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1 PROTOCOLLO D INTESA TRA LA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO E LA FEDERAZIONE TRENTINA DELLA COOPERAZIONE PER IL RAFFORZAMENTO DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO ATTRAVERSO IL SISTEMA DELLA COOPERAZIONE TRENTINA Il giorno, ad ore, presso si sono incontrati: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO (di seguito Provincia ) FEDERAZIONE TRENTINA DELLA COOPERAZIONE (di seguito Federazione ) PREMESSA La Cooperazione trentina affonda le proprie radici nella storia civile e religiosa della nostra terra, di cui è figlia. Di questa tradizione, la Cooperazione è stata fattore di crescita locale e nel tempo è divenuta elemento strategico di rinnovamento. Contemporaneamente è stata agente di costruzione di coesione sociale e di rafforzamento dei legami solidaristici nella comunità. Proprio per la sua capacità di fare fronte alle difficoltà il Sistema cooperativo condivide, con l Autonomia, la stessa storia e lo stesso denominatore comune: rispetto e valorizzazione della persona. Il sistema cooperativo vive in simbiosi con l Autonomia: il rafforzamento o l indebolimento di uno dei due ambiti comporta giocoforza il rafforzamento o l indebolimento dell altro. Il radicamento esteso sul territorio e la presenza in quasi tutti i settori economici di attività, con punte di eccellenza a livello nazionale, fanno del Trentino un vero e proprio distretto cooperativo come poche altre esperienze nel mondo. La cooperazione trentina rappresenta

2 un sistema di imprese, attive in ambiti economici diversificati e radicate sull intero territorio provinciale. La tenuta, generale, dell occupazione e il contestuale sviluppo delle società cooperative dimostra che il modello cooperativo trentino è sano e capace di generare impresa. La cooperazione trentina ha improntato il suo agire a testimonianza di quanto contenuto nell articolo 45 della Costituzione che riconosce la funzione sociale della cooperazione e stabilisce che la legge ne promuove e favorisce l incremento. Nella crescita del modello cooperativo trentino un ruolo importante e strategico è rappresentato dalla Federazione Trentina della Cooperazione, la cui mission è quella di contribuire al miglioramento sociale ed economico delle persone, delle comunità e dei loro territori attraverso lo sviluppo coordinato della cultura e dell'imprenditorialità cooperativa. TUTTO CIÒ PREMESSO, LE PARTI CONVENGONO DI: stipulare un intesa sulle principali tematiche di interesse comune finalizzato a individuare criticità, strategie e piste di lavoro su alcuni temi ritenuti cruciali per lo sviluppo e il rafforzamento della competitività del Trentino e per supportare l economia provinciale in particolare nell attuale contesto di difficoltà complessiva. Ciò anche al fine di ridare fiducia al sistema produttivo e dei servizi locali in questa fase di perdurante incertezza economica. A tal fine ritengono necessario: attuare politiche indirizzate allo sviluppo del tessuto economico e dell occupazione, attraverso il miglioramento della qualità dell impresa e del lavoro, ponendo anche attenzione alle modalità di assegnazione dei servizi; assicurare priorità e tempi celeri di attuazione agli interventi che verranno definiti, 2

3 garantendone l opportuno coordinamento; mettere in atto un forte coordinamento tra interventi di sistema e strumenti di incentivazione, per focalizzarli sul sostegno selettivo di iniziative rivolte allo sviluppo di idee nuove nella catena del valore; procedere nel percorso di qualificazione e razionalizzazione della spesa pubblica, al fine di salvaguardare adeguati volumi di risorse da allocare verso le politiche che maggiormente riescono a consolidare e a far crescere l economia del territorio in un contesto di adeguata tutela sociale; valorizzare il tema della Cooperazione e dell Autonomia nei percorsi educativi della scuola trentina e più in generale nell educazione permanente; portare a compimento un piano di razionalizzazione delle cooperative tendente a un loro rafforzamento e teso al mantenimento di una capillare presenza territoriale. Tale piano è basato sul rafforzamento del sistema ; procedere nei piani di formazione tecnica e di cultura cooperativistica per ampi settori del management e per gli amministratori, al fine di rafforzarne capacità direzionale e vision; estendere a tutta la cooperazione trentina il calcolo economico del ritorno sociale dell azione cooperativistica attraverso l implementazione dell attività dell Osservatorio della Federazione, il cui patrimonio informativo potrà essere utilizzato, secondo modalità da definire, anche dalla Provincia; consolidare il lavoro di Creaimpresacoop, struttura di consulenza e accompagnamento alle start-up di imprese cooperative, in sinergia con gli strumenti della Provincia; portare a compimento la riorganizzazione del settore del credito cooperativo con il fine di renderlo maggiormente efficace rispetto alle esigenze della comunità trentina; sviluppare in modo esteso l affidamento pubblico alle cooperative sociali di tipo B di attività idonee a rendere concreto e sostenibile il coinvolgimento nel lavoro dei soggetti svantaggiati presenti sul nostro territorio, anche secondo il modello del distretto solidale ; favorire e stimolare i processi di internazionalizzazione delle imprese cooperative anche attraverso il loro coinvolgimento nei nuovi programmi europei di cooperazione internazionale, sempre più orientati verso partenariati tra pubblico e privato, anche al fine di accrescere le ricadute economiche sul territorio di tali processi; 3

4 rafforzare la reciproca collaborazione, anche preventiva, in materia di vigilanza sulle imprese cooperative. Le parti condividono altresì, nello specifico, di impegnarsi reciprocamente sui seguenti temi prioritari: 1) AGRICOLTURA In campo agricolo la cooperazione ha rappresentato un importante elemento di vantaggio per il sistema produttivo trentino, caratterizzato storicamente da micro aziende, consentendo loro di poter competere sui mercati prima nazionali e ora globali. Tuttavia, va considerato che in futuro la sola organizzazione dell offerta non sarà più sufficiente e mantenere tali vantaggi competitivi in quanto l intero mondo produttivo si sta organizzando su scala molto più ampia attraverso organizzazioni dei produttori in grado di mettere in campo grande capacità di adattamento a condizioni operative e di mercato sempre più mutevoli. Ciò, in particolare, attraverso una forte elasticità e flessibilità dei modelli operativi, riuscendo, tra l altro, anche ad intercettare gli aiuti comunitari al pari delle nostre piccole realtà. Di seguito si indicano alcuni obiettivi condivisi a partire dai quali potenziare e sviluppare le proposte progettuali: - tutela e promozione delle produzioni agricole trentine e delle tipicità territoriali; - sostegno alla commercializzazione dei prodotti e dei marchi cooperativi nei mercati esteri avendo particolare cura di valorizzare il marchio Trentino e le filiere produttive che si fregiano del Marchio di Qualità Trentino; - tutela e salvaguardia ambientale, con particolare riferimento alle aree climaticamente ed orograficamente più difficili, specialmente in riferimento al rafforzamento delle buone pratiche agronomiche già ampiamente sperimentate con la positiva esperienza dei Protocolli d intesa in agricoltura e alla migliore gestione delle risorse naturali. In particolare va proseguita l azione nella direzione bio, sulle tematiche salutistiche e per la definizione di protocolli di produzione sostenibili; - approfondimento degli strumenti giuridici e amministrativi tesi al recupero delle terre abbandonate, a partire da quelle pubbliche, per la loro utilizzazione da parte di cooperative agricole di giovani. Interessante, a questo riguardo, può essere 4

5 l approfondimento sul tema dell agricoltura sociale sia come nuova formula di contratto collettivo in agricoltura ma anche come elemento di risposta sociale del comparto verso il perdurare della crisi economica; - rafforzamento delle politiche di rete e di filiera delle strutture cooperative favorendo, in particolare, l accorpamento delle cooperative ortofrutticole in organizzazioni di produttori per una più marcata valorizzazione commerciale delle produzioni ortofrutticole trentine nonché delle sinergie tra le cooperative del comparto vitivinicolo e tra esso ed i piccoli produttori; - valorizzazione della formazione e delle ricerca in agricoltura con particolare attenzione per i giovani tramite più efficaci sinergie tra la Fondazione Mach ed il mondo agricolo produttivo, anche attraverso l utilizzo dei PEI dello Sviluppo Rurale nell ottica di innovare processi e prodotti. e, in questo quadro, elevare ulteriormente la qualità scientifica dell Istituto; - promozione di una cultura del sistema cooperativo, del territorio e del ruolo che l agricoltura di montagna assume per la qualità dell ambiente, del paesaggio e delle condizioni di vita; - partecipazione alla costruzione e condivisione degli obiettivi di politica agricola soprattutto nei confronti delle scelte e delle decisioni dell Unione Europea in riferimento all agricoltura di montagna; - promozione dell insediamento dei giovani in agricoltura con particolare riferimento e attenzione alle donne; - semplificazione, in particolare nell ambito della nuova programmazione dello sviluppo rurale, di procedure e strumenti al fine di assicurare la massima efficacia nell utilizzo degli aiuti pubblici. 2) LAVORO E APPALTI, SERVIZI SOCIO-SANITARI, HOUSING SOCIALE (LSSA) 2.A) LAVORO E APPALTI Le nuove normative europee (Direttiva europea 2014/24/UE del entrata in vigore il 22 aprile 2014 sugli appalti pubblici e Direttiva 2014/23/UE del sull aggiudicazione dei contratti di concessione) pongono forte attenzione alle questioni 5

6 legate agli aspetti sociali e di interesse pubblico. In particolare concentrano l attenzione sulla crescita intelligente e sostenibile, sull inclusione sociale e professionale di persone svantaggiate. Prevedono un forte innalzamento delle soglie di rilevanza comunitaria con riferimento ad appalti di servizi sociali o speciali di tipo sanitario, sociale, assistenziale, educativo e culturale. Auspicano la suddivisione in lotti finalizzata a dare maggiori opportunità alle PMI di partecipare alle gare di appalto o di concessione. Ciò potrà rappresentare una ulteriore occasione per il Trentino di fungere da laboratorio di innovazione in aggiunta alle già concorrenziali disposizioni provinciali (appalti sequenziali, pagamento diretto dei subappaltatori, tutela dei fornitori, ecc.). Ulteriori obiettivi sono rappresentati da: - il potenziamento e la diffusione dell utilizzo del negozio elettronico, delle gare telematiche e del mercato elettronico (modello trentino di e-procurement) al fine di perseguire gli obiettivi di miglioramento dell accesso alle gare di appalto e della loro trasparenza, di semplificazione delle procedure, di riduzione degli errori e dei costi sia per il settore pubblico che per gli operatori economici, ponendo attenzione particolare al raggiungimento dell obiettivo della qualità nei servizi. Anche in ragione dei recenti sviluppi e direttive in sede comunitaria e nazionale, va perseguito l obiettivo di migliorare l interoperabilità tra operatori e PA, promuovendo la fatturazione elettronica. Costituisce impegno il confronto e l assicurazione di specifici momenti informativi e formativi per operatori economici e amministrazioni sulla piattaforma MEPAT; - l ulteriore definizione delle direttive provinciali per gli affidamenti in favore delle cooperative sociali di tipo B, ai sensi dell art. 5, comma 1 della legge n. 381/1991 ed avuto riguardo all art. 21 della legge provinciale 23/1990. Si condivide l opportunità di disporre di bandi tipo nei tre settori principali dei servizi frontline mense pulizie. Di altrettanto particolare interesse è l individuazione di ulteriori possibili esternalizzazioni da parte della pubblica amministrazione. Si considera opportuno allestire e potenziare i servizi per l imprenditorialità cooperativa in fasi successive allo start-up. Nell obiettivo di favorire una proficua sinergia tra Pubblica amministrazione e soggetti privati nella realizzazione di lavori e servizi, vanno estese le competenze tecniche sugli 6

7 strumenti a disposizione e sulla normativa specifica del partenariato pubblico-privato e in particolare del project financing (art. 152 e seguenti del Codice dei contratti e normativa provinciale), attraverso la formazione specialistica in favore sia delle Stazioni appaltanti, sia degli operatori economici interessati, tenuto conto della sostenibilità dei business plan in termini finanziari ed economici nonché dei limiti normativi e giurisprudenziali posti all istituto. 2.B) SETTORE SOCIO-SANITARIO Occorre ripensare il welfare in una logica di integrazione socio-sanitaria per riuscire a ottimizzare le risorse e creare reti territoriali di cittadini, di volontari, di medici, di operatori del sociale. Un welfare di comunità che parta da un approccio alla persona considerata nel suo contesto socio-territoriale oltre che di salute. Il sistema della cooperazione sociale, nel suo essere anche soggetto no profit, si propone quale interlocutore dell ente pubblico per una co-progettazione anche negli ambiti della Sanità (infermieri di famiglia, medicina di rete, servizi specialistici). In questo contesto è opportuno favorire un imprenditorialità cooperativa, soprattutto giovanile, capace di fornire servizi, anche non coperti dall ente pubblico, destinati a supportare le famiglie ed i singoli nei bisogni legati all età e alla salute. 2.C) ABITAZIONE L evoluzione che si ritiene necessaria è quella verso l uso e il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente favorendo l acquisto, ai prezzi dell housing sociale, da parte di cooperative edilizie, di edifici pubblici dismessi per trasformarli in prima abitazione in cooperativa. Va anche estesa la possibilità di acquisto di immobili per l housing sociale in Comuni non ad alta tensione abitativa e va incentivato lo strumento dell accordo di programmazione urbanistica per il riuso di comparti dismessi. Verificata l eventuale impossibilità di utilizzare cubature esistenti, vanno agevolate le varianti urbanistiche per il reperimento di aree per edilizia agevolata. Altra direzione da valutare è quella rivolta all incentivazione della proprietà indivisa, in particolare per la gestione evoluta del canone moderato. 7

8 3) CONSUMO La cooperazione di consumo ha svolto e svolge un fondamentale ruolo sociale, oltre che economico, che va salvaguardato. Dalla condivisione della basilare utilità di tale funzione per la comunità trentina consegue che i vari strumenti di pianificazione, legislativi e regolamentari dovranno tenere conto dell obiettivo di salvaguardare tale modello ed eventualmente introdurre logiche perequative. Dovranno essere valutati nel tempo gli effetti conseguenti all'insediamento della GDO sul territorio e monitorato il rischio che l'insediamento di tali strutture possa portare alla desertificazione commerciale degli ambiti periferici/marginali. Tale obbiettivo risulta ancora più significativo nel momento in cui riconosciamo l'utilità del presidio da parte dell'uomo degli ambiti periferici/marginali e conseguentemente la rilevanza delle attività agricole e turistiche per gli stessi. In riferimento alla utilità per la comunità si condivide che vengano sempre più valorizzati i prodotti trentini. 4) CREDITO Si condivide la necessità di un approfondimento complessivo e puntuale che parta dalla analisi di tutti gli strumenti di sostegno all investimento delle imprese, per valutarne la necessità, la coerenza, l efficienza e l efficacia. Si dovrà decidere quali azioni sono da tenere in vita, quali da eliminare e quali da correggere e come. Dentro questa analisi saranno prese in esame le modalità di comportamento delle Casse Rurali, sia nei confronti delle imprese che dei privati cittadini che accedono ad un mutuo per l'acquisto della prima casa. Alla luce dell importanza determinante di tutte le azioni volte al rafforzamento del sistema creditizio locale dovrà essere favorito il miglior coordinamento di tutte le componenti locali in una logica di sistema anche al fine di orientare i cospicui flussi di risparmio generati dal sistema produttivo locale verso progetti promossi sul territorio nonché a supportare e qualificare le attività di sostegno a favore del sistema imprenditoriale trentino. 8

9 TUTTO CIO PREMESSO E CONDIVISO, LE PARTI SI IMPEGNANO a concretizzare in proposte specifiche, anche di riforma legislativa, regolamentare ovvero amministrativa (coinvolgendo anche il Tavolo Appalti) ove necessario, gli intendimenti contenuti nel presente documento. A tal fine, la Provincia attiverà i propri Dipartimenti e la Federazione le proprie organizzazioni di settore. Le proposte dovranno essere elaborate in tempi utili al fine di trovare eventuale definizione in occasione della manovra finanziaria della Provincia per il

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