Introduzione all EcoDesign

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1 Boll.Ing. n :26 Pagina 17 Introduzione all EcoDesign Federico CAPPELLI, Paolo CITTI La progettazione meccanica orientata ad ottenere prodotti e processi ad elevato profilo ambientale, detta EcoDesign ed in seguito anche Design for Environment (DFE) o Green Design, nasce dalla consapevolezza di non poter sfruttare all infinito le risorse ambientali e dal desiderio di diminuire le emissioni inquinanti. Questo concetto è sintetizzabile nel termine Sviluppo Sostenibile, la cui definizione, data nel Rapporto Burtland del 1987, è: uno sviluppo che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni La rappresentazione del ciclo di vita per un prodotto inizia dalle risorse naturali, quali terra, aria ed acqua che sono trasformate, tramite una moltitudine di processi industriali, in beni di consumo. Questi sono distribuiti ai consumatori per il loro utilizzo, ed infine raggiungono la discarica dove inizia, in modo artificiale o spontaneamente, la trasformazione parziale o totale in nuove materie prime ( reincarnazione ). Per questo motivo si parla di ciclo vitale del manufatto in cui tutte le fasi di vita dell oggetto devono essere attentamente valutate e progettate. Parole chiave: EcoDesign, Eco-efficienza, Life Cycle Assessment, Guidelines, Sviluppo Sostenibile 1 Winner, R. I., Pennell, J. P., Bertrand, H. E. and Slusarczuk, M. M. G., 1988, The Role of Concurrent Engineering in Weapons System Acquisition, Institute for Defense Analyses, Alexandria, Virginia. La progettazione meccanica orientata ad ottenere prodotti e processi ad elevato profilo ambientale, detta EcoDesign ed in seguito anche Design for Environment (DFE) o Green Design, nasce dalla consapevolezza di non poter sfruttare all infinito le risorse ambientali (la terra è pur sempre un sistema chiuso) e dal desiderio di diminuire le emissioni inquinanti. Questo concetto è sintetizzabile nel termine Sviluppo Sostenibile, la cui definizione, data nel Rapporto Burtland del 1987 e poi ripresa dalla Commissione mondiale sull ambiente e lo sviluppo dell ONU (World Commission on Environment and Development, WCED), è: uno sviluppo che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Tre sono le condizioni di sostenibilità generali concernenti l uso delle risorse naturali: il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non deve essere superiore al loro tasso di rigenerazione; l immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell ambiente non deve superare la capacità di carico dell ambiente stesso; lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo. Da questa definizione discende quella di progettazione ecocompatibile, Green Design, data da Winner et al. (1988): un approccio sistematico alla progettazione integrata e simultanea di prodotti e dei processi loro collegati, compresa la produzione ed il supporto. Approccio questo, inteso a fare in modo che i progettisti considerino tutti gli elementi del ciclo di vita del prodotto, dalla sua concezione fino allo smaltimento, includendo qualità, costi, pianificazione e specifiche del cliente 1. N

2 Boll.Ing. n :26 Pagina 18 La rappresentazione del ciclo di vita per un prodotto inizia dalle risorse naturali, quali terra, aria ed acqua che sono trasformate, tramite una moltitudine di processi industriali, in beni di consumo (figura 1). Questi sono distribuiti ai consumatori per il loro utilizzo, ed infine raggiungono la discarica dove inizia, in modo artificiale o spontaneamente, la trasformazione parziale o totale in nuove materie prime ( reincarnazione ). Per questo motivo si parla di ciclo vitale del manufatto, definito anche From Cradle to Grave ovvero dalla culla alla tomba, in cui tutte le fasi di vita dell oggetto devono essere attentamente valutate e progettate. Oggi la comunità scientifica, la stessa che in passato non ha sottolineato a sufficienza i disastrosi effetti di uno sfruttamento irrazionale, condanna all unanimità l idea di un economia insostenibile, esortando gli stati a ratificare ed accettare accordi internazionali (es: accordo di Tokyo sui gas ad effetto serra Global Warming) sull utilizzo consapevole delle materie prime e per cercare di minimizzare le emissioni inquinanti. La discussione politica e scientifica è, di fatto, aperta e non ha fornito risposte a tutte le domande. Basilare, oltre all aspetto tecnologico, è lo studio dell impatto politico-sociale dei temi ambientali; l evidente approvazione da parte delle popolazioni per i governi, che operano con sensibilità nei confronti della natura, garantisce lo sviluppo di una coscienza ecologica partecipata. Nei paesi occidentali, il termine ecologia è oramai sinonimo di economia etica. Soggetti contrapposti nel dibattito ambientale sono le grandi e medie aziende: la massimizzazione del profitto economico, tipico di paesi con alti livelli d industrializzazione, ha generato, troppo spesso, modelli imprenditoriali miopi nei confronti dei temi ambientali. Alcuni produttori, costretti ad accollarsi da sanzioni amministrative e penali gli oneri dei danni recati al territorio (secondo la politica per l estensione della responsabilità dell impresa a tutto il ciclo di vita), hanno condotto studi di compatibilità ambientale sui loro prodotti, migliorandone l ecoprofilo. L aumento dei volumi di vendita, in qualche caso con lieve se non nullo aumento dei costi, ha evidenziato il benefico effetto di una progettazione consapevole. L imprenditore e/o il management aziendale, acquisendo una visione del processo produttivo che oltrepassa le soglie dello stabilimento ed acquistando macchinari più efficienti ed ecologici, ha così coniugato l innovazione del prodotto con la necessità di ridurre sprechi energetici ed i costi di smaltimento dei residui industriali. 1 - POLITICHE DI MARCATURA ECOLOGICA La sigla ISO identifica una serie di standard internazionali che fissano i requisiti di un sistema di gestione ambientale di una qualsiasi organizzazione. Lo standard ISO (tradotto in italiano dalla UNI EN ISO 14001:2004) è uno standard certificabile, in altre parole è possibile ottenere, da un organismo di certificazione accreditato che operi entro determinate regole, attestazioni di conformità ai requisiti in essa contenuti. Le norme per lo sviluppo dei Sistemi di Gestione Ambientale, secondo i criteri ISO 14000, esigono un evoluzione continua delle performance dell impianto produttivo, esaminando il processo di gestione dei materiali, delle risorse energetiche, dei rifiuti e delle emissioni durante tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto dall estrazione delle materie prime alla produzione. Un altro sistema di certificazione è Eco-Management and Audit Scheme (EMAS), uno strumento volontario creato dalla Comunità Europea al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni (aziende, enti pubblici, ecc.), nato per valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico e ad altri soggetti interessati informazioni sulla propria gestione ambientale. La seconda versione di EMAS (EMAS II) è stata pubblicata dalla Comunità Europea con il Regolamento 761/2001. Il Libro Verde sulla Politica Integrata di Prodotto (IPP) 2, adottato dalla Comunità Europea, indica come obiettivo strategico il consolidamento delle politiche ambientali, incoraggiando le imprese al primato della produzione ecologica, introducendo nelle specifiche del prodotto i requisiti ambientali e adottando sistemi di gestione ISO e/o EMAS. La Comunità Europea sostiene l uso della Life Cycle Assessment (famiglia ISO 14040) e delle metodologie di Design For Environment, reputandole adatte a perfezionare le prestazioni ambientali dell intero ciclo di vita, nel caso si desideri ottenere il marchio comunitario di qualità ecologica (EcoLabel - CE 880/92 e 1980/2000) 3 (Figura 2). Figura 1 - Rappresentazione schematica del ciclo di vita di un prodotto 2 Integrated Product Policy - What is Integrated Product Policy?, 3 EUROPA - Environment - Ecolabel - Home Page, int/comm/environment/ecolabel/index.htm 18 N

3 Boll.Ing. n :26 Pagina 19 ed un costo che incorpori l impatto ambientale. Le organizzazioni non governative saranno coinvolte nell elaborazione di soluzioni pratiche eco-sostenibili. Le imprese proporranno attivamente soluzioni ecologiche nell ambito dei vari settori industriali, collaborando con la pubblica amministrazione e con le organizzazioni non governative. In particolare per le imprese che operano in Europa, poter avere un quadro comunitario significa maggiore uniformità del mercato europeo. La leadership in campo ambientale e lo sviluppo delle imprese vanno di pari passo: l efficienza ecologica fa molto di più che portare un impresa al punto in cui i benefici ambientali si equivalgono ai costi. Figura 2 - Confini fisici della Life Cycle Assessment: la valutazione degli impatti condotta dalla culla (cradle) alla tomba (grave) è completa ma complessa e onerosa Integrated Product Policy Tutti i beni di consumo producono degradazione ambientale, dalla loro produzione all uso e smaltimento. L Integrated Product Policy (IPP) tenta di contrastare quest effetto osservando che: la progettazione di nuovi sistemi eco-compatibili è più efficace della semplice riconversione degli impianti obsoleti; l analisi LCA è spesso lunga e complicata, poiché copre tutte le aree produttive dall estrazione di risorse naturali, alla loro progettazione, produzione, marketing, distribuzione, vendita, uso e riconversione. Simultaneamente coinvolge anche molti attori quali progettisti, industria, pubblicità, rivenditori al dettaglio e consumatori. L IPP tenta di stimolare ogni singola fase componente il ciclo per migliorare le performance ambientali; con così tanti prodotti e soggetti coinvolti non esistono delle politiche semplici ed adatte ad ogni situazione. Al contrario esistono una varietà notevole di strumenti, obbligatori e volontari, utilizzabili per perseguire questo scopo (provvedimenti economici, divieti d impiego di sostanze nocive, accordi volontari per l etichettatura ambientale e linee guida di progettazione). L IPP si propone come obiettivi a breve termine, la pubblicazione, distribuzione e mantenimento delle linee guida alla produzione ecosostenibile, la creazione di un tavolo di consultazione tra le industrie europee e mondiali, ovvero la divulgazione dei principi ispiratori attraverso l organizzazione di conferenze e dibattiti. Nel medio termine devono essere rivedute le politiche di catalogazione e di bando delle sostanze pericolose; deve essere creato un osservatorio permanente della Comunità Europea sui temi del Green Design. Inoltre sono da sviluppare metodologie di marcatura e deve essere potenziata la ricerca privata, con nuove esenzioni fiscali. Questa politica si affida ad un forte coinvolgimento di tutte le parti interessate a tutti i possibili livelli d azione. I consumatori riceveranno informazioni più precise, affidabili e comprensibili riguardo ai prodotti che devono garantire qualità elevata, durata maggiore 2 - FINALITÀ E VANTAGGI DELL ECODESIGN Numerose istituzioni scientifiche sono in questo momento impegnate sulle tematiche del Green Design, con l obiettivo comune di far fronte alle carenze tecnologiche e teoriche che ne impediscono la diffusione. Il successo del prodotto, le condizioni d utilizzo, l ottimizzazione delle risorse; la salvaguardia dell ambiente sono i fattori che guidano la scelta delle alternative progettuali. Tali alternative devono perseguire i seguenti obiettivi in relazione a tutte le fasi del ciclo di vita: massimizzazione dell utilizzo delle risorse (materiali, energia); minimizzazione dei danni ambientali; ottimizzazione del sistema di produzione del prodotto; armonizzazione tra le proprietà richieste al prodotto (funzionalità, qualità, affidabilità, estetica, economicità); ottimizzazione del total life cycle cost. Possiamo dunque evidenziare i seguenti campi d interesse: analisi delle metodologie per la scelta dei materiali e loro proprietà; perfezionamento delle tecniche di Life Cycle Assessment, già riconosciute come validi strumenti d analisi dell impatto ambientale dei processi produttivi; definizione d obbiettivi, approcci, metodologie e soggetti coinvolti nell EcoDesign; sviluppo degli strumenti software adatti ai vari DfX (tabella 1) ed in particolare al Design For Disassembly, Remanufacturing, Recycling, Endof-Life, che determinano fattibilità e convenienza del disassemblaggio, del riuso e del piano di recupero ottimale. I problemi di progettazione sollevati richiedono un avvicinamento multidisciplinare, in particolare nell elaborazione sistematica del prodotto industriale (Product Design). Ciò consente un efficiente ciclo di vita del manufatto e presume diversi sistemi di recupero a fine utilizzo, assicurando comunque un elevato livello di sicurezza ed affidabilità strutturale. Questi obiettivi sono valutati con attenzione dalla definizione del concept del prodotto, poiché a questo livello l intervento è più efficace e ha minore impatto economico. L EcoDe- N

4 Boll.Ing. n :26 Pagina 20 sign ha dunque lo scopo di introdurre considerazioni ambientali in ogni fase della progettazione di prodotto in modo da ottimizzarne le prestazioni e ridurre allo stesso tempo gli impatti ambientali lungo il ciclo di vita (Figura 3). La strategia principale per minimizzare l impatto ambientale e ridurre i rifiuti è riassumibile nella legge delle 3 R : ridurre, riutilizzare, riciclare. Per prima cosa si deve ridurre l utilizzo delle risorse (materiali ed energia), poi riutilizzare la materia, senza operazioni di trasformazione, all interno dello stesso ciclo di vita o per un altro. Infine si deve riciclare la materia tramite operazioni che permettano di recuperare materiali e sostanze (potenzialmente utili in altri cicli produttivi) da prodotti altrimenti destinati ad essere gettati via. Per adottare una politica d EcoDesign possiamo prendere in considerazioni le seguenti strategie: passare da un prodotto/bene a un prodotto/funzione: dematerializzare il prodotto; condividere i beni; integrare le funzioni. agire sulle componenti del prodotto: scegliere i materiali con minor impatto ambientale; ridurre la quantità di materiale utilizzato. agire sul sistema di prodotto: migliorare la gestione del fine-vita del prodotto; ottimizzare la vita economica del prodotto. agire sulla struttura del prodotto: ottimizzare le tecniche produttive; ottimizzare il sistema logistico distributivo; ridurre gli impatti durante la fase di utilizzo. Ovviamente le indicazioni fornite da ogni singola strategia possono essere accolte per intero o solo parzialmente, sia in sequenza sia secondo un ordine legato agli interessi dell imprenditore, mantenendo comunque valido il concetto fondamentale della diminuzione dell impatto ecologico 4. Oltre al miglioramento dal punto di vista ambientale, con l applicazione delle metodologie d EcoDesign si hanno altri benefici di grande interesse per le aziende. Il più importante è la riduzione dei costi per le materie prime, per quelle ausiliarie, per il consumo energetico, per il trattamento e per lo smaltimento. Si ha un aumento della qualità del prodotto, un evoluzione dell immagine sia del prodotto sia dell azienda, un innovazione estetica/funzionale del prodotto. Quasi tutte le tecniche atte a migliorare l eco-profilo dei beni di consumo sono basate su linee guida (guidelines); questi preziosi database, contenti strategie e azioni di riprogettazione, altro non sono che un elenco di frasi o di domande per l analisi sistematica di un determinato problema. Le guidelines forniscono a chi le applica informazioni aggiuntive sull argomento in esame, ed evitano che si trascurino, per abitudine e/o distrazione, particolari che possono essere molto importanti. Esse invitano a mettere in discussione la situa- Tabella 1 - DFX e sue definizioni (Graedel and Allemby, 1995) Figura 3 - L Ecodesign si propone di integrare i requisiti ambientali con i classici parametri progettuali per ottenere, a parità di prestazioni, un minor impatto del processo/prodotto sull eco-sistema. 20 N

5 Boll.Ing. n :26 Pagina 21 Figura 4 - Diagramma dei fattori coinvolti nell EcoDesign 4 Incorporating Environmental Issues in Product Design and Realization, Dr. Bert Bras, Systems Realization Laboratory The George W. Woodruff School of Mechanical Engineering Georgia Institute of Technology Atlanta, Industry and Environment, Special Issue on Product Design and the Environment, United Nations Environment Programme Industry and Environment (UNEP/IE), Vol. 20, No. 1-2 (double issue), 1997 Invited contribution. zione esistente e le proprie conoscenze evitando che l inerzia mentale, ovvero l abitudine a pensare sempre allo stesso modo, precluda la possibilità di scovare nuove soluzioni; spesso le guidelines, tramite esempi immediati e pregnanti, consentono al progettista di stabilire senza molti sforzi le fasi del ciclo di vita da migliorare e di individuare le strategie da implementare affinché il prodotto abbia un minore impatto. Riassunte in figura 4 troviamo alcune strategie e relative misure d EcoDesign. Ad esempio la strategia 0 spinge il progettista a prendere in considerazione misure quali la dematerializzazione, l integrazione delle funzioni e la modularità dei componenti. Il progettista valuta ogni singola strategia tramite un indice numerico, che viene riportato sugli assi del diagramma (area grigia); eseguite alcune modifiche sul progetto, secondo le misure d intervento suggerite, calcola i nuovi indici di performance, ottenendo un ulteriore diagramma (area nera). Il rapporto area grigia/nera fornisce all istante indicazioni sul progresso realizzato e sulle eventuali direzioni di miglioramento Motivi di successo per l implementazione in azienda dell EcoDesign L EcoDesign deve necessariamente individuare sin dall inizio gli obiettivi da raggiungere e deve ricevere la massima attenzione dal managment. Fondamentali sono le motivazioni che possono derivare dalla tipologia dell azienda, dalla volontà di produrre prodotti innovativi e migliorare le performance ambientali ed infine dalla possibilità di ridurre i costi esterni ed interni. Alcuni punti chiave per le aziende leadership nel loro settore sono: responsabilità aziendale attiva sui problemi ambientali; motivazione del personale sugli obbiettivi da raggiungere; miglioramento dell immagine aziendale; soddisfazione da parte del prodotto/processo di tutte le norme tecniche e leggi in materia di sicurezza ed ambiente. Per quanto riguarda la produzione di prodotti innovativi è importante prendere in considerazione i seguenti fattori: miglioramento generale della qualità del prodotto; ottimizzazione del prodotto ai bisogni del cliente e delle relative funzionalità; nuove opportunità sul mercato attraverso prodotti ambientalmente compatibili; apertura verso nuovi clienti. Per quanto riguarda la possibilità di migliorare le performance ambientali e di diminuire i costi strutturali possiamo elencare i seguenti aspetti: riduzione dell uso di materie prime ed energia durante l intero processo produttivo; riduzione, fino all eliminazione, dell emissione di rifiuti, anche tossici, durante l intero processo produttivo; possibilità di marchiare il prodotto eco sostenibile per favorirne la vendita; riduzione dei costi produttivi con l eliminazione degli sprechi; N

6 Boll.Ing. n :26 Pagina 22 Figura 5 - Integrazione orizzontale e verticale dell EcoDesign nell azienda (Zust, 1998) riduzione dei costi d approvvigionamento riducendo la quantità di materiale in ingresso al sistema produttivo Fattori critici di successo È fondamentale che il management dell azienda supporti gli obiettivi del progetto d EcoDesign, allocando risorse, tempo e denaro. È importante inoltre stabilire quali strutture dell organizzazione devono essere coinvolte; in particolare è necessario individuare un team condiviso di esperti che abbiano la responsabilità di prendere decisioni su come integrare l EcoDesign sin dall inizio dello sviluppo prodotto e su come garantire una visione completa ed allargata del prodotto (figura 5). Per implementare con successo lo schema di un progetto d EcoDesign all interno dell azienda, devono essere messe in opera una serie d azioni successive (figura 6), quali la: selezione univoca e condivisa del prodotto; formazione del project team; definizione dei vincoli fisici dell ambiente di lavoro; preparazione del piano di progetto. È importante quindi selezionare un prodotto che sappiamo debba essere riprogettato oppure che debba essere progettato da zero; deve essere quello tipico dell azienda e conosciuto per i suoi alti valori di impatto e d emissione. Per formare il team, i leaders devono individuare membri da coinvolgere appartenenti a diversi dipartimenti, quali produzione, progettazione, sviluppo, vendita, marketing e coordinare le riunioni affinché siano raggiunti gli obiettivi individuati in precedenza. Il team così creato ha il compito di mettere a punto gli scopi del progetto, di stabilire la durata, di allocare un adeguato budget e di mettere a punto una precisa agenda di lavoro. Questa deve riportare tutti gli elementi necessari alla preparazione e realizzazione del progetto, quali la visione estesa a tutto ciclo di vita, la selezione delle strategie di miglioramento più adeguate e infine l implementazione dello sviluppo prodotto. 3 - LIFE CYCLE ASSESSMENT (LCA): ANALISI DEL CICLO DI VITA. Nei primi anni 70 fu constatata l impossibilità per l industria di mantenere elevati livelli di sfruttamento delle risorse poiché il naturale processo di rinnovamento delle materie prime era enormemente più lento. Prima di passare a progettare nuove modifiche il designer, per stabilire le opportunità d intervento, deve analizzare i risultati forniti dalla Life Cycle Assessment. La Society of Environmental Toxicology and Chemistry (SETAC), che ha svolto ricerche nel campo del LCA, la definisce in questo modo: Il Life Cycle Assessment é un processo obiettivo per valutare il peso ambientale (impatto) associato ad un prodotto, processo o attività tramite l identificazione e la quantificazione di energia e materia utilizzate e rilasciate nell ambiente; il Life Cycle Assessment é un processo per valutare l impatto che il rilascio e l uso di energia e materia hanno sull ambiente e per valutare e implementare processi per migliorare le condizioni ambientali. La valutazione include l intero ciclo di vita del prodotto, processo od attività, che comprende l estrazione e lavorazione delle materie prime, produzione, trasporto e distribuzione, uso, riutilizzo e manutenzione, riciclo, disposizione finale. A fondamento della metodologia LCA ci sono tre distinte fasi attuate in ordine sequenziali: l inventario, fase durante la quale i dati sui flussi in ingresso ed uscita del processo esaminato sono raccolti, ordinati e standardizzati; Figura 6 - Integrazione dell EcoDesign nei ritmi manageriali (Gresh e Zust, 1998). 22 N

7 Boll.Ing. n :26 Pagina 23 Figura 7 - Diagramma delle interazioni intercorrenti tra i moduli fondamentali per l analisi degli impatti l interpretazione, la schematizzazione delle correlazioni tra le informazioni raccolte e le anomalie ambientali riscontrate nella produzione; l ottimizzazione, fase deputata alla ricerca di tutti i possibili strumenti che migliorino gli indici di eco-efficienza (Figura 7). Sebbene il numero e la maturità dei vari indici, presenti in letteratura, usati per il life cycle assessment siano rapidamente cresciuti, questi risentono della mancanza d analisi e coerenza; pesi e criteri dei fattori in esame sono oggetto di discussioni, in quanto misurati secondo unità non paragonabili. I database dei materiali, sviluppati per le tecniche di valutazione del life cycle, non sono direttamente trasferibili dall Europa agli USA spesso a causa delle differenze nelle classificazioni di tossicità delle sostanze. 4 - CONFRONTO TRA LCA E GREEN DESIGN L LCA è un analisi onerosa poiché sono necessari notevoli sforzi per raccogliere dati significativi, tuttavia fornisce risultati validi e comunemente accettati; in verità, è necessario polemizzare con quanti pretendono di confrontare le prestazione ambientali di prodotti molto diversi utilizzando i risultati di una LCA. Essa si basa, laddove non è possibile ottenere dei dati d analisi, su assunzioni che sono, per loro stessa natura, soggettive (da questo deriva il termine assessment, vale a dire valutazione, e non analysis). La metodologia del DfE, che al contrario dell L- CA è sempre applicata su beni non ancora esistenti, agisce durante la fase di ideazione delle diverse soluzioni progettuali. Per ognuna di queste è calcolato un indice numerico aggregato d impatto: minore sarà il valore migliore sarà la soluzione scelta. Tramite modifiche virtuali iterative possiamo prevedere con largo anticipo se stiamo ottimizzando profilo ecologico del prodotto. Ovviamente, uno dei limiti è l impossibilità di avere una completa visione d insieme, dato che non tutte le implicazioni produttive possono essere chiare in fase di progetto. Il DFE non può fornire l analisi esaustiva dei carichi ambientali ma possiede rapidità di studio degli impatti, caratteristica estranea alla LCA. L effettivo valore aggiunto degli strumenti d analisi DFX è l estrema semplicità con cui si possono integrare valutazioni ambientali nelle classiche e collaudate metodologie di progettazione (figura 8). Figura 8 - Confronto tra le capacità d analisi e ottimizzazione delle varie tecniche Federico CAPPELLI, nato nel 73 a Firenze, si è laureato in Ingegneria Meccanica, si occupa di progettazione eco-compatibile, è partner di numerosi Enti regionali e provinciali toscani nonché delle Università di Firenze e Pisa oltre a numerose Aziende private. Paolo CITTI, nato nel 43 a Lucca, laureatosi in Ingegneria Nucleare è attualmente Professore di ruolo in «Costruzione di Macchine» particolarmente indirizzato al progetto e costruzione, alla qualità, affidabilità e sicurezza delle costruzioni meccaniche; è membro del Consiglio di Amministrazione dell Università di Firenze e del Consiglio direttivo dell AICQ tosco-ligure, è autore di numerose pubblicazioni e annovera oltre cento memorie pubblicate su riviste nazionali ed internazionali N

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