4/2012. on-line UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA DIPARTIMENTO DI SOCIOLOGIA E DI SCIENZA POLITICA
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1 4/2012 on-line UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA DIPARTIMENTO DI SOCIOLOGIA E DI SCIENZA POLITICA
2 DAEDALUS Quaderni di Storia e Scienze Sociali Direzione scientifica Vittorio Cappelli, Ercole Giap Parini, Osvaldo Pieroni, Alberto Ventura Redattori e collaboratori Luca Addante, Olimpia Affuso, Luigi Ambrosi, Rosa Maria Cappelli, Renata Ciaccio, Bernardino Cozza ( ), Barbara Curli, Francesco Di Vasto, Loredana Donnici, Valentina Fedele, Aurelio Garofalo ( ), Sabrina Garofalo, Teresa Grande, Salvatore Inglese, Donatella Loprieno, Francesco Mainieri, Matteo Marini, Adele Valeria Messina, Patrizia Nardi, Saverio Napolitano, Tiziana Noce, Giuseppina Pellegrino, Maria Perri, Luigi Piccioni, Antonella Salomoni, Manuela Stranges, Pia Tucci Direzione e redazione e amministrazione Dipartimento di Sociologia e di Scienza Politica dell'università della Calabria Arcavacata di Rende (Cosenza). Tel v.cappelli@unical.it; g.parini@unical.it; o.pieroni@unical.it; alberto.ventura@unical.it Direttore Responsabile Pia Tucci Numero 4/2012 on-line Numero 23/2012 seguendo la numerazione della precedente edizione cartacea Pubblicato on line nel settembre 2012
3 SABRINA GAROFALO MOHAMMED BENNIS, IL MEDITERRANEO E LA PAROLA. VIAGGIO, POESIA, OSPITALITÀ, DONZELLI, ROMA 2009 La mia appartenenza al Mediterraneo è appartenenza al viaggio (Bennis 2009, p. 27): è sufficiente leggere questa frase per entrare immediatamente nella poesia e nel pensiero di Mohammed Bennis. Poeta marocchino della generazione degli anni 70, è riconosciuto come uno dei maggiori rappresentanti dell avanguardia artistica del Nord Africa per la sua forte innovazione e sperimentazione nella scrittura. Autore di più di trenta opere tra poesie, traduzioni saggi e prose, la sua può essere definita letteratura migrante per i contenuti, le prospettive, le modalità e il pensiero. Nella dimensione globale del nostro tempo, è necessario, secondo Bennis, ripartire dai punti di vista, dalle diverse prospettive per leggere la realtà e riconsiderare il passato svincolato da condizionamenti e rigide categorie. Il poeta è, in tal senso, capace di andare oltre la visione che normalmente, come scrive Francesca Corrao, sfugge alla vista. Bennis sostiene che il messaggio poetico ha un alto valore umanitario (Corrao in Bennis 2009, p. X). Il Mediterraneo e la parola è un testo dinamico e aperto, che mette in evidenza il rapporto stretto e dialettico tra poetica e Mediterraneo. L autore, ripercorrendo la sua vita, propone una lettura dei diversi modi in cui lo spazio mediterraneo è stato costruito come idea, a partire da quella che definisce visione araba, che ignorando il mare, si concentra su quel passaggio ristretto che ci permette di andare da un quartiere all altro come se l intera regione costituisse un unità architettonica urbana che attraversiamo senza timore né difficoltà (Bennis 2009, p. 4). Un passaggio, aperto che riporta all assenza di distinzione di una identità coloniale e colonizzata, e che ha sviluppato, nel poeta ancora adolescente, una consapevolezza che, come scrive, ha trasmesso una speciale forza d animo nel difendere la mia libera appartenenza alla cultura mediterranea (Bennis 2009, p. 5). Passare senza timore è quindi un atteggiamento legato all appartenenza, a quel sentimento tipico del 1968 che spingeva a pensare e andare oltre, come se si potesse appartenere sia all una che all altra riva del Mediterraneo. Ma con il passare degli anni questa idea di Mediterraneo aperta e dinamica si chiude. Sono gli anni 80, quelli in cui si vive forte la sensazione che lo spazio aperto del Mediterraneo ( ) fosse stato rubato (Bennis 2009, p. 5) da chi ha reso difficile quel 1
4 passaggio, quasi come se la riva settentrionale avesse chiuso le porte a sud. Ma è qui il centro della trattazione: vietare il viaggio reale racchiude in sé il divieto del viaggio simbolico, un legame tra spostamenti vissuti e immaginati, che mette in discussione quel rapporto particolare con percorsi di vita, a partire dall idea del viaggio come dimensione ineliminabile dell esperienza biografica (Floriani in Siebert, Floriani 2010, p. 140). Ancora, tutto ciò implica una riflessione sul rapporto tra quel particolare viaggio che sono le migrazioni e la costruzione di una idea del Mediterraneo suggerita da Fernand Braudel, come spazio movimento. La dimensione della mobilità geografica è insita nell immaginario mediterraneo: spostamento, movimento, viaggio. Scriveva Braudel, nel Mediterraneo all apporto dello spazio circostante, terrestre e marino, che è alla base della vita quotidiana, si assommano i doni del movimento (Braudel 1985, p. 28). Uno spazio quindi, di incontro, di scambio, di pratiche quotidiane di accoglienza. Allo scambio, secondo Bennis, viene assegnata una funzione di creazione: e in questo scambio creativo scrive colgo ciò che perpetua l essenza del Mediterraneo in quanto dimora comune (Bennis 2009, p.12). Quello che viene definito il movimento azzurro dell intercultura, facendo riferimento all immagine del mare, porta in sé il carico di significato offerto dall esperienza del viaggio. Appartenere al Mediterraneo è appartenere al viaggio, è situarsi in uno spaziomovimento che è apertura verso l altro senza indugi e ripensamenti. Il Mediterraneo è, altresì, spazio di riconoscimento perché è lo spazio dell accoglienza di culture e lingue che trovano una dimora comune. Dimensione centrale ha qui la parola: il linguaggio è visto come il luogo dell incontro tra le culture, e le traduzioni producono importanti cambiamenti: per il poeta scrive Corrao quello del tradurre non è un lavoro chimico, ma fisico, perché si tratta dell incontro tra due forme (Corrao in Bennis 2009, p. XV). La poesia è, in questo senso, una parola che fa durare le parole, dando un valore al sogno che è legato alla memoria (Bennis 2009, p. 53). Per Bennis, la costruzione del Mediterraneo passa attraverso il potere della poesia, che non si ferma ai confini. L autore afferma: Ogni poesia mediterranea è mia. Ogni poesia che annuncia il viaggio, che dà ospitalità che semina generosità. In ogni angolo del mondo. È lì che comincia il Mediterraneo. Non un luogo 2
5 recintato da principi geografici o da un idea che rinnega l Altro che viene dal sud, da oriente o da occidente (Bennis 2009, p. 29). Il Mediterraneo è quindi, luogo della resistenza, ovvero alternativa mediterranea (Cassano 2007) rispetto ai modelli di narrazione dominanti, rispetto alla deriva universalistica e monoteistica che viene dall occidente estremo ma anche denuncia contro il fondamentalismo neoimperiale che si propone di recidere ogni rapporto tra le due rive del Mediterraneo (Bennis 2009, p. 16). Bennis lo scrive a chiare lettere: La globalizzazione contraddistingue un momento in cui la supremazia dell economia riorienta la politica verso la strategia dell utile, e tende a svilire tutto ciò che percepisce di dominio dell inutile. La cultura, in questa strategia, è l inutile per eccellenza. La ricerca scientifica, le opere del pensiero e le creazioni letterarie e artistiche sono sempre considerate beni inutili in rapporto alle merci che obbediscono alla logica del profitto e delle leggi del mercato (Bennis 2009, p. 17). La poesia, la cultura e la ricerca sono quindi, secondo l autore, spazi di resistenza: luoghi di dialogo e di incontro, di ospitalità e di bellezza. Unica soluzione, per costruire un Mediterraneo, dimora comune. BIBLIOGRAFIA Bennis M. (2009), Il Mediterraneo e la parola. Viaggio, poesia, ospitalità, Donzelli, Roma. Braudel F. (1985), Il Mediterraneo. Lo spazio e la storia. Gli uomini e la tradizione, Bompiani, Milano. Cassano F. (2007), Il pensiero meridiano, Laterza, Roma-Bari. Siebert, R., Floriani, S. (2010), Incontri tra le righe, Pellegrini, Cosenza. 3
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