Il reflusso gastroesofageo
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- Silvestro Antonucci
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1 Il reflusso gastroesofageo Principale meccanismo patogenetico alla base delle esofagiti. Sintomi pirosi, sanguinamento, ulcere, estenosi. Può essere favorito da: ernia iatale, obesità, alcuni cibi (alcol, grassi, cioccolato, aglio, cipolla, caffè, pomodoro, limone, etc ) Accorgimenti eliminare tali alimenti evitare pasti troppo abbondanti non coricarsi subito dopo aver mangiato
2 Ulcera peptica Si è rivelata molto meno sensibile alle prescrizioni dietetiche, ormai quasi completamente svalutate, di quanto si riteneva tradizionalmente. Restrizioni dietetiche moderare il consumo di alcol e bibite gassate evitare brodi di carne, caffè, tè, cacao moderare il consumo di droghe e spezie evitare pasti troppo abbondanti
3 Malassorbimento E essenzialmente causato da maldigestione per esiti di interventi sulle prime vie digerenti insufficienza pancreatica insufficiente secrezione biliare alterazioni nell assorbimento a livello intestinale (sindrome dell intestino corto, deficit enzimatici, malattia celiaca)
4 Diete ad alto residuo Per residuo o fibra si intende sia i carboidrati non utilizzabili (cellulosa) sia altri residui alimentari non digeribili (lignina, peptina, etc.) Sono state valorizzate negli ultimi decenni avendo dimostrato elevate capacità preventive su svariate patologie intestinali ed extraintestinali Neoplasie Diverticolosi Emorroidi, stipsi, colelitiasi Aterosclerosi
5 Diete a basso contenuto di fibra Si ottengono abolendo il consumo di prodotti integrali, riducendo l apporto di frutta e verdura (sostituiti da succhi), limitando l uso di latte e latticini, Sono utili solo per brevi periodi e sono indicate per le riacutizzazioni di malattie infiammatorie intestinali (colite ulcerosa, colon irritabile, morbo di Crohn, diverticolite, diarrea acuta)
6 Cirrosi Il più importante provvedimento nutrizionale consiste nell abolizione dell alcol sia per il noto effetto lesivo dell etanolo sull epatocita sia perché l abuso di alcol si accompagna solitamente a malnutrizione con carenze multiple. L apporto calorico proteico, con particolare attenzione a un assunzione completa di vitamine e minerali, deve essere abbondante. In caso di ascite instaurare una restrizione idrica e una dieta iposodica.
7 Encefalopatia epatica Sintomi alterazione della coscienza, confusione, sopore fino al coma, disturbi del linguaggio, deliri, tremori, scosse agli arti Patogenesi aumento di sostanze tossiche a livello del circolo cerebrale (ammoniaca) a causa dello shunt portocavale e/o della mancata detossificazione da parte del fegato anomala composizione amminoacidica plasmatica (aumento di amminoacidi aromatici, diminuzione di amminoacidi a catena ramificata) aumento di neurotrasmettitori inibitori (gaba)
8 Dietoterapia Essendo proteine sono la fonte principale di ioni ammonio, è necessaria una drastica riduzione. Sostituzione di proteine di origine animale con altre di origine vegetale (per la più bassa concentrazione di ammoniaca e una composizione in amminoacidi favorevole). Preferire il latte e i derivati alla carne Assicurare un congruo apporto calorico, soprattutto con carboidrati semplici.
9 Malattie cardiovascolari Rappresentano la più comune causa di morte per gli individui della fascia di età fra 35 e 55 anni. Comprendono le coronaropatie e le lesioni delle arterie cerebrali, condizioni che stanno alla base dell infarto cardiaco e ictus cerebrale, dell angina pectoris e della morte improvvisa. La maggior parte di queste malattie è provocata dall aterosclerosi, a sua volta conseguenza di un aumento dei lipidi plasmatici. La prevenzione delle malattie cardiovascolari si riconduce quindi alla correzioni delle turbe del metabolismo lipidico
10 Fattori di rischio Obesità Ipertensione arteriosa Diabete Sedentarietà Fumo Stress Dislepidemie
11 Prevenzione delle malattie cardiovascolari Riduzione della quota calorica, soprattutto nei pazienti in sovrappeso o obesi Riduzione dell apporto di sodio con l alimentazione Controllo della quota lipidica con sostituzione parziale dei grassi animali con quelli vegetali
12 Dislipidemie Si intendono un gruppo di malattie caratterizzate da un anomalia del metabolismo che determina una alterazione in eccesso delle componenti lipidiche plasmatiche con un aumento dei livelli di colesterolo e/o trigliceridi al di sopra della norma. Si accompagnano ad un alto rischio di malattia aterosclerotica.
13 Terapia dietetica Riduzione dei grassi alimentari saturi. Nell ipercolesterolemia ridurre anche alimenti ricchi in colesterolo quali uova, latte intero e formaggi e favorire l assunzione di pesce, legumi e oli di origine vegetale Nell ipertrigliceridemia eliminare gli alcolici e limitare i carboidrati semplici.
14 DIABETE MELLITO Sindrome caratterizzata da aumento dei livelli ematici di glucosio (iperglicemia) dovuta ad un deficit assoluto o relativo di insulina
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16 Dati epidemiologici 100 milioni di pazienti affetti da diabete nel mondo 200 milioni nei prossimi 20 anni Colpiti più di 3 milioni di Italiani 3 mila nuovi casi all anno di diabete giovanile Continuo incremento della prevalenza negli ultimi 40 anni
17 Cause principali Predisposizione Mutamento dello stile di vita dei paesi occidentali Aumento incidenza dell obesità (diabesità) Riduzione dell attività fisica
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21 L iperglicemia cronica Induce a lungo termine Grave lesione e disfunzione Microvascolare (retinopatia - nefropatia - neuropatia) Macrovascolare (aterosclerosi dei vasi coronarici - cerebrali - periferici)
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24 Nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 le morti per cause cardiovascolari costituiscono l 80% delle cause di decesso Il 75% di esse è attribuibile alla cardiopatia ischemica
25 Aterosclerosi vascolare Disfunzione endoteliale Modificazione del profilo lipidico Sviluppo di uno stato protrombotico - maggiore attivazione piastrinica - aumento dei fattori procoagulanti Fibrinolisi compromessa
26 Frequente presenza contemporanea di altri fattori di rischio Ipertensione arteriosa Obesità Dislipidemia Fumo
27 Il fumo attivo Rimane la principale causa prevenibile di morbosità e mortalità del nostro Paese, come in tutto il mondo occidentale.
28 Fumo di sigaretta Miscela eterogenea di oltre 4000 sostanze gassose e corpuscolari, originate dal processo di combustione delle foglie di tabacco Le più dannose per l organismo: Nicotina (responsabile della dipendenza) Monossido di Carbonio Ossidi di zolfo e di azoto Sostanze irritanti e ossidanti (formaldeide, acroleina) Benzopirene e altre sostanze cancerogene (idrocarburi policiclici e nitrosamine)
29 Diabete e fumo L effetto del fumo è sinergico con gli altri fattori di rischio Il fumo peggiora il controllo glicemico Aumenta i valori plasmatici di colesterolo totale e di VLDL riduce i valori di HDL Induce un maggior grado di insulina resistenza. Si associa nella donna ad una distribuzione centrale del grasso Rallenta l assorbimento dell insulina iniettata sottocute Induce progressione della nefropatia che compare nel 55% dei diabetici fumatori e nell 11% dei non fumatori
30 Aggrava la retinopatia Diabete e fumo Favorisce l insorgenza di neuropatia Determina un aumento della pressione arteriosa Interviene nei processi della coagulazione agendo in senso protrombotico Aumenta il rischio di cardiopatia ischemica ed infarto. Il diabetico fumatore ha un rischio volte maggiore rispetto al non fumatore Favorisce lo sviluppo dell arteriopatia periferica che sarà più precoce, più estesa, più grave, prevalentemente bilaterale, con un rischio maggiore di amputazione
31 Smettere di fumare I diabetici fumatori dovrebbero essere incoraggiati a sospendere il fumo il più presto possibile, misura di non facile attuazione ma imperativa
32 Vantaggi che derivano dallo smettere di fumare Riduzione dell incidenza di cardiopatia ischemica Il rischio si dimezza dopo 1 anno di astensione dal fumo Dopo anni diventa simile a quello di un soggetto che non ha mai fumato
33 Diabete La dietoterapia si rivela una strategia d intervento fondamentale nel favorire il buon controllo metabolico nel paziente diabetico. Sia nel diabete tipo 1 sia nel tipo 2, una buona compliance dietetica è fondamentale, da un lato per minimizzare le escursioni glicemiche giornaliere, dall altro per ridurre il fabbisogno farmacologico.
34 Diabete La dieta del paziente diabetico normopeso non differisce, se non per la limitazione nell uso degli zuccheri semplici, dalle norme di igene alimentare comunemente raccomandate per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. In questi casi si parla di dieta qualitativa, utile per soddisfare il bisogno energetico giornaliero.
35 Diabete Nei diabetici obesi è invece fondamentale impostare una dieta anche quantitativa, perché il calo ponderale in questi pazienti si rivela reale strumento terapeutico. L alimentazione consigliata per il paziente diabetico si ispira al modello della dieta mediterranea.
36 Diabete ridurre l apporto energetico in caso di sovrappeso i lipidi saranno compresi tra 25% e 30% delle calorie totali limitare il consumo di colesterolo e di grassi, principalmente quelli di origine animale scegliere tra gli alimenti ricchi in amido quelli a minor indice glicemico Le proteine debbono rappresentare il 12-15% delle calorie totali non eccedere nel consumo di proteine animali La quota dei glucidi oscillerà tra il 55-58% delle calorie totali limitare l uso di saccarosio preferendo, tra i dolcificanti, quelli acalorici moderare l assunzione di sale (<6 g/die) ridurre l assunzione di alcol (non più di 250 cc/die)
1. Obesità. Per valutare la distribuzione del grasso corporeo, si può utilizzare il rapporto vita.
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