Progetto GALILEO L O C O D R E S T. Claudio Conti

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1 Progetto GALILEO I O L O G I C O D R O G E E S T O 1

2 PREMESSA Il fenomeno del dissesto idrogeologico si manifesta in Italia principalmente sotto forma di: eventi franosi eventi di tipo alluvionale tra loro assai frequentemente correlati. Negli ultimi cinquanta anni si sono verificati molti eventi di dissesto idrogeologico che hanno avuto effetti catastrofici. Tra i principali si ricordano oltre alla tragedia del Vajont del quelli di Firenze (1966), Genova (1970), Ancona (1982), Val di Fiemme (1985), Valtellina (1987), Piemonte (1994), Versilia (1996), Sarno (1998), Soverato (2000), Nord- Ovest dell Italia (2000), Valbruna (2003), Varenna, Nocera Inferiore (2005), Cassano delle Murge (2005), Ischia (2006), Vibo Valentia (2006), Messina (2009), Laces (2010), Cinque Terre e Genova (2011), Sardegna oggi. La crescente incidenza degli eventi catastrofici corrisponde ad un progressivo aumento del rischio idrogeologico legato all aumento del territorio antropizzato e all espansione del tessuto urbano, spesso in aree instabili, che ha interessato il territorio nazionale a partire dal dopoguerra. (*) Non dimentichiamo gli eventi tragici riportati di seguito alla memoria hanno causato tra l altro 2754 morti. Una autentica strage. (*) Cfr. anche Consiglio Nazionale dei Geologi, Il dissesto idrogeologico in Italia. 2

3 NON DOBBIAMO DIMENTICARE 1966 FIRENZE Alluvione per esondazione del fiume Arno. Circa persone coinvolte; 48 morti e 5 dispersi TESERO 22 luglio: frana e crollo di strutture di supporto di 2 laghi artificiali. 268 morti e 30 feriti GENOVA Alluvione per esondazione dei fiumi Polcevera, Leiro e Bisagno. Circa persone coinvolte e 20 Comuni; 35 morti e 8 dispersi VALTELLINA 18 luglio: frana ed esondazione del fiume Adda a causa di forti precipitazioni. Circa persone coinvolte e 162 comuni di 5 province; 49 morti, 12 dispersi e 31 feriti ANCONA 13 dicembre: frana per distaccamento legato a forti precipitazioni; circa 3700 persone coinvolte, 1 morto PIEMONTE 6 novembre: alluvione e frane delle aree tra il Tanaro ed il Po causate da forti precipitazioni. Coinvolte circa 9500 persone e 456 comuni; 78 morti, 1 disperso e 93 feriti. 3

4 NON DOBBIAMO DIMENTICARE 1996 VERSILIA 19 giugno: alluvione a causa di forti precipitazioni. 13 morti 2000 ITALIA NORD-OCCID. Alluvione e frane a causa di forti precipitazioni. 37 morti e 25 feriti SARNO 4-6 maggio: frana a causa di forti precipitazioni e alluvione. 157 morti, 5 dispersi e 70 feriti MALBORGHETTO 29 agosto: frana a causa di forti precipitazioni. 2 morti e 300 sfollati SOVERATO 10 settembre: alluvione a causa di forti precipitazioni. 11 morti, 4 dispersi e 25 feriti VARENNA 13 novembre: frana di massi rocciosi dalla montagna. 2 morti, 120 sfollati. 4

5 NON DOBBIAMO DIMENTICARE 2005 NOCERA INFERIORE 4 marzo: frana a causa di forti precipitazioni. 4 morti, 1300 sfollati VIBO VALENTIA 2 luglio: frana. 4 morti, 20 feriti e 2300 sfollati CASSANO DELLE MURGE 33 novembre: alluvione a causa di forti e prolungate precipitazioni. 5 morti, 2 dispersi MESSINA 1 novembre: frana. 37 morti, 50 feriti, 1054 sfollati. 30 aprile: frana. 4 morti, 2 feriti e 250 sfollati LACES 2 luglio: deragliamento del treno a causa di una frana sulla linea ferroviaria. 9 morti, 28 feriti ISCHIA 5

6 NON DOBBIAMO DIMENTICARE 2011 CINQUE TERRE 25 ottobre: una serie di temporali marittimi si accanisce contro l area delle Cinque Terre: i 472 mm di pioggia in 6 ore a Brugnato rappresenta il nuovo record italiano. 12 morti, 1 disperso GENOVA 4 novembre: in seguito a forti precipitazioni i torrenti Bisagno e Fereggiano esondano. 6 morti. e non dobbiamo dimenticare neppure la madre di tutti i disastri: il Vajont e le sue 1917 vittime 2013 SARDEGNA 18 novembre: un ciclone si abbatte sulla Sardegna. 17 morti. 6

7 Il Rapporto ISPRA sulle frane in Italia del

8 I FENOMENI FRANOSI Il progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia) promosso dall ISPRA e dalle Province Autonome ha fornito nel 2006 un quadro dettagliato del fenomeno, censendo circa frane distribuite su un territorio di km 2 (il 6% della superficie nazionale). Di queste il 12% ( frane) ha prodotto danni a persone e/o cose I fenomeni franosi nel Nord Italia Dalle frane censite emerge che la regione maggiormente colpita dal fenomeno franoso è la Lombardia in cui ricadono il 28% delle frane, circa, con una superficie in frana pari a kmq; segue l Emilia Romagna con il 14% delle frane, circa, per un totale di kmq; consistente è anche il numero di frane che ricadono nelle Marche, circa il 9% del totale, pari a una superficie di frana di kmq. Il restante 50% circa degli eventi si distribuisce tra le altre regioni totale di cui con danni 0 8

9 IL QUADRO LOMBARDO Per quanto riguarda la Lombardia, tra le province a Sondrio sono stati registrati il maggior numero di eventi, circa con un area di frana pari a kmq. Seguono le province di Brescia ( frane e 751 kmq), Bergamo ( frane e 514 kmq). Il fenomeno è in pratica assente nelle province di Cremona e Milano Lombardia area totale in frana km2 n. frane

10 IL QUADRO LOMBARDO: ANALISI TIPOLOGICA In Lombardia la tipologia di frana più frequente è il colamento rapido (41%). Le aree soggette a crolli / ribaltamenti diffusi sono porzioni di territorio dove si verificano distacchi di blocchi da pareti ripide o fratturate. Costituiscono circa il 32% dei dissesti della Lombardia. % di frane per tipologia di movimento (*) Lo scivolamento rotazionale / traslativo rappresenta il 16%; le aree soggette a frane superficiali diffuse sono infine il 4%. (*) DGPV: deformazione gravitativa profonda di versante Un esempio: di debris flow /attivi: Dosso del Grillo, Valdidentro Bormio (sondrio) 10

11 IL QUADRO LOMBARDO: ALTRI ESEMPI Cortenova (Lecco), 1 dicembre 2002 Montesegale (Pavia): scorrimenti / colate Dubino (Sondrio), 17 novembre 2000: scivolamento / colata. Varenna (Lecco) 13 novembre

12 IL QUADRO LOMBARDO: STATO DI ATTIVITA Nella Regione il 60% dei fenomeni, valutato su basi morfologiche, risulta attivo / riattivato / sospeso, il 30% in stato quiescente, il 6% non determinato e il resto è relitto. Solo lo 0,2% dei dissesti censiti risulta stabilizzato. Nel complesso, il 90% è costituito da fenomeni potenzialmente attivi, molti dei quali concentrati nella parte più a nord dell Oltrepò pavese. % di frane per stato di attività 12

13 L INDICE DI FRANOSITA Se si considera l indice di franosità, inteso come rapporto percentuale tra area in frana e superficie totale, la situazione regionale si modifica. A livello nazionale l indice di franosità è pari a 6,6%. Molto al di sopra di questo valore si trovano Marche (19,4%), Valle d Aosta (16,0%), Lombardia (13,9%) ed Emilia-Romagna (11,4%). Tuttavia il dato relativo alle regioni del sud (Basilicata, Calabria e Sicilia) risulta sottostimato rispetto alla situazione reale poiché i dati rilevati si riferiscono quasi esclusivamente ai fenomeni che hanno coinvolto infrastrutture o persone. Le province con più elevato indice di franosità sono Sondrio (43%), Lecco (24%), Chieti (23%), Pesaro e Urbino e Ancona (22%). Il quadro relativo alla Lombardia seconda al Nord sotto questi aspetti soltanto alla Valle d Aosta - si può considerare pertanto esorbitante, anche se l incidenza dei fenomeni con conseguenze dannose relativamente a persone e cose è relativamente limitata indice di franosità 13

14 IL QUADRO LOMBARDO indice di franosità per uso del suolo In Lombardia le zone aperte con vegetazione rada o assente sono quelle che presentano l indice di franosità più alto (47%). Seguono le aree caratterizzate da vegetazione arbustiva e / o erbacea (40%), le culture permanenti (31%), le zone boscate (25%), i prati stabili (13%) e le zone estrattive, discariche e cantieri (8%). 14

15 AREE IN FRANA Coerentemente con quanto si è appena visto, l estensione delle aree interessate da frane raggiunge il picco tra le regioni settentrionali in Lombardia aree in frana superficie km2 % di area in frana densità % area in % fenomeni totale montana frana totale montana franosi Piemonte , ,3 1,38 Valle d'aosta ,9 15,9 1,34 Lombardia , ,9 32 5,47 Trentino ,9 9,9 0,84 Veneto ,2 3,8 0,52 Friuli VG , ,5 11,4 0,67 Liguria , ,8 9,6 1,39 Emilia R , ,4 29,5 3,

16 LA MAPPA ELABORATA DA ISPRA La mappa comunale relativa all indice di franosità elaborata dall ISPRA fa emergere come le aree di frana siano concentrate in particolare lungo l arco alpino tra Tentino e Lombardia, lungo l Appennino tosco-emiliano, nell Appennino marchigiano e abruzzese. 16

17 AREE IN FRANA L eccezionalità della situazione in Lombardia si coglie bene analizzando la cartina a destra: 17

18 I DANNI PROVOCATI DALLE FRANE Nel complesso poco meno del 50% dei danni riguarda infrastrutture e trasporti. 100% 90% distribuzione % dei danni 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% altro persone beni culturali strutture pubbliche corso d'acqua nuclei abitati e case sparse terreno agricolo infrastrutture trasporti 18

19 RAPPORTO ISPRA 2007: PUNTI DI CRITICITA 19

20 Il periodo

21 I DANNI PROVOCATI DALLE FRANE I dati precedenti si riferivano come si è detto ad una accurata indagine campionaria svolta da ISPRA e resa pubblica nel Qui si riassumono i risultati elaborati dal Consiglio Nazionale dei Geologi relativamente all arco temporale Questa la distribuzione complessiva dei danni sul territorio nazionale secondo l articolazione: a) danni a persone e b) danni a cose e strutture. 21

22 LE VITTIME Questo il poco rassicurante andamento del numero delle vittime di frane ed alluvioni dal 1985 al 2010: 22

23 LE VITTIME e questa la distribuzione temporale degli eventi naturali che quelle vittime hanno provocato: 23

24 I DANNI PROVOCATI DALLE FRANE danni a persone Secondo le stime del Consiglio dei Geologi la Lombardia sarebbe la regione nella quale si è registrato tra il 2002 ed il 2010 il più elevato numero di frane con danni alle cose. danni a cose 24

25 I dati di Legambiente 25

26 DISTRIBUZIONE DEL RISCHIO In uno studio reso pubblico nel 2008 Legambiente fornisce una distribuzione dei comuni a rischio idrogeologico in Lombardia, dalla quale risulta che la (quasi) totalità dei comuni della provincia di Sondrio è a rischio; seguono le province di Bergamo, Brescia, Lodi e Lecco. 26

27 COMUNI VIRTUOSI E NON Comuni virtuosi Le maglie nere 27

28 I TOP 10 DELLA LOMBARDIA 28

29 CAPOLUOGHI A CONFRONTO A Brescia la palma di capoluogo più sollecito, seguito da Varese, Sondrio e Bergamo. Male soprattutto per i due centri che si affacciano sul lago di Como. 29

30 Quanto è costato il mancato controllo? 30

31 IL COSTO COMPLESSIVO Quali sono i costi complessivi dei fenomeni idrogeologici e sismici? Uno studio del Consiglio Nazionale dei Geologi contribuisce a fare luce sulla spesa effettiva per interventi per l assetto idrogeologico e la difesa del suolo tra il 1944 e il 2009 e sul mercato dei bandi di gara per lavori per il dissesto idrogeologico e i terremoti tra il 2002 e il Le fonti principali sono il fondamentale studio del Servizio Geologico Nazionale Il dissesto geologico e geoambientale in Italia dal dopoguerra al 1990", realizzato da Vincenzo Catenacci e pubblicato nel 1992; i dati del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione Generale per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche, per i costi del dissesto idrogeologico tra il 1951 e il 2009 ed i dati del Dipartimento della Protezione Civile e del Servizio Studi della Camera dei Deputati per i costi degli eventi sismici dal 1968 al Lo schema di destra indica il totale complessivo (273 miliardi di euro), che tiene conto delle spese per l emergenza e il pronto soccorso necessari per far fronte all'evento calamitoso, da attuare nel breve termine e con particolare riferimento ai disagi delle popolazioni interessate, per la ricostruzione post-evento delle opere infrastrutturali e del patrimonio edilizio danneggiato o distrutto, nonché i contributi finalizzati alla ripresa delle attività economiche interrotte e per lo sviluppo del territorio e in alcuni casi gli oneri connessi alle agevolazioni di carattere fiscale e contributivo. 31

32 IL COSTO COMPLESSIVO Secondo il Ministero dell Ambiente il costo complessivo dei danni provocati dagli eventi franosi ed alluvionali dal 1951 al 2009, rivalutato in base agli indici ISTAT, risulta superiore a 52 miliardi di euro, valore che non cambia sostanzialmente aggiungendo il costo degli eventi che si sono verificati tra il 1948 e il 1950, pari a meno di 60 milioni di euro, indicato nello studio del Servizio Geologico Nazionale sui costi del dissesto geologico e geoambientale in Italia dal dopoguerra al Se perciò dividiamo i 52 miliardi per gli anni che intercorrono tra il (62 anni) si ottiene un costo medio annuo di circa 800 milioni di euro. Dei 52 miliardi complessivi, 22 miliardi (42%) riguardano eventi che si sono verificati tra il 1991 e il 2009 e 30 miliardi (58%) tra il 1948 e il Rispetto ai due periodi considerati si osserva un costo medio annuo ben differenziato: 700 milioni tra il 1948 e il 1990, quasi il doppio (1,2 miliardi) nel ventennio successivo. 32

33 I FINANZIAMENTI DELLO STATO In base ai dati del Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, nel periodo sono stati finanziati dallo Stato interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per un importo di 7,3 miliardi di euro, poco più di 400 milioni all anno. Se si divide il fabbisogno relativo al periodo anzidetto - di 40 miliardi per l importo medio annuo finanziato nel passato (400 milioni), ne viene che occorrerebbero almeno 100 anni per mettere in sicurezza il Paese. Previsione subordinata alle limitate risorse stanziate con i provvedimenti finanziari più recenti. 33

34 I FINANZIAMENTI DEL DR 180/98: IL CAMPIONE ISPRA I finanziamenti del decreto-legge 11 giugno 1998 n. 180 (decreto Sarno convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 1998 n. 267, relativamente ai soli interventi monitorati da ISPRA e presi in considerazione nella parte iniziale di questo studio, ammontano a 2,780 miliardi di euro e riguardano interventi di importo medio di circa 800 mila euro. La quasi totalità degli interventi monitorati è stata finanziata nel periodo : interventi per complessivi 2,386 miliardi. In questo arco temporale l importo medio annuo dei finanziamenti è risultato pari a 132 milioni di euro. Di seguito la distribuzione relativa all area settentrionale del Paese: 350 Lombardia importo finanziato n.interventi elevato rischio idrogeologico importo importo n.interventi finanziato medio n. frane superficie popolazione Piemonte , Valle d'aosta , Lombardia , Liguria , Trentino AA , Veneto , Fiuli VG , Emilia R ,

35 I FINANZIAMENTI DEL DR 180/98: IL CAMPIONE ISPRA Le aree interessate da fenomeni franosi in Lombardia hanno una densità abitativa seconda solo al Veneto. Ciò nonostante, e malgrado l elevatissimo numero di casi, l importo medio finanziato risulta tra i più bassi, tallonato soltanto da quello riservato al Piemonte e all Emilia R abitanti x superficie interessata da frana 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 importo medio

36 Investimenti per l ambiente: la spesa effettiva sostenuta da tutti gli Enti del Settore Pubblico Allargato (SPA) 36

37 IL TREND Nel periodo in esame gli investimenti sono cresciuti ad un ritmo del 9,79% composto annuo. Il trend degli investimenti per l ambiente da parte degli Enti dello SPA Gli investimenti nel Nord Ovest hanno registrato un picco nel biennio , al quale ha fatto seguito una brusca contrazione. 37

38 SUDDIVISIONE DELLA SPESA PER L AMBIENTE In Lombardia la spesa corrente per l ambiente è il 61% del totale; mentre in Piemonte rappresenta il 55% e la media nazionale è il 53,8%. Di conseguenza la spesa in conto capitale per l ambiente in Lombardia è soltanto il 39%. Spesa per l ambiente da parte degli Enti dello SPA ( : milioni di euro) 38

39 SUDDIVISIONE DELLA SPESA PER L AMBIENTE La quota di spesa riservata all ambiente dagli Enti SPA in Lombardia è la più modesta tra le Regioni del Nord. % della spesa per l ambiente sul totale da parte degli Enti dello SPA ( ) 39

40 SPESA UNITARIA Investimenti per l ambiente sul totale da parte degli Enti dello SPA ( : euro) Ancora un minimo per la Lombardia: l investimento pro-capite. 40

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