Questa tensione latente fa si' che a noi non interessi solo fare una bella sedia, ma "la più bella sedia del mondo", ogni volta. Questa sfida mette in gioco, certamente, le capacità produttive e manifatturiere peculiari del nostro paese, aggiungendovi una tensione intellettuale che va al di la' del formalismo. Negli altri paesi, generalmente, il design viene inteso come una componente del marketing, un abbellimento del prodotto utile a renderlo più appetibile per il mercato; per noi il design è una scommessa che insegue un pensiero, a volte rivoluzionario e sovversivo. La forza del design italiano è sempre stata quella di lavorare sul concetto ideale prima che sulla forma - il pensiero su come ci si siede, prima che sulla seduta -, rimettendo in discussione, criticamente se necessario, i processi produttivi. Per questo, dopo i grandi Maestri, che avevano dato vita al connubio tra progettista e imprenditore per realizzare i prodotti della modernità italiana, sono venuti i contestatori della grande impresa, che intendevano produrre svincolandosi dalle logiche mercantili dell'industria. I nuovi protagonisti, una volta affermati, in realtà hanno fallito la loro utopia, diventando gli interpreti di una élite ancora più sofisticata e producendo per questa oggetti più costosi e difficilmente industrializzabili. In questa contestazione intellettuale si legge però una capacità di rendersi indipendenti dai meccanismi economici per affermare delle esigenze più legate al concetto di "stare bene al mondo" piuttosto che al concetto di consumo. Per questo stesso motivo nella suddivisione tematica dell'index (la preselezione annuale del miglior design che individua i partecipanti al premio Compasso d'oro) non si parla di categorie merceologiche come negli altri premi di design (forniture, product, etc.), ma si parla piuttosto di "design per l'abitare", "design per la persona", "design per l'impresa"; categorie di pensiero prima che di prodotto. In questa logica va letta anche la piccola rivoluzione adottata dai progettisti oggi attraverso l'autoproduzione. A un atteggiamento piuttosto conservativo delle imprese, che negli ultimi anni a causa delle grandi difficoltà di sistema del nostro paese si sono appiattite nell'affidare il progetto alle grandi star o hanno rinunciato alla ricerca condivisa, si contrappone una ricerca autonoma da parte dei tanti progettisti che si avvalgono delle nuove tecniche di prototipazione rapida o si accontentano di frequentare nicchie di produzione artigianale di eccellenza per realizzare le proprie idee. C'è in sostanza, riconoscibile nel tempo, un flusso continuo di creatività che necessita di affiorare e che è sempre resa vitale da questa componente ironica, eversiva, critica che non si arrende alla logica del solo profitto. Fare bene e cercare la bellezza sembra essere una componente irrinunciabile del nostro modo di stare al mondo. Se il nostro Paese si rendesse conto di questa risorsa forse sarebbe un vantaggio per tutti. A+D+M MAGAZINE 2013 # 42 3

7 CONTENTS # 42 ph. Angelo Dadda THIS COLOR ISSUE Editoriale Editorial Editorial guest Editorial guest Sommario Contents Il tema Focus La luce nel progetto The light in the project Scenari Scenarios Current Affairs Attualità Tra memoria e domani Between memory and tomorrow Tendenze Trends Design Week Arte Arts Omar Galliani e Alessandro Busci Storia di copertina Cover Story ABDR. Ricostruire il senso ABDR. Rebuild the sense News News Il progetto raccontato Description of the Project Projects Progetti La cantina segreta nei colli toscani The secret wine cellar in the tuscan hills B4 Hotel Milano Identità Glocale Glocal Identity Architetture capaci di dialogare Architectures able to dialogue Una sfida vinta An accomplished challenge Green design Green design Anteprime Previews Designer Designer Lucy Salamanca. Il linguaggio della materia Lucy Salamanca. The language of matter Eco-Materiali Eco-Materials Green Green Alberi di armonia e d ombra Awards Awards Profili Profiles In breve In brief Speciale Outdoor Focus Focus Ambienti Ambience Real Estate Real Estate Agenda Calendar Master Master Libri Books Pop art Pop art Indirizzi Addresses PANTONE MONACO BLUE Reviews Rassegna 4 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42

8 r.l. - Savona - ISSN Anno VIII - Numero In caso di mancato recapito rinviare all Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impe ADMNETWORK.IT/INDEX.PHP/ABBONAMENTI ABBONAMENTI@ADMNETWORK.IT In caso di mancato recapito rinviare all Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare la rel a ricevere druido A+D+M GIANNI CAGNAZZO ABBONATI SUBITO dell' architettura in questo num in this is newtop riqualificazion strategi strategic requalifica la casa sull albe the tree ho speciale lightin naturale 29,00 ilpianeta CINO ZUCCHI della speciale milano design week 2012 la cura del design design cure acqua e architettura: quale futuro? water and architecture: what future? in questo numero in this issue Periodicità: ONEWORKS in questo numero in this issue value to excellence valore all eccellenza ilca to dream a sustai per sognar un domani soste errito p w brica de MARC 6 numeri annuali i Lingua: Italiano e Inglese Per continuare r struire Co ENRICO FRIG anziche 58,00 n caso di mancato recapito rinviare all Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a approfitta del 50% di sconto ADMNETWORK.IT/INDEX.PHP/ABBONAMENTI ABBONAMENTI@ADMNETWORK.IT A+D+M. Lo strumento di informazione, approfondimento e ricerca per professionisti, studenti e appassionati di architettura e design. p p p g LOOPING-ITALY.COM

9 Direttore Responsabile / Editor in Chief Simona Finessi - s.finessi@publicomm.it Direttore Editoriale / Publishing Director Chiara Dadda - c.dadda@publicomm.it Direttore Creativo / Creative Director Angelo Dadda - a.dadda@looping-italy.com Progetto Grafico / Graphic Project Angelo Dadda - a.dadda@looping-italy.com Cover photo by Enrico Basili Impaginazione / Desktop Publishing Paolo Veirana - p.veirana@publicomm.it Redattori / Editors Barbara Arnaboldi, Angelo Dadda, Chiara Dadda, Paola Ferrario, Anna Masello, Anna Nosari, Filippo Pozzoli Collaboratori / Collaborators Simonetta Pegorari A+D+M architettura design materiali Anno IX numero Registrazione Tribunale di Savona n. 559 dell 8 marzo 2005 ISSN Si ringraziano / With thanks to Luisa Bocchietto, Gianni Forcolini Pubbliche Relazioni Architetti / Public Relations Architects Anna Masello - a.masello@publicomm.it Editore / Publisher Publicomm S.r.l. Via D. Cimarosa 55r Savona - Italy tel fax A+D+M è associato a ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA Traduzioni / Translations Studio Micali Fotografo / Photographer Enrico Basili Stampa / Print INGRAPH Srl Via Bologna 104/ Seregno (MB) Pubblicità / Advertising Domenico Tassone - d.tassone@publicomm.it A+D+M è membro dell'associazione Italiana per il Design Nota per inviare materiale alla Redazione Per segnalare nuovi progetti, contattare: Anna Masello - a.masello@publicomm.it Per segnalare news, eventi e le novità di prodotto dalle aziende contattare: Chiara Dadda - c.dadda@publicomm.it A+D+M è media partner di Informativa Privacy Ai sensi dell art.13 del D.Lgs 196/2003, la informiamo che l utilizzo dei Suoi dati, trattati in forma scritta e/o con l ausilio di strumenti informatici, è esclusivamente finalizzato all invio della presente rivista e della relativa newsletter. Titolare e responsabile del trattamento dei dati è Publicomm S.r.l. con sede in Savona, Via D. Cimarosa 55r, tel. 019/ La informiamo inoltre che Lei può esercitare i diritti di cui all art. 7 del citato decreto e che quindi in ogni momento potrà avere gratuitamente accesso ai propri dati e potrà richiederne l aggiornamento, la rettifica, l integrazione o la cancellazione se non desidera più ricevere la presente rivista e/o la relativa newsletter. 6 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42

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11 IL TEMA Tex t by Gi anni Forcolini L'illuminazione naturale e artificiale, in quanto fattori qualificanti dell'habitat, entrano di diritto nelle prerogative dell'architetto. Tutti sanno che per rendere abitabile lo spazio costruito bisogna illuminarlo. Nel progetto di architettura l illuminazione naturale si ottiene lavorando su tutti gli elementi che collegano gli interni con lo spazio esterno: le aperture ricavate nelle pareti - finestrature, porte, accessi, collegamenti - e nei soffitti - lucernari, volte, lanterne, pozzi o camini, strutture che incanalano la luce del cielo e del sole. Ed è importante rilevare che gli effetti luminosi sono dati dalle riflessioni multiple che la luce proveniente dall esterno subisce nello spazio interno, in funzione del colore e dei materiali di tutte le superfici confinanti e degli arredi. Dunque, il disegno e la distribuzione delle strutture costruttive, con i loro trattamenti e finiture superficiali, sono determinanti. LA LUCE THE LIGHT IN THE PROJECT The natural and artificial lighting, as a key factor of the habitat, enters de jure in the architect's prerogatives. Ragionando poi sull illuminazione artificiale, si deve considerare l'impiantistica elettrica ed elettronica dell edificio, quella realtà che nelle costruzioni assume oggi grande rilevanza e non solo per ragioni funzionali ed utilitarie, ma anche so tto il profilo estetico e compositivo. Da queste sintetiche riflessioni ci si può rendere conto che il tema dell illuminazione in architettura coinvolge direttamente le strutture costruttive e gli impianti tecnici, insieme a tutte le superfici opache, trasparenti e semitrasparenti che ricevono, riflettono e trasmettono la luce nello spazio costruito. Considerata dunque le stretta relazione tra luce e architettura, l illuminazione non può che rientrare di diritto nelle competenze dell architetto I problemi sorgono quando dai termini elementari della questione si passa ad esaminare la complessità con cui oggi si presenta la domanda abitativa. L abitare in senso lato (residenza, lavoro, commercio, ecc...) richiede una Pantheon Apollodoro di Damasco, Roma 8 A+D+M MAGAZINE # 42 40

12 Bocci Lighting Mira Hotel, Hong Kong, ph. Jonathan Miller NEL PROGETTO tale quantità di funzioni interrelate da rendere il lavoro di progettazione molto articolato, ricco di apporti di tutti i tipi, da quelli creativi a quelli tecnici e specialistici. Di riflesso si sono moltiplicate le competenze necessarie a cui fanno capo le rispettive figure professionali. La progettazione integrata e coordinata è condotta da team di progettisti, esperti, consulenti, con compiti diversificati e con una forte coesione interna: un modo di lavorare in gruppo che deve conciliarsi con le regole riguardanti gli incarichi professionali, regole che spesso sono obsolete, infatti prevedono alcuni ruoli (progettisti, direttore dei lavori, responsabili della sicurezza) ma sostanzialmente ignorano la necessità di formare e di gestire il gruppo che si deve occupare di tutto il progetto e che ha l'incombenza di governarne la complessità. Sta emergendo anche nel nostro paese una nuova figura professionale, già ampiamente presente all estero, in particolare nei paesi di tradizione anglosassone, chiamata lighting designer o progettista dell'illuminazione. Come per ogni nuova professione si pongono le questioni relative al riconoscimento ufficiale, all organo (associazione o ordine) rappresentativo, a titoli di studio e programmi di formazione. Ma forse la questione meno analizzata è paradossalmente, a nostro giudizio, quella più importante; ci riferiamo al senso e ai contenuti del lavoro che il lighting designer deve svolgere. Occorre, in altre parole, dare una risposta alla domanda: si tratta di un'attività progettuale nel senso pieno del termine, cioè insieme creativa o inventiva, volta all'interpretazione dei bisogni della committenza, da cui ci si aspetta la formulazione di idee innovative, oppure è un lavoro che, sulla base di soluzioni di progetto già elaborate sotto il profilo estetico e funzionale, interviene a dare corpo con i prodotti e le tecnologie adatti a quelle soluzioni, ossia è un attività professionale che è appropriato definire di tipo tecnico ed esecutivo, come tecnico è il lavoro del progettista di strutture portanti o di impianti di climatizzazione, idraulici, elettrici, o di controllo acustico? In questi ultimi casi, infatti, il margine di libertà nel definire l influenza di strutture e impianti sulla configurazione generale dello spazio architettonico è limitata ai relativi campi di competenze. Ma il caso dell illuminazione è indubbiamente particolare perché la luce è intrinsecamente legata allo spazio abitativo. Tutta la storia dell architettura, dalle cattedrali gotiche al Movimento Moderno, testimonia dell influenza che la luce ha esercitato sui linguaggi compositivi, sulle poetiche dei grandi maestri, ma anche sulla scelta dei materiali costruttivi, dei loro abbinamenti, delle gamme cromatiche e delle texture. Si è trattato prevalentemente di luce naturale ma oggi, considerando che le strutture abitative appartengono sempre più alla sfera dell artificiale, occorre usare la stessa sapienza, sensibilità e attenzione, anche per la luce elettrica. Il carattere sempre più artificiale dell architettura è il risultato di una molteplicità di tendenze evolutive. Lo sfruttamento intensivo del suolo urbano, dettato spesso da pure finalità speculative, A+D+M MAGAZINE 2013 # 42 9

13 IL TEMA Cappella di Ronchamp, Le Corbusier porta a rendere abitabili luoghi in cui l apporto dei fattori naturali (luce, aria, caldo/freddo, suoni, odori) è fortemente condizionata da un contesto fisico fortemente antropizzato. Le stesse modalità dell abitare comportano una prevalenza dell artificiale sul naturale. Si pensi ai molti interni (nel sottosuolo, in corpi di fabbrica molto profondi, in contesti ad alta densità edilizia) che ospitano attività di vario tipo solo grazie alla presenza di luce artificiale, in carenza o in totale assenza della luce naturale. Città grandi e piccole sono la sede di una vita notturna dalle infinite forme ed espressioni, con una durata e intensità ben diverse rispetto al passato. Non è un caso che gli esiti più fertili, attuali e praticabili della bioarchitettura prevedano l interrelazione tra artificiale (tecnologie di controllo e gestione delle variabili fisiche) e naturale. Se dunque la luce va considerata come uno dei principali fattori qualificanti dell habitat umano, è evidente che il suo progetto non possa essere delegato, non possa rientrare in altre competenze, bensì debba essere assunto tra i materiali studiati e usati dall autore del progetto architettonico. Ed ecco che il lighting designer entra in campo con la propria esperienza tecnica e specialistica, per risolvere il problema di realizzare nel modo più razionale ed efficace le idee e i concetti (distribuzione di luci e ombre, creazione di atmosfere, ambientazioni, effetti, regie luminose) nate nel lavoro di progetto. Occorre, dunque, intendersi chiaramente sul ruolo del lighting designer, tecnico e consulente che si pone a supporto del progettista non tanto, crediamo, nelle fasi inventive e creative, ma in quelle realizzative, di gestione, controllo, valutazione e verifica. Delineato il ruolo eminentemente tecnico del lighting designer, è necessario ora affrontare la spinosa questione della sua autonomia e neutralità. Questa figura professionale, infatti, è presente sul mercato del lavoro in forma sia dipendente che indipendente. Per la verità oggi, nel nostro paese, prevale la prima, cioè la collocazione della figura professionale all interno di aziende che producono e commercializzano apparecchi e sistemi di illuminazione. Ma esiste il lighting designer che opera in completa autonomia esercitando quindi una libera professione. Inutile dilungarsi sulle differenze: in sostanza il primo è alle dipendenze di un impresa che fornisce prodotti e servizi, pertanto il suo operato si inscrive nella logica commerciale di promozione, consulenza e assistenza legata ai prodotti. Il secondo presta la sua opera senza questi legami e pertanto è nella condizione di selezionare, comparare e valutare tutti i prodotti disponibili sul mercato (con evidenti vantaggi economici e sulla qualità) con criteri orientati unicamente al raggiungimento di obiettivi di progetto e perciò tutelando gli interessi della committenza. C è, in sostanza, un analogia tra l operato del progettista architetto libero professionista e il Iighting designer indipendente che, ad un altro livello, svolge un servizio che tende al perseguimento dello stesso fine. La difficoltà che oggi si registra nella formazione dei team di progettazione è dovuta in primo luogo al permanere del vecchio sistema degli ordinamenti professionali. Così il progettista architetto si affida direttamente alle aziende per avere non solo offerte di prodotti, ma anche per usufruire gratuitamente del servizio di progettazione illuminotecnica. Ma in questo modo si elude il problema del corretto inserimento dell elemento luce nel contesto architettonico perché nei fatti si impone la logica delle soluzioni praticabili dall azienda che presenta la sua proposta. In conclusione, l avvento di questa nuova figura professionale rende ancora una volta impellente e quanto mai necessario un processo di rinnovamento delle leggi sugli ordinamenti professionali, sulle competenze e sulla formazione. La chiarezza su ruoli e funzioni aiuterebbe progettisti, professionisti, tecnici e imprese a lavorare meglio insieme per la qualità del progetto. 10 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42

14 THE LIGHT IN THE PROJECT LA LUCE NEL PROGETTO Everyone knows that in order to make the built space inhabitable, it is necessary to illuminate it. In the architectural project, the natural lighting is achieved by working on all the elements that connect the interior with the exterior space: the openings in the walls - windows, doors, entrances, connections - and ceilings - skylights, vaults, lanterns, wells or chimneys, structures that channel the sky and sun light. It is important to note that the bright effects are given by the multiple reflections the light coming from the outside is subjected to in the interior space, depending on the colour and the materials of all the adjacent surfaces and furnishings. Therefore, the design and distribution of the architectural structures, with their treatments and special finishes, are crucial. If we think about the artificial lighting, we have to consider the electrical and electronic system of the building: this is a reality that today plays an important role in constructions, not only for functional and utilitarian reasons, but also for aesthetic and compositive aspects. From these brief considerations we realize that the issue of lighting in architecture directly involves building structures and technical systems, as well as all opaque, transparent and semi-transparent surfaces that receive, reflect and transmit the light in the built space. Considered the close relationship between light and architecture, the lighting cannot but fall de jure within the architect's competences. The problems arise when, from the basic terms of the question, we go on examining the complexity of today's housing demand. The concept of living in a broad sense (residence, work, trade, etc..) requires such a large amount of inter-related functions that make the design work very articulate, rich in contributions of all kinds, from creative to technical and specialized ones. Consequently, the necessary skills for the related professional profiles have multiplied. The integrated and coordinated design is carried out by teams of designers, experts, consultants, with diversified tasks and a strong internal cohesion: this way to work in a group must be in harmony with the rules relating to the professional assignments. These rules are often obsolete, in fact they consider some roles (designers, project manager, safety manager), but they basically ignore the need to train and manage the group that has to deal with the whole project and has the task to govern its complexity. A new professional profile - already widely present abroad, particularly in the countries of Anglo-Saxon tradition - is also emerging in our country and it is called lighting designer. As with any new profession, there are some issues related to the official recognition, the representative body (association or order), the education qualifications and the training programmes. But in our opinion, perhaps the less analysed question is, paradoxically, the most important one. We refer to the meaning and contents of the work that the lighting designer has to carry out. In other words, it is necessary to answer the question: is it a design activity in the full sense of the term, that is to say, a creative or inventive activity at the same time, meant to interpret the needs of the client, from which we expect the formulation of innovative ideas? Or is it a job that - on the basis of design solutions already developed under the aesthetic and functional profile - gives life to something together with the products and technologies suitable for those solutions, that is to say, is it a professional activity which can be defined both technical and executive? As a technical activity, is it the job of the designer who plans carrying structures or air conditioning, plumbing, electrical, or acoustic control systems? In these last cases, the degree of freedom in defining the influence of structures and systems on the general configuration of the architectural space is restricted to the related fields of expertise. But the case of lighting is undoubtedly special because the light is inherently linked to the living space. All the history of architecture - from the Gothic cathedrals to the Modern Movement - witnesses the influence that the light has had on the compositional languages, the poetry of the great masters, but also on the choice of construction materials, their combinations, colour ranges and texture. It was mostly the case of natural light, but today, considered Wolfsburg Cultural Center Alvar Aalto, ph. Samuel Ludwig A+D+M MAGAZINE 2013 # 42 11

15 IL TEMA THE LIGHT IN THE PROJECT LA LUCE NEL PROGETTO Museo MAXXI, Roma, Zaha Hadid that the dwellings belong more and more to the artificial field, it is necessary to use the same wisdom, sensitivity and care, even for the electric light. The increasingly artificial character of architecture is the result of a variety of evolving trends. The intensive exploitation of urban land, often dictated by pure speculative purposes, leads to make habitable places where the contribution of natural factors (light, air, hot/cold, sounds, smells) is strongly conditioned by a physical context, heavily affected by human activity. The same modes of living involve a prevalence of the artificial on the natural. Just think about the many internal spaces (in the underground, in very deep factory buildings, in contexts with a high building density) that host a variety of activities only thanks to the presence of artificial light, since there is a lack or total absence of natural light. Big cities and towns host a nightlife with endless forms and expressions, with a duration and intensity that are very different compared to the past. It is no coincidence that the most fruitful, current and viable results of bio-architecture involve the relationship between the artificial (technologies to monitor and manage the physical variables) and the natural. If the light has to be considered as one of the key factors of the human habitat, it is clear that its project cannot be delegated, cannot fall into other skills, but must be considered together with the materials studied and used by the author of the architectural project. And here the lighting designer enters the field with his technical and specialized expertise to solve the problem of realizing, in the most efficient and effective way, ideas and concepts (distribution of lights and shadows, creation of atmospheres, environments, effects, lighting arrangements) arisen in the project work. Therefore, it is crucial to clearly understand the role of the lighting designer, a technician and consultant who supports the designer, not much - in our opinion - in the inventive and creative stages, but particularly in the realization, management, monitoring, evaluation and verification stages. Once outlined the basically technical role of the lighting designer, it is necessary to deal with the thorny issue of his independence and neutrality. This professional profile, in fact, is present on the labour market as employee and self-employed. In truth, today the first prevails in our country, that is to say, the location of the professional profile within companies that produce and sell equipment and lighting systems. But there is a lighting designer who works in complete autonomy, thus exercising the freelance profession. It is pointless to dwell on the differences: basically, the first is employed by a company that provides products and services, thus his work is inscribed in the commercial logic of promotion, advice and assistance related to the products. The second works without these links and therefore he can select, compare and evaluate all the products available on the market (with obvious economic and quality advantages) with criteria uniquely oriented to achieve the project objectives and thus protecting the client's interests. Ultimately, there is an analogy between the work of the freelance design architect and the self-employed lighting designer who, at another level, performs a service that is meant to achieve the same objective. The difficulty we perceive today in the formation of the design team is primarily due to the continuation of the old system of professional regulations. In this way the design architect relies directly on companies to have not only product offerings, but also to use for free the lighting engineering design service. But in this way the problem of the correct insertion of the light element in the architectural context is avoided, since actually there is an imposition of the logic of the feasible solutions for the company presenting its proposal. In conclusion, the advent of this new professional profile again makes it necessary and much needed a process of renewal of the laws on the professional regulations, skills and training. The clarity about roles and functions would help designers, professionals, technicians and companies to better work together for the quality of the project. follow us on 12 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42

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17 BETWEEN MEMORY AND TOMORROW A Gold Medal for a linking present SCENARI Text by Filippo Pozzoli Images courtesy of La Triennale di Milano TRA MEMORIA E MEDAGLIA D ORO A UN PRESENTE CHE UNISCE Restituire vita alla memoria con qualcosa di nuovo: una sfida ambiziosa che vale una medaglia. Con questa motivazione a siglare il suo Padiglione d accesso agli scavi dell Artemision di Siracusa, l architetto Vincenzo Latina si è aggiudicato lo scorso 16 ottobre la Medaglia d Oro all Architettura Italiana 2012, il prestigioso riconoscimento frutto della collaborazione tra La Triennale di Milano, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e MADEexpo. La giuria, puntinata di calibri dal gotha del tecnigrafo e dell accademia quali Ennio Brion, Cecilia Bolognesi, Ole Bouman, Alberto Ferlenga, Massimiliano Fuksas, Fulvio Irace e Luca Molinari, si è espressa all unanimità su di un progetto che grida a gran voce la propria italianità nel suo prendere forma limitandosi all uso delle sole risorse a disposizione, nonostante le difficoltà del contesto. Un architettura che nel suo linguaggio contemporaneo e attento ai diktat della sostenibilità intellettuale, energetica e sociale interviene nella Storia del luogo, divenendone parte dialogica e coerente. Latina si accoda così a Umberto Riva e Pierpaolo Ricatti, vincitori nel 2003 per il Magazzino Fincantieri di Castellammare 14 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42

18 Bentini Headquarters Faenza, RV (2011) by Piuarch Menzione d Onore Nuovi Edifici di Stabia (NA), a Renzo Piano Building Workshop che ne fu insignito nel 2006 per l High Museum of Art di Atlanta e a Massimiliano & Doriana Fuksas che furono premiati nel 2009 per il loro Zenith Music Hall di Strasburgo. La premiazione di Vincenzo Latina e della sua opera in particolare è certamente rappresentativa della rotta intrapresa dall architettura italiana nell ultimo triennio, rivelandosi al contempo una dichiarazione di necessari intenti per il futuro. Non più la ricerca di monumentalismi formali ad encomio della committenza o del virtuosismo del progettista, ma interventi che ad una sostanza centellinata sappiano dare voce attraverso il valore culturale dell opera nel suo contesto e che manifestino la loro reale ricchezza attraverso la valorizzazione dell esistente al contorno. Interventi minimi e puntuali, senza sfoggio gratuito di tecnologie avveniristiche ma sapientemente progettati secondo i dettami del clever-tech anticrisi, con la forza di soluzioni tecniche ben calibrate alle forzanti del luogo e alle funzioni da ospitare. Filosofia che trova nel padiglione di accesso all Artemision la sua sintesi più completa ma che si riflette in tutto il Padiglione di accesso agli scavi dell Artemision di Siracusa ( ) by Vincenzo Latina - Medaglia d Oro all Opera Ampliamento Sede del Consiglio Regolatore della D.O.C. Ribera del Duero, Roa, Burgos, Spagna ( ) by Estudio Barozzi Veiga - Premio Speciale all Opera Prima A+D+M MAGAZINE 2013 # 42 15

19 Biblioteca di Storia dell Arte e Restauro della Manica Lunga alla Fondazione Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, VE (2009) by Michele De Lucchi - Menzione d Onore - Rinconversione e Restauro Residenze sperimentali a Selvino, BG (2010) by ABDArchitetti (Camillo Botticini e Giulia De Apollonia) - Premio Speciale - Legno per l Architettura circus delle opere finaliste, tra cui si annoverano alcune delle opere più celebrate degli ultimi anni quali la Nuova Stazione Tiburtina a Roma (ABDR), il Salewa Headquarter di Bolzano (Zucchi Architetti e Park Associati) e l intervento a Ronchamp di Renzo Piano Building Workshop. Importante anche la rosa dei premiati con il Premio Medaglia d Oro alla Carriera, vere icone dell architettura milanese quali Gae Aulenti, Vittorio Gregotti e Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, cui viene reso il giusto tributo per la grandezza testimoniata dalle opere nella Milano che è ora. Dei medesimi concetti riflettono anche i premiati al contorno: il Premio Speciale all Opera Prima, riservato ad un'opera prima realizzata dal progettista entro il compimento del quarantesimo anno di età con lo scopo di dare luce alla nuova generazione che opera attivamente in Italia e all'estero, viene assegnato all Estudio Barozzi Veiga per l ampliamento della Sede del Consiglio regolatore della DOC a Roa, in Spagna; i Premi Speciali alla Committenza pubblica e privata, mirato a riconoscere il ruolo fondamentale che la committenza ha nella costruzione di un opera di architettura e nella definizione di una differente qualità dello spazio fisico e sociale, vanno rispettivamente al Comune di Venezia per la Law Court Venice (C+S Associati) e a 16 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42

20 Nuova aula liturgica Chiesa di S. Floriano by x2 architettura, Gavassa, (Re), 2008 Chiesa di San Bernardino, L'Aquila (2010) by Antonio Citterio Patricia Viel and Partners - ph. Leo Torri PRACTIC per la propria Sede direzionale e produttiva a Fagagna (UD), opera di Gri e Zucchi Associati; il Premio Speciale Legno per l Architettura, novità di questa edizione frutto della cooperazione con MADEexpo e il gruppo FederlegnoArredo, viene riconosciuto ad ABDArchitetti per le Residenze sperimentali a Selvino (BG). In ultimo, le sei Menzioni d Onore vengono assegnate a Piuarch (Bentini Headquarters a Faenza, categoria Nuovi Edifici), Gualtiero Oberti e Attilio Stocchi (Lumen a Lumezzane, categoria Parchi e Giardini), Modus Architetti (categoria Infrastrutture), Michele De Lucchi (Biblioteca di Storia dell Arte e Restauro della Manica Lunga a Venezia, categoria Riconversione e Restauro), Tamassociati (Container Medical Compound for Salam Centre in Sudan, categoria Architettura ed Emergenza) e Laboratorio Permanente (La conquista dell orizzonte, categoria Architettura Progettazione e Futuro). Il tutto a suggerire una concezione dell architettura innovativa per la scuola milanese, con uno tra i più prestigiosi riconoscimenti italiani che si discosta dal premiare gli esercizi più valevoli sotto il profilo teorico e formale per valorizzare la concretezza di opere attuali tanto nel linguaggio quanto nella struttura, tracciando un nuovo credo deciso per le generazioni future. follow us on A+D+M MAGAZINE 2013 # 42 17

21 MedaTeca, nuova biblioteca civica, Meda, MI. By Alterstudio Partners Progetto Portello, P.I.I. - Unità di intervento U2 - Parco Pubblico, Milano by LAND Restore life to memory with something new: an ambitious challenge that is worth a medal. With this motivation aside, last 16 October the Artemision entry halls in Syracuse by architect Vincenzo Latina was awarded the Gold Medal for Italian Architecture 2012, the prestigious prize held by Milan Triennale, the Italian Ministry of Heritage and Culture and MADEexpo. The jury, involving some Italian best known experts as Ennio Brion, Cecilia Bolognesi, Ole Bouman, Alberto Ferlenga, Massimiliano Fuksas, Fulvio Irace and Luca Molinari, expressed unanimously on a project that cries aloud its being Italian in getting to shape with the only available "resources, despite the difficult environment." An architecture that takes part in the history of the place with its contemporary language and taking care of intellectual and social sustainability, starting a dialogue with the surrounding ruines. Latina comes after Umberto Riva and Pierpaolo Ricatti, winners in 2003 for Fincantieri Store in Castellammare di Stabia (NA), Renzo Piano Building Workshop which was awarded in 2006 for the High Museum of Art in Atlanta and Massimiliano & Doriana Fuksas, who were honored in 2009 for their Zenith Music Hall in Strasbourg. The choice of Vincenzo Latina and his work is certainly representative of the route taken by Italian architecture in last three years and a clear track for the future. No more looking for astonishing shapes as formal commendation to the client or to the designer s skills, but less substance made able to talk by its cultural value and through the exploitation of the existing boundary. Minimal topic intervention, for an architecture which does not show off futuristic technologies any longer but aims to be wisely thought, according to a clever-tech responsible approach. A philosophy that finds in the Artemision entry hall its most complete synthesis but that reflects in the whole circus of finalists, among whom were some of the most celebrated works of last years such as New Tiburtina station in Rome 18 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42

22 (ABDR),SalewaHeadquartersinBolzano (ZucchiandParkAssociatiArchitects) and the Ronchamp site requalification by Renzo Piano Building Workshop. Even more important are the people awarded the Gold Medal for Lifetime Achievement, true icons of Milanese history as Gae Aulenti, Vittorio Gregotti and Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, whose greatness is witnessed by their works in the Milan we know. The same concepts also reflect the side prizes: the special prize Opera Prima, reserved for the first work by an under-40 designer in order to give light to the new generation that actively operates in Italy and abroad, is assigned to Estudio Barozzi Veiga for the extension of DOC Regulatory Council office in Roa, Spain; the Special Prizes for public and private commissioning, aimed at recognizing the crucial role that the client has in the construction of a work of architecture and the definition of a different quality of physical and social space, go respectively to the City of Venice for the Venice Court Law (C+S Associati) and PRACTIC for its headquarter and production facility in Fagagna (UD) by Gri and Zucchi Associati; the Special Prize for Wooden Architecture, fruit of cooperation with MADEexpo and the group FederlegnoArredo, is conferred to ABDArchitetti for their experimental living units in Selvino (BG). Finally, the six Mentions of Honor are awarded to Piuarch (Bentini Headquarters in Faenza, New Buildings), Gualtiero Oberti and Attilio Stocchi (Lumen in Lumezzane, Parks and Gardens), Modus Architects (Infrastructures), Michele De Lucchi (Library of Art History and Restoration of the Manica Lunga in Venice, Conversion and Restoration), Tamassociati (Container Salam Centre for Medical Compound in Sudan, Architecture and Emergency) and Permanent Workshop (The conquest of the horizon, Architecture Design and Future). All this to suggest a conception of architecture for innovative school in Milan, with one of the most prestigious Italian awards who deviates from rewarding best theoretical and formal exercises to enhance the reality of current works both in language and in structure, plotting a new track for future generations. follow us on Circonvallazione Bressanone - Varna, Bressanone, BZ ( ) by Modus Architects (Matteo Scagnol, Sandy Attia) - Menzione d Onore - Infrastrutture Edifici per accoglienza e monastero di Ronchamp, Francia ( ) by Renzo Piano Building Workshop con Atelier Corajoud - ph. Michel Denancé A+D+M MAGAZINE 2013 # 42 19

23 TENDENZE IL DESIGN SPONTANEO E DEMOCRATICO CONQUISTA LE CITTÀ SPONTANEOUS AND DEMOCRATIC DESIGN CONQUERS THE CITIES Text by Anna Nosari Photos by courtesy of Brera Design District, Dutch Design Week, London Design Festival, Passagen, Porta Romana Design, Superstudio Group, VenturaLambrate DESIGN WEEK La prima è stata Milano, a cui sono seguite Colonia, Londra, Parigi, Vienna, Stoccolma, Eindhoven, Pechino, Istanbul e molte altre. Ognuna con caratteristiche proprie, le design week presentano un comune denominatore: la diffusione spontanea in situazioni e spazi diversi dalle manifestazioni ufficiali, con progressiva apertura ad un pubblico più ampio, di non addetti ai lavori, spesso giovane, curioso ed entusiasta, alla ricerca di proposte informali e inconsuete. Le settimane del design rispecchiano da un lato l'esigenza di aziende e designer di creare nuove occasioni di incontro e di visibilità per la propria attività, dall'altro interpretano una richiesta di democratizzazione del design. Accanto alle proposte di showroom e grandi nomi si delinea un calendario di iniziative dallo spirito irriverente e low budget, che occupano luoghi periferici e rivalutano spazi abbandonati delle città, muovendosi lungo binari alternativi e fuori dal coro. Agli albori di questa tendenza, il movimento è stato graduale, crescendo via via in quantità e qualità, fino a vere e proprie operazioni di marketing territoriale. È il caso di Milano, dove il Fuorisalone esiste da più di trent'anni. Nato negli anni '80 da una serie di iniziative concentrate nel periodo del Salone del Mobile, è stato poi in qualche modo ufficializzato nei primi anni '90 - con la prima guida dedicata alla design week milanese. Negli anni sono aumentati sia il numero che la qualità degli eventi proposti, attirando un pubblico internazionale in tutta la città. Dal centro di Milano il Fuorisalone si è allargato a macchia d'olio, ad esempio nella zona di via Tortona, trasformatasi in un vero e proprio distretto della creatività. Da oltre un decennio, nell'intrico di vie alle spalle della stazione di Porta Genova si sono concentrate esperienze anche molto disomogenee tra loro: grandi brand accanto a marchi emergenti e a giovanissimi designer hanno disegnato un percorso con caratteristiche proprie, legato al contesto urbano e aperto al resto della città. Il design è uscito dai soliti circuiti per parlare ad un pubblico più vasto, con un linguaggio diverso e diversificato. Via Tortona è stato il primo esempio di intervento coordinato, un modello seguito poi da molte altre zone della città: da Brera a Ventura Lambrate, da Porta Romana a Porta Venezia, Porta Garibaldi e alla Fabbrica del Vapore, ex-area industriale destinata alla creatività multidisciplinare. Spostandosi all'estero, lo scettro di capitale della design week più longeva e verace va a Colonia, dove Passagen, l'evento alternativo 20 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42

24 Fuorisalone 2012 Brera Design District, Milano Fuorisalone 2012 installazione in Università Statale, Milano Paulistana by Paolo Mendes da Rocha, 1957 Dutch Design Week, Eindhoven, free taxi London Design Week 2012, Design Junction Susan Smart Photography London Design Week 2012 Mimicry Chairs by Nendo at the Victoria & Albert Museum Susan Smart Photography A+D+M MAGAZINE 2013 # 42 21

25 Passagen, Colonia Fuorisalone 2009, Temporary Museum for New Design, Superstudio Più, Milano Fuorisalone 2011, VenturaLambrate, Milano C Grassi nato nel quartiere multietnico di Ehrenfeld, si affaccia al quarto di secolo. Tocca ora altre zone della città tedesca, mantenendo la freschezza dei primi anni, sempre lasciando grande spazio alla formazione e alla ricerca con la creazione di un University Forum - ed accostando ingegnose autoproduzioni low cost alle personalità più note. Spostandoci sulle rive del Tamigi, il London Design Festival ha appena compiuto dieci anni, portando in ogni angolo della capitale britannica progetti e installazioni, valorizzando giovani talenti, risorse locali, musei, gallerie e spazi pubblici. A questa settimana del design inglese si aggiunge la Clerkenwell Design Week, più legata ai brand ma con un alto tasso di innovazione, concentrata nel quartiere londinese degli showroom di design. Possiamo poi citare in ordine sparso la Stockholm Design Week, nata intorno alle due storiche fiere di settore (Stockholm Furniture Fair e Northern Light Fair), Vienna, che coinvolge da qualche anno i designer nel progetto Passionwege, Eindhoven con la Dutch Design Week, anch'essa con oltre un decennio di storia. Le settimane del design hanno raggiunto importanza tale da perdere, talvolta, la dimensione di spontaneità che ne ha caratterizzato la comparsa. È il caso della Paris Design Week, nata nel 2011 per iniziativa degli organizzatori di Maison&Object come estensione della manifestazione ufficiale, o Pechino, voluta dalle istituzioni cinesi con l'obiettivo di trasformare il Made in China in Designed in China. Ce n'è per tutti i gusti e, ormai, il titolo di capitale del design, coniato per Milano agli albori di questo fenomeno, non si nega più a nessuno. follow us on Beijing Design Week, ph Angelo Dadda T he first was Milan, followed by Cologne, London, Paris, Vienna, Stockholm, Eindhoven, Beijing, Istanbul and numerous others. Each with its own characteristics, the design weeks have a common denominator: their "spontaneous" diffusion in situations and spaces other than official events, with a gradual opening to a wider audience of nonexperts, often young, curious and enthusiastic, in search of informal and unusual proposals. The design weeks on the one hand reflect the need for companies and designers to create new opportunities for interaction and visibility for their own business, on the other hand, they interpret a request for democratization of design. Alongside the showroom proposals and big names, a calendar of initiatives is offered with an irreverent low-budget spirit, occupying suburban areas and reassessing abandoned spaces of the city, moving along alternative tracks, off the beaten path. At the dawn of this trend, the movement was gradual, growing little by little in quantity and quality, to the point of carrying out real, territorial marketing operations. This was the case in Milan, where the Fuorisalone (literally, "Outside the showroom") has existed for more than thirty years. Born in the '80s from a series of focused initiatives during the Salone del Mobile period, it was then somehow formalized in the early '90s - with the first guidebook dedicated to the Milanese design week. Over the years, both the number and the quality of the proposed events have grown, attracting an international audience throughout the city. From the centre of Milan, the Fuorisalone has expanded like wildfire, for example, in the area of Via Tortona, which has turned into a real "creative district." For over a decade, in the tangle of streets behind 22 A+D+M MAGAZINE 2013 # 42