Sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e provincia: dati e riflessioni sul 2010 Convegno CPTO-IIPLE Bologna e provincia, 23/04/2011

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1 La sicurezza del cantiere in Europa: Analisi e Riflessioni Analisi comparativa dei dati statistici degli infortuni nel settore delle costruzioni di Italia, Germania e Regno Unito (a cura del prof. Marco Bragadin Università di Bologna) L Italia continua a vantare una frequenza degli infortuni nel settore delle costruzioni, in rapporto ai lavoratori impegnati, inferiore alla media europea. Infatti i dati Eurostat confermano che nel 2007 si sono registrati in Italia 4249 infortuni ogni occupati nel settore delle costruzioni contro i 5237 della media UE. Questa confortante situazione è però contraddetta dai dati relativi agli infortuni mortali. Nel 2007 la media dell Unione Europea si attesta sui 1,5 morti ogni 1000 infortuni contro il dato italiano che è di 2,6 infortuni mortali ogni 1000 infortuni, dato che in Gran Bretagna scende a 1,5 e in Germania addirittura si attesta a 1,0. Si tratta quindi di un incidenza quasi doppia rispetto a quella media. Questo è invece un dato preoccupante, in quanto sono proprio gli infortuni più gravi gli indicatori più sinceri del reale livello di sicurezza del settore industriale delle costruzioni. Per indagare questo fenomeno è stata svolta una operazione di benchmarking con il settore delle costruzioni tedesco ed inglese. Il settore tedesco è analizzato in virtù delle similitudini con il contesto nazionale e della posizione di riferimento dell economia germanica nell ambito dell Unione Europea. Infatti, in realtà, numerose sono le somiglianze tra i due settori delle costruzioni di Italia e Germania, a partire dalla polverizzazione del tessuto imprenditoriale (e della contestuale polarizzazione delle dimensioni aziendali in piccole medie imprese ed imprese di grandi dimensioni), per proseguire nell impiego di tecniche costruttive similari e/o comparabili (con la corrispondente correlazione con i rischi specifici), per finire con il recepimento della normativa comunitaria nei rispettivi contesti legislativi nazionali con notevoli affinità. Invece l analisi comparativa con il settore delle costruzioni inglese è stata svolta per valutare come una diversa struttura organizzativa sia della normativa che degli stessi operatori della sicurezza si rifletta in buoni risultati statistici, vicini a quelli della Germania. Analisi delle statistiche degli infortuni. Confronti Italia, Germania e Inghilterra Il primo dato in grado di misurare l efficacia di un sistema in materia di sicurezza sul lavoro è quello relativo agli infortuni. In particolare sono stati presi in considerazione unicamente gli incidenti più gravi, quindi gli incidenti mortali, poiché questi vengono denunciati nella quasi totalità dei casi, cosa che non può non avvenire per gli infortuni di entità minore soprattutto in caso di lavoro irregolare. Secondo i dati Eurostat nel 2007 il numero assoluto di infortuni mortali, per il settore delle costruzioni, è stato di 219 unità in Italia, di 145 in Germania e di soli 72 casi in Inghilterra. Fortunatamente i dati estesi al decennio presentano un calo percentuale costante molto simile. Per quanto riguarda il caso inglese è importante sottolineare come nel Regno Unito non sia presente un sistema assicurativo specifico, per cui è presente un fenomeno di sottodichiarazione che arriva fino al 50% dei casi. Per poter svolgere un confronto diretto tra il quadro italiano, quello tedesco ed inglese relativo ai dati infortunistici nei cantieri, i valori assoluti sono stati relazionati al numero di ore lavorate annue, ottenendo in questo modo un fattore di incidenza indipendente dalla dimensione assoluta delle economie nazionali e dalle distorsioni date da momenti di particolare espansione o contrazione dell economia. 1

2 Nell anno 2007 secondo Eurostat in Germania il numero di ore lavorate nel solo settore delle costruzioni è stato pari a , in Italia è stato pari a e in Inghilterra pari a Rapportando tale volume di lavoro al numero di incidenti mortali verificatisi nello stesso anno, pari a 145 per la Germania, a 219 per l Italia e 72 per l Inghilterra, si ottiene un fattore di incidenza di 0,07 infortuni mortali per ogni milione di ore lavorate in Germania, a fronte di 0,11 infortuni italiani, quasi il doppio. Per l Inghilterra il fattore si attesterebbe su un valore di 0,03 (poco affidabile), che diventa 0,06 cioè paragonabile al tedesco, se si tiene conto dei livelli di sottodenuncia citati. Il secondo elemento su cui si è indagato è la conformazione delle imprese edili. Partendo sempre dai dati Eurostat, si è osservato come in Germania il settore delle costruzioni sia dominato dalle piccole imprese, come in Italia. Infatti il 78% del totale delle aziende edili tedesche è costituito da meno di 10 lavoratori, in comparazione con il 95,5% del dato italiano. Il numero medio di lavoratori per impresa edile è di 3 unità in Italia, di 7,4 in Germania e di 6 nel Regno Unito. Dunque anche i settori tedesco ed inglese sono caratterizzati da piccole imprese, mediamente di dimensioni maggiori di quelle italiane, ma sostanzialmente simili per quanto può riguardare gli aspetti organizzativi. Questo concetto trova un riscontro diretto a partire dallo stesso recepimento della direttiva cantieri 92/57/CEE nei vari paesi. Infatti la dimensione dei cantieri che comporta l invio della notifica preliminare, il primo strumento di verifica del cantiere a disposizione degli enti di controllo, è di almeno 30 giornate lavorative di durata con 20 lavoratori occupati o di almeno 500 uomini - giorno, esattamente come previsto dalla direttiva europea, in Germania, e similmente di 30 giorni di durata o 500 uomini giorno in Inghilterra. In Italia invece è noto come, dopo diverse modificazioni normative, attualmente il Testo Unico per la sicurezza renda obbligatoria l elaborazione e la trasmissione della notifica preliminare sempre in caso di più imprese esecutrici e a partire dai 200 uomini giorno nel caso di un'unica impresa. Questo dimostra la maggiore volontà del legislatore italiano di controllare anche le realtà più piccole, nelle quali operano più frequentemente le imprese con pochi dipendenti. 2

3 Le statistiche degli infortuni e delle malattie professionali nel settore delle costruzioni in Europa I dati infortunistici Per una maggiore comprensione del fenomeno infortunistico nel settore edile in Europa si presentano le seguenti tabelle che riportano i dati di Eurostat. Tabella 1. Numero degli infortuni con più di tre giorni di assenza dal lavoro nel settore delle costruzioni in Europa. GEO/TIME European Union (15 countries) Belgium Denmark Germany Ireland Greece : Spain France Italy Luxembourg Netherlands Austria Portugal Finland Sweden Great Britain Norway Switzerland : 3

4 Tabella 2. Numero di infortuni sul lavoro con più di tre giorni lavorativi d assenza nel settore delle costruzioni. Comparazione Italia Germania - Inghilterra Francia European TIME/GEO Italy Germany Great Britain France Union (15) Tabella 3. Numero degli infortuni mortali sul lavoro nel settore delle costruzioni in Europa GEO/TIME European Union (15) Belgium Bulgaria : : : : : : Czech Republic : : : : : : Denmark Germany Estonia : 6 : : : : : : : : Ireland Greece : Spain France Italy Cyprus : : : : : : Latvia : : : : : : Lithuania : : : : : : Luxembourg : 4 4 : : Hungary : : : : : : Netherlands Austria Poland : : : : : : : Portugal Romania : : : : : : : Slovenia : : : : : : : Slovakia : : : : : : Finland Sweden Great Britain (u) Norway Switzerland : : : : : : Legenda: (u) = dato non affidabile 4

5 Tabella 4. Numero degli infortuni mortali sul lavoro nel settore delle costruzioni in Europa. Comparazione Italia Germania Inghilterra - Francia Great Britain (u) European Union (15 countries) TIME/GEO Italy Germany France Legenda: (u) = dato non affidabile Nelle seguenti tabelle si considera l indice di frequenza degli infortuni che hanno comportato più di tre giorni lavorativi di assenza, ma non vengono tenuti in considerazione gli incidenti avvenuti sulla strada da e verso il luogo di lavoro. Tabella 5. Infortuni registrati nel settore delle costruzioni de paesi UE Indici di frequenza per occupati. GEO/TIME European Union (15) Belgium Denmark Germany Ireland Greece : Spain France Italy Luxembourg Netherlands Austria Portugal Finland Sweden Great Britain Norway Switzerland : : : : : : 5

6 Tabella 6. Infortuni registrati nel settore delle costruzioni. Comparazione tra Italia Germania - Inghilterra Francia. Indici di frequenza per occupati. European TIME/GEO Italy Germany Great Britain France Union (15 countries) Considerando le tabelle precedenti si nota come in una decina di anni il numero degli incidenti sul lavoro nel settore delle costruzioni sia diminuito. Organizzazione del settore e infortuni La tipologia e la dimensione delle imprese edili è un ulteriore aspetto da tenere in considerazione. Tabella 7. Numero di imprese settore costruzioni per classe di dimensione in Europa, anno 2007 Between Between 10 Between or Between or SIZE_EMP 1 and 9 and 19 and 49 more and 249 more GEO/TIME European Union (27 countries) : Belgium Bulgaria Czech Republic Denmark Germany Estonia Ireland : : Greece Spain France Italy Cyprus Latvia Lithuania Luxembourg : Hungary Netherlands Austria Poland

7 (continua tabella 7) Sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e provincia: dati e riflessioni sul 2010 Between Between 10 Between or Between or SIZE_EMP 1 and 9 and 19 and 49 more and 249 more GEO/TIME Portugal Romania Slovenia Slovakia Finland Sweden United Kingdom Norway Tabella 8. Numero medio di dipendenti per impresa del settore costruzioni in Europa GEO/TIME Belgium 4,1 4,2 4,2 4,2 4,5 : Bulgaria Czech Republic Denmark 5,8 6,0 6,1 6,1 6,1 6,2 Germany : 7,4 7,5 7,2 7,6 7,8 Estonia Ireland 52,8 56,1 68,2 64,7 62,1 : Greece 2,8 2,8 2,8 2,7 2,9 2,9 Spain 6,3 6,5 6,6 6,5 6,6 6,6 France 4,0 4,0 3,9 4,1 4,1 4,4 Italy 3,2 3,1 3,1 3,1 3,1 2,9 Cyprus Latvia : Lithuania Luxembourg 16,6 16,4 16,3 16,4 16,3 : Hungary Netherlands 5,7 5,9 6,4 6,3 6,5 6,8 Austria 9,7 9,8 10,2 10,4 10,8 11,6 Poland Portugal 4,2 4,0 4,0 4,1 4,0 4,7 Romania Slovenia Slovakia Finland 3,6 3,7 : : 5,4 4,0 Sweden 4,1 3,9 3,9 3,9 4,0 4,2 United Kingdom 6,0 6,1 6,3 6,4 6,6 6,7 Norway 4,1 4,0 3,8 3,9 : 3,7 7

8 Tabella 9. Numero di ore lavorate nel settore delle costruzioni in Europa GEO/TIME Belgium : Bulgaria Czech Republic Germany Estonia Greece Spain : France Italy Cyprus Latvia : : Lithuania Luxembourg : : Hungary Netherlands Austria Portugal Romania Slovakia Finland : Sweden : United Kingdom Norway : Dai seguenti dati si può notare come si possa stabilire una correlazione tra frequenza di incidenti e dimensioni dell azienda. Tabella 10. Incidenti che hanno comportato più di tre giorni lavorativi di assenza nel settore delle costruzioni in Europa (European Union, 15 countries and Norway) in relazione al numero di dipendenti delle imprese. Between 1 Between 10 Between 50 Between or TIME/SIZECLAS and 9 and 49 and 249 and 499 more

9 Tabella 11. Infortuni mortali nel settore delle costruzioni in Europa (European Union, 15 countries and Norway) in relazione al numero di dipendenti. TIME/SIZECLAS Between 250 and 499 Between 1 and 9 Between 10 and 49 Between 50 and or more 9

10 Il recepimento della direttiva cantieri nel regno unito Quadro normativo Nel Regno Unito la disciplina della salute e sicurezza sul lavoro si basa sia sulla Statute Law che sulla Common Law. La Common Law indica il complesso di norme di formazione giurisprudenziale che storicamente costituiscono il cardine del diritto anglosassone, mentre la Statute Law indica il complesso di norme emesse dal legislatore in senso proprio. Le leggi emanate dal Parlamento sono la principale fonte legislativa. I principi della Common Law hanno stabilito nell evoluzione giurisprudenziale sino all inizio degli anni 1960, dei chiari limiti legali per il controllo dei rischi. La Health and Safety at Work Act del 1974 è stata la prima legge emanata dal Parlamento Britannico sulla salute e sicurezza sul lavoro. Si tratta di una legge quadro del tipo prestazionale, o meglio goal setting, per obiettivi, che ha esteso le responsabilità di base di salute e sicurezza non solo a datori di lavoro e ai lavoratori ma anche a tutti quelli che possono essere coinvolti dalle attività lavorative. In questo modo il legislatore stabilisce solo l obiettivo ultimo da raggiungere e non più come deve essere raggiunto e con quali modalità. In buona sostanza non è il legislatore che deve prevedere i rischi ma il datore di lavoro. Questa concezione prestazionale è giustificata dal fatto che le normative di tipo prescrittivo di dettaglio possono divenire inadeguate molto presto a causa della continua evoluzione tecnologica e dei differenti processi produttivi e dei luoghi di lavoro. Questa normativa fondamentale continua a dispiegare i suoi effetti anche sulle norme successive inglesi ed è stata sostanzialmente recepita anche a livello europeo, per gli aspetti di impostazione prestazionale, dalla direttiva quadro 89/391/CE, recepita in Italia prima con il D.lgs. 626/94 e ora con il testo unico D.lgs. 81/08 e s.m.i. Le Health and Safety Regulations sono norme specifiche che sono solitamente elaborate dal Segretario di Stato per l ambiente che delibera sulle proposte formulate dall Health and Safety Commission (HSC). Infine la maggior parte delle leggi relative alla salute e sicurezza sul lavoro per il settore delle costruzioni sono attuate dall Health and Safety Executive (HSE) e occasionalmente dall Enviromental Health Departement delle Autorità Locali. Il quadro legislativo è stato consolidato nel 1992 con il recepimento della direttiva 89/391/CE e in seguito con il recepimento della direttiva cantieri 92/57/CE con le leggi Construction (Design and Management) Regulations 1994 (CDM 94) e Construction Health and Safety and Welfare Regulations (CHSW 96) del Questo sistema ha portato nel UK un sostanziale miglioramento nell andamento infortunistico a lungo termine. All inizio degli anni 60 il numero di lavoratori morti nelle costruzioni ogni anno era circa 275. Nel 1970 era circa 200, nel 1980 circa 135 e nel 1990 circa 100. Nel 1997/98 i morti erano circa 74 e nel 2007 è di 72 (anche se il dato deve essere soggetto a verifica). Dal 6 aprile 2007 è entrato in vigore il Construction (Design and Management) Regulations 2007 (CDM 2007) che sostituisce sia il CDM 94 che il CHSW 96. Specifici consigli per rispettare gli obblighi della legge Construction (Design and Management) Regulations del 2007 sono disponibili nel Codice di Pratiche approvate (Approved Code of Practice - ACOP), pubblicato dalla HSC dal titolo Gestione delle costruzioni dal punto di vista della salute e sicurezza. 10

11 Il construction (design and management) regulations 2007 L obiettivo del CDM 2007 è quello di integrare la gestione della salute e della sicurezza in tutte le fasi del processo costruttivo ed incoraggiare tutti i soggetti coinvolti a lavorare insieme per migliorare la gestione e la pianificazione del progetto, identificare i rischi dalla fase iniziale ed eliminare la burocrazia superflua (ACOP 07). Importante è notare che il CDM 2007 introduce la figura del CDM Co-ordinator per i progetti soggetti a notifica, sostituendo l attività di vigilanza del precedente Planning Supervisor. Un progetto deve essere notificato se la durata dei lavori è superiore a 30 giorni o se l intervento è superiore a 500 uomini giorno. L intervento notificabile richiede la nomina da parte del Committente (Client) di un Coordinatore della Sicurezza CDM Co-ordinator e di un impresa affidataria Principal Contractor. In questo caso il Client ha l obbligo di fornire informazioni per la salute e la sicurezza in fase preventiva alla gara di appalto e di richiedere lo sviluppo di un Construction Phase Plan da parte del Principal Contractor affidatario. Il Client deve garantire che Designers e Contractors: siano competenti; lavorino sotto la supervisione di persone competenti; abbiano risorse adeguate; abbiano il tempo necessario, per produrre una corretta gestione della salute e della sicurezza. Il Client deve assicurarsi che tra le diverse figure coinvolte nel progetto ci sia buona comunicazione, cooperazione e coordinamento e che la progettazione e conduzione del cantiere sia conforme alle norme di sicurezza. Il Client deve fornire il Pre-Construction Information (Piano di Sicurezza Pre-gara di appalto) a tutti i Designers e Contractors. Il Principal Contractor deve pianificare, gestire e coordinare i lavori al fine di assicurare che i rischi siano identificati ed adeguatamente controllati. Deve dimostrare al Client di disporre di risorse sufficienti per realizzare l intervento in modo sicuro e prima di iniziare i lavori deve realizzare un Construction Phase Plan che sarà aggiornato con l avanzare dei lavori. Deve garantire la comunicazione e il coordinamento di tutti i Contractors, che a loro volta si devono attenere al Construction Phase Plan. ll CDM Co-ordinator deve assistere e consigliare il Client per gli adempimenti in merito alla sicurezza e salute, deve notificare il progetto all HSE, raccogliere i documenti necessari per la realizzazione del Pre-Construction Information o, se già realizzato, verificarne l idoneità o dare eventuali consigli al Client per migliorarlo, gestire le informazioni sulla salute e sicurezza tra Client, Designers e Contractors, infine deve produrre e aggiornare l Health and Safety File (Fascicolo dell Opera). Dovere fondamentale dei Designers è quello di realizzare progetti che non comportino rischi per la salute e la sicurezza durante la fase di costruzione, utilizzo e mantenimento della struttura. In particolare devono fornire suggerimenti sulle sequenze di costruzione al fine di mostrare come l intervento possa essere realizzato in modo sicuro. 11

12 Comparazione con la normativa nazionale italiana Le differenze tra le due discipline, a prescindere dalla origine comune data dalla direttiva cantieri 92/57/UE, sono abbastanza nette. Per quanto riguarda gli strumenti il Pre-Construction Information (PCI) consiste essenzialmente in uno studio iniziale che prevede la raccolta di informazioni utili sia ai Designers e ai Contractors, ma in modo particolare ai potenziali Principal Contractors, realizzato a cura del Client. In Italia è il Piano di Sicurezza e Coordinamento, ma ha contenuti differenti, più dettagliati, ha carattere prescrittivo ed è redatto dal Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione. È noto come in Italia l impresa debba redigere il Piano Operativo di sicurezza (POS) in base al PSC ed alla propria valutazione dei rischi (DVR) e il POS sia da considerare come un piano complementare e di dettaglio del Piano di Sicurezza e Coordinamento. In realtà i contenuti del PSC si avvicinano di più al Piano Operativo Inglese, il Construction Phase Plan redatto dal Principal Contractor una volta aggiudicata la gara. Tale piano include infatti le scelte progettuali ed organizzative inerenti la sicurezza del cantiere inclusa la realizzazione del Construction Programme (Cronoprogramma), lo sviluppo del Site Layout (Layout di Cantiere) e di tutte le disposizioni che dovranno essere seguite anche dai subappaltatori. Ancora differente è il ruolo dei coordinatori nei due paesi. Il nostro Coordinatore della Progettazione si avvicina abbastanza al ruolo del CDM Coordinator il quale ha la funzione principale di coordinare gli aspetti riguardanti la salute e sicurezza dell intervento e di assistere il Client nelle proprie funzioni. Ma il CDM Co-ordinator non deve redigere il Pre-Construction Information (PCI) che è redatto a cura del Client stesso. Il Coordinatore dell Esecuzione (CSE) in Italia non può essere il datore di lavoro delle imprese affidatarie ed esecutrici o un suo dipendente o il responsabile del servizio di prevenzione e protezione da lui designato, a meno che non ci sia coincidenza tra committente e impresa esecutrice. Il CSE deve inoltre verificare con opportune azioni di coordinamento e controllo l applicazione da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi delle misure di sicurezza. Queste funzioni in Inghilterra sono svolte dal Principal Contractor. Questo in Italia non è possibile perché si verificherebbe un conflitto di attribuzioni. Il CDM Co-ordinator inglese è si presente anche nella fase di costruzione ma non ha il dovere di controllare i lavori, deve soprattutto coordinare quegli aspetti che inevitabilmente influiranno sulla prevenzione e pianificazione dei rischi, garantendo la comunicazione e la cooperazione di tutti i soggetto coinvolti nei lavori, oltre a garantire l aggiornamento in corso d opera dal Health and Safety File. Dall analisi comparata si evince che i paesi come l Inghilterra con maggior cultura di impresa e sensibilità sociale, pur adottando regole apparentemente meno rigide hanno dalla loro parte un positivo riscontro statistico, pur mediato dai già citati elementi critici derivanti dalla mancanza di specificità del sistema assicurativo. 12

13 Riflessioni L elevato numero di infortuni sul lavoro e di malattie professionali si può ricondurre soprattutto ad una disapplicazione della normativa antinfortunistica, all emersione del lavoro nero e alla mancanza di formazione e controlli in materia di sicurezza sul lavoro. La dimensione del fenomeno può essere in larga parte addebitabile anche ai cambiamenti nei modelli organizzativi della produzione e del lavoro, cioè la frammentazione pianificata dei processi produttivi in imprese e squadre di lavoro sempre più piccole, collegate da lunghe catene di esternalizzazioni a cascata e subappalti, che disincentiva la formazione alla sicurezza. E in molti casi la rende tecnicamente inattuabile. Il fenomeno infortunistico va visto come un meccanismo complesso interagente con la realtà economica, con il mondo del lavoro, con la società nel suo complesso. Il rischio infatti è sensibile: all andamento della situazione economica (in genere esso cresce con la congiuntura favorevole, diminuisce nei periodi di crisi); all innovazione tecnologica (le macchine di nuova concezione e la riorganizzazione dei processi produttivi riducono i rischi); ai ritmi di lavoro (con essi aumenta lo stress, diminuisce la manutenzione, cresce il rischio); al settore lavorativo; all età degli addetti (il rischio diminuisce e la gravità delle lesioni cresce al crescere dell età); alla stagionalità (la temperatura elevata, ad esempio, comporta un aumento degli infortuni); alla dimensione aziendale (il rischio è, in genere, inversamente proporzionale ad essa); alla mansione; al grado di rappresentatività dei lavoratori; al pendolarismo; al grado di coinvolgimento nell azione di prevenzione che la dirigenza riesce ad ottenere sul luogo di lavoro. La mancanza di pianificazione e coordinamento è un ulteriore fattore di rischio, infatti l infortunio si verifica soprattutto nei punti deboli delle articolazioni del sistema: ad esempio tra due squadre, tra due posti di lavoro oppure tra due categorie diverse di operatori che insistono sul medesimo spazio o che hanno obiettivi differenti; oppure ancora in occasioni dette di recupero, quelle messe in atto al di fuori del normale processo, al fine di ritornare ad una situazione di normalità dopo una perturbazione, oppure quando si utilizzano procedure o strumenti per funzioni diverse da quelle per cui sono previsti. Quindi la prevenzione degli infortuni deve basarsi sulla valutazione dell intero sistema lavorativo, iniziando in primo luogo dall analisi dei comportamenti adottati dai soggetti coinvolti. È chiara la correlazione con una molteplicità di fattori: aspetti socioeconomici; aspetti culturali; aspetti organizzativi; aspetti tecnici; la formazione del singolo lavoratore (ad esempio: la disattenzione dei lavoratori che sottovalutano i rischi o la tendenza ad evitare dispositivi di protezione allo scopo di effettuare manovre più agevolmente ed aumentare la produttività). Nel contesto europeo i paesi del Nord Europa si distinguono per il basso numero di infortuni. Ciò può essere dovuto ai seguenti fattori: 13

14 un ampio spazio dedicato alla ricerca applicata, soprattutto alle innovazioni tecnologiche; una particolare attenzione ai problemi dell organizzazione del lavoro; un forte rilievo delle relazioni industriali; un sistema di vigilanza fondato soprattutto sulla programmazione anche nel medio lungo periodo; una diffusione della cultura della prevenzione e della legalità; un forte radicamento nella coscienza sociale di un severo giudizio nei confronti di chi non rispetta le norme in materia di sicurezza e provoca danni alla salute degli individui. Da questo emerge che viene avvertito come socialmente sbagliato il provocare infortuni e malattie e ogni problema viene affrontato con altissima professionalità. Riferimenti Banca dati Eurostat B. Fabiano, F. Currò, R. Pastorino A Study of the relationship between occupational injuries and firm size and type in the Italian Industry Safety Science 42 (2004) pp Chiara Scarpellini e Marco Bragadin, Normativa e strumenti per la gestione della sicurezza in cantiere: confronti Italia Germania Ingegneri CC, n. 13 Gennaio 2011 Ed. Maggioli. Il quadro normativo e la gestione della sicurezza nei cantieri edili in Gran Bretagna: il caso del Neo Bankside di Londra tesi di laurea di Eleonora Severi. INAIL (a cura di) Direttiva Cantieri - Come applicare le norme per la sicurezza nei cantieri temporanei e mobili, Inail,

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