Atti Parlamentari 33 Camera dei Deputati

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1 Atti Parlamentari 33 Camera dei Deputati cidari; diffusa è anche la presenza di depressione associata a disturbi dell alimentazione; soprattutto nelle aree metropolitane, le donne appaiono particolarmente esposte a forme di disagio sociale derivanti dalla difficoltà di adattamento alle dinamiche e alle sollecitazioni di una società post industriale sempre più complessa ed in continua trasformazione; il risultato disadattivo delle donne, che non riescono a rispondere a tali sollecitazioni contestuali, si traduce in «costi collettivi» particolarmente elevati in termini di aumento dell aggressività sociale manifesta o mascherata, di regola associata a stati depressivi che spesso rischiano di tradursi in disturbi della psiche; l esigenza di uno sguardo mirato alle patologie e alle problematiche sociosanitarie legate all universo femminile nell ambito della programmazione nazionale deve trovare il proprio naturale e necessario compimento a livello regionale, in quanto anche le regioni, con il contributo degli enti locali per la parte di più specifico rilievo sociale, hanno una responsabilità diretta nei confronti della tutela e della garanzia dei bisogni sanitari emergenti della popolazione femminile, impegna il Governo: a promuovere, nella programmazione socio-sanitaria nazionale, il consolidamento di un approccio mirato al tema della salute della donna, al fine di offrire risposte effettive alle patologie, che, di natura o per la loro incidenza statistica, riguardano in particolare l universo femminile, favorendo anche in ambito medico una nuova sensibilità nei confronti delle esigenze assistenziali della donna, nelle successive fasi evolutive ed in rapporto alla diversa intensità dei bisogni; a sottolineare l importanza delle problematiche relative alla procreazione come strumento chiave per la promozione del benessere della donna, proseguendo ed implementando gli interventi di prevenzione e cura delle patologie dell apparato riproduttivo, anche nella prospettiva della riduzione del rischio di infertilità, legato, in particolare, all innalzamento dell età media al parto; a promuovere un nuovo approccio al tema della nascita e del parto incentrato, in particolare, sulla riduzione dei fattori di rischio materno in gravidanza e di quelli del feto e del neonato in epoca perinatale, sulla diffusione dei corsi di preparazione al parto, sulla promozione del parto fisiologico, sulla corretta informazione in relazione alla demedicalizzazione del parto, sull importanza di una corretta nutrizione e stile di vita, sulla promozione, sostegno e protezione dell allattamento al seno; a prevenire e contenere il ricorso delle donne allo strumento dell interruzione volontaria di gravidanza, favorendo l adozione di forme di supporto alla donna dal concepimento alla nascita e realizzando lo spirito originario della legge n. 194 del 1978, che fin dall articolo 1 evidenzia che l interruzione volontaria di gravidanza non costituisce uno strumento per il controllo delle nascite; a proseguire l efficace azione di prevenzione delle patologie oncologiche del genere femminile, potenziando il sistema di screening e promuovendo campagne informative volte a consolidare abitudini alimentari e di vita atte a contenere l esposizione ai tumori; a valorizzare gli interventi di prevenzione e di diagnosi precoce di patologie, quali l osteoporosi, le disfunzioni metaboliche, l artrosi, che mostrano una spiccata prevalenza all interno del genere femminile; a proseguire e promuovere nuove campagne informative sull importanza, per le donne, dell adozione di una corretta e sana alimentazione quale strumento di prevenzione delle patologie, soprattutto a carattere cronico, e di promozione di più elevati livelli di benessere; a proseguire e ulteriormente implementare campagne di sensibilizzazione

2 Atti Parlamentari 34 Camera dei Deputati sull astensione dal fumo di sigaretta, informando le donne sui rischi di infertilità ad esso connessi e sulle possibili correlazioni con l incremento della mortalità fetale e neo-natale (sids); ad approfondire le problematiche relative alla chirurgia plastica ricostruttiva, soprattutto se conseguente a patologie oncologiche, individuando nuovi protocolli assistenziali atti a garantire alle donne, che si rivolgono a tali interventi, massima trasparenza circa le implicazioni anche di lungo periodo, elevati livelli di affidabilità e sicurezza nell accesso alle cure; a promuovere programmi integrati in ambito sociale e sanitario atti a fornire una risposta effettiva agli stati di disagio psico-sociale delle donne (donne vittime di violenze, stati di depressione conseguenti a divorzi, vedovanza o altri eventi familiari traumatici, donne affette da patologie oncologiche, soprattutto se soggette ad interventi chirurgici di asportazione del seno, donne vittime di mobbing, depressione post partum ed altre situazioni analoghe), anche attraverso il ricorso a forme di consulenza informatica che utilizzino la rete quale strumento di rilevazione delle situazioni a rischio e di sostegno psicologico a carattere continuativo, attraverso un accesso riservato e protetto a consulenze psicologiche on line; a promuovere la piena attuazione anche a livello regionale delle politiche integrate di assistenza socio-sanitaria alla donna elaborate a livello nazionale, attraverso il ricorso ad intese ed accordi da stipularsi presso la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, quale strumento di definizione di comuni obiettivi e linee di indirizzo atte a garantire più elevati livelli di salute al femminile. ( ) (Nuova formulazione) «Laura Molteni, Lussana, Munerato, Comaroli, Goisis, Lanzarin, Maccanti, Negro, Pastore, Rivolta». (2 febbraio 2009) La Camera, premesso che: la comunicazione dell 8 marzo 2007 della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio ha sottolineato come la parità tra donne e uomini sia un valore essenziale di crescita e di riduzione della povertà, nonché una delle chiavi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio; detta parità non è stata ancora raggiunta e, in particolare, vi sono una serie di fattori, quali la scarsità di potere economico delle donne, il loro ruolo sociale, la limitata partecipazione delle medesime agli studi clinici, che finiscono per influire negativamente sulla salute femminile; la salute delle donne è la misura dell equità, della qualità e dell efficacia del servizio sanitario nazionale e deve essere considerata in tutte le politiche. Il miglioramento del servizio sanitario nazionale passa, quindi, anche per un innovativo approccio «di genere», che permetta di riconoscere le differenze non solo biologiche, ma anche relative alla dimensione sociale del genere stesso; un numero crescente di studi conferma quanto le donne risultino svantaggiate rispetto agli uomini relativamente alla tutela della salute e quanto è importante promuovere e sviluppare una maggiore consapevolezza sociale e individuale sui fattori di rischio legati alla salute e alle condizioni di vita femminili. Detti fattori di rischio non riguardano, infatti, solamente gli aspetti della salute in senso stretto, ma sono anche intrinsecamente legati al ruolo sociale della donna sempre più impegnata in ambito lavorativo e alla propensione femminile ad occuparsi dei bisogni altrui, spesso anteponendoli ai propri; il lavoro svolto dall osservatorio nazionale sulla salute della donna, attraverso, tra l altro, il libro bianco «La salute della donna. Stato di salute e di assistenza nelle regioni italiane», presentato nel luglio 2007, e il libro verde presentato nel settembre del 2008, ha contribuito positivamente a fotografare la condizione di

3 Atti Parlamentari 35 Camera dei Deputati salute delle donne nel nostro Paese, «pesando» una serie di bisogni e di servizi per le donne, analizzando le diverse patologie che colpiscono l universo femminile, proponendo strategie di prevenzione e una cultura della salute di genere; dai suddetti lavori, viene evidenziato tra le altre cose come la salute della donna è in parte cambiata, perché è mutato il suo ruolo nella società. Sempre più presenti nel mondo del lavoro, ma impegnate contemporaneamente nel suo ruolo in casa, le donne si trovano oggi ad essere attive su più fronti contemporaneamente, con inevitabili situazioni di stress che finiscono per avere un riflesso negativo sulla loro salute; nel nostro Paese le donne vivono più a lungo degli uomini (nel 2006 la loro speranza di vita alla nascita era di 84 anni, contro i 78,3 anni degli uomini), ma spesso vivono peggio. Secondo l ultima indagine Istat su «condizione di salute e ricorso a servizi sanitari», un indagine che viene svolta con cadenza quinquennale, già a partire dalle classi centrali di età le donne hanno rispetto agli uomini una percezione negativa del proprio stato di salute. In effetti, se si eccettuano le malattie respiratorie e l infarto del miocardio, esse sono affette con maggiore frequenza degli uomini da quasi tutte le patologie croniche e, in particolar modo, da patologie osteoarticolari, malattie neurodegenerative, diabete, disturbi della funzione tiroidea, ipertensione arteriosa, vene varicose, osteoporosi e cefalea; vivendo mediamente di più degli uomini, le donne si ammalano maggiormente, in particolare di patologie croniche e degenerative, e, paradossalmente, vengono curate con farmaci non testati specificamente su di loro. Le donne, a causa del loro complesso sistema ormonale, prolungano i tempi necessari per una sperimentazione, necessitano di regole ben più precise, devono usare un anticoncenzionale per evitare gravidanze durante lo studio e così creano troppi problemi alle lobby, per cui più semplicemente non vengono inserite nelle sperimentazioni farmacologiche. Ma gli ormoni femminili possono interferire con il metabolismo di molti farmaci, come gli antistaminici, gli antibiotici e gli antipsicotici: di conseguenza, gli effetti farmacologici ne potranno risultare amplificati o ridotti. In sostanza, vengono prescritti farmaci di cui si conosce perfettamente il meccanismo d azione sull uomo, ma non sulla donna; si ricorda che un documento del dicembre 2008 del Comitato nazionale di bioetica rilevava come, sebbene le donne siano le maggiori consumatrici di farmaci, le sperimentazioni dei medicinali tendono a non tenere in sufficiente considerazione la loro specificità e il cambiamento delle condizioni di salute femminile, con un conseguente incremento di effetti collaterali; tra le cause della maggiore morbilità femminile, oltre ai fattori biologici, devono essere ricordati alcuni rischi specifici: a) il lavoro domestico, con i conseguenti rischi in termini sia di esposizione ad agenti nocivi, che in termini di incidenti domestici (il 70 per cento dei quali riguarda le donne); b) la coesistenza di più ruoli lavorativi (domestico e professionale); c) il fatto che le donne adulte, per il loro ruolo centrale nella famiglia, sono più soggette a subire gli effetti debilitanti, psicologici ed emotivi di una patologia e/o delle tensioni familiari; si ricorda che un dato evidenziato nel 2007 dal dipartimento di salute mentale dell ospedale Fatebenefratelli di Milano indicava come il 23 per cento delle donne soffre di insonnia, ansia e depressione, spesso per un eccesso di lavoro e per uno stile di vita «sregolato»; per quanto riguarda la mortalità nella popolazione femminile, la prima causa resta legata alle malattie cardiovascolari, seguita dai tumori. Oltre al tumore al seno, sono in aumento nelle donne i tumori al polmone, legati all aumento delle fumatrici, e sono ancora troppi i tumori del collo

4 Atti Parlamentari 36 Camera dei Deputati dell utero. Se complessivamente, infatti, la mortalità per tumori è in diminuzione, i nuovi casi, ed in particolare per il tumore al seno, all utero, al colon e al polmone, sono in aumento: in sostanza, fortunatamente, si muore di meno, ma ci si ammala di più, e ciò è spiegabile grazie alla diffusione della cultura della prevenzione e alla diffusione dei programmi di screening; l informazione e la diagnosi precoce sono, quindi, senza dubbio, «l arma vincente». Va ricordato che in Italia solo poco più della metà dei soggetti, nelle fasce di età a rischio, si sottopone agli screening per la diagnosi precoce dei tumori del seno e dell utero; purtroppo in questo ambito permangono forti ed inaccettabili differenze fra Nord e Sud del Paese. Se a livello nazionale, nel 2005, la percentuale di donne tra i 50 e i 69 anni inserite in un programma di screening è risultata mediamente pari al 76,4 per cento, al Nord e al Centro la copertura è stata di oltre il 90 per cento, mentre al Sud la copertura si è fermata al 39 per cento. Emergono, quindi, forti disparità regionali anche nei confronti dell assistenza offerta che dovrebbero essere urgentemente colmate; vanno, inoltre, considerate alcune ulteriori patologie che colpiscono prevalentemente le donne. Tra queste si ricorda: a) l endometriosi, una malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto della mucosa dell utero in altre sedi, quali gli organi pelvici, le ovaie, l intestino, ma anche il peritoneo. Poiché provoca un infiammazione cronica della sede colpita, è responsabile di dolori pelvici, cisti ed aderenze. Nei casi più gravi l endometriosi può essere invalidante, incidere sulla qualità della vita della donna ed essere associata ad una condizione di sterilità (30/35 per cento). Si calcola che, nella popolazione occidentale, donne su 100 sono affette da endometriosi, almeno 3 milioni in Italia; b) l osteoporosi, una malattia coniugabile prevalentemente al femminile, che colpisce il 23 per cento delle donne sopra i 40 anni (circa 3,5 milioni di donne) e ha una incidenza quattro volte maggiore rispetto agli uomini; c) l artrite reumatoide, una patologia infiammatoria cronica che colpisce circa lo 0,4 per cento della popolazione e, in particolare, le donne con un rapporto di 4:1 rispetto agli uomini. Anche in questo caso risulta particolarmente importante la diagnosi precoce per poter prevenire i danni articolari; d) l Alzheimer, una malattia degenerativa che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello. Siamo di fronte a una patologia principalmente femminile (si calcola che il 7,5 per cento delle donne ultra 65enni ne siano colpite contro il 5,2 per cento degli uomini); e) depressione e ansietà cronica. Anche in questo caso sono molto di più le donne a soffrirne rispetto agli uomini in tutte le fasce di età; attualmente è disponibile un ulteriore strumento per la prevenzione secondaria e lo screening, l hpv test: l esame che rileva la presenza di dna dei virus prima che insorga un tumore, consentendo pertanto di identificare con grande anticipo le donne a rischio di sviluppare la malattia. Si ricorda che oltre 1400 nuovi casi di tumore al collo dell utero e 500 decessi possono essere evitati, ogni anno in Italia, per effetto della vaccinazione contro il virus hpv, principale responsabile di questa neoplasia; in Italia il vaccino contro l hpv, il primo in grado di prevenire un tumore, è offerto gratuitamente alle dodicenni dal Sono circa le ragazzine interessate dalla campagna vaccinale e, secondo i primi dati, diffusi a Nizza nel mese di novembre 2008, in occasione del congresso dell Organizzazione europea per la ricerca sulle infezioni e neoplasie genitali (Eurogin), nelle regioni che per prime hanno avviato il programma di vaccinazioni (Veneto, Basilicata) si è già raggiunta una copertura attorno all 80

5 Atti Parlamentari 37 Camera dei Deputati per cento. In 12 regioni è stato attivato un prezzo agevolato per donne fra i 13 e i 26 anni che vogliono vaccinarsi, 5 hanno già esteso la copertura gratuita ad altre fasce d età; rimane il fatto che il prezzo del vaccino contro il papilloma virus umano (hpv) è ancora elevato, soprattutto in questa fase iniziale di messa in commercio, dove la sua diffusione non è ancora elevata, impegna il Governo: a realizzare un efficace politica di prevenzione e una cultura della salute di genere e di diffusione di campagne e programmi di screening, uniformemente su tutto il territorio nazionale, avendo come priorità la drastica riduzione delle attuali inaccettabili disparità regionali relative all assistenza socio-sanitaria offerta; ad impegnarsi al fine di attivare, di concerto e in coordinamento con le regioni, nuovi servizi sanitari strutturati in base all età della popolazione e alla composizione per sesso, al fine di ridurre le differenze di genere e per un sistema socio-sanitario che non può più essere gestito in modo indistinto; a conseguire obiettivi di salute, tali da garantire che tutti i cittadini possano accedere ai servizi di diagnosi precoce e di prevenzione; a garantire una diffusione capillare a livello regionale, che consenta la riduzione del prezzo del vaccino hpv, nonché la sua effettiva diffusione, incentivando così lo sviluppo di politiche di prevenzione integrate, che affianchino la vaccinazione antihpv al pap-test; ad ampliare le fasce di giovani a cui offrire gratuitamente il vaccino, che dovrebbe essere garantito nei livelli essenziali di assistenza, in via di approvazione dal Governo, solamente alle dodicenni; a promuovere un organizzazione sociale tesa a supportare la donna nei suoi molteplici ruoli (asili nido, orari flessibili, scuole con possibilità di orario prolungato); ad adoperarsi affinché gli istituti di ricerca, ed in particolare le industrie farmaceutiche, conducano equamente i loro programmi di sperimentazioni farmacologiche anche sul genere femminile, alla luce dei pericoli di una farmacologia «neutrale» e indifferente rispetto alle differenze sessuali; a promuovere una campagna di istruzione, informazione e prevenzione delle malattie della donna già in ambito scolastico; a incentivare la ricerca scientifica sui metodi che favoriscono l ottenimento di una gravidanza anche dopo chemioterapia; a riconoscere l endometriosi come malattia sociale, istituire un registro nazionale dell endometriosi per valutare l incidenza sulla popolazione femminile italiana e per l inquadramento delle forme severe e promuovere una campagna di sensibilizzazione e d informazione su questa malattia, anche attraverso una giornata nazionale per la lotta all endometriosi; ad attuare una campagna d informazione e di prevenzione nei confronti dell osteoporosi ed istituire un registro nazionale, al fine di inquadrare la malattia e la diffusione delle sue complicanze sul territorio nazionale; a consentire a tutte le donne che vivono o soggiornano, anche temporaneamente, nel nostro Paese di avere un assistenza sanitaria adeguata, nel rispetto della vita della donna e, spesso, anche di un altra che sta per nascere. ( ) «Palagiano, Mura, Donadi, Evangelisti, Borghesi». (2 febbraio 2009) La Camera, premesso che: a differenza di quanto denunciato dal rapporto Onu 2008, le condizioni di

6 Atti Parlamentari 38 Camera dei Deputati salute delle donne in Europa in generale ed in Italia in particolare sono migliorate nel corso degli ultimi decenni, anche se permangono alcune differenze sostanziali tra uomini e donne nei rischi di contrarre malattie invalidanti; solo recentemente si stanno affrontando le implicazioni legate alla specificità della salute femminile, sia dal punto di vista medico-scientifico che da quello sociale e culturale; i più importanti e recenti studi di medicina sono concordi nel ritenere che l assunzione di un sempre maggiore e gravoso ruolo sociale della donna, impegnata sul fronte familiare e lavorativo, ha comportato inevitabili ripercussioni sulla sua salute; rispetto alle fasi tipiche dell uomo, il percorso di vita di una donna (pubertà, fase riproduttiva, periodo pre-menopausale, menopausa e fase post-menopausale) produce profondi cambiamenti e complicate problematiche dal punto di vista sanitario; rispetto agli uomini importanti ricerche confermano una maggiore vulnerabilità delle donne ai danni provocati dal tabagismo e, in particolare, è stata scoperta una relazione pericolosa tra fumo e due tipi di patologie tumorali femminili, il tumore al collo dell utero e quello al seno, e si stima che entro il 2025 il tabagismo potrebbe diventare la prima causa di morte per tumore fra le donne nel mondo; la Written declaration on endometriosis, siglata con delibera n. 30 del 2004 del Parlamento europeo, evidenzia come l endometriosi, patologia poco conosciuta dal punto di vista sociale e medico, colpisce una donna su dieci nell Unione europea e che l onere annuale dei congedi malattia dovuti a tale affezione, nell Unione europea, viene stimato in 30 miliardi di euro annui; in Italia il 33 per cento delle nascite avviene oggi per parto cesareo. Si tratta di una percentuale troppo elevata secondo le organizzazioni sanitarie, che denunciano il facile ed eccessivo ricorso a questa pratica, spesso non motivata da ragioni mediche legate alla condizione della mamma o del bambino e che comporta tutti i rischi correlati ad un intervento chirurgico; la crescente tendenza dell obesità nelle donne italiane comporta conseguenze non solo dal punto di vista estetico e di vita di relazione, ma è soprattutto un importante problema medico ed è correlato ad una maggiore incidenza di malattie, come diabete, ipertensione, arteriosclerosi, patologia cardiovascolare, tumori e malattie degenerative ossee; l osteoporosi è stata riconosciuta dall Organizzazione mondiale della sanità «una vera e propria malattia sociale e una delle grandi sfide dei prossimi decenni». Secondo un recente rapporto a cura del Parlamento europeo, in Europa il 40 per cento delle donne che oggi hanno 50 anni avrà almeno una frattura da fragilità ossea e il 17,5 per cento delle donne una del femore, mentre in Italia l osteoporosi ha assunto aspetti di una vera e propria malattia sociale con danni soggettivi gravi, quali fratture e forme di disabilità, con relativi elevati costi personali e sociali; l alcolismo ha un tasso d incremento superiore a quello maschile e negli ultimi anni questo fenomeno è diventato di rilevanza sociale, sia perché la donna impiega un tempo più limitato dell uomo per diventare un alcolista e sia per la maggior vulnerabilità dell organismo femminile nei confronti dell alcool; la mortalità correlata all alcool, in una fascia d età compresa fra i 30 e i 34 anni, è, infatti, oltre 3 volte superiore rispetto all uomo, impegna il Governo: a reperire le risorse necessarie ad un maggior sostegno della ricerca di base sulle principali patologie che colpiscono le donne; a potenziare il sistema di screening oncologico, soprattutto per la diagnosi dei tumori del seno e dell utero;

7 Atti Parlamentari 39 Camera dei Deputati ad adottare misure volte a monitorare e contenere l eccessivo ricorso al taglio cesareo, a verificare i dati sulla morbilità e mortalità materne e neonatali e ad effettuare una rilevazione dei costi relativi a tale pratica e un censimento delle strutture abilitate; a promuovere campagne di informazione in ambito scolastico e universitario sui problemi legati alla salute delle donne, dirette, soprattutto, a sensibilizzare le giovani generazioni sui rischi per la salute correlati al tabagismo, all alcolismo e all assunzione di sostanze stupefacenti; ad adottare iniziative volte a stimolare una maggiore partecipazione delle donne all elaborazione di strategie primarie e secondarie di prevenzione della salute; a programmare campagne di informazione sull endometriosi quale malattia debilitante e favorire la ricerca sulle cause, sulla prevenzione ed il trattamento di tale patologia; ad includere l osteoporosi tra le malattie croniche invalidanti, a favorirne l inserimento tra le iniziative di prevenzione del servizio sanitario nazionale ed agevolare la ricerca biomedica e sanitaria su di essa, oltre a dar corso a campagne informative ed educative tra la popolazione e tra gli operatori sanitari. ( ) «Capitanio Santolini, Nunzio Francesco Testa, Vietti, Volonté, Delfino, Ciccanti, De Poli, Compagnon, Naro». (3 febbraio 2009)

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