7. Ambiente naturale e paesaggio

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1 7. Ambiente naturale e paesaggio 7.1. Inquadramento problematica/introduzione Introduzione La Provincia di Ancona si estende per un area di circa 1940 Km 2 e comprende 49 Comuni. Si distingue per il paesaggio estremamente vario, la costa è caratterizzata da spiagge ampie e sabbiose a nord di Ancona e suggestive calette nella riviera del Conero, proseguendo verso l interno si passa attraverso la dolcezza del paesaggio collinare con le viti ed i campi fino ai monti delle dorsali appenniniche marchigiana e umbromarchigiana Normativa di riferimento Di seguito vengono elencate le principali disposizioni di legge riguardanti la protezione degli ambienti naturali, la gestione e la pianificazione del territorio. Normativa comunitaria Direttiva Habitat 92/43/CEE concernente la conservazione degli habitat naturali e seminaturali. Direttiva Uccelli 79/409/CEE concernente la salvaguardia degli uccelli selvatici. Normativa nazionale D. Lgs. n 42 del 22/01/2004 codice dei beni culturali e del paesaggio. D.P.R. n 120 del 12/03/2003 regolamento recante modifiche ed integrazioni al D.P.R. 08/09/1997 n 357. D.P.R. n 357 del 08/09/1997 regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. Le procedure disciplinate da questo regolamento tendono ad assicurare il mantenimento o il ripristino, degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario, sempre tenendo conto delle esigenze economiche, sociali e culturali e delle particolarità regionali e locali. Legge n 394 del 06/12/1991 legge quadro sulle aree protette. Detta i principi fondamentali per l istituzione e la gestione delle aree naturali protette al fine di garantire e di promuovere, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese. Normativa regionale L.R. n 7 del 14/04/2004 disciplina della valutazione di impatto ambientale (VIA). La VIA ha lo scopo di proteggere e migliorare la salute e la qualità della vita, mantenere la varietà delle specie, conservare la capacità di riproduzione degli ecosistemi e l'uso plurimo delle risorse, garantire lo sviluppo sostenibile attraverso l'analisi degli effetti indotti da un determinato progetto sull'ambiente, inteso come sistema integrato di risorse naturali ed umane, nonché sul sistema socio-economico e sul patrimonio culturale. L.R. n 7 del 05/01/1995 norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell equilibrio ambientale e disciplina dell attività venatoria. Ambiente naturale e paesaggio 177 di 380

2 L.R. n 15 del 28/04/1994 norme per l istituzione e la gestione delle aree protette naturali. Si propone di applicare metodi di gestione ambientale idonei a garantire l integrazione tra uomo ed ambiente naturale,di conservare le specie animali e vegetali, di promuovere attività di educazione e ricerca scientifica, di difendere o ricostruire gli equilibri idrogeologici e di promuovere la qualificazione delle condizioni di vita delle popolazioni locali, nonché le attività agro-silvo-pastorali. L.R. n 34 del 05/08/1992 norme in materia urbanistica paesaggistica e di assetto del territorio. L.R. n 52 del 30/12/1974 provvedimenti per la tutela degli ambienti naturali Analisi dei dati Uso del suolo L uso del suolo descrive la disposizione dei vari tipi di aree individuate come omogenee, da cui conseguentemente si può intuire il grado di naturalità del territorio. Per fare questo si utilizzano i dati della carta di uso del suolo redatta dalla Regione Marche. Tale carta e relativi dati sono aggiornati al 1984, di conseguenza non possono essere totalmente rappresentativi della situazione attuale in quanto negli ultimi venti anni l occupazione di suolo della Provincia è sicuramente cambiata con un aumento della percentuale di suolo edificato rispetto a quello coltivato. Tuttavia vengono presentati questi dati per avere una visione di insieme della situazione del territorio. Classificazioni Provincia di Ancona (ha) Regione Marche (ha) Aree non classificabili Seminativo (non irriguo, irriguo, erborato, con coltura orticola) Incolto (cespugliato, con alberi, con rocce e detriti, misto, lungo le strade, lungo i fossi di scolo) Acqua (corsi d acqua e canali, laghi e lagune, bacini artificiali, allevamenti ittici, nevai e ghiacciai) Bosco Edificato (destinato a residenziale, produttivo, infrastrutture, attrezzature ricreative e turistiche, aree in trasformazione, autostrade, strade asfaltate, strade bianche, ferrovie) Colture (vigneto, frutteto, oliveto, serre e vivai, agrumeto) Aree nude (rocce e accumuli detritici, aree in erosione, spiagge, aree estrattive, laghi e lagune di cave) Arboricoltura (pioppeto) Pascolo Ambiente naturale e paesaggio 178 di 380

3 Classificazioni Provincia di Ancona (ha) Regione Marche (ha) Totale superficie Tabella 108 Superfici in ettari dell uso del suolo 4% 10% Uso del suolo 0% 1% 0% 3% 12% 1% 4% 65% Aree non classificabili Seminativo Incolto Acqua Bosco Edificato Colture Aree nude Arboricoltura (pioppeto) Pascolo Figura 41 Uso del suolo Come si vede dalla Figura 1 la vocazione principale del territorio provinciale è quella agricola col 65% di seminativi e il 4% di colture quali vigneti, frutteti, oliveti, ecc.. Lo stesso si evince dalla figura 3 che rappresenta la carta di uso del suolo. Come già detto in precedenza questa carta è stata redatta in base a dati aggiornati nel 1984, anni in cui larga parte della Provincia era occupata da campi coltivati. Ad oggi la vocazione del territorio è ancora fortemente agricola, ma non più in maniera così preponderante. Infatti da dati ISTAT relativi al Censimento dell Agricoltura del 2000 risulta: Classificazioni Provincia di Ancona (ha) Regione Marche (ha) Seminativo Bosco Colture Pascolo Arboricoltura (pioppeto) Tabella 109 Superfici in ettari di alcune classi di uso del suolo (Fonte: Censimento dell Agricoltura ISTAT) Ambiente naturale e paesaggio 179 di 380

4 35% 51% 0% 3% 4% 7% Seminativo Bosco Colture Pascolo Arboricolture (pioppeto) altro Figura 42 Alcune classi di uso del suolo in base al Censimento dell Agricoltura dell ISTAT Confrontando i dati della tabella 1 con quelli della tabella 2, si vede come dal 1984 al 2000 la superficie provinciale e regionale adibita a seminativo, bosco e pascolo siano diminuite, mentre le aree destinate a colture agrarie e pioppeto siano leggermente aumentate. Questi risultati sembrano essere in linea con il recente aumento dell urbanizzazione. Lo stesso si può notare dalla figura 2 in cui si vede come sono cambiate le percentuali di alcune classificazioni di uso del suolo rispetto a quelle del Di recente la Provincia di Ancona ha inserito nella cartografia il mosaico dei piani regolatori (PRG) di tutti i Comuni della Provincia ad esclusione del Comune di Sassoferrato (il cui PRG, in fase di adozione, deve ancora essere inserito), mentre per i Comuni di Barbara, Castelleone di Suasa e Poggio San Marcello è stato inserito il Programma di Fabbricazione 201. Nella figura 4 sono rappresentate le zone urbanizzate in base alle zone territoriali omogenee (ZTO) del piano regolatore comunale. Per questa elaborazione sono state considerate solo le zone A (dei centri storici), B (residenziali), C (di espansione) e D (produttive), per cui questa è una porzione sottostimata delle aree urbanizzate in quanto non sono state considerate le aree adibite a servizi. 201 Programma di Fabbricazione: I Comuni sprovvisti di piano regolatore dovranno includere nel proprio regolamento edilizio un programma di fabbricazione, con l'indicazione dei limiti di ciascuna zona, secondo le delimitazioni in atto o da adottarsi, nonché con la precisazione dei tipi edilizi propri di ciascuna zona. Potranno anche indicare le eventuali direttrici di espansione. Ambiente naturale e paesaggio 180 di 380

5 Legenda uso del suolo Aree Produttive Aree Residenziali Aree con Infrastrutture Aree Produttive Aree Seminative Aree Incolte Bosco Corsi d'acqua Figura 43 Carta di uso del suolo Ambiente naturale e paesaggio 181 di 380

6 Vista_Attuale_MosaicoPRG - ZTO A B C D D1 D2 Figura 44 presenza di aree urbanizzate in base al mosaico dei PRG Ambiente naturale e paesaggio 182 di 380

7 Aspetti naturalistici Le caratteristiche della vegetazione del territorio sono correlate con i fattori abiotici (clima, morfologia del territorio) e storico-antropici (uso del suolo). Il territorio della Provincia di Ancona può essere suddiviso in :media ed alta collina, montagna (dorsale appenninica marchigiana e dorsale appenninica umbro-marchigiana) e zona costiera, ad esclusione di territori di pianure alluvionali (formate nel tempo dai corsi d acqua) e dal sinclinorio 202 compreso tra le due dorsali appenniniche principali. Nei territori di collina prevale un tipo di vegetazione forestale formato da boschi di caducifoglie termofile e semimesofile; mentre nei territori di montagna la vegetazione è composta principalmente da boschi di caducifoglie mesofile 203. La continuità dei boschi è interrotta da vasti habitat simili a pascoli diffusi soprattutto sulle aree sommitali dei rilievi. Il recente abbandono delle aree montane più disagiate ed economicamente meno produttive ha ulteriormente incrementato la diversità paesaggistica del territorio poiché ha permesso lo sviluppo di comunità arbustive secondarie che hanno colonizzato sia i campi che i pascoli non più utilizzati. Si tratta per lo più di cespuglieti di ginestra e ginepro. Zona collinare In relazione all altitudine si riconoscono due piani di vegetazione: il collinare che si estende fino a m ed il montano che si sviluppa al di sopra di 850 m. Nel piano collinare si riconoscono diversi tipi di bosco misto, i quali si ripartiscono essenzialmente in base alle caratteristiche del substrato 204 e dei fattori meteo-climatici. Sulle formazione marnoso-arenacee la maggior potenzialità riguarda i boschi a dominanza di roverella (Quercus pubescens). Sui rilievi calcarei dominano invece le formazioni miste a prevalenza di carpino nero (Ostrya carpinifolia) che rientrano nel tipo strutturale degli orno-ostrieti, cioè di boschi nei quali oltre al carpino nero si rinvengono orniello (Fraxinus ornus) e acero d Ungheria (Acer obtusatum). Negli impluvi 205 e nei canaloni 206 in relazione al verificarsi di condizioni climatiche umide e fresche, su suoli profondi e ricchi di sostanza organica, si può rinvenire un bosco dominato nello strato arboreo dal nocciolo e dal carpino bianco. Nelle aree calcaree esposte a sud in cui la roccia è ricoperta da esili strati di terreno, si sviluppano formazioni di sclerofille sempreverdi in cui domina il leccio (Quercus ilex). Il leccio è una specie con tipica distribuzione mediterranea per cui la sua diffusione sull Appennino va interpretata come condizione relitta di epoche geologiche passate nelle quali il clima su queste montagne era in generale più caldo dell attuale. La diffusione del leccio è comunque legata all affioramento del substrato calcareo. Le macchie a leccio ospitano specie tipiche delle formazioni mediterranee di sclerofille quali la fillirea (Phyllirea media), il laurotino, il corbezzolo, il terebinto e più raramente l alloro. 202 Sinclinorio: associazione di piccole sinclinali formanti una sinclinale maggiore. Sinclinale: piega degli strati rocciosi con la convessità rivolta verso il basso. 203 Mesofila: si dice di specie a temperamento intermedio nei riguardi dei fattori ambientali, che abitano stazioni che non sono né decisamente umide, né decisamente aride. 204 Substrato: roccia o sedimento presente al di sotto del suolo. 205 Impluvio: in una valle, solco lungo il quale scorrono le acque, che vi convergono scendendo dai versanti vicini. 206 Canalone: ampio solco di origine erosiva sul fianco di una montagna o tra due pareti rocciose. Ambiente naturale e paesaggio 183 di 380

8 Zona montana Il piano montano di vegetazione è invece interessato da un unico tipo di formazione forestale costituito dal faggio (Fagus sylvatica). Le faggete alle quote più basse si arricchiscono di specie quali l agrifoglio ed il tasso, mentre quelle poste ad una maggiore altitudine sono per lo più monospecifiche. I boschi di faggio costituiscono la vegetazione forestale del piano montano e sono quindi distribuiti sulle quote più elevate. Essi si sviluppano generalmente al di sopra dei 900 m nei versanti più freschi esposti a nord e al di sopra dei 1000 m in quelli esposti a sud o est. Il faggio si può comunque trovare anche a quote più basse, negli impluvi o nelle valli molto strette caratterizzate da clima umido e fresco. Vaste aree delle dorsali appenniniche sono state interessate da interventi di rimboschimento, gli impianti sono stati eseguiti per lo più con resinose tra le quali: il pino nero (Pinus nigra), il pino da pinoli (Pinus pinea), il pino marittimo (Pinus pinaster), il pino d Aleppo (Pinus halepensis), l abete bianco (Abies alba), l abete greco (Abies cephalonica), i cedri (Cedrus deodora, C. atlantica e C. libani), i cipressi (Cupressus arizonica, C. sempervirens, C. macrocarpa), ecc.. Zona costiera Gli ambienti costieri sono attualmente molto diversi rispetto alle caratteristiche originali, l azione dell uomo si è fortemente esercitata in queste zone soprattutto per scopi turistici e balneari. Infatti, per favorire l attività turistica, la morfologia delle spiagge è stata resa estremamente uniforme. Tuttavia nella zona litoranea è presente il Monte Conero che rappresenta un area di enorme valore paesaggistico e naturalistico, infatti le particolari caratteristiche litologiche e climatiche hanno favorito la presenza di una vegetazione mediterranea del tutto unica nelle Marche caratterizzata dalla presenza di leccio, fillirea, alaterno e corbezzolo. Le zone che mantengono un valore naturalistico più elevato sono sicuramente le aree sottoposte a tutela. Nelle tabelle successive si può vedere quante aree protette e quanta superficie occupano complessivamente. Tra le aree considerate ci sono le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite grazie alla Direttiva 79/409/CEE (Direttiva Uccelli) che prevede la salvaguardia degli uccelli selvatici, i Siti di importanza comunitaria (SIC) previsti dalla Direttiva 92/43/CEE (Direttiva habitat) che si propone di garantire il mantenimento o il ripristino degli habitat naturali e seminaturali, le aree floristiche istituite ai sensi della L.R. n 52 del 30/12/1974 che garantiscono la salvaguardia di ambienti aventi un peculiare valore per la funzionalità dell intero sistema regionale delle aree protette, i Parchi e le riserve naturali creati appunto per preservare ambienti unici o rappresentativi del territorio regionale, per salvaguardare specie di particolare rilevanza naturalistica e scientifica. Tutte queste zone sembrano proteggere in maniera più selettiva il territorio ad alta biodiversità 207. Provincia di Ancona Regione Marche Parchi nazionali - 2 Parchi naturali Regionali Biodiversità: E' sinonimo di "diversità biologica". Per biodiversità di un determinato ambiente, in particolare, si intende la varietà di organismi viventi in esso presenti, attualmente minacciata dal progressivo aumento dei fattori inquinanti e dalla riduzione degli habitat. La biodiversità può essere descritta in termini di geni, specie od ecosistemi. Lo sviluppo sostenibile dipende anche dalla comprensione, protezione e conservazione degli innumerevoli ecosistemi interattivi del pianeta. Ambiente naturale e paesaggio 184 di 380

9 Provincia di Ancona Regione Marche Riserve naturali statali - 3 Riserve naturali Regionali 1 1 SIC ZPS 8 28 Aree floristiche Tabella 110 Numero di aree protette Provincia di Ancona (ha) Parchi nazionali - Parchi naturali Regionali Riserve naturali statali - Riserve naturali Regionali 319 SIC ZPS Aree floristiche 7234 Totale provincia Tabella 111 Superfici delle aree protette in ettari Va precisato che per le aree SIC e ZPS si è considerata la superficie complessiva di tutti i siti che rientrano anche solo parzialmente nel territorio provinciale e inoltre va considerato che spesso lo stesso luogo è coperto da più tutele (come si può vedere dalla figura 6), per cui il valore considerato è superiore a quello del reale territorio protetto ricadente all interno dei confini provinciali. Aree protette 8% 0% 92% Parchi naturali Regionali Riserve naturali Regionali Superficie provinciale esterna alle aree protette Figura 45 superficie delle aree protette (parchi e riserve regionali) a confronto con la superficie provinciale Come si può vedere dalla figura 4 una parte significativa della superficie provinciale è occupata da aree sottoposte a tutela, se consideriamo che queste aree rappresentano il territorio con la maggiore biodiversità Ambiente naturale e paesaggio 185 di 380

10 questo dimostra che nella provincia di Ancona sono conservati habitat adatti al mantenimento dei sistemi ecologici fondamentali. Successivamente nella figura 6 si può apprezzare la distribuzione delle aree protette concentrate particolarmente lungo il promontorio del Conero e a ridosso delle due dorsali appenniniche. Ambiente naturale e paesaggio 186 di 380

11 Figura 46 Le aree protette nella Provincia di Ancona Ambiente naturale e paesaggio 187 di 380

12 Politiche per la tutela ed il recupero del territorio La provincia assume un ruolo fondamentale nel perseguire la conservazione del paesaggio e nel proteggere gli ambienti naturale preservando la biodiversità. Per fare questo si avvale di specifici piani quali il Piano Territoriale di Coordinamento e il Piano Faunistico Venatorio. Inoltre la Provincia svolge un altro ruolo di fondamentale importanza nella gestione del territorio in quanto è l Autorità competente per la procedura di VIA (valutazione di impatto ambientale) di determinati progetti. Piano Territoriale di coordinamento Come esplicitato dalla Legge Regionale n 34 del 05/08/1992 Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio la pianificazione del territorio regionale è rivolta all equilibrata integrazione della tutela e valorizzazione delle risorse culturali, paesistiche, ambientali e naturalistiche con le trasformazioni connesse agli indirizzi e programmi di sviluppo economico definiti dalla Regione. Il piano territoriale di coordinamento (PTC) rappresenta lo strumento per la determinazione degli indirizzi generali di assetto del territorio a livello provinciale. La Provincia di Ancona con deliberazione del Consiglio provinciale n. 117 del 28/07/2003 ha approvato il Piano territoriale di coordinamento provinciale. Gli ambiti territoriali omogenei 208 Il territorio provinciale è stato articolato in ambiti territoriali omogenei (A.T.O.). Gli ambiti territoriali individuati dal P.T.C. sono omogenei sotto il profilo della costanza dei rapporti tra alcuni dei fattori considerati significativi quali la forma del territorio (morfologia dei rilievi, strutture geologiche, vegetazione, etc.) e la forma degli insediamenti urbani. Essi, pertanto, tendono a configurarsi come l'unità spaziale di riferimento per la pianificazione del territorio provinciale e vengono individuati nel PTC con questa classificazione: GLI AMBITI TERRITORIALI A DEL LITORALE E DELLA PRIMA COLLINA GLI AMBITI TERRITORIALI B DELLA BASSA COLLINA GLI AMBITI TERRITORIALI C DELLA MEDIA COLLINA GLI AMBITI TERRITORIALI D DELL ALTA COLLINA GLI AMBITI TERRITORIALI V DELLE PIANURE E DEI TERRAZZI ALLUVIONALI L AMBITO TERRITORIALE E DELLA DORSALE MARCHIGIANA L AMBITO TERRITORIALE F DEL SINCLINORIO L AMBITO TERRITORIALE G DELLA DORSALE UMBRO-MARCHIGIANA L AMBITO TERRITORIALE U DELL AREA URBANA DI ANCONA L AMBITO TERRITORIALE R DELLA RISERVA NATURALE DEL CONERO 208 La descrizione degli ATO è tratta dalla relazione del PTC della provincia di Ancona Ambiente naturale e paesaggio 188 di 380

13 Figura 47 - Suddivisione della Provincia in ambiti territoriali omogenei Ambiti territoriali A Questo territorio è composto da tre sottosistemi: quello litoraneo sabbioso-ghiaioso, quello sublitoraneo retrodunale pianeggiante, quello della bassa collina. La zona litorale è stata profondamente alterata sia direttamente dagli interventi sulle dune, che indirettamente dagli interventi realizzati in mare come la messa in opera di scogliere frangiflutti e la costruzione di moli. I moli hanno determinato consistenti fenomeni erosivi, mentre le scogliere hanno impedito localmente la scomparsa della spiaggia, spostando tuttavia il fenomeno erosivo verso nord. La zona retrodunale, disabitata fino al secolo scorso, nel secondo dopoguerra ha subito radicali trasformazioni dovute al disordinato inserimento di insediamenti residenziali, turistici e produttivi che hanno alterato il paesaggio originale. Nella fascia collinare col tempo si è formato un paesaggio dolce, tuttavia caratterizzato da fenomeni franosi. Va ricordato che storicamente gli ambiti A sono sempre stati poco abitati e solo negli ultimi decenni c è stato un significativo aumento dell edificazione. Ambiti territoriali B Qui si trova il paesaggio tipico della collina marchigiana con morfologia dolce, versanti a pendenze limitate e forme collinari arrotondate. Gli ambiti B sono quelli dove il reticolo insediativo storico è più denso ed ha assunto le forme più caratteristiche: molto frequenti sono i centri ed i nuclei storici, molto ramificata è la trama delle strade poderali, numerosissime sono le case sparse. Lo sviluppo edilizio recente, caratterizzato dalla casa isolata su lotto e da una limitata frequenza di capannoni artigianali o commerciali, si è localizzato prevalentemente a ridosso delle strade di crinale 209. In tutti questi ambiti, ed in particolare in quelli a Nord dell'esino, assumono notevole rilevanza le azioni di recupero degli elementi diffusi del paesaggio agrario ed in special modo delle formazioni igrofile 210 degli 209 Crinale: il profilo delle vette e delle cresteche fa da linea di separazione tra un versante e l altro di una catena di monti. Ambiente naturale e paesaggio 189 di 380

14 impluvi e dei corsi d'acqua. Un particolare interesse deve essere rivolto alle praterie che si sono sviluppate in seguito all'abbandono dei terreni più acclivi 211. Nel PTC si prevede di sostenere con incentivi, la conservazione ed il ripristino dei segni caratteristici del paesaggio agrario storico (costruzioni, siepi, filari, etc.), mentre si indica di evitare nuove concentrazioni delle aree di espansione. Ambiti territoriali C I suoli sono poco produttivi, la vegetazione d'alto fusto è povera, frequenti sono i terreni incolti. Il paesaggio è caratterizzato da una morfologia moderatamente acclive, fenomeni erosivi diffusi, zone calanchive 212, instabilità localizzate. Il dissesto idrogeologico diffuso, che si produce anche con pendenze apparentemente meno critiche, è da collegare con la scarsa manutenzione del reticolo idrografico secondario, con la elevata erodibilità dei suoli e con attività agricole a forte impatto sui suoli. I fenomeni erosivi sono in continuo incremento. Storicamente queste aree sono state poco abitate: vi mancano completamente i centri storici mentre anche l'edilizia rurale storica è piuttosto diradata rispetto ai contigui ambiti B e D. Tuttora la densità insediativa è tra le più basse di tutto il territorio provinciale: questi ambiti sono pressoché disabitati, le case sparse e la maglia poderale sono relativamente le più rade tra tutte le zone collinari, sono assenti i centri urbani (eccetto alcuni piccoli insediamenti di recente formazione come Acquasanta o Coste di Staffolo). In questi ambiti acquistano rilevanza anche maggiore rispetto agli altri ambiti collinari le forme di agricoltura non tradizionali quali l'agricoltura biologica ed, in genere, tutte le pratiche agronomiche di tipo conservativo. In questi ambiti, quasi interamente compresi nelle fasce di continuità naturalistica, il PTC raccomanda di evitare gli ampliamenti dei pochi nuclei residenziali presenti, i nuovi insediamenti produttivi extra-agricoli, la costruzione di nuovi edifici o manufatti sparsi non connessi con le esigenze delle attività agricole e zootecniche. Ambiti territoriali D La morfologia in tale ambito è fortemente influenzata dalla resistenza maggiore all'erosione di questi territori. Ne risulta un paesaggio di alta collina in cui le linee crinaliche si arricchiscono di poggi e si allungano secondo l'andamento dei banchi arenacei. Il paesaggio vegetale, prevalentemente di tipo agricolo, risulta complessivamente ben conservato e connotato da una considerevole diversità dell'ecomosaico 213. Sono frequenti le zone boscate in prossimità dei corsi d'acqua e la copertura vegetale è ricca e diversificata. In agricoltura prevalgono le colture specializzate, soprattutto la viticoltura. I nuclei urbani storici, molto numerosi, sono localizzati sui crinali. 210 Igrofilo: organismo vegetale che ha bisogno di un clima estremamente umido. 211 Acclive: in salita, ripido. 212 Zone calanchive: con la presenza di calanchi. Calanco: avvallamento stretto e profondo dovuto all azione erosiva delle acque di dilavamento sui pendii argillosi. 213 Ecomosaico: è costituito da un insieme di unità ambientali vicine tra le quali si stabiliscono scambi biologici che coinvolgono tutte le specie animali e vegetali presenti. Ambiente naturale e paesaggio 190 di 380

15 Nel territorio agricolo il PTC prevede che si debba perseguire la conservazione della diversità dell ecomosaico, che attualmente tende a diminuire a causa del recupero spontaneo del bosco su arbusteti e praterie post-coltura. Ambiti territoriali V Gli ambiti V comprendono i terreni alluvionali nel territorio compreso fra la dorsale marchigiana ed il litorale. Una particolarità di questi ambiti, sotto il profilo paesistico-ambientale, è rappresentata dai bacini di escavazione che si presentano oggi come laghi con qualità delle acque più o meno buone. Queste aree, con l'eccezione dei terrazzi alti, nel medioevo erano pressoché disabitate, occupate da boschi e paludi; due eccezioni erano costituite da Jesi e Senigallia, rispettivamente posti l'una su un terrazzo dell'esino e l'altra alla foce del Misa, episodi urbani rilevanti ma allora relativamente isolati. Anche nel periodo successivo e fino all'ottocento, nonostante il progressivo avanzamento dello sfruttamento agricolo, il disegno della trama insediativa è rimasto a maglie molto larghe, imperniato sulle poche strade di lunga percorrenza. Negli ultimi due secoli questi luoghi hanno conosciuto le più grandi trasformazioni nei settori agricolo e zootecnico, l'ampliamento a dismisura del fenomeno urbano legato soprattutto agli insediamenti produttivi oltre che alle residenze, la formazione di nuovi centri e nuclei urbani, la concentrazione delle infrastrutture, lo sfruttamento dei depositi ghiaiosi con le numerosissime cave. In queste aree, ed in particolare nella media e bassa valle dell Esino sono oggi localizzate alcune delle attività a più alto rischio ambientale di tutta la Regione (API di Falconara, tre centrali elettriche, industrie di Monsano, etc.). Il PTC suggerisce di gestire gli ambiti fluviali in maniera programmata evitando le soluzioni basate sull'eccessiva semplificazione dell'ecosistema fluviale mediante l'eliminazione della vegetazione ripariale 214 e la costruzione di argini in cemento o dighe di pietra e tenendo conto che spesso si rivelano inefficaci anche le opere cosiddette di ingegneria naturalistica. Nelle piane alluvionali il Piano indica di evitare l'utilizzo eccessivo di fertilizzanti e di fitofarmaci che si potrebbe verificare in relazione alla propensione propria di tali aree verso le colture più intensive. In base alle disposizioni del PTC in questi ambiti è necessario interrompere la continuità lineare dell'edificato produttivo-commerciale-residenziale determinata dai recenti sviluppi, al fine di preservare per usi agricoli le residue superfici della pianura alluvionale; mentre resta un obbiettivo prioritario da perseguire la continuità della maglia infrastrutturale. Per quanto riguarda gli aspetti più specificamente insediativi, in questi ambiti il PTC prevede che debbano essere incentivate le azioni di riqualificazione dei tessuti sorti in modo disordinato negli ultimi decenni ed, in genere, degli aggregati urbani esistenti; a questo riguardo, il ruolo della vegetazione in questi ecosistemi fortemente alterati è fondamentale non solo dal punto di vista visivo ma anche per il recupero di livelli accettabili di ossigenazione dell'aria, l'abbattimento dei metalli pesanti, etc. Ambiti territoriali E L'ambito territoriale E, comprende i rilievi calcarei, della dorsale marchigiana e della dorsale minore di Valmontagnana ad ovest, attraversati dai corsi d'acqua maggiori che vi incidono solchi profondi (Gole della Rossa e di Frasassi). 214 Ripariale: che nasce o vive sulle rive. Ambiente naturale e paesaggio 191 di 380

16 Notevoli sono le presenze e gli aspetti di interesse naturalistico che contraddistinguono questo ambito. Tra queste gli ecosistemi che si sviluppano nelle gole calcaree della Rossa, di Frasassi e di Valle Scappuccia, tutte comprese nel Parco della Gola della Rossa. Vi è un forte recupero della vegetazione forestale, forse più consistente che negli altri ambiti, dovuto all'abbandono quasi totale delle attività agricole: la superficie coperta dai boschi supera largamente il 50% del totale mentre le residue colture agricole (prevalentemente seminativi) si aggirano attorno al 15%; molto estesi sono anche i pascoli. Permane l'attività forestale volta all'utilizzazione del bosco ceduo. Per gli aspetti insediativi, in questi ambiti quasi interamente compresi nelle fasce della continuità naturalistica, l'indirizzo generale è di tutelare, risanare e valorizzare gli edifici presenti di interesse architettonico e documentale, favorendo le trasformazioni che consentono l'instaurarsi di sinergie positive con le condizioni ambientali. Nel PTC si indica di provvedere al riordino delle attività produttive esistenti evitando nuova occupazione di suolo con insediamenti produttivi anche considerando che in tutto questo territorio è necessaria una sostanziale limitazione degli incrementi edificatori. Ambiti territoriali F L'ambito F è quello del cosiddetto sinclinorio, compreso fra le due dorsali appenniniche principali. Se si eccettuano le dorsali minori, dove esiste una copertura boschiva piuttosto densa intercalata da pascoli e da coperture boschive-arbustive a bassa densità, i suoli del sinclinorio sono intensamente coltivati e solo in corrispondenza delle maggiori pendenze compaiono ridotti nuclei di bosco. L'agricoltura è di tipo tradizionale ed ha portato ad una discreta erosione del substrato. L'occupazione dei fondovalle più importanti dovuta allo sviluppo degli insediamenti industriali e residenziali, tende ad isolare le aree naturali. L'indirizzo di fondo dettato dalla Provincia per il sistema insediativo del sinclinorio è quello della riorganizzazione dei tre poli urbani maggiori, di cui va sostanzialmente controllata l'ulteriore crescita. Negli interventi di riqualificazione delle aree urbane il PTC prevede l incremento del ruolo della vegetazione non solo dal punto di vista visivo, ma anche ai fini del recupero di livelli accettabili di qualità dell'aria, in questo, come in genere in tutti gli ecosistemi sensibilmente alterati. Ambiti territoriali G L'ambito G corrisponde al versante orientale della dorsale umbro-marchigiana ed ha in comune con l'ambito E della dorsale marchigiana molti caratteri, soprattutto per quanto riguarda la ricchezza degli aspetti naturalistici (presenza di biotopi di particolare interesse), la struttura geologica-geomorfologica, gli usi del suolo prevalenti ed in particolare il predominio del bosco e dei pascoli, le dinamiche demografiche e le variabili socioeconomiche. Una differenza significativa, tuttavia, vi è nello stato di conservazione delle risorse naturalistiche che sembra in questo caso migliore, probabilmente anche grazie alla maggiore estensione, soprattutto se si considera anche il versante umbro, e grazie alla collocazione più periferica rispetto alle aree più fortemente urbanizzate. Questo ambito territoriale comprende zone montane di notevole interesse naturalistico che meritano di essere opportunamente valorizzate e salvaguardate. Tra queste hanno importanza prioritaria Valleremita e l'area del Monte Cucco. Ambiente naturale e paesaggio 192 di 380

17 Notevole è, anche qui, il recupero recente della vegetazione forestale dovuto all'abbandono delle attività agricole, ormai quasi del tutto assenti, come pure sono molto estesi i pascoli. Non vi sono veri e propri centri urbani. Il PTC sottolinea l importanza di salvaguardare gli ecosistemi ed i paesaggi, recuperare e proteggere l'assetto idrogeologico ed il patrimonio geologico, botanico-vegetazionale e faunistico. Ambito territoriale R Questa zona ricade all interno del Parco del Conero. Rispetto al resto della costa marchigiana, questo tratto è aspro con una ripida falesia 215 che si estende dall area urbana di Ancona fino al centro di Numana. Va ricordato che quest area riveste un ruolo peculiare dal punto di vista naturalistico, per gli aspetti faunistici e botanici. Ambito territoriale U L area comprende il territorio urbanizzato di Ancona e Falconara, dove si trova la più estesa concentrazione di suolo edificato della Regione. La continuità dell edificato è l unico fattore che hanno in comune tutte le parti di questo ambito. Le presenze botaniche sono estremamente rare, infatti le destinazioni edilizie prevalenti sono quella residenziale e quella terziaria; a queste va aggiunta la presenza qualificante del porto. Piano Faunistico Venatorio La Provincia di Ancona con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 55/04 ha approvato il Piano Faunistico Venatorio Provinciale Con questo Piano la Provincia si propone di gestire il territorio in modo da arrivare in tempi medio lunghi ad una presenza ottimale della fauna selvatica su tutto il territorio della Provincia facendola coesistere con le esigenze del patrimonio agro-forestale e delle produzioni agricole; inoltre cerca di raggiungere l autosufficienza riproduttiva delle specie stanziali e la ricostruzione o conservazione di habitat idonei alle specie migratorie. Infine il Piano programma l attività venatoria in modo tale per cui la protezione della fauna non interferisca negativamente con gli interessi dei cittadini. Il Piano Faunistico Venatorio è suddiviso in tre parti: - Analisi, acquisizione ed immissione dati - Pianificazione territoriale e faunistica - Indicazioni attuative Fanno inotre parte del Piano gli allegati: - Allegato a Le caratteristiche ambientali e faunistiche delle foreste demaniali della Provincia di Ancona - Allegato b Schede uccelli All interno del Piano Faunistico Venatorio sono previsti interventi di miglioramento ambientale per la fauna all interno del territorio di Ancona. Questi interventi sono finanziati dall Amministrazione provinciale, per quanto riguarda la concessione di contributi ai proprietari o conduttori di fondi agricoli sul territorio a 215 Falesia: tipo di costa con pareti rocciose a picco sul mare. Ambiente naturale e paesaggio 193 di 380

18 gestione programmata della caccia, e dagli Ambiti Territoriali di Caccia (AA.TT.CC.) per la programmazione annuale e triennale di loro competenza. Tipologia di interventi finanziati Importo concesso Semina di colture a perdere , Impianto o mantenimento di filari di siepi, zone decespugliate e piccoli boschetti , Incremento o conservazione di superficie ad incolto 4.290, Posticipazione sfalcio vegetazione spontanea 409, Sfalcio foraggere e raccolta cereali coltivati a partire dal centro degli appezzamenti 8.326, Posticipazione aratura , TOTALE , Tabella 112 Importi concessi per ogni tipologia di intervento Gli interventi citati in tabella 4 riguardano in parte il potenziamento delle dotazioni ambientali (semina di colture a perdere, impianto o mantenimento di filari di siepi, zone decespugliate e piccoli boschetti, incremento o conservazione di superficie ad incolto) e in parte la limitazione di alcuni fattori di mortalità e disturbo della fauna (posticipazione sfalcio 216 vegetazione spontanea, sfalcio foraggere e raccolta cereali coltivati a partire dal centro degli appezzamenti, posticipazione aratura). Valutazione di impatto ambientale In linea con i principi della sostenibilità dello sviluppo, la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) mira ad introdurre, nella prassi tecnica ed amministrativa ed in una fase precoce della progettazione, una valutazione sistematica degli effetti prodotti da determinate tipologie di opere pubbliche e private sull'ambiente, con l obiettivo di raggiungere un elevato grado di protezione ambientale, migliorare la qualità della vita, mantenere la varietà delle specie, e conservare la capacità di riproduzione dell'ecosistema in quanto risorsa essenziale. La Valutazione di Impatto Ambientale è disciplinata da norme comunitarie, nazionali e regionali; in ambito europeo viene introdotta nel 1985 con la direttiva CEE 85/337 (modificata e integrata nel 1997) mentre a livello nazionale il recepimento della direttiva europea inizia tra il 1986 e il 1988 (con L. 349/86, DPCM 377/88, DPCM 27/12/1988), con la disciplina della procedura di VIA per grandi opere affidate alla competenza del Ministero dell Ambiente, e prosegue nel 1996 e negli anni successivi (Atto di indirizzo e coordinamento con DPR 12/04/1996 e successive modifiche e integrazioni, Leggi regionali di attuazione) per le opere minori, soggette a disciplina di competenza delle Regioni e/o altri Enti Locali. La VIA si esplica attraverso una procedura amministrativa finalizzata a individuare, descrivere e valutare, in via preventiva, l'impatto ambientale di determinati progetti pubblici o privati sulla base di un'analisi degli effetti che l'opera stessa esercita sulle componenti ambientali e socio-economiche interessate. 216 Sfalcio: falciatura. Ambiente naturale e paesaggio 194 di 380

19 Elemento fondamentale della procedura è la partecipazione al processo decisionale da parte delle diverse parti coinvolte, in particolare gli enti locali, che sono chiamati ad esprimere un parere in merito alla realizzazione dell'opera, e i cittadini, che possono inviare osservazioni alla struttura amministrativa responsabile della procedura. Intervenendo prima dell'approvazione del progetto, la procedura consente di scegliere tra le diverse soluzioni progettuali, quella che presenta il minor impatto ambientale e di introdurre nel progetto eventuali varianti, che possono mitigare e/o compensare l'impatto dell'opera sull'ambiente. In particolare la Regione Marche con la L.R. n 7 del 14/04/2004 disciplina la valutazione di impatto ambientale ed individua nella Provincia l Autorità competente per la procedura di VIA dei progetti elencati negli allegati A2 e B2 localizzati nel territorio provinciale che non presentano impatti ambientali interprovinciali, interregionali o transfrontalieri Scheda di sintesi degli indicatori Indicatore Tipo Disponibilità dei dati Uso del suolo S D Aree protette S/R D Fonte dei dati Regione Marche Provincia di Ancona Ministero dell Ambiente Regione Marche Stato Tendenza Paragrafo Tabella Sintesi degli indicatori - tematica "Ambiente naturale e paesaggio" Disponibilità dei dati D Indicatori disponibili e di buona qualità ND Indicatori non disponibili I Dati insufficienti per una valutazione compiuta - Tabella 114 Legenda Stato degli aspetti ambientali Positivo Intermedio Tendenza degli aspetti ambientali Trend in miglioramento nel tempo Trend stabile Negativo Trend in peggioramento nel tempo Incerto/sconosciuto - Non applicabile/disponibile Indicatore aggiunto, mancante o modificato Querce secolari Uso del suolo Motivazioni Mancante. Nessun dato disponibile. I dati erano disponibili in unità di misura diversa da Ambiente naturale e paesaggio 195 di 380

20 quella ipotizzata (ettari) Dati di scarsa qualità poiché risalenti al 1984 e non esistono aggiornamenti Tabella Variazione agli indicatori rispetto a quelli approvati dal forum Ambiente naturale e paesaggio 196 di 380

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