Varese, novembre 2013 BOZZA
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- Giustino Riccardi
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1 PROTOCOLLO D'INTESA PER LA PROMOZIONE DI STRATEGIE CONDIVISE FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE E CONTRASTO DEL FENOMENO DELLA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE Varese, novembre
2 PROTOCOLLO D'INTESA PER LA PROMOZIONE DI STRATEGIE CONDIVISE FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE E AL CONTRASTO DEL FENOMENO DELLA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE TRA Il Comune di Varese, con sede in via Sacco, 5 - Varese, rappresentato dal Sindaco pro-tempore, Attilio Fontana; La Prefettura UTG di Varese, con sede in piazza Libertà, 1 - Varese, rappresentata dal Prefetto, Giorgio Zanzi; Tribunale di Varese, con sede in piazza Cacciatori delle Alpi, 4 - Varese, rappresentato dal Presidente del Tribunale,.; Procura della Repubblica, con sede piazza Cacciatori delle Alpi, 4 - Varese, rappresentata dal Procuratore,.; La Questura di Varese, con sede in piazza Libertà, 2 - Varese, rappresentata dal Questore, Francesco Messina; Il Comando Provinciale dei Carabinieri, con sede in via Saffi, 55 - Varese, rappresentato da. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, con sede in via Foresio, 6 - Varese, rappresentato da. La Provincia di Varese, con sede in piazza Libertà, 1 - Varese, rappresentata dal Commissario Straordinario, Dario Galli; La Consigliera di Parità della Provincia di Varese, con sede in piazza Libertà, 1 - Varese, rappresentata da Luisa Cortese; L'Ufficio Scolastico Territoriale di Varese, con sede in via Copelli, 6 - Varese, rappresentato dal Dirigente, Claudio Merletti; l'azienda Sanitaria Locale di Varese, con sede in via Ottorino Rossi, 9 - Varese, rappresentata dal Commissario Straordinario, Piergiorgio Berni; L'Azienda Ospedaliera di Varese Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, con sede in viale Borri, 57 - Varese, rappresentata dal Direttore Generale, Callisto Bravi; La Fondazione Felicita Morandi, con sede in piazza Libertà, 1 - Varese, rappresentata dalla Presidente, Giovanna Scienza; L Associazione Eos Varese Centro di ascolto e accompagnamento per donne maltrattate, con sede in via Fiasconi, 4 - Varese, rappresentata dalla Presidente Camilla Zanzi; L'associazione Amico fragile, con sede in. - Varese, rappresentata dalla Presidente, Liliana Colombo; L Associazione Tutela la Persona Onlus, con sede in via Bernardino Luini, 19 - Varese, rappresentata dalla Presidente Adriana Bianchi Simionato. PREMESSO: che la violenza contro le donne rappresenta un fenomeno drammaticamente attuale che colpisce donne di ogni estrazione sociale e livello culturale; che la violenza si manifesta non soltanto con episodi a sfondo sessuale ma anche con violenze fisiche e psicologiche consumate ai danni delle
3 donne; che il fenomeno è aggravato, in numerosi casi, dal fatto che soggetti passivi sono anche i minori e che le violenze si manifestano in ambito familiare; che la violenza di genere e, in particolare, contro le donne, è presente in tutti i Paesi, ed è trasversale a tutte le culture, indipendentemente da fattori sociali, economici e culturali; che la violenza nei confronti delle donne deriva da rapporti di forza impari fra uomini e donne che portano ad una grave discriminazione all'interno della società e della famiglia; che la discriminazione, che nega pari diritti e dignità a uomini e donne, è uno degli elementi principali che alimentano e scatenano la violenza contro le donne; che gli ultimi dati ufficiali sulla violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia sono quelli relativi all'indagine Istat del 2006, secondo la quale, nei 12 mesi precedenti la rilevazione, sono state un milione e 150 mila le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito violenza, mentre sono 6 milioni e 743 mila quelle che, nel corso della loro vita, hanno subito una violenza fisica o sessuale; 2 milioni e 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori (stalking). Il 14,3% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale all'interno della relazione di coppia. Le violenze all'interno delle relazioni di coppia non vengono denunciate (si parla di un sommerso del 93%). Mediamente, ogni anno, 100 donne vengono uccise in Italia; che la violenza contro le donne deve essere nominata e riconosciuta perché possa essere svelata ed affrontata, anche attraverso la costruzione di reti di relazioni in grado di sostenere concretamente le donne nei loro percorsi di uscita dalla violenza. IN COERENZA CON: i principi costituzionali, in particolare gli artt. 3 e 32 della Costituzione; la normativa comunitaria e nazionale, in particolare: o la Raccomandazione del Consiglio d'europa del 30 aprile 2002 per la protezione delle donne dalla violenza e i principi in essa ribaditi; o la Convenzione di Istanbul del Consiglio d'europa dell'11 maggio 2011 sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica; o la Direttiva 2000/43/CE del Consiglio del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone, indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica; o la Direttiva 97/80/CE del Consiglio del 15 dicembre 1997, riguardante l'onere della prova nei casi di discriminazione basata sul sesso; o la Dichiarazione del Consiglio del 19 dicembre 1991, relativa all'applicazione della Raccomandazione della Commissione sulla tutela della dignità delle donne e degli uomini nel mondo del lavoro, compreso il Codice di Condotta relativo ai provvedimenti da adottare nella lotta contro le molestie sessuali; o la Legge 20 febbraio 1958, n. 75, "Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui";
4 o la Legge 15 febbraio 1996 n. 66 che configura la violenza sessuale come delitto contro la persona, abrogando la precedente disciplina che considerava la violenza sessuale come un reato che offende la morale e la società; o il D. Lgs 25 luglio 1998, n. 286, art. 18, "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero", come modificato dalla legge 30 luglio 2002, n. 189 (cosiddetta legge"bossi-fini"); o la Legge 4 aprile 2001, n. 154, "Misure contro la violenza nelle relazioni familiari"; o la Legge 11 agosto 2003, n. 228, "Misure contro la tratta di persone", artt. 12 e 13; o la Legge 23 aprile 2009, n. 38, in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori che apporta modifiche e integrazioni al Codice Penale, introducendo, tra le altre novità, il reato di stalking ossia di condotte reiterate di minacce o molestie; o la Legge Regionale 3 luglio 2012, n. 11 "Interventi di prevenzione, contrasto e sostegno delle donne vittime di violenza"; o la Legge Nazionale 15 ottobre 2013 n. 119 "Disposizioni urgenti in materia di sicurezza per il contrasto della violenza di genere nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province. ESAMINATI: il disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati il 14 luglio 2009 sulle disposizioni in materia di violenza sessuale, che include la positiva esperienza dei protocolli d'intesa all'art. 11 (Protocolli d'intesa); l'invito rivolto dal Ministero dell'interno a tutte le Prefetture, in data 11 marzo 2009, di diffondere il modello dell'intesa tra componenti Istituzionali, Forze dell'ordine, Enti Locali e soggetti privati, in merito alle iniziative finalizzate all'adozione di strategie condivise volte alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne, come già realizzato in altre realtà territoriali; CONSIDERATO: che, valutata la delicatezza e gravità del fenomeno, si è inteso promuovere un occasione di confronto locale volta all adozione di strategie condivise finalizzate alla sua prevenzione e contrasto; che appare opportuno promuovere l adozione delle suddette strategie condivise in quanto, pur dando atto dell estesa e proficua attività sviluppata in tal senso - singolarmente o in forma raccordata - da numerosi soggetti istituzionali ed associativi nella provincia di Varese, occorre implementare tale sistema attraverso iniziative mirate finalizzate ad ottimizzare risorse ed energie, migliorando la qualità delle risposte offerte dai servizi interessati, nonché a mantenere un rapporto di costante interlocuzione tra le diverse componenti che operano nel settore; che la Legge Regionale 3 luglio 2012, n. 11 sopra citata ben evidenzia gli ambiti da monitorare e presidiare a cura delle istituzioni e dei soggetti in tal senso finalizzati, i quali devono garantire azioni di coordinamento della rete territoriale antiviolenza, assicurando nel contempo condivisione degli
5 obiettivi e conoscenza dell offerta di servizi sul territorio, con particolare riguardo a: o interventi di sensibilizzazione e prevenzione, attraverso: a) la diffusione di una cultura della legalità e del rispetto dei diritti della persona e nella fattispecie della donna; b) campagne informative e preventive all interno del sistema scolastico e formativo; c) una comunicazione mediatica e pubblicitaria a tutela dell immagine della donna. o interventi di protezione, sostegno e reinserimento delle vittime, attraverso: a) azioni mirate di accoglienza di primo, secondo e terzo livello; b) progetti personalizzati di accompagnamento volti al superamento della situazione di disagio e al recupero dell autonomia, sia della donna sia degli eventuali minori coinvolti. o interventi di formazione, attraverso: a) percorsi di formazione e aggiornamento rivolti agli operatori sociosanitari ed a tutti i soggetti che, a vario titolo, sono inserite nella rete di offerta di servizi finalizzati al contrasto ed alla prevenzione della violenza contro le donne; b) programma educativi finalizzati all acquisizione di competenze per l individuazione dei casi di violenza o maltrattamento. o interventi di monitoraggio, attraverso la raccolta, l elaborazione, l analisi e la divulgazione di informazioni sulle caratteristiche e sulle evoluzioni del fenomeno in oggetto, nel rispetto di diritti di riservatezza delle persone coinvolte. LE PARTI CONCORDANO QUANTO SEGUE Art. 1 (Obiettivi) Il presente Protocollo, nel più ampio quadro delle politiche nazionali, regionali e locali, ha come obiettivi: o l analisi e il monitoraggio del fenomeno, lo sviluppo di azioni finalizzate alla sua prevenzione e contrasto attraverso mirati percorsi di sensibilizzazione, educativi ed informativi, l emersione del fenomeno, in cui si inscrivono anche le iniziative volte a facilitare la raccolta delle denunce, l assistenza e il sostegno alle vittime della violenza in tutte le fasi susseguenti al verificarsi di un episodio; o la collaborazione con gli altri soggetti firmatari a momenti coordinati di promozione e/o progettazione di percorsi formativi degli operatori coinvolti nell accoglienza, consulenza, orientamento e presa in carico delle donne che subiscono violenza; o la realizzazione della rete fra i servizi sociosanitari, delle Forze di Polizia e degli altri soggetti del territorio coinvolti, nonché l eventuale interazione con altre reti presenti in ambito regionale;
6 o il concorrere all individuazione di strategie di prevenzione e di intervento sulle cause e sulle situazioni che possono portare ad agire e a subire comportamenti di violenza; o la costruzione di un sistema condiviso di rilevazione dei dati; o l adozione di procedure operative condivise da tutti i soggetti sottoscrittori finalizzate alla massima condivisione dell offerta di servizi sul territorio e alla stesura di modalità da adottare per garantire tutte le fasi di intervento, a partire dall accoglienza di primo livello fino alla conclusione del piano di accompagnamento di fuoriuscita dalla problematica della violenza. Il Protocollo è aperto ad ulteriori contributi che nel tempo potranno essere forniti da altre Associazioni o Istituzioni operanti nel territorio provinciale sul medesimo tema, sia in termini di adesione formale al Protocollo stesso, sia in termini di coinvolgimento operativo qualora questo sia ritenuto importante per lo svolgimento di alcune azioni ed il conseguente raggiungimento di obiettivi intermedi. Per il perseguimento degli obiettivi sopra delineati i soggetti aderenti al Protocollo, oltre ad individuare al proprio interno uno o più referenti qualificati per l attuazione delle procedure qui previste, si impegnano, ciascuno per la parte di propria competenza, a svolgere i compiti elencati al successivo art. 2. Art. 2 (Impegni) Per il perseguimento degli obiettivi di cui all'art 1, i soggetti firmatari mettono in rete le proprie competenze attinenti all'oggetto del presente Protocollo, in particolare: COMUNE DI VARESE Esercitare il coordinamento del partenariato ed assumere la rappresentanza esterna, anche ai fini di rapporti con Regione Lombardia e di partecipazione a bandi di finanziamento pubblico e/o privato, curando la redazione progettuale e la rendicontazione amministrativa, anche in collaborazione con soggetti di privato sociale competenti. Promuovere, sostenere e gestire, in ottica sussidiaria ed in collaborazione con i soggetti preposti sul territorio (Istituzioni, Associazioni e Privato Sociale), iniziative e progetti volti a favorire le pari opportunità tra uomini e donne, la cultura della non violenza ed, in particolare, il contrasto delle violenze intra-familiari su minori e donne, nonché la cultura dei diritti fondamentali delle donne, dei diritti umani e della non discriminazione di genere. Collaborare con l Ufficio Scolastico Territoriale e le singole Direzioni scolastiche nelle attività di promozione e di educazione all affettività, favorendo momenti di riflessione e sensibilizzazione relativamente alle tematiche della differenza di genere (essere uomo essere donna, la costruzione dell identità e dei ruoli sociali maschile e femminile), facilitando negli studenti l acquisizione di competenze finalizzate alla gestione del conflitto e alla promozione del rispetto di se e dell altro;
7 Sviluppare politiche di supporto volte ad attivare percorsi di accompagnamento che permettano alla persona di far fronte alla situazione traumatica subita, reti relazionali che coinvolgano la rete familiare allargata o la comunità in cui vive la persona, al fine di instaurare un rapporto di fiducia necessaria affinché la donna e/o il minore collaborino attivamente nella costruzione del progetto riabilitativo psicologico e sociale; Attivare, sempre in ottica sussidiaria in collaborazione con i soggetti (istituzioni, associazioni, privato sociale) preposti sul territorio, un primo livello di ascolto e di accoglienza, fortemente ancorato alla realtà locale, sostenendo metodologie in grado di decifrare bisogni, aspettative, difficoltà dei singoli; Sostenere le donne che hanno subito violenza, attivando la Polizia Locale mediante il Nucleo Crimini e violenze nei confronti delle donne. Il Nucleo è strutturato con Ufficiali o Agenti donna della Polizia Locale con specifica formazione professionale e, al bisogno, può essere integrato con psicologi comunali al fine di offrire un adeguato supporto alle vittime di violenza, garantendo le condizioni per l ascolto e la relazione empatica. In caso di violazioni di carattere penale precedibili d Ufficio, sarà informata l Autorità Giudiziaria (ivi compresa la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, nel caso in cui siano coinvolti dei minori). Nel caso in cui le violazioni penali fossero perseguibili esclusivamente a querela di parte, sarà offerto un adeguato supporto professionale e/o psicologico alla vittima affinché possa liberamente assumere le decisioni a riguardo per perseguire gli autori dei fatti criminosi. Nel caso in cui si evidenziasse il reato di stalking (art. 612 bis c.p.), prima di procedere alla querela ed in assenza della condizione di procedibilità, la donna verrà informata sul nuovo istituto dell ammonimento. Le operatrici del Nucleo informeranno altresì la donna sulle varie procedure attivabili a suo beneficio: dal sostegno psicologico a quello legale secondo quanto previsto dal presente protocollo. PREFETTURA - UTG La Prefettura promuoverà, in sede di Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica (allargato, ove necessario, ad altri Enti e organizzazioni aderenti al presente Protocollo), periodici momenti di verifica ed analisi sia sull'andamento del fenomeno, anche in base alle indagini statistiche compiute dai soggetti firmatari, sia sulle ricadute delle azioni scaturite dall'applicazione del Protocollo, sia sull'efficacia dei dispositivi operativi predisposti. PROCURA DELLA REPUBBLICA La Procura della Repubblica, soggetto istituzionalmente impegnato al contrasto della c.d. violenza di genere, condivide la necessità di individuare strategie comuni tra i soggetti istituzionali e le associazioni chiamate a partecipare al protocollo d intesa, onde raggiungere sinergie d intervento che, nel rispetto delle reciproche competenze, realizzino una tutela efficace e tempestiva delle vittime, ivi compresi i minori indirettamente danneggiati
8 dalla violenza perpetrata sulle donne, in quanto madri. A tal fine, caldeggia la formazione specialistica degli operatori impegnati a combattere il fenomeno, sulla scia della specializzazione già operante in seno alla medesima istituzione, contestualmente offrendo la propria disponibilità a contribuire alla formazione stessa, sotto un profilo prettamente giuridico. Nel solco di quanto già attuato con successo nei rapporti con l Azienda Ospedaliera, promuove la circolazione di notizie e dati suscettibili d interesse per le rispettive aree d intervento dei soggetti firmatari e cura l individuazione di prassi tipizzate che agevolino tale circolazione. FORZE DELL ORDINE La Questura, il Comando Provinciale dell Arma dei Carabinieri ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese (anche attraverso le loro articolazioni territoriali), si impegnano a: sensibilizzare adeguatamente i propri operatori in occasione dell acquisizione di notizie di reato relative ad episodi di violenza sulle donne; assicurare che la raccolta delle denunce e delle segnalazioni degli episodi di cui sopra, avvenga in condizioni di rispetto della riservatezza ed in ambienti consoni a tale scopo, considerata la particolare condizione di fragilità psicologica in cui si trova la vittima di una violenza; favorire la partecipazione dei propri operatori a momenti di formazione ed aggiornamento promossi nell ambito delle attività sviluppate ai sensi del presente Protocollo; nel rispetto del segreto istruttorio e d ufficio, delle disposizioni in materia di tutela della riservatezza, fornire gli elementi ed i dati necessari alla raccolta ed elaborazione delle statistiche relative all andamento del fenomeno al fine di consentire un costante monitoraggio dello stesso; garantire la pronta disponibilità del referente all uopo individuato per l attuazione delle modalità operative del presente Protocollo al fine di attivare prontamente la rete di azioni previste dallo stesso. PROVINCIA DI VARESE Sostenere l organizzazione di iniziative volte a promuovere una maggiore consapevolezza delle violazioni dei diritti fondamentali delle donne, diffondendo, altresì, la cultura dei diritti umani e della non discriminazione; Coordinare, monitorare, valorizzare, in accordo con gli altri soggetti firmatari, la diffusione di buone prassi ed esperienze significative in atto sul territorio; Provvedere alla raccolta e all elaborazione dei dati forniti dagli altri soggetti firmatari, attraverso l Osservatorio provinciale delle Politiche sociali della Provincia, allo scopo di monitorare l andamento del fenomeno della violenza alle donne e gli interventi attivati; Promuovere e coordinare un adeguata attività di formazione rivolta agli operatori di tutta la rete territoriale operante sul tema finalizzata alla sensibilizzazione e all aggiornamento sul contrasto alla violenza di genere, alla messa in comune delle diverse competenze, procedure e modalità di intervento, e all acquisizione di linguaggi comuni;
9 Collaborare nelle attività di divulgazione ed educazione promosse dall Ufficio Scolastico Territoriale. CONSIGLIERA PROVINCIALE DI PARITA Sostenere azioni volte alla prevenzione ed al contrasto delle molestie e della violenza sui luoghi di lavoro in quanto le molestie sessuali, ovvero quei comportamenti indesiderati a connotazione sessuale espressi in forma fisica, verbale e non verbale, aventi lo scopo o l effetto di violare la dignità di una lavoratrice/lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante ed offensivo (art. 26 comma 2 - del D.Lgs. 198/2006 Codice della pari opportunità ); Impegno ad un adeguata divulgazione della Convenzione del Consiglio d Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Istanbul, 11 maggio 2011) sottoscritta il 27 settembre 2012 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Porre in essere ogni attività, utile e necessaria, per promuovere azioni a contrasto della violenza sulle donne in ambito lavorativo; Offrire consulenza in materia di lavoro, di pari opportunità e di discriminazioni di genere per la realizzazione di percorsi formativi; Fornire materiale informativo, documentazione e tutto quanto ritenuto utile per la diffusione della conoscenza delle pari opportunità; UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE Supportare le istituzioni scolastiche per l approfondimento del tema della violenza sulle donne, al fine di: o diffondere alle scuole di ogni ordine e grado del territorio ogni iniziativa, sul tema della violenza in genere, promossa o sostenuta dai firmatari del presente Protocollo; o censire i bisogni delle scuole in relazione alla tematica (formazione, attività progettuali, attività operative, informazione etc ); o proporre, in partenariato con gli altri enti presenti al tavolo tecnico, eventuali specifiche azioni formative con valenza provinciale/interdistrettuale; o supportare la realizzazione di iniziative formative specifiche da realizzarsi a livello territoriale per sensibilizzare ed informare le componenti scolastiche (docenti, studenti, genitori, personale ausiliario, tecnico ed amministrativo), in stretto rapporto con quanto previsto e proposto all interno del tavolo tecnico, dalle componenti attivamente implicate in merito al tema in oggetto; o informare le istituzioni scolastiche in merito ad opportunità e servizi per la prevenzione del fenomeno ed il supporto di tipo medico, legale e psicologico alle donne che hanno subito violenza; Promuovere iniziative specifiche per favorire le denunce e la rilevazione dei casi di violenza a danno di minori. AZIENDA SANITARIA LOCALE L'Azienda Sanitaria Locale, che opera nell'ambito della rete dei servizi territoriali attraverso i Consultori Familiari pubblici e privati, si impegna a:
10 Accogliere ed assistere, con modalità integrate socio-sanitarie, le donne vittime di violenza o che potrebbero essere potenzialmente a rischio di violenza; Favorire la partecipazione dei propri operatori a momenti di formazione ed aggiornamento promossi nell ambito delle attività sviluppate ai sensi del presente Protocollo; Curare la raccolta e l elaborazione dei dati relativi al fenomeno, allo scopo di collaborare all'attività di monitoraggio costante dello stesso e di disporre di dati certi circa il suo andamento nel tempo, nel rispetto della privacy delle persone interessate. AZIENDA OSPEDALIERA OSPEDALE DI CIRCOLO E FONDAZIONE MACCHI DI VARESE Nel campo dell accoglienza e dell assistenza, favorire la creazione di un nucleo operativo specializzato nella definizione di protocolli operativi d intervento, in caso di violenza sessuale a donne e/o bambine, operando in stretta sinergia con gli altri Enti ed Associazioni firmatari del Protocollo, che sia di riferimento nei protocolli di accoglienza e assistenza dei diversi punti della rete, in particolare il pronto soccorso generale e specialistico. Curare la raccolta e l elaborazione dei dati disponibili relativi al fenomeno, allo scopo di collaborare all attività di monitoraggio costante dello stesso e disporre di dati certi circa il suo andamento nel tempo, nel rispetto della privacy delle persone interessate; Favorire e partecipare attivamente alle azioni di prevenzione e di educazione già sviluppate sul territorio, nonché ad iniziative coordinate e raccordate con gli altri soggetti firmatari del Protocollo; Favorire la partecipazione dei propri operatori a momenti di formazione ed aggiornamento promossi nell ambito delle attività sviluppate ai sensi del presente Protocollo; FONDAZIONE FELICITA MORANDI Garantire alle donne maltrattate che si rivolgono al Centro Accoglienza, istituito dalla Fondazione e gestito in collaborazione con l Associazione IL PASSO onlus, sostegno e assistenza attraverso colloqui individuali/riservati di supporto psicologico per la risoluzione del disagio, avviando percorsi individuali di uscita dalla violenza; Garantire ospitalità temporanea nelle Case di accoglienza già operative sul territorio, per le donne sole e/o con bambini che corrono rischi per la propria incolumità a causa della violenza, in accordo con i Servizi territoriali preposti; Garantire l operatività di una Casa di Pronta Accoglienza per donne vittime di violenza domestica, nella massima segretezza, in termini di localizzazione, e nella massima riservatezza, in termini di identificazione dei soggetti ospitati; Garantire luoghi adeguati per l accoglienza e la tutela delle situazioni necessarie di protezione al fine di intervenire sul fenomeno della violenza assistita ; Supportare la donna attraverso consulenza legale finalizzata all informazione circa gli aspetti giuridici della situazione che la coinvolge;
11 Favorire la partecipazione dei propri operatori a momenti di formazione ed aggiornamento promossi nell ambito delle attività sviluppate ai sensi del presente Protocollo; Provvedere alla raccolta, all elaborazione ed alla diffusione dei dati ai fini dell analisi del fenomeno. ASSOCIAZIONE AMICO FRAGILE Accogliere, in spazio buono contiguo al Pronto Soccorso dell Azienda Ospedaliera di Varese, il soggetto fragile per sospetta violenza o violenza, proveniente da: o Pronto Soccorso, dopo triage ed eventuale riconoscimento di lesioni e relativa prognosi; o Questura; o Medici di base; o Servizi sociali comunali; o Altri soggetti della rete; o Presentazione spontanea. Raccogliere in maniera dettagliata l anamnesi e valutazione della situazione, al fine di supportare e orientare meglio il soggetto; Raccogliere l eventuale materiale utile alle indagini di maggior valenza in ambito processuale; Valutare l entità dello stato di rischio del soggetto, per definire l eventuale ospedalizzazione temporanea, il ricovero in struttura protetta, l invio a domicilio, con eventuale coinvolgimento per affido dei Servizi Sociali o di Volontariato del territorio; Supportare, se necessario, tecnicamente il Pronto Soccorso per l attività di informativa all Autorità Giudiziaria. Tali compiti sono svolti da un Nucleo multidisciplinare di ginecologi, psicologi, pediatri, medici legali, assistenti sociali, avvocati, appositamente formati, con reperibilità 24 ore su 24. ASSOCIAZIONE EOS VARESE CENTRO DI ASCOLTO E ACCOMPAGNAMENTO PER DONNE MALTRATTATE Garantire alle donne maltrattate che si rivolgono al Centro di ascolto e accompagnamento per donne maltrattate istituito e gestito dall Associazione stessa, sostegno e assistenza, attraverso colloqui individuali riservati per la risoluzione del disagio, avviando percorsi individuali di uscita dalla violenza; Garantire l accompagnamento della donna nel rapporto con la rete dei servizi del territorio; Garantire consulenza e sostegno psicologico in relazione alla necessità della donna; Garantire alla donna supporto e consulenza legale finalizzata all informazione circa gli aspetti giuridici della situazione che la coinvolge; Ricercare, in rapporto con gli altri soggetti firmatari del Protocollo, ospitalità temporanea nelle case rifugio per le donne sole e/o con
12 bambini che corrono rischi per la propria incolumità a causa della violenza; Favorire la partecipazione dei propri operatori a momenti di formazione ed aggiornamento promossi nell ambito delle attività sviluppate ai sensi del presente Protocollo; Provvedere alla raccolta, all elaborazione ed alla diffusione dei dati ai fini dell analisi del fenomeno. ASSOCIAZIONE TUTELA LA PERSONA Garantire alle donne maltrattate che si rivolgono al servizio, sostegno e assistenza attraverso colloqui individuali riservati di sostegno psicologico per la risoluzione del disagio, avviando percorsi individuali di uscita dalla violenza; Ricercare, in rapporto con gli altri soggetti firmatari del Protocollo, ospitalità temporanea nelle case rifugio per le donne sole e/o con bambini che corrono rischi per la propria incolumità a causa della violenza; Offrire alla donna supporto e consulenza legale finalizzata all informazione circa gli aspetti giuridici della situazione che la coinvolge; Favorire la partecipazione dei propri operatori a momenti di formazione ed aggiornamento promossi nell ambito delle attività sviluppate ai sensi del presente Protocollo; Provvedere alla raccolta, all elaborazione ed alla diffusione dei dati ai fini dell analisi del fenomeno. Art. 3 (Tavolo territoriale di coordinamento per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne) Con la firma del presente Protocollo, i soggetti sottoscrittori costituiscono un Tavolo territoriale di coordinamento per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne (di seguito Tavolo territoriale di coordinamento) che assumerà quali compiti primari: L identificazione dei soggetti della rete (istituzioni e tutti gli altri soggetti del territorio che hanno quale finalità prioritaria la prevenzione e il contrasto alla violenza alle donne) e successivo potenziamento della rete medesima; L individuazione di ulteriori istituzioni, enti e soggetti che possano essere coinvolti in ottica di rete - nell attuazione degli obiettivi del presente Protocollo; La definizione di procedure operative condivise e coordinate da attivare in presenza di episodi di violenza. Il tavolo sarà convocato dal capofila della rete (identificato nel Comune capoluogo): Con cadenza almeno semestrale, per verificare lo stato di attuazione degli obiettivi; Ogni qualvolta i membri ne ravvisassero la necessità. Il Tavolo territoriale di coordinamento potrà dotarsi di un regolamento di funzionamento. Art. 4 (Durata)
13 Il presente Protocollo ha carattere sperimentale ed è valido per anni due dalla data di sottoscrizione. Trascorso tale periodo, i sottoscrittori valuteranno congiuntamente i risultati della sperimentazione e l opportunità di proseguirne le attività. In seguito, il Protocollo s intenderà tacitamente rinnovato ogni anno, fatta salva la possibilità di effettuare modifiche e/o integrazioni. Art. 5 (Apertura) Al Tavolo Territoriale di coordinamento potranno aderire nuovi soggetti che ne facciano richiesta, sempre che presentino caratteristiche e perseguano finalità compatibili con gli obiettivi qui declinati e meglio identificati dal Tavolo territoriale di coordinamento. Altri soggetti potranno essere coinvolti nelle azioni coordinate o suscitate dal Tavolo mediante accordi con i sottoscrittori, anche relativi a specifici segmenti di attività. Letto, confermato e sottoscritto. Varese, novembre 2013 Attilio Fontana Sindaco del Comune di Varese Giorgio Zanzi Prefetto di Varese Xxxxx Xxxxxx Presidente del Tribunale di Varese Xxxxx Xxxxxx Capo della Procura di Varese Francesco Messina Questore di Varese Xxxxx Xxxxxx Comando Provinciale Carabinieri di Varese Xxxxx Xxxxxx Comando Provinciale Guardia di Finanza di Varese Dario Galli Provincia di Varese Luisa Cortese Consigliera provinciale di parità
14 Claudio Merletti Ufficio Scolastico Territoriale di Varese Piergiorgio Berni Azienda Sanitaria Locale della provincia di Varese Callisto Bravi Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese Giovanna Scienza Fondazione Felicita Morandi Camilla Zanzi Associazione EOS - Centro di ascolto e accompagnamento per donne maltrattate Liliana Colombo Associazione Amico Fragile Adriana Simionato Associazione Tutela la Persona onlus
TRA PREMESSO. che la causa alla base della violenza contro le donne è la discriminazione che nega pari diritti a uomini e donne;
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