Aspetti economico-gestionali dell attività faunistico venatoria in Sicilia. Gioacchino Pappalardo

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1 Aspetti economico-gestionali dell attività faunistico venatoria in Sicilia Gioacchino Pappalardo

2 Si ringrazia per la gentile e preziosa collaborazione il Dott. Camillo Albanese, Responsabile del Servizio XI Faunistico Venatorio ed Ambientale e la D.ssa Daniela Zora, Responsabile dell U.O.B. n. 56 Attività Venatoria dell Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana. 2

3 ASPETTI ECONOMICO-GESTIONALI DELL ATTIVITÀ FAUNISTICO VENATORIA IN SICILIA 1. INTRODUZIONE I PRINCIPALI ASPETTI NORMATIVI I CONTENUTI DELLA LEGGE QUADRO SULLA CACCIA (L. N. 157/92) I CONTENUTI DELLA LEGGE REGIONALE N. 33/ LE AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE ED AGRO VENATORIE IN SICILIA LA RIPARTIZIONE DEL TERRITORIO REGIONALE IN BASE AI CONTENUTI DELLA LEGGE REGIONALE N. 33/ LE AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE ED AGRO VENATORIE AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA GENERALITÀ I PRINCIPALI ASPETTI GEO-STRUTTURALI CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE APPENDICI: A AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE B AZIENDE AGRO VENATORIE C AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA

4 1. INTRODUZIONE L attività faunistico venatoria in Italia, prima del 1992, era consentita ai cacciatori in completa libertà su tutto il territorio nazionale, senza alcuna limitazione territoriale. Tale situazione è stata progressivamente contrastata in seguito ai notevoli condizionamenti esercitati sul mondo venatorio dalle trasformazioni ambientali, dagli inquinamenti, dall aumento dell urbanizzazione e delle relative infrastrutture. (AA. VV., 1995). La Legge Quadro nazionale dell 11 febbraio 1992 n. 157, sulla spinta delle associazioni ambientalistiche ma anche di un certo orientamento dell opinione pubblica, ha rinnovato completamente l organizzazione e la gestione dell attività venatoria introducendo un forte vincolo tra il cacciatore ed il territorio prescelto per la pratica della caccia, con conseguente riduzione degli spostamenti. Fra le principali novità introdotte con la Legge 157/92 vi sono la costituzione di due nuovi Istituti riservati alla gestione privata della caccia e cioè le Aziende Faunistico Venatorie e le Aziende Agro Venatorie. Tali Istituti rappresentano un interessante novità in tema di diversificazione delle attività economiche soprattutto per le aziende agricole situate nelle zone svantaggiate con problemi di marginalità economica. La Regione Siciliana si è adeguata ai criteri ispiratori della Legge 157/92, attraverso la Legge regionale n. 33 del 1997 che reca norme per la protezione, la tutela e l incremento della fauna selvatica e per la regolamentazione del prelievo venatorio. Uno degli aspetti più interessanti della Legge regionale 33/97, previsto all Articolo 15, è rappresentato dal Piano Regionale Faunistico Venatorio, che costituisce il principale strumento di pianificazione della caccia nell ambito del territorio agro-silvo-pastorale siciliano con particolare riguardo alle destinazioni differenziate del territorio medesimo, alle prescrizioni, ai divieti e vincoli e ad ogni altro intervento per la tutela della fauna selvatica e per la sua riproduzione naturale. A partire dal 2000 il Piano Regionale Faunistico Venatorio della Regione Siciliana ha introdotto alcune importanti novità che riguardano la delimitazione degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) che fino a quel momento, secondo la Legge regionale n. 33/97, modificata dalla Legge regionale n. 15/98, coincidevano con i territori delle nove 4

5 province siciliane e che invece, secondo una sentenza della Corte Costituzionale (n. 4 del 10 gennaio 2000), debbono avere dimensione sub-provinciale ad eccezione delle isole Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria che debbono costituire ambiti di caccia separati. Da tali premesse prende spunto la presente ricerca che dopo un esame preliminare della normativa che regolamenta il settore, analizza i principali caratteri strutturali che contraddistinguono le Aziende Faunistico Venatorie ed Agro Venatorie operanti in Sicilia. Inoltre, successivamente vengono descritti i principali caratteri geo-strutturali dei 23 Ambiti Territoriali di Caccia in cui è suddiviso il territorio siciliano, con particolare riferimento alle principali tipologie di aree protette (parchi e riserve naturali), in cui è precluso l esercizio venatorio, alle aree SIC-ZPS ed alle aziende dedite alla gestione privata della caccia. Tutti i risultati ottenuti sono stati utilizzati per realizzare apposite cartografie tematiche riportate integralmente in appendice. 5

6 2. I PRINCIPALI ASPETTI NORMATIVI 2.1. I CONTENUTI DELLA LEGGE QUADRO SULLA CACCIA (L. N. 157/92) La Legge quadro sulla caccia (L. n. 157/92) recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, rappresenta un importante punto d incontro tra le esigenze del mondo venatorio, quelle delle associazioni degli ambientalisti e la necessità di coinvolgere il mondo agricolo alla gestione agrofaunistica (Romano, 1995). I principali punti di novità della legge sono rappresentati dalla possibilità di destinare una quota del territorio agro-silvo-pastorale di ogni regione, variabile dal 20 al 30%, a protezione della fauna selvatica con divieto di abbattimento e/o cattura a fini venatori. Inoltre, fino ad un massimo del 15%, il territorio agro-silvo-pastorale può essere destinato a gestione privata della caccia. Sulla restante parte, le regioni promuovono forme di gestione programmata della caccia. Secondo l articolo 10 della Legge 157/92, le Province hanno il compito di redigere i Piani Faunistico-Venatori, i quali devono, obbligatoriamente indicare: 1. le Oasi di protezione; 2. le Zone di ripopolamento e cattura; 3. i Centri pubblici e privati di produzione della selvaggina; 4. le Zone di addestramento cani; 5. le Aziende Faunistico-Venatorie e le Aziende Agro-Venatorie. Secondo lo stesso articolo 10 della Legge 157/92, le Regioni hanno, invece, il compito di pianificare l attività venatoria attraverso il Piano Faunistico Venatorio regionale che dovrà coordinare quelli provinciali, indicando i criteri per l individuazione dei territori che saranno destinati alla costituzione delle aziende faunistico venatorie, delle agro venatorie, dei centri privati di produzione della selvaggina e per l individuazione degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC). Per quanto riguarda questi ultimi, la Legge 157/92 mira ad abolire il concetto di territorio libero in cui esercitare la caccia e ad instaurare un rapporto diretto tra il cacciatore ed il territorio in cui egli esercita l attività venatoria. L ATC dovrebbe, inoltre, avere una dimensione sub-provinciale e la sua delimitazione deve scaturire sulla base delle indicazioni fornite dall Istituto Nazionale della Fauna Selvatica ed in ogni caso, la scelta del territorio da includere in un ATC deve tenere in 6

7 considerazione fattori morfologici e pedologici ma anche la conoscenza degli ordinamenti colturali che caratterizzano l attività agricola su quel territorio, anche al fine di orientare le scelte degli agricoltori verso un agricoltura faunisticamente compatibile (Romano, 1995). In tal senso la Legge 157/92 cerca di indirizzare alcune scelte degli agricoltori verso forme che incentivano la diversificazione dei redditi nelle aziende agricole, soprattutto in quelle ubicate nelle aree marginali. Un esempio è rappresentato dalla possibilità di allevare selvaggina a scopo di ripopolamento, oppure la costituzione delle aziende agrovenatorie e/o di quelle faunistico venatorie I CONTENUTI DELLA LEGGE REGIONALE N. 33/97 La Legge regionale n. 33/97 sottopone a pianificazione il territorio agro-silvo-pastorale della Sicilia, destinando una quota del 25% di esso, per ciascuna provincia regionale, a protezione della fauna ; tale percentuale nelle isole minori va computata nell ambito del loro specifico territorio. La stessa legge, inoltre, stabilisce, sino ad un massimo del 15% del territorio agro-silvo-pastorale di ciascuna provincia regionale, il territorio destinato a caccia riservata a gestione privata, a centri privati di produzione di selvaggina e ad allevamenti di fauna selvatica a scopo di ripopolamento. All interno di questa percentuale viene operata un ulteriore riserva suddividendo il 50% di tale superficie, corrispondente al 7,5% del territorio agro-silvo-pastorale provinciale, che viene potenzialmente destinata alle aziende agro-venatorie; il 25%, corrispondente al 3,75% del territorio agro-silvo-pastorale provinciale, alle aziende faunistico-venatorie ed il restante 25%, corrispondente all altro 3,75% del territorio agro-silvo-pastorale provinciale, ai centri privati di produzione di selvaggina ed allevamenti di fauna a scopo di ripopolamento. I successivi articoli 25 e 38 della Legge regionale 33/97, determinano le estensioni minime e massime per la costituzione delle aziende faunistico venatorie e dei centri privati di produzione ed allevamenti di fauna a scopo di ripopolamento, fissati rispettivamente in una superficie non inferiore a 200 ettari e non superiore a ettari per le aziende faunistico venatorie, ed una superficie non inferiore a 5 ettari e non superiore a 50 ettari tanto per i centri privati di produzione che per gli allevamenti a scopo di ripopolamento ad iniziativa di coltivatori diretti ed imprenditori agricoli. Per le 7

8 aziende agro venatorie la superficie delle aziende agricole, singole o associate, su cui esercitare l attività venatoria, anche di tipo alternativo mediante immissione ed abbattimento di fauna di allevamento, viene fissata, con l art. 26 della Legge regionale n. 33/97, a non meno di 30 ettari. Conseguentemente, il limite massimo di estensione delle singole aziende agro venatorie viene fissato dall estensione medesima delle aziende agricole interessate ed entro la percentuale del 7,5% del territorio agro-silvopastorale provinciale riservato a questo tipo di iniziative. Allo stesso modo sono definite, nel numero massimo di iniziative autorizzabili, le aziende faunistico venatorie e le aziende per l allevamento di selvaggina a scopo di ripopolamento. Le aziende faunistico venatorie ed i centri privati di selvaggina a scopo di ripopolamento possono essere costituiti le prime per un periodo di dieci anni, i secondi per un periodo di cinque anni rinnovabile. Le aziende agro venatorie e gli allevamenti a scopo di ripopolamento ad opera di coltivatori diretti ed imprenditori agricoli non hanno scadenza temporale, sicché le suddette iniziative una volta costituite potranno essere revocate per inadempienza alle prescrizioni ed ai vincoli imposti con gli atti di autorizzazione. Non rientrano nella percentuale del 15% gli allevamenti per la produzione di fauna a scopo alimentare e gli allevamenti di fauna a scopo amatoriale ed ornamentale a cielo aperto, sebbene, per queste iniziative, trattandosi necessariamente di territori recintati, vige il divieto di caccia. Il territorio agro-silvo-pastorale provinciale, non riservato a protezione ed a caccia riservata a gestione privata, a centri privati di produzione ed allevamenti di selvaggina a scopo di ripopolamento, viene destinato alla gestione programmata della caccia secondo le modalità indicate al titolo III della Legge regionale n. 33/97. 8

9 3. LE AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE ED AGRO VENATORIE IN SICILIA 3.1. LA RIPARTIZIONE DEL TERRITORIO REGIONALE IN BASE AI CONTENUTI DELLA LEGGE REGIONALE N. 33/97 La Legge regionale 33/97 prevede che il 25% del territorio agro-silvo-pastorale siciliano, sia sottoposto a tutela e a protezione dell avifauna (tab. 1). Tale superficie, che ammonta complessivamente a ettari, è rappresentata dalle oasi di protezione e rifugio della fauna, dalle zone di ripopolamento e cattura, dai parchi, dalle riserve naturali, dal territorio boscato, sia come demanio regionale forestale che come territorio in affidamento all amministrazione forestale (boschi comunali e privati), nonché dai fondi chiusi. Tab. 1 Superficie territoriale sottoposta a protezione della fauna in Sicilia (*) Indicazioni Superficie Provinciale Superficie Agro-Silvo- Pastorale (A) Superficie da sottoporre a tutela (25% di A) ha % ha % ha % Province Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Isole minori Isole Pelagie Isole Eolie Isole Egadi Pantelleria Ustica Totale (*) Fonte: Piano regionale faunistico venatorio, Regione Siciliana. Per quanto riguarda la superficie complessiva destinata in Sicilia alle Aziende Agro Venatorie (tab. 2), essa ammonta a ettari, che corrispondono al 7,5% della 9

10 superficie agro-silvo-pastorale, maggiormente concentrata nelle province di Palermo ( ha), Catania ( ha), Messina ( ha) e Agrigento ( ha). Per quanto riguarda, invece, la superficie regionale destinata alle Aziende Faunistico Venatorie, essa è pari a ettari (3,75% della superficie agro-silvo-pastorale complessiva) analogamente alla superficie destinata ai Centri Privati di Produzione di Selvaggina e agli Allevamenti di Fauna a scopo di ripopolamento che, tuttavia, non costituiscono oggetto di analisi nel presente lavoro. Tab. 2 - Territorio regionale destinato a gestione privata della caccia, a centri privati e ad allevamenti di selvaggina (*) Province Superficie territoriale (ha) Totale (A) Superficie Agro-Silvo-Pastorale (ha) Superficie destinata Superficie destinata alle aziende agrovenatorie alle aziende faunisticovenatorie Superficie destinata a centri privati e ad allevamenti di fauna (7,5% di A) ( 3,75% di A) (3,75% di A) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale (*) Fonte: Piano regionale faunistico venatorio, Regione Siciliana LE AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE ED AGRO VENATORIE Negli ultimi decenni gli ambienti agricoli si sono gradualmente impoveriti di fauna selvatica e ciò a causa delle forti modificazioni degli habitat naturali causati dagli interventi antropici. Tale fenomeno si è verificato sia nelle aree ad agricoltura intensiva che ha portato alla creazione di ambienti uniformi, che nelle aree marginali dove l abbandono delle campagne ha avuto come effetto negativo la riduzione della piccola selvaggina stanziale che indubbiamente si avvantaggiava della presenza umana (Santilli, 1994). Per questi motivi, numerosi interventi legislativi hanno gradualmente riconosciuto un ruolo prioritario all agricoltore quale custode del territorio rurale, incentivando l adozione di pratiche agricole eco-compatibili con la presenza della fauna selvatica. A tal proposito, la Legge 157/92 ha previsto la possibilità di costituire due nuovi istituti che non esistevano fino a quel momento e cioè le Aziende Faunistico Venatorie (AFV) e le Aziende Agro Venatorie (AAV). Come già anticipato nel Capitolo 2, l istituzione di 10

11 queste tipologie aziendali si muove verso la direzione di incentivare non solo un uso sostenibile della caccia ma anche verso la diversificazione dei redditi aziendali soprattutto nelle aree montane e collinari che risultano economicamente svantaggiate. È importante sottolineare come, precedentemente alla pubblicazione della Legge 157/92, le AFV erano già previste ma con finalità differenti rispetto alla situazione attuale. Se, infatti, prima del 1992 le AFV avevano sia una funzione faunistico-ambientale che venatoria, adesso, secondo l articolo 16 della Legge 157/92, esse hanno una finalità prevalentemente naturalistica e faunistica. Ciò implica che un Azienda Faunistico Venatoria non può avere fini di lucro, bensì di tutela e salvaguardia dell ambiente e della fauna in essa insistente. Per questi motivi, un Azienda Faunistico Venatoria è soggetta all approvazione di un programma che riguarda la tutela dell ambiente e della fauna, nonché all obbligo di esercitare l attività venatoria esclusivamente nelle giornate indicate dal calendario venatorio. Non potendo beneficiare di introiti economici diretti, le AFV devono assumere a proprio carico tutte le spese relative alla gestione dell azienda secondo quanto prescritto nel relativo programma approvato (interventi di ripristino ambientale, di ripopolamento, ecc.). Attualmente, secondo i dati forniti dall Assessorato Agricoltura e Foreste, aggiornati a quanto riportato nel Calendario Venatorio della Regione Siciliana, le Aziende Faunistico Venatorie operanti in Sicilia risultano essere 27, il cui elenco completo è riportato nella tabella 3. La superficie complessiva delle aziende faunistico venatorie in Sicilia ammonta a ettari. Delle 27 AFV esistenti, sette operano nell Ambito Territoriale di Caccia (ATC) Enna 1, di cui due risultano ricadenti anche nell ATC Palermo 2, cinque nell ATC Siracusa 2 ed altrettante nell ATC Palermo 2 di cui due sono a cavallo con l ATC Enna 1 ed una con l ATC Messina 1. Gli altri ATC maggiormente interessati risultano essere quello di Catania 1, Catania 2 e Messina 1 con tre aziende; nell ATC Messina 1, un azienda (Cirrito) ricade anche nell ATC Palermo 2, mentre l azienda Diana ricade sia nell ambito dell ATC Catania 1 che in quello di Catania 2. Nell Ambito Ragusa 1 ricadono, invece, due aziende faunistico venatorie. Infine una sola AFV opera negli ATC Caltanissetta 1, Palermo 1, Siracusa 1 e Ragusa 2. In quest ultimo, l azienda Maestro ricade anche nell ATC 11

12 Ragusa 1. Nessuna azienda faunistico venatoria opera negli altri ATC presenti in Sicilia. Tab. 3 - Aziende Faunistico Venatorie operanti nel territorio siciliano (*) Azienda Denominazione Comuni interessati ATC di competenza Superfici (ha) 1 "Mandra di Piano Mussomeli Caltanissetta Acquavena Giardinelli Macchiafava Bronte Catania Malaterra Bronte Catania Diana Mineo - Vizzini Catania 1 - Catania Poggio Diana Caltagirone Catania Insolio Caltagirone Catania Buscemi Troina - Regalbuto Enna Scarvi San Francesco Troina Enna S. Silvestro Intronata Sperlinga Enna Scippa Troina Enna Sciara Gurghi Giumenta Sperlinga - Gangi Enna 1 - Palermo Cicera Sperlinga - Gangi Enna 1 - Palermo La Sughereta Troina - Regalbuto Enna Ruggirà Comunelli Cesarò Messina Casazza Cesarò Messina Cirrito Pettineo - San Mauro Castelverde Messina 1 - Palermo Marosa Godrano Palermo Corvo Rajnò Pintorna Geraci Siculo Palermo Casalgiordano Blufi Palermo Maestro Ragusa - Scicli Ragusa 1 - Ragusa Pulce Ragusa Ragusa Casale Buscemi Siracusa Lannito - Luogo Petrone Avola Siracusa Bufalefi Noto Siracusa Pagliarazzi Rosolini Siracusa Sant Elia Meti Avola - Noto Siracusa Val di Noto Porcari Spineta Noto Siracusa SUPERFICIE COMPLESSIVA (*) Fonte: Elaborazioni su dati rilevati direttamente presso l'assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana. Allo scopo di analizzare le principali tipologie di utilizzazione del suolo nelle AFV siciliane, è stata condotta una specifica indagine sulla base dei dati riportati dal sistema Corine Land Cover. Tale sistema definisce le classi di identificazione del territorio nei seguenti livelli: 1. territori modellati artificialmente; 2. territori agricoli; 3. territori boscati ed ambienti semi naturali; 4. zone umide; 5. corpi idrici. I risultati delle elaborazioni condotte, evidenziano che su un totale di ettari di superficie interessata dalle AFV, ben il 61,5% di essa, pari a quasi ettari, è 12

13 utilizzata a territori boscati e ad ambienti semi naturali, il 38% (4.700 ettari) a territori agricoli e solo lo 0,6% (poco più di 36 ettari) a territori modellati artificialmente (zone urbanizzate, industriali, estrattive, terreni artefatti e/o abbandonati, ecc.). A parte qualche eccezione dove è preponderante la presenza di attività agricole tradizionali e cioè seminativi, colture permanenti, prati e zone agricole eterogenee, quasi tutte le AFV si caratterizzano per la presenza di boschi ed ambienti naturali, con percentuali che arrivano alcune volte vicino al 100% della superficie aziendale (tab. 4). Tali risultati mettono in risalto come le Aziende Faunistico Venatorie presenti in Sicilia non solo operano in contesti che si possono definire marginali dal punto di vista economico, ma anche le destinazioni d uso del suolo sottolineano la valenza paesaggistica ed ambientale delle stesse poiché le attività agricole praticate sono di tipo estensivo e caratterizzate da bassi gradi di attività colturale. Tali risultati, quindi, confermano l importante ruolo delle AFV che rappresentano istituti in grado di coniugare le differenti esigenze, spesso conflittuali, tra coloro che guardano alla tutela dell ambiente, e di conseguenza dell avifauna, e coloro che esercitano l attività venatoria. 13

14 Tab. 4 - Tipologie di utilizzazione del suolo nelle Aziende Faunistico Venatorie in Sicilia (*) Aziende Superficie complessiva Territori agricoli Territori boscati e ambienti semi Territori modellati artificialmente naturali ha % % % Mandra di Piano Acquavena Giardinelli Macchiafava Malaterra Diana Poggio Diana Insolio Buscemi Scarvi San Francesco S. Silvestro Intronata Scippa Sciara Gurghi Giumenta Cicera La Sughereta Ruggirà Comunelli Casazza Cirrito Marosa Corvo Rajnò Pintorna Casalgiordano Maestro Pulce Casale Lannito - Luogo Petrone Bufalefi Pagliarazzi Sant Elia Meti Val di Noto Porcari Spineta Totale (*) Fonte: Elaborazioni su dati Corine Land Cover ed Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana. La rappresentazione cartografica dei principali caratteri strutturali delle Aziende Faunistico Venatorie presenti in Sicilia è riportata in Appendice A. Per quanto riguarda, invece, le Aziende Agro Venatorie (AAV), previste dalla Legge 157/92, rappresentano delle tipologie aziendali dove si integra l attività venatoria con quella tradizionalmente agricola. Nelle AAV, la selvaggina viene immessa solitamente qualche giorno prima delle battute di caccia e i cacciatori pagano un biglietto d ingresso nonché un certo prezzo per ogni capo abbattuto. Le AAV rappresentano, in tal modo, un interessante possibilità per quelle aziende agricole che, operando in contesti marginali e svantaggiati, possono trarre dall attività venatoria un importante integrazione al loro reddito. Anche per le aziende agrituristiche, l esercizio venatorio, previsto tramite le AAV, può rappresentare un ulteriore offerta di servizi turistici che vengono offerti ai clienti, soprattutto in quei periodi dell anno individuati dal calendario venatorio che, 14

15 solitamente, coincidono con momenti in cui la presenza abituale di turisti è molto bassa (Romano, 1995). In Sicilia, secondo i dati forniti dall Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, desunti dal Calendario Venatorio , sono presenti 23 Aziende Agro Venatorie il cui elenco completo è riportato nella tabella 5. Complessivamente, la superficie in Sicilia destinata alle aziende agro venatorie ammonta a quasi ettari. Gli ATC maggiormente interessati sono Enna 2 con cinque aziende, Catania 2 e Palermo 2 con quattro aziende, di cui una (Cannella) ricade anche nell ATC Enna 1 e Caltanissetta 1 con tre aziende. Per quanto riguarda gli ATC Agrigento 1, Caltanissetta 2, Catania 1, Enna 1, Ragusa 1, Ragusa 2, Siracusa 2, Trapani 2 e Palermo 1 presentano, invece, un azienda agro venatoria ciascuna. Tab. 5 - Aziende Agro Venatorie operanti nel territorio siciliano (*) Azienda Denominazione Comuni interessati ATC di competenza Superfici (ha) 1 Montemele Agrigento - Realmonte Agrigento Mattarello Villalba Caltanissetta San Martino Cicuta Caltanissetta Caltanissetta Cisterna Barboraso Manca San Cataldo Caltanissetta Feudo Nobile Gela Caltanissetta El Condor Bronte Catania Russa Caltagirone Catania Stella di Racineci Caltagirone Catania Poggio Racineci Caltagirone Catania D'angelo Adele Dain Vizzini - Licodia Eubea Catania Cannella Nicosia - Gangi Enna 1 - Palermo Carrangiaro-Scioltabino Enna Enna Capitone Enna Enna Caranciara Enna Enna Cacchiamo Calascibetta Enna "Montagna Gebbia Robbiato Piazza Armerina Enna Montesano Ragusa - Modica Ragusa 1 - Ragusa Baronazzo Noto Siracusa SS. Trinità Castelvetrano Trapani Società Agricola la Cannavera Monreale Palermo Mandranuova Valledolmo Palermo "Casale - Masseria Sciaritelle" Petralia Sottana Palermo "Di Dato" Castellana Sicula Palermo SUPERFICIE COMPLESSIVA (*) Fonte: Elaborazioni su dati rilevati direttamente presso l'assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana. Anche per le Aziende Agro Venatorie, analogamente a quanto effettuato per le AFV, è stata condotta una specifica analisi riguardante le principali utilizzazioni del suolo all interno delle stesse (tab. 6). I risultati ottenuti, utilizzando le informazioni desunte dal sistema Corine Land Cover, mettono in evidenza che in questa tipologia aziendale 15

16 l uso preponderante del suolo riguarda l attività agricola vera e propria con una percentuale complessiva del 59,2%. La rimanente superficie aziendale (40,6%) è, invece, occupata da boschi ed ambienti semi naturali. Tab. 6 - Tipologie di utilizzazione del suolo nelle Aziende Agro Venatorie in Sicilia (*) Azienda Superficie complessiva Territori agricoli Territori boscati e ambienti semi naturali ha % % Montemele Mattarello San Martino Cicuta Cisterna Barboraso Manca Feudo Nobile El Condor Russa Stella di Racineci Poggio Racineci Dain Cannella Carrangiaro-Scioltabino Capitone Caranciara Cacchiamo Montagna Gebbia Robbiato Montesano Baronazzo SS. Trinità Società Agricola la Cannavera Mandranuova Casale - Masseria Sciaritelle Di Dato Totale (*) Fonte: Elaborazioni su dati Corine Land Cover ed Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. La rappresentazione cartografica dei principali caratteri strutturali delle Aziende Agro Venatorie presenti in Sicilia è riportata in Appendice B. Se si confronta, a livello provinciale, la superficie complessiva già impegnata per le Aziende Faunistico Venatorie ( ettari) e per le Aziende Agro Venatorie (1.875 ettari) con quella prevista dalla Legge regionale 33/97, è possibile osservare che in Sicilia esiste ancora un ampio margine per la costituzione di nuove aziende appartenenti a tali istituti (tab. 7). Ciò rappresenta un interessante potenziale opportunità per le aziende agricole che potrebbero, grazie alle attività faunistico-venatorie, trarre nuove ed 16

17 alternative fonti di reddito. Inoltre, la gestione privata della caccia, tramite tali tipologie aziendali, potrebbe contribuire a marginare il fenomeno dell esodo della popolazione rurale con conseguenti effetti positivi sulla tutela e la salvaguardia dell ambiente. Infine, non è da trascurare che grazie alle Aziende Faunistico Venatorie ed Agro Venatorie possono mitigarsi i fenomeni di conflittualità che spesso hanno caratterizzato i rapporti tra cacciatori ed agricoltori. Tab. 7 - Raffronto tra la superficie potenzialmente destinata a gestione privata della caccia e superficie attaulmente destinata a tale scopo in Sicilia (ettari) (*) Superficie Agro- Superficie destinata alle Aziende Agro Venatorie Superficie destinata alle Aziende Faunistico Venatorie Provincia Silvo-Pastorale (A) Superficie totale Superficie impegnata Superficie disponibile Superficie totale Superficie impegnata Superficie disponibile (7,5% di A) (3,75% di A) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale (*) Fonte: Elaborazioni su dati tratti dal Piano faunistico venatorio della Regione Siciliana. 17

18 4. AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA 4.1. GENERALITÀ Il Piano Regionale Faunistico Venatorio della Regione Siciliana si caratterizza per una forte finalità di tutela del patrimonio faunistico tenendo conto delle sopravvenute modifiche del territorio non destinato alla gestione programmata della caccia. Inoltre, un obiettivo del Piano Regionale Faunistico Venatorio è il rilancio delle attività di allevamento di selvaggina, oltre che per la produzione di carni alternative e per l allevamento amatoriale, anche per scopo di ripopolamento faunistico attraverso la definizione delle metodologie del ripopolamento ed immissione di fauna selvatica. Un aspetto significativo è il legame che esiste tra gli obiettivi del Piano Regionale Faunistico Venatorio e quelli delle linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale, che dichiarano il paesaggio della Regione Siciliana bene culturale ed ambientale tutelato come riserva da fruire e valorizzare. In tal senso, il Piano Regionale Faunistico Venatorio si inserisce in una più ampia azione di tutela che la Regione Sicilia promuove attraverso gli obiettivi assunti con il Piano Territoriale Paesistico Regionale. In particolare, il Piano Regionale Faunistico Venatorio opera per il consolidamento e la riqualificazione del patrimonio naturalistico attraverso: - la destinazione differenziata del territorio agro-silvo-pastorale; - azioni di correlazione fra il territorio sottoposto a protezione attraverso il sistema dei parchi e delle riserve ed il restante territorio agro-silvo-pastorale circostante non sottoposto a particolare protezione della fauna; - la protezione e la valorizzazione degli ecosistemi, in relazioni a specie di fauna omeoterma presenti nella Regione siciliana; - misure di protezione e salvaguardia delle specie di mammiferi ed uccelli minacciati di estinzione; - il recupero ai fini faunistici di aree degradate. Il Piano Regionale Faunistico Venatorio interviene altresì per il consolidamento del patrimonio e delle attività agro-forestali e delle attività pascolative attraverso l individuazione degli interventi destinati a conservare le effettive capacità riproduttive per le specie carnivore, il conseguimento della densità ottimale per le altre specie, determinando la corresponsione di incentivi a sostegno delle pratiche colturali a basso 18

19 impatto faunistico e delle azioni finalizzate ad agevolare il ciclo vitale della fauna. Il Piano interviene anche attraverso la previsione di azioni per la prevenzione dei danni alle produzioni agricole, al patrimonio zootecnico ed alle opere approntate sui terreni coltivati o destinati a pascolo causati dalla fauna, nonché attraverso la formalizzazione di indirizzi per le attività di controllo della fauna e per le attività di ripopolamento e reintroduzione di specie selvatiche. In sintonia con quanto prescritto dalla Legge regionale n. 33/97, che prevede la possibilità di individuare comprensori omogenei finalizzati alla salvaguardia ed al miglioramento degli habitat naturali, il Piano Regionale Faunistico Venatorio segue la suddivisione adottata dalle linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale che prevede le seguenti aree: 1. Rilievi del trapanese. 2. Pianura costiera occidentale. 3. Colline del trapanese. 4. Rilievi e pianure costiere del palermitano. 5. Rilievi dei monti Sicani. 6. Rilievi di Lercara, Cerda e Caltavuturo. 7. Catena settentrionale (monti delle Madonie). 8. Catena settentrionale (monti Nebrodi). 9. Catena settentrionale (monti Peloritani). 10. Colline della Sicilia centro-meridionale. 11. Colline di Mazzarino e Piazza Armerina. 12. Colline dell ennese. 13. Cono vulcanico etneo. 14. Pianura alluvionale catanese. 15. Pianure costiere di Licata e Gela. 16. Colline di Caltagirone e Vittoria. 17. Rilievi e tavolato ibleo. 18. Isole minori. Il Piano Faunistico Venatorio della Sicilia prevede la ripartizione del territorio regionale in 23 Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), cinque dei quali sono costituiti 19

20 rispettivamente dalle isole Eolie, isole Egadi, isole Pelagie, dall isola di Ustica e dall isola di Pantelleria. La pianificazione faunistico-venatoria siciliana destina agli ambiti territoriali di caccia tutto il territorio provinciale non interessato da protezione e da gestione privata della caccia e dagli allevamenti. Tuttavia, in ottemperanza a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale sono stati creati ambiti di caccia sub-provinciali che aggregano comuni omogenei per caratteristiche ambientali, in particolare per le componenti abiotiche e biotiche, tenendo in considerazione le aree omogenee individuate nelle linee guida del Piano territoriale paesistico che prevedono la delimitazione di diciotto ambiti sub-provinciali del territorio siciliano e cinque ambiti costituiti dalle isole minori (Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria). Per ciascuno dei 23 ambiti territoriali di caccia, in cui è stato suddiviso il territorio regionale, è stata condotta una breve analisi territoriale riguardante i principali caratteri di ciascuno di essi ed in particolare: i parchi regionali, le riserve naturali, le aree SIC- ZPS ed i centri dediti alla gestione privata della caccia. I risultati di tali analisi sono state tradotte in apposite cartografie tematiche riportate in Appendice C I PRINCIPALI ASPETTI GEO-STRUTTURALI Ambito territoriale di caccia Agrigento 1 L ambito territoriale di caccia (ATC) Agrigento 1 è costituito dai territori comunali di Agrigento, Porto Empedocle, Realmonte, Siculiana, Montallegro, Cattolica Eraclea, Ribera, Sciacca e Menfi ubicati nella fascia costiera e nell'entroterra di bassa collina e dai territori dei comuni di Bivona, Lucca Sicula, Cianciana, Villafranca Sicula, Burgio, Caltabellotta, Sambuca di Sicilia, S. Margherita Belice, Montevago e Calamonaci. La superficie territoriale complessiva è pari a ettari, mentre quella disponibile per la caccia programmata è di ettari. Rispetto a quanto indicato nelle Linee guida del Piano Paesistico regionale, l ATC Agrigento 1 ricade per il 61% nell Area delle colline della Sicilia centro-meridionale, per il 21% nell Area dei rilievi dei monti Sicani e per il 18% nelle aree della Pianura costiero-occidentale e delle Colline del trapanese. Con riferimento alla fauna selvatica stanziale, il coniglio è diffuso in tutto il territorio dell ambito e la consistenza delle popolazioni è in netta diminuzione nei terreni coltivati e può considerarsi ancora soddisfacente nelle zone protette (Riserve naturali, Demani 20

21 forestali, etc.). La lepre, quasi del tutto assente nella fascia costiera è in aumento nei Demani forestali, così come la Coturnice siciliana. Nell ambito del territorio precluso all esercizio venatorio, nell ATC Agrigento 1 si ritrovano 6 Riserve naturali. Inoltre, pur non rientrando ufficialmente tra le aree precluse all esercizio venatorio, nello stesso ATC ricadono anche 10 aree SIC-ZPS (tab. 8). Tab. 8 ATC Agrigento 1 Riserve naturali e aree SIC-ZPS (*) Riserva naturale Denominazione 1 Foce del Fiume Platani 2 Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio 3 Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco 4 Monte San Calogero (Kronio) 5 Torre Salsa 6 Foce del fiume Belice e dune limitrofe Area SIC-ZPS Denominazione 1 Boschi di Granza 2 Bosco di S. Adriano 3 Complesso Monte Telegrafo e rocca Ficuzza 4 Foce del Fiume Verdura 5 Foce del Megazzolo, Foce del Platani, Capo Bianco, Torre Sal 6 Fondali di Capo san Marco Sciacca 7 Monte Matassaro, Monte Gradara e Monte Signora 8 Monte Triona e Monte Colomba 9 Monte San Calogero (Sciacca) 10 Sistema dunale Capo Granitola, Porto Palo e Foce del Belice (*) Fonte: Elaborazioni su dati Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. Per quanto riguarda il territorio riservato a gestione privata della caccia, nel rispetto delle condizioni e dei criteri di cui agli articoli 25 e 26 della Legge regionale n.33/97, nell ATC Agrigento 1 sono presenti le seguenti aziende: 1) Azienda agro-venatoria Montemele, ricadente nel territorio dei Comuni di Agrigento e Realmonte. 21

22 La rappresentazione cartografica delle aree protette e del territorio riservato a gestione privata della caccia nell ATC Agrigento 1 è riportata in Appendice C, Figura 1C. Ambito territoriale di caccia Agrigento 2 L ambito territoriale di caccia Agrigento 2 è costituito da 23 territori comunali: Alessandria della Rocca, Aragona, Camastra, Cammarata, Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Castrofilippo, Comitini, Favara, Grotte, Joppolo Jancaxio, Licata, Naro, Palma di Montechiaro, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, S. Biagio Platani, S. Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro, Santo Stefano Quisquina, per un totale di superficie territoriale pari a ettari. La superficie destinata alla caccia programmata è di ha. Il territorio comprende una parte costiera ricadente nei comuni di Palma di Montechiaro e Licata e una parte collinare in cui sono compresi tutti gli altri comuni. Rispetto agli ambiti omogenei di cui alle linee guida del Piano territoriale paesistico regionale il territorio rientra per l 85% nell area omogenea Colline della Sicilia centro meridionale, per l 8% circa nell area omogenea rilievi dei monti Sicani e per il restante 5% nelle aree omogenee delle Colline di Mazzarino e Piazza Armerina e delle pianure costiere di Licata e Gela. Nell ambito dell ATC Agrigento 2 si rinvengono 3 Riserve naturali (precluse all esercizio venatorio) e 9 aree SIC-ZPS elencate in tab. 9. Tab. 9 ATC Agrigento 2 Riserve naturali e aree SIC-ZPS (*) Riserva naturale Denominazione 1 Maccalube di Aragona 2 Monte Cammarata 3 Grotta di Sant Angelo Muxaro Area SIC-ZPS Denominazione 1 Boschi di Granza 2 La Montagnola e Acqua Fitusa 3 Litorale di Palma di Montechiaro 4 Monte Cammarata Contrada Salaci 5 Maccalube di Aragona 6 Pizzo della rondine, Bosco di Santo Stefano Quisquina 22

23 7 Pizzo Muculufa 8 Rocche di Castronuovo, Pizzo Lupo, Gurghi di S. Andrea 9 Serra del Leone e Monte Stagnataro (*) Fonte: Elaborazioni su dati Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. Per quanto riguarda il territorio riservato a gestione privata della caccia, nel rispetto delle condizioni e dei criteri di cui agli articoli 25 e 26 della Legge regionale n.33/97, nell ATC Agrigento 2 non è presente alcuna azienda. La rappresentazione cartografica dell ATC Agrigento 2 con le relative aree protette precluse all esercizio venatorio è riportata in Appendice C, Figura 2C. Ambito territoriale di caccia Agrigento 3 delle isole Pelagie L ATC Agrigento 3 isole Pelagie, costituito dalle isole di Lampedusa, Linosa e Lampione, rappresenta uno degli estremi lembi meridionali del territorio italiano collocandosi nel Mediterraneo centrale, quasi a metà distanza fra l estrema sporgenza occidentale della Sicilia (Marsala) e le coste libiche. La superficie territoriale dell ambito territoriale di caccia di Agrigento 3 è di ettari e la superficie al netto delle aree infrastrutturate e di quelle inibite alla caccia è di ettari circa. Nell ambito dell ATC Agrigento 3, ricadono 2 Riserve naturali ed un area SIC-ZPS (tab. 10). Tab. 10 ATC Agrigento 3 Riserve naturali e aree SIC-ZPS (*) Riserva naturale Denominazione 1 Isola di Lampedusa 2 Isola di Linosa e Lampione Area SIC-ZPS Denominazione 1 Isola di Lampedusa e Lampione (*) Fonte: Elaborazioni su dati Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. Per quanto riguarda il territorio riservato a gestione privata della caccia, nel rispetto delle condizioni e dei criteri di cui agli articoli 25 e 26 della Legge regionale n.33/97, nell ATC Agrigento 3 non opera alcuna azienda agro venatoria o faunistico venatoria. 23

24 La rappresentazione cartografica dell ATC Agrigento 3, con le relative aree protette in esso insistenti, è riportata in Appendice C, Figura 3C. Ambito territoriale di caccia Caltanissetta 1 Per quanto riguarda l ATC Caltanissetta 1 comprende i territori comunali di Acquaviva Platani, Bompensiere, Caltanissetta, Campofranco, Delia, Marianopoli, Milena, Montedoro, Mussomeli, S. Caterina Villarmosa, S. Cataldo, Serradifalco, Sommatino, Sutera, Vallelunga Pratameno e Villalba per una superficie territoriale complessiva di ettari di cui quella programmata per la caccia ammonta a ettari. Tale ATC ricade per il 93% nell area delle Colline della Sicilia centro meridionale e per il restante 7% nell area omogenea dei Rilievi di Lercara, Cerda e Caltanissetta e nell area delle Colline dell ennese. Tra le aree precluse all esercizio della caccia, nell ATC Caltanissetta 1 si ritrovano 5 Riserve naturali. Nello stesso territorio ricadono anche 6 aree SIC-ZPS, il cui elenco è riportato nella tabella 11. Tab. 11 ATC Caltanissetta 1 Riserve naturali e aree SIC-ZPS (*) Riserva naturale Denominazione 1 Monte Conca 2 Lago Sfondato 3 Riserva Naturale Geologica di contrada Scaleri 4 Monte Capodarso e Valle dell'imera Meridionale 5 Lago Soprano Area SIC-ZPS Denominazione 1 Lago Sfondato 2 Lago Soprano 3 Monte Conca 4 Monte Capodarso e Valle del Fiume Imera Meridionale 5 Rupe di Marianopoli 6 Torrente Vaccarizzo (tratto terminale) (*) Fonte: Elaborazioni su dati Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. 24

25 Per quanto riguarda il territorio riservato a gestione privata della caccia, nel rispetto delle condizioni e dei criteri di cui agli articoli 25 e 26 della Legge regionale n.33/97, nell ATC Caltanissetta 1 sono presenti le aziende indicate nella tabella 12. Tab. 12 ATC Caltanissetta 1 Territorio riservato a gestione privata della caccia (*) AFV Denominazione Comuni interessati 1 Mandra di Piano Mussomeli AAV Denominazione Comuni interessati 1 Mattarello Villalba 2 San Martino Cicuta Caltanissetta 3 Cisterna Barboraso Manca San Cataldo (*) Fonte: Elaborazioni su dati Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. La rappresentazione cartografica delle aree protette e del territorio riservato a gestione privata della caccia nell ATC Caltanissetta 1 è riportata in Appendice C, Figura 4C. Ambito territoriale di caccia Caltanissetta 2 In questo ATC rientrano i territori dei comuni di Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi e Riesi. La superficie complessiva è di ettari mentre quella disponibile per la caccia programmata è di ettari. Il territorio si colloca per il 75% circa nell area omogenea delle Colline di Mazzarino e Piazza Armerina e per il 25% nell area omogenea delle Pianure costiere di Licata e Gela. Nel territorio in oggetto ricadono 2 riserve naturali (Sughereta di Niscemi e Biviere di Gela) nonché 6 aree SIC-ZPS (tab. 13). Tab. 13 ATC Caltanissetta 2 Riserve naturali e aree SIC-ZPS (*) Riserva naturale Denominazione 1 Sughereta di Niscemi 2 Biviere di Gela Area SIC-ZPS Denominazione 1 Biviere e Macconi di Gela 25

26 2 Bosco di Santo Pietro 3 Pizzo Muculufa 4 Rupe di Falconara 5 Sughereta di Niscemi 6 Torre Manfria (*) Fonte: Elaborazioni su dati Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. Per quanto riguarda il territorio riservato a gestione privata della caccia, nel rispetto delle condizioni e dei criteri di cui agli articoli 25 e 26 della Legge regionale n.33/97, nell ATC Caltanissetta 2 è presente la seguente azienda: 2) Azienda agro venatoria Feudo Nobile, ricadente nel territorio del Comune di Gela. La rappresentazione cartografica delle aree protette, riportate nel precedente prospetto, e del territorio riservato a gestione privata della caccia nell ATC Caltanissetta 2 è riportata in Appendice C, Figura 5C. Ambito territoriale di caccia Catania 1 L Ambito territoriale di caccia Catania 1 comprende 50 territori comunali di cui al seguente elenco: Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Catena, Acireale, Aci Sant'Antonio, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Calatabiano, Camporotondo Etneo, Castel di Judica, Castiglione di Sicilia, Catania, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Gravina di Catania, Linguaglossa, Maletto, Maniace, Mascali, Mascalucia, Militello in Val di Catania, Milo, Mineo, Misterbianco, Motta Sant'Anastasia, Nicolosi, Palagonia, Paternò, Pedara, Piedimonte Etneo, Raddusa, Ragalna, Ramacca, Randazzo, Riposto, S. Giovanni La Punta, S. Gregorio di Catania, S. Pietro Clarenza, Sant'Agata Li Battiati, Sant'Alfio, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Scordia, Trecastagni, Tremestieri Etneo, Valverde, Viagrande, Zafferana Etnea. La superficie territoriale complessiva è di ettari e quella disponibile per la caccia programmata è di ettari. Rispetto alle aree omogenee delle Linee del Piano territoriale paesistico, l ambito territoriale di caccia ricade per il 25% circa nell area della Pianura alluvionale catanese, per il 15% nell area Colline dell ennese, per l 11% nell area Catena 26

27 settentrionale dei Monti Nebrodi ed in quella dei Rilievi del tavolato ibleo e per il restante 50% nell area del Cono vulcanico etneo. Il territorio sottoposto a tutela e quindi precluso all esercizio venatorio, nell ATC Catania 1 è costituito, tra l altro, da 3 Parchi regionali (Etna, Nebrodi e Alcantara), nonché da 5 Riserve naturali (Oasi del Simeto, Fiume Fiumefreddo, Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi, Complesso Immacolatella e Micio Conti e La Timpa). Il prospetto riepilogativo di tali aree protette presenti in questo ATC, è riportato nella tabella 14. Nella stessa tabella sono anche riportate le aree SIC-ZPS ricadenti nell ATC Catania 1. Tab. 14 ATC Catania 1 Parchi regionali, riserve naturali e aree SIC-ZPS (*) Parco regionale Denominazione 1 Parco dell Etna 2 Parco dei Nebrodi 3 Parco fluviale dell Alcantara Riserva naturale Denominazione 1 Oasi del Simeto 2 Fiume Fiumefreddo 3 Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi 4 Complesso Immacolatella e Micio Conti 5 La Timpa Aree SIC-ZPS Denominazione 1 Alta Valle del Fiume Alcantara 2 Bosco del Flascio 3 Bosco di Linera 4 Bosco di Milo 5 Bosco di S. Maria la Stella 6 Canalone del Tripodo 7 Complesso Immacolatelle, Micio Conti, Boschi limitrofi 8 Contrada Sorbero e contrada Gibiotti 9 Contrada Valanghe 10 Dammusi 11 Fascia Altomontana dell Etna 27

28 12 Foce del Fiume Simeto e lago Gornalunga 13 Fondali di Acicastello (isola Lachea Ciclopi) 14 Forre laviche del fiume Simeto 15 Invaso di Lentini 16 Isole dei Ciclopi 17 La Gurna 18 Lago Gurrida e Sciare di Santa Venera 19 Lago Ogliastro 20 Monte Baracca, Contrada Garrita 21 Monte Arso 22 Monte Minardo 23 Piano dei Grilli 24 Pineta di Adrano e Biancavilla 25 Pineta di Linguaglossa 26 Poggio Santa Maria 27 Riserva naturale del fiume Alcantara 28 Riserva naturale fiume Fiumefreddo 29 Sciare di Roccazzo della Bandiera 30 Serra del Re, Monte Soro e Biviere di Cesarò 31 Timpa di Acireale 32 Tratto di Pietralunga del Fiume Simeto 33 Valle del Bove (*) Fonte: Elaborazioni su dati Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. Il territorio riservato a gestione privata della caccia, nel rispetto delle condizioni e dei criteri di cui agli articoli 25 e 26 della Legge regionale n. 33/97, nell ATC Catania 1 è costituito da tre Aziende Faunistico Venatorie e cioè Acquavena Giardinelli Macchiafava, Malaterra e Diana (in parte) ed un Azienda Agro Venatoria (El Condor) (tab. 15). 28

29 Tab. 15 ATC Catania 1 Territorio riservato a gestione privata della caccia (*) AFV Denominazione Comuni interessati 1 Acquavena Giardinelli Macchiafava Bronte 2 Malaterra Bronte 3 Diana (in parte) Vizzini (CT2) e Mineo (CT1) AAV Denominazione Comuni interessati 1 El Condor Bronte (*) Fonte: Elaborazioni su dati Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. La rappresentazione cartografica delle aree protette precedentemente indicate e del territorio riservato a gestione privata della caccia nell ATC Catania 1 è riportata in Appendice C, Figura 6C. Ambito territoriale di caccia Catania 2 È costituito dalla parte meridionale della Provincia di Catania comprendente i territori comunali di Caltagirone, Grammichele, Licodia Eubea, Mazzarrone, Mirabella Imbaccari, San Cono, S. Michele di Ganzaria e Vizzini per una superficie territoriale pari a ettari di cui quella disponibile alla caccia programmata ammonta a ettari. Secondo la zonizzazione prevista dalle linee guida del Piano territoriale paesistico regionale, il 60% circa del territorio ricade nell area omogenea delle Colline di Caltagirone e Vittoria, il 25% nell area dei Rilievi e del tavolato ibleo e per il 15% nell area omogenea delle Colline di Mazzarino e Piazza Armerina. La fauna selvatica stanziale si caratterizza per la presenza del coniglio selvatico che vive in tutto il territorio collinare mentre sono rarefatte le popolazioni di coturnice siciliana e di lepre in relazione all intensificazione colturale che ne ha ridotto i relativi habitat. Nell ATC Catania 2 sono presenti 2 Riserve naturali precluse all esercizio venatorio nonché 4 aree SIC- ZPS (tab. 16). 29

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