La stampa Bianco e nero
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- Clementina Conti
- 8 anni fa
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1 Speciale Bianco e Nero La stampa Bianco e nero È la parte più divertente e creativa del trattamento del bianconero. Per cominciare non serve una grande attrezzatura: basta un ingranditore, tre bacinelle, carta da stampa e i liquidi di sviluppo e di fissaggio. L'ingranditore è lo strumento che permette di proiettare l immagine ingrandita del negativo sul foglio di carta sensibile. È composto da un piano, una colonna e una testa. La testa è la parte principale. È quella dove alloggiano l'obiettivo, le lenti condensatrici e la lampada. Nella testa dell'ingranditore troviamo il portapellicola, all'interno del quale va inserito il negativo da stampare. Come nella fase di ripresa, anche in stampa l obiettivo incide molto sulla qualità dell immagine. Non cercate quindi di economizzare sull'obiettivo dell'ingranditore. La procedura Molto sinteticamente, si spegne la luce e si opera in luce di sicurezza rossa, in quanto le carte da stampa non sono sensibili a questa luce. Si accende la lampada dell ingranditore proiettando l immagine del negativo sul piano di lavoro. Si sceglie l inquadratura alzando o abbassando lungo la colonna la testa dell ingranditore. Prima di aprire il pacco di carta da stampa, inserite il filtro rosso sotto l'obiettivo - già previsto in ogni apparecchio - in modo che la luce non impressioni la carta. Scegliete l esatta inquadratura e mettete a fuoco l immagine, con il diaframma alla massima apertura per sfruttare la maggiore quantità di luce. Anche l'obiettivo da ingrandimento, infatti, come quello della macchina fotografica, ha un diaframma che può essere aperto o chiuso. A questo punto, spegnete l'ingranditore, togliete il filtro rosso, chiudete il diaframma ad un valore intermedio (f/8 o f/11), riaccendete ed esponete la carta per il tempo di esposizione necessario. Il calcolo dell esposizione Per calcolare il tempo di esposizione è necessario fare una serie di prove, dette appunto provini. Premettiamo che nella nostra esposizione ci riferiamo all uso di carte a gradazione variabile; ma la tecnica non cambia se si usano carte a gradazione fissa. Dopo aver scelto una parte significativa dell immagine, impostate un basso contrasto, ad esempio gradazione 1, e esponete per 10 secondi. Adesso sviluppate per il tempo indicato dalle specifiche tecniche del rivelatore; quindi non togliete la carta prima del tempo anche se vi sembra che si stia scurendo troppo, né lasciatela più a lungo anche se vi sembra troppo chiara. Passate all'arresto e quindi fissate il provino. Ora accendete la luce della stanza e controllatelo. Se l'immagine è troppo chiara vuol dire che dovrete aumentare il tempo di posa; se è troppo scura che dovrete diminuirlo. Si lavora cioè in modo inverso rispetto alla ripresa fotografica che prevede un breve tempo di posa di fronte a un soggetto chiaro e un tempo più lungo con un soggetto scuro. Il secondo provino andrà fatto con un tempo d esposizione che sia un affinamento del precedente. È chiaro che non è possibile provare tutti i tempi. Se avete esposto con dieci secondi e l'immagine risulta chiarissima, provate con venti; se è chiara, ma comunque già ben leggibile, provate con quindici, e viceversa se era scurissima o scura. Ricordatevi di scrivere sempre dietro a ogni provino il tempo di posa usato, così da non confondere poi i vari provini al momento di effettuare la stampa definitiva. Ipotizziamo che il secondo provino venga esposto per quindici secondi e che questo tempo vi sembri corretto. È il momento di passare a valutare il contrasto. Esiste anche un altro sistema di provinatura, detta a scalare, per il quale la striscia di carta viene esposta nella sua interezza, ad esempio per cinque secondi; poi si copre una parte con un foglio di carta nera, e si espone per altri cinque secondi, e via così. Alla fine la prima zona avrà ricevuto un'esposizione di soli cinque secondi, la seconda di dieci e l'ultima la somma di tutte le pose successive. In questo modo si può scegliere tra diverse esposizioni a confronto. L inconveniente di questo sistema è che si finisce per confrontare zone diverse dell'immagine, con diverse esposizioni; se l'immagine non è omogenea, dovreste confrontare magari una zona scura che ha ricevuto un'esposizione tripla con una chiara che ha ricevuto l'esposizione più bassa e questo tipo di valutazione non è facile.
2 La gradazione della carta Il contrasto dipende dalla situazione di luce in fase di ripresa e dalla pellicola impiegata. Dipende anche dallo sviluppo del negativo: un sovrasviluppo porta a un aumento del contrasto, mentre un sottosviluppo a una sua diminuzione. Occorre poi tenere presente che anche in stampa, come in ripresa, esiste il problema della latitudine di posa dei materiali che non sono in grado di dare leggibilità a zone con contrasti molto forti. Ad esempio, se la vostra immagine presenta il volto del soggetto in ombra, è possibile che esponendo per dieci secondi, il volto sia correttamente esposto, ma che contemporaneamente il cielo alle sue spalle sia bianchissimo e scialbo. Si possono correggere queste situazioni con la tecnica della mascheratura, ma non dovete dimenticare che ci sono dei limiti nei materiali. Dovrete quindi anche in questo caso, come già in ripresa, operare alcune scelte, ovvero decidere se enfatizzare lo sfondo oppure il soggetto principale, senza pretendere che tutto sia leggibile, dalle zone più illuminate alle ombre più scure. Valutare il contrasto non è una cosa facile, soprattutto le prime volte. Una buona stampa deve mostrare, se presenti nell'immagine, neri profondi, bianchi puliti e un estesa gamma di grigi. Per poter ottenere questo dovrete intervenire anche sulla gradazione della carta. Usando la gradazione 1 è difficile che otteniate una stampa contrastata, a meno che il vostro negativo non sia già molto contrastato. Dato che il provino è stato fatto con carta di gradazione 1 è facile che abbiate ottenuto un'immagine piuttosto morbida, quindi piatta, senza stacchi netti tra zone illuminate e zone d'ombre. Provate ora a passare alla gradazione 2 e fate un altro provino usando lo stesso tempo d'esposizione. Il cambio di gradazione di norma non implica una variazione dell'esposizione fino alla gradazione 4, oltre la quale il tempo di posa va raddoppiato. Se ora siete soddisfatti del risultato, prima di passare alla stampa finale dovrete valutare che l'immagine tende a scurirsi man mano che la carta si asciuga. Questo è molto evidente con le carte politenate, ma il fenomeno è rilevabile leggermente anche con la carta baritata. Per verificare se avete scelto la giusta esposizione e il giusto contrasto, provate ad avvicinare uno spezzone di carta fotografica non esposta, quindi bianca, ad una zona del vostro provino che avete visualizzato come perfettamente bianca e controllate che lo sia davvero. Se quello che vi sembrava In questo provino è stata usata la gradazione 1 per l immagine di sinistra e la gradazione 2 per quella di destra. I tempi di esposizione, partendo dal riferimento 1 fino al 5, sono stati: 10, 20, 30, 40 e 50. In questo provino sono state usate le gradazioni 1 e 2 per le immagini in alto, rispettivamente di sinistra e di desta, e le gradazioni 00 e 0 per le immagini in basso, rispettivamente di sinistra e di destra. I tempi di esposizione, partendo dal riferimento 1 fino al 5 sono stati: 5, 10, 20, 30 e 40. Foto Gerardo Bonomo
3 Mascherare e bruciare sono due tecniche complementari che hanno la stessa finalità: migliorare il contrasto locale delle stampe. Mascherare significa sottoesporre alcune parti della stampa, bruciare vuol dire sovraesporle. Queste tecniche sono necessarie in tutte le situazioni in cui un valore medio di esposizione non è sufficiente a riprodurre in modo soddisfacente la gamma tonale in tutte le parti dell immagine. Un esempio tipico di bruciatura/mascheratura è quella richiesta da un cielo sovraesposto in ripresa; senza adeguati interventi: in stampa il cielo si presenterà come una zona bianchissima che tenderà a confondersi con il bianco della cornice. Per aumentare la leggibilità dei dettagli si dovrà effettuare una bruciatura facendo una seconda esposizione locale sul cielo, mascherando il resto dell'immagine, che ha già raggiunto la corretta esposizione. Ci si può facilmente costruire da sé gli strumenti per mascherare, i cosiddetti sfumini, adattandoli alle proprie esigenze. Basta procurarsi del cartoncino nero opaco e del filo di ferro. Si ritaglieranno delle sagome di forma e grandezza proporzionale all'area che si desidererà mascherare, ma leggermente più piccole. Se le aree da mascherare sono grandi si prepareranno delle sagome con un'apertura al centro, di forma e grandezza proporzionale all'area da bruciare. Si applicherà poi il filo di ferro alla sagoma per poterla tenere posizionata sulla stampa senza che la mano finisca per produrre una mascheratura indesiderata. Un particolare del centro commerciale di Hong Kong. Era molto importante rendere il maggior numero possibile di grigi. Foto Prando. Stampa Parolini bianco in realtà tende al grigio, vuol dire che avete esposto la carta troppo a lungo o che il livello di contrasto è ancora basso. Naturalmente, crescendo la vostra esperienza, arriverete sempre più velocemente al provino corretto. Quando il provino vi soddisfa pienamente potrete esporre il foglio di carta per la stampa definitiva. Non dimenticatevi di prendere nota dei dati principali della stampa, come tempo, diaframma, altezza della colonna dell ingranditore, contrasto usato, marca della carta e tipo di rivelatore. Lo sviluppo Una volta esposto, il foglio di carta va immerso nella bacinella dello sviluppo. L'immagine appare a poco a poco: è il momento più emozionante dall'intero trattamento. Una volta che l'immagine si è formata, raccomandiamo di portare sempre a fondo lo sviluppo secondo le istruzioni del produttore; il tempo può variare infatti da sviluppo a sviluppo. La durata del trattamento dipende anche dal tipo di carta usata. Le carte politenate si sviluppano a fondo nel giro di un minuto e mezzo, l'immagine appare entro 15 secondi. Per le carte baritate bisogna calcolare due o tre minuti, l'immagine compare entro 30 secondi. La mascheratura del negativo si può effettuare sia proiettando ombra e luce grazie alla posizione delle mani, che interferiscono con il cono di luce dell'ingranditore, sia con piccole mascherine di cartone, fissate in cima a un'asticciola.
4 La tecnica della mascheratura Sopra: Prima stampa, senza nessun tipo di intervento. Stampa Studio Navone Sotto: Primo passaggio, con intervento sulle zone d ombra. Durante l'esposizione bisognerà muovere continuamente il cartoncino in modo che la sagoma non produca bordi netti. La posizione della maschera è importante: più sarà vicina al foglio di carta, più il contorno sarà visibile. Attenzione al diaframma dell obiettivo: tenetelo piuttosto chiuso per aumentare la durata dell esposizione. Avrete più tempo a disposizione per muovere la maschera. Per effettuare buone mascherature occorre una certa pratica; conviene quindi provare l'effetto su un provino prima di passare alla stampa finale. Anche nel caso della mascheratura e della bruciatura bisogna comunque fare delle scelte: non è possibile infatti salvare tutte le alte luci o le zone di ombra profonda alternando bruciature e mascherature, pena una stampa dal sapore molto falsato. Bisognerà quindi decidere prima dove e come intervenire, evitando le esagerazioni. Gli stampatori esperti riescono a bruciare e mascherare a istinto e spesso utilizzano le mani per creare delle forme in continuo cambiamento, utilizzandole come degli sfumini. In questo caso però non si parla più di procedure ripetibili. Ricordatevi di prendere nota delle mascherature e delle bruciature sul retro della stampa o nel quaderno d'appunti per rendere la procedura ripetibile. Andranno indicate le zone della stampa che hanno subito gli interventi; l'ideale è disegnare in modo sommario l'immagine definitiva ed evidenziare le zone che sono state mascherate o bruciate e l intensità dell intervento.
5 Differenza di contrasto con filtri: 00, 0, 1, 2. Differenza di contrasto con filtri: 3, 4, 5, 00. Le carte da stampa Le carte da stampa si suddividono in due famiglie principali, quelle a gradazione fissa e quelle a contrasto variabile. Entrambe sono poi disponibili in versione baritata e politenata. Ciascun tipo è disponibile in varie finiture: lucida, semi-matt, matt, perla. Il peso Il peso della carta si misura in grammi per metro quadro e varia da meno di 180g a oltre 280g. Al peso è connessa la capacità della carta di non accartocciarsi durante la fase di asciugatura. Vi è poi una componente di tipo psicologico per cui una stampa su cartoncino pesante risulta più preziosa. Le carte a gradazione fissa Sono carte in grado di fornire un solo contrasto, espresso dal numero che le distingue, dalla gradazione più morbida a quella più contrastata; la numerazione varia a seconda delle diverse marche, ma in genere va da 0 a 5. Sono le carte migliori, quelle usate dagli stampatori fine-art. A seconda della marca, sono disponibili in varie grammature, dal cartoncino leggero al cartoncino pesante. Le carte a contrasto variabile Sono carte che producono un contrasto diverso a seconda del filtro con cui sono esposte. Se si usano filtri tendenti al giallo forniscono un basso contrasto, mentre con filtri che tendono al magenta generano immagini contrastate. Rispetto alle carte a gradazione fissa hanno molti ed evidenti vantaggi, a cominciare da quello economico; basta infatti acquistare un solo pacco di carta per avere a disposizione tutte le gradazioni. La gamma dei contrasti ottenibili è poi pressoché infinita, dato che i filtri in gelatina consentono di separare le mezze gradazioni e le teste con filtri incorporati addirittura i decimi di gradazione. Un ulteriore vantaggio è costituito dal fatto che si può variare la gradazione della carta sulla stessa stampa: si possono stampare alcune parti con un certo contrasto ed altre con un contrasto diverso, offrendo ad un abile stampatore la possibilità di virtuosismi impensabili con le carte a gradazione fissa. Questa possibilità è preziosa nel caso si debba stampare un negativo caratterizzato da forti contrasti, ma da una buona ricchezza di informazioni; con questa tecnica si otterrà sulla stampa una perfetta leggibilità sia nelle alte luci che nelle ombre. Se è vero che le carte a gradazione fissa hanno una maggiore ricchezza di tonalità, queste offrono notevoli possibilità agli stampatori provetti. Il nostro consiglio è comunque di cominciare con la carta a gradazione variabile. La carta baritata Che sia a gradazione fissa o a contrasto variabile, la carta baritata è quella che in genere ha una emulsione con la maggiore quantità di argento; per questo motivo garantisce una qualità di stampa superiore. È la ragione per cui nessun stampatore fineart usa carta politenata e in tutte le principali mostre le fotografie in BN sono stampate su carta baritata. Dal punto di vista tecnico, tra il supporto della carta e l'emulsione c'è uno strato di barite che impedisce all'emulsione di sprofondare nella fibra di cellulosa, migliorando di conseguenza la resa dei dettagli e i neri dell'immagine. Ci sono ovviamente degli svantaggi; i tempi di trattamento sono più lunghi, sia per lo sviluppo che per il fissaggio. Di conseguenza è più lungo anche il lavaggio, che passa dai quattro minuti della carta politenata a quaranta. C'è poi il problema della stabilità dimensionale che è decisamente inferiore a quella della carta politenata: la carta baritata richiede un tempo di asciugatura dieci volte superiore, tende ad imbarcarsi e la stampa deve quindi essere tenuta diverso tempo sotto dei pesi per essere spianata. La carta politenata Nella carta politenata il supporto è protetto sui due lati da uno strato di polietilene; questo impedisce alla carta di impregnarsi di prodotti chimici e quindi rende più rapido l'intero procedimento. Una volta lavate, le stampe politenate possono essere messe ad asciugare sulle pare-
6 ti piastrellate del bagno, a cui aderiscono con una certa tenacia anche per diverse ore, senza cadere come avviene invece con le carte baritate. Anche l asciugatura è più rapida e può essere abbreviata ulteriormente con un phon senza che la stampa si imbarchi o si arricci. Una volta che la stampa è asciutta sul lato dell emulsione, basterà appoggiarla su un tavolo ricoperto con un telo di cotone per completare l'asciugatura anche nella parte inferiore. Se non avete uno spazio adeguato per asciugare le stampe e se volete che queste siano pronte immediatamente dopo l'asciugatura, la scelta cadrà necessariamente sulla carta politenata. Tenete presente che al termine del procedimento la stampa su carta politenata risulta più scura di quasi un diaframma; questo è certamente uno svantaggio, ma potendo asciugare un provino con un phon in breve tempo, il problema non è così grave. Le superfici Brillante: è disponibile solo nelle carte baritate ed è la classica superficie bianco lucida. Una volta le carte con questa superficie venivano sottoposte a smaltatura per ottenere delle stampe con una superficie a specchio. Venivano fatte asciugare a caldo su lastre di acciaio perfettamente a specchio, sulle quali venivano poste ancora umide. Oggi però non si smalta praticamente più. Questo tipo di carta viene lasciato asciugare all'aria; il risultato è una superficie molto brillante che enfatizza sia i dettagli che le zone bianche e nere della stampa. Lucida (glossy): è un tipo di superficie disponibile unicamente nelle carte politenate: la finitura è simile a quella di una carta baritata brillante. Ha lo svantaggio di riflettere in modo fastidioso le luci, e il vantaggio di restituire in modo enfatizzato sia i dettagli che le zone bianche e nere della stampa. Semi-matt: è un tipo di superficie a metà strada tra la carta matt, ovvero opaca, e la carta lucida. Non crea problemi di riflessi come le carte lucide. Matt: è una superficie completamente opaca, disponibile sia nelle carte baritate che in quelle politenate. Perla: è disponibile sono nelle carte politenate; è una superficie che ricorda la seta. Vi consigliamo anche di non risparmiare sulla quantità dei chimici. Il foglio di carta deve essere completamente immerso, pena l insorgere di macchie di sottosviluppo. Bisogna anche muovere la stampa nella bacinella in modo da rinnovare il rivelatore sulla superficie della carta. Al termine dello sviluppo è possibile immergere la stampa in un bagno di arresto che interrompe l azione dello sviluppo e preserva il bagno di fissaggio, che così non viene inquinato. Tuttavia, dato il modesto costo del fissaggio il bagno di arresto può anche essere evitato. Attenzione alla conservazione e alla data di scadenza del rivelatore che è il prodotto chimico più critico: deve essere conservato in bottiglie piene in modo da ridurre il contatto con l aria. Generalmente si usano bottiglie di plastica che vengono schiacciate in modo da alzare il livello del liquido. Il fissaggio Il fissaggio è una tappa fondamentale per la conservazione delle stampe nel tempo. Non deve essere né troppo breve, né troppo lungo; entrambi gli errori hanno conseguenze dannose. Un fissaggio troppo breve non dà stabilità all immagine, ma anche un fissaggio troppo prolungato, che finisca per lasciare tracce di prodotto chimico dopo il lavaggio, finirà per danneggiare la stampa. Il fissaggio richiede da 30 secondi a due minuti; occorre seguire attentamente le istruzioni del fabbricante. Se si usano fissaggi rapidi raccomandiamo di muovere continuamente il foglio. In genere la capacità di un litro di bagno è dell'ordine di 40 fogli da 20x25cm per la carta baritata. Il doppio per le carte plastificate. Per la carta baritata e per le stampe che si desidera durino negli anni, consigliamo di sfruttare meno il fissaggio, trattando circa dieci fogli formato 20x25cm. Il lavaggio È una fase importante perché la permanenza di tracce di fissaggio sulla carta provocherà nel tempo il deterioramento della stampa, con la formazione di macchie ed un progressivo ingiallimento. La durata del lavaggio dipende dal tipo di carta utilizzato. Una carta politenata richiede un lavaggio breve, mentre per una carta baritata occorre un lavaggio lungo e accurato. Il supporto della carta baritata infatti si impregna di fissaggio e richiede un lavaggio di almeno una ventina di minuti in acqua corrente, meglio quaranta. Perché il lavaggio sia efficace bisogna evitare che i fogli si incollino assieme. I professionisti usano vasche a più piani, in cui ogni foglio dispone di un proprio scomparto. Così l'acqua può circolare liberamente, gli ingrandimenti non si incollano fra di loro e i sali del fissaggio sono eliminati dal basso. L'asciugatura L'asciugatura deve essere fatta a temperatura ambiente in un locale pulito e senza polvere. L'asciugatura della carta politenata è relativamente facile e si può fare appendendo le copie, come si trattasse di panni stesi. Esistono comunque in commercio dei rulli che si passano sulla stampa premendola per eliminare l'acqua in eccesso; poi sarà sufficiente appoggiarla su un telo perché il foglio di carta si asciughi in poco tempo. Il processo può anche essere accelerato con l'ausilio di un phon. Se la stampa è baritata bisognerà comunque asportare l'acqua in eccesso e appoggiarla su un telo, attendendo che si asciughi completamente: il tempo è decisamente maggiore rispetto alle stampe politenate. Soprattutto se il locale è piuttosto secco, la stampa tenderà comunque ad imbarcarsi; una volta asciutta andrà quindi spianata. Per far questo c'è un modo piuttosto spiccio che è quello di far scorrere sul bordo di un tavolo la stampa dalla parte opposta dell'emulsione; occorre effettuare dei passaggi leggeri ma decisi, da un bordo all'altro con un movimento continuo, facendo attenzione che l'emulsione non si crepi. Un altro sistema è quello di porre semplicemente dei pesi sulle stampe: ci vorrà più di ventiquattrore prima che le stampe risultino perfettamente stese.
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