DIALOGO SULLA SICUREZZA STRADALE IN UNA FAMIGLIA SICILIANA DA SIRACUSA A PRAGA

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1 DIALOGO SULLA SICUREZZA STRADALE IN UNA FAMIGLIA SICILIANA DA SIRACUSA A PRAGA La mia famiglia è composta da quattro persone: mamma Rosalia, papà Calogero, il mio fratellino di sei mesi, Salvatore e me, dodici anni. Ops dimenticavo abbiamo anche un cane, dal quale non ci separiamo mai, nemmeno d estate. Oggi 1 agosto sono molto felice perché siamo in partenza per le vacanze estive. E da tempo che non ci allontaniamo dalla nostra isola, la Sicilia, ma quest anno il mio papà ha lavorato tanto ed è riuscito a mettere da parte, nonostante mille difficoltà, un bel gruzzoletto per un viaggio in una città non italiana, Praga. Che emozione! Nei giorni scorsi ho aiutato i miei genitori nei preparativi. Purtroppo non abbiamo un auto molto grande e alcune valigie le abbiamo posizionate sul tetto dell auto. Il mio papà è una persona molto attenta a rispettare le regole: la sicurezza in strada è un dovere verso se stessi e gli altri, mi ripete spesso; pertanto prima della partenza si è assicurato per l ennesima volta che tutto fosse ok, ripeteva alla mamma di aver fatto controllare i freni dell auto, di aver fatto il pieno di gasolio, di aver fatto controllare le ruote, di aver comprato la sedia apposita per Salvatore, non restava che montare in auto, allacciare le cinture e partire. Ci siamo svegliati molto presto perché l attesa a Messina per il traghetto sarebbe stata molto lunga. Infatti appena arrivati al porto c erano tante auto e decine e decine di giganti della strada, ho chiesto spiegazioni a mio papà che cosa ci facessero al porto tanti TIR (così si chiamano) il primo agosto all alba quando normalmente tanti italiani sono in vacanza. Mi ha risposto che i camionisti sono italiani speciali perché è grazie a loro che giungono in ogni parte d Italia ed oltre beni di prima necessità, per l industria, per il commercio: percorrono ogni giorno centinaia e centinaia di chilometri, sfidano la neve, il vento, la pioggia, il sole cocente, il traffico che duro lavoro! Dopo due ore di fila ci siamo imbarcati, assonnata ma felice ho salutato la mia isola. Giunti in Calabria e dopo una prima sosta abbiamo iniziato il nostro vero viaggio lungo lo stivale; papà diceva alla mamma che ora ci aspettava l ardua impresa della Salerno Reggio Calabria e curiosa come sempre ho chiesto spiegazione perché si definisce questo tratto

2 di autostrada la grande opera incompleta e dopo qualche ora ho capito il perché: un serpentone di auto lungo una sola corsia con tanti cantieri attivi e decine di uomini al lavoro. Abbiamo infatti impiegato ben sette ore per percorrerla, il mio papà spossato per il caldo e la guida ha preferito riposarsi qualche minuto piuttosto che continuare a guidare stanco. Avrà letto, ripetevo tra me e me, i grandi cartelli luminosi lungo l autostrada con tanti consigli del ministero dei Trasporti: Che grande idea ricordare agli automobilisti i loro doveri: siamo infatti tutti sulla stessa strada e solo rispettando le regole possiamo salvaguardare la nostra vita e quella degli altri. Ore 14,30 pronti a ripartire, prossima ed ultima tappa della giornata Bologna. 2 agosto ore 8.00, si riparte (come sempre dopo aver allacciato le cinture)! Lungo il percorso però papà è costretto a cambiare itinerario stabilito perché in radio Cis viaggiare informati annunciava una coda di cinque chilometri per incidente. Solo dopo qualche ora sapremo che la causa è stato l alcool o come si dice in gergo tecnico guida in stato di ebbrezza. Riaffiorano nella mente alcune immagini proiettate a scuola di uno speciale sulla sicurezza stradale: la mia professoressa dice sempre che bisogna educare ed essere educati da piccoli per essere degli adulti responsabili un domani, ed ora capisco perché durante i pranzi in autogrill prende l acqua e non il vino! Il nostro viaggio continua ma nel pomeriggio noto qualcosa di strano: che fine hanno fatto i camion, perché ce ne sono tanti fermi nelle piazzole di sosta? Papà mi risponde che il sabato pomeriggio e l intera domenica alcune categorie di mezzi pesanti sono obbligati a sostare, TIRispettano, gli automobilisti, lasciando libera la strada e favorendo un traffico scorrevole. e poi dicono che la colpa degli incidenti è solo loro! Finalmente giungiamo al confine c è un grande cartello pubblicitario con la scritta la sicurezza per gemellare l Europa attira la nostra attenzione. Che significato avrà mai? Papà mi vede pensierosa e quasi leggendo nella mente i miei dubbi, mi spiega che quel cartello rappresenta il futuro: la distanza supera le diversità e attiva incontri per migliorare l efficienza di strade e autostrade. Giuardo dal finestrino e saluto l ultimo scorcio della mia Italia con la speranza che il futuro rappresentato dal cartello non sia tanto lontano! Quando superiamo l Italia dobbiamo attraversare il Brennero, uno dei valichi per superare l Italia. Vedo anche qui una

3 lunga fila di camion fermi sulla strada ed ancora una volta chiedo al mio papà che succede. Ormai è tardi, ci dobbiamo fermare, lui non sa dirmi perché di quella lunga fila ma mi promette che si informerà! Abbiamo portato la carta geografica dell Europa, una guida ma non possiamo ricavare niente. Appena in albergo, ormai sono le riposiamo e la mattina presto mi sveglio e vedo mio padre davanti al computer che si da da fare per trovare una spiegazione! Si ricorda che quel cartello che abbiamo visto diceva Albo Autotrasportatori, si collega e trova lo studio sui valichi alpini. Quanti dati, quante informazioni, ci capiamo poco, molto difficile, complesso. Inizio a scorrere le frasi e all improvviso trovo questa frase l Italia è penalizzata ogni volta che con i suoi camion deve andare in un paese europeo. Il tema diventa sempre più difficile, cerchiamo ancora una spiegazione che non riusciamo a trovare. La domanda che faccio al mio papà, che c entra adesso la sicurezza con il fatto che è difficile arrivare in un paese europeo. Che mondo difficile che è questo! Ormai non c è più tempo dobbiamo fare colazione e ripartire. Dopo un giorno di viaggio arriviamo a Praga e non troviamo nessun elemento che ci possa legare a quanto abbiamo visto lungo il percorso del nostro viaggio. Dopo due giorni di sosta a Praga inizia il nostro viaggio di ritorno e lungo le strade sempre attraversate da questi camion grandi, noto che circolano lungo le strade molto meno TIR che in Italia. Attraversiamo l Austria e papà ci fa una bella sorpresa, si rientra dalla Svizzera. Anche qui a confine con l Italia troviamo una fila di camion che aspetta come al Brennero. Papà ansioso ferma la macchina in una piazzola adiacente alla dogana e cerca di informarsi su cosa succede. Le spiegazioni sono tante che mi cerca di sintetizzare dicendo: ci sono dei divieti di circolazione dalle alle 5.00 per i mezzi pesanti per problemi di ambiente e sicurezza! La Svizzera sta realizzando una lunga ferrovia, per trasportare le merci e ridurre i camion sulle strade. Il tema diventa sempre più complesso, perché oltre alla sicurezza adesso c è anche l ambiente. Ormai mi rendo conto che sto entrando nel mondo di Potter, dove tutto diventa una sorpresa, tanto che sono affascinata da questo mondo! Immagino davanti agli occhi questa lunga fila di camion, con i conducenti, robusti, con il pancione, con la barba, che

4 hanno nel cuore Siamo tutti sulla stessa strada, che lanciano il messaggio La sicurezza per gemellare l Europa. Finalmente siamo arrivati a casa; scaricata la macchina inizia il mio percorso alla ricerca di informazioni, di dati, sulla sicurezza dell autotrasporto. Mi ricordo di mio padre, chiedo come aveva fatto per collegarsi, lui fa uno sforzo e poi mi dice Albo Autotrasportatori. Vado sul sito e trovo finalmente quanto volevo sapere. La prima campagna per la sicurezza stradale Siamo tutti sulla stessa strada ; la seconda campagna Siamo tutti sulla stessa strada TIRispetto ; la terza campagna La sicurezza per gemellare l Europa. Vado avanti e leggo: L iniziativa del Comitato Centrale dell Albo degli Autotrasportatori, del resto, è una delle iniziative più ampie, rilevanti e continuative tra quelle adottate dalle istituzioni italiane per dare una concreta risposta alla sfida lanciata dalla Commissione europea che all inizio del nuovo secolo aveva posto come obiettivo del primo decennio il dimezzamento della mortalità causata dagli incidenti stradali, riducendola da cinquantamila a venticinquemila vittime l anno. In particolare per quanto riguarda i mezzi pesanti il bilancio di medio termine dell Unione europea assegna a questa categoria di veicoli un peso del 6% nell incidentalità a scala dei 25 paesi membri, una percentuale analoga a quella che si riscontra in Italia. Il bilancio di medio termine, sia pure in termini di stima basata su dati provvisori provenienti da singoli paesi valuta in quarantunomilaseicento il numero di vittime dell anno 2005 con un trend che, se mantenuto immutato porterebbe a contare nel 2010 ancora trentaduemilacinquecento morti assai lontano dunque dal target: per quanto riguarda i mezzi pesanti tuttavia pur sottolineando la maggior gravità media di questi incidenti va rilevato che il coinvolgimento dei mezzi pesanti diminuisce più rapidamente del numero di incidenti in generale e in particolare la percentuale di decessi negli incidenti che hanno visto coinvolti mezzi pesanti si è praticamente dimezzata nel solo periodo passando dal 7% della mortalità nazionale da incidenti stradali al 4,2%. Passo alla seconda campagna, mi colpisce la data: 11 ottobre La seconda campagna per la sicurezza stradale nell autotrasporto siamo tutti sulla stessa strada TIRispetto si è conclusa con la benedizione e il messaggio di Papa Benedetto XVI. Una nutrita delegazione composta da una quarantina tra promotori sponsor e organizzatori della

5 campagna ha partecipato, infatti all udienza generale del Santo Padre in piazza San Pietro mentre due dei tir del road show erano in mostra all imbocco di via della Conciliazione. In quella giornata è stato fatto un bilancio dell intera campagna, i ventimila chilometri percorsi dai sei tir, i centomila accessi al sito web, i centomila depliant distribuiti, i centoquarantotto articoli della stampa nazionale e locale e di quella di settore. Per concludere personalmente penso che i Tir che mi facevano paura li possiamo chiamare i cavalli della ragione, quelli che ci fanno arrivare sul tavolo il latte di Parma, la carne argentina, le t shirt cinesi.