Ecco il famoso (e contestato v.oltre ) grafico detto a bastone di hockey, a supporto di questa affermazione.

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1 Trattato di Kyoto: tutto quello che Un po di storia Nel '92 si tiene a Rio de Janeiro la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo,meglio nota come il "Summit della terra", dove si parla per la prima volta di riscaldamento globale. Gli scienziati dell'intergovernmental Panel on Climate Change ( IPCC) delle Nazioni Unite indicano le prove di un riscaldamento del pianeta nel ritiro dei ghiacciai, nell'assottigliamento della calotta polare, nella diminuzione delle nevi perenni, nell'aumento delle precipitazioni e nell incremento delle manifestazioni meteorologiche più estreme. Imputati principali del riscaldamento sono indicati nei c.d gas serra ad effetto serra (biossido di carbonio, metano, protossido di azoto, perfluorocarburi, idrofluorocarburi ed esafloruro di zolfo). Gas che intrappolano il calore irradiato dalla terra impedendone l'uscita nello spazio esterno, proprio come il vetro intrappola il calore in una serra. Questo fenomeno, naturale e benefico (senza l' effetto serra la terra sarebbe di 15 gradi più fredda), viene giudicato in pericolosa crescita dagli scienziati dell IPCC a causa della crescente concentrazione di gas serra dovuta alle attività umane degli ultimi 100 anni. Ecco il famoso (e contestato v.oltre ) grafico detto a bastone di hockey, a supporto di questa affermazione. Dopo Rio fa seguito la Convenzione di New York, che si pone come obiettivo la stabilizzazione delle concentrazioni in atmosfera dei gas a effetto serra, mentre il 10 dicembre 1997 viene firmato il Protocollo di Kyoto che impegna i paesi industrializzati a ridurre le emissioni di gas serra del 5,2 per cento rispetto ai livelli del Il tutto entro il periodo compreso tra il 2008 e il Ma perchè il Protocollo di Kyoto entri in vigore lo dovranno ratificare almeno 55 Paesi rappresentanti non meno del 55% delle emissioni del Quest' ultima condizione risulta la più critica dal momento che gli USA - lo stato nazionale con maggiori emissioni - non ratifica il Protocollo che viene invece approvato da Unione Europea, Giappone, Canada, Polonia ed altri paesi in rappresentanza del 37% delle emissioni.

2 Nel 1998, con una decisione del Consiglio dei Ministri dell'ambiente dell'unione europea,anche l'italia s'impegna a ridurre le proprie emissioni del 6,5 per cento nel quadro degli impegni comunitari di riduzione complessiva dell'8 per cento. Infine, dopo essere stato avversato dagli Stati Uniti e non sottoscritto da paesi in via di sviluppo come Cina,India e Brasile, il Trattato è entrato in vigore il 16 febbraio del 2005 grazie alla firma della Federazione Russa che ha portato in dote il suo 17,4% delle emissioni - e grazie alle forti pressioni di paesi come la Germania,la Francia e la G.Bretagna. Il Protocollo Il Protocollo di Kyoto è uno strumento giuridico internazionale i cui obblighi a carico degli Stati firmatari sono legati ad obiettivi di riduzione dei gas serra e sono modulati attraverso una analisi dei costi-benefici

3 Questa analisi si fonda su tre strumenti definiti dal Trattato come i meccanismi flessibili Il principale dei quali è il commercio di quote di emissione, detto anche 1. Emisssion Trading Strumento finalizzato a permettere lo scambio di crediti d emissione tra paesi o società in relazione ai rispettivi obiettivi. Una società o una nazione che abbia conseguito una diminuzione delle proprie emissioni di gas serra superiori al proprio obiettivo- potrà cedere tali crediti a un paese o una società che non sia stata in grado di abbattere sufficientemente le proprie Questi paesi ( ad esclusione della Gran Bretagna )sono in possesso di queste quote a seguito della chiusura di numerose grandi aziende energivore, tipiche delle execonomie pianificate. Aumentare l efficienza di una vecchia centrale a carbone o convertirla a gas in questi paesi comporterebbe riduzioni di emissioni notevoli e (oggi) poco costose. Una serie di studi sostiene che il costo di abbattimento della CO2 in questi paesi sarebbe oggi di ca 1,5 Euro/tonn, un valore decisamente inferiore ai prezzi di mercato dei permessi di emissione

4 (che al gennaio 2005 valevano ca. 9 Euro/tonn) e ovviamente molto più bassi delle multe per inadempienza.(v.oltre) Alcune stime indicano per la Russia un potenziale di riduzione di Mton nel periodo e un introito per questo paese di c.a1-3 MD di $. Un vantaggio ulteriore del meccanismo verrebbe anche dal trasferimento di tecnologie e competenze innovative in questi paesi. 2. Joint implementation (JT) Partecipazione a programmi di riduzione delle emissioni in Paesi in via di transizione ( ex economie pianificate URSS e paesi est europeo) che permettono l acquisizione di crediti che valgono ai fini del raggiungimento degli obiettivi di abbattimento nel Paese ( o nell azienda) promotore Le esperienze concrete fin qui fatte non sono però esaltanti; su 29 progetti di risparmio energetico in Russia oltre la metà ha avuto problemi di finanziamento e ben 26 sono stati ostacolati dalla burocrazia locale. 3. Clean Developement Mechanism: meccanismo in base al quale i paesi industrializzati possono realizzare, nei paesi in via di sviluppo progetti che conseguano un beneficio ambientale in termini di emissioni di gas serra e trasferire tali benefici (crediti) sull obbligo relativo al proprio paese. Una classificazione degli attuali progetti CDM per tipologia di innovazione (N progetti)ha dato i seguenti risultati: Per l Italia il ricorso ai CDM è molto importante al fine di raggiungere i propri obiettivi di riduzione e il Ministero dell Ambiente ha stanziato 24,5 milioni di $ per l acquisto dei certificati di riduzione delle emissioni (CER ) che si creano a partire dai progetti che apportano benefici reali, misurabili e in relazione alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Allo stato attuale esistono 84 progetti in fase di discussione ma un solo progetto è stato approvato in Brasile- con un valore di riduzione in 7 anni di 2,8 Mton di CO2

5 Le istituzioni del mercato degli Emission Trading Cruciali per la possibilità di usare con efficacia questi nuovi e sofisticati meccanismi saranno ovviamente le istituzioni che accompagneranno la nascita di questi nuovi mercati ( regole, autorità, controlli,certificazioni, finanza,tecnologie..). La gestione del Trattato di Kyoto e dei meccanismi flessibli richiede metodi di gestione, e competenze che unifichino aspetti tecnici, finanziari,organizzativi ed ambientali Alcuni paesi a questo scopo hanno già attivato agenzie per l acquisto dei crediti per conto dei propri governi, grandi banche internazionali hanno aperto dei desk (tavoli) per il commercio dei diritti di emissione. In Olanda e in Usa sono già attive società di finanziamento private per investire in progetti di riduzione delle emissioni da rivendere poi (a caro prezzo) ai paesi in difetto. I progetti di riduzione delle emissioni attraverso i meccanismi flessibili non sono a buon mercato: hanno costi elevati di gestione (registrazione,monitoraggio,certificazione) e si stima che per ogni progetto i soli costi amministrativi si aggirino sui euro. Dato che in Italia sarebbero poche le imprese con le dimensioni e le competenze necessarie ad affrontare questo mercato occorre l intervento di soggetti aggregatori dei progetti come le Banche,le Associazioni di categorie, le Regioni o le stesse utilities del settore (es ex municipalizzate) Le logiche del Trattato Scherzosamente (ma non troppo) definito come "il Trattato più caro della storia umana",kyoto aspira a creare una nuova governance di ambiente e sviluppo, basata su obiettivi di riduzione misurabili a cui collegare premi di mercato per i più virtuosi e sanzioni economicoamministrative per gli inadempienti, come nei i paesi della UE. Strumento di questa governance, come abbiamo visto, è il commercio globale di certificati di riduzione. Il lato della domanda di questi certificati viene alimentato dalle autorità governative e dalle imprese private attraverso appositi fondi (per il nostro Paese l Italian Carbon Fund) mentre quello dell offerta dai progetti di riduzione delle emissioni, il cui iter di approvazione resta al momento decisamente lungo e tortuoso. Appare evidente soprattutto per le misure UE di recepimento -che siamo in presenza di veri e propri atti di politica economica ed industriale promossi dal Trattato. Si tratta di una tendenza che viene dopo molti anni di ortodossia liberista" dove l offerta doveva ciecamente seguire la domanda in cui riappaiono logiche di indirizzo dei consumi come dello sviluppo produttivo. Forza e direzione di queste scelte sono ovviamente tutte da verificare ma le ambizioni del Trattato e della UE sono quelle di attivare una riconversione eco-logica su scala (semi) planetaria che ridisegni la mappa geopolitica dell energia, dell economia e della tecnologia. Del potere, in poche parole. Sotto questo profilo è facile capre come mai le tensioni attorno al Trattato ( già si discute del suo futuro) siano così alte. In mezzo a ostilità dichiarate e molte difficoltà il Trattato ha anche già dato una prima prova della sua capacità di indurre comportamenti nuovi: a spingere la Russia a sottoscrivere Kyoto è stata l'aspettativa di aggiudicarsi alcuni MD di Euro attraverso il mercato delle emissioni o dei cd "certificati verdi".

6 Cambiamento del clima: minaccia o mito? Com è ovvio il Protocollo ha anche i suoi oppositori i quali sostengono che gli allarmi per le modifiche ambientali causate dai gas serra NON sono scientificamente giustificati e ciò a causa delle notevoli incertezze che gravano su questa correlazione Le critiche degli scettici si possono così riassumere: 1. Anche in passato la CO2 è cresciuta e non per cause antropogeniche. In epoca storica a es.tra il 1000 e il 1300 d.c vi è stato un periodo detto di caldo medievale che ad es. ha permesso la coltivazione di melograni,fichi e ulivo nella valle del Reno e ai Vichinghi di colonizzare la Groenlandia. Secondo questa interpretazione il riscaldamento terrestre ammesso che esista- potrebbe avere cause esclusivamente naturali ( attività e orbita solare, vulcani) 2. i dati climatici raccolti fino ad oggi, al suolo, sulle superfici marine, in atmosfera e solo recentemente dallo spazio NON sono in accordo tra loro e NON giustificano il famoso grafico a bastone da Hockey dell IPCC 3. i modelli computerizzati di mutamento climatico elaborati sono molto rozzi a causa dei comportamenti non lineari/caotici intrinseci alla meteorologia. Le simulazioni condotte NON spiegherebbero né il clima del passato né, tantomeno, quello del futuro. 4. l' efficacia del Trattato di Kyoto è molto dubbia: nel breve-medio periodo due terzi delle nuove emissioni proverrà da Paesi cd in via di sviluppo che non hanno firmato (Cina, India, Indonesia, Brasile) e dopo il 2030 le previsioni AEA (Agenzia Europea dell Ambiente) indicano che le emissioni di questi paesi raggiungerà il 50% del totale. Tanto detto, alcuni fatti sono da considerare incontrovertibili. Primo: è fuori dubbio che alcuni gas come la CO2 intrappolano il calore sulla terra e generano l effetto serra. Secondo: è indubbio che le attività umane stanno pompando CO2 in atmosfera e che i livelli attuali sono maggiori dell età preindustriale. Ne consegue che le attività umane contribuiscono (da sole o in concomitanza con eventuali cause naturali) all effetto serra Terzo: se possono esserci fondati dubbi metodologici sull affermazione che gli anni 90 siano stati i più caldi del millennio (come afferma il grafico a bastone di hockey ) NON è dubbio che 19 dei 20 anni più caldi negli ultimi 150 anni si sono verificati dopo il 1980 Quarto: 928 pubblicazioni scientifiche,ovvero verificate da altri scienziati, pubblicate dal 1993 ad oggi hanno dato il loro consenso al concetto di cambiamento del clima Quindi, se previsioni a medio-lungo termine sulle variazioni climatiche restano praticamente impossibili a causa della intrinseca oscillazione caotica del fenomeno, resta fuori discussione la necessità di ridurre le attuali emissioni da gas serra e, in particolare, da combustibili fossili. Per l ambiente, la geopolitica o il borsellino, in fondo, ha poca importanza se si crede che i mutamenti climatici (provocati dall uomo o meno) saranno la questione politica,economica, tecnologica più rilevante del XXI secolo. La Direttiva UE 2003 / 87 /CE Emission Trading Come abbiamo detto nell ambito del Protocollo di Kyoto la UE si è assunta l impegno di ridurre le emissioni di gas serra dell 8% rispetto al 1990 entro il Questa Direttiva ha anche istituito il sistema per lo scambio di quote di emissioni di gas serra all interno dell Unione Europea ed ha regolato in questo ambito l utilizzo dei crediti di

7 emissione derivanti dai progetti Joint Implementation e Clean Developement Mechanism La Direttiva preveda due obblighi per gli impianti da essa regolati (trasformazione energetica, produzione metalli ferrosi-lavorazioni minerarie,cementifici, vetrerie, ceramica, cartiere) - possedere un permesso di emissione - emettere un numero di quote di emissione pari alle emissioni di gas serra rilasciate entro l anno 1. I permessi di emissione vengono rilasciati da autorità competenti previa verifica della capacità dell operatore di monitorare le proprie emissioni. Ogni quota equivale ad una tonnellata di CO2 equivalente 2. le quote di emissione vengono rilasciate dall autorità all operatore di ciascun impianto sulla base di un piano di assegnazione nazionale 3. Il piano nazionale è redatto in conformità ai criteri della Direttiva, coerenti con gli obiettivi di riduzione. Il piano prevede assegnazioni a livello di singolo impianto per periodi predeterminati 4. Una volta rilasciate le quote possono essere vendute o acquistate. 5. il mancato rispetto delle quote prevede una sanzione pari a 40 euro /tonn di CO2 equivalente nel periodo e di 100 euro nei periodi successivi In base a questa Direttiva gli operatori possono valutare la convenienza di: - intervenire sugli impianti eserciti in ambito UE - acquisire crediti attraverso la cooperazione internazionale Lo stato dell Unione Ad oggi, la situazione circa gli adempimenti del Trattato da parete dei maggiori Paesi aderenti, è la seguente: - Francia: questo paese NON aveva obiettivi di riduzione grazie al suo 78% di energia prodotta da 58 reattori nucleari (che non emettono gas serra). Tuttavia, nel 2003 a fronte di una consistente riduzione di emissioni nell industria e nell energia anche la Francia ha visto crescere il contributo di CO2 a causa dei trasporti e del settore domestico. - Germania, a fronte di un obiettivo di riduzione del 21 % i tedeschi hanno realizzato un ottimo 19 %. Essenzialmente per la chiusura dei vecchi impianti energivori all'est ma anche grazie alle energie rinnovabili che hanno creato in questo paese posti di lavoro qualificati - la G. Bretagna, in virtù della trasformazione di vecchie centrali a carbone con nuove centrali a gas le emissioni di questo paese oggi sono il 13,4 sotto i livelli del Un risultato buono se si pensa che gli obiettivi del trattato erano del 12,5. Se si considera la sola CO2 le emissioni sono invece salite del 2,2 % negli ultimi due anni a causa del maggior uso di carbone nelle centrali elettriche. Come in altri paesi, il contributo più alto nelle emissioni in GB è però o dal settore dei trasporti (+8%) e residenziale ( +11%). Lontano dai limiti di riduzione restano invece paesi come la Spagna e l Italia Se infatti il nostro paese si era impegnato a contenere le emissioni di gas serra a 476 Mton entro il 2012 il 6,5 % in meno rispetto al oggi si trova con il maggiore scostamento in Europa rispetto agli obiettivi di riduzione: ben 77,8Milioni di tonnellate in più Conosciute le componenti strutturali della nostra produzione e consumo NON sarà quindi assolutamente facile per l Italia rispettare i suoi obiettivi. Cruciale per determinare le azioni da compiere (e i loro costi) sarà l assegnazione delle quote di

8 emissioni ai singoli impianti new entry e ciò a causa degli effetti sul mercato dei diritti di emissioni e quindi sul costo finale dell energia elettrica. Il costo dei diritti di emissione Gli studi fino ad oggi condotti (a mercati inesistenti..) assumono che il costo di un diritto di emissione sia pari al costo di eliminazione di 1 tonnellata di CO2 e varierà da paese a paese. In base a questa premessa è stato calcolato un prezzo medio di 5,5 Euro per il 2005 e di 7,5 Euro per il 2007 con la previsione di un futuro aumento dei prezzi a causa di tetti di riduzione sempre più stringenti per il periodo C è anche da aggiungere che queste ipotesi di costo andranno valutate nel loro impatti con i mercati elettrici europei (più o meno) liberalizzati. Alcune simulazioni suggeriscono che nei prossimi anni si potrà raggiungere un aumento dei prezzi finali che oscillerà tra il 2, 5 % e il 19% nel Ovviamente la stima peggiorerebbe nel caso si dovessero pagate le salate penali previste dalla Direttiva che verrebbero inevitabilmente a gravare sulle imprese energetiche ed energivore e quindi sui cittadini e consumatori. Il tutto con gravi ripercussioni in termini di competitività ed occupazione. Per prevenire questi indesiderati effetti la strategia italiana intende seguire due binari principali: - ridurre le emissioni attraverso l efficienza energetica e le fonti rinnovabili - acquistare sul mercato i crediti di emissione. Alcuni studi stimano che i provvedimenti da fonti rinnovabili potrebbero- nel migliore dei casi -conseguire solo il 40% delle riduzioni richieste; mentre per il restante 60% dovrebbe subentrare l acquisto di crediti. Un costo di ca1 MD di euro/anno di maggiori oneri (ma altre stime parlano anche di 5MD/anno). Glossario Anidride carbonica (CO2): L anidride carbonica è un gas che si forma in tutti i processi di combustione, respirazione, decomposizione di materiale organico, per ossidazione totale del carbonio. E indispensabile alla vita vegetale ed è praticamente inerte. La CO2 è trasparente alla luce solare, ma assorbe le radiazioni infrarosse emesse dalla superficie terrestre, determinando il cosiddetto "effetto serra". Biogas: gas derivanti da processi di decomposizione di materiale organico (come, per esempio, dalla frazione umida dei rifiuti solidi urbani) che, opportunamente trattati, possono essere utilizzati come combustibile per impianti di generazione termica di energia elettrica. Biomassa: masse biologiche che possono essere recuperate e convertite in energia elettrica, in calore o in prodotti chimici sostitutivi di derivati del petrolio (biocarburanti). Per la loro capacità di rigenerarsi, vengono generalmente considerate fonti rinnovabili. Carbon tax: tassazione dei combustibili energetici di origine fossile in base al loro contenuto di carbonio, al fine di ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera. CERs (Certified Emissions Units): credito equivalente ad una tonnellata di CO2 eq generato da un progetto CDM clo combinato: tecnologia per la produzione di energia elettrica da combustibili in forma gassosa, che si basa sull utilizzo di una o più turbine (generalmente a gas turbogas) associate a una turbina a vapore. Le centrali a ciclo combinato permettono un uso particolarmente efficiente del combustibile e, nello stesso tempo, consentono un limitato impatto ambientale in termini di emissioni inquinanti..

9 CH4: vedi metano Cogenerazione: produzione congiunta (in uno stesso impianto) di energia elettrica e di calore che garantisce un significativo risparmio di energia rispetto alle produzioni separate. Conferenza delle Parti: Principale organo della Convenzione per i Cambiamenti Climatici (UNFCCC), ha il compito di verificare l implementazione della stessa e degli strumenti giuridici adottati, e di prendere, nell ambito del suo mandato, le decisioni necessarie per promuovere l effettivo raggiungimento degli obiettivi posti. Effetto serra: riscaldamento provocato da alcuni gas presenti nell atmosfera (detti gas serra) capaci di assorbire una parte dei raggi infrarossi emessi dal suolo e dagli oceani. L'aumento della concentrazione dei gas serra presenti nell'atmosfera, a causa delle emissioni legate alle attività umane, genera un aumento dell'effetto serra, e dunque un anomalo aumento della temperatura atmosferica. Enti accreditati (Operational Entity): ente accreditato dall Executive Board dei CDM che valida i progetti e certifica i crediti generati. ERUs (Emissions Reduction Units): credito equivalente ad una tonnellata di CO2 eq generato da un progetto JI Permessi di emissione: strumenti di politica ambientale che attribuiscono un diritto di emissione ai loro possessori. L Autorità di governo emette un numero di permessi coerente con il livello complessivo prestabilito di emissioni. Il proprietario dei permessi può scegliere di utilizzarli emettendo una quantità di emissioni corrispondente a quella consentita dal singolo permesso moltiplicata per il numero di permessi posseduti o di venderli. Si viene così a creare un mercato dei permessi il cui prezzo rifletterà il costo marginale di abbattimento delle emissioni. Pozzi di assorbimento del carbonio: Elemento dell ambiente naturale (ad es. le foreste) suscettibile di assorbire anidride carbonica dall atmosfera nel corso del suo ciclo di vita e di rilasciare gas serra al termine, a causa del processo di decomposizione o dell utilizzo che ne viene fatto (combustione). Ricerche empiriche stanno cercando di valutare le modalità più corrette per valutare l apporto fornito (in diminuzione) da tali elementi alle emissioni totali prodotte da un paese. Tonnellata di CO2 equivalente: è un'unità di misura che permette di pesare insieme emissioni di gas serra diversi con differenti effetti climalteranti. Ad esempio una tonnellata di metano che ha un potenziale climalterante 21 volte superiore rispetto alla CO2, viene contabilizzata come 21 tonnellate di CO2 equivalente. I potenziali climalteranti dei vari gas sono stati elaborati dall Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). INDIRIZZI LINKS Carbon Dioxide Information Analysis Center-Registrazioni storiche del contenuto di CO2 da campioni di ghiaccio e dall' atmosfera IPCC Intergovernmental Panel of Climate Change, gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico

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