Criteri diagnostici in evoluzione. Diabete di tipo 2: una malattia spesso misconosciuta

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Criteri diagnostici in evoluzione. Diabete di tipo 2: una malattia spesso misconosciuta"

Transcript

1 Il diabete mellito è una patologia che interessa, complessivamente, il 3% della popolazione piemontese, tra cui soggetti in età lavorativa. Il diabete comporta rilevanti oneri umani, sociali, economici e sanitari per le persone e per la società: i soggetti diabetici hanno un maggior rischio di ricovero ospedaliero, di disabilità, di malattia cardiovascolare, di ricorso alla dialisi e di retinopatia. L'incidenza del diabete di tipo 2 sembra stabile nel tempo, mentre sembra in aumento l'incidenza del diabete di tipo 1; occorre investire nella ricerca sull'incidenza per chiarire in modo valido queste ipotesi. La prevalenza della malattia presenta una variabilità geografica legata o all'offerta o ai fattori di rischio: anche questa domanda richiede nuovi investimenti per la ricerca. Sono documentabili profonde diseguaglianze sociali nella prevalenza e nella mortalità per diabete, che rivelano una particolare fragilità, nei confronti della malattia, da parte delle persone meno dotate di risorse (capacità di riconoscerla e di gestirla). DIABETE MELLITO Contrariamente ad altre patologie croniche, l'epidemiologia del diabete è ancora ai primi passi. Il fatto è in gran parte derivato da una serie di difficoltà insite nella definizione della malattia, specie per quanto attiene al diabete di tipo 2, nonché alle tecniche diagnostiche, ed all esistenza della patologia in forma silente. I criteri diagnostici hanno subito una progressiva evoluzione dalla prima definizione del National Diabetes Data group dell American Diabetes Association nel 1989, adottati poi dall Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso una revisione proposta dalla stessa American Diabetes Association nel 1997, accettati nel 1999 anche dall OMS e nel nostro Paese. Detti criteri si pongono l obiettivo di seguire criteri eziologici, di essere più accurati nell individuazione dei soggetti positivi, di non richiedere procedure diagnostiche onerose. Permane comunque il problema che, mentre il diabete di tipo 1 per l evidenza dei sintomi viene sempre sicuramente diagnosticato e individuato e può quindi essere classificato, almeno convenzionalmente, per l età di esordio ed il tipo di trattamento, cioè l insulina, il diabete di tipo 2 si manifesta in modo eterogeneo, dalla forma asintomatica a quella conclamata, e può essere individuato solo con il rilevamento di specifiche soglie glicemiche, che molte volte capitano all osservazione solo fortuitamente. E evidente quindi che la malattia risulta frequentemente misconosciuta. Considerato che per il diabete di tipo 1 si calcola in Italia una prevalenza dello 0,08-0,10% mentre per il diabete di tipo 2 si riferisce una prevalenza del 3-4% è chiaro che i dati della dimensione complessiva del fenomeno sono completamente condizionati dalla completezza dell informazione relativa al diabete di tipo 2 (1,2). Un altro aspetto da avere presente quando si legga un dato di prevalenza del diabete è la fascia di età a cui il dato si riferisce. Infatti, in Italia, ad una prevalenza di diabete intorno al 3% riferita all intera popolazione fa riscontro Criteri diagnostici in evoluzione Diabete di tipo 2: una malattia spesso misconosciuta 251

2 Tre diabetici ogni 100 persone Complicanze e carico per i servizi sanitari un tasso superiore, sino al 10%, se si considera la popolazione adulta, cioè di età maggiore ai 40 anni. I più recenti e completi dati epidemiologici italiani derivano da un progetto finalizzato del Ministero della Sanità (3) sviluppato alla fine degli anni '80, mirante a definire la prevalenza del diabete noto, utilizzando una metodologia standardizzata. Nelle aree oggetto di indagine è stato compilato un elenco di tutti i diabetici residenti, utilizzando diverse fonti di informazione e operando opportuni controlli incrociati tra le diverse fonti individuate, seguendo infine il metodo della cattura-ricattura. Le aree corrispondevano a 8 USL di diverse regioni dislocate in tutto il territorio nazionale. Queste indagini hanno prodotto stime di prevalenza che si aggirano tra il 2,6% e il 3,2% e indicano ragionevolmente una prevalenza di diabete noto intorno al 3% per l intera nazione. Relativamente a tutta la popolazione l età media stimata alla quale viene generalmente diagnosticata la malattie è di 59 anni per gli uomini e 64 anni per le donne e, dal momento della diagnosi, l attesa di vita è di circa 15 anni. Dai dati dello stesso studio del Ministero della Sanità risultano in trattamento insulinico il 15% dei casi (di questi circa il 20% è rappresentata da soggetti con diabete di tipo 1), in trattamento con ipoglicemizzanti orali il 70%, mentre il restante 15% non è trattato con farmaci (4). Le stime dell O.M.S. prevedono un incremento della popolazione affetta da diabete mellito, dovuto all'effetto combinato dell'aumento nell aspettativa di vita, dei cambiamenti dello stile di vita e del regime alimentare, e dell aumento dell obesità. Quindi, oltre alla prevalenza dei malati, risulta molto importante anche la misura e il monitoraggio continuo dell incidenza dei nuovi casi di malattia diabetica. I dati della letteratura dimostrano in Italia una incidenza del diabete di tipo 1 pari al 6-10 per persone-anno alla quale fa riscontro, come già ricordato, una prevalenza dell 1 per 1.000, comprensiva dei cosiddetti LADA, casi di diabete di tipo 1 insorto in età adulta (2). Scarsi, invece, sono i dati relativi all incidenza del diabete di tipo 2 per la mancanza di registri di tale patologia. Unico dato disponibile di una certa ampiezza, è quello dello studio di Laxa in Svezia condotto tra il 1972 e il 1987, che dimostra una incidenza del 4 per persone-anno in una situazione ove la prevalenza corrisponde al 4%. Pare quindi che l incidenza risulti dieci volte inferiore alla prevalenza (5). La dimensione del fenomeno diabete mellito risulta di particolare carico per i sistemi sanitari non solo per la numerosità della popolazione affetta, ma anche per le conseguenze della malattia, che nella sua naturale evoluzione è causa diretta di complicanze costituite da altre patologie di rilevante costo sociale. Prima tra queste va evidenziata la patologia cardiovascolare, ricordando che le persone affette da diabete mellito, rispetto alla popolazione generale, hanno un rischio aumentato di 1,5-3 volte di manifestare un infarto miocardico, e di 1,4 volte di morire per un incidente cardiovascolare (Verona study) (6-7). Il fenomeno trova correlazione con il cattivo compenso metabolico e con l instabilità glicemica. La malattia diabetica, inoltre, ha un impatto severo nello sviluppo dell insufficienza renale cronica che richiede il ricorso al trattamento dialitico sostitutivo. I soggetti affetti da diabete mellito all interno della popolazione dei dializzati costituiscono una coorte di rilevante numerosità, in continuo incremento per la crescita dei nuovi accessi. In casistiche nord europee e statunitensi la nefropatia diabetica è la prima causa di insufficienza renale con 252

3 u om in i d on ne - Diabete mellito - accesso in dialisi. Infine, l OMS individua nel diabete mellito la prima causa di cecità legale in età lavorativa e seconda causa, dopo i traumatismi, di amputazioni agli arti inferiori (8). Casistiche su coorti di pazienti seguiti da servizi di Diabetologia italiani evidenziano una prevalenza del 20% per la retinopatia diabetica, del 0,5% per la cecità, dell 1% nei maschi e del 0,4% nelle femmine per le amputazioni (4,9). E' evidente quindi che il diabete mellito rappresenta un problema di salute che richiede interventi specifici per migliorarne il decorso e ridurne l impatto sulla vita dell individuo e sulla società. Nel descrivere la mortalità per diabete mellito occorre tenere conto delle modalità con cui viene raccolta l'informazione sulla causa di morte, e delle caratteristiche della patologia. Ai fini delle statistiche di mortalità viene sempre utilizzata, come causa di morte, quella che il curante indica, sulla scheda di morte ISTAT, come causa principale ("quella che ha dato inizio al concatenamento causale che ha portato al decesso"). Poiché è noto come il diabete sia associato a numerose patologie cronico-degenerative gravi, a loro volta possibili cause di morte (per esempio la cardiopatia ischemica) è frequente che vengano indicate come cause di morte queste ultime e non il diabete mellito. Conseguenza di ciò è una sottostima della mortalità per questa causa. Nonostante queste avvertenze, l'analisi della mortalità riveste comunque un ruolo rilevante nella descrizione degli effetti del diabete sulla salute della popolazione. Per le difficoltà di rilevazione della morbosità, che verranno documentate nel paragrafo successivo, non sono infatti disponibili serie storiche sulla distribuzione del diabete in Italia e in Piemonte. L'utilizzo della mortalità, al contrario, consente di confrontare l'andamento temporale in Italia e in Piemonte a partire dal Dalla figura 1 emerge come, nonostante una certa irregolarità nel trend, la mortalità sia andata progressivamente riducendosi in entrambi i sessi, e come il Piemonte si collochi in una situazione avvantaggiata rispetto la resto del Paese, avendo tassi di mortalità negli uomini e nelle donne rispettivamente del 25% e del 35% inferiori. Una mortalità sottostimata e in progressiva riduzione Figura 1. Mortalità per diabete mellito in Italia e in Piemonte nel periodo 1980/ Tassi standardizzati per età per In Piemonte tassi più bassi uomini Piemonte uomini Italia donne Piemonte donne Italia 253

4 La tabella 1 riporta la distribuzione della mortalità per diabete mellito nei residenti delle ASL del Piemonte. Gli uomini mostrano un modesto eccesso di mortalità, ma il dato più rilevante è la presenza di differenze di una certa entità nei tassi, che variano, negli uomini, da un minimo del 12,3 per ad un massimo del 20, e, nelle donne da 11,6 a 19,7. Tabella 1. Mortalità per diabete mellito nelle ASL del Piemonte, 1995/ Numero di decessi e tassi standardizzati per Aziende Sanitarie Decessi 1997 Tasso uomini/donne uomini donne ASL 1-4 TORINO ,1 11,6 ASL 5 COLLEGNO 63 13,7 16,6 ASL 6 CIRIÈ 44 19,8 16,1 ASL 7 CHIVASSO 48 13,4 16,5 ASL 8 CHIERI 73 20,1 14,6 ASL 9 IVREA 67 18,9 17,1 ASL 10 PINEROLO 46 19,0 15,8 ASL 11 VERCELLI 52 18,2 15,2 ASL 12 BIELLA 53 17,7 13,3 ASL 13 NOVARA 82 16,6 14,0 ASL 14 OMEGNA 43 13,3 13,7 ASL 15 CUNEO 36 15,2 12,5 ASL 16 MONDOVÌ 30 13,4 14,0 ASL 17 SAVIGLIANO 58 13,6 17,8 ASL 18 ALBA 50 13,8 17,4 ASL 19 ASTI 71 15,4 14,2 ASL 20 ALESSANDRIA 69 16,8 13,9 ASL 21 CASALE M ,7 19,7 ASL 22 NOVI LIGURE 51 12,3 14,4 TOTALE REGIONALE ,7 14,5 La morbosità: il registro Regionale Diabetici Nella Regione Piemonte è attivo un registro correlato all emissione della tessera per i cittadini diabetici istituito nel 1989 in applicazione della L. 115/87 e del DM 7/1/88 n.23, operativo da tale data ed attualmente gestito con procedura completamente informatizzata derivante dal collegamento on line di tutti i servizi di Diabetologia del territorio regionale. E compito istituzionale di tali servizi effettuare l immissione dei dati anagrafici e clinici informativi. I pazienti sono motivati alla registrazione, perché la tessera rappresenta attestazione di patologia ufficiale per ottenere l esenzione dalla contribuzione alla spesa sanitaria ed il documento necessario per ottenere gratuitamente la fornitura dei presidi diagnostici - terapeutici. La prevalenza del Diabete Mellito nella Regione Piemonte, desumibile dalle iscrizioni al Registro Regionale Diabetici (SIRD) al è descritta nella tabella

5 Tabella 2. Soggetti diabetici nelle ASL del Piemonte iscritti al registro al 31/12/ Numero di casi, prevalenza e prevalenza standardizzata per 100. Prevalenza Aziende Casi Prevalenza standardizzata Sanitarie uomini donne ASL 1 - TORINO ,01 2,34 1,69 ASL 2 - TORINO ,91 2,17 1,59 ASL 3 - TORINO ,09 2,37 1,85 ASL 4 - TORINO ,46 2,59 2,16 ASL 1-4 TORINO ,11 ASL 5 COLLEGNO ,98 2,54 2,02 ASL 6 CIRIÈ ,81 2,38 1,94 ASL 7 CHIVASSO ,76 2,26 1,91 ASL 8 CHIERI ,26 2,74 2,27 ASL 9 IVREA ,54 1,84 1,52 ASL 10 PINEROLO ,72 1,94 1,59 ASL 11 VERCELLI ,53 2,40 1,90 ASL 12 BIELLA ,29 2,44 1,77 ASL 13 NOVARA ,28 2,64 1,93 ASL 14 OMEGNA ,66 2,09 1,55 ASL 15 CUNEO ,14 1,48 1,34 ASL 16 MONDOVÌ ,95 1,25 1,15 ASL 17 SAVIGLIANO ,84 1,35 1,28 ASL 18 ALBA ,47 1,55 1,71 ASL 19 ASTI ,61 2,39 2,11 ASL 20 ALESSANDRIA ,41 2,33 1,83 ASL 21 CASALE M.TO ,42 2,40 1,89 ASL 22 NOVI LIGURE ,78 1,71 1,52 TOTALE REGIONALE ,97 2,22 1,79 Si rileva una notevole variabilità tra le diverse aree del territorio passando da un massimo di 3,61% per l ASL 19 Asti ad un minimo dell 1,84% per l ASL 17 Savigliano e dell 1,95% per l ASL 16 Mondovì. Una volta controllata la distribuzione per età, la variabilità residua può essere spiegata o da una diversa incidenza della patologia legata ad una diversa distribuzione dei fattori di rischio, o ad una diversa intensità di offerta di servizi che facilitano il riconoscimento e il trattamento della malattia, o, infine, ad una diversa sopravvivenza per la malattia. Il dato dell ASL 21 (Casale Monferrato) può essere verificato con quanto rilevato nell indagine sviluppata per iniziativa del Ministero della Sanità nei primi anni 90 ove era stata riferita una prevalenza del 2,7% (10). L incremento potrebbe coincidere con il potenziamento dell U.O. di Diabetologia locale che ha esteso la sua attività in sede extraospedaliera nei distretti, migliorando conseguentemente l individuazione di casi di diabete mellito misconosciuto. La tabella 3 riporta la distribuzione per grandi classi di età della popolazione diabetica Variabilità geografica nella prevalenza 255

6 Tabella 3. Diabete per classi di età e sesso in Piemonte nel Numero di casi e percentuali. Età < 30 anni Età anni Età > 65 anni casi % casi % casi % Maschi 962 1, , ,1 Femmine 788 1, , ,5 Totale Regione , , ,0 L incidenza Si osserva che la maggior parte dei soggetti diabetici è compresa nella classe oltre i 65 anni ( casi). Fino a 64 anni risulta maggiormente rappresentato il sesso maschile, mentre il rapporto si inverte dopo i 65 anni, data la maggior sopravvivenza del sesso femminile. I soggetti in età giovanile affetti da diabete mellito sono La registrazione delle nuove diagnosi di diabete mellito negli anni può approssimare l incidenza della patologia, che viene valutata separatamente per il tipo 1 e per il tipo 2 secondo la classificazione clinica effettuata dalle UU.O.O. di Diabetologia notificanti (figura 2). Figura 2. Nuove registrazioni di casi di diabete mellito tipo 1 e tipo 2 in Piemonte nel periodo 1994/ Tassi di incidenza per (diabete tipo 1) e per (diabete tipo 2) Diabete Tipo 2 Diabete Tipo1 Per il diabete di tipo 1 si osserva un lieve aumento negli anni , mentre per il diabete di tipo 2 il numero di nuovi casi risulta relativamente stazionario negli anni. La diminuzione osservabile nel 1999, corrispondente al periodo di transizione per il cambiamento della procedura di registrazione, dovrà essere valutata alla luce delle registrazioni dell anno Il dato riguardante l incidenza del diabete Mellito di tipo 1 è oggetto di particolare controllo ed analisi nella Provincia di Torino a cura di un gruppo di lavoro coordinato dal Dipartimento di Medicina Interna dell Università di Torino che, dal 1984, mantiene attivo un registro di popolazione per tale patologia (11). Tale registro, che include tutti i soggetti con esordio della malattia in età 0-29 anni, è attualmente l unico attivo in Italia oltre a quello in Sardegna ed è in grado di produrre stime accurate dell incidenza di diabete non solo nei bambini, ma anche nell età post puberale. Il registro utilizza quale fonte primaria di rilevamento dei casi gli archivi dei Servizi di 256

7 diabetologia della Provincia di Torino e, quale fonte secondaria, il Registro Regionale dei soggetti diabetici (SIRD). La completezza stimata della rilevazione nel periodo , che utilizza il metodo della cattura ricattura a due fonti, è risultata elevata. E in corso la validazione dei casi incidenti nel periodo Il tasso di incidenza di diabete mellito Tipo 1 (incidenza per anni/persona) nell età 0 29 anni è risultato pari a 7,78 (Intervalli di Confidenza 95% 7,26 8,32), con tassi più elevati nei maschi rispetto alle femmine: 8,78 (IC 8,02 9,60) verso 6,72 (IC 95% 6,05 7,47). Il picco di incidenza è evidente nell età anni, eccetto che nel periodo , in cui è anticipato all età 5 9 anni (tabella 4). Tabella 4. Incidenza di diabete mellito tipo 1 per classi di età nella popolazione residente nella Provincia di Torino, periodo 1984/ Numero di casi, tassi per persone/anno e intervalli di confidenza al 95%. Periodo Classe di età Tasso Tasso Tasso casi casi casi (95% CI) (95% CI) (95% CI) ,17 7,50 8, (3,5-7,7) (5,3-10,6) (5,3-12,4) ,82 10,74 11, (5,8-10,5) (8,1-14,2) (8,5-17,0) ,10 13,10 11, (9,0-13,8) (10,5-16,4) (8,0-15,9) ,40 7,76 7, (5,8-8,5) (5,9-9,9) (5,0-10,9) ,00 6,35 7, (4,6-7,8) (4,9-8,3) (5,2-10,2) ,70 6,50 6, (3,4-6,5) (5,0-8,4) (4,7-9,1) Totale 7,07 8,25 8, (6,3-7,9) (7,4-9,2) (7,2-9,6) Rischio Relativo 1,20 1,23 aggiustato per 1 (1,03 1,41) (1,02 1,48) età Controllando per età e sesso, emerge un incremento lineare dell incidenza nel periodo pari al 2,25% (0,44-4,10) per anno, non ancora dimostrato finora in letteratura in un paese dell area mediterranea. L entità dell incremento è comparabile al dato rilevato nei registri nord europei, e sottolinea come l incremento nella diffusione dei determinanti della malattia sia pressoché ubiquitario. Inoltre, si è evidenziato per la prima volta in letteratura come l incremento interessi non solo l età infantile, ma anche i giovani adulti. Al fine di fornire elementi utili all identificazione dei determinanti della malattia, è importante evidenziare se gli incrementi temporali di incidenza coinvolgono tutti i soggetti a rischio nello stesso momento (effetto periodo) oppure longitudinalmente tutti i soggetti appartenenti alla stessa coorte di nascita (effetto coorte). Nel primo caso, l incremento temporale potrebbe essere secondario all azione, per esempio, di epidemie virali; nel secondo caso, invece, all azione di fattori operanti nella fase perinatale, come per esempio il virus della rosolia. Dal punto di vista strettamente statistico, non è stato possibile attribuire tale risultato ad un effetto periodo piuttosto che ad un effetto coorte. Tuttavia, i dati presentati in tabella 5 depongono più a favore dell ipotesi di un effetto coorte, con due epidemie coinvolgenti i Incidenza di tipo 1 in aumento 257

8 soggetti nati nel periodo e La sorveglianza epidemiologica dell andamento temporale del diabete tipo 1 da parte del Registro della provincia di Torino consentirà di monitorare nel tempo queste osservazioni, e di fornire elementi utili all identificazione dei determinanti tuttora ignoti della malattia. Tabella 5. Incidenza di diabete mellito tipo 1 nella classe di età 0-29 anni, per coorti di anno di nascita 1955/1996 e per gruppi di anno di età. (Il numero di casi è riportato in parentesi) - Tassi per persone/anno e rischi relativi (RR). ETA Coorti di anno di nascita ,70 (38) 6,00 (54) 6,50 (57) 7,40 (64) 6,35 (55) 6,54 (35) 11,10 (84) 7,67 (58) 7,30 (35) 7,82 (44) 13,10 (75) 7,39 (26) 5,17 (24) 10,74 (50) 11,26 (32) 7,50 (33) 111,98 (32) 8,05 (21) ,79 8,89 9,75 8,73 RR 95% CI 0,62 0,38-1,04 0,85 0,58-1,25 0,90 0,65-1,24 0,96 0,75-1,23 1 1,09 0,83-1,43 1,44 1,00-2,07 1,61 0,90-2,86 La tabella 6 riporta, sulla base delle informazioni derivabili dal registro regionale, i diversi tipi di terapia adottati nei diversi tipi di diabete. Trattamenti appropriati Tabella 6. Numero di casi di diabete per tipo di terapia utilizzata e relativa frequenza (per 100). Tipo Terapia Diabete Tipo 2 % Diabete Tipo 1 % Altri Tipi % Tutti i tipi % Non valorizzato 569 0, ,1 60 3, ,7 Solo dieta , , , ,7 Insulina , , , ,3 Ipoglicemizzanti orali , , , ,9 Insulina e Ipoglicem. orali , , , ,5 Totale N.B. non valorizzato esprime la percentuale di casi ove la terapia non risulta specificata. I soggetti in terapia con insulina da sola o in associazione con ipoglicemizzanti orali corrispondono a circa il 20% dei casi di diabete mellito. Questa percentuale risulta superiore al dato del già ricordato rilevamento nazionale (15%) ed esprime l impegno per l ottimizzazione del compenso metabolico e la rilevanza della popolazione che deve essere gestita con monitoraggio intensificato. 258

9 Nella popolazione con diabete di tipo 2 risultano trattati con sola dieta il 25% dei casi (15% nel rilevamento nazionale). Considerato che il buon compenso metabolico può essere ottenuto con il solo rispetto di norme igienico-dietetiche, cioè con un cambiamento dello stile di vita realizzato con interventi specifici di educazione terapeutica, il dato testimonia l efficacia delle UU.OO. diabetologiche distribuite in rete sul territorio. Il numero non trascurabile di casi con diabete di tipo 1 che risultano trattati con sola dieta o con ipoglicemizzanti orali richiederebbe una verifica particolareggiata ed è verosimilmente attribuibile ad errori di classificazione. Attraverso una procedura di record linkage tra il Registro Regionale Diabetici e l'archivio delle schede di dimissione ospedaliera è stato possibile stimare le necessità di ricovero della popolazione affetta da diabete mellito, a confronto con quella della restante popolazione. (tabella 7 e tabella 8). Le complicanze Tabella 7. Confronto tra ricoveri ospedalieri (in regime ordinario) in soggetti diabetici e non diabetici in Piemonte Sesso Ricoveri nella popolazione diabetica (iscritti al SIRD) soggetti ricoveri giorni di degenza Degenza media Ricoveri nella popolazione non diabetica soggetti ricoveri giorni di degenza Degenza media Uomini , ,23 Donne , ,35 Totale , ,29 Tabella 8. Confronto tra ricoveri ospedalieri (in regime ordinario) per tipo di diabete in Piemonte Sesso soggetti Diabete Tipo 1 Diabete Tipo 2 ricoveri giorni di degenza Degenza media soggetti ricoveri giorni di degenza Degenza media Uomini , ,06 Donne , ,68 Totale , ,86 Con un confronto diretto dei dati si osserva che i soggetti diabetici hanno un esigenza di ricovero ospedaliero quasi doppia rispetto alla restante popolazione: 17,5% contro 10,7%. Per gli stessi pare di osservare una degenza media significativamente superiore (12,5 contro 9,3). Analizzando poi le principali cause di ricovero, i soggetti con diabete mellito mostrano un rischio di ricovero ospedaliero, in confronto alla restante popolazione, superiore di 1,96 volte per neoplasia, di 4,3 volte per malattia coronarica, di 3,4 volte per malattia cerebrovascolare e di 7,8 volte per insufficienza renale cronica. Un'ulteriore informazione sull impatto della malattia diabetica sullo stato di salute in Piemonte è desumibile dal Registro Italiano Dialisi e Trapianti, che riferisce, dal 1981 al 1998, un aumento costante della proporzione, e dei nuovi casi, di diabetici in trattamento dialitico (tabella 9). Fra i diabetici il doppio di ricoveri 259

10 Tabella 9. Soggetti affetti da Diabete mellito nella popolazione in trattamento dialitico (Registro Nazionale Dialisi e Trapianto) in Piemonte nel periodo Prevalenza per 100 e incidenza per Nefropatia: problema aperto Anni Prevalenza Incidenza 1981/82 11,25 7, /84 10,61 6, /86 14,82 10, /88 16,91 13, /90 15,46 12, /92 12,63 12, /94 15,77 17, /96 18,10 21,9 1997/98 18,07 21,65 Retinopatie in diminuzione Disuguaglianza nella mortalità e nella prevalenza Particolarmente rilevante il dato dell incidenza che esprime il persistere di una difficoltà a contrastare lo sviluppo dell insufficienza renale cronica correlata alla malattia diabetica. Un'altra fonte informativa sulle conseguenze della malattia diabetica nella nostra Regione è rappresentata dai dati epidemiologici sulla retinopatia diabetica resi disponibili da una recente indagine coordinata dal Centro per la Retinopatia Diabetica del Dipartimento di Medicina Interna dell Università di Torino (12). Analizzando l archivio della Commissione Provinciale di Torino preposta alla concessione delle invalidità civile per cecità nel periodo sono stati identificati casi incidenti di cecità legalmente riconosciuta in soggetti di età maggiore e uguale a 35 anni, residenti in Provincia di Torino, pari ad un incidenza di 15,45 per anni/persona. Di questi, 185 erano casi di retinopatia diabetica (11,5%), pari a un tasso di 1,18 per anni/persona. Rispetto al periodo di calendario 1968/72, l incidenza di cecità per retinopatia diabetica aumenta linearmente fino a raggiungere un picco nel periodo , declinando poi nel periodo Tale fenomeno si manifesta per i soggetti di età compresa tra 45 e 69 anni e non nei pazienti di età superiore ai 70 anni. Questo dato documenta una riduzione dell incidenza di cecità secondaria al diabete pari al 39% nel periodo in confronto al periodo , nella fascia di età anni nella provincia di Torino, e viene attribuito ad una campagna informativa tra i medici specialisti che ha portato ad un'aumentata collaborazione tra diabetologi ed oculisti. La mancanza di una riduzione di incidenza della cecità in età superiore a 70 anni viene considerata determinata da un atteggiamento meno aggressivo nel trattamento della maculopatia diabetica nei diabetici di età più avanzata. Tra i numerosi fattori di rischio del diabete mellito, la condizione socioeconomica sta dimostrando una rilevanza crescente all'interno della letteratura internazionale. Anche in Piemonte sono documentabili differenze nella prevalenza e nella mortalità per questa causa. 260

11 Dalle indagini multiscopo ISTAT del , si rileva come gli uomini piemontesi di oltre 20 anni di età con titolo di studio di licenza media o licenza elementare abbiano una prevalenza di malattia (standardizzata per età) di circa il 20% superiore a quella degli uomini con titolo di studio elevato. Questo eccesso di rischio è molto più evidente nel caso delle donne: le Piemontesi con licenza elementare (o inferiore) hanno un rischio di diabete di oltre 2,5 volte quello delle donne laureate o con licenza media superiore; differenze di questa entità riflettono in buona misura differenze nei fattori di rischio (soprattutto l'obesità). Altrettanto marcate sono le differenze nella mortalità. In questo caso, pur con i limiti già riferiti a proposito dell'utilizzo degli indicatori di mortalità per diabete, le differenze di rischio esprimono sia differenze nei fattori di rischio, sia differenze nella capacità di trattare adeguatamente la malattia e di prevenirne le conseguenze più gravi. Dai dati dello Studio Longitudinale Torinese emerge come, nel periodo , il 45% dei decessi per diabete negli uomini e la quasi totalità dei decessi fra le donne di età anni siano correlate a differenze nel titolo di studio; queste differenze permangono, pur attenuate, nelle età più avanzate: il 25% dei decessi tra gli uomini e il 46% tra le donne di età anni sono correlate a differenze nel titolo di studio; infine, oltre i 75 anni, le differenze scompaiono tra gli uomini, ma permangono tra le donne, dove oltre il 30% dei decessi per diabete è ancora associato a differenze di istruzione. Il diabete mellito colpisce la popolazione piemontese con una prevalenza che corrisponde alla media nazionale. L incidenza negli anni oggetto di osservazione non dimostra un incremento significativo, ed il progressivo aumento della popolazione interessata è riconducibile all aumentata aspettativa di vita. Rilevante è l entità della popolazione colpita in età giovanile e lavorativa che risulta di circa soggetti. La tipologia dell approccio terapeutico specifico adottato risulta in media corrispondente agli standard internazionali ed esprime una buona qualità operativa delle strutture preposte del SSN. Gli obiettivi di una prevenzione efficace delle complicanze d organo della malattia diabetica rimangono tuttora all'ordine del giorno. Questi obiettivi sono ben individuati e quantificati dalla dichiarazione di S. Vincent (approvata da rappresentanti dei Ministeri della Sanità, delle società scientifiche diabetologiche e delle associazioni fra pazienti di tutti i paesi europei) 1. Il danno della nefropatia diabetica colpisce un numero sempre maggiore di soggetti, il rischio di un danno cardiovascolare risulta aumentato nelle persone affette da diabete mellito rispetto alla popolazione generale ed una maggiore fragilità di questi malati è dimostrata dall aumentata necessità di ricoveri ospedalieri, che, inoltre, risultano più impegnativi come dimostrato dalla loro maggior durata. Gli obiettivi per una prevenzione efficace 1 WHO Regional Office for Europe; IDF - European Region St. Vincent ottobre 1989 Obiettivi a 5 anni: * ridurre di un terzo o più i nuovi casi di cecità conseguenti al diabete. * ridurre di almeno un terzo il numero dei nuovi ingressi in dialisi per insufficienza renale. * ridurre della metà le amputazioni agli arti inferiori per gangrena diabetica. * ridurre nettamente la morbilità e la mortalità per cardiopatia coronarica nei diabetici con un intervento deciso di modificazione dei fattori di rischio * ottenere nella donna diabetica gravidanze che presentino esiti simili a quelli delle donne non diabetiche. 261

12 Sembra invece delinearsi un ridotto rischio solo dal danno terminale della retinopatia diabetica grazie, verosimilmente, a procedure organizzative più efficaci. L'ampia variabilità geografica osservata nella prevalenza del diabete mellito in Piemonte deve essere attentamente studiata per ricercare differenze nei fattori di rischio o nell'offerta di diagnosi e cura che possano suggerire politiche di correzione. Le diseguaglianze osservate a livello sociale suggeriscono che le fasce più svantaggiate della popolazione piemontese siano anche quelle che più facilmente sviluppano la patologia (a causa di una maggiore esposizione ai fattori di rischio, quali, per esempio, l'obesità) e più facilmente sono vittime delle sue conseguenze più gravi a causa di una minor capacità di controllo della malattia. Per quanto riguarda gli interventi, esiste un'omogeneità di veduta tra le organizzazioni preposte all assistenza sanitaria sulla necessità di pianificare programmi per la prevenzione, l identificazione e il trattamento del diabete e delle sue complicanze: insufficienza renale, cecità, coronaropatie e ictus, gangrena e amputazioni. Come affermato nella Dichiarazione di S.Vincent del 1989 "gli investimenti fatti oggi produrranno grandi interessi in termine di riduzione della sofferenza umana e cospicui risparmi di risorse umane e materiali. A tal fine è necessario promuovere un'azione organizzata dei servizi sanitari in attiva collaborazione con le persone affette da diabete mellito e con il loro ambiente famigliare e sociale. Gli strumenti legislativi per definire e concretizzare le modalità di intervento già esistono a livello nazionale e regionale, e sono rappresentati dalla Legge 16 marzo 1987 n 115 Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito, dalla Legge regionale 10 luglio 1989 n 40 Predisposizione della rete dei servizi per la cura del Diabete Mellito nella Regione Piemonte in attuazione della L. 115/87, e dalla Legge Regionale 7 aprile 2000 n: 34 Nuove norme per l attuazione dell assistenza diabetologica. Questi strumenti legislativi prevedono l istituzione di un complesso di servizi specialistici di Malattie Metaboliche e Diabetologiche distribuiti in rete nel territorio regionale con collocazione in tutte la Aziende Sanitarie Regionali. Questi devono operare nell ambito di un sistema integrato, coinvolgente i medici di medicina generale ed i servizi specialistici interessati al trattamento delle complicanze. All interno del sistema è protagonista attivo il paziente, reso capace di autogestirsi, perché opportunamente educato. Nel prossimo futuro, quello dell'educazione costituirà uno degli aspetti a cui dovrà essere dedicata particolare attenzione all'interno del processo assistenziale. 262

13 1. Gallus G, Garancini P. Metodologia epidemiologica e diabete. Il diabete 6: 140, Vaccaro O, Bonora E, Bruno G, Garancini MP, Muntoni S. Il diabete in Italia. Kurtis Ed, 1996, Milano. 3. Dati epidemiologici sul diabete in Italia. Epidemiologia e Prevenzione ; 55-58, Ministro della Sanità-Direzione generale studi, documentazione sanitaria e comunicazione ai cittadini- relazione sullo stato sanitario del Paese, 2000; Roma, Anderson DKG, Svardsudd K, Tibblin G. Prevalence and incidence of diabetes in a Swedish community Diabetic Medicine, 8: 4298, Muggeo M, Verlato G, Bonora E et al. The Verona Diabetes Study: a population based survey on known diabetes mellitus prevalence and 5 year all cause mortality. Diabetologia 38: 318, Muggeo M, Verlato G, Bonora E et al. Long term instability of fasting plasma glucose predicts mortality in elderly NIDMM patients: the Verona Diabetes Study. Diabetologia 38: 672, WHO Study Group on Prevention of Diabetes Mellitus. Prevention of Diabetes Mellitus: report of WHO study group. WHO technical report series; 884, The DAI Study Group: Macrovascular complication in patients with type 2 diabetes mellitus. Annali Istituto Superiore di Sanità, aprile 2001 (in stampa). 10. Bruno G, Bargero G, Pisu E, Vuolo A, Pagano G. A population based prevalence survey of known diabetes based upon multiple indipendent data sources of ascertainment. Diabetologia 35: 851, Bruno G, Merletti F, Biggeri A et al. Piedmont Study Group for Diabetes Epidemiology: increasing trend of type 1 diabetes in children and young adults in the province of Turin (Italy). Analysis of age, period and birth cohort effects from 1984 to Diabetologia 44: 22, Porta M. Decreasing incidence of diabetes-related blindness in working age in the province of Turin, age-period-cohort analysis of temporal trend in Diabetologia (in stampa). Bibliografia 263

Registro emodialisi Regione Marche: caratteristiche dei pazienti e trattamenti

Registro emodialisi Regione Marche: caratteristiche dei pazienti e trattamenti Registro emodialisi Regione Marche: caratteristiche dei pazienti e trattamenti L insufficienza renale cronica (IRC), raggiungendo lo stadio di uremia terminale, determina la necessità di ricorrere al trattamento

Dettagli

IL diabetico. Gestione condivisa. Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini

IL diabetico. Gestione condivisa. Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini IL diabetico anziano Gestione condivisa Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini SEEd srl C.so Vigevano, 35-10152 Torino Tel. 011.566.02.58 - Fax 011.518.68.92 www.edizioniseed.it info@seed-online.it

Dettagli

Dalla indagine demografica alla definizione del bisogno socio-sanitario

Dalla indagine demografica alla definizione del bisogno socio-sanitario Dalla indagine demografica alla definizione del bisogno socio-sanitario L analisi del contesto demografico è l introduzione ideale alla sezione della salute. Il bisogno del cittadino residente sul territorio

Dettagli

L ASSISTENZA DIABETOLOGICA NELLA A.S.N.7

L ASSISTENZA DIABETOLOGICA NELLA A.S.N.7 L ASSISTENZA DIABETOLOGICA NELLA A.S.N.7 G.Pipicelli, L.Mustara, G.Angotzi, T.Colosimo,R.Guarnieri,A.Parottino,I.Pinto U.O Complessa di Diabetologia e Dietologia Territoriale A.S.n.7 Catanzaro Direttore

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

Incidenza, mortalità e prevalenza per tumore del polmone in Italia

Incidenza, mortalità e prevalenza per tumore del polmone in Italia Incidenza, mortalità e prevalenza per tumore del polmone in Sintesi L incidenza e la mortalità per il tumore del polmone stimate in nel periodo 197-215 mostrano andamenti differenti tra uomini e donne:

Dettagli

R e g i o n e L a z i

R e g i o n e L a z i o R e g i o n e L a z i Titolo del Progetto o del programma: Siamo sicuri che si può lavorare sicuri Identificativo della linea o delle linee di intervento generale/i: Prevenzione degli eventi infortunistici

Dettagli

ULSS 2 INCONTRA I mercoledì della Salute

ULSS 2 INCONTRA I mercoledì della Salute ULSS 2 INCONTRA I mercoledì della Salute Titolo: Il Diabete nell'età adulta Relatore: Dr. Ferruccio D'Incau Data: 19 marzo 2014 Sede: Aula Piccolotto Ospedale di Feltre Il Diabete mellito è una patologia

Dettagli

L epidemiologia del diabete senile

L epidemiologia del diabete senile L anziano diabetico Dall epidemiologia alla gestione multidimensionale L epidemiologia del diabete senile Paolo Spolaore Verona, 26 ottobre 2007 La popolazione nel Veneto 0 50000 100000 150000 200000 250000

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 44/ 12 DEL 31.10.2007

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 44/ 12 DEL 31.10.2007 DELIBERAZIONE N. 44/ 12 Oggetto: Aumento del numero massimo di strisce per autocontrollo della glicemia concedibili gratuitamente ai pazienti diabetici in età pediatrica e adolescenziale. L Assessore dell

Dettagli

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle Trento, 23 gennaio 2012 La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle La popolazione residente in provincia di Trento

Dettagli

INFEZIONE DA HIV e AIDS

INFEZIONE DA HIV e AIDS Dipartimento di Prevenzione Medica Notifica, sorveglianza e controllo delle malattie infettive INFEZIONE DA HIV e AIDS (elaborazione dati dal programma informatizzato Regione Lombardia Mainf e portale

Dettagli

AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI

AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI Provincia Autonoma di Trento AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI Trento via Degasperi 79 VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE Reg. delib. n. 271 2014 OGGETTO: Approvazione del documento

Dettagli

Igiene. Dott. Pamela Di Giovanni. Definizione

Igiene. Dott. Pamela Di Giovanni. Definizione Igiene Dott. Pamela Di Giovanni Definizione Disciplina medica che ha come obiettivo la tutela e la promozione della salute umana, intendendo per salute umana un completo stato di benessere psichico, fisico

Dettagli

ANNO MASCHI FEMMINE TOTALE TOTALE 1974 2513 4487

ANNO MASCHI FEMMINE TOTALE TOTALE 1974 2513 4487 MORTALITÀ Tra i residenti della ULSS n. 1 nel corso del triennio 2010-2012 si sono verificati 4487 decessi (1974 nei maschi e 2513 nelle femmine, media per anno 1496), in leggero aumento rispetto al dato

Dettagli

Diagnosi precoce delle neoplasie del collo dell utero

Diagnosi precoce delle neoplasie del collo dell utero Diagnosi precoce delle neoplasie del collo dell utero La neoplasia del collo dell utero a livello mondiale rappresenta ancora il secondo tumore maligno della donna, con circa 500.000 nuovi casi stimati

Dettagli

Nella provincia di Latina sono diagnosticati in media ogni anno 98 casi ogni 100.000 uomini e 27 ogni 100.000 donne.

Nella provincia di Latina sono diagnosticati in media ogni anno 98 casi ogni 100.000 uomini e 27 ogni 100.000 donne. TUMORE DEL POLMONE Nel periodo 27-211 sono stati registrati complessivamente in provincia di Latina 172 nuovi casi di tumore del polmone. E risultato al 1 posto in termini di frequenza fra le neoplasie

Dettagli

OGGETTO: Ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie nel quartiere S. Polo nel periodo 2004-2008

OGGETTO: Ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie nel quartiere S. Polo nel periodo 2004-2008 OGGETTO: Ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie nel quartiere S. Polo nel periodo 2004-2008 Introduzione A seguito dei risultati ottenuti con lo studio di mortalità nel quartiere S. Polo del comune

Dettagli

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione

Dettagli

Igiene nelle Scienze motorie

Igiene nelle Scienze motorie Igiene nelle Scienze motorie Epidemiologia generale Epidemiologia Da un punto di vista etimologico, epidemiologia è una parola di origine greca, che letteralmente significa «discorso riguardo alla popolazione»

Dettagli

IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E LA NEFROPATIA DIABETICA: studio sui comportamenti prescrittivi diagnosticoterapeutici di un gruppo di medici genovesi

IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E LA NEFROPATIA DIABETICA: studio sui comportamenti prescrittivi diagnosticoterapeutici di un gruppo di medici genovesi Università degli Studi di Genova Facoltà di Medicina e Chirurgia IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E LA NEFROPATIA DIABETICA: studio sui comportamenti prescrittivi diagnosticoterapeutici di un gruppo di medici

Dettagli

igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità

igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità salute Art. 32 della Costituzione Italiana: la Repubblica tutela la salute

Dettagli

RAPPORTO ANNUALE SUI CASI INCIDENTI DI DIABETE MELLITO TIPO I INFANTILE-GIOVANILE

RAPPORTO ANNUALE SUI CASI INCIDENTI DI DIABETE MELLITO TIPO I INFANTILE-GIOVANILE RAPPORTO ANNUALE SUI CASI INCIDENTI DI DIABETE MELLITO TIPO I INFANTILE-GIOVANILE Dati Ridi (0-29 anni) Anno 2013 Servizio Epidemiologia Clinica e Valutativa Trento giugno 2014 A cura di Silvano Piffer

Dettagli

ANALISI CRITICA DELLA DOCUMENTAZIONE TECNICA RELATIVA ALLA CENTRALE TERMOELETTRICA DI QUILIANO E VADO LIGURE

ANALISI CRITICA DELLA DOCUMENTAZIONE TECNICA RELATIVA ALLA CENTRALE TERMOELETTRICA DI QUILIANO E VADO LIGURE 6.1 Salute umana Dall analisi della documentazione di progetto sottoposta ad autorizzazione emerge come la tematica della Salute Umana sia stata affrontata in modo inadeguato, ovvero con estrema superficialità

Dettagli

Valutazione di Impatto Sanitario dell impianto di incenerimentotermovalorizzazione. Castenaso e Granarolo dell Emilia

Valutazione di Impatto Sanitario dell impianto di incenerimentotermovalorizzazione. Castenaso e Granarolo dell Emilia Valutazione di Impatto Sanitario dell impianto di incenerimentotermovalorizzazione ubicato nei comuni di Castenaso e Granarolo dell Emilia Il contributo dell Azienda USL di Bologna Dr. Paolo Pandolfi Dipartimento

Dettagli

Sorveglianza Eventi Avversi fra gli ospiti dei RSA e Residenze Alzheimer del Lazio nell estate 2006

Sorveglianza Eventi Avversi fra gli ospiti dei RSA e Residenze Alzheimer del Lazio nell estate 2006 LazioSanità Agenzia Sanità Pubblica Sorveglianza Eventi Avversi fra gli ospiti dei RSA e Residenze Alzheimer del Lazio nell estate 2006 Domenico Di Lallo La prevenzione degli effetti sulla salute delle

Dettagli

La prevenzione dei tumori femminili nelle donne straniere

La prevenzione dei tumori femminili nelle donne straniere La prevenzione dei tumori femminili nelle donne straniere Lisa Francovich 1, Lidia Gargiulo 1, Barbara Giordani 2, Paolo Giorgi Rossi 3, Alessio Petrelli 4 1 Istat 2 Servizio Epidemiologia ASLTO3 Regione

Dettagli

SMID a.a. 2004/2005 Corso di Metodi Statistici in Biomedicina Tassi di incidenza 9/2/2005

SMID a.a. 2004/2005 Corso di Metodi Statistici in Biomedicina Tassi di incidenza 9/2/2005 SMID a.a. 2004/2005 Corso di Metodi Statistici in Biomedicina Tassi di incidenza 9/2/2005 Ricerca epidemiologica Gli epidemiologi sono interessati a conoscere l incidenza delle malattie per prevedere i

Dettagli

Epidemiologia generale

Epidemiologia generale Epidemiologia Da un punto di vista etimologico, epidemiologia è una parola di origine greca, che letteralmente significa «discorso riguardo alla popolazione» Epidemiologia generale Disciplina che ha come

Dettagli

Epidemiologia del diabete tipo 2. Graziella Bruno Dipartimento di Medicina Interna Università di Torino

Epidemiologia del diabete tipo 2. Graziella Bruno Dipartimento di Medicina Interna Università di Torino Epidemiologia del diabete tipo 2 Graziella Bruno Dipartimento di Medicina Interna Università di Torino The Worldwide Epidemic: Diabetes Trends Millions with Diabetes 400 350 300 250 200 150 100 50 0 30

Dettagli

4 I LAUREATI E IL LAVORO

4 I LAUREATI E IL LAVORO 4I LAUREATI E IL LAVORO 4 I LAUREATI E IL LAVORO La laurea riduce la probabilità di rimanere disoccupati dopo i 30 anni L istruzione si rivela sempre un buon investimento a tutela della disoccupazione.

Dettagli

Le complicanze del diabete in Italia. Lo studio DAI e altre fonti. Carlo B. Giorda Centro Studi e Ricerche AMD

Le complicanze del diabete in Italia. Lo studio DAI e altre fonti. Carlo B. Giorda Centro Studi e Ricerche AMD Le complicanze del diabete in Italia. Lo studio DAI e altre fonti Carlo B. Giorda Centro Studi e Ricerche AMD I numeri del diabete in Italia Prevalenza nella popolazione (Torino, Firenze 2003) ~4,3 % Prevalenza

Dettagli

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE Il presente documento, presentato in V commissione in occasione dell audizione del 23 settembre, si compone di due parti: Introduzione e

Dettagli

Le problematiche della donna nel terzo millennio. La medicina di genere

Le problematiche della donna nel terzo millennio. La medicina di genere Le problematiche della donna nel terzo millennio La medicina di genere Il genere è un determinante della salute perché coinvolge uomo/donna dallo sviluppo infantile alla senescenza La salute della donna

Dettagli

Ministero della Salute

Ministero della Salute Ministero della Salute Dipartimento della sanità pubblica e dell innovazione Direzione generale dei rapporti europei ed internazionali INFORMATIVA OMS: ATTIVITÀ FISICA Traduzione non ufficiale a cura di

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d 32 Oggetto: Istituzione della rete di cure palliative della d Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto del

Dettagli

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 43 DEL 18 SETTEMBRE 2006

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 43 DEL 18 SETTEMBRE 2006 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 43 DEL 18 SETTEMBRE 2006 REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta del 3 agosto 2006 - Deliberazione N. 1337 - Area Generale di Coordinamento N. 20 -

Dettagli

L'eccesso di mortalità nei soggetti ricoverati per psicosi ad un anno dal ricovero: i dati della Città di Torino, 1995-2010.

L'eccesso di mortalità nei soggetti ricoverati per psicosi ad un anno dal ricovero: i dati della Città di Torino, 1995-2010. Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze, Regione Piemonte ASL TO3, S.C. a D.U. Epidemiologia L'eccesso di mortalità nei soggetti ricoverati per psicosi ad un anno dal ricovero: i dati della Città

Dettagli

Migliorare l appropriatezza del trattamento della depressione in Italia. Un progetto concreto

Migliorare l appropriatezza del trattamento della depressione in Italia. Un progetto concreto Migliorare l appropriatezza del trattamento della depressione in Italia. Un progetto concreto Dr. Giuseppe Tibaldi - Torino Dr. Carmine Munizza - Torino Dr. Luigi Ferrannini - Genova Matera, 5 Novembre

Dettagli

Rischio di ospedalizzazione successiva alla prima dialisi nel Lazio: differenze per titolo di studio, età e genere.

Rischio di ospedalizzazione successiva alla prima dialisi nel Lazio: differenze per titolo di studio, età e genere. Rischio di ospedalizzazione successiva alla prima dialisi nel Lazio: differenze per titolo di studio, età e genere. Claudia Marino, Nera Agabiti, Anna Maria Bargagli, Laura Cacciani, Salvatore Di Giulio,

Dettagli

LA PANDEMIA SILENTE DEL DIABETE: UN EMERGENZA SANITARIA, SOCIALE ED ECONOMICA

LA PANDEMIA SILENTE DEL DIABETE: UN EMERGENZA SANITARIA, SOCIALE ED ECONOMICA LA PANDEMIA SILENTE DEL DIABETE: UN EMERGENZA SANITARIA, SOCIALE ED ECONOMICA Antonio Nicolucci Direttore Dipartimento di Farmacologia Clinica e Epidemiologia, Consorzio Mario Negri Sud Coordinatore Data

Dettagli

A relazione dell'assessore Monferino:

A relazione dell'assessore Monferino: REGIONE PIEMONTE BU42 20/10/2011 Deliberazione della Giunta Regionale 3 ottobre 2011, n. 18-2663 Proseguimento e consolidamento a regime del percorso per la Gestione integrata del diabete di tipo 2 nell'adulto,

Dettagli

Infezione da HIV e AIDS in Piemonte

Infezione da HIV e AIDS in Piemonte Infezione da HIV e AIDS in Piemonte anno 212 a cura di Chiara Pasqualini, Vittorio Demicheli si ringraziano i medici referenti del Sistema di Sorveglianza HIV/AIDS del Piemonte: O. Bargiacchi, S. Bonora,

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

PUNTO DI ASCOLTO TRA MALATI NEUROMUSCOLARI, MEDICI E RICERCATORI

PUNTO DI ASCOLTO TRA MALATI NEUROMUSCOLARI, MEDICI E RICERCATORI PUNTO DI ASCOLTO TRA MALATI NEUROMUSCOLARI, MEDICI E RICERCATORI La legislazione per le malattie rare Policlinico San Donato, 19 settembre 2015 Galdino Cassavia - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL Milano

Dettagli

Analisi dei dati di morbosità nei comuni di Castelraimondo e Gagliole:

Analisi dei dati di morbosità nei comuni di Castelraimondo e Gagliole: Analisi dei dati di morbosità nei comuni di Castelraimondo e Gagliole: integrazione alle considerazioni conclusive riportate nella versione Ottobre 2013 AGENZIA PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE DELLE MARCHE

Dettagli

5 La popolazione disabile

5 La popolazione disabile 5 La popolazione disabile Problematiche inerenti alle fonti dei dati sulla disabilità L Osservatorio per le politiche sociali dell Amministrazione Provinciale ha intrapreso un complesso lavoro di censimento

Dettagli

Hypoglycemia Social Burden in the Elderly and Related Geriatric problems (HYSBERG)

Hypoglycemia Social Burden in the Elderly and Related Geriatric problems (HYSBERG) Hypoglycemia Social Burden in the Elderly and Related Geriatric problems (HYSBERG) Razionale - 1 L età avanzata rappresenta un fattore di rischio indipendente di ipoglicemie Le modificazioni fisiologiche

Dettagli

Introduzione all epidemiologia

Introduzione all epidemiologia Introduzione all epidemiologia epidemiologia = scienza della prevenzione, transizione epidemiologica Docente: Prof. Giuseppe Verlato Sezione di Epidemiologia e Statistica Medica, Università di Verona Posta

Dettagli

Bambini e ragazzi affetti da tumore

Bambini e ragazzi affetti da tumore Bambini e ragazzi affetti da tumore Firenze, 29 maggio 2014 Gianfranco Manneschi U.O. Epidemiologia clinica e descrittiva ISPO Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica introduzione La patologia

Dettagli

Un sistema per guadagnare salute

Un sistema per guadagnare salute Un sistema per guadagnare salute PASSI è il sistema di sorveglianza sugli stili di vita degli adulti tra i 18 e i 69 anni PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) é il sistema

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI Art. 1 campo di applicazione. 1. Il presente regolamento definisce i criteri per la valutazione e la premialità del personale dei

Dettagli

Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana

Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana Giornata di lavoro Il percorso dell assistito con patologia cronica ad alta prevalenza Milano, 13 novembre 2013 francesco.profili@ars.toscana.it paolo.francesconi@ars.toscana.it

Dettagli

ESERCITAZIONE 2. TRATTO E MODIFICATO DA: Esercizi di epidemiologia - MORO, DAVOLI, PIRASTU Il pensiero scientifico editore

ESERCITAZIONE 2. TRATTO E MODIFICATO DA: Esercizi di epidemiologia - MORO, DAVOLI, PIRASTU Il pensiero scientifico editore ESERCITAZIONE 2 TRATTO E MODIFICATO DA: Esercizi di epidemiologia - MORO, DAVOLI, PIRASTU Il pensiero scientifico editore Modalità di lettura della tabella di contingenza 2x2 sull associazione tra l esposizione

Dettagli

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE Titolo 3 - PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO DELLA RETE PEDIATRICA REGIONALE Art. 20 - Art. 21 - Art. 22 - Art. 23 - Art. 24 - Art. 25 - Verso

Dettagli

Progetto Comes, sostegno all handicap

Progetto Comes, sostegno all handicap TITOLO Progetto Comes, sostegno all handicap TEMPI ANNO SCOLASTICO 2010/2011 Destinatari Minori disabili (fascia d età 3/14 anni) frequentanti la scuola dell obbligo, affetti da patologie varie: ipoacusia,

Dettagli

EPIDEMIOLOGIA DEL TUMORE DELLA MAMMELLA NELLE DONNE GIOVANI IN VENETO. PERIODO 2005-2008 E ANDAMENTI TEMPORALI DAL 1990.

EPIDEMIOLOGIA DEL TUMORE DELLA MAMMELLA NELLE DONNE GIOVANI IN VENETO. PERIODO 2005-2008 E ANDAMENTI TEMPORALI DAL 1990. agosto 2015 EPIDEMIOLOGIA DEL TUMORE DELLA MAMMELLA NELLE DONNE GIOVANI IN VENETO. PERIODO 2005-2008 E ANDAMENTI TEMPORALI DAL 1990. Registro Tumori del Veneto Baracco M, Baracco S, Bovo E, Cesco G, Dal

Dettagli

Alcol e giovani I rischi e le tendenze

Alcol e giovani I rischi e le tendenze Alcol e giovani I rischi e le tendenze Emanuele Scafato, ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA Direttore Centro OMS Ricerca e promozione salute alcol e problemi alcol correlati Direttore Osservatorio Nazionale

Dettagli

R e g i o n e L a z i o

R e g i o n e L a z i o (La scheda non deve superare le 7 cartelle, compreso la tabella indicatori) Titolo del Progetto o del programma: R e g i o n e L a z i o Progetto per il miglioramento delle coperture vaccinali con particolare

Dettagli

IL RUOLO DELL INFERMIERE

IL RUOLO DELL INFERMIERE A06 152 Maria Grazia Belvedere Paolo Ruggeri IL RUOLO DELL INFERMIERE NELL ASSISTENZA AL PAZIENTE AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA POLMONARE ANALISI DI UN CASO CLINICO E REVISIONE DELLA LETTERATURA Copyright

Dettagli

Epidemiologia dell ictus e della frattura di femore (in Toscana)

Epidemiologia dell ictus e della frattura di femore (in Toscana) Epidemiologia dell ictus e della frattura di femore (in Toscana) Dr. Alessandro Barchielli Unità di epidemiologia Asl 10 Firenze alessandro.barchielli@asf.toscana.it Causa principale di non autosufficienza

Dettagli

OCCUPATI E DISOCCUPATI DATI RICOSTRUITI DAL 1977

OCCUPATI E DISOCCUPATI DATI RICOSTRUITI DAL 1977 24 aprile 2013 OCCUPATI E DISOCCUPATI DATI RICOSTRUITI DAL 1977 L Istat ha ricostruito le serie storiche trimestrali e di media annua dal 1977 ad oggi, dei principali aggregati del mercato del lavoro,

Dettagli

SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI. i.so.di. CARTA DEI SERVIZI

SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI. i.so.di. CARTA DEI SERVIZI SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI i.so.di. CARTA DEI SERVIZI CARTA DEI SERVIZI Progetto integrazione sociale disabili i.so.di. SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA

Dettagli

Il Direttore della Direzione Regionale Programmazione Sanitaria -Risorse Umane e Sanitarie

Il Direttore della Direzione Regionale Programmazione Sanitaria -Risorse Umane e Sanitarie Oggetto: Aggiornamento della determinazione 1875 del Modalità di erogazione dei farmaci classificati in regime di rimborsabilità in fascia H e in regime di fornitura OSP2, così come modificata dalla determinazione

Dettagli

DISTRIBUZIONE PERCENTUALE PER TIPOLOGIA DI ATTIVITÀ/INFRASTRUTTURE DELLE SORGENTI CONTROLLATE NEL LAZIO

DISTRIBUZIONE PERCENTUALE PER TIPOLOGIA DI ATTIVITÀ/INFRASTRUTTURE DELLE SORGENTI CONTROLLATE NEL LAZIO DISTRIBUZIONE PERCENTUALE PER TIPOLOGIA DI ATTIVITÀ/INFRASTRUTTURE DELLE SORGENTI CONTROLLATE NEL LAZIO Anno 2014 Inquadramento del tema Il rumore è fra le principali cause del peggioramento della qualità

Dettagli

Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche

Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche Ecco la proposta della Fondazione Maruzza Lefebvre D Ovidio, della fondazione Livia Benini, di altre Fondazioni ed Associazioni Italiane e successivamente

Dettagli

Salute percepita nella ASL 8 di Cagliari

Salute percepita nella ASL 8 di Cagliari Salute percepita nella ASL 8 di Cagliari Servizio Igiene e Sanità Pubblica Direttore Dott. Giorgio Carlo Steri Database PASSI 2010 2013 % (IC95%) Percezione del proprio stato di salute: Buono Discreto

Dettagli

5. IL PC E INTERNET NELLE DIVERSE TIPOLOGIE FAMILIARI

5. IL PC E INTERNET NELLE DIVERSE TIPOLOGIE FAMILIARI 5. IL PC E INTERNET NELLE DIVERSE TIPOLOGIE FAMILIARI 5.1 Considerazioni generali Il livello di informatizzazione delle famiglie toscane è stato esaminato, oltre che sulla base del territorio, anche tenendo

Dettagli

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 (art. 14 comma 5 - d.lgs 150/2009) sintesi dati Generali, per Area e tipologia di dipendente Le Amministrazioni pubbliche, nella prospettiva di

Dettagli

MORTALITA dal 1971 al 2006 NEL COMUNE DI CASTIGLION FIORENTINO

MORTALITA dal 1971 al 2006 NEL COMUNE DI CASTIGLION FIORENTINO MORTALITA dal 1971 al 26 NEL COMUNE DI CASTIGLION FIORENTINO Fonte dei dati: Registro di Mortalità Regionale toscano [dati presentati il 27 maggio,28] 1 Mortalità generale Andamento temporale 1971-26 I

Dettagli

Terzo settore. risorsa economica e sociale del VCO

Terzo settore. risorsa economica e sociale del VCO risorsa economica e sociale del VCO TERZO SETTORE: risorsa economica e sociale per il territorio Il censimento 2011, a 10 anni di distanza dal precedente, ci restituisce informazioni che mettono in luce

Dettagli

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 Il presente rapporto riporta i principali risultati dell indagine sui crediti verso la Pubblica Amministrazione, svolta dall Associazione fra

Dettagli

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in

Dettagli

Nota sullo svolgimento delle prove INVALSI 2012 2013 per gli allievi con bisogni educativi speciali

Nota sullo svolgimento delle prove INVALSI 2012 2013 per gli allievi con bisogni educativi speciali Nota sullo svolgimento delle prove INVALSI 2012 2013 per gli allievi con bisogni educativi speciali 1 A.S. 2012 13 Bisogni educativi speciali. Documento pubblicato il 23.4.2013 1. Premessa A titolo di

Dettagli

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. (B.U. 16 aprile 2015, n. 15) Il Consiglio regionale ha approvato IL PRESIDENTE

Dettagli

Epidemiologia della malattia nodulare,delle tiroiditi e delle neoplasie della tiroide

Epidemiologia della malattia nodulare,delle tiroiditi e delle neoplasie della tiroide Le Malattie della Tiroide A.S.L. AL- Casale Monferrato 19-03- 2011 Epidemiologia della malattia nodulare,delle tiroiditi e delle neoplasie della tiroide Anna Caramellino Massimo Miglietta Perché pazienti

Dettagli

Dott. Umberto Salinas

Dott. Umberto Salinas Gestione Integrata del Paziente Diabetico: sfide aperte e bisogni insoddisfatti Dott. Umberto Salinas Medico di Medicina Generale - Grottaglie Il Diabete nel mondo: un crescente. 2003: 194 milioni 2025:

Dettagli

La prevalenza di diabete è in di continua tipo 2 crescita a causa dell'aumento dell'obesità e della sedentarietà. La

La prevalenza di diabete è in di continua tipo 2 crescita a causa dell'aumento dell'obesità e della sedentarietà. La Il diabete mellito, con le sue complicanze, è in continuo aumento, tale da indurre gli esperti a parlare di e Le forme principali di diabete sono: tipo 1 (8% dei casi) tipo 2 (90% dei casi) La prevalenza

Dettagli

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A X I I I L E G I S L A T U R A N. 207 D I S E G N O D I L E G G E d iniziativa dei senatori SALVATO e CARCARINO COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 9 MAGGIO 1996 Norme

Dettagli

Cristina Della Rosa Dipartimento Cure Primarie ASL Como ASSISTENZA PROTESICA ED INTEGRATIVA Nell ambito dell assistenza al paziente cronico l assistenza protesica ed integrativa rappresentano un aspetto

Dettagli

Atrial Fibrillation Study - Italy Study conducted by Opinion Health

Atrial Fibrillation Study - Italy Study conducted by Opinion Health Atrial Fibrillation Study - Italy Study conducted by Opinion Health Obiettivi Valutare il livello di awareness della FA e dei sintomi Comprendere l impatto della FA e del trattamento sulla qualità di vita

Dettagli

L Insulina è un ormone prodotto dal pancreas implicato nel metabolismo dei carboidrati.

L Insulina è un ormone prodotto dal pancreas implicato nel metabolismo dei carboidrati. DIABETE E RISCHIO CANCRO: RUOLO DELL INSULINA Secondo recenti studi sono più di 350 milioni, nel mondo, gli individui affetti da diabete, numeri che gli regalano il triste primato di patologia tra le più

Dettagli

Igiene e infezioni ospedaliere: un nesso quantificabile

Igiene e infezioni ospedaliere: un nesso quantificabile 24 Statistica & Società/Anno 3, N. 2/ Demografia, Istruzione, Welfare Igiene e infezioni ospedaliere: un nesso quantificabile Gianmaria Martini Dipartimento di Ingegneria, Università degli Studi di Bergamo

Dettagli

Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007 Relazione al 31.12.2008

Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007 Relazione al 31.12.2008 Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007 Relazione al 31.12.2008 Regione: Lazio Titolo del progetto: Sorveglianza e prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro Referente: Elisa Romeo Negli ultimi

Dettagli

OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO TERRITORIALE AREA DIPENDENZA DA ALCOL. - Monitoraggio epidemiologico 2004-2012 -

OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO TERRITORIALE AREA DIPENDENZA DA ALCOL. - Monitoraggio epidemiologico 2004-2012 - OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO TERRITORIALE AREA DIPENDENZA DA ALCOL - Monitoraggio epidemiologico 2004-2012 - A cura dell Osservatorio Epidemiologico Territoriale delle Dipendenze, ASL di Brescia OSSERVATORIO

Dettagli

Regione Puglia Assessorato alle Politiche della Salute

Regione Puglia Assessorato alle Politiche della Salute Regione Puglia Assessorato alle Politiche della Salute SINTESI RELAZIONE SULLO STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE PUGLIESE Bari, 20 luglio 2007 La Legge Regionale 25/2006, disegnando in un quadro organico

Dettagli

Grazie dell attenzione

Grazie dell attenzione Grazie dell attenzione http://www.registri-tumori.it/pdf/aiom2012/i_numeri_del_cancro_2012.pdf In Italia circa 2.250mila persone (4% del totale della popolazione) vivono avendo avuto una precedente

Dettagli

Statistiche e stime su rapporto tra assunzione di alcolici e infortuni sul lavoro Antonella Ciani Passeri CeRIMP - Regione Toscana

Statistiche e stime su rapporto tra assunzione di alcolici e infortuni sul lavoro Antonella Ciani Passeri CeRIMP - Regione Toscana Statistiche e stime su rapporto tra assunzione di alcolici e infortuni sul lavoro Antonella Ciani Passeri CeRIMP - Regione Toscana Alcol e salute In Europa (OMS) terza causa di mortalità prematura, dopo

Dettagli

Corso: Statistica e Metodologia Epidemiologica 1

Corso: Statistica e Metodologia Epidemiologica 1 Università degli Studi di Padova Scuola di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia - A.A. 2014-15 Corso: Statistica e Metodologia Epidemiologica 1 Docenti: prof.ssa Anna Chiara Frigo

Dettagli

Numero 28 /2015 Le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro nell anno 2014 nelle statistiche INAIL

Numero 28 /2015 Le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro nell anno 2014 nelle statistiche INAIL Numero 28 /2015 Le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro nell anno 2014 nelle statistiche INAIL L'INAIL ha presentato i dati degli infortuni e delle malattie professionali relativi all'anno

Dettagli

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI L ACCREDITAMENTO INTERNAZIONALE ALL ECCELLENZA Fondazione Poliambulanza ha ricevuto nel dicembre 2013 l accreditamento internazionale all eccellenza da parte di

Dettagli

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione Divisione II Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 A cura della

Dettagli

Nella figura A si vede la distribuzione mensile dei casi (picco nel mese di luglio)

Nella figura A si vede la distribuzione mensile dei casi (picco nel mese di luglio) La Spezia 08/11/2005 critica Al Direttore Sanitario Ai Dirigenti Dipartimenti Ai Direttori Area Medica, specialistica e OGGETTO : Legionellosi Premessa La sorveglianza della legionella permette di effettuare

Dettagli

DISSAL - Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Genova

DISSAL - Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Genova DISSAL - Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Genova Marina VERCELLI Dipartimento Scienze della Salute, Università di Genova S.S. Epidemiologia Descrittiva, IST Genova I NUMERI DEL CANCRO

Dettagli

I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori

I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori 18 settembre 2014 A Bologna nel 2012 quasi 296.000 contribuenti

Dettagli

documento di specifiche tecniche pubblicate sul sito Internet del Ministero all indirizzo www.nsis.salute.gov.it. ;

documento di specifiche tecniche pubblicate sul sito Internet del Ministero all indirizzo www.nsis.salute.gov.it. ; documento di specifiche tecniche pubblicate sul sito Internet del Ministero all indirizzo www.nsis.salute.gov.it. ; g) al paragrafo 3.1. Alimentazione del Sistema informativo, la tabella 2: alimentazione

Dettagli

I processi decisionali all interno delle coppie

I processi decisionali all interno delle coppie 9 aprile 2003 I processi decisionali all interno delle coppie Nel 2001 l indagine Panel europeo sulle famiglie ha dedicato una particolare attenzione agli aspetti legati ai processi decisionali all interno

Dettagli

PREVENZIONE POLMONITE

PREVENZIONE POLMONITE fiammaz o l m o n a r e struzione br avità pleuri Streptococcus p n e u m o n i a Infezione Mal Respiratorio PREVENZIONE POLMONITE Vaccino Pneumococcico Polisaccaridico Coniugato, (13Valente Adsorbito)

Dettagli

ASSESSORATO DELL'IGIENE E SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE PIANO OPERATIVO DEL PRP REGIONE SARDEGNA 2010-2012

ASSESSORATO DELL'IGIENE E SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE PIANO OPERATIVO DEL PRP REGIONE SARDEGNA 2010-2012 ASSESSORATO DELL'IGIENE E SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE Allegato 2. PIANO OPERATIVO DEL PRP REGIONE SARDEGNA 2010-2012 1) Regione: Regione Autonoma della Sardegna 2) Titolo del progetto o del programma:

Dettagli

L infermiere al Controllo di Gestione

L infermiere al Controllo di Gestione L infermiere al Controllo di Gestione Una definizione da manuale del Controllo di gestione, lo delinea come l insieme delle attività attraverso le quali i manager guidano il processo di allocazione e di

Dettagli