Lezione 11 PIL, Costo della vita. Leonardo Bargigli

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1 Lezione 11 PIL, Costo della vita Leonardo Bargigli

2 I due argomenti del corso La microeconomia si occupa del comportamento dei singoli agenti economici (individui, famiglie e imprese). La macroeconomia si occupa dei fenomeni economici aggregati: il reddito di una nazione (PIL), la disoccupazione, l inflazione ecc

3 Contenuto della parte di Macroeconomia Cercheremo di spiegare i fenomeni macroeconomici da 3 punti di vista 1) Spiegare cosa sono (cosa è il PIL, l inflazione, la disoccupazione, ecc ). 2) Spiegare come si misurano. 3) Spiegare come si determinano.

4 Prima parte Inizialmente spiegheremo cosa sono e come si misurano: 1) Il reddito di una nazione, ovvero il PIL 2) L inflazione 3) Il debito pubblico 4) La moneta 5) La disoccupazione

5 Seconda parte Nella seconda parte cercheremo di costruire una rappresentazione stilizzata dei meccanisimi economici (un modello) che permetta di spiegare come si determinano i fenomeni economici aggregati. - Cosa determina il reddito? - Cosa determina la disoccupazione? - Quali sono gli effetti delle politiche economiche? Per far ciò assumeremo che i fenomeni aggregati rispondano a delle regole (o regolarità) logicamente fondate (es. un aumento dell occupazione genera un aumento dei beni prodotti).

6 Il sistema macroeconomico Consideriamo una economia come l insieme di quattro settori «aggregati» (ovvero presi nel loro insieme): Famiglie Imprese Settore pubblico / Stato Estero Non guardiamo quindi al comportamento delle singole famiglie, imprese o economie estere

7 Il Prodotto Interno Lordo (PIL) Definizione di PIL: Il prodotto interno lordo è il valore di mercato di tutti i beni e i servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo di tempo.

8 Il Prodotto Interno Lordo (PIL) E un valore di mercato: ovvero, il valore dei beni è rappresentato dai prezzi di mercato Comprende tutti i beni (automobili, pane, computer ecc ) e i servizi (visite mediche, consulenze legali ecc ) prodotti per il mercato; la spesa pubblica è conteggiata con regole speciali Solo i prodotti finali entrano nel computo del PIL, quelli intermedi no (l auto Fiat venduta ad un consumatore entra nel PIL, le gomme Pirelli vendute alla Fiat e montate sull auto non entrano.)

9 Beni intermedi e beni finali Il valore dei beni intermedi entra nel valore dei beni finali: escludendo i primi, evitiamo di contare due volte lo stesso bene I beni finali sono l oggetto di spesa per i settori che compongono il sistema: famiglie, imprese, Stato, estero

10 Il Prodotto Interno Lordo (PIL) Il PIL si riferisce ad un dato periodo di tempo (solitamente l anno o il trimestre) Solo i beni ed i servizi prodotti in quel periodo di tempo entrano (le auto appena prodotte entrano nel PIL, le auto vendute usate non entrano nel PIL)

11 Il Prodotto Interno Lordo (PIL) Il criterio di esclusione / inclusione è geografico: sono inclusi nel PIL tutti e solo i beni / servizi finali prodotti all interno di un dato confine geografico Non segue quindi un criterio basato sulla residenza (es. nazionale /estera) dei soggetti economici

12 Identità fra Produzione e Reddito Il valore dei beni finali prodotti è uguale al valore aggiunto totale delle imprese: VA = Ricavi Spese per beni intermedi Ma il valore aggiunto di tutte le imprese è a sua volta uguale alla somma dei redditi distribuiti dalle imprese stesse : VA = redditi da lavoro (salari..) + redditi da proprietà (interessi, dividendi, accantonamenti) Il reddito totale rappresenta gli introiti complessivi degli agenti economici ed è quindi uguale al valore della produzione, definita come valore aggiunto totale.

13 Identità tra produzione e spesa La Spesa totale rappresenta l insieme degli acquisti di beni finali da parte degli agenti economici. Non necessariamente spesa «volontaria» e produzione sono uguali; se questa condizione vale, parliamo di equilibrio macroeconomico; altrimenti di disequilibrio macroeconomico

14 Identità tra produzione e spesa Dal punto di vista contabile, l identità tra produzione e spesa viene raggiunta considerando sia la spesa «volontaria» che quella «involontaria» Un bene prodotto da una impresa ma invenduto è definito come «investimento involontario in scorte» o «variazione involontaria delle scorte» Variazioni repentine delle scorte sono interpretate dagli economisti come segnali di variazioni future della produzione

15 Le componenti della spesa finale PIL = SPESA Il PIL verrà indicato con Y La spesa finale è composta dalle seguente voci: CONSUMI C INVESTIMENTI I SPESA PUBBLICA G ESPORTAZIONI NETTE NX Y=C+I+G+NX

16 I consumi Rappresentano le spese per beni e servizi effettuati dalle famiglie Gli acquisti riguardano i beni (auto, computer, cibo, abbigliamento) e i servizi (cure mediche, consulenze legali)

17 Gli investimenti Rappresentano le spese per acquisti di beni che verrano utilizzati in futuro per produrre altri beni o servizi. Si tratta di beni che non esauriscono la loro funzione nel corso del periodo di riferimento Tipici investimenti sono: le costruzioni, i macchinari, i computer I beni prodotti ma invenduti sono considerati come scorte e fanno parte degli investimenti.

18 La spesa pubblica Rappresenta le spese per beni e servizi effettuati da parte dallo Stato (amministrazione pubblica) Tipiche spese pubbliche sono: l istruzione, la sanità, la difesa e le opere pubbliche. La spesa erogata per pagare lo stipendio dei dipendenti pubblici fa parte della spesa pubblica, così come gli acquisti di beni e servizi da parte della PA

19 Le Esportazioni Nette Sono la differenza fra i beni di produzione interna venduti all estero (esportazioni) e i beni di produzione straniera acquistati all interno (importazioni). Un automobile prodotta in Italia e acquistata da un cittadino estero fa aumentare le esportazioni nette e contribuisce all aumento del PIL Un automobile prodotta in Germania e acquistata da un cittadino italiano fa aumentare i consumi ma fa anche diminuire le esportazioni nette e NON contribuisce all aumento del PIL

20 Perché sottraiamo le importazioni dal PIL Supponiamo che le esportazioni siano pari a zero e le importazioni positive Le importazioni NON sono produzione interna Però le importazioni sono acquistate da famiglie, imprese, Stato, quindi entrano nella spesa totale Per cui, se ci sono importazioni, abbiamo C + I + G > prod. interna Se sottraiamo le importazioni abbiamo: C + I + G - importazioni = prod. interna

21 Perché aggiungiamo le esportazioni al PIL Supponiamo che le importazioni siano pari a zero, e le esportazioni positive Le esportazioni sono produzione interna Però le importazioni NON sono acquistate da famiglie, imprese, Stato, quindi NON entrano nella spesa totale Per cui, se ci sono esportazioni, abbiamo C + I + G < prod. interna Se aggiungiamo le esportazioni abbiamo: C + I + G + esportazioni = prod. interna

22 Altre misure di reddito Prodotto nazionale lordo: reddito dei residenti (include reddito estero dei residenti, es. cittadino italiano che lavora in Germania, esclude reddito interno dei non residenti, es. cittadino tedesco che lavora in Italia) Reddito disponibile: reddito residuo dopo il prelevamento delle imposte e l erogazione dei trasferimenti (pensioni, sussidi, etc.)

23 Il PIL pro-capite Il PIL rappresenta la produzione / reddito complessivi Se dividiamo il reddito complessivo per il numero di abitanti otteniamo il PIL pro-capite ovvero il PIL per abitante. E una misura di ricchezza di un sistema normalizzata per la sua dimensione in termini di popolazione misura anche il benessere?

24 Alcuni confronti Classifica Paesi per PIL pro capite Classifica Paesi per PIL Disallineamenti notevoli: Cina: 1 per PIL, 81 per PIL pro capite India: 3 per PIL, 124 per PIL pro capite Qatar: 1 per PIL pro capite, 50 per PIL Allineamenti notevoli: USA: 2 per PIL, 9 per PIL pro capite Germania: 6 per PIL, 15 per PIL pro capite

25 Un confronto internazionale PIL pro-capite

26 PIL e benessere Alta produzione non significa alto benessere. Esempio: spese per difesa. Un aumento della produzione delle armi comporta un aumento del PIL. Ma aumenta anche il benessere? Esempio: Un aumento dell orario del lavoro comporta un aumento della produzione e del PIL. Ma aumenta anche il benessere? L associazione tra PIL e benessere riflette la preferenza individuale verso redditi più alti, però questa preferenza non è assoluta

27 PIL e benessere L impatto ambientale della produzione non entra nel computo del PIL. Però gli individui possono preferire di vivere in un mondo non inquinato Le attività gratuite non entrano nel PIL: se la cura dei figli viene affidata ad una baby sitter (retribuita), questo comporta un aumento del PIL. Se viene affidata ai nonni (gratuitamente), questo non comporta un aumento del PIL, eppure apporta benessere.

28 PIL e benessere Sono state proposte misure alternative di benessere: HDI (Human Development Index), proposto dall ONU: media di reddito, istruzione e speranza di vita «Felicità nazionale lorda» (promozione dei valori culturali, protezione dell ambiente )

29 PIL e benessere Il reddito è positivamente correlato con molte altre misure di benessere: Speranza di vita Tasso di alfabetizzazione / livello di istruzione Però comporta dei costi aggiuntivi: Maggiori spese sanitarie (stress, malattie professionali, inquinamento) Aspettative frustrate, incertezza sul futuro

30 PIL e Distribuzione del Reddito 50,0 Quota di Reddito detenuto dal 10% più ricco della popolazione ,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 Brasile Cina Regno Unito Francia Spagna Euro 15 Italia Germania Svezia

31 PIL Nominale e il PIL Reale Il PIL viene calcolato utilizzando i prezzi di mercato durante l anno di riferimento. Questo è il PIL nominale. Un aumento dei prezzi a produzione invariata provoca quindi un aumento del PIL nominale ma in realtà, la produzione non è aumentata e non siamo diventati più ricchi Per rimuovere gli effetti dell aumento dei prezzi calcoliamo il PIL utilizzando non i prezzi osservati oggi, ma quelli riferiti ad un Anno Base. Così facendo otteniamo il PIL reale, ovvero il PIL a prezzi costanti

32 Deflatore del PIL Deflatore del PIL = (PIL nominale / PIL reale) * 100 E sempre uguale a 100 nell anno base (i prezzi e le quantità sono gli stessi) Misura il livello dei prezzi attuale rispetto a quelli dell anno base (le quantità a numeratore e denominatore sono le stesse!) E un indice dei prezzi

33 Deflatore del PIL Se ad es. le quantità aumentano, ma i prezzi restano quelli dell anno base, il deflatore resta costante e pari a 100 Infatti per ogni anno in questo caso vale quello che vale per l anno base

34 Deflatore del PIL Se invece i prezzi aumentano ma le quantità restano costanti, il deflatore aumenta Infatti il PIL nominale diventa sempre più grande di anno in anno, il PIL reale resta sempre uguale

35 Prezzi, potere di acquisto e inflazione Ci occuperemo di due aspetti: 1) Cosa è il livello dei prezzi e come influisce sul potere di acquisto. 2) Cosa è l inflazione.

36 Prezzi e potere di acquisto Nel 1994 il mio stipendio era 900 euro. Oggi il mio stipendio è 1600 euro. Nel 1994 il costo di un caffè era circa 65 centesimi. Oggi il costo di un caffè è circa 1 euro.

37 Prezzi e potere di acquisto Il mio stipendio è circa raddoppiato. Il prezzo del caffè è lontano da esser raddoppiato. Se comprassi unicamente caffè, sarei nettamente più ricco che nel 1994 Lo stipendio misurato in caffé: 1994: 1385 caffé 2015: 1600 caffé Nel 1994 il costo di un pacchetto di sigarette era circa 2 Euro. Oggi il costo di un pacchetto di sigarette è circa 5 euro. Lo stipendio misurato in sigarette: 1994: 450 pacchetti 2015: 333 pacchetti

38 Il livello dei prezzi (P) Poichè beni diversi hanno variazioni di prezzo diverse, occorre creare un valore riassuntivo che rappresenti il livello dei prezzi in un dato anno. Questo valore riassuntivo si chiama Indice dei Prezzi al Consumo. Si tratta di una media pesata dei prezzi di tutti i beni presenti nell economia. Il livello dei prezzi e la sua determinazione va nettamente distinto dal prezzo di un singolo bene e da come quest'ultimo si determina.

39 La variazione dell indice dei prezzi L indice dei prezzi al consumo nel 1994 era 100. L indice dei prezzi al consumo oggi è 150. I prezzi sono aumentati del 50%. Il mio stipendo è passato da 900 a 1600 (aumento del 77%) Il mio potere di acquisto è aumentato!

40 Indice dei prezzi e aggregazione dei prezzi Beni diversi hanno prezzi diversi, come possiamo aggregarli in unico indice? Beni diversi hanno importanza diversa nelle spesa delle famiglie, nell aggregazione occorre tener conto di tale importanza. Il prezzo delle Ferrari dovrebbe avere un importanza minima.

41 Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) E una media pesata dei prezzi di tutti i beni. Il peso deve riflettere l importanza del bene nella spesa degli individui. In particolare, il peso è dato dalla quota della spesa complessiva destinata a quel particolare bene, ovvero la percentuale di denaro spesa complessivamente in quel particolare bene.

42 Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) Supponiamo che esistano N beni. IPC = PrezzoBene 1 SpesaBene 1 SpesaTotale + PrezzoBene 2 SpesaBene 2 SpesaTotale + PrezzoBene 3 SpesaBene 3 SpesaTotale + + PrezzoBene N SpesaBene N SpesaTotale.

43 L inflazione (p) L inflazione misura la variazione dell indice dei prezzi. L inflazione è la variazione percentuale dell indice dei prezzi di due periodi. p = IPC 2 IPC 1 IPC 1

44 Inflazione e potere di acquisto Supponiamo che il nostro stipendio rimanga fisso nel tempo a 1000 Euro e che l inflazione annuale risulti essere al 5%. Il potere di acquisto viene ridotto ogni anno del 5% All interno dell Unione Europea si cerca di mantenere l inflazione intorno al 2%.

45 La tassa di inflazione Supponiamo che si posseggano risparmi per Euro. Ogni anno questa cifra perde di valore per via dell inflazione. L inflazione è una tassa sui depositi e sulla moneta! Di conseguenza, favorisce la circolazione monetaria ( stimola i consumi )

46 Deflazione e spirale deflattiva Se l inflazione diventa negativa, contanti e risparmi aumentano il proprio potere d acquisto Famiglie e imprese rinviano i propri piani di spesa Molti prodotti rimangono invenduti, i prezzi continuano a diminuire Per questo le autorità monetarie evitano la deflazione tanto quanto l iperinflazione

47 L inflazione nel tempo in Italia Inflazione Inflazione

48 Il potere di acquisto Per valutare il potere di acquisto di un certo stipendio è sufficiente dividere lo stipendio per l indice dei prezzi. Oggi, il mio stipendio è 1600 euro e l indice dei prezzi al consumo è 150 Il mio potere di acquisto oggi è = 10,7 Nel 1994 il mio lo stipendio era 900 euro e l indice dei prezzi al consumo era 100. Il mio potere di acquisto nel 1994 era = 9 Il potere di acquisto oggi è superiore di quello del 1994

49 Variabili nominali e variabili reali Le variabili misurate secondo il livello dei prezzi corrente si chiamano variabili nominali. Dividendo le variabili nominali di un certo anno per l indice dei prezzi osservato in quell anno si ottengono le variabili reali. Nei confronti intertemporali (fra anni diversi) occorre sempre riferirsi alle variabili reali!

50 Misurare l indice dei Prezzi al Consumo Per misurare l indice dei prezzi al consumo (IPC) non vengono considerati tutti i beni ma soltanto un gruppo di essi, quelli considerati più rappresentativi. La rilevazione dei prezzi ed il computo dell Indice dei Prezzi al Consumo viene svolto, in Italia, dall ISTAT.

51 Il Paniere Istat L ISTAT sceglie i beni più rappresentativi. Tali beni fanno parte del paniere ISTAT utilizzato per rilevare l indice dei prezzi al consumo. Al momento, tale paniere è composto da prodotti. Per ogni prodotto viene calcolato il peso. Tali prodotti sono raggruppati in categorie.

52 I pesi delle categorie Percentuale di spesa Cibo e bevande Trasporti Alberghi e Ristoranti Abitazione, acqua, elettricità e combustibili Altro Abbigliamento Mobili, articoli e servizi per la casa Ricreazione, spettacoli e cultura Servizi sanitari e Medicinali Bevande alcoliche Comunicazione Istruzione 0 0,02 0,04 0,06 0,08 0,1 0,12 0,14 0,16 0,18

53 Istruzione 1% Percentuale di spesa Comunicazione 3% Bevande alcoliche 3% Servizi sanitari e Medicinali 7% Cibo e bevande 16% Ricreazione, spettacoli e cultura 8% Trasporti 15% Mobili, articoli e servizi per la casa 8% Alberghi e Ristoranti 11% Abitazione, acqua, elettricità e combustibili 11% Altro 9% Abbigliamento 8%

54 Differenze tra deflatore del PIL e IPC Deflatore usa come pesi dei beni la produzione interna (inclusi i beni esportati), IPC il consumo delle famiglie (inclusi beni importati): i pesi sono diversi! I pesi del deflatore cambiano di anno in anno, quelli del IPC sono costanti (a meno delle revisioni periodiche) Nota bene: se cambiano i pesi cambia il valore dell indice per lo stesso insieme di prezzi dei singoli beni! Per questo esistono numerosi indici utilizzati per diversi scopi

55 Tasso di interesse nominale e tasso di interesse reale Supponiamo di acquistare un obbligazione al prezzo di 1000 Euro che fra un anno mi darà 1100 euro. Il tasso di interesse nominale è quello calcolato sulle quantità nominali ed è pari a i = = 10% 1000 Ma il potere di acquisto dei 1100 Euro domani è diverso da quello che avrei oggi ed in particolare, se il livello dei prezzi è aumentato, sarà più basso.

56 Tasso di interesse nominale e tasso di interesse reale Dal tasso di interesse nominale devo togliere il tasso di aumento dei prezzi, ovvero l inflazione: così facendo il tasso di interesse reale. r = i p Il tasso di interesse reale misura l aumento del potere di acquisto derivante dall investire nell acquisto dell obbligazione. Le scelte di investimento finanziario dovrebbero sempre basarsi sui tassi di interesse reali!

57 Tasso di interesse nominale e tasso di interesse reale Il tasso d interesse reale può essere negativo! (es. anni 70) Questo accade quando l inflazione supera i tassi nominali

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