I t a l i a n S a i l i n g F e m m i n i l e

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1 I t a l i a n S a i l i n g T e a m F e m m i n i l e

2 470 F IL PUNTO CON IL TECNICO GIGI PICCIAU E una delle derive più diffuse e di successo al mondo, un progetto azzeccato che da ormai 50 anni cresce e forma equipaggi di alto livello: disegnato dal francese Andre Cornu nel 1963, il 470, che deve il suo nome alla lunghezza fuori tutto espressa in centimetri, è entrato a far parte del programma olimpico, inizialmente solo per equipaggi maschili, a partire dall edizione del 1976 dei Giochi, quella disputata a Montreal. Poi, dai Giochi di Seoul del 1988, è diventato classe olimpica anche per equipaggi femminili. Il 470 è una barca per due persone molto tecnica e veloce, con randa, fiocco, spinnaker e un trapezio, che richiede una grande preparazione fisica e uno spiccato talento nella conduzione, considerate le elevate prestazioni e l estrema facilità di planata che riesce a esprimere in tutte le condizioni meteo. Tecnico federale di esperienza, impegnato sia a livello giovanile che con la Squadra nazionale (a partire dal 2007 nel settore Formazione), Gigi Picciau, nato a Cagliari il 12 febbraio 1972, era il coach del 470 femminile già nello scorso quadriennio olimpico. Questa stagione è iniziata con la sessione invernale di allenamenti a Cagliari, un periodo tra l altro molto proficuo perché siamo stati fortunati ad incontrare condizioni meteo favorevoli. Sono stati due intensi mesi di lavoro, qualitativamente e quantitativamente. Già a Palma di Maiorca si sono visti i primi risultati e la crescita dei tre equipaggi Komatar-Carraro, Caputo-Sinno e Berta-Paolillo è stata abbastanza buona, racconta Picciau durante una pausa dall ultimo allenamento a Santander prima dell inizio dei Mondiali. In linea generale, sono abbastanza soddisfatto del lavoro effettuato quest anno: dopo Palma siamo andati avanti con le regate a Hyeres, Medemblik e Riva del Garda, poi ancora tanto allenamento a Campione prima dell Europeo di Atene. Già a Palma i segnali erano stati positivi, poi è arrivata la vittoria di Caputo-Sinno sul Garda, un evento in cui anche gli altri equipaggi hanno avuto degli ottimi spunti. In generale ci è mancata un po di continuità, ma i segnali, come dicevo, ci sono stati. Anche perché gli allenamenti sono stati duri, con un intensità crescente: un carico di lavoro che probabilmente i tre equipaggi azzurri non avevano mai affrontato nella loro ancora giovane carriera. Si, via via il lavoro si è fatto sempre più pesante. Ora, con Santander, è arrivato il momento della verità, lì capiremo quanto realmente abbiamo fatto e dove possiamo arrivare. Le ragazze sono migliorate, non senza difficoltà, come è normale, ma ho trovato comunque delle persone che volevano ascoltare e crescere. Ho trovato anche un Direttore Tecnico che mi ha sostenuto in tutte le mie iniziative, ma l idea era quella di far crescere subito questi tre equipaggi e di supportarli in tutto e per tutto, quindi è normale che la mole di lavoro sia stata intensa e i ritmi incessanti. Qualche numero, quindi, giusto per avere l idea dell impegno affrontato nel corso del 2014 dai tre equipaggi del 470 femminile. Mediamente, nei mesi di solo allenamento, abbiamo passato tra le 40 e le 50 ore in acqua al mese, aumentate al momento in cui le giornate si sono allungate, con sedute giornaliere di palestra, ognuna con la propria scheda, avendo i programmi personalizzati. Per andare nello specifico, siamo partiti dalla conduzione per sviluppare sensibilità sul mezzo, poi manovre e speed test. E stato un lavoro equilibrato: 30 per cento dedicato alla conduzione, 30 alle manovre, 25 per cento al lavoro sulle boe e il 15 alle partenze. Su questo punto ci siamo concentrati in seguito, nell allenamento a Santander. All interno dei vari settori, ci siamo dedicati a lavori particolari come il pompaggio, che nel 470, se il Comitato lo concede, è libero a 8 nodi. Si tratta di un esercizio fisico notevole, che richiede preparazione atletica e tecnica, quindi prima abbiamo costruito la resistenza fisica delle ragazze, poi abbiamo pensato allo studio della tecnica corretta. Un lavoro davvero completo e intenso, impossibile da portare avanti senza la piena disponibilità delle atlete. L atteggiamento è tutto. All inizio ho detto alle ragazze più mi chiedete, più io farò, e loro hanno capito subito. La responsabilizzazione dell atleta è fondamentale, è un momento di crescita. La motivazione, che può darti quella spinta fondamentale per fare la differenza, non deve arrivare sempre e solo dal tecnico, ma dalle stesse ragazze, che devono avere voglia di sudare e fare dei sacrifici. Non si deve mai pensare di non aver fatto il massimo e i rimorsi sono vietati. Anche perché a livello internazionale la crescita verso l alto coinvolge tutti gli equipaggi, a partire dai migliori. Chiaro, nessuno si ferma. E per Santander saranno tutti con il coltello tra i denti. Oltre alle solite Aleh-Powrie, Lecointre-Defrance e Mills-Clark sicuramente anche altri equipaggi potranno dire la loro, a partire dalle americane Haeger-Provancha, che sono allenate da Dave Ullman. Ecco, da loro mi aspetto un gran Mondiale.

3 470 F LE AZZURRE DELLA SQUADRA NAZIONALE Francesca Komatar-Sveva Carraro ITA 52 Dettagli barca: scafo Mackay, albero e boma Superspars, randa e spi North Sails, fiocco Olimpic Sails. Risultati 2013: Campionesse Italiane, Bronzo ai Giochi del Mediterraneo, terze alla Garda Trentino Olympic Week, terze alla Canary Olympic Week. Risultati 2014: quinte alla Garda Trentino Olympic Week, quinte all EUROSAF di Medemblik, 16me all Europeo. Francesca Komatar Timoniere Nata a Trieste il 16 giugno 1986, laureata in Scienze Ambientali, MBA in Diritto e Management dello Sport, tesserata per il Gruppo Sportivo Aeronautica Militare. Luogo preferito per allenarsi? Cagliari. Il ricordo più bello legato alla vela? La prima e forse più grande soddisfazione è stata partecipare al mio primo Europeo in Optimist. Però anche tra Europa e 470 ho un ampia scelta di bei ricordi. Il ricordo peggiore legato alla vela? Una volta, durante una regata a Trieste, quando andavo ancora in Europa, c è stata inversione termica moto forte e sono entrati, di colpo, 60 nodi di bora. Ho passato dei brutti momenti, abbiamo dovuto abbandonare le barche e siamo stati recuperati però sono cose che in mare succedono e per fortuna il giorno dopo abbiamo anche ritrovato le barche. Altri sport praticati? Preparazione fisica funzionale al 470. Passioni extra sportive? Ho pochissimo tempo, ma mi piace leggere e viaggiare. Musica preferita? Il rock. Tra gli attuali i Foo Fighters. Tra i più datati Queen, Pink Floyd e Guns and Roses. Libri? Leggo tanto. E ho la passione per la natura. Quindi dico L isola degli animali di Gerald Durrell.. Film? Non so non guardo tanti film. Penso di essere una persona molto determinata, mi piace avere degli obiettivi precisi, che devo raggiungere a tutti i costi. Non mollo mai, ed è uno dei punti forti del mio carattere. Posso essere considerata una persona difficile, perché tendo ad andare dritta per la mia strada, ma nei rapporti con il prossimo cerco di essere affidabile. Credo nei rapporti di amicizia, per un amico cerco di esserci sempre, mi piace che la gente possa fare affidamento su di me. Quando posso, mi rilasso e mi diverto, ma quando c è da lavorare cerco di non distrarmi mai. Il meteo ideale? Andiamo bene nella fascia di vento medio, nodi, con un po di ondina. Sono anche le condizioni in cui mi diverto di più, anche perché credo che le due cose siano legate. Come andatura invece preferisco la bolina. L obiettivo principale per ora è qualificare la nazione per Rio, poi ottenere il posto in squadra. A inizio stagione puntavamo ad entrare stabilmente nei top ten, cosa che per diversi motivi non siamo ancora riusciti a ottenere. Come conduzione e tecnica siamo a un buon livello, ma dobbiamo essere più costanti e consolidarci nell aspetto della gestione della regata. L Olimpiade è un sogno, che ho fin da piccola, quando passavo le giornate davanti alla tv per guardare i giochi. Non ho neanche le parole per descrivere cosa potrebbe significare per me. Sveva Carraro Prodiere Nata a Trieste il 19 gennaio 1987, laureata in Ingegneria Navale, tesserata per il Gruppo Sportivo Aeronautica Militare. Luogo preferito per allenarsi? Cagliari mi è piaciuto molto, come condizioni e come logistica. Campo di regata preferito? Hyeres, quando c è il maestrale moderato. Mare piatto e vento che viene da terra... Il ricordo più bello legato alla vela? I Giochi del Mediterraneo, una manifestazione grande ed emozionante. Per noi è anche andata bene, ma mi è piaciuta molto a prescindere dal risultato. Il ricordo peggiore legato alla vela? So che Francesca ha raccontato di quella volta a Trieste, con la Bora, in Europa. Beh, anch io ero in acqua... Altri sport praticati? Per tanti anni ho giocato a calcio. Ora, vela a parte, vado in bicicletta. Passioni extra sportive? Sono sempre legate allo sport: come dicevo prima mi piace andare in bici, ma senza particolari velleità agonistiche. Musica preferita? Ascolto di tutto. I miei preferiti restano comunque i Guns and Roses. Libri? Ho sempre studiato molto, quindi quando non sono costretta, preferisco fare altro. Recentemente però ho letto la biografia di Josefa Idem e mi è piaciuta molto. Film? Adoro Woody Allen. Sono decisa e testarda, voglio sempre raggiungere a tutti i costi gli obiettivi che mi pongo. A volte però sono troppo rigida su alcune cose, e questo diventa un difetto. Sono socievole, riesco a stare bene tra la gente, ma anche molto disordinata. Fortunatamente Francesca è ordinatissima e pensa ad entrambe, altrimenti sarebbe un disastro. Le mie condizioni preferite sono con vento forte e onda, per le sensazioni che provo al trapezio. Sotto spi, con vento forte, il 470 è un generatore di emozioni, mi fa impazzire, ma purtroppo non sono le condizioni migliori per noi. Stiamo cercando di essere all round, ma preferiamo navigare con mare piatto e vento medio forte, nodi, che salta. Generalmente preferisco la navigazione di poppa, mi piace molto scaricare i cavalli della barca e ultimamente ci riesce bene. Gli obiettivi sono selezionare la nazione per i giochi, che vuol dire chiudere il Mondiale tra le prime dieci. Quindi entrare nella top ten è obbligatorio, anche perché una medal race in una regata che non sia EUROSAF è qualcosa che ci manca. Riguardo ai Giochi, sono passata al 470 proprio perché è un obiettivo che voglio raggiungere, ma non voglio pensarci più di tanto. Preferisco concentrarmi sugli step intermedi, non voglio fare il passo più lungo della gamba, anche se fin da piccola vedevo i Giochi in tv e sognavo di esserci.

4 470 F LE AZZURRE DELLA SQUADRA NAZIONALE Roberta Caputo-Alice Sinno ITA 16 Dettagli barca: scafo Mackay 2011, vele North Sails. Risultati 2014: prime alla Garda Trentino Olympic Week, 20me all Europeo. Roberta Caputo Timoniere Nata a Napoli il 24 settembre 1992, diploma di Maturità classica, tesserata per il Circolo Canottieri Aniene. Luogo preferito per allenarsi? Gran Canaria, dove siamo state questo inverno per una ventina di giorni. Campo di regata preferito? Il lago di Garda. Il ricordo più bello legato alla vela? Ne ho davvero tanti... faccio fatica a ricordarne uno in particolare. Il ricordo peggiore legato alla vela? A Palma, durante un allenamento: c era molta onda, abbiamo scuffiato vicino alla spiaggia e siamo rotolate fino a riva, rompendo l albero in quattro parti. Altri sport praticati? Oltre la vela nessuno, a parte la preparazione fisica. Passioni extra sportive? Mi piace molto viaggiare e scoprire posti nuovi. Musica preferita? Ampia scelta non mi piace però la musica italiana. Libri? I gialli e il genere fantasy. Film? La saga di Harry Potter. Sono molto ansiosa e capita che tenda a stressare le persone che mi stanno intorno. Quando mi gira male sono anche un po acida, anche se poi mi passa in fretta. Sono una persona precisa, metto sempre impegno e dedizione nelle cose in cui faccio, a partire da questa campagna olimpica. Cerco di tirare dritta per la mia strada, a prescindere da quello che mi succede intorno. Le condizioni ideali per andare in barca sono vento teso, sui 20 nodi, con un po d onda. Generalmente non ci sono condizioni in cui andiamo meglio, siamo andate bene sia con pochissimo vento, che con vento forte, dipende molto dai giorni e dal momento. Diciamo che con più aria gli errori si pagano meno ed è più semplice, ma questo vale per tutti. Come andatura, invece, andiamo meglio di bolina. Per noi questo Mondiale è determinante, dobbiamo riuscire a qualificare la nazione, è un obiettivo primario. Poi ci piacerebbe entrare costantemente tra i primi quindici equipaggi a livello mondiale: c è ancora molto lavoro da fare, ma noi siamo pronte e ci stiamo impegnando parecchio, quindi credo che sia anche giusto non darsi dei limiti. Il concetto di Olimpiade è cresciuto gradualmente dentro di me, all inizio era un sogno lontano, poi anno dopo anno è diventato sempre più fattibile, qualcosa che lentamente e faticosamente sta iniziano a prendere forma, anche se la strada per arrivarci è lunghissima. Alice Sinno Prodiere Nata a Roma l 8 settembre del 1992, iscritta alla Facoltà di Medicina e Chirurgia in lingua inglese, tesserata per il Circolo Canottieri Aniene. Luogo preferito per allenarsi? Le Canarie. Campo di regata preferito? Hyeres. Il ricordo più bello legato alla vela? La tappa del Garda del circuito EUROSAF di quest anno. Era la prima Medal con Roberta, siamo andate molto bene: una bella esperienza e una grande soddisfazione. Il ricordo peggiore legato alla vela? L anno scorso a Palma, durante un allenamento. Eravamo tutte lì e scommetto di non essere la prima a raccontare quello che è successo... Altri sport praticati? Fin da piccola ne ho fatto tantissimo, ora sono concentrata nella preparazione fisica per il 470. Ma quando capita, faccio qualsiasi sport. Passioni extra sportive? Il tempo è scarso e lo dedico allo studio. Musica preferita? I Maroon Five. Libri? Ultimamente leggo solo libri universitari... Film? Mi piacciono di più le serie, la mia preferita è Scrubs. Credo che l essere molto energica sia la mia caratteristica principale: mi piace fare tante cose, sono sempre in movimento e se c è qualcosa che detesto è stare ferma. Credo anche di essere abbastanza solare. Come difetti, beh, il principale è la mia scarsa puntualità. Devo elencare anche gli altri? In barca mi piace uscire quando c è più vento, sopra i 15 nodi, e poca onda: mi diverto di più ed è una situazione più dinamica rispetto alle ariette leggere. Mi piace anche l onda formata, ma su questo fronte dobbiamo ancora migliorare. Con Roberta andiamo in barca insieme da poco e in questo ultimo periodo siamo cresciute molto sui punti basilari; ora dobbiamo affinare i dettagli, anche sulla scelta dei materiali e la messa a punto della barca. La base l abbiamo creata, adesso dobbiamo crescere a 360, quindi ci aspetta parecchio lavoro davanti. Le Olimpiadi per me sono molto importanti, anche perché sono sempre stata una sportiva: ho fatto molta atletica, quindi ho sempre coltivato il sogno olimpico. Per un atleta i Giochi sono il massimo, una vetta altissima da scalare, ma anche quello che ti fa andare avanti stringendo i denti quando incontri delle difficoltà. I passi però si fanno uno alla volta e noi vogliamo volare basse, per non distrarci dal cammino che abbiamo davanti.

5 470 F LE AZZURRE DELLA SQUADRA NAZIONALE Elena Berta-Giulia Paolillo ITA 6 Dettagli barca: scafo Mackay, albero e boma Superspars, randa Quantum, spi North Sails, fiocco Olimpic Sails. Risultati 2014: 19me all Europeo, decime alla Garda Trentino Olympic Week, ottave all EUROSAF di Medemblik. Elena Berta Timoniere Nata a Roma il 15 luglio 1992, iscritta alla Facoltà di Economia Aziendale, tesserata per il Circolo Canottieri Aniene. Luogo preferito per allenarsi? Anzio, velisticamente sono cresciuta lì. Il ricordo più bello legato alla vela? L amicizia che, proprio grazie alla vela, ho avuto con Luca Paolillo. Il ricordo peggiore legato alla vela? Ricordi particolarmente brutti non ne ho e anche le esperienze negative mi sono servite per crescere. Altri sport praticati? Ho praticato tanta ginnastica artistica e anche atletica leggera. Adesso sono concentrata sulla vela. Passioni extra sportive? Ho iniziato da poco a fare surf, lo vivo come un hobby e voglio continuare a coltivare questa mia nuova passione. Musica preferita? Vasco Rossi. Senza parole è la mia canzone preferita. Libri? Recentemente ho letto e apprezzato molto Fai bei sogni, scritto da Massimo Gramellini. Film? Sono per il genere romantico Quindi scelgo Last Night. Sono una persona solare, mi piace ridere ed essere allegra. Sono anche molto precisa, determinata e allo stesso tempo testarda. Non so se siano pregi o difetti, dipende dai momenti. Un po di ondina e 8-10 nodi di vento sono le condizioni che preferisco e in cui vado meglio, perché mi piace portare la barca in questo contesto. Gli aspetti in cui dobbiamo migliorare sono la conduzione della barca di poppa, mentre per quanto riguarda la tattica e la strategia in regata, dobbiamo accumulare esperienza: è un campo in cui non si finisce mai di imparare. Per Santander vogliamo qualificare la nazione, anche perché poi rischia di essere un affare molto complicato. Quello che vogliamo, come molti credo, è entrare nella top ten a livello mondiale. Siamo ancora molto giovani, possiamo e dobbiamo crescere e migliorare, quindi puntare troppo in alto, adesso, sarebbe utopico e fuori luogo, anche se è chiaro che tutti sperano un giorno di vincere una medaglia importante. Alle Olimpiadi ho iniziato a pensare seriamente intorno ai 18 anni, quando dal 420 sono passata al 470, consapevole che avrei affrontato un impegno diverso nell ambito di una classe olimpica. Sarebbe l epilogo di un percorso agonistico e il coronamento di un sogno a cui, magari in maniera meno concreta, pensavo fin da quando ho iniziato a fare vela. Giulia Paolillo Prodiere Nata a Roma il 15 giugno 1991, iscritta alla Facoltà di Scienze del turismo, tesserata per il Circolo Canottieri Aniene. Luogo preferito per allenarsi? Cagliari e Anzio. Il ricordo più bello legato alla vela? Sono tantissimi, non saprei quale scegliere. Il ricordo peggiore legato alla vela? Un naufragio a Palma di Maiorca durante un allenamento dell anno scorso, con tanto vento e frangenti mostruosi. Credo di non essere l unica a raccontarlo. Altri sport praticati? Vado in palestra e mi piace fare surf, kite, Sup tutto ciò che è legato la mare insomma. E poi lo sci. Passioni extra sportive? Sicuramente viaggiare. Per altre passioni non ho molto tempo a disposizione e quando torno a casa mi piace riposarmi. Musica preferita? Abbastanza triste e commerciale. Libri? Il Cacciatore di aquiloni. Film? Mi piace il genere fantastico. Come mi descriverei? Sono una persona solare, quasi sempre, a volte sono troppo buona, quindi con tutte le conseguenze del caso, a partire dal fatto che è facile prendersi delle belle delusioni e non accorgersi subito di chi si ha di fronte. Sono molto attiva, mi piace stare sempre in movimento e fare tante cose. In quanto ai difetti, ne ho parecchi, ma non credo ci sia il tempo di elencarli tutti, giusto? Riguardo alle condizioni meteo ideali per uscire in barca, deve esserci sole, caldo e poco vento, mentre sul fronte delle andature, mi piace navigare di bolina e guardare il campo appesa al mio trapezio. Con Elena, anche se ci conosciamo da una vita e per me è come una sorella, vado in barca solo da un anno. Ci stiamo dando degli obiettivi vicini, quindi, procediamo mese per mese, a passi molto piccoli. Fino ne adesso abbiamo fatto parecchi in avanti e molto in fretta, non manca tanto ad arrivare a un buon livello di conoscenza tra noi, ma possiamo fare ancora di più e meglio. Chiaramente il primo pensiero adesso è Santander, siamo concentratissime su questo obiettivo, si tratta di un traguardo troppo grande che determina tante cose, perché se non selezioniamo la nazione cambieranno molte cose. Per me l Olimpiade rappresenta un sogno da sempre ed è un sogno che era anche di mio fratello Luca, che adesso non è più con noi. Voglio esserci per portarlo con me, lì dove lui purtroppo non è potuto arrivare.