Indagine sulle Pari Opportunità rivolta agli studenti e alle studentesse dell Università di Roma Tre (Nota Integrativa)

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1 Indagine sulle Pari Opportunità rivolta agli studenti e alle studentesse dell Università di Roma Tre (Nota Integrativa) 1. Introduzione Questa indagine nasce per fare luce su come il tema delle pari opportunità sia vissuto dagli studenti dell Università di Roma Tre e come il Comitato Pari Opportunità (CPO) debba relazionarsi con essi. La presenza e il ruolo del CPO, istituito per legge all interno dell Ateneo è sancito dal riconoscimento statutario, viene comprovata dalle numerose attività svolte in questi anni e, in particolare, da questa indagine che ha richiesto l apporto di diversi soggetti che hanno lavorato su molteplici piattaforme di analisi dati a diversi stadi. Il questionario è stato pensato per realizzare un indagine a campione, rivolta agli studenti di tutte le facoltà dell Ateneo. La distribuzione delle domande all interno del questionario consente di passare da tematiche più generali sul tema delle pari opportunità, fino ad arrivare a focalizzare le attività ed i compiti delegati al CPO. Nell A.A. 2010/ tra studenti e studentesse di tutte le facoltà hanno avuto modo di partecipare all indagine compilando il questionario in aula, in sede di lezioni universitarie, grazie alla disponibilità dei docenti. La popolazione campionaria è stata scelta focalizzandosi sui corsi d insegnamento maggiormente frequentati del 2 e del 3 anno di laurea triennale e del 1 anno di laurea magistrale. Analizzando il campione, è stata riscontrata un equa rappresentatività, in termini percentuali, di rispondenti di entrambi i sessi. Questo, specialmente riguardo al tipo di tematiche trattate, ha assicurato una buona qualità dei dati provenienti dalle risposte. Altra caratteristica peculiare del campione è la quasi 1

2 totalità di studenti ancora domiciliati con i propri genitori, non coniugati e distanti dal concetto di propria famiglia; dunque giovani di età compresa tra 18 e 28 anni la cui principale attività è dedicarsi allo studio. Presenti anche molteplici casi di persone di età compresa tra 28 e 58 anni, rari invece i soggetti coniugati e con figli. 2. Pari opportunità in generale ed in Ateneo Il tema delle P.O. è entrato definitivamente a far parte delle tematiche più sentite dalla maggior parte delle persone, al punto che molti esperti ritengono che per valutare il benessere di una popolazione occorra affiancare a variabili più prettamente economiche, anche variabili che sappiano quantificare il livello di parità tra sessi. Questo è più che confermato dalla nostra indagine, poiché più dell 80% dei casi ha conoscenza della tematica derivante principalmente dai media, oltre che da politiche attuate attraverso l istruzione e la scuola. Indubbia è dunque l attualità del problema. Diverso discorso invece bisogna fare riguardo la qualità delle informazioni che i soggetti hanno dimostrato di avere. Solo la metà del campione, infatti, si è esposto provando a dare una definizione di genere, ma tra queste risposte quasi nessuna soddisfa i criteri da noi presi come parametro di confronto, dove per genere s intende un concetto che esprime le differenze sociali tra le donne e gli uomini che sono state apprese. Esse cambiano col tempo e variano all interno delle singole culture 1 1 [Commissione Europea, comunicazione 94/C 180/10 del 1 Luglio 1994 modificata in seguito dalla comunicazione 96/C 200/06 del 10 Luglio 1996] 2

3 o ancora una, costruzione culturale, rappresentazione, definizione e incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo status di uomo / donna 2 Ad ogni modo, nonostante la sensibilità alla tematica emersa dal questionario, ben 894 casi ritengono che, generalmente, il diritto alle pari opportunità nel mondo del lavoro venga violato, mentre solo per il 20% il problema non si verifica. Questo dato, emerso mediante una domanda univoca Secondo te oggi, a parità di competenze, i due sessi hanno le stesse possibilità lavorative?, fornisce una informazione molto precisa, che tuttavia si contrappone alle risposte affermative riguardo l importanza del problema fino ad ora evidenziate. Per quanto concerne l ambiente universitario di ROMATRE l indagine è apparsa molto chiara e ha portato risultati soddisfacenti: la maggioranza dei casi non riscontra violazioni delle pari opportunità se non alcune sporadiche voci che ritengono che il sesso o gli aspetti economici (quali ad esempio il costo di alcuni testi universitari) possano essere motivo di discriminazione. Ma, su questo punto, è doveroso fare una precisazione: il sesso come causa di discriminazione deve essere inteso sia maschile che femminile. Nell ambito universitario dunque si riscontra che anche il sesso maschile si senta, in determinati casi, sfavorito. E quindi mentre le donne citano la presenza di una maggioranza di docenti di sesso /Testo/M2/100paroleperlaparita.pdf?OpenElement 2 3

4 maschile, così gli uomini denunciano una preferenza per il sesso femminile in sede di esami o più in generale nel rapporto studente-docente. 3. Pari opportunità - situazioni personali Passando invece attraverso l esperienza dei singoli studenti e studentesse, era nostro intento verificare se vi fossero casi di mancato rispetto del diritto alle pari opportunità. Con la domanda Pensando alla tua vita personale, hai mai avuto esperienza diretta di mancato raggiungimento/rispetto delle pari opportunità? abbiamo ottenuto delle risposte che hanno evidenziato situazioni significative. Dalla maggior parte dei questionari non si sono rilevate discriminazioni, tuttavia 200 casi (che rappresentano il 16% del campione) hanno invece sottolineato una loro personale condizione di svantaggio. Gran parte di esse derivano dal sesso di appartenenza, ma nella mappa risaltano anche questioni etniche, di orientamento sessuale o politico, di diversa abilità, così come anche di diversa possibilità economica. Anche nel caso di discriminazioni verso terzi, cioè verso altri studenti, le risposte si distribuiscono analogamente con la peculiarità di una preponderanza in termini percentuali di fenomeni legati non solo al sesso di appartenenza, ma anche per motivi razziali e di votazione o superamento di esami universitari. 4. Molestia sessuale Il nostro questionario, inoltre, non ha voluto escludere il tema della molestia sessuale anche andando incontro alla eventualità di molestia all interno dell università. Fortunatamente il 92% dei casi è estraneo all evento, ma 69 4

5 questionari (6% sul totale di 1251) hanno denunciato una molestia sessuale di cui 4 (6% sul totale di 69) all interno dell università. Un dato preoccupante è che quasi la metà di questi casi rimangono taciuti, mentre solo in alcuni di essi ci si è rivolti alla famiglia, alle forze dell ordine, a strutture dedicate o semplicemente ad amici. Alla domanda In caso di molestie sessuali all interno dell università a chi ti rivolgeresti?, alla quale abbiamo proposto una risposta multipla: Polizia e Carabinieri, Sportello di ascolto psicologico o Consigliera di fiducia, oltre il 76% delle risposte hanno categoricamente escluso le ultime due in favore delle forze dell ordine. Questa percentuale risponde ad un sentimento ben preciso che nasce dopo un evento drammatico come quello della molestia sessuale e che lo denuncia come una azione spregevole e imputabile penalmente. A seguire, solamente il 2,32% si rivolgerebbe esclusivamente alla Consigliera di fiducia mentre l 1,92% esclusivamente ad uno Sportello di ascolto. A conferma di quanto detto prima il 4,56% farebbe uso dello Sportello senza rinunciare al ricorso alle forze dell ordine. La stessa domanda ma con risposta aperta ha presentato l ipotesi di potersi rivolgere anche ad amici, familiari ed eventualmente organi universitari come docenti, personale amministrativo fino a nominare, in molteplici casi, un udienza dal Rettore. 5. Consigliera di fiducia Connesso al "Regolamento del Comitato Pari Opportunità dell'università Roma Tre, emanato con DR n. 31 del 4 gennaio 2008, esiste un "Codice di condotta nella lotta contro le molestie sessuali" di cui citiamo lo 5

6 Articolo 3 - Consigliere/Consigliera di fiducia 1. E' istituita la figura del Consigliere/della Consigliera di fiducia, così come previsto dalla risoluzione del Parlamento Europeo A3-0043/94, denominato/a d'ora in poi Consigliere, e viene garantito l'impegno dell'ateneo a sostenere ogni persona, componente del personale o studente/studentessa, che si avvalga dell'intervento del Consigliere o che sporga denuncia di molestie sessuali, fornendo chiare ed esaurienti indicazioni circa la procedura da seguire, mantenendo la riservatezza e prevenendo ogni eventuale ritorsione. Analoghe garanzie sono estese agli eventuali testimoni. 2. Il Consigliere è delegato dall'ateneo a fornire consulenza e assistenza alla persona oggetto di molestie sessuali e a contribuire alla soluzione del caso. 3. Il ruolo, l'ambito d'intervento, i compiti e i requisiti culturali e professionali della persona da designare quale Consigliere sono definiti dal Comitato Pari Opportunità dell'ateneo sulla base della disciplina vigente. Il Consigliere dovrà comunque essere persona di comprovate competenza e esperienza. Nonostante questa figura all interno dell Ateneo abbia un importante ruolo come assistente a casi di molestia sessuale, la sua attività, da quanto emerso dal nostro questionario, è nota a pochi studenti. Non si è conoscenza del suo ruolo e specialmente non si è conoscenza del fatto che il nostro Ateneo ne disponga. La pubblicizzazione di questa figura sarà dunque un elemento su cui fondare parte dell attività nel futuro; assicurare che i mezzi messi a disposizione dall Ateneo siano prima di tutto conosciuti da chi lo frequenta è il primo passo per renderli efficienti. 6

7 6. Il CPO Le domande specifiche sul Comitato Pari Opportunità lasciano intendere immediatamente che gran parte degli studenti non sono a conoscenza di cosa esso sia e ciò spiega il fatto che nell 80% dei casi non se ne conosca l esistenza all interno della nostra università. Nonostante ciò però, coloro che si sono interessati al CPO ne conoscono sia le attività, sia le iniziative promosse. Sono venuti a contatto con il sito di cui apprezzano la struttura e l utilità ed ora lo frequentano assiduamente. Il sito, inteso come mezzo di comunicazione e piattaforma di scambio informazioni, viene molto consigliato anche come strumento di pubblicizzazione. Data l elevata presenza riscontrata, questo risultato era prevedibile, pertanto si è messo in cantiere una evoluzione qualitativa del sito nei contenuti e nella forma. Ulteriori consigli per rendere più visibile la struttura del Comitato Pari Opportunità suggeriscono l utilizzo di mailing list tra gli studenti, la distribuzione di volantini informativi o l affissione di manifesti nelle facoltà. Ma la percentuale più alta di risposte, pari al 33% del campione, suggerisce di fare tutte e tre le cose contemporaneamente. È doveroso far notare che tali strumenti sono stati già utilizzati; ma l uso di questi canali di comunicazione deve essere ottimizzato, e così facendo, molte tra quelle persone che oggi ignorano l esistenza del CPO, potrebbero avere più facilmente accesso alle sue potenzialità. La questione più importante emersa dal questionario e che meglio aiuterà ad individuare la strada da percorrere nel futuro, si basa sulle aspettative che il campione si è posto riguardo i compiti da svolgere. Ben il 47% dei casi ha espressamente richiesto attività di formazione quali convegni e seminari, il 27% maggiore diffusione di informazioni su dibattiti e conferenze affinché queste circolino meglio e più velocemente, ed il restante 26% ha proposto interventi 7

8 attivi, positivi e di sensibilizzazione alla tematica. Il comitato, specialmente in tema di formazione, si è chiaramente dimostrato all altezza di progettare e di gestire attività accademiche che potessero meglio affrontare ed approfondire i temi delle pari opportunità e delle tematiche di genere. A conferma dell impegno dimostrato vi è, infatti, un evidente incremento della percentuale di persone a conoscenza del corso Genere, Costituzione e Professioni rispetto ad altre offerte didattiche similari. Più della metà degli studenti interpellati si è dichiarata interessata a corsi come quelli proposti, ed addirittura il 70% circa del campione auspicherebbe l inserimento di un corso formativo trasversale di base obbligatorio in tutti i percorsi di laurea. 7. Conclusioni Questa indagine rappresenta la voce di una parte sufficientemente rappresentativa della popolazione studentesca. L importanza di questo lavoro si manifesta nell attualità delle questioni trattate, infatti mai così viva, come in questi ultimi anni, è stata la sensibilizzazione nei riguardi delle pari opportunità. Nonostante la l indagine sia ristretta ai soli studenti dell ateneo ROMA TRE, si può ritenere che i risultati che ne emergono siano rappresentativi di problematiche generali presenti presso altri atenei italiani e riscontrate attraverso il confronto nell ambito delle associazioni nazionali dei CPO universitari. Alcune realtà crude sono emerse. La schiettezza dei dati è insita nella scarsa conoscenza delle strutture che gravitano intorno al CPO. Tutto ciò, però, non vuole essere un giudizio, ma anzi un esortazione al miglioramento così come allo sviluppo. L ottimizzazione della pubblicizzazione è forse un pilastro portante dell organizzazione futura poiché la consistenza dei servizi finora offerti è concreta, e chi ne ha usufruito non si astiene dal rendergli merito. A questo 8

9 proposito l attivazione dagli ultimi due anni accademici del corso Genere, costituzione e professioni si è dimostrata essere un azione estremamente positiva in favore della componente studentesca dell Ateneo. Infatti, attraverso questa attività di formazione, si è riusciti a creare un contatto diretto non solo con i professori di tutte le facoltà, ma anche con professori esterni ed esperti che danno la loro disponibilità alla creazione di un corso multi-disciplinare ed interfacoltà unico in Italia. La prima contrapposizione che è stata riscontrata, ossia nelle percentuali di chi ritiene che il concetto di Pari Opportunità sia rilevante e di chi, nonostante questo, ritiene che i diritti connessi a questa tematica siano ancora violati, è la prova che effettivamente è necessario svolgere attività positive volte al superamento di questo gap. Quello a cui veramente il CPO si deve dedicare è dunque una migliore visibilità e continuità nel tempo sulle piattaforme dell Ateneo. Alberto D Antoni 9