ISSN X. Associazione. Analisti Finanziari. online. Aprile 2013

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "ISSN 2280-949X. Associazione. Analisti Finanziari. online. Aprile 2013"

Transcript

1 Associazione Italiana degli i quaderni Analisti Finanziari online ISSN X Aprile 2013 Un rating islamico per le società italiane 156

2 I Quaderni AIAF online n. 156 Un rating islamico per le società italiane Gruppo di lavoro Aiaf Un rating Islamico per le società Italiane l Islamic FTSE MIB Socio Responsabile Giustiniani Enrico Autori: Giustiniani Enrico Banca Finnat, Socio Aiaf Brugnoni Giorgio Carlo Dottorando di Ricerca in Gestione Bancaria e Finanziaria Sapienza Università di Roma, Facoltà di Economia Associazione Italiana degli Analisti Finanziari costituita nel 1971 Riccardi Diego Dottorando di ricerca in Gestione bancaria e finanziaria, Sapienza Università di Roma, Facoltà di Economia - Product Manager, Banca Finnat, Socio Aiaf Cappellini Daniele Portfolio Manager, Banca Finnat Eifrig Tatjana Senior Financial Analyst, Banca Finnat, Socio Aiaf Tami Alessandra Professore Associato di Bilancio e analisi economico-finanziaria Università degli Studi di Milano Bicocca, Socio Aiaf Rocco Giuseppe Specialista coordinamento marketing strategico, Direzione Generale Banco di Napoli i quaderni aiaf online Direttore Responsabile Ugo Bertone Chiuso in redazione Milano, 5 aprile 2013 Il contenuto del presente Quaderno esprime l opinione del Gruppo di lavoro Documento di approfondimento che non costituisce sollecitazione al pubblico risparmio Anno inizio pubblicazione: 2012 Editore AIAF Associazione Italiana degli Analisti Finanziari Copyright 2013 AIAF Associazione Italiana degli Analisti Finanziari Consiglio Direttivo Presidente: Paolo Balice Vice Presidenti: Paolo Guida, Antonio Tognoli Tesoriere: Alberto Borgia Consiglieri: Giovanni Camera, Andrea Carli, Giacomo Fedi, Pietro Gasparri, Maria Isabella Mastrofini, Secondino Natale Collegio dei Revisori Presidente: Marco Fabruzzo Paolo Citoni, Bianca Laura Volterra (effettivi) Massimo Foschiani, Lorenzo Parrini (supplenti) Collegio dei Probiviri Presidente: Teodoro Dalavecuras Alex Bolis, Stefano Volante (effettivi) Luca Spoldi, Giovanni Bottazzi (supplenti) Sede e Segreteria Segretario Generale: Franco Biscaretti di Ruffìa Segreteria: Ivana Bravin, Katia Diani, Monica Berto, Sabrina Napoli Corso Magenta, Milano Tel r.a. Fax sito Internet: info@aiaf.it AIAF Formazione e Cultura Srl unipersonale Presidente: Paolo Balice Vice Presidenti: Paolo Guida, Antonio Tognoli Amministratore Delegato: Giovanni Camera Tesoriere: Alberto Borgia Consiglieri: Pietro Gasparri, Secondino Natale, Francesca Romana Sabatini Segretario del Consiglio: Franco Biscaretti di Ruffìa Direttore della formazione: Silvio Ceretti Organismi internazionali EFFAS The European Federation of Financial Analysts Societies Secretariat: Claudia Stinnes Mainzer Landstrasse 47a DE Frankfurt am Main DE GERMANY Tel Fax sito Internet: claudia.stinnes@effas.com ACIIA The Association of Certified International Investment Analysts Company Secretary: Fiona Tween Feldstrasse 80 Buelach CH 8180 Switzerland Tel Fax sito Internet: tween@aciia.org Soci Sostenitori Banca Aletti, Enel, ENI, Fondiaria Sai, Intesa Sanpaolo, Tender Capital, UBI Banca, UniCredit Group 2

3 Indice Abstract 5 1. La finanza islamica un inquadramento generale 7 di Enrico Giustiniani 1. Introduzione 7 2. Principali strumenti di raccolta delle banche islamiche 9 3. Principali strumenti di impiego delle banche islamiche La finanza islamica oggi Brevi cenni sull Islam 14 di Enrico Giustiniani 3. La finanza islamica nel mondo: dimensioni, evoluzione, mercati 16 di riferimento e fattori di sviluppo. Quali opportunità per le imprese Italiane? di Giorgio Carlo Brugnoni 1. Considerazioni introduttive La finanza islamica nel mondo: dimensioni, evoluzione e mercati di riferimento La banca islamica 2.2 Il mercato dei sukuk 2.3 I fondi di investimento islamici 2.4 Il settore assicurativo islamico del takaful 3. Fattori di crescita e potenzialità di sviluppo della finanza islamica a livello globale Considerazioni conclusive: la finanza islamica quale opportunità per 28 l internazionalizzazione delle imprese Italiane Bibliografia La Corporate Governance nella finanza islamica 30 di Diego Riccardi 1. Introduzione La Corporate Governance, prospettiva occidentale e islamica a confronto Approccio Generale alla Corporate Governance per le IIFS 2.2 I diritti degli investitori (Investment account holders, IAH) secondo i principi di Governance islamica 3 Conformità ai principi e alle regole della Sharia 35 4 Trasparenza nella rendicontazione finanziaria nei confronti degli investitori 36 Bibliografia Criteri islamici per le scelte d investimento sul mercato azionario 38 di Enrico Giustiniani 1. Introduzione La Supervisione islamica nelle scelte di investimento: lo Sharia board Primo criterio di screening: Qualità dei settori Secondo criterio di screening: Il rispetto dei limiti finanziari islamici La purificazione dei guadagni Confronto tra Fondi islamici e Fondi Etici 44 Bibliografia 49 3

4 6. L Indice islamico della Borsa Italiana 49 di Daniele Cappellini 1. Introduzione Metodologia di analisi Processo di analisi 2.2 Universo Investibile 2.3 I ratio islamici 3. Stock Selection Costruzione delle equity short list 3.2 Analisi delle equity short list 3.3 Analisi dei ratio 3.4 Criticità dell analisi 4. Portofolio construction e analisi performance Ponderazione titoli 4.2 Analisi dei portafogli 4.3 Analisi rischio-rendimento 5. Conclusioni TOD S un case-history di un azienda Sharia-compliant 62 di Tatiana Eifrig 8. LANDI RENZO un case-history di un azienda già Sharia-compliant attiva 66 nei mercati a maggioranza islamica di Tatiana Eifrig 9. Il finanziamento della ricerca: opportunità dalla finanza islamica per le 71 società del settore farmaceutico di Alessandra Tami 1. Introduzione Finanziare la ricerca: aspetti critici nel settore salute Analisi quantitativa del settore salute Il settore nell indagine Mediobanca Analisi quantitativa delle società quotate dell indice FTSE Italia 4. Analisi qualitativa delle società quotate sharia compliant Conclusioni: opportunità dalla finanza islamica Finanza islamica e fondi pensione: un connubio futuribile 82 di Giuseppe Rocco 1. Introduzione Italia e immigrazione Fondi pensione e investimento socialmente responsabile La previdenza integrativa Sharia compliant Conclusioni 90 Bibliografia 90 Conclusioni 91 4

5 Abstract In tutti i modelli occidentali, il tasso d interesse è il fulcro del business delle banche. Quelle islamiche, assumono depositi e svolgono tutte le attività normali di banca, senza utilizzare gli interessi (ribà), proibiti dall Islam. Il sistema bancario islamico è una risposta concreta al riconoscimento che il divieto di interesse, da parte di tutte le principali religioni, si basa su un grande fondamento logico: non può esserci guadagno senza una compartecipazione al rischio. Rischio significa che se si desidera ottenere un profitto, si deve esser pronti a subire una perdita. La finanza islamica è un sistema etico ed equo che trae i suoi principi dalla Sharia (Legge Islamica) fondata sul Qur an (Corano) che disciplina tutti gli aspetti della vita individuale e collettiva del credente. L obiettivo centrale dell etica islamica nell economia non si discosta da quello cristiano nel perseguire attraverso l azione umana la giustizia sociale e una migliore distribuzione della ricchezza, ne esprime una condanna aprioristica contro il capitalismo, ma a differenza dell occidente, nel mondo islamico è rimasto inalterata la prevalenza in campo economico dell etica e della morale rispetto alle leggi di mercato. Per la finanza islamica è necessario stabilire uno stretto controllo delle destinazioni degli impieghi bancari al fine di identificare se la loro finalità sia conferme ai principi etici e religiosi. La partecipazione al capitale con i propri clienti mediante la condivisione dei profitti e delle perdite e la commercializzazione di merci e beni è parte integrante delle attività bancarie islamiche. Il divieto d interesse non è l unico aspetto peculiare, in quanto hanno la stessa importanza: il divieto di pratiche economiche che implicano incertezza o 5 Un rating islamico per le società Italiane ambiguità (gharar), il divieto di speculazione (maisir), il divieto d investimento in attività vietate dal Corano (haram) come le attività convenzionali legate: ad interessi, alcool, tabacco, gioco d azzardo, scommesse, ingegneria genetica umana/animale, produzione di armi, assicurazione vita, produzione, lavorazione e ogni altra attività riguardante i suini. Le banche islamiche non sono presenti solo nei Paesi dove questa religione è prevalente, già oggi ci sono molte banche occidentali tradizionali che fanno affari con banche islamiche o propongono servizi con l osservanza dei dettami del Corano. Non è ovviamente da credere che questo sia un circuito parallelo o non legale. Le banche islamiche lavorano nel pieno rispetto delle leggi dei singoli Paesi dove operano, sono sottoposte alle Autorità di Vigilanza e alle regole internazionali contro il riciclaggio di denaro sporco ed il finanziamento alle organizzazioni terroristiche; oltre ovviamente, ad essere sottoposte al controllo dei comitati etici islamici (Shariaboard), formati da esperti della Legge islamica che hanno il ruolo di verifica ed approvazione delle pratiche e degli strumenti finanziari che devono risultare in linea con i principi religiosi. Un organismo comunque indipendente dal management, che rappresenta la garanzia per intermediari finanziari ed investitori in cerca di strumenti finanziari in linea con i principi di fondo ispirati dalle leggi coraniche. Negli ultimi anni, si è assistito allo sviluppo della finanza islamica anche in Europa, soprattutto nel Regno Unito, sebbene attualmente la maggior parte dei musulmani europei gestisce le proprie attività finanziarie attraverso le banche convenzionali, anche perché i principali fornitori di servizi finanziari islamici non sono presenti nel mercato al dettaglio. Il tema della finanza islamica è stato al centro anche di diversi importanti convegni in Italia incentrati per lo più sulle possibilità, normative e di vigilanza bancaria, di poter aprire uno sportello islamico nel nostro Paese, anche se non ci sono stati grandi riscontri dal mondo bancario Italiano soprattutto perché il nostro Paese, rispetto a Francia, Inghilterra e Germania, ha una comunità di immigrati musulmani di prima generazione, per lo più con bassi livelli di reddito che esprimono una domanda rivolta essenzialmente a servizi di base non finanziari come le rimesse e gli strumenti di pagamento. Crediamo, al contrario, ed è stato questo l obiettivo di questo quaderno di ricerca, che ci siano interessanti opportunità di investimento in Italia per le istituzioni islamiche. Non quindi fare finanza islamica in Italia, ma piuttosto far emergere le realtà Italiane che soddisfino i restrittivi requisiti islamici tali da rappresentare delle possibilità di investimento per quelle Istituzioni (fondi sovrani, banche, SGR, ecc). Nel primo capitolo a cura di Enrico Giustiniani, oltre ad evidenziate i principi della finanza islamica, vengono tracciati i principali strumenti di provvista e impiego, unitamente ad alcuni brevi cenni sui principi generali della religione islamica. Nel terzo capitolo Giorgio Carlo Brugnoni, fornisce un quadro di riferimento sulla finanza islamica dal punto di vista delle sue dimensioni, della sua evoluzione e della sua diffusione globale, individuando le peculiarità più

6 rilevanti e riflettendo sui principali fattori che ne hanno sostenuto la crescita e che ne potrebbero sostenere lo sviluppo in prospettiva. L'intento è di comprendere meglio le opportunità e i vantaggi che il nostro sistema produttivo potrebbe cogliere nel ricorrere alla finanza sharia compliant quale possibile alternativa alle forme di investimento e finanziamento convenzionali. La finanza islamica è il risultato di una serie di concetti morali, etici, di governance, limitativi, ma non vincolanti ai fini dell attività di banca, che rimane nelle forme e negli strumenti del tutto uguale a quella tradizionale. La differenza NOTE 1 Ovvero principalmente quelle che hanno: un rapporto tra il loro debito totale (pari alla somma del debito di breve termine, della parte corrente del debito a lungo termine e del debito a lungo termine) e la capitalizzazione media superiore o uguale ad 1/3; un rapporto tra la somma della cassa e di titoli che danno diritto a dividendi o interessi e la capitalizzazione media superiore o uguale ad 1/3; un rapporto crediti verso la clientela (pari alla somma tra i crediti a breve termine e i crediti a medio lungo termine) e la capitalizzazione media superiore o uguale ad 1/3 massimo il 45%; ricavi da attività proibite dall Islam non superiori al 5% del totale dei ricavi. 2 I titoli Sharia compliant nel 2012 sono stati: TENARIS, PARMALAT, BONIFICA FERRARESI, MOLECULAR MEDICINE, RECORDATI, DIASORIN, SORIN, SOCIETA AEROPORTO TOSCANO, CEMBRE, SAVE, NICE, SABAF, SAES GETTERS, AEROPORTO DI FIRENZE, SAIPEM, B&C SPEAKERS, MARCOLIN, LUXOTTICA, TOD'S, GEOX, YOOX, ACOTEL GROUP, RETELIT. ENI era nell indice fino al 2008, Gruppo L ESPRESSO e MEDIASET fino al BULGARI sempre presente fino al delisting nel fondamentale è che i principi della Sharia sono del tutto essenziali ed indispensabili per una banca islamica. Diego Riccardi nel terzo intervento esamina i modelli ed i principi di Corporate Governance di matrice islamica e come essi si differenzino da quelli propriamente occidentali, che per molti commentatori finanziari rappresentano alcune delle ragioni per cui le Istituzioni finanziarie islamiche si siano dimostrate maggiormente resistenti all attuale crisi finanziaria. Le metodologie di gestione dei fondi islamici sono simili a quelle tradizionali, ma presentano proprie caratterizzazioni ed una precisa scala di valori dominanti per lo più etici. Enrico Giustiniani, nel capitolo che precede la costruzione dell indice islamico Italiano, ha esaminato le diverse tecniche selettive utilizzate dai principali indici islamici quotati sulle principali Piazze mondiali (DJ, MSCI, FTSE, S&P). Il paniere di aziende che compongono questi indici sono a conti fatti il risultato di una sottrazione dagli indici principali in base a ciò che sia accettabile o meno per l etica islamica. Una volta tolte dall universo quelle aziende con le attività economiche principali ritenute non accettabili, le stesse vengono ulteriormente filtrate per eliminare quelle con i rapporti finanziari squilibrati 1 in modo da escludere qualsiasi ipotesi di ricorso massiccio al prestito d interesse per l attività ordinaria. Daniele Cappellini nel suo intervento, sulla base dei principi islamici di base, costruisce l Indice Islamico della Borsa Italiana, selezionando, in un arco temporale dal 2002 al 2012, quelle aziende quotate che rientrano nei criteri di investimento islamici (Sharia compliant), verificandone l andamento e la volatilità rispetto agli altri principali parametri di mercato. Dallo screening è stato selezionato un paniere di titoli compatibili, 6 pari a circa il 16% dell intero universo investibile. Un numero prevedibilmente non molto elevato, dato lo storico ricorso alla leva finanziaria delle società Italiane. Per attenuare l esposizione verso le Small Caps si è assunto un processo di ponderazione che escludesse i titoli più piccoli e ponesse un limite di concentrazione sulle Big Caps. I portafogli cosi ottenuti sono risultati più concentrati del benchmark di riferimento e delle relative selezioni, modificando significativamente le esposizioni settoriali ottenute in quest ultime. Da una prima analisi di corrispondenza emerge che il peso settoriale dell indice islamico è molto diverso da quello tradizionale (FTSE MIB) dominato dalle banche, energia e le utility. Soprattutto quello che subito si evidenzia è che l indice ottenuto, oltre ad includere aziende con un bassissimo indebitamento, ha favorito titoli a bassa capitalizzazione rispetto alle mid-caps e blue chips. Un altro dato senza dubbio da rimarcare, è che l indice sembra rappresentare a tutti gli effetti i settori dell eccellenza Italiana 2 : un alta percentuale è costituita da aziende operanti nei settori della moda e del lusso, il così detto Made in Italy (Geox, Tod s, Luxottica, Marcolin, Recordati, fino al 2011 anche Bulgari). Sono presenti inoltre le società che gestiscono gli aeroporti di due delle principali città turistiche Italiane: Venezia (SAVE) e Firenze (ADF). In poche parole il portafoglio è rappresento in larga parte da aziende marcatamente rappresentative dei prodotti Italiani ad eccezione forse del settore food & drinks, escluso soprattutto per effetto della proibizione islamica degli alcolici. E noto inoltre che il mondo islamico, oltre a rappresentare da sempre un potenziale mercato di espansione per le nostre imprese, sia molto sensibile alla riconoscibilità dei nostri marchi più tipici, un brand da sempre molto ricercato per questi investitori.

7 La Finanza islamica un inquadramento generale Per una società Italiana essere inserita in un indice islamico e superare il difficile esame di compatibilità Sharatica, oltre a dare la potenziale possibilità di accedere ad un mercato enorme come quello islamico, dimostrerebbe un apertura e una capacità di dialogo verso una diversa cultura, e un ulteriore biglietto da visita per gli investitori osservanti che vorrebbero investire in Italia. La ricerca non si è comunque limitata ad una mera analisi dell indice nel suo insieme, ma si è spinta anche ad analizzare alcuni case-history. Tatiana Eifrig ha analizzato sia un azienda sempre presente nell indice islamico Italiano: la TOD S, sia un azienda, la LANDI RENZO, che lo è stata in passato, ma oggi ne è esclusa per valori di leverage più alti rispetto ai limiti islamici. Un azienda che oltre ad essere già presente sui mercati nell area islamica, ha già intrapreso delle joint-venture con aziende locali. Alessandra Tami nel suo intervento, ha analizzato come in un singolo settore come quello farmaceutico, che potrebbe essere omogeneo da un punto di vista di struttura finanziaria, abbia al suo interno aziende con profili di leverage molto differenti. Un settore che richiede una costante attenzione alla ricerca legata indissolubilmente sia alla competitività, sia a scelte etiche, particolarmente importanti per la finanza islamica. L analisi indaga la performance delle principali realtà che possono essere considerate sharia compliant, oltre a proporre un attenta analisi qualitativa delle strategie delle possibili aziende target, al fine di approfondire i progetti di sviluppo, per i quali un apporto di equity, che di fatto è l unico investimento prevedibile dalla Sharia nel nostro attuale quadro normativo, potrebbe essere fattibile, ovviamente purché la società sia disposta all entrata di capitali esteri. Giuseppe Rocco, nell ultimo tema trattato dal quaderno, si sofferma sul risparmio previdenziale, osservando che in una società sempre più multietnica con una rilevante componente di sensibilità religiose differenti dalla nostra, è opportuno cominciare già da oggi ad interrogarsi in termini normativi, organizzativi e finanziari sul modo di soddisfare i bisogni finanziari e previdenziali dei nuovi Italiani più attenti anche religiosamente ai lori investimenti, ed in tal senso, oltre le proposte dei fondi etici, è sicuramente lungimirante pensare anche ad un futuro sviluppo in Italia di comparti di investimento previdenziali sharia compliant. LA FINANZA ISLAMICA UN INQUADRAMENTO GENERALE di Enrico Giustiniani Dottore Commercialista, pubblicista, Socio Aiaf dal 1998, Membro della Commissione tributaria dell ABI; in Banca Finnat dal Ha pubblicato con Marco Valerio Editore: Elementi di Finanza (2006) e Finanza, etica e religione. Il comportamento degli operatori finanziari in tempi di crisi (2012). 1. Introduzione Volendo definire una banca islamica, possiamo sostenere che si tratta di un istituto per il quale le leggi, lo statuto e i regolamenti stabiliscono espressamente l impegno ad operare secondo i principi della Sharia, che si caratterizza dall eliminazione del ricevimento e del pagamento degli interessi in qualsiasi sua operazione (ribà). Gli altri elementi caratterizzanti sono: il divieto di 7 investimenti in attività che comportino irragionevole incertezza ed ambiguità (gharar); il divieto di speculazione (maisir); il rispetto e la sacralità dei contratti ed infine il divieto di investimenti in attività economiche proibite dal Corano (haram), come: distribuzione e produzione di alcol, tabacco, armi, carne suina, pornografia, gioco d azzardo, banche e assicurazioni. La prova di un effettiva aderenza della norma positiva a quella morale religiosa, risiede nell esistenza obbligatoria, nelle Istituzioni finanziarie islamiche, dello Sharia board, un Comitato di esperti nella Sharia, il cui compito è quello di garantire e tutelare questa conformità. Pertanto il sistema bancario islamico deve essere conforme sempre a due tipi di leggi: quelle della Sharia e quelle di qualsiasi giurisdizione si applichi la transazione qualunque sia la sede dell istituzione finanziaria. Gli Sharia board sono sempre autonomi e separati dalle istituzioni alle quali rendono i loro servizi; non hanno potere esecutivo, non interferiscono con la gestione quotidiana della banca e non prendono decisioni per conto del management. Traducendo principi religiosi e morali in contratti e prodotti finanziari, l Islam banking si propone come un ente che, anche remunerandosi, non si abbandona alla logica del mero profitto e del guadagno senza limiti. Il diritto islamico non può accettare un economia che sia svincolata da quei criteri di giustizia che debbano essere presenti in ogni settore dell agire umano. Non sussiste, nella visione islamica, un uomo economico distinto dal credente: Dio è onnipresente e regola direttamente e personalmente tutto, senza alcuna eccezione. Alla luce di questa premessa, si può ora capire come sia possibile collegare un campo così pragmatico quale quello dell economia, con quello metafisico della religione. Non è infatti evidente, per gli occidentali,

8 abituati alla totale separazione del potere spirituale da quello temporale, immaginare una tale globalità e ubiquità della religione. Non sono le strutture finanziarie conformi alla Legge islamica a determinare l efficienza del sistema finanziario, ma la cultura etica (Sulukiat) che pervade l intera società. Una cultura, che viene costantemente alimentata dall organizzazione degli stessi istituti islamici dove l etica non è solo presente nei prodotti, ma anche nel personale e nelle procedure. Il denaro non è capitale di per sé, ma può essere impiegato come capitale e accrescere anche nel tempo solo se utilizzato nel processo produttivo reale: creare ricchezza assumendosi un minimo di rischio. Nell Islam il rendimento segue esattamente l andamento dell attività produttiva, questo accade tramite il meccanismo della partecipazione dell investitore all attività produttiva, chiamato generalmente profit and loss sharing (PLS). Non è assolutamente da confondere questo schema con il no-profit, dove l obiettivo rappresenta il fattore fondamentale e la profittabilità un semplice accessorio. Nella finanza islamica cambia sostanzialmente il rapporto di intermediazione tra cliente/depositante e istituzione finanziaria, che si basa sulla compartecipazione al rischio di impresa e non come tra prestatore e prestatario. La base logica della finanza islamica è quella di rendere più sano e stabile il sistema finanziario, immettendovi maggiore NOTA 3 Molte sono le citazioni contro l usura nel Corano: Quel che voi prestate ad usura perché aumenti sul bene degli altri, non aumenterà, presso Dio. Ma quel che date in elemosina, bramosi del Volto di Dio, quello vi sarà raddoppiato! (30:39); O voi che credete! Non praticate l usura, doppiando e raddoppiando, e temete Dio sì che possiate essere felici (3:130); e ancora: lasciate ogni resto di usura se siete credenti (2:278). disciplina attraverso un maggior uso di capitale di rischio piuttosto che capitale di debito, eliminando una buona parte dell espansione speculativa del credito. Il divieto dell interesse (ribà), non è una prerogativa della religione islamica: anche il cristianesimo nella Bibbia, l ebraismo nella Torah, così come l induismo vietano l interesse, che viene considerato da queste religioni come usura, ma mentre per le altre religioni il divieto dell interesse è oggi un semplice ideale, un principio teorico senza nessun riscontro sul piano pratico, nell Islam è facile intravedere, se non il risultato, almeno lo sforzo di mantenere una coerenza tra precetti religiosi e prassi. Storicamente, nel mondo cristiano i legami tra religione ed economia presero sempre più dei percorsi separati; si giustificò l utilizzo dell interesse nelle pratiche commerciali, non classificandolo come usura, ma appunto come interesse, che venne legittimato in nome della differenza di queste due pratiche. Al contrario, per i teologi musulmani l usura e l interesse hanno sempre coinciso; ogni forma di interesse viene considerata usura, e la sua pratica è rivestita tutt oggi di una dura censura, giuridica e morale 3. Il divieto dell interesse è assoluto, e rispettare questo divieto è parte integrante della fede dell individuo. L incertezza (gharar), come la speculazione (maysir), non sono lecite nel diritto islamico e si manifestano in presenza di informazioni incomplete o in presenza di eventi aleatori. Per esempio viene considerato gharar la vendita di beni che il venditore è incapace di consegnare, di cui la descrizione sia imprecisa o falsa, il cui prezzo non sia evidenziato, come anche la stipulazione di un contratto sulla base di una scadenza imprecisata. Di conseguenza, il significato di gharar implica la frode. Maysir sta invece per speculazione ed è 8 alla base della critica di molti strumenti finanziari convenzionali, quali l assicurazione convenzionale e i derivati. Le banche islamiche pur non utilizzando l interesse nelle loro transazioni hanno le stesse funzioni delle banche tradizionali che offrono, accanto alla intermediazione depositi-prestiti, l intera gamma dei servizi finanziari, svolgono funzioni di credito, di investimento e così via. Per la finanza islamica è necessario stabile uno stretto controllo delle destinazioni degli impieghi bancari al fine di identificare se la loro finalità sia conferme ai principi etici e religiosi. La partecipazione al capitale e la commercializzazione di merci e beni è parte integrante delle attività bancarie islamiche. Ogni finanziamento si estrinseca sempre in un flusso di beni o servizi, è impossibile un attività puramente monetaria. Una banca islamica, non riconoscendo un interesse ai depositari, ripartisce parte dei suoi utili netti in base all entità e alla durata dei depositi. Nelle attività bancarie basate sulla condivisione dei profitti e delle perdite, la banca riceve un utile solo se il progetto ha successo e produce un profitto. Una banca islamica è più attenta alla solidità del progetto e alla competenza gestionale dell imprenditore, il merito creditizio ha un importanza secondaria. Buoni progetti non finanziabili dalle banche convenzionali possono essere finanziati su una base di partecipazione agli utili dalle banche islamiche. In questo senso la finanza islamica può svolgere un ruolo catalitico nello stimolo al progresso economico specialmente nei Paesi in via di sviluppo. Le prime iniziative strutturate di banche islamiche risalgono all inizio degli anni Sessanta in Algeria ed Egitto, dove vennero costituite banche islamiche pubbliche. Il processo subì una netta accelerazione agli inizi degli anni settanta quando venne istituita la Islamic

9 Development Bank-IDB 4 con la missione di favorire nei Paesi membri e nelle comunità musulmane uno sviluppo economico e sociale coerente con i precetti coranici. Da allora sono sorte numerose altre istituzioni finanziarie in regioni islamiche e non. L evoluzione ha visto il passaggio da strumenti finanziari elementari adoperati in operazioni commerciali bilaterali a forme più complesse molto simili all operatività delle grandi banche internazionali occidentali. L aggettivo islamico nel vissuto comune porta subito a restringere questa attività ai popoli di fede musulmana. In altri casi, porta invece a far coincidere l intero comparto finanziario dei Paesi arabi, nessuna delle due accezioni è veritiera. La finanza islamica non è la finanza di tutte le banche arabe oppure di tutti i Paesi arabi o musulmani, ne la finanza islamica corrisponde solo all attività finanziaria alla quale accedono i fedeli dell Islam. 2. Principali strumenti di raccolta delle banche islamiche Il sistema finanziario islamico si fonda essenzialmente su due principi: la mudarabah (accomandita) e la musharaka (associazione). Dal lato della raccolta, le istituzioni islamiche operano principalmente per mezzo di tre tipologie di depositi: conti correnti (al-hisàb al garì), depositi a risparmio (hisàb al-tawfìr) e conti d investimento (hisàbàt al-istitmàr). I conti correnti non forniscono alcuna remunerazione finanziaria, in sostanza, sono concepiti come strumenti che forniscono servizi di deposito del denaro, di prelievo/trasferimento fondi e di addebito automatico delle spese sostenute dal cliente. Al conto corrente non può essere abbinata alcuna carta di credito, poiché tale forma tecnica non contempla, servizi interest free. La remunerazione dei depositi a risparmio è a discrezione del management e dipende dall andamento economico della banca. La categoria di deposti che maggiormente contraddistingue le banche islamiche è costituita dai conti d investimento, che si configurano come time deposit, pertanto non è possibile prelevare le somme depositate prima della scadenza del contratto. Questo prodotto bancario prevede che la banca selezioni professionalmente progetti meritevoli di finanziamento ed investa le somme depositate per conto dei clienti. A fine anno, o periodicamente, retrocede una parte degli utili (o delle perdite) del progetto sulla base di un profit sharing ratio stabilito in anticipo, sostanzialmente comparabile alla redditività dei depositi a termine delle banche convenzionali. Questi ultimi rappresentano una sorta di ibrido tra strumenti di debito e di capitale: sono redimibili a scadenza, sono gestiti/ investiti sostanzialmente a discrezione della banca, presentano un rendimento variabile (commisurato alla redditività della banca), non garantiscono la restituzione del capitale. Rappresentano quindi una tipologia di compartecipazione al rischio dove forte risulta l aspetto fiduciario. Un altro strumento di raccolta sono i sukuk, simili alle nostre obbligazioni (nella Tabella 1 si evidenziano le principali differenze), che non offrono interessi ma una quota di utili più o meno prefissata derivante da un sottostante contratto, come ad esempio un leasing. Esistono numerose tipologie di sukuk che possiamo raggruppare in due grandi categorie: gli asset-backed sukuk, che hanno come asset sottostanti delle attività che generano un rendimento predeterminato, molto simili alle obbligazioni tradizionali e gli equity-based sukuk, per i quali il rendimento dell attività sottostante non è predeterminato, ma è basato su una logica di profit and loss 9 sharing, rendendo questi prodotti più simili a strumenti di partecipazione al capitale d impresa 5. I sukuk di emissione Statale spesso hanno come sottostante un mutuo gratuito (qard hasan): il sottoscrittore riceve a scadenza, o periodicamente, una donazione più o meno prefissata (ad esempio legata al bilancio dello Stato i a particolari capitoli dello stesso) che rappresenta il rendimento del titolo. Lo strumento più utilizzato per i sukuk è lo ijara sukuk, legato a beni concessi in leasing con un rendimento abbastanza paragonabile ad un tasso fisso. L emittente cede delle attività (terreni, immobili, ecc.) ad una società veicolo, spesso un intermediario fiduciario, ad un certo prezzo. A sua volta la società veicolo emette delle obbligazioni sukuk per finanziare l acquisto. Le attività acquistate vengono date in leasing con pagamento periodico dei canoni ad una terza società o all originario emittente che a loro volta vengono girati ai sottoscrittori del sukuk come rendimento del titolo. Alla scadenza dell emissione la società veicolo rivende nuovamente le attività all emittente ad un prezzo che rappresenta la restituzione del prestito per i suoi sottoscrittori 6. NOTE 3 Ogni Paese membro e rappresentato dal Consiglio di Amministrazione dell'idb, dal Governatore e/o dal Vice Governatore della sua Banca Centrale o alternativamente dal proprio Ministro delle Finanze. Ciascun rappresentante ha diritto a 500 diritti di voto ordinari ai quali si aggiunge un diritto di voto per ogni azione sottoscritta. 5 L AAOIFI ha riconosciuto 14 differenti tipi di sukuk, anche se le emissioni si concentrano su poche tipologie. 6 Nel 2004 è stato lanciato il primo eurobond Islamico (sukuk) da 100 milioni di euro a cinque anni da parte di un emittente Europeo: la regione tedesca della Sassonia- Anhalt. Anche in questo caso il sottostante rapporto è stato un leasing immobiliare.

10 Analisi differenze e analogie tra il sukuk e il bond convenzionale Sukuk Obbligazioni convenzionali Finalità dell emissione Esigenza dell originator di reperire liquidità Esigenza della società emittente di reperire liquidità Diritto vantato dai sottoscrittori Pagamento della cedola Determinazione del prezzo del sukuk/bond Rapporto emittente/investitore Gestione delle risorse raccolte e degli asset sottostanti Diritto di proprietà su una porzione dei beni sottostanti Strettamente collegata all andamento dei beni sottostanti Prezzo legato al ritorno atteso dal progetto finanziario Dipende dal tipo di contratto utilizzato Vi è un contratto di gestione con il quale si nomina un project manager che gestisce gli asset sottostanti secondo le indicazioni degli investitori Diritto finanziario a ricevere un flusso di cassa Non collegata all andamento degli asset, ma al tasso d interesse Prezzo legato alle aspettative sull andamento dei tassi d interesse Esclusivamente un rapporto tra creditore/debitore L emittente non ha vincoli all utilizzo delle risorse raccolte Liquidabilità Generalmente poco liquido Liquido Inquadramento fiscale Titolo Ibrido di partecipazione Titolo di debito Fiscalità del sottoscrittore Titolo atipico (tax 20%) Reddito di capitale (tax 20% o 12,50% se Titolo di Stato whitelist) Fonte: Integrazione dell autore da una tabella di Stefano Morri e Alessandra Tami (a cura di) in: Le sfide della globalizzazione: gli istituti della finanza islamica. Commissione Banche e Intermediari Finanziari Tabella 1 I sukuk non hanno un grosso mercato secondario, poiché l Islam vieta la vendita ad un prezzo diverso dal nominale (quindi non possono incorporare un rateo di profitto in corso di maturazione). I sukuk di solito sono sottoscritti e poi conservati fino a scadenza nel portafoglio dei sottoscrittori. Esiste comunque un circuito secondario islamico: l Islamic International Financial Market (IIFM) ed Liquidity Management Centre (LMC) con il compito di sostenere la creazione di un mercato interbancario dove gli operatori Islamici possano investire la liquidità in surplus, usualmente più alta di quella delle banche convenzionali. NOTE 7 Islamic International Financial Market IIFM Sukuk Overview & Trends in Conference on the Role of Sukuk in Development, 18 maggio Codice Isin XS quotato allo Irish S.E. e Berlin Exchange. I sukuk, contrariamente a quanto si possa pensare, sono per lo più sottoscritti da investitori non islamici. Nel 2011 ne sono stati emessi per 94 miliardi di dollari e nel primo trimestre 2012 per 17 miliardi di dollari con quarantacinque emissioni. Il 60% dei sukuk viene emesso in Malesia in Ringgit Malese ma un buon 20% è in dollari USA 7, praticamente inesistenti quelli in euro. Nel settembre 2012 la Turchia ha emesso un sukuk-eurobond da un 1,2 miliardi di dollari 8. Alcuni sukuk sono quotati anche alla Borsa di Lussemburgo e di Londra. 3. Principali strumenti di impiego delle banche islamiche L attività di impiego può essere ricondotta a due schemi concettuali, a cui si aggiunge il mutuo islamico: profit and loss, sharing finance (contratti direttamente partecipativi), trade financing o anche not profit and loss, sharing finance (contratti 10 indirettamente partecipativi). Con la mudarabah la banca finanzia il progetto imprenditoriale di un investitore e partecipa, con una percentuale contrattualmente stabilita, ai profitti aleatori dell affare. L imprenditore non apporta capitali propri, ma solamente capacità manageriali; egli non può chiedere una remunerazione per il proprio lavoro, ma partecipa ai profitti dell affare, le perdite sono sopportate solamente dal finanziatore; la perdita dell imprenditore è limitata al suo sforzo lavorativo. Il contratto di mudarabah, per le sue caratteristiche tecniche, è in genere utilizzato per finanziare progetti di breve durata; esso trova inoltre impiego per i servizi di private equity, nel qual caso la banca svolge la funzione di gestore di importanti patrimoni privati. L altro contratto utilizzato particolarmente a fini di investimento è il musharaka, con il quale una banca e un imprenditore

11 conferiscono capitale in una società o in un progetto determinato, dividendo il profitto atteso secondo la percentuale stabilita nel contratto. Ognuno sopporta l eventuale perdita in proporzione al suo conferimento e sia la banca che l imprenditore hanno diritto di amministrare la comune impresa. Le forme classiche di finanziamento azionario (musharaka e mudarabah) richiedono l esistenza di accordi di condivisione dei profitti, a cui possono essere paragonati gli attuali sistemi di: project financing, joint ventures, venture capital, equity financing, private equity e alla gestione degli investimenti di attività finanziarie e non tramite fondi. Tra gli altri contratti islamici direttamente partecipativi il takaful, un contratto assicurativo che può essere assimilato all esperienza delle mutue di assicurazione, dove l elemento solidaristico prevale sulla componente speculativa. Esiste anche una seconda tipologia di contratti costituita da operazioni indirettamente partecipative, nelle quali non si ha luogo a una ripartizione di profitti e perdite, ma dove la banca assume direttamente un rischio connesso al bene oggetto del rapporto di finanziamento. Si tratta prevalentemente di operazioni di leasing (ijàra wa iqtinà), di vendita a termine (bai mu ajjal) o a premio (muràbaha) e del così detto appalto islamico (istisnà). In tali casistiche, l istituto di credito non anticipa una somma in contanti, ma provvede ad acquistare il bene di cui il cliente ha necessità. Nel contratto di mark up il cliente ripaga il costo del bene ad una scadenza prefissata, maggiorato di un profitto per il servizio svolto dall azienda di credito. Una banca islamica può anche effettuare operazioni di leasing (ijara), in cui il cliente paga periodicamente un canone comprensivo del costo d acquisto del macchinario sostenuto dalla banca e un canone d affitto per l utilizzo del bene strumentale. Il mutuo, secondo il diritto musulmano, è un contratto gratuito. Non ci possono essere interessi, la sua eventuale remunerazione dovrebbe commisurarsi solo al riequilibrio tra i benefici che il mutuatario ricava dall uso della somma mutuata e dai costi che il mutuante sopporta in relazione al periodo del prestito, con un tasso che tenga conto dei risultati effettivi dell impiego del capitale e non espressione di una mera percentuale. Esistono varie tipologie di mutuo Iilamico, nel manzil murabaha il cliente sceglie l immobile e si accorda sul prezzo con il venditore. Una volta approvata la richiesta dalla banca, che si basa ovviamente sul merito creditizio del cliente, il cliente paga una piccola percentuale del prezzo d acquisto (circa lo 0,1%) per coprire le prime spese della banca (ad esempio per la perizia). La banca acquista l immobile e lo rivende al cliente con ricarico. Il cliente paga rate uguali mensili per un periodo di solito massimo di quindici anni. L immobile è registrato a nome del cliente con ipoteca legale a garanzia della banca. Nel prezzo che pagherà il cliente sono comprese anche le spese amministrative ed un rendimento per coloro che hanno investito nella banca e fornito i fondi del mutuo. Il mutuo manzil ijara, garantisce invece una maggiore flessibilità al cliente. Il cliente sceglie l immobile e si accorda sul prezzo. La banca acquista l immobile e si accorda per rivenderlo allo stesso prezzo dopo un certo numero di anni. Durante questo periodo il cliente paga l affitto alla banca. L affitto viene fissato di anno in anno e corretto al ribasso per tener conto delle rate già pagate. Il cliente può acquistare l immobile dalla banca in qualsiasi momento. L affitto contiene tre elementi: il rimborso della somma che la banca ha utilizzato per acquistare 11 l immobile, l affitto dell immobile che è fonte di profitto per la banca, e la somma che serve a coprire i costi amministrativi e l assicurazione sull immobile. 4. La finanza islamica oggi Le banche islamiche, anche per il ruolo di «nicchia» svolto finora, sono state storicamente sottoposte ad un regime regolamentare diverso e/o meno vincolante rispetto ai loro concorrenti convenzionali, eccetto in Malesia dove già da tempo viene adottato un regime di vigilanza simile per entrambi i sistemi. Ciò si è riflesso in un livello di trasparenza spesso non adeguato. Anche da un punto di vista meramente contabile si registrano, spesso, delle incongruenze derivanti dal fatto che i principi contabili nazionali e/o internazionali (IAS) non sono adatti a carpire le specificità operative del modello islamico. Inoltre le regole emanate dagli Sharia board non sono sempre omogenee tra loro con riflessi anche in termini di standardizzazione dei prodotti offerti dai vari operatori. Al fine di colmare questi gap sono state avviate, sotto l impulso di diversi Paesi ed istituzioni islamiche nonché dello stesso Fondo Monetario Internazionale, numerose iniziative che hanno portato alla costituzione di diversi organismi multilaterali aventi sede, in particolare, in paesi come Bahrain e Malesia che godono di riconosciuta reputazione in termini di adeguatezza e trasparenza della normativa bancaria. Da un punto di vista dell analisi finanziaria risulta sempre più necessario, al crescere della complessità degli strumenti, la conoscenza degli standard di contabilità disegnati per riflettere la specificità dei prodotti islamici. L importante presenza di standard normativi e contabili universalmente e religiosamente accettabili ha di conseguenza interessato i

12 responsabili delle maggiori autorità monetarie e bancarie del sistema dando vita all Accounting and Auditing Organization for Islamic Financial Istitutions (AAOIFI) e all Islamic Financial Services Board (IFSB). Quest ultimo rappresenta il principale organismo di coordinamento, regolamentazione e definizione di standard, con funzioni analoghe a quelle del Comitato di Basilea per il sistema bancario convenzionale. Con obiettivi complementari, altre istituzioni come l International Swaps and Derivatives Association e l International Islamic Financial Market lavorano per sviluppare le operazioni di negoziazione privata dei derivati conformi alla Sharia. L AAOIFI deve affrontare numerosi ostacoli e sostenere elevati costi per portare avanti un progetto di pari regole finanziarie islamiche, poiché attualmente sono presenti requisiti di conformità basati su giurisdizioni distinte le cui diversità non sempre sono motivabili, regole derivate anche dall incapacità del settore di uniformarsi e di concordare pratiche universali; ciò si verifica soprattutto in quei Paesi dove l istituzione bancaria islamica opera in un ambiente parallelo a quello delle banche convenzionali. Inoltre gli standard e le norme prodotte devono essere in grado di rispondere alle esigenze del settore in maniera tempestiva. A partire dagli anni ottanta si è sviluppata anche l attività di rating all interno dei Paesi islamici attraverso l operato di agenzie domestiche e all istituzione della Association of Rating Credit Agencies (ACRAA) e l Islamic International Rating Agency (IIRA). Il giudizio delle agenzie (Sharia Quality Rating - SQR) offre una distinta valutazione rispetto a quello offerto da una normale agenzia di rating; questi infatti non riguarda il grado di insolvenza e la qualità del credito, ma si basa sulle opinioni offerte dai comitati della Sharia inseriti all interno delle banche islamiche sui servizi finanziari offerti, permettendo il rispetto dei principi etici e religiosi. In un ottica di lungo periodo, diventa dunque sempre più necessario ravvivare le relazioni bilaterali economiche-finanziarie e diffondere nei mercati occidentali la realtà e i progressi concretizzati dall industria bancaria del mondo islamico, anche se le peculiarità di questo sistema richiedono sicuramente uno sforzo maggiore verso l armonizzazione degli standard prudenziali e di vigilanza, anche al fine di limitare gli arbitraggi regolamentari e assicurare regole minime comuni su cui fondare l ordinato funzionamento del sistema finanziario globale. Nello scenario internazionale, l Islamic banking si presenta con caratteristiche diverse nei vari Paesi in cui è operativo, in base al grado di islamizzazione del sistema finanziario ritenuto opportuno dai rispettivi governi. Al riguardo, nella maggior parte delle esperienze nazionali, si è optato per un sistema di dual-banking, in cui i due differenti sistemi finanziari condividono lo stesso ambiente macroeconomico con interessanti reciproche interdipendenze. Solo in Pakistan, Iran e Sudan del Nord l intero settore bancario è stato completamente islamizzato. In una prospettiva di lungo periodo, gli oltre quindici milioni di musulmani già presenti sul territorio europeo, la forte liquidità a disposizione dei Paesi del Golfo e la risposta molto positiva dell Islamic banking alle recenti crisi, rendono lo sviluppo della finanza islamica una necessità anche per il vecchio continente che vede soprattutto in Londra come mercato occidentale leader del settore. Oggi, il nostro paese ospita quasi un milione e mezzo di musulmani che rappresentano, oltre il 30% della popolazione straniera residente e quasi il 12 3% dell intera popolazione nazionale. Nonostante che le necessità finanziarie della popolazione islamica residente si siano evolute, ancora oggi la potenziale domanda di servizi islamici è prevalentemente orientata dai fabbisogni finanziari di base come le rimesse degli emigranti o i servizi di pagamento, da poco anche verso i mutui per l acquisto di proprietà immobiliari, sia private che commerciali. Nonostante tali connessioni sia storiche che attuali, l Italia resta uno dei pochissimi primari Paesi europei a non aver ancora implementato il sistema finanziario islamico, diffuso ormai in tutte le principali piazze finanziarie globali, soprattutto perché al momento non si ravvisano grandi possibilità di sviluppo, in quanto non sembra rappresentare ancora un segmento commercialmente molto redditizio: sia per le difficoltà normative che incontrerebbe un sistema in cui non venisse garantito un interesse e l eventuale restituzione di un capitale depositato, sia per non avere ancora una massa critica di potenziali clienti fedeli. Vari sondaggi rivelano che la percentuale di musulmani in Italia effettivamente interessati a servirsi in via esclusiva di intermediari che si conformino ai dettami islamici non è poi molto alta. Ciò significa che, al di là di un fenomeno di nicchia o di marketing, l attività di Islamic banking potrà divenire vero business, giustificando i costi relativi ad eventuali iniziative dedicate, solo qualora anche in Italia alla stregua, ad esempio, di Inghilterra e, più recentemente della Germania la base dei potenziali clienti musulmani divenisse effettivamente molto consistente ed economicamente ben sviluppata. Diversamente dalle banche, riteniamo che siano invece le imprese italiane a potersi maggiormente avvantaggiare del gigantesco business della Finanza islamica, tra cui la vicinanza geografica, culturale,

13 politica e finanziaria. I capitali sono il punto fondamentale per lo sviluppo delle economie e lo sono sempre di più anche per le imprese, soprattutto per quelle che vedono nel mondo islamico un opportunità di sbocco commerciale e potenzialità a livello di investimento nel capitale d impresa. Il sistema islamico non è comunque immune da critiche, per molti è da considerarsi semplicemente come una diversa offerta di strumenti etici. Un sistema universale senza interesse, dal punto di vista macroeconomico, consentirebbe senz altro una maggiore stabilità economica ma avrebbe in sé il pericolo dell inflazione, in quanto la circolazione monetaria sarebbe legata ai soli investimenti produttivi. Eliminando il concetto di remunerazione finanziaria, a fronte del semplice deposito-prestito di denaro, si creerebbero poi, numerosi problemi riguardo all allocazione del rischio e alla sua gestione. Negare la possibilità di ottenere una remunerazione fissa in forma di interesse non tiene conto della possibilità che i diversi operatori abbiano diversi livelli di sopportazione di rischio: una banca riesce meglio a diversificare il rischio nel prestare i fondi rispetto a un semplice risparmiatore. Inoltre, il divieto di pagamento di interessi motivato dall assenza di rischio, svela un errata interpretazione del concetto di rischio finanziario, in quanto non è esatto sostenere che ricevere un tasso di interesse fisso equivalga a non sopportare alcun rischio, poiché sussiste sempre il pericolo di variazione delle condizioni finanziarie di mercato e l eventualità di default del debitore. E comunque altrettanto vero che le transazioni basate sull interesse predeterminato siano ingiuste, perché non tengono conto di quello che potrebbe succedere al debitore; se l imprenditore incorre in una perdita, perderà il suo capitale più la somma che ha ricevuto in prestito assieme all interesse da corrispondere al creditore, aumentando di fatto la portata del danno, ragione di squilibrio del ciclo economico. Oggi il nostro modello capitalistico è entrato in crisi in quanto incapace di creare un benessere sempre più diffuso. Sembra ormai difficile difendere il capitalismo come un sistema di valori che vada bene a tutti. In pratica, abbandonando il liberismo estremo, occorrerebbe mettersi d accordo su un sistema di regole e di strutture che aiutino a tenere sotto controllo i guasti del capitalismo. Nella solidarietà sociale, secondo il pensiero economico islamico contemporaneo, gioca un ruolo fondamentale l individuo e la sua partecipazione attiva alla vita sociale, che spesso si concretizza in associazioni caritatevoli molto popolari in questa cultura. La concezione islamica dell uomo è totalmente diversa dalla concezione occidentale. Il temporale ed il religioso sono un tutto uno, ed è maggiore l accento sulla cooperazione e lo spirito comunitario, quindi sull insieme, sulla comunità: l Umma. Sia la dottrina islamica che quella cattolica, di fatto, hanno interpretato e ripreso il loro pensiero dalla dottrina Aristotelica: concertazione, giusto mezzo, solidarietà, comunità, sono tutti concetti presenti nella Politica di Aristotele. Il filosofo greco sottolineava una differenza fondamentale tra economico e crematistico, la sete di denaro senza limiti. E diversa la ricchezza dall abbondanza di denaro, come è riprovevole il commercio che non miri a creare scambi per un arricchimento reciproco delle parti ma piuttosto solo a guadagnare a danno dell altro, uscendo così dalla sfera del giusto prezzo ed entrando in un gioco di sola competizione che punti a sottomettere l altro e non a cooperare per un fine comune. 13 Non possiamo negare che il sistema finanziario islamico, strettamente controllato dal punto di vista morale, goda della piena fiducia, ciò che oggi manca a quello occidentale e su quest ultimo aspetto, è anche paradossale che l occidente debba imparare dall Islam parte di ciò che esso stesso aveva inventato, e poi disfatto con l aver estromesso la religione dall ambito pubblico e sociale. L economia islamica oggi, esprime in gran parte gli stessi principi morali cristiani dell ordine naturale medioevale, ma invece di limitarsi alla coscienza dell individuo, si impone con leggi e regolamenti nella vita civile: le norme morali sono legge, non sono legate a scelte personali liberamente esercitabili. Di fatto, i principi etici del Corano non si differenziano da quelli cattolici, non si scoraggia la ricchezza e il risparmio, si vieta la tesaurizzazione, l usura e l avarizia. Si incoraggiano i consumi, si vietano gli sprechi. Si incoraggia il commercio e la proprietà privata, si vieta il monopolio e si diffida dal possedere troppo. L Islam pone dei divieti all agire umano perché teme che l uomo non sappia esercitare le virtù in questo mondo materialista; il cattolicesimo invece confida che l uomo, identificandosi con Cristo, sappia farlo santificando il proprio lavoro e operato, aiutando anche gli altri a farlo. Il cattolicesimo ha saputo meglio adattarsi al progresso perché vive nella coscienza dell individuo come scelta personale. In ultima analisi, a prescindere dalla specificità del sistema economico e finanziario islamico, strutturato sulla rigida e formale osservanza della legge religiosa, è la dimensione etico-spirituale del vivere sociale che consente di cogliere la comune prospettiva tra la visione islamica e le altre concezioni religiose dell agire economico. In tal senso, i principi di natura etico-religiosa di responsabilità sociale, di

14 Brevi cenni sull Islam equità, di solidarietà costituiscono la concreta alternativa alla massimizzazione del profitto quale principio che caratterizza il mercato finanziario tradizionale. Pertanto, più che di un economia etica, come proposta dalla riflessione cristiana, o religiosa in senso islamico - in cui l aggettivo segna una distinzione rispetto alla economia dominante - è, al contrario, auspicabile un recupero di un etica economica proprio al fine dello sviluppo di una società globalmente aperta, ma soprattutto essenzialmente più giusta. BREVI CENNI SULL ISLAM di Enrico Giustiniani Islam, nella denominazione scelta da Muhammad ( Maometto in Italiano), significa dedizione a Dio. Il Qur ān (Corano) è il suo testo sacro, che va letto ed interpretato in arabo in quanto nessuna traduzione è perfetta. Per tutti i musulmani l arabo è la lingua del Corano. Alla base della dottrina islamica figura la sottoposizione integrale dell uomo alla volontà di Dio, non vi è la concezione cristiana del libero arbitrio. Nell Islam non ci sono separazioni tra sfera politica, economica sociale e religiosa, in arabo si dice Din Wa-Dunya: un modo di vivere, di essere, una visione del mondo, ed è questa la prima grande distinzione rispetto alla religione cristiana. Le fonti della religione islamica sono: il Qur ān, la Sunnah (Linea di Condotta) e gli Hadith (Tradizione) gli aneddoti di vita e i detti del Profeta che costituiscono la Shariah, la Legge divina. A questi testi principali si aggiunge la giurisprudenza dei dottori della legge, i così detti Ulema, per i casi non contemplati: gli Ijma (l opinione concorde della comunità) e i Quiyas (l interpretazione analogica). L insieme non forma una raccolta di leggi codificate, ma la volontà divina alla quale l uomo deve attenersi, sia nella sua vita personale, sia in quella sociale; non solo insegnamenti generici, bensì un complesso di disposizioni concrete. Si ingiunge all uomo di essere caritatevole, umile e giusto, ma gli si insegna anche come esserlo in tutte le diverse evenienze della vita. La Shariah contiene i comandamenti della volontà divina applicati a ogni circostanza dell esistenza, è la legge secondo la quale Dio vuole che vivano i musulmani ed è quindi una guida che abbraccia ogni aspetto particolare della vita e dell agire umano. Accettando di vivere secondo la Shariah, l uomo pone la propria esistenza nelle mani di Dio. La Shariah non trascura nessun aspetto dell attività umana, santifica tutta la vita e attribuisce significato religioso anche a quella che potrebbe sembrare la più profana delle attività. La fede islamica poggia su tre fondamenta: la Akida, la Akhlaq e la Shariah. La Akida regola i principi della fede e della credenza islamica; la Akhlaq definisce il codice d etica islamica riguardo alla condotta personale; la Shariah regola ogni azione pratica e si divide in due ambiti: questioni della devozione e quindi del rapporto Uomo- Dio (Shariah Ibadat) e le norme che regolano l attività politica, economica e sociale (Shariah Mu amalat). Le Ibadat sono rappresentate essenzialmente dai cinque pilastri dell Islam che costituiscono altrettanti obblighi: 1. Shahada: testimoniare che non c è altro Dio all infuori di Allah e che il profeta Muhammad è il suo messaggero. 2. Salawat: le cinque preghiere quotidiane. 3. Zakat: il contributo annuale che ciascun musulmano deve pagare per aiutare i meno abbienti. 4. Sawm: digiunare, il Ramadan. 5. Haji: compiere il pellegrinaggio ai luoghi 14 santi della Mecca almeno una volta nella propria vita. Le Mu amalat rappresentano il quadro di comportamento nella vita civile: ogni azione che non sia proibita (haram) è halal, ovvero permessa. Esistono comunque delle differenze tra le cose permesse: ci sono le azioni raccomandate (Manboud), per le quali si riceve ricompensa se eseguite o punizione se omesse, indifferenti (Moubah), non specificate (Moutlak) in cui la Legge non adotta alcuna posizione e indesiderabili (Makrouk) ma non punibili. Nel caso gli Ulema non trovino nessun riferimento per un avvenimento o fatto nel dominio dell attività umana nel Corano e nella Sunnah, essi intraprendono l attività di Ijtihad, la formazione di giudizi indipendenti per guidare i musulmani sulla giusta strada; la giurisprudenza che ne risulta si chiama Fiqh, ed i singoli giudizi emessi sono detti Fatwa. La Legge divina è un insieme di leggi, norme morali e pratiche che i devoti debbono rispettare in qualunque epoca e ambiente. L Islam è un unico sistema di vita nel quale tutti gli aspetti: religiosi, ideologici, sociali, politici ed etici, sono ben sincronizzati e lavorano in sinergia nel giusto equilibrio. Per questo motivo, per analizzare l etica nell Islam, è necessario prima un approccio globale al messaggio, solo dopo può avvenire l estrazione, in funzione dei vari campi dell agire umano, dei principi e dei valori che costituiscono la cosiddetta morale. Rimarrebbe ancora un terzo livello di lettura che necessita di un immersione spirituale e intellettuale profonda nel testo e nel messaggio rivelato, questo ultimo livello esige competenze e conoscenze particolari che non possono essere acquisite che con un lavoro approfondito sui testi, l ambiente e l intima conoscenza della tradizione classica e secolare delle scienze islamiche.

15 Non è quindi sufficiente, per una corretta interpretazione dell Islam, estrarre dal Corano dei passaggi da analizzare, trascurando tutti gli strumenti metodologici usati dai dottori della Legge. Ovviamente a questi differenti livelli di lettura, si deve tener conto anche delle differenti interpretazioni proposte dalla grande tradizione classica dell Islam. L Islam detta le regole sia di tipo spirituale, sia di tipo temporale, che nel tempo hanno dato vita ad un vero e proprio ordinamento giuridico. Non si può quindi affrontare lo studio del diritto islamico senza analizzare e comprenderle le norme nel quadro spirituale in cui esse nascono e trovano applicazione. Come ogni diritto confessionale, l Islam è finalizzato al raggiungimento di fini ultraterreni e quindi, bisogna dotarsi di strumenti che permettano di adattare le singole prescrizioni al raggiungimento di quei fini, Dio è onnipresente e regola direttamente e personalmente tutto, senza alcuna eccezione. Il campo dell etica nell Islam è omnicomprensivo e raggruppa insieme: la fede in Dio, i riti religiosi, le osservanze spirituali, la condotta sociale, l assunzione delle decisioni, le occupazioni intellettuali, i modi di consumo, i modi di parlare e tutti gli altri aspetti della vita umana. L etica è parte integrale dell Islam. Il sistema economico islamico si fonda sulla credenza che solo Allah sia il vero proprietario di ogni cosa, ma essendo il concetto di proprietà nella natura dell uomo, gli è permesso possedere averi in questo mondo. L Islam guida i credenti tanto nei campi finanziari ed economici, quanto in quelli che abbracciano la sfera personale e morale, di conseguenza, per i musulmani la finanza e l economia sono frutto di questi principi religiosi. Oltre agli obiettivi comuni agli altri sistemi economici che sono puramente materiali, esiste la dimensione spirituale e morale determinante nella realizzazione del benessere della società. Questi principi morali-religiosi non si discostano molto dai principi proposti dalle altre due religioni monoteiste: cristianesimo ed ebraismo; la sostanziale differenza, rispetto alle altre due religioni, è che il potere religioso è compenetrato in quello politico e quindi, le direttive morali, diventano o norme cogenti o prassi operativa. L Islam è la Retta Via e di conseguenza il suo sistema economico si basa su criteri ben equilibrati. Dio ha previsto il necessario mantenimento di un equilibrio sociale basato sulla capacità di arricchimento di ciascuno e sulla libera proprietà privata, ma allo stesso tempo, sulla necessaria redistribuzione delle ricchezze possedute dall intera comunità. I fedeli, coloro che appartengono alla Umma Islamiyya, hanno il dovere di fronte a Dio di ridistribuire parte delle proprie ricchezze all intera collettività; ad un livello individuale viene perseguito attraverso gli insegnamenti morali ed etici relativi alla carità, ad un livello collettivo l uguaglianza economica viene garantita attraverso le imposte. Si possono riassumere in sette i principi economici fondamentali nell Islam che, attraverso l opera degli Ulema, costituiscono le principali regole che indirizzano il comportamento degli agenti economici: gli affari debbano essere condotti in maniera onesta, escludendo quindi: monopolizzazioni e abuso dell ignoranza della controparte. Vi è l obbligo di incoraggiare la solidarietà e il pagamento della Zakat; non è consentito compiere qualsiasi operazione economico-finanziaria che sia connessa o abbia per oggetto attività o settori interdetti ai musulmani: le bevande alcoliche, la pornografia, i suini 15 e derivati, la prostituzione, il gioco d azzardo e il tabacco; l acquisizione della proprietà è legale solo nel caso in cui sia creata attraverso la combinazione di lavoro, anche spirituale, e di risorse naturali. Un diritto può essere trasferito solo scambiandolo con una contropartita dello stesso valore oppure attraverso donazione o eredità volontaria; la proprietà e il reddito devono essere usati in modo responsabile, improduttività e accumulo fini a sé stessi sono proibiti e contrari agli interessi della comunità; la Shariah impone che il ricevimento di un vantaggio, sia monetario o meno, debba essere connesso con la cessione di una contropartita di eguale valore. L Islam non si oppone a profitti o a guadagni finanziari se vi è uno sforzo produttivo e onesto che li generi, e se chi ne beneficia si accolli i rischi connessi a tale attività in proporzione alla sua partecipazione nella stessa. Il denaro è sterile se non combinato con il lavoro, l usura (ribà) è proibita; la Legge islamica prevede che possa essere applicata una dilazione temporale alla scadenza del credito senza alcuna penalità, se il debitore non riesce a far fronte all impegno preso nei tempi previsti; il rischio è permesso, se è conseguente ad un attività economica produttiva che legittimi chi investe in tale direzione a trarre profitto dall impiego di capitale e lavoro, ma è proibito quando esso è eccessivo e diviene speculazione. Nell Islam i fondi dei depositanti appartengono a Dio e la banca ne è fiduciaria, deve proteggerli e consacrarli allo sviluppo. La banca è intermediaria di fatto nell azione di Dio, una relazione che per gli occidentali spesso non è affatto

16 La finanza islamica nel mondo: dimensioni, evoluzione, mercati di riferimento e fattori di sviluppo. Quali opportunità per le imprese italiane? chiara, in quanto dobbiamo ricordarci che l Islam è una religione, non un etnia, una cultura o un ideologia. Il fine della religione, di tutte le religioni, consiste nella salvezza dell anima e nella realizzazione spirituale. Non è di fatto possibile stabilire relazioni realmente rispettose con i musulmani, senza riconoscere la natura e la finalità della religione islamica che ha Dio come unica origine e unico scopo. L Islam, come il cattolicesimo, è uno, ma ci sono, come per i cattolici, divisioni culturali, sociali ed etniche tra i credenti. L Islam, è presente in realtà estremamente differenziate e si trova ad interagire con tradizioni diverse e con governi diversi e quindi assume configurazioni originali a seconda dei luoghi. Non si tratta di un semplice adattamento imposto dalle circostanze, da sempre l Islam, all interno di una visione unitaria che si muove intorno ad alcuni principi irrinunciabili, è caratterizzato da una estrema flessibilità. Si tratta di caratteristiche tipiche di ogni ordinamento religioso, ma che nell Islam sono oltremodo agevolate nella loro esplicazione dalla mancanza di un autorità centrale. Esistono diverse scuole islamiche ufficiali ed ognuna a modo suo, è legittimata a fornire una interpretazione delle fonti dell Islam. Infine, sebbene l arabo sia la lingua sacra che tutti i credenti usano per le necessità rituali, i musulmani non sono solo arabi, né si identificano con un etnia o una zona geografica particolare. LA FINANZA ISLAMICA NEL MONDO: DIMENSIONI, EVOLUZIONE, MERCATI DI RIFERIMENTO E FATTORI DI SVILUPPO. QUALI OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE ITALIANE? di Giorgio Carlo Brugnoni 1. Considerazioni introduttive Inizialmente circoscritta a realtà economiche e finanziarie di paesi a maggioranza mussulmana, la finanza islamica sta oggi assumendo una rilevanza crescente nell ambito del sistema finanziario internazionale. Ai diversi fattori economici e finanziari che ne hanno favorito lo sviluppo nei mercati di riferimento tradizionali, si è unito nel tempo un interesse crescente da parte delle economie occidentali. Obiettivo di questo capitolo è fornire un quadro di riferimento sulla finanza islamica dal punto di vista delle sue dimensioni, della sua evoluzione e della sua diffusione globale, riflettendo sui principali fattori che ne hanno sostenuto la crescita nell ultimo decennio e sulle sue potenzialità di sviluppo. L intento è di individuarne le peculiarità più rilevanti al fine di comprendere meglio le opportunità e i vantaggi che il nostro sistema paese potrebbe cogliere nel ricorrere alla finanza sharia compliant quale possibile alternativa alle forme di investimento e finanziamento 16 Dottorando di Ricerca in Gestione Bancaria e Finanziaria presso la Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma e Giornalista Pubblicista. Nel 2011 ha ricevuto il premio Oddone Fantini dell Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito. convenzionali. Al riguardo, è opportuna una premessa. In questa sede non si intende discutere in astratto della possibilità di fare finanza islamica nel nostro paese, ovvero di creare le condizioni normative, fiscali e regolamentari affinché possano effettivamente diffondersi in Italia istituzioni e prodotti finanziari islamici, quanto dei vantaggi che le imprese italiane potrebbero cogliere guardando alla finanza islamica come una valida alternativa al finanziamento convenzionale, specialmente nella prospettiva di una maggiore internazionalizzazione e competitività del nostro sistema produttivo. In linea con gli obiettivi del quaderno, si vuole evidenziare come gli eventuali fabbisogni finanziari non efficientemente soddisfatti dal sistema finanziario convenzionale, potrebbero esserlo dai fondi intermediati dalla finanza islamica, ovviamente nel caso di imprese la cui attività e struttura finanziaria rispondessero ai requisiti previsti dalla sharia per il loro finanziamento. L intento è quindi di diffondere la consapevolezza di quanto il nostro sistema produttivo possa rappresentare una valida opportunità per gli investitori islamici e possa intercettare la liquidità accumulata nei paesi mediorientali, primi tra tutti quelli del Golfo. L analisi condotta nei capitoli 5 e 6 di questo quaderno evidenzia come alcune delle nostre eccellenze nazionali siano già in linea con i requisiti sharia compliant. Se a questo aggiungiamo la rinomata attrattività del Made in Italy nel mondo, specialmente nei paesi più ricchi tra quelli mediorientali come quelli del Golfo, il potenziale delle imprese italiane, sostenuto finanziariamente dalle risorse che potrebbero confluire da questi paesi, rappresenterebbe un importante volano per la ripresa del sistema produttivo del nostro paese. E questo nell ottica del perseguimento di una maggiore

17 competitività del sistema produttivo italiano a livello internazionale. Il capitolo è articolato come segue. Il Paragrafo 2 analizza l industria della finanza islamica a livello globale sulla base delle stime fornite dalla Kuwait Finance House Limited nel Global Islamic Finance Forum Report 2012 (Kuwait Finance House Limited, 2012), dallo United Kingdom Islamic Finance Secretariat nell Islamic Finance 2012 Report (United Kingdom Islamic Finance Secretariat, 2012) e da Standard & Poor s Rating Services nell Islamic Finance Outlook 2010 (Standard & Poor s Rating Services, 2010) e nell Islamic Finance Outlook 2012 (Standard & Poor s Rating Services, 2012), facendone emergere dimensioni e trend, sia a livello complessivo, che per settore (islamic banking, sukuk, islamic funds e takaful). Il Paragrafo 3 sintetizza i principali fattori che hanno contribuito alla crescita della finanza islamica nell ultimo decennio ed evidenzia le più rilevanti potenzialità di sviluppo. Il Paragrafo 4 conclude il capitolo, esprimendo alcune considerazioni di sintesi e riflettendo sugli aspetti che potrebbero fare della finanza islamica un opportunità strategicamente Finanza islamica Attività ( ) (volumi in miliardi di $) rilevante per il nostro sistema paese in un ottica di potenziamento della sua competitività a livello internazionale. Per un inquadramento teorico della finanza islamica, dei principi fondamentali, delle peculiarità soggettive e gestionali delle istituzioni finanziarie islamiche e delle caratteristiche delle principali tipologie contrattuali, si rimanda al Capitolo 1 di questo quaderno. Per ulteriori approfondimenti in materia: Porzio (2009), Hamaui e Mauri (2009), Warde (2000), Bakar e Adawiah Engku Ali (2013), Ethica Institute of Islamic Finance (2013). 2. La finanza Islamica nel mondo: dimensioni, evoluzione e mercati di riferimento Pur rappresentando una quota residuale del sistema finanziario globale, nell ultimo decennio la finanza islamica ha registrato uno sviluppo particolarmente intenso. Secondo le più recenti stime della Kuwait Finance House Research Limited, il volume complessivo di attività riconducibili alla finanza sharia compliant, pari a 150 miliardi di dollari a metà degli anni novanta, ha raggiunto i miliardi di dollari nel 1400, , , , , ,00 200,00 0, Fonte: United Kingdom Islamic Finance Secretariat (2012) Figura Il consistente sviluppo che ha interessato la finanza islamica negli ultimi anni è confermato dalle stime elaborate dallo United Kingdom Islamic Finance Secretariat, secondo le quali il volume delle attività della finanza islamica, pari a 509 miliardi di dollari nel 2006, ha raggiunto i miliardi di dollari nel 2011, crescendo di oltre il 150 per cento rispetto al 2006 (Figura 2.1). Seppur a un ritmo più contenuto, la crescita della finanza islamica è continuata anche nel 2009, quando invece il sistema convenzionale, a causa della crisi finanziaria, registrava un processo generalizzato di deleveraging. Secondo le stime dello United Kingdom Islamic Finance Secretariat, tra il 2008 e il 2009 il volume complessivo delle attività riconducibili alla finanza islamica è cresciuto di oltre l 8 per cento (passando dagli 861 miliardi di dollari del 2008 ai 933 miliardi di dollari del 2009), rallentando fortemente rispetto ai tassi di crescita registrati nel 2007 e nel 2008, rispettivamente di circa il 33 per cento e di oltre il 27 per cento (Figura 2.1). Secondo Standard & Poor s, nello stesso periodo le attività delle prime 500 banche islamiche nel mondo sono cresciute di oltre il 28 per cento, passando da 639 miliardi di dollari a 822 miliardi di dollari (Standard & Poor s, 2010). In una prima fase, le istituzioni finanziarie islamiche hanno risentito in misura nettamente inferiore degli effetti diretti della crisi finanziaria. Come evidenziato da Banca Italia (2010) e Standard and Poor s (2010), il minore ricorso alla leva finanziaria e all investimento in prodotti strutturati, nel rispetto dei principi fondamentali della finanza islamica, ha consentito alle istituzioni finanziarie sharia compliant di rimanere sostanzialmente immuni dagli effetti della prima fase della crisi, ovvero quella prettamente finanziaria. L estensione della crisi all economia reale ha però comportato alcune ripercussioni

18 Finanza islamica Attività per area geografica (2011) (incidenza %) Finanza islamica Attività per paese (2010) (incidenza %) 21,38% 4,45% 1,25% 37,63% Paesi del Golfo (1) Medio Oriente e Nord Africa (2) Asia Europa e Nord America 2,58% 1,75% 4,79% 5,34% 7,37% 7,64% 35,73% Iran Arabia Saudita Malesia Emirati Arabi Uniti Kuwait Bahrain Africa Sub Sahariana 8,66% Qatar Turchia Fonte: Kuwait Finance House Research Limited (2012) (1) Paesi aderenti al Gulf Cooperation Council (GCC): Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Arabia Saudita, Oman, Qatar, Kuwait. (2) Paesi appartenenti all area Middle East and North Africa (MENA) esclusi i paesi aderenti al Gulf Cooperation Council (GCC): Algeria, Gibuti, Egitto, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Cisgiordania e Gaza. Figura ,29% 12,25% 13,90% Regno Unito Altri Fonte: United Kingdom Islamic Finance Secretariat (2012) Figura 2.3 sulla finanza islamica, specialmente sui segmenti più esposti ai settori economici caratterizzati da maggiore ciclicità. In particolare, l utilizzo di modelli di business basati sulla condivisione dei rischi (profit and loss sharing), generando perdite dovute all incapacità delle imprese finanziate di generare i ritorni attesi, ha avuto un impatto negativo sulla redditività delle banche islamiche. Inoltre, la rilevante esposizione verso il settore immobiliare ha portato al default di alcuni sukuk (Banca d Italia, 2010). Secondo le stime dello United Kingdom Islamic Finance Secretariat, al breve rallentamento registrato nel 2009 nella crescita della finanza islamica a livello globale, è comunque seguita una ripresa più sostenuta nel 2010 e nel 2011, seppure a ritmi più contenuti rispetto agli anni pre-crisi. Il volume di attività riconducibile alla finanza sharia compliant è cresciuto di oltre il 21 per cento nel 2010, passando da 933 miliardi di dollari a 1130 miliardi di dollari, e di circa il 14 per cento nel 2011, passando da 1130 miliardi di dollari a 1289 miliardi di dollari (Figura 2.1). Dal punto di vista geografico, i principali mercati di riferimenti sono i paesi del Golfo, ai quali è riconducibile oltre il 37 per cento dell industria finanziaria islamica, i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa (oltre il 35 per cento) e l Asia (oltre il 21 per cento) (Figura 2.2). In particolare, i paesi più importanti in termini di concentrazione delle attività della finanza islamica sono l Iran (circa il 36 per cento), l Arabia Saudita (circa il 14 per cento) e la Malesia (oltre il 12 per cento) (Figura 2.3). Seguono gli Emirati Arabi Uniti (circa il 9 per cento), il Kuwait (oltre il 7 per cento), il Bahrain (oltre il 5 per cento) e il Qatar (circa il 5 per cento) (Figura 2.3). Nettamente inferiore, ma comunque 18 abbastanza rilevante, è l incidenza del mercato del Nord America e dell Europa (circa il 5 per cento) (Figura 2.2). In particolare, tra i paesi occidentali, il mercato più sviluppato è quello del Regno Unito, al quale è riconducibile circa il 2 per cento dell industria della finanza islamica a livello globale (Figura 2.3). Residuale è l incidenza del mercato dei paesi dell Africa Sub Sahariana (poco oltre l 1 per cento) (Figura 2.2). I principali settori della finanza islamica in termini di volume di attività sono quello bancario e il mercato dei sukuk. Il sistema finanziario islamico, pertanto, sembrerebbe, a tutti gli effetti, un sistema tipicamente bank-based. Secondo le stime della Kuwait Finance House Research Limited (Figura 2.4) le attività riconducibili alla banca islamica rappresentano oltre l 80 per cento del totale delle attività, mentre il volume dei sukuk in circolazione incide

19 Finanza islamica Finanza islamica Attività per settore (2011) (incidenza %) Attività per settore (2011) (incidenza %) 13,41% 4,51% 1,14% Banca islamica 4,65% 1,94% 0,31% Sukuk in circolazione Fondi islamici Takaful Banca islamica Takaful Fondi islamici Altri Fonte: Kuwait Finance House Research Limited (2012) Figura ,94% Fonte: United Kingdom Islamic Finance Secretariat (2012) Figura ,10% per oltre il 13 per cento. Seguono il settore dei fondi di investimento islamici e il mercato dei prodotti assicurativi del takaful, la cui incidenza relativa è ancora residuale. I dati elaborati dallo United Kingdom Islamic Finance Secretariat (Figura 2.5) confermano l assoluta rilevanza del settore bancario, il cui volume di attività a livello globale rappresenta oltre il 93 per cento dell industria finanziaria islamica. Nei paragrafi che seguono (2.1, 2.2, 2.3, 2.4) sono brevemente analizzate le principali peculiarità (dimensioni, trend e mercati di riferimento) dei diversi settori della finanza islamica. 2.1 LA BANCA ISLAMICA Il settore bancario islamico, ovvero il settore più rilevante della finanza islamica per volume di attività, è cresciuto molto intensamente negli ultimi anni. Secondo le stime della Kuwait Finance House Research Limited tra il 2007 e il 2011 le attività finanziarie riconducibili alla banca islamica sono cresciute a un tasso medio annuo di circa il 21 per cento, superando i miliardi di dollari e facendo ipotizzare per il 2012 il raggiungimento di circa miliardi di dollari. Conferme in tal senso emergono dalle stime dello United Kingdom Islamic Finance Secretariat (Figura 2.1.1), secondo le quali il settore bancario islamico è cresciuto del 22 per cento dal Banca islamica Attività ( ) (volumi in miliardi di $) 2009 al 2010 (passando da circa 863 miliardi di dollari a miliardi di dollari) e di circa il 25 per cento tra il 2010 e il 2011, raggiungendo i miliardi di dollari. I principali mercati di riferimento (Figura 2.1.2) sono i paesi del Golfo, del Medio Oriente e del Nord Africa, dove si 0, Fonte: United Kingdom Islamic Finance Secretariat (2012) Figura , , ,00 800,00 600,00 400,00 200,

20 Banca islamica Attività per area geografica (2011) (incidenza %) Finanza islamica Attività per paese (2011) (incidenza %) 13,46% Fonte: Kuwait Finance House Research Limited (2012) (1) Paesi aderenti al Gulf Cooperation Council (GCC): Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Arabia Saudita, Oman, Qatar, Kuwait. (2) Paesi appartenenti all area Midle East and North Africa (MENA) esclusi i paesi aderenti al Gulf Cooperation Council (GCC): Algeria, Gibuti, Egitto, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Cisgiordania e Gaza. Figura ,00% 3,99% 1,35% 38,21% Paesi del Golfo (1) Medio Oriente e Nord Africa (2) Asia Europa e Nord America Africa Sub Sahariana 9,01% 4,10% 9,11% 2,70% 2,30% Fonte: Kuwait Finance House Research Limited (2012) Figura ,50% 1,30%1,10% 5,61% 9,81% 13,71% 39,74% Iran Arabia Saudita Malesia Emirati Arabi Uniti Kuwait Qatar Turchia Baharain Indonesia Egitto Sudan Altri concentrano, rispettivamente, oltre il 38 per cento e il 43 per cento delle attività complessivamente riconducibili alla settore bancario (circa 411 miliardi di dollari e 462 miliardi di dollari). Seguono l Asia, con oltre il 13 per cento (circa 145 miliardi di dollari), l Europa e il Nord America con circa il 4 per cento (circa 43 miliardi di dollari) e l Africa Sub Sahariana con appena oltre l 1 per cento (circa 15 miliardi di dollari). In particolare, i primi 5 paesi per concentrazione dell attività delle banche islamiche sul volume complessivo delle attività (Figura 2.1.3) sono l Iran (circa il 40 per cento), l Arabia Saudita (circa il 14 per cento), la Malesia (circa il 10 per cento), gli Emirati Arabi Uniti (circa il 9 per cento) e il Kuwait (circa il 9 per cento). Nonostante la quota di mercato sicuramente più modesta di quella dei paesi mediorientali, quello dei paesi asiatici rappresenta comunque un mercato assolutamente rilevante per lo sviluppo del settore. Secondo le stime della Kuwait Finance House Research Limited, tra il 2007 e il 2011 l attività delle banche islamiche in Indonesia e in Pakistan è cresciuta a tassi di circa il 40 per cento l anno (Kuwait Finance House Research Limited, 2012). Come già evidenziato, inoltre, la Malesia è il terzo paese per incidenza delle attività del settore bancario islamico sul volume complessivo delle attività riconducibili alla finanza islamica (circa il 10 per cento). 2.2 IL MERCATO DEI SUKUK Con quasi 180 miliardi di dollari di strumenti in circolazione alla fine del 2011 e circa 210 miliardi di dollari nel primo semestre del 2012, il mercato dei sukuk rappresenta oltre il 13 per cento dell industria della finanza islamica. Secondo le stime della Kuwait Finance 20 House Research Limited quello dei sukuk è tra i settori della finanza islamica che è cresciuto maggiormente negli ultimi anni e che, specialmente all indomani della crisi finanziaria, sembra rappresentare per gli investitori e per gli emittenti un alternativa sempre più valida all investimento e all emissione di obbligazioni convenzionali. Tra la fine del 2006 e il primo semestre del 2012 il volume di sukuk in circolazione è cresciuto a un tasso medio annuo di oltre il 28 per cento. Tra il 2009 e il 2011 le nuove emissioni di sukuk hanno registrato un incremento medio annuo dell 86 per cento. Le stime dello United Kingdom Islamic Finance Secretariat (Figura 2.2.1) confermano questa dinamica evolutiva particolarmente intensa. Le nuove emissioni di sukuk, pari a circa 20 miliardi di dollari nel 2008, hanno raggiunto gli 84 miliardi di dollari nel 2011, crescendo del 320 per cento rispetto al

Risparmio e Investimento

Risparmio e Investimento Risparmio e Investimento Risparmiando un paese ha a disposizione più risorse da utilizzare per investire in beni capitali I beni capitali a loro volta fanno aumentare la produttività La produttività incide

Dettagli

MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA

MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA 1 OPERATORI FINANZIARI ATTIVI E PASSIVI Gli operatori finanziari possono essere divisi in quattro gruppi: Le famiglie; Le imprese; La pubblica amministrazione; il resto

Dettagli

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari 1. Pianificazione finanziaria: fabbisogno e fonti di finanziam. Processi di finanziamento 4. Rimborso dei finanziamenti I processi di finanziamento Processi economici di produzione 2. Acquisizione dei

Dettagli

PAS 2014 Mishkin Eakins Forestieri, Istituzioni e mercati finanziari, Pearson, 2010. Il mercato obbligazionario

PAS 2014 Mishkin Eakins Forestieri, Istituzioni e mercati finanziari, Pearson, 2010. Il mercato obbligazionario PAS 2014 Mishkin Eakins Forestieri, Istituzioni e mercati finanziari, Pearson, 2010. Il mercato obbligazionario 1 Anteprima In questo capitolo analizzeremo i titoli di debito a lungo termine, cioè le obbligazioni.

Dettagli

ASSOCONSULENZA. Associazione Italiana Consulenti d Investimento

ASSOCONSULENZA. Associazione Italiana Consulenti d Investimento ASSOCONSULENZA Associazione Italiana Consulenti d Investimento Formazione Mediatore Creditizio Proprio nel momento in cui il mondo finanziario occidentale è in ginocchio per gli effetti della crisi dei

Dettagli

IL SISTEMA FINANZIARIO. Giuseppe G. Santorsola 1

IL SISTEMA FINANZIARIO. Giuseppe G. Santorsola 1 IL SISTEMA FINANZIARIO 1 Premessa Lo studio del sistema finanziario si fonda sull analisi dei suoi elementi costitutivi. La struttura finanziaria dell economia individua l insieme dei circuiti di risorse

Dettagli

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,

Dettagli

Contabilità generale e contabilità analitica

Contabilità generale e contabilità analitica 1/5 Contabilità generale e contabilità analitica La sfida della contabilità analitica è di produrre informazioni sia preventive che consuntive. Inoltre questi dati devono riferirsi a vari oggetti (prodotti,

Dettagli

Bongini,Di Battista, Nieri, Patarnello, Il sistema finanziario, Il Mulino 2004 Capitolo 2. I contratti finanziari. Capitolo 2 I CONTRATTI FINANZIARI

Bongini,Di Battista, Nieri, Patarnello, Il sistema finanziario, Il Mulino 2004 Capitolo 2. I contratti finanziari. Capitolo 2 I CONTRATTI FINANZIARI Capitolo 2 I CONTRATTI FINANZIARI 1 Indice Definizione di contratto finanziario Contratti finanziari bilaterali e multilaterali Contratto di debito Contratto di partecipazione Contratto assicurativo Contratto

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 36 37 38 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio 1 di 6 La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio Come possono essere classificate le operazioni di gestione? La gestione aziendale è l insieme coordinato di operazioni attraverso le quali l impresa

Dettagli

IL SISTEMA FINANZIARIO

IL SISTEMA FINANZIARIO IL SISTEMA FINANZIARIO 1 Premessa Lo studio del sistema finanziario si fonda sull analisi dei suoi elementi costitutivi. La struttura finanziaria dell economia individua l insieme dei circuiti di risorse

Dettagli

Relazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re

Relazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re Relazione Semestrale al 30.06.2012 Fondo Federico Re Gesti-Re SGR S.p.A. Sede Legale: Via Turati 9, 20121 Milano Tel 02.620808 Telefax 02.874984 Capitale Sociale Euro 1.500.000 i.v. Codice Fiscale, Partita

Dettagli

Corso di Intermediari Finanziari e Microcredito. I mercati finanziari

Corso di Intermediari Finanziari e Microcredito. I mercati finanziari Corso di Intermediari Finanziari e Microcredito I mercati finanziari Mercati creditizi e mobiliari I mercati si identificano con l insieme degli scambi di strumenti finanziari; Il collegamento tra unità

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 182 183 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto Economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario

L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario L analisi di bilancio si compone di due strumenti complementari per la valutazione delle condizioni di economicità delle aziende: gli indici ed il rendiconto

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

IL RAPPORTO BANCA IMPRESA STA CAMBIANDO?

IL RAPPORTO BANCA IMPRESA STA CAMBIANDO? http://www.sinedi.com ARTICOLO 15 SETTEMBRE 2007 IL RAPPORTO BANCA IMPRESA STA CAMBIANDO? Fin dal passato il rapporto tra banca e soggetti economici non è mai stato stabile e lineare e questo dipende in

Dettagli

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE: IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti

Dettagli

Slides per il corso di ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI

Slides per il corso di ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI Slides per il corso di ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI Nicola Meccheri (meccheri@ec.unipi.it) Facoltà di Economia Università di Pisa A.A. 2011/2012 ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI: ASPETTI INTRODUTTIVI

Dettagli

MINI BOND Un nuovo strumento per finanziare la crescita delle Aziende

MINI BOND Un nuovo strumento per finanziare la crescita delle Aziende MINI BOND Un nuovo strumento per finanziare la crescita delle Aziende LO SCENARIO MINI BOND Il Decreto Sviluppo ed il Decreto Sviluppo bis del 2012, hanno introdotto importanti novità a favore delle società

Dettagli

Piano Economico Finanziario 2008. Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007

Piano Economico Finanziario 2008. Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007 Piano Economico Finanziario 2008 e previsioni anni 2009 e 2010 Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007 Indice Scenario & Previsioni PIANO ANNUALE 2008 1Fonti di finanziamento 2Impieghi 3Ricavi 4Costi

Dettagli

Generali Immobiliare Italia SGR

Generali Immobiliare Italia SGR Generali Immobiliare Italia SGR Investitori Istituzionali e Settore Residenziale 25 novembre 2009 Giovanni Maria Paviera Amministratore Delegato e Direttore Generale Agenda 2 Investitori istituzionali

Dettagli

Private Banking e Fondi Immobiliari

Private Banking e Fondi Immobiliari 0 Private Banking e Fondi Immobiliari Il mercato dei fondi immobiliari Il mercato dei fondi immobiliari nel mondo e in Europa Nel 2005 il portafoglio dei gestori professionali ha superato gli 800 mld di

Dettagli

ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DEL CAPITALE IN SEDE DI COSTITUZIONE DI AZIENDA

ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DEL CAPITALE IN SEDE DI COSTITUZIONE DI AZIENDA ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DEL CAPITALE IN SEDE DI COSTITUZIONE DI AZIENDA IL CAPITALE LORDO IN SEDE DI ISTITUZIONE FASI DELL ISTITUZIONE: PROGETTO: PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ, LOCALIZZAZIONE, CAPITALI

Dettagli

Cedolarmente. Una selezione di prodotti che prevede la distribuzione di una cedola ogni 3 mesi. Regolarmente.

Cedolarmente. Una selezione di prodotti che prevede la distribuzione di una cedola ogni 3 mesi. Regolarmente. Cedolarmente Una selezione di prodotti che prevede la distribuzione di una cedola ogni 3 mesi. Regolarmente. PERCHÉ UN INVESTIMENTO CHE POSSA GENERARE UN FLUSSO CEDOLARE LE SOLUZIONI DI UBI SICAV Nell

Dettagli

Scegliete i fondi d investimento più adatti

Scegliete i fondi d investimento più adatti Scegliete i fondi d investimento più adatti Un investimento intelligente soddisfa sempre le vostre esigenze i vostri obiettivi. Affidatevi ai nostri fondi d investimento per la previdenza libera e vincolata.

Dettagli

OBBLIGAZIONI SUBORDINATE: COSA SONO E PERCHÉ SONO RISCHIOSE

OBBLIGAZIONI SUBORDINATE: COSA SONO E PERCHÉ SONO RISCHIOSE 1 OBBLIGAZIONI SUBORDINATE: COSA SONO E PERCHÉ SONO RISCHIOSE I bond subordinati sono una speciale categoria di obbligazioni il cui rimborso nel caso di problemi finanziari per l emittente - avviene successivamente

Dettagli

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

Il Bilancio di esercizio

Il Bilancio di esercizio Il Bilancio di esercizio Il bilancio d esercizio è il fondamentale documento contabile che rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria dell impresa al termine di un periodo amministrativo e il

Dettagli

La notizia presentata come sintesi dello studio è stata che gli italiani risparmiano di

La notizia presentata come sintesi dello studio è stata che gli italiani risparmiano di 1 di 5 11/09/2011 14:52 LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE ITALIANE A cura di Roberto Praderi. Come nelle elaborazioni precedenti ci siamo basati su documenti ufficiali, in questa facciamo riferimento allo 2

Dettagli

Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni

Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni Fabio Ragaini, Gruppo Solidarietà Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni Quale valutazione dare

Dettagli

Risparmio Investimenti Sistema Finanziario

Risparmio Investimenti Sistema Finanziario 26 Risparmio Investimenti Sistema Finanziario Il Sistema Finanziario Il sistema finanziario è costituito dalle istituzioni che operano per far incontrare l offerta di denaro (risparmio) con la domanda

Dettagli

MINI BOND: PROFILI LEGALI E REGOLAMENTARI

MINI BOND: PROFILI LEGALI E REGOLAMENTARI S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO INTERMEDIARI E IMPRESA-UNA NUOVA FORMA DI FINANZIAMENTO: IL «MINI BOND» MINI BOND: PROFILI LEGALI E REGOLAMENTARI NUNZIA MELACCIO Commissione Banche e Intermediari

Dettagli

L asset più importante, l investimento più remunerativo? La governance, è tempo di investire nel «governance budget»

L asset più importante, l investimento più remunerativo? La governance, è tempo di investire nel «governance budget» Authorized and regulated by the Financial Services Authority L asset più importante, l investimento più remunerativo? La governance, è tempo di investire nel «governance budget» Il processo di investimento

Dettagli

DALLA PARTE DEGLI ALTRI OPERATORI ECONOMICI. La nostra risposta alle esigenze della tua attività.

DALLA PARTE DEGLI ALTRI OPERATORI ECONOMICI. La nostra risposta alle esigenze della tua attività. DALLA PARTE DEGLI ALTRI OPERATORI ECONOMICI La nostra risposta alle esigenze della tua attività. LA BANCA COME TU LA VUOI DALLA PARTE DEGLI ALTRI OPERATORI ECONOMICI La nostra risposta alle esigenze della

Dettagli

Outlook finanziario dell agricoltura europea

Outlook finanziario dell agricoltura europea Gian Luca Bagnara Outlook finanziario dell agricoltura europea I prezzi agricoli hanno colpito i titoli dei giornali negli ultimi cinque anni a causa della loro volatilità. Tuttavia, questa volatilità

Dettagli

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno L investimento immobiliare delle Casse e degli di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno Pubblicato su Il Settimanale di Quotidiano Immobiliare del 27/04/2013 n. 19 Introduzione Dopo

Dettagli

L avvio di un attività

L avvio di un attività Le forme societarie e le Condizioni di Equilibrio Economico/Finanziario Le Forme Societarie L avvio di un attività Avviare un attività d impresa è un sogno di tante persone che, per proprie attitudini,

Dettagli

- Advisory per Fondi - Segnali Obbligazioni - Segnali Fondi - Formazione - Advisory Minibond

- Advisory per Fondi - Segnali Obbligazioni - Segnali Fondi - Formazione - Advisory Minibond - Advisory per Fondi - Segnali Obbligazioni - Segnali Fondi - Formazione - Advisory Minibond - Lupotto & Partners si propone come advisor per fondi di investimento, comparti di sicav, fondi assicurativi

Dettagli

STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA

STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA Articolo 1. Denominazione e sede. Su iniziativa dell Associazione R.E TE. Imprese Italia è costituita la Fondazione R.E TE. Imprese Italia, con sede in Roma.

Dettagli

IL FONDO OGGI E DOMANI

IL FONDO OGGI E DOMANI IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi

Dettagli

Leasing secondo lo IAS 17

Leasing secondo lo IAS 17 Leasing secondo lo IAS 17 Leasing: Ias 17 Lo Ias 17 prevede modalità diverse di rappresentazione contabile a seconda si tratti di leasing finanziario o di leasing operativo. Il leasing è un contratto per

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

3 PASSI NELL IMPRESA E NEL LAVORO AUONOMO. Appunti di Finanza Aziendale Dott. Vulpinari Gianluigi

3 PASSI NELL IMPRESA E NEL LAVORO AUONOMO. Appunti di Finanza Aziendale Dott. Vulpinari Gianluigi 3 PASSI NELL IMPRESA E NEL LAVORO AUONOMO Gli elementi utili per aprire un attività imprenditoriale Rovigo, 14 maggio 2008 Appunti di Finanza Aziendale Dott. Vulpinari Gianluigi La scelta di intraprendere

Dettagli

Prof. Carlo Salvatori 4. LA NECESSITÀ DELL INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA. Una visione d insieme. UniversitàdegliStudidiParma

Prof. Carlo Salvatori 4. LA NECESSITÀ DELL INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA. Una visione d insieme. UniversitàdegliStudidiParma UniversitàdegliStudidiParma Banca e Finanza in Europa Prof. 1 4. LA NECESSITÀ DELL INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA 1. Una visione d insieme 2. I settori istituzionali 3. I saldi finanziari 4. Le Famiglie 5.

Dettagli

Principali indici di bilancio

Principali indici di bilancio Principali indici di bilancio Descrizione Il processo di valutazione del merito creditizio tiene conto di una serie di indici economici e patrimoniali. L analisi deve sempre essere effettuata su un arco

Dettagli

CEDOLARMENTE UNA SELEZIONE DI PRODOTTI CHE PREVEDE LA DISTRIBUZIONE DI UNA CEDOLA OGNI 3 MESI. REGOLARMENTE.

CEDOLARMENTE UNA SELEZIONE DI PRODOTTI CHE PREVEDE LA DISTRIBUZIONE DI UNA CEDOLA OGNI 3 MESI. REGOLARMENTE. CEDOLARMENTE UNA SELEZIONE DI PRODOTTI CHE PREVEDE LA DISTRIBUZIONE DI UNA CEDOLA OGNI MESI. REGOLARMENTE. PERCHÉ UN INVESTIMENTO CHE POSSA GENERARE UN FLUSSO CEDOLARE LE SOLUZIONI DI UBI SICAV Nell attuale

Dettagli

Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39

Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39 Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39 Corso di Principi Contabili e Informativa Finanziaria Prof.ssa Sabrina Pucci Facoltà di Economia Università degli Studi Roma Tre a.a. 2004-2005 prof.ssa Sabrina

Dettagli

Policy sintetica di Banca delle Marche S.p.A. per la gestione dei conflitti d interesse

Policy sintetica di Banca delle Marche S.p.A. per la gestione dei conflitti d interesse Policy sintetica di Banca delle Marche S.p.A. per la gestione dei conflitti d interesse 1. Introduzione Banca Marche nel normale esercizio della propria attività e nell erogazione dei propri molteplici

Dettagli

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA L attuale contesto economico, sempre più caratterizzato da una concorrenza di tipo internazionale e da mercati globali, spesso

Dettagli

LA GESTIONE AZIENDALE

LA GESTIONE AZIENDALE LA GESTIONE AZIENDALE GESTIONE = insieme delle operazioni che l impresa effettua, durante la sua esistenza, per realizzare gli obiettivi perseguiti dal soggetto economico. ESERCIZIO = parte di gestione

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Commento al tema di Economia aziendale 2006

Commento al tema di Economia aziendale 2006 Commento al tema di Economia aziendale 2006 Il tema proposto per la prova di Economia aziendale negli Istituti Tecnici Commerciali è incentrato sulla gestione finanziaria dell impresa ed è articolato in

Dettagli

business plan fotovoltaici

business plan fotovoltaici Le best practice AIAF nella redazione di business plan fotovoltaici Associazione Italiana degli Analisti Finanziari AIAF Milano, 26 novembre 2009 Cos é l AIAF L AIAF, Associazione Italiana degli Analisti

Dettagli

Indice. Presentazione, di Roberto Ruozi. pag. xiii

Indice. Presentazione, di Roberto Ruozi. pag. xiii Presentazione, di Roberto Ruozi 1 L attività bancaria 1.1 Una definizione di banca 1.2 Le origini del sistema bancario moderno 1.3 L evoluzione del sistema creditizio nel quadro europeo: concorrenza e

Dettagli

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Roberto Felici, Giorgio Gobbi, Raffaella Pico Servizio Studi di Struttura

Dettagli

Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015)

Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015) Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015) prof. Mauro Aliano mauro.aliano@unica.it 1 Premessa La redazione del bilancio da parte degli amministratori rappresenta un attività di valutazione, ma soprattutto di

Dettagli

I fondi. Conoscerli di più per investire meglio. Ottobre 2008. Commissione Nazionale per le Società e la Borsa - Divisione Relazioni Esterne

I fondi. Conoscerli di più per investire meglio. Ottobre 2008. Commissione Nazionale per le Società e la Borsa - Divisione Relazioni Esterne I fondi Conoscerli di più per investire meglio Ottobre 2008 Commissione Nazionale per le Società e la Borsa - Divisione Relazioni Esterne I FONDI: CONOSCERLI DI PIÙ PER INVESTIRE MEGLIO COSA SONO I fondi

Dettagli

Agenda. Il Gruppo Cariparma Friuladria. Lo scenario economico e bancario. Da Basilea 1 a Basilea 2

Agenda. Il Gruppo Cariparma Friuladria. Lo scenario economico e bancario. Da Basilea 1 a Basilea 2 Agenda Il Gruppo Cariparma Friuladria Lo scenario economico e bancario Da Basilea 1 a Basilea 2 L esperienza del Gruppo Cariparma FriulAdria: le garanzie Conclusioni 2 Crédit Agricole è una banca leader

Dettagli

Il mercato mobiliare

Il mercato mobiliare Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente

Dettagli

Lezione 18 1. Introduzione

Lezione 18 1. Introduzione Lezione 18 1 Introduzione In questa lezione vediamo come si misura il PIL, l indicatore principale del livello di attività economica. La definizione ed i metodi di misura servono a comprendere a quali

Dettagli

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning di Marcello Sabatini www.msconsulting.it Introduzione Il business plan è uno strumento che permette ad un imprenditore di descrivere la

Dettagli

I modelli di qualità come spinta allo sviluppo

I modelli di qualità come spinta allo sviluppo I modelli di qualità come spinta allo sviluppo Paolo Citti Ordinario Università degli studi di Firenze Presidente Accademia Italiana del Sei Sigma 2005 1 Si legge oggi sui giornali che l azienda Italia

Dettagli

Politica di Acquisto di FASTWEB

Politica di Acquisto di FASTWEB Politica di Acquisto di FASTWEB Edizione Settembre 2012 Editoriale Innovare per crescere ed essere sempre i primi, anche nell eccellenza con cui serviamo i nostri Clienti. Questo il principio ispiratore

Dettagli

Coppola Motta Appunti di finanza aziendale: Quesiti Esami 2010-05-10 QUESITI PROPOSTI NELLE PIU RECENTI PROVE SCRITTE

Coppola Motta Appunti di finanza aziendale: Quesiti Esami 2010-05-10 QUESITI PROPOSTI NELLE PIU RECENTI PROVE SCRITTE QUESITI PROPOSTI NELLE PIU RECENTI PROVE SCRITTE I quesiti per la prova scritta sono suddivisi in tre blocchi : 1. A (parte generale) domande a risposta aperta; 2. B (Intervento del Pubblico nell economia)

Dettagli

Appunti sul libro Economia della banca I SERVIZI DI INVESTIMENTO

Appunti sul libro Economia della banca I SERVIZI DI INVESTIMENTO Appunti sul libro Economia della banca I SERVIZI DI INVESTIMENTO I SERVIZI DI INVESTIMENTO Tali investimenti danno origine alla raccolta bancaria indiretta, termine con il quale si identificano alcuni

Dettagli

Proposte di investimento

Proposte di investimento Proposte di investimento Il Fondo è articolato in sei comparti con differenti caratteristiche (e, quindi, diversi profili di rischio rendimento). 1. Linea Monetaria; 2. Linea Obbligazionaria 5; 3. Linea

Dettagli

Capitolo 1 Il sistema finanziario e il sistema reale 3. Capitolo 2 I saldi finanziari settoriali e l intermediazione finanziaria 29

Capitolo 1 Il sistema finanziario e il sistema reale 3. Capitolo 2 I saldi finanziari settoriali e l intermediazione finanziaria 29 00.romaneNadotti:Layout 1 25-09-2009 15:15 Pagina vi Gli Autori Prefazione Ringraziamenti dell Editore In questo volume... Il sito xiii xiv xvi xvii xxiii PARTE I Concetti fondamentali Capitolo 1 Il sistema

Dettagli

Gestione Finanziaria delle Imprese. private equity e venture capital

Gestione Finanziaria delle Imprese. private equity e venture capital GESTIONE FINANZIARIA DELLE IMPRESE La strutturazione di un fondo di private equity e l attività di fund raising I veicoli azionisti sottoscrittori SGR Fondo Struttura italiana gestore fondo General Partner

Dettagli

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO 1. Premessa La legge n. 2 del 28 gennaio 2009 ha vietato la commissione di massimo scoperto (CMS)

Dettagli

IL PROCESSO DI BUDGETING. Dott. Claudio Orsini Studio Cauli, Marmocchi, Orsini & Associati Bologna

IL PROCESSO DI BUDGETING. Dott. Claudio Orsini Studio Cauli, Marmocchi, Orsini & Associati Bologna IL PROCESSO DI BUDGETING Dott. Claudio Orsini Studio Cauli, Marmocchi, Orsini & Associati Bologna Il processo di budgeting Il sistema di budget rappresenta l espressione formalizzata di un complesso processo

Dettagli

È importante la struttura finanziaria?

È importante la struttura finanziaria? CAPITOLO 17 È importante la struttura finanziaria? Semplici PROBLEMI 1. Si noti che il valore di mercato di Copperhead supera di molto il suo valore contabile: Valore di mercato Azioni (8 milioni di azioni

Dettagli

Confindustria Genova

Confindustria Genova Confindustria Genova La levadel Private Equity nelleacquisizionie nelle cessioni: minoranze e maggioranze Genova, 14 maggio 2015 Raffaele de Courten 1 ARGOMENTI TRATTATI Cosa fanno gli operatori di Private

Dettagli

Modulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo. UD 8.1. Il sistema monetario

Modulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo. UD 8.1. Il sistema monetario Modulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo Questo modulo si occupa dei problemi della moneta e dei prezzi nel lungo periodo. Prenderemo in esame gli aspetti istituzionali che regolano il controllo del

Dettagli

La valutazione dell efficienza aziendale ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE

La valutazione dell efficienza aziendale ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE La valutazione dell efficienza aziendale EFFICIENZA E LA CAPACITA DI RENDIMENTO O L ATTITUDINE A SVOLGERE UNA DETERMINATA FUNZIONE. E MISURATA DAL RAPPORTO TRA I RISULTATI CONSEGUITI E LE RISORSE IMPIEGATE

Dettagli

CHI SIAMO. Viale Assunta 37 20063 Cernusco s/n Milano 02-92107970 info@cimscarl.it

CHI SIAMO. Viale Assunta 37 20063 Cernusco s/n Milano 02-92107970 info@cimscarl.it CHI SIAMO C.I.M. non è un comune consorzio ma una società consortile creata dopo approfonditi studi ed esperienze maturate da un gruppo di specialisti in grado di operare in molte aree geografiche del

Dettagli

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento...

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... 4 GLI INDICI DI LIQUIDITA L analisi procede con la costruzione

Dettagli

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI. Circoscrizione del Tribunale di Locri. Relazione del Tesoriere

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI. Circoscrizione del Tribunale di Locri. Relazione del Tesoriere ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI Circoscrizione del Tribunale di Locri Relazione del Tesoriere CONSUNTIVO ANNO 2009 ORDINE DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI Circoscrizione

Dettagli

I Fondi pensione aperti

I Fondi pensione aperti 50 I Fondi pensione aperti sono forme pensionistiche complementari alle quali, come suggerisce il termine aperti, possono iscriversi tutti coloro che, indipendentemente dalla situazione lavorativa (lavoratore

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI GENERALI Art. 1 Finalità del processo di gestione del patrimonio

Dettagli

PARTE 5: Risparmio, investimento e

PARTE 5: Risparmio, investimento e : Risparmio, investimento e relazioni finanziarie L esistenza di soggetti con un eccesso di spesa sul reddito, ovvero con un eccesso di risparmio sull investimento determina trasferimenti di fondi da chi

Dettagli

Offerta al pubblico di UNIVALORE PLUS prodotto finanziario-assicurativo di tipo unit linked (Codice Prodotto UL12UD)

Offerta al pubblico di UNIVALORE PLUS prodotto finanziario-assicurativo di tipo unit linked (Codice Prodotto UL12UD) Società del gruppo ALLIANZ S.p.A. Offerta al pubblico di UNIVALORE PLUS prodotto finanziario-assicurativo di tipo unit linked (Codice Prodotto UL12UD) Regolamento dei Fondi interni REGOLAMENTO DEL FONDO

Dettagli

Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c.

Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c. Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c. (Adottata ai sensi delle Linee guida interassociative per l applicazione delle

Dettagli

Esercitazione 23 maggio 2016

Esercitazione 23 maggio 2016 Esercitazione 5 maggio 016 Esercitazione 3 maggio 016 In questa esercitazione, nei primi tre esercizi, analizzeremo il problema del moral hazard nel mercato. In questo caso prenderemo in considerazione

Dettagli

23 Febbraio 2016. State Street Asset Owners Survey

23 Febbraio 2016. State Street Asset Owners Survey 23 Febbraio 2016 State Street Asset Owners Survey Introduzione Il sistema pensionistico globale si trova di fronte a sfide di enorme portata I fondi pensione devono evolversi e svilupparsi per riuscire

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia

Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia Sistema di rilevazione: economicità, bilancio, indici di bilancio Claudio Jommi claudio.jommi@pharm.unipmn.it Agenda delle prossime lezioni Equilibrio

Dettagli

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti L AINI ( ) è un Associazione di artigiani e di piccole e medie imprese appartenenti ai diversi settori merceologici i cui proprietari sono appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana in Croazia (CNI),

Dettagli

INDICI DI BILANCIO. Lo stato patrimoniale, riclassificato, assume la forma che schematizziamo di seguito:

INDICI DI BILANCIO. Lo stato patrimoniale, riclassificato, assume la forma che schematizziamo di seguito: INDICI DI BILANCIO L analisi per indici del bilancio consiste nel calcolare, partendo dai dati dello Stato patrimoniale e del Conto economico, opportunamente revisionati e riclassificati, indici (quozienti,

Dettagli

SERVIZI PER LA GESTIONE DELLA LIQUIDITA OFFERTA CASH MANAGEMENT. Prima dell adesione leggere il prospetto informativo Settembre 2011

SERVIZI PER LA GESTIONE DELLA LIQUIDITA OFFERTA CASH MANAGEMENT. Prima dell adesione leggere il prospetto informativo Settembre 2011 SERVIZI PER LA GESTIONE DELLA LIQUIDITA OFFERTA CASH MANAGEMENT Prima dell adesione leggere il prospetto informativo Settembre 2011 1 Le banche cercano di orientare i risparmiatori verso quei conti correnti

Dettagli

Progetto PI.20060128, passo A.1 versione del 14 febbraio 2007

Progetto PI.20060128, passo A.1 versione del 14 febbraio 2007 Università degli Studi di Roma La Sapienza Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale Corso di Progettazione del Software Proff. Toni Mancini e Monica Scannapieco Progetto PI.20060128,

Dettagli

COMUNICATO STAMPA PUBBLICAZIONE DELLE NUOVE STATISTICHE SUI TASSI DI INTERESSE BANCARI PER L AREA DELL EURO 1

COMUNICATO STAMPA PUBBLICAZIONE DELLE NUOVE STATISTICHE SUI TASSI DI INTERESSE BANCARI PER L AREA DELL EURO 1 10 dicembre COMUNICATO STAMPA PUBBLICAZIONE DELLE NUOVE STATISTICHE SUI TASSI DI INTERESSE BANCARI PER L AREA DELL EURO 1 In data odierna la Banca centrale europea (BCE) pubblica per la prima volta un

Dettagli

IL PRESENTE MODELLO RIPORTA LE CONDIZIONI DEFINITIVE DELLA NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA DI EMISSIONE DENOMINATO CASSA PADANA TASSO FISSO

IL PRESENTE MODELLO RIPORTA LE CONDIZIONI DEFINITIVE DELLA NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA DI EMISSIONE DENOMINATO CASSA PADANA TASSO FISSO B.9 MODELLO DELLE CONDIZIONI DEFINITIVE CASSA PADANA Banca di Credito Cooperativo Società Cooperativa in qualità di Emittente IL PRESENTE MODELLO RIPORTA LE CONDIZIONI DEFINITIVE DELLA NOTA INFORMATIVA

Dettagli

RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E.

RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E. RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E. La riclassificazione economica dello SP: La gestione dell impresa viene idealmente scomposta in aree omogenee di attività Le attività e le passività, i

Dettagli

La Mission di UBI Pramerica

La Mission di UBI Pramerica La Mission di UBI Pramerica è quella di creare valore, integrando le competenze locali con un esperienza globale, per proteggere e incrementare la ricchezza dei propri clienti. Chi è UBI Pramerica Presente

Dettagli

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA Classification Policy PREMESSA, FONTI NORMATIVE ED OBIETTIVO DEL DOCUMENTO... 3 1. DEFINIZIONI... 3 1.1. CLIENTI PROFESSIONALI...

Dettagli

Panoramica sulla trasparenza. Assicurazione vita collettiva 2006. Chiedete a noi. T 058 280 1000 (24 h), www.helvetia.ch

Panoramica sulla trasparenza. Assicurazione vita collettiva 2006. Chiedete a noi. T 058 280 1000 (24 h), www.helvetia.ch Panoramica sulla trasparenza. Assicurazione vita collettiva 2006. Chiedete a noi. T 058 280 1000 (24 h), www.helvetia.ch Dati salienti. Assicurazione vita collettiva. Nel ramo vita collettiva Helvetia

Dettagli

LINEA GARANTITA. Benchmark:

LINEA GARANTITA. Benchmark: LINEA GARANTITA Finalità della gestione: Risponde alle esigenze di un soggetto con bassa propensione al rischio attraverso una gestione che è volta a realizzare, con elevata probabilità, rendimenti che

Dettagli