IMPRESA SOCIALE:modello rescue company salvaziende profit e start-up di business sociale

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1 IMPRESA SOCIALE:modello rescue company salvaziende profit e start-up di business sociale di Giorgio Fiorentini-Università Bocconi giorgio.fiorentini@unibocconi.it 1 1 Premessa Nel 2012 il progressivo incremento delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali(circa 1 miliardo e 100 milioni di ore autorizzate e articolate in CIGO-Cassa integrazione guadagni ordinaria,cigs-cassa integrazione guadagni straordinaria,cig in deroga-cassa integrazione guadagni in deroga ecc.) rappresenta da una parte una risposta emergenziale e positiva alla situazione di crisi. Una delle scelte operative possibili per una politica attiva nei confronti di questa situazione di crisi e di disoccupazione, può essere l azione congiunta fra non profit,profit e pubblico in una dimensione di filiera sussidiaria aziendale ed orizzontale che interviene sulle PMI in crisi per il tramite dell attivazione di imprese sociali non profit come rescue company. Infatti è possibile che le imprese sociali non profit ex lege (L.118/2005-D.Lgs 155/2006 e decreti attuativi) 1 possano giocare un ruolo attivo: 1- per salvare piccole e medie imprese profit in crisi (CIGO,CIGS, ecc) 2- per ammortizzare il disagio sociale dei dipendenti di imprese profit(e della comunità-territorio ove opera) per il tramite della creazione di non profit che abbiano come attività "caratteristica" la gestione di servizi di welfare aziendale e "secondo welfare" per le imprese stesse (" spin-off sociali") ; 3- per fare start up giovanile Tralasciando il punto 2, ma focalizzandoci sui punti 1 e 3 si possono fare alcune considerazioni. 2 I MODELLI RESCUE COMPANY Il primo punto è riguarda le imprese sociali che assumono una funzione di salvataggio di profit in crisi (RESCUE COMPANY) possiamo strutturare (come si può vedere dalla fig. 1) questo modello dinamico che prevede due diversi attori, due fasi di processo fondamentali per lo sviluppo della nuova formula imprenditoriale e tre attività di presidio per la creazione della nuova start-up imprenditoriale. 1 imprese sociali ex lege intese come aziende di produzione non profit, che sono definite come soggetti giuridici nei libri I e V del Codice civile nonché cooperative sociali e loro consorzi e enti ecclesiastici. Esse sono intese come organizzazioni private senza scopo di lucro che esercitano in via stabile e principale un'attività economica di produzione o di scambio di beni o di servizi di utilità sociale, atta a realizzare finalità di interesse generale ; inoltre indipendentemente dall'esercizio dell attività di impresa nei settori di cui al comma 1 (vedi D.Lgs. 155/06), possono acquisire la qualifica di impresa sociale le organizzazioni che esercitano attività di impresa al fine dell'inserimento lavorativo di soggetti che siano lavoratori svantaggiati o lavoratori disabili. Sono imprese sociali ex lege le aziende di produzione definite come soggetti giuridici nei Libri I e V del codice civile: si tratta anche di cooperative sociali, consorzi, enti ecclesiastici etc. Sono organizzazioni private senza scopo di lucro che esercitano in via stabile principale un attività economica.

2 2 modello dinamico della Rescue Company Fig.1- Il Il modello della Rescue Company nasce dalla individuazione di PMI in crisi (a vario titolo: economica, finanziaria, di mercato ecc) che hanno richiesto il regime di CIG, CIGS ecc. e sono quindi entrate in una situazione di tensione occupazionale. Dalla selezione di queste imprese è possibile intraprendere un percorso di creazione di soluzioni alternative che vedono nell impresa sociale la possibilità di superare gli elementi di crisi delle imprese profit. E quindi possibile attivare un percorso di salvataggio che può svilupparsi in due direzioni differenti: - Nel caso in cui l impresa sia in crisi a causa della saturazione del mercato in cui operava è possibile ripensare una impresa sociale che opera in mercati di nicchia o di valenza sociale; - Nel caso in cui l impresa sia in crisi a causa di relazioni con imprese collegate è possibile ripensare la governance e la finalità ultima dell impresa integrando la valenza sociale sottostante alla mission di impresa sociale medesima; Questo significa che le imprese sociali non profit ex lege possono intervenire come rescue company per recuperare: - sia posti-posizioni di lavoro in sofferenza generando un impatto sul territorio positivo in termini occupazionali e produttivi; - sia posizioni di mercato di imprese for profit ove meccanismi manageriali improntati sulla massimizzazione assoluta del profitto hanno condotto a una deriva fortemente instabile. Per incentivare quindi la possibilità di creare nuove imprese non profit di salvataggio (newco) è necessario implementare delle attività di presidio che permettano lo sviluppo di una imprenditorialità sana basata sulla costituzione di un business plan sostenibile che abbia come obiettivo ultimo l integrazione dei lavoratori che possono essere definiti come svantaggiati in quanto si trovano in condizioni di criticità occupazionale. In quest ottica e con questa chiave di implementazione imprenditoriale le Imprese Sociali "ex lege", in funzione di rescue company", potrebbero operare, nella fattispecie di una crisi economica rilevata e rilevante ed in una contingenza operativa di urgenza ed emergenza, trovando opportunità in vari settori oltre a quelli citati nel D.Lgs 155/ I settori ove si possono scambiare i beni e servizi di utilità sociale, esplicitati nell art.2 del DLgs 155/06, sono (omettendo i riferimenti legislativi puntualmente riportati nella legge): assistenza sociale; assistenza sanitaria; assistenza socio-sanitaria; educazione, istruzione e formazione; tutela dell'ambiente e dell'ecosistema; valorizzazione del patrimonio culturale; turismo sociale; formazione universitaria e post-universitaria; ricerca ed erogazione di servizi culturali; formazione extrascolastica.

3 3 Per esempio in: settori a valenza sociale ed integrativa all attività della for profit di riferimento (per esempio per continuare le indispensabili politiche di conciliazione al femminile e per mantenere il rapporto fra imprese e occupati e cogliere il momento prospettico della ripresa ). settori meno colpiti dalla crisi (per esempio servizi turistici, food and beverage a brand di tradizione locale o altri ove è più facile la conversione professionale,produzioni artigianali ed artistiche ecc); settori di nicchia indispensabili per i nuovi stili di vita e di consumo (come le energie rinnovabili) ed in quelli non delocalizzabili, a basso impatto ambientale e a km0. settori che presidiano linee di prodotti/servizi senza griffe o sottomarca per mantenere o sviluppare quote di mercato aggiuntive oppure prodotti/servizi white label o private label (come i marchi privati della grande distribuzione) settori ove il brand di alta gamma vuole mantenere il suo posizionamento sul mercato in attesa di riprendere in assoluto(volumi,qualità,prezzo) le sue quote di mercato che si sono ridimensionate e che purtroppo creerebbero sacche di disoccupazione. ; settori ove si può configurare start up e sviluppo di imprese specializzate nel low cost ; settori di riqualificazione o mantenimento di qualificazione professionale che permetterebbe di cogliere la ripresa del dopo crisi in presa diretta,con rapidità ed efficacia. Sfruttando il know- how tecnologico patrimonializzato unitamente alla capacità di ricerca(vedi laboratori di ricerca scientifica il cui valore competitivo e aggiunto si basa sulla qualità dei ricercatori). A fronte quindi dello sviluppo di una idea di business condivisa con i lavoratori si possono prevedere diverse soluzioni imprenditoriali che possono permettere l effetto leva occupazionale e produttivo rispetto all impresa in crisi basate su un presidio e accompagnamento imprenditoriale dal punto di vista organizzativo/aziendale, giuridico e finanziario (l esperienza indica che, in questa fase, sorge l esigenza di costituire un team di management -parziale o totale-per accompagnare lo start up della rescue company(. E importante sottolineare che il business plan e il modello di business creato avrà come obiettivo la sostenibilità economica applicata al fine sociale, garantendo la possibilità di continuità lavorativa nel tempo, garantendo a 360 gradi lo sviluppo di un impresa sociale. La legge precisa che, indipendentemente dall'esercizio della attività di impresa nei settori elencati, possono acquisire la qualifica di impresa sociale le organizzazioni che esercitano attività di impresa, al fine dell'inserimento lavorativo di soggetti che siano: lavoratori svantaggiati ai sensi dell'articolo 2, primo paragrafo 1, lettera f), punti i), ix) e x), del regolamento (CE) n.2204/2002 della Commissione, 5 dicembre 2002, della Commissione relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore dell'occupazione; 3 lavoratori disabili ai sensi dell'articolo 2, primo paragrafo 1, lettera g), del citato regolamento (CE) n.2204/ E aperta l analisi del concetto di lavoratore svantaggiato che,comunque può essere supportato dalla declaratoria del Regolamento Comunitario ripreso dall art 2 del d.lgs. 155/06 così recita:i) qualsiasi giovane che abbia meno di 25 anni o che abbia completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e che non abbia ancora ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente;ix) qualsiasi persona riconosciuta come affetta, al momento o in passato, da una dipendenza ai sensi della legislazione nazionale;x) qualsiasi persona che non abbia ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente da quando è stata sottoposta a una pena detentiva o a un'altra sanzione penale;la correlazione con il ruolo dell Impresa Sociale nella crisi intende assumere per estensione ed analogia giuridica e di funzione il dettato regolamentare che contempla,oltre ai punti citati ex lege italiana,anche i punti seguenti dell'articolo 2, primo paragrafo 1, lettera f) del regolamento (CE) n.2204/2002 della Commissione, 5 dicembre 2002, della Commissione relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore dell'occupazione. Ed i punti ulteriori sono: ii) qualsiasi lavoratore migrante che si sposti o si sia spostato all'interno della Comunità o divenga residente nella Comunità per assumervi un lavoro;iii) qualsiasi persona appartenente ad una minoranza etnica di uno Stato membro che debba migliorare le sue conoscenze linguistiche, la sua formazione professionale o la sua esperienza lavorativa per incrementare le possibilità di ottenere un'occupazione stabile; iv) qualsiasi persona che desideri intraprendere o riprendere un'attività lavorativa e che non abbia lavorato, né seguito corsi di formazione, per almeno due anni, in particolare qualsiasi persona che abbia lasciato il lavoro per la difficoltà di conciliare vita lavorativa e vita familiare;v) qualsiasi persona adulta che viva sola con uno o più figli a carico;vi) qualsiasi persona priva di un titolo di studio di livello secondario superiore o equivalente, priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo;vii) qualsiasi persona di più di 50 anni priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo;viii) qualsiasi disoccupato di lungo periodo, ossia una persona senza lavoro per 12 dei 16 mesi precedenti, o per 6 degli 8 mesi precedenti nel caso di persone di meno di 25 anni;xi) qualsiasi donna di un'area geografica al livello NUTS II nella quale il tasso medio di disoccupazione superi il 100 % della media comunitaria da almeno due anni civili e nella quale la disoccupazione femminile abbia superato il 150 % del tasso di disoccupazione maschile dell'area considerata per almeno due dei tre anni civili precedenti;

4 4 A fronte della creazione del business plan che prevede come obiettivo sociale l integrazione dei lavoratori, ma anche la creazione di modelli etici di imprenditorialità si possono prevedere due modelli di sviluppo giuridico e organizzativo che costituiscono due diverse possibilità di costituzione di impresa sociale. Prima di vedere i tre modelli è necessario però sottolineare che l impresa sociale non profit che si costituirà giuridicamente può essere: sia un'impresa sociale ex lege sia una cooperativa sociale di tipo B. Questo è fondamentale per poter reintegrare i dipendenti funzionalmente, dipendenti che possono essere imprenditori e possono quindi essere attori fondamentali nella rilevazione dell impresa, con quote proporzionali alle quote versate (nel caso dell impresa sociale srl senza distribuzione di utili), oppure soci della cooperativa sociale di tipo B oppure infine dipendenti della nuova impresa. Quindi nella categoria di lavoratore svantaggiato rientrano le situazioni di inoccupazione, disoccupazione, anche di lunga durata, e quindi le particolari tipologie di lavoratori a rischio di espulsione dal mercato del lavoro. Si configura in tal caso un possibile ruolo dell impresa sociale come strumento concreto e fattivo per realizzare una politica attiva del lavoro ad alta intensità sociale Rescue Company.-Holding srl SENZA+Rescue Company srl CON distribuzione di utili Il primo modello di Rescue Company è costituito dal modello Modello Rescue Company-Holding srl SENZA distribuzione di utili+rescue Company srl CON distribuzione di utili con pay-out ratio contenuto (si veda Fig.2 ) in cui si costituisce un IMPRESA SOCIALE EX LEGE (tendenzialmente srl senza distribuzione di utili) che svolge il ruolo di HOLDING ed è di proprietà dei dipendenti in crisi occupazionale,ma anche ed eventualmente di altri stakeholders. Questa impresa sociale sarà proprietaria di una srl tradizionale (in figura RESCUE COMPANY) quindi con distribuzione di utili il cui capitale è conferito dai lavoratori, fondazioni, enti pubblici, investitori privati che immettono capitali per raggiungere risultati di profitto da dividere seppur con un pay-out ratio contenuto. La governance in questo modello è distribuita in modo equo e considera il ruolo della holding nella sua funzione di ammortizzatore di eventuali spinte speculative ed opportunistiche di investitori privati, ma garantisce anche una alta attrattività per gli investitori creando quindi le condizioni per lo sviluppo di un capitale di investimento di start-up.

5 5 Fig.2- Modello Rescue Company-Holding srl SENZA distribuzione di utili+rescue Company srl CON distribuzione di utili con pay-out ratio contenuto 2.2 Modello Rescue Company-Partecipazione diretta Il secondo modello è il modello della partecipazione diretta (Fig.3) ove lavoratori, fondazioni, enti pubblici hanno come obiettivo prioritario il salvataggio dei posti di lavoro e quindi, costituiscono una impresa sociale non profit (srl senza distribuzione di utili) che non persegue dividendi,ma risultati di occupazione. Il ritorno economico è leva occupazionale che viene generata sul territorio, è possibile quindi identificare il dividendo occupazionale come obiettivo ultimo di tutti gli attori coinvolti. La governance è equamente distribuita e attiene al conseguimento di un risultato socio-economico di territorio e comunità rapportato ad una analisi costi benefici e costi efficacia positiva rispetto ai costi che si dovrebbero sopportare per assistere le persone disoccupate. Si genera in questo caso un risparmio per la pubblica amministrazione garantendo la possibilità di usufruire un altra tipologia di ammortizzatori sociali ovvero l ammortizzatore lavoro.

6 6 Fig.3-Modello Partecipazione diretta Questo modello sarà attrattivo per gli investitori solamente in caso di sviluppo di progetti di social bond che prevedono un ritorno finanziario distribuito dalla pubblica amministrazione a fronte di una percentuale del risparmio generato dall impresa sociale stessa in termini di ritorno sulla comunità. La sinossi del modello rescue company salvaziende profit si basa sui seguenti concetti chiave: individuazione e due diligence PMI in crisi (a vario titolo: economica, finanziaria, di mercato ecc) che hanno richiesto il redgime di CIG, CIGS ecc progettazione business plan e affiancamento start-up tramite integrazione parziale o totale di un team di management scelta fra modelli: 1-Rescue Company:-Holding srl SENZA+Rescue Company srl CON distribuzione di utili 2-Rescue Company:Partecipazione diretta Implementazione giuridico-organizzativa della Rescue Company 3-CHE COS È UNA START-UP DI BUSINESS SOCIALE? Si definisce startup la società di capitali non quotata, residente in Italia o soggetta al regime fiscale italiano, caratterizzata da una costituzione recente; l attività imprenditoriale può riguardare lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di beni e servizi. All interno della Comunità Europea non vi è un accordo unitario circa i requisiti che costituiscono la definizione stessa di start-up. La regolazione legislativa in merito è lasciata alla discrezione dei governi nazionali. L Italia, a titolo di esempio, con il Decreto Crescitalia bis (D.L. 179/2012), convertito con la legge 221/2012, ha introdotto nel nostro ordinamento una nuova categoria, quella delle start-up innovative. Affinché queste possano essere definite innovative, devono possedere specifiche caratteristiche come: sono detenute direttamente e almeno al 51% da persone fisiche, anche in termini di diritti di voto; svolgono attività di impresa da non più di 48 mesi;

7 7 non hanno fatturato, oppure hanno un fatturato non superiore ai 5 milioni di euro; non distribuiscono utili; hanno quale oggetto sociale lo sviluppo di prodotti o servizi innovativi, ad alto valore tecnologico; si avvalgono di una contabilità trasparente che non prevede l uso di una cassa contanti, fatte salve le spese legate ai rimborsi. cooperative con mutualità prevalente. Nel rapporto del Ministero dello Sviluppo, chiamato Restart, Italia!, che definisce in dettaglio le start-up innovative, si fa riferimento anche alle start-up ad alto valore ambientale e sociale, le quali devono possedere ulteriori caratteristiche per essere considerate tali. Otre allo sviluppo di prodotti o servizi innovativi e ad alto valore tecnologico, le startup a vocazione sociale operano in esclusiva in determinati settori, che nell ordinamento giuridico italiano sono indicati all interno dell articolo 2 comma 1 del D.Lgs 155/06, il quale disciplina le imprese sociali ex lege. In particolare, queste svolgono attività di ricerca scientifica di particolare interesse sociale in ambiti e secondo modalità da definire con apposito regolamento, esercitano attività di impresa finalizzata all inserimento lavorativo di lavoratori svantaggiati, di giovani e donne, si occupano di assistenza sociale e sanitaria, di tutela dell ambiente e dell ecosistema, valorizzano il patrimonio culturale, promuovono il turismo sociale e la ricerca ecc Questa vocazione, ossia l aspetto d interesse sociale, non è secondario per queste startup, ma è parte integrante e base fondamentale della loro stessa natura. Oltre a ciò, sono stati individuati altri due elementi fondamentali e caratterizzanti, quali la redazione di un bilancio sociale e la limitazione permanente circa la distribuzione di utili. Il primo deve essere chiaro e trasparente e per quanto riguarda la distribuzione degli utili è obbligatoria una limitazione statutaria permanente alla stessa. Dopo i primi 48 mesi si può permettere una marginale distribuzione degli utili seguendo quanto disposto dall art del Codice Civile, attualmente applicabile alle In linea di principio, la start-up è un modello di impresa che nasce dall iniziativa di imprenditori, i quali condividono un obiettivo comune e, nel caso specifico, vogliono generare dei benefici sociali e ad alto valore ambientale e innovativo. Tradizionalmente, esistono tre percorsi che portano alla nascita di queste realtà: il percorso di sviluppo classico tradizionale, in base al quale degli imprenditori hanno un idea e sviluppano un business plan per iniziare un attività. Dovranno trovare chiaramente dei finanziamenti e costruire una rete di relazioni esterne. Ovviamente, nel caso di start-up sociali, questi social entrepreneurs devono avere un idea ad alto impatto ambientale, innovativa e di rilevanza sociale. il percorso che ha le sue fondamenta nel tentativo di alcuni soggetti-imprenditori di evitare la dispersione di alcune importanti risorse sia nel settore pubblico che in quello privato. L esempio più semplice è quello della

8 8 rescue company, che si attiva per salvaguardare la risorsa capitale umano nel caso in cui si manifesti la perdita di posti di lavoro. In alternativa una rescue company può anche aiutare un impresa a rischio di fallimento garantendo una continuità di business. il percorso per cui le start-up possono nascere dall aggregazione di imprese già esistenti come joint ventures e consorzi. Per quanto riguarda i primi due percorsi di creazione di una start-up sociale, l imprenditore deve chiaramente creare un idea strutturata, attraverso quello che può essere un business plan, e si deve attivare per ottenere dei finanziamenti. Come ho già accennato in precedenza, non sembra semplice per questi soggetti ottenere finanziamenti tramite i canali tradizionali. In generale, è sicuramente necessario trovare uno sponsor o quantomeno qualcuno che sia disposto ad investire nella loro idea. Sul piano internazionale, alcuni stati si sono attivati per promuovere lo sviluppo e il proliferare di queste iniziative, di modo che possano costituire un appoggio e un aiuto significativo all economia e alla struttura sociale nazionale. In Gran Bretagna, per esempio, esiste un corpo nazionale per l impresa sociale, Social enterprise UK, che insieme alla RBS, ossia la Royal Scotland Bank Group, ha creato una guida per nuovi imprenditori chiamata Start your social enterprise. In particolare la RBS ha inglobato nella propria strategia il supporto per le imprese sociali per aiutarle a raggiungere i loro obiettivi. Per fare ciò, collabora con una rete di partner per creare opportunità per quei business che hanno difficoltà nel trovare finanziamenti. La guida da loro creata sembra essere molto diffusa e utilizzata nel Regno Unito, giacché non fornisce soltanto un aiuto progressivo su come creare un business plan, come raccogliere fondi, come trovare il personale migliore, ma fornisce anche approfondimenti sulle esperienze di precedenti imprenditori sociali la cui attività è già ampiamente avviata. Il corpo nazionale per l impresa sociale ha festeggiato nel 2012 il suo decimo anniversario, continuando e ampliando la propria attività. Nello specifico questa attività si caratterizza per: eseguire campagne efficaci per i loro membri e di lobby per conto del settore, svolgere attività di ricerca solida e rispettata per contribuire a dipingere un quadro del movimento sociale delle imprese del Regno Unito, costruire reti tra le imprese sociali, elevare il profilo delle persone e delle imprese sociali nel settore. Un altro esempio anglosassone abbastanza rilevante è l intervento nel settore sociale del Social Business Trust. Il Social Business Trust è stato fondato nel 2010 da Damon Buffini dell azienda privata Permira e dall imprenditore sociale Adele Blakebrough, i quali, credendo esistano un certo numero di imprese sociali capaci di scalare le loro operazioni a livello regionale e nazionale, e hanno consolidato un obiettivo chiaro e ambizioso: contribuire a trasformare l'impatto delle imprese sociali e, quindi, a migliorare la vita di oltre un milione delle persone più svantaggiate del Regno Unito. Anche il Social Business Trust lavora insieme ad un numero significativo di partners e il suo team si concentra nell individuare gli ostacoli alla crescita e stabilire il supporto necessario per portare le organizzazioni più ambiziose ad alti livelli di crescita e impatto. Ad oggi ha investito in sei imprese sociali tra cui Bikeworks e il London Early Years Foundation. Probabilmente il metodo più semplice per avviare un impresa sociale per molti potenziali imprenditori è utilizzare degli incubatori o acceleratori, ossia delle società che danno loro l opportunità di incontrare gli imprenditori esperti e i tutor, di ricevere consigli, di affinare il modello di business, di ricevere capitale di avviamento, di lanciare il business a potenziali investitori. Nel documento del Ministero dello Sviluppo sono stati definiti come abilitatori di startup focalizzati sulla fase di lancio e crescita d imprese innovative con la selezione di progetti e team di fondatori e primi collaboratori. Lavorano allo sviluppo della startup formando e affiancando i fondatori sui temi salienti della gestione di una società e del ciclo di business. Segnalano la startup agli investitori e possono essi stessi investirci direttamente. Lavorano alla loro formazione, al sostegno operativo, alla sede e agli strumenti di lavoro. Sostengono i neo-imprenditori nella fase di nascita della nuova società, affiancando loro mentori o consulenti specializzati.

9 Negli Stai Uniti, per esempio, ne esistono 5 che sono considerati i migliori nel loro campo e sono sparsi tra i vari stati. Il primo è il programma Echoing Green s Fellowship, specializzato in start-up che non hanno raggiunto i due anni, oppure aiutano chi non ha ancora avviato un organizzazione, profit o non profit. Il programma è di due anni e prevede uno stipendio di 80,000$ per ogni imprenditore sociale o 90,000$ se vi sono due partner. Il motto di questo programma è: THINK BIG, BE BOLD, DRIVE CHANGE! Gli altri sono altrettanto utilizzati e, come dicevo, sono distribuiti nei vari stati: il Global Social Benefit Incubator dell università di Santa Clara, il Good Company di Philadelphia, l Hub Ventures di San Francisco, l Unreasonable Institute in Colorado. 9

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