ECONOMIA E MARKETING DEI PRODOTTI TIPICI

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "ECONOMIA E MARKETING DEI PRODOTTI TIPICI"

Transcript

1 ECONOMIA E MARKETING DEI PRODOTTI TIPICI

2 Cosa sono i prodotti GIs, da dove vengono e che obiettivi hanno

3 Tassonomia dei diversi tipi di prodotti legati al territorio un prodotto che presenta alcuni attributi di qualità unici che sono espressione delle specificità di un particolare contesto territoriale in cui il processo produttivo si realizza Le risorse specifiche locali e il terroir I fattori rilevanti nel determinare la tipicità del prodotto agroalimentare possono essere raccolti intorno a tre assi: la specificità delle risorse locali impiegate nel processo produttivo; la storia, la tradizione produttiva, la cultura e l identità locale; la dimensione collettiva e la presenza di conoscenze condivise a livello locale La dimensione patrimoniale del prodotto tipico

4 Tassonomia dei diversi tipi di prodotti legati al territorio un prodotto agroalimentare tipico è l esito di un processo storico collettivo e localizzato di accumulazione di conoscenza contestuale che si fonda su di una combinazione di risorse territoriali specifiche sia di natura fisica che antropica che dà luogo a un legame forte, unico e irriproducibile col territorio di origine Il termine prodotto tradizionale sottolinea un collegamento con il passato, con una tradizione produttiva storica che non ha voluto o potuto adeguarsi alle tecniche moderne e standardizzate, almeno per un qualche aspetto rilevante che conferisce loro una qualche specificità, mentre il legame con il territorio risulta più sfumato. Anche i prodotti tradizionali sono tipici, ma non il contrario

5 Tassonomia dei diversi tipi di prodotti legati al territorio Il termine prodotto locale esprime invece la vicinanza fisica tra un prodotto e un consumatore. Si fa riferimento alla sola provenienza del prodotto da un luogo geografico, senza che ciò necessariamente sottintenda un collegamento tra tale luogo geografico e le particolari qualità e specificità del prodotto stesso. Il termine prodotto nostrano fa invece riferimento alla componente identitaria, volendo significare che il prodotto appartiene alla nostra tradizione produttiva e alimentare, talvolta anche culturale, e spesso con un richiamo all idea di genuinità e freschezza. Anche in questo caso può mancare la specificità e irriproducibilità del prodotto al di fuori del suo contesto territoriale, quindi non necessariamente tipico.

6 Uso del nome geografico Prodotti che portano un nome geografico Prodotti con denominazione geografica Prodotti con indicazione geografica Prodotti tipici

7 Cosa sono le indicazioni geografiche? Sono segni distintivi che associano i prodotti di una certa qualità e reputazione con la relativa regione di origine e che identificano tali prodotti sul mercato. Ci sono alcuni esempi noti di nomi geografici associati a prodotti con elevata reputazione e qualità

8 Esempi GIs Tequila licor (Mexico) Bordeaux wines (France) Manchego cheese (Spain) Habanos tobacco (Cuba) Antigua coffee (Guatemala) Long-Ging tea (China) Chuao cacao (Venezuela) Basmati rice (India) Parma ham (Italy) Argan Oil (Morocco) Shea butter (BurkinaFaso) Guinean pineapples White Honey (Cameroon) Mananara Vanilla (Madagascar) ma anche Bukhara (carpets) Solingen Cutlery (Germany) Kilim carpets (Turkey) Thai silk

9

10

11 Un esempio di abuso dal Messico Altri esempi di usurpazione: "Champagne" fatto in Brasile "Feta : è Danese o Francese? "Chablis" fatto in USA "Parmiggiano fatto in Australia "Prosciutto di Parma" fatto in Canada Etc..

12 Un esempio di abuso dal Canada Parma = Italia Real Italian Recepy! Italian Flag MUST be Italian Ham made in Italy (Parma) But is made In Canada D. Thual

13 Un esempio da Busseto

14 Un esempio da Busseto

15 Principali accordi internazionali sulle IG Convenzione di Parigi per la protezione della proprietà industriale (1883) Stati Membri Accordo di Madrid sulla repressione delle false o ingannevoli indicazioni di provenienza (1891) - 34 Stati Membri Convenzione di Lisbona sulla protezione delle denominazioni di origine e la loro registrazione internazionale (1958) - 23 Stati Membri Accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS/OMC) (1994) Stati Membri

16 Main important international agreement on GI s Multilateral agreements Indication of Source Indication referring to a country or to a place situated therein as being the country or place of origin of a product Appellation of Origin The geographical name of a country, region, or locality, which serves to designate a product originating therein, the quality and characteristics of which are due exclusively or essentially to the geographical environment, including natural and human factors (Lisbon) Geographical Indication Indication which identifies a good as originating in the territory of a Member, or a region or locality in that territory, where a given quality, reputation or other characteristic of the good is essentially attributable to its geographical origin (TRIPS)

17 Livelli di protezione Internaizonale Lisbona Denominazioni di origine TRIPS Indicazioni geografiche Madrid Indicazioni di provenienza

18 Squilibrio attuale nell Accordo TRIPS Usurpazione possibile Protezione efficace

19 La legislazione europea sui prodotti DOP/IGP

20 La legislazione Europea sui prodotti DOP/IGP/STG Reg.(CEE) ex 2081/92 (oggi 510/2006) relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d origine dei prodotti agricoli ed alimentari Reg.(CEE) 2082/92 (oggi 509/06) relativo alle attestazioni di specificità dei prodotti agricoli e alimentari

21 Reg. 510/06 e Reg.(CEE) 509/06 Campo di applicazione del Reg.510/06 Prodotti agricoli destinati all alimentazione umana elencati nell allegato II del trattato di Roma prodotti alimentari (non necessariamente prodotti agricoli) elencati nell allegato I del regolamento stesso Esclusi dal campo di applicazione Prodotti del settore vitivinicolo e bevande spiritose Un nome che sia conflitto con il nome di una varietà vegetale o di una specie animale e che possa, pertanto, indurre il pubblico in errore quanto alla vera origine del prodotto Denominazioni divenute generiche Definizione di denominazione divenuta generica: IL NOME DI UN PRODOTTO AGRICOLO O ALIMENTARE CHE, PUR COLLEGATO COL NOME DEL LUOGO O DELLA REGIONE IN CUI IL PRODOTTO AGRICOLO O ALIMENTARE E STATO INIZIALMENTE OTTENUTO O COMMERCIALIZZATO, E DIVENUTO, NEL LINGUAGGIO CORRENTE, IL NOME DI UN PRODOTTO AGRICOLO O ALIMENTARE (il caso della FETA e PARMESAN )

22 Reg. 510/06 e Reg.(CEE) 509/06 che cosa è la denominazione? chi propone la denominazione? chi controlla la denominazione?

23 DENOMINAZIONE DI ORIGINE (DOP) Reg.510/06 Il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare - originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese e - la cui qualità o le cui caratteristiche siano dovute essenzialmente o esclusivamente all ambiente geografico comprensivo dei fattori naturali ed umani e la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono nell area geografica delimitata

24 INDICAZIONE GEOGRAFICA (IGP) Reg. 510/06 Il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese e di cui una determinata qualità, la reputazione o un altra caratteristica possa essere attribuita all origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengono nell area geografica determinata

25 DOP Vs IGP Reg. 510/06 IN COMUNE tipi di prodotti nomi geografici originari della regione di cui portano il nome procedura livello di protezione DIFFERENZE legame con l ambiente geografico reputazione (IGP) fasi di produzione da realizzare nell area indicata

26 ATTESTAZIONI DI SPECIFICITA Reg. 509/06 Cosa non è il carattere specifico: una particolare presentazione una composizione qualitativa o quantitativa o un metodo di produzione che si limitano a soddisfare i criteri di una normativa comunitaria o nazionale, o di norme volontarie la specifica provenienza o l origine geografica il risultato dell applicazione di un innovazione tecnologica

27 ATTESTAZIONI DI SPECIFICITA Reg. 509/06 Cos è il carattere specifico: l elemento o l insieme di elementi che distinguono nettamente un prodotto agricolo o alimentare da altri prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla stessa categoria Deve trattarsi di un prodotto tradizionale, cioè: prodotto utilizzando materie prime tradizionali caratterizzato da una composizione tradizionale caratterizzato da un metodo di produzione e/o di trasformazione di tipo tradizionale

28 PROTEZIONE I nomi registrati (non il prodotto stesso!!!!) qualsiasi produttore di qualsiasi Stato Membro deve poter conoscere il disciplinare, in modo da poter produrre quel prodotto utilizzando la denominazione registrata (il caso del Prosciutto di Parma/ASDA) Ambito della protezione. Contro: a) qualsiasi impiego commerciale della denominazione, diretto o indiretto - per prodotti comparabili a quelli registrati- se l uso della denominazione protetta consente di sfruttarne indebitamente la reputazione b) qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione, anche se - l origine vera è indicata - la denominazione protetta è una traduzione la denominazione protetta è accompagnata da tipo, metodo, etc. c) qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole relativa alla provenienza, all origine, alla natura o alle qualità essenziali dei prodotti d) qualsiasi altra prassi che possa indurre in errore il pubblico sulla vera origine dei prodotti

29 PROCEDURA DI REGISTRAZIONE (prima della Commissione) Un associazione di produttori/trasformatori interessati a un certo prodotto agricolo può inoltrare la domanda la domanda di registrazione deve includere il disciplinare di produzione la domanda va inoltrata all autorità competente dello Stato Membro se la domanda è giustificata e se soddisfa i requisiti del Regolamento, lo Stato Membro la trasmette alla Commissione insieme al disciplinare entro sei mesi la Commissione verifica che la domanda comprenda tutti i requisiti di cui all art. 4...

30 DISCIPLINARE: CONTENUTO MINIMO Nome (comprensivo della parte geografica) descrizione del prodotto (materie prime, caratteristiche principali) delimitazione dell area geografica prove che il prodotto è originario dell area geografica descrizione del metodo di ottenimento del prodotto elementi comprovanti il legame con la zona geografica o l origine geografica riferimenti relativi alle strutture di controllo di cui all art. 10 elementi specifici dell etichettatura connessi alla dicitura DOP o IGP eventuali condizioni da rispettare in forza di disposizioni comunitarie e/o nazionali

31 Variabilità della Coppa Piacentina

32 Pubblicizzazione dei disciplinari Door database

33 STRUTTURA DI CONTROLLO Compito: garantire che i prodotti agricoli e alimentari recanti una denominazione protetta rispondano ai requisiti del disciplinare Può essere composta da Una o più autorità di controllo designate e/o Uno o più organismi privati autorizzati a tal fine dallo Stato membro In ogni caso la struttura di controllo: A) deve offrire garanzie sufficienti di obiettività e di imparzialità nei confronti di ogni produttore/trasformatore soggetto al controllo B) deve disporre permanentemente degli esperti e dei mezzi necessari per assicurare i controlli C) I costi del controllo sono a carico dei produttori che utilizzano la DOP

34 I rapporti con i Paesi terzi Il Reg. si applica ai prodotti agricoli o alimentari provenienti da un Paese terzo a condizione che : Il Paese terzo sia in grado di offrire garanzie identiche a quelle dell art.4 Nel Pese terzo esiste un sistema di controllo equivalente a quello dell art. 10 Il Paese terzo sia disposto ad accordare ai corrispondenti prodotti agricoli o alimentari provenienti dall UE una protezione analoga a quella esistente nell UE. il livello di produzione assoluto offerto dall art del 2082 non si applica esclusivamente ai produttori stabiliti in un area geografica ben definita

35 I segni della qualità europei DOP IGP STG

36 Quale Marketing per i prodotti GIs?

37 Quale Marketing per i prodotti GIs Il Marketing ci insegna che per l'azienda commerciale l'orientamento al mercato deriva dalla combinazione di due aspetti : mentalità manageriale attività aziendali che favoriscono l'orientamento al mercato. Spesso queste due condizioni non ci sono nelle aziende che producono GI e questo si verifica nelle PMI di carattere artigianale come quelle del settore alimentare.

38 Quale approccio di MKTG adottare? Un approccio alternativo potrebbe essere che invece di capire i bisogni dei consumatori e soddisfarli creando nuovi prodotti, le PMI dovrebbero educarli alle caratteristiche dei prodotti tipici e tradizionali. La strategia di MKT deve essere diversa rispetto agli altri prodotti. Vi è un conflitto tra valori e obiettivi che sono alla base agli obiettivi del MKT oriented e gli obiettivi dei produttori di prodotti tipici e tradizionali che tengono in grande conto gli aspetti socioculturali.

39 Quali variabili considerare? 1. l ambiente esterno tipologia di clienti (fissi, turisti, occasionali) competitors 2. la catena distributiva (integrazione lungo la filiera). La difficoltà può essere quella di avere una offerta in grado di soddisfare il compratore in quantità in quanto l'offerta, a parità di qualità, può essere scarsa o non continua nel tempo. 3. i rapporti con la grande distribuzione. Esiste un rapporto decisamente conflittuale con la GDO per i seguenti motivi : quantità organizzativi (volumi e logistica) prezzo modalità di pagamento igiene e rischi di salubrità pakaging

40 Quali variabili considerare? 4. le modalità di gestione dell'azienda tenere conto o meno delle tradizioni e delle tradizioni locali essere aperti a fare visitare l'azienda turisti adottare cambiamenti tecnologici e organizzativi avere uno stile di vita personale basare le proprie relazioni sulla fiducia tra le persone 5. l orientamento al mercato. Anche se rispettano le tradizioni possono presentare un orientamento la mercato per adeguare la loro offerta al mutamento delle esigenze dei consumatori e all'innovazione tecnologica. Possono presentare le seguenti tipologie di comportamenti: gestione del portafoglio prodotti ricerca di opportunità commerciali posizionamento di marketing ricerca di nuove forme di MKTG mix.

41 Chi deve sviluppare le azioni di MKTG? Consorzi Vs Imprese MKTG Strategico Consorzio (se forte) Imprese (se forti) Marketing Operativo Prodotto = Consorzi Prezzo = Imprese Pubblicità = Consorzio Placement = Imprese

42 L oggetto dell azione collettiva In Rosso: responsabilità delegate alla azione collettiva Prodotto Qualità Nome e marchi Packaging Certificazione Servizi sul prodotto Prezzo Marketing mix Mercato Sconti Condizioni di pagamento Etc. Distribuzione Canale distributivi Strategie distributive Comunicazione Pubblicità collettiva Comunicazione sul punto vendita Direct marketing

43 Il ruolo dell innovazione

44 Quale ruolo all innovazione? Adeguarsi all evoluzione tecnica e ai cambiamenti di stili di consumo Innovazione di Processo: OK Innovazione di prodotto:?

45 Quale ruolo all innovazione? Come innovare e rispettare la tradizione, il legame con la storia e non danneggiare la reputazione? - Sistemi tradizionali - Sistemi rinnovati

46 Tradizione, innovazione e comportamenti opportunistici

47 Tradizione, innovazione e comportamenti opportunistici Quali differenze? Quali tecnologie? Quali rischi per i consumatori? Quali rischi per la reputazione? Chi ci guadadagna?

48 Tradizione, innovazione e comportamenti opportunistici Tradizione e identità regionali sono questioni dei produttori locali o anche dei consumatori che vogliono conoscere di più circa la cultura di una regione; Probabilmente per la maggioranza dei consumatori dei prodotti regionali è una questione di taste ; Per le imprese la tradizione è uno strumento di comunicazione formidabile perchè usa un linguaggio semplice senza bisogno di intermediazioni e di costi aggiuntivi. Innovare la tradizione è comunque parte del processo di contaminazione che va gestito collettivamente.

49 Prodotti tipici e marketing territoriale: tra qualità e politiche di governance

50 Il contesto Istituzionale per la promozione dei prodotti tipici Politiche Europee Politiche Regionali e Provinciali Consorzio/Centro Servizi Istituzioni (Camere di Commercio, Associazioni, Enti, etc ) Territorio Aziende PRODOTTI TIPICI Consumatori/Turisti Obiettivi Tutela del produttore Tutela del consumator e Sviluppo rurale

51 L approccio al marketing per lo sviluppo rurale: perché? Anche il Marketing deve essere considerato come uno strumento a supporto allo sviluppo rurale in quanto concorre a valorizzare il territorio e le attività economiche che in esso si svolgono. Marketing Territoriale è uno strumento di promozione e valorizzazione delle risorse di un territorio usando le leve del Marketing Mix. Nel caso dei prodotti tipici il Marketing parte dal territorio ma è rivolto ad un mercato globale: GLOCAL Marketing. Il Marketing operativo si basa sull uso combinato di quattro leve: Prodotto Posizionamento Pubblicità / Comunicazione / Informazione Prezzo

52 I prodotti tipici: il posizionamento (dove e come vendere) In base alla destinazione commerciale, possiamo distinguere i prodotti tipici tra: Prodotti con mercati di nicchia (con distribuzione prevalentemente locale), Prodotti con vasti mercati (distribuzione da livello regionale e nazionale) appoggiandosi alla distribuzione tradizionale e moderna, La conseguenze: I prodotti tipici corrono il rischio di essere banalizzati dalla grande distribuzione, Il territorio di origine è il luogo di elezione per la commercializzazione in quanto il prodotto è fatto proprio dalla cultura locale. Le strade eno-gastronomiche si presentano come sistema di offerta organizzato del territorio!!!

53 I prodotti tipici: il ruolo della pubblicità / comunicazione 1. Come il consumatore percepisce la qualità? La qualità come convenzione!!! Le convenzioni di qualità si riferiscono al processo di qualificazione dei prodotti : la definizione della qualità è il risultato di un processo di costruzione sociale, frutto cioè dell interazione e dell accordo tra individui, continuamente messo alla prova e soggetto a rinegoziazione nel tempo e nello spazio. Le convenzioni di qualificazione invece si riferiscono al criterio con cui il cliente valuta e seleziona le organizzazioni fornitrici del prodotto in tutti i casi in cui non sia possibile valutarne adeguatamente le caratteristiche qualitative prima dello scambio, o quando manchi una convenzione di qualità condivisa. Nel caso dei prodotti tipici i rapporti con i consumatori si sviluppano più facilmente se basati su contatti interpersonali: gli attori si conoscono e hanno fiducia sulla qualità. (convenzioni domestica ).

54 I prodotti tipici: il ruolo della pubblicità / comunicazione 2. Quale strategia di comunicazione adottare? Il ricorso al Marketing cognitivo. Informare i consumatori sulle caratteristiche intrinseche del prodotto (qualità + storia + territorio) consente di: colmare le lacune informative del consumatore, creare un atmosfera che lega l uomo al prodotto tipico, aggiungere un plus qualitativo differenziandosi dai prodotti standard, fidelizzare i consumatori. Le strade eno-gastronomiche sono anche un metodo di comunicazione, sfruttando la possibilità di coniugare l approccio di marketing cognitivo alla convenzione di tipo domestico!!!

55 I prodotti tipici: perché adottare una politica di governance Rimane una situazione di asimmetria informativa rispetto al vero livello di qualità del prodotto con il rischio di mungitura della reputazione da parte di aziende che adottano comportamenti sleali. La reputazione è alla base della catena del valore del prodotto tipico in quanto presupposto per la trasformazione di un plusvalore culturale (legato alla identità territoriale del prodotto) in un plusvalore economico, il quale si concretizza in una rendita di specificità legata all origine e percepita dalle imprese. L uso del territorio come elemento distintivo di un prodotto facilita ulteriormente l adozione di comportamenti sleali da parte di talune imprese mungendo la rendita creatasi con il tempo come asset culturale. Diventa indispensabile una azione di governance e di controllo non solo per i prodotti tipici, ma anche per la gestione delle strade enogastronomiche, finalizzata alla definizione e al rispetto di standard qualitativi e per evitare l adozione di comportamenti sleali.

56 I prodotti tipici: perché adottare una politica di governance Quale azione di Governance adottare? Governance territoriale: si privilegia il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio ponendo la tutela e la valorizzazione del territorio al centro dell azione di Governo. Governance settoriale: si privilegia il coinvolgimento dei soli attori coinvolti nella filiera, non valorizzando il territorio che diventa il solo contenitore delle attività produttive. Governance corporativa: si privilegia il coinvolgimento di alcuni soggetti della filiera (es. i soli salumifici). Come adottare un azione di Governance? In modo forte: Disciplinare restrittivo con controlli e sanzioni. In modo debole: Disciplinare poco restrittivo senza controlli e sanzioni.

57 Il caso del Culatello di Zibello DOP e della strada del Culatello di Zibello A Zibello esistono due marchi: uno ufficiale riconosciuto dall UE che garantisce il diritto alla DOP e uno privato legato al territorio ed espressione di un Consorzio di produzione locale. Il Culatello di Zibello DOP Culatello del Consorzio del Culatello di Zibello DOP

58 Il caso del Culatello di Zibello DOP e della strada del Culatello di Zibello Variabili strutturali e produttive Culatello di Zibello DOP Culatello del Consorzio del Culatello di Zibello DOP N. Culatelli conformi (Fonte IPQ ) N. medio Culatelli conformi per azienda Prezzo medio al Kg (in ) al produttore Comuni interessati 2 8 N. Aziende coinvolte: 3 14 Salumificio industriale 3 Salumificio con punto vendita 7 Az. Agricola a conduzione familiare 2 Ristoranti 3 Ristoranti con salumificio 2 Fonte: Consorzio Culatello di Zibello DOP

59 Il caso del Culatello di Zibello DOP e della strada del Culatello di Zibello La Fortana del Taro IGT Il Parmigiano Reggiano DOP Il Culatello di Zibello DOP Il fiume Po

60 Il caso del Culatello di Zibello DOP e della strada del Culatello di Zibello La Strada nasce in seguito all applicazione della L.R. 23/2000 perseguendo il fine di: favorire lo sviluppo armonico delle aree rurali, valorizzare il patrimonio enogastronomico, promuovere il turismo. L Associazione funge da punto di riferimento e da centro di vigilanza per la realizzazione dell itinerario, la sua gestione e la sua attuazione, L Associazione definisce e controlla gli standards minimi di qualità delle imprese aderenti, promuove l itinerario e cura i rapporti con le Istituzioni locali.

61 Il caso del Culatello di Zibello DOP e della strada del Culatello di Zibello Il territorio di origine del Culatello di Zibello ( 8 Comuni) Il territorio della Strada del Culatello (9 Comuni) I due territori non coincidono (più spazio al territorio) ma si creano le condizioni di una informazione scorretta

62 Il caso del Culatello di Zibello DOP e della strada del Culatello di Zibello Strada del Culatello di Zibello Composizione Consiglio Direttivo ( ) Enti pubblici (comuni) 5 Privati 4 Associazioni 2 Istituzioni coinvolte Ristoranti 24 Circoli culturali 15 Salumerie / Gastronomie 10 Pro loco 10 Az. Agricole 9 Comuni 9 Caseifici 8 Salumifici 5 Altre aziende 3 Associazioni di categoria 2 Agenzie turistiche 2 Cantine 1 Distillerie 1 Molteciplità di Enti e Istituzioni coinvolte, con interessi e obiettivi potenzialmente molto diversi tra loro Diverse modalità di approccio e di attenzione al cliente Necessità di una azione di governance forte

63 Il caso del Culatello di Zibello DOP e della strada del Culatello di Zibello La capacità di attrazione della Strada del Culatello Le iniziative promozionali turistiche della Strada: November pork 4 WE (2004): presenze Porcolonga (2004) 10 percorsi: 500 presenze Festa del Cultello 1 WE: presenze Dal Po al Mississipi Musica Jazz (Giugno 2005)

64 Prodotti tipici e marketing territoriale: tra qualità e politiche di governance Per il successo di un prodotto DOP è necessario che l azione del privato e delle Istituzioni aventi la responsabilità di un territorio agiscano in modo coordinato e, in particolare, che a livello di Istituzione, riconosciuta dai soggetti privati, si possa sviluppare una azione di governance che garantisca tale comportamento. Tutto questo è indispensabile per realizzare una politica di Marketing territoriale che per sua natura ha una dimensione collettiva.

65 Come si caratterizza il sistema delle Denominazioni in Italia?

66 La diffusione delle Denominazioni Categorie merceologiche Valori assoluti In percentuale Dop Igp Totale Dop Igp Totale Aceti diversi da aceti di vino % 2% 2% Altri prodotti di origine animale 1-1 1% 0% 1% Carni fresche % 6% 2% Formaggi % 0% 20% Oli e grassi % 2% 20% Oli essenziali 1-1 1% 0% 1% Ortofrutticoli e cereali % 69% 33% Pesci, molluschi, crostacei freschi e prodotti derivati % 2% 2% Prodotti a base di carne % 15% 17% Prodotti di panetteria % 5% 3% Spezie % 0% 1% Totale complessivo % 100% 100%

67 Il legame con il territorio di origine N. Dop per provincia N. Igp per provincia

68 Il legame con il territorio di origine Olio di Oliva Orticultura e Cereali Formaggi

69 Il legame con il territorio di origine a Parma Etichette di riga D.O.P. Carni trasformate Culatello di Zibello Parma Prosciutto di Parma Parma Formaggi Parmigiano Reggiano Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Mantova Provolone Valpadana Cremona, Brescia, Verona, Vicenza, Rovigo, Padova, Piacenza, Bergamo, Mantova, Milano, Trento, Bologna, Ferrara, Forlì - Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia I.G.P. Carni trasformate Cotechino Modena Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona, Rovigo Ortofrutticoli e cereali Fungo di Borgotaro Parma; Massa Carrara Totale complessivo

70 Il legame con il territorio di origine La zona di origine di 89 Dop e 51 Igp è localizzata all interno di una sola regione. Ci sono anche casi dove l area di origine copre più regioni per motivi storici, economici e politici.

71 Il legame con il territorio di origine Prodotto Dop Categoria Numero di regioni Regioni Coinvolte Asiago 2 Prov. aut. di Trento, Veneto Gorgonzola 2 Piemonte, Lombardia Montasio 2 Veneto, Friuli Venezia Giulia Parmigiano Reggiano 2 Emilia Romagna, Lombardia Pecorino Romano 3 Toscana, Lazio, Sardegna Pecorino Toscano 3 Toscana, Umbria, Lazio Taleggio Formaggi 3 Lombardia, Veneto, Piemonte Mozzarella di Bufala Campana Provolone Valpadana Caciocavallo Silano 5 Grana Padano 5 Salamini italiani alla cacciatora Prodotti a base carne 4 Campania, Lazio, Molise e Puglia 4 11 Prov. aut. di Trento, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna Calabria, Campania, Molise, Puglia, Basilicata Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Prov. aut. di Trento, Veneto Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Molise, Veneto

72 Il legame con il territorio di origine Prodotto Igp Categoria Numero di Regioni Regioni coinvolte Cotechino Modena Zampone Modena Salame Cremona Mortadella Bologna Vitellone bianco dell Appennino Centrale Prodotti base carne 3 Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, 3 Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, 4 8 Carne fresca 8 Quali sono le conseguenze rispetto: -Il legame con il territorio; -Il legame con la fase agricola; -Il legame con i sistemi locali di produzione; -La qualità e i rapporti con il mercato; -L azione di coordinamento. Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Marche, Lazio, Prov. Aut. Trento, Toscana Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Lazio, Umbria

73 Il ruolo della associazioni % Organizzazioni richiedenti la Denominazione Igp Dop 40 14% 20 3% 6% 1% 1% 0 Consorzi Associazioni Comitati Cooperative Associazionidi produttori Aziende private

74 Il ruolo della associazioni Categorie merceologiche Aziende agricole Industrie (caseifici, oleifici, ecc.) Totale aziende filiera Aziende iscritte ad Associazio ni Incidenza % Aziende con prodotto certificato Incidenza %% (a) (b) ( c ) (d) (d/c) (e) (e/c) Dop , ,4 Aceti diversi da aceti di vino , ,1 Altri prodotti di origine animale , ,3 Carni trasformate , ,7 Formaggi , ,0 Oli di oliva , ,1 Ortofrutticoli e cereali , ,9 Prodotti di panetteria , ,3 Spezie , ,6 Igp , ,8 Carni fresche , ,4 Carni trasformate , ,2 Oli di oliva , ,4 Ortofrutticoli e cereali , ,6 Totale , ,3

75 La struttura economica e le strategie di marketing Categorie Volume d affari alla produzione Fatturato medio Coefficiente di variazione Dop ,722 Aceti diversi da aceti di vino ,750 Altri prodotti di origine animale Carni trasformate ,951 Formaggi ,095 Olio di oliva ,462 Olio essenziale Ortofrutticoli e cereali ,588 Prodotti di panetteria Spezie ,685 Igp ,418 Carni ,680 Carni trasformate ,967 Olio di oliva Ortofrutticoli e cereali ,148 Totale complessivo ,049

76 La struttura economica e le strategie di marketing Categoria Denominazione Fatturato alla produzione Incidenza % Frequenza cumulata Dop Grana Padano ,7 18,7 Dop Parmigiano Reggiano ,4 34,1 Dop Prosciutto di Parma ,0 48,1 Igp Mela Alto Adige o Südtiroler Apfel ,0 58,0 Dop Prosciutto di S. Daniele ,8 63,8 Dop Mozzarella di Bufala Campana ,3 69,1 Dop Gorgonzola ,2 73,3 Igp Mortadella Bologna ,8 77,0 Dop Pecorino Romano ,3 80,3 Igp Bresaola della Valtellina ,0 83,3 Dop Mela Val di Non ,0 86,3 Dop Asiago ,1 88,4 Dop Fontina ,6 90,0 Igp Speck dell'alto Adige ,6 91,6 Dop Provolone Valpadana ,8 92,4 Altre Dop ,4 97,8 Altre Igp ,2 100,0 Totale ,0

77 La struttura economica e le strategie di marketing Il potere e il ruolo dei marchi collettivi

78 La struttura economica e le strategie di marketing Volume di prodotto certificato commercializzato per canale commerciale e per denominazione in % (2007) Canale di vendita Mercati Export Diretta Tradizionale Moderna Ristorazione Interno Estero Ue Extra Ue Totale Top Dop Asiago Fontina n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Gorgonzola Grana Padano Mela Val di Non Mozzarella di Bufala Campana Parmigiano Reggiano Pecorino Romano Prosciutto di Parma Prosciutto di S. Daniele Provolone Valpadana Igp Bresaola della Valtellina Mela Alto Adige o Sudtiroler Apfel Mortadella Bologna n.d. n.d. n.d. n.d n.d. 0 Speck dell' Alto Adige

79 La struttura economica e le strategie di marketing Volume di prodotto certificato commercializzato per canale commerciale e per denominazione in % (2007) Canale di vendita Mercati Export Diretta Tradizionale Moderna Ristorazione Interno Estero Ue Extra Ue Totale altri prodotti Dop e Igp Dop Aceti diversi da aceti di vino Altri prodotti di origine animale Carni trasformate Formaggi Olio di oliva Ortofrutticoli e cereali Prodotti di panetteria Spezie Igp Carni Carni trasformate Olio di oliva Ortofrutticoli e cereali

80 La struttura economica e le strategie di marketing Volume di prodotto commercializzato alla Gdo (in %) / Prodotto Prezzo alla produzione Prezzo al consumo Margine in euro Margine in % Mela Val di Non 1,0 1,6 0,5 53, Asiago 5,2 10,8 5,6 107,7 Bresaola della Valtellina 15,0 27,0 12,0 80,0 Gorgonzola 4,6 9,5 4,9 106,5 Mela Alto Adige o Südtiroler Apfel 0,6 0,9 0,3 51,8 Mozzarella di Bufala Campana 8,5 12,0 3,5 41,2 Parmigiano Reggiano 7,8 12,8 5,0 63,7 Pecorino Romano 5,6 11,0 5,4 96,4 Provolone Valpadana 4,7 10,4 5,7 122, Prosciutto di Parma 7,6 24,3 16,7 221,4 Prosciutto di San Daniele 12,4 26,0 13,6 110,1 Speck dell'alto Adige 9,0 18,0 9,0 100, Grana Padano 6,8 10,3 3,5 51,8 Totale Top 15 6,9 13,4 6,4 93,1

81 La struttura economica e le strategie di marketing Categorie merceologiche / Volume di prodotto commercializzato alla Gdo (in %) Prezzo alla produzione Prezzo al consumo Margine in euro Margine in % Dop 11 18,2 7,2 65,4 Carni trasformate 13,8 23,4 9,7 70, ,7 29,5 8,8 42, ,3 24, , ,8 18,2 9,4 107, ,9 8,9 74,5 Formaggi 8,2 12,8 4,6 56, ,5 12,1 3,6 42, ,3 10,1 1,9 22, ,4 13,9 5,5 64, ,3 12,9 6,6 103, ,9 9,2 2,3 33,6 Ortofrutticoli e cereali 3,7 6 2,3 62, ,5 6,5 1 18, ,2 9,5 5,3 126, ,4 2 0,6 42,9 Igp 5,1 9,3 4,2 81,8 Carni fresche 6,3 8,9 2,6 41, ,3 8,9 2,6 41,3 Ortofrutticoli e cereali 4,3 7,7 3,5 81, ,9 12,8 4,9 62, ,3 18,2 5,8 47, ,7 2,7 1 56, ,2 4,3 2 91, ,6 5,3 2,7 102,9 Totale Altri prodotti 9 15,2 6,2 68,8

82 Un tentativo di classificazione delle Denominazioni italiane Quali tipologie di denominazioni vi sono in Italia? E quali politiche si addicono meglio per il loro sviluppo? Possibili criteri di classificazione a) Il prodotto e l intensità del legame col territorio b) Il sistema di produzione c) I rapporti col mercato d) Le forme di governance d) Il livello di multifunzionalità del sistema di produzione e di sviluppo rurale

83 Un tentativo di classificazione delle Denominazioni italiane Mediante una approccio non gerarchico basato sulle k-medie sono stati identificati 5 indici che spiegano il 75% della Varianza e sono stati applicati a 98 Denominazioni: a) Rapporto fra il numero di aziende con prodotto certificato e il totale di aziende iscritte a consorzi di tutela o a associazioni (in %) - Coordinamento b) Rapporto fra il prezzo al consumo sul canale prevalente e il prezzo alla produzione (in %) Efficienza di mercato c) Volume di prodotto certificato commercializzato per il canale di vendita diretta (in %) Canale commerciale corto d) Volume di prodotto certificato commercializzato per il canale di vendita tradizionale (in %) Canale commerciale tradizionale e) Volume di prodotto certificato commercializzato per il canale di vendita della distribuzione moderna (in %) Canale commerciale moderno

84 Un tentativo di classificazione delle Denominazioni italiane Cluster 1: (Alto valore aggiunto); Cluster 2: (Canale tradizionale); Cluster 3: (Distribuzione moderna e basso valore aggiunto); Cluster 4: (Vendita diretta); Cluster 5: (Controllo della qualità e canale tradizionale).

85 Un tentativo di classificazione delle Denominazioni italiane Alto Valore Aggiunto Carne TOTAL CLUSTER 1 TrasformaFormaggio Orto frutta e cereali ta DOP DOP DOP IGP Canale tradizionale Carne Aceto TOTAL CLUSTER 2 trasformatformaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Balsamico a Spezie DOP DOP DOP DOP DOP IGP DOP Distribuzione moderna Altri P. TOTAL CLUSTER 3 base Carne Carne Carne trasformata Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Pane 4 vendite dirette DOP IGP DOP IGP DOP DOP IGP DOP IGP DOP TOTAL CLUSTER 4 Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali DOP DOP DOP IGP Controllo della qualità e canale tradizionale TOTAL CLUSTER 5 Orto frutta e cereali DOP 1 1

86 Un tentativo di classificazione delle Denominazioni italiane Alto Valore Aggiunto Carne TOTAL CLUSTER 1 TrasformaFormaggio Orto frutta e cereali ta DOP DOP DOP IGP Canale tradizionale Carne Aceto TOTAL CLUSTER 2 trasformatformaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Balsamico a Spezie DOP DOP DOP DOP DOP IGP DOP Distribuzione moderna Altri P. TOTAL CLUSTER 3 base Carne Carne Carne trasformata Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Pane 4 vendite dirette DOP IGP DOP IGP DOP DOP IGP DOP IGP DOP TOTAL CLUSTER 4 Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali DOP DOP DOP IGP Controllo della qualità e canale tradizionale TOTAL CLUSTER 5 Orto frutta e cereali DOP 1 1 C3 Bresaola della Valtellina, Gorgonzola, Grana Padano, La Bella della Daunia, Parmigiano Reggiano, Pecorino Toscano, Pomodoro di Pachino, Prosciutto di S. Daniele, Riso Nano Vialone Veronese, Salamini italiani alla cacciatora, Speck dell' Alto Adige, Uva da tavola di Canicattì.

87 Un tentativo di classificazione delle Denominazioni italiane Alto Valore Aggiunto Carne TOTAL CLUSTER 1 TrasformaFormaggio Orto frutta e cereali ta DOP DOP DOP IGP Canale tradizionale Carne Aceto TOTAL CLUSTER 2 trasformatformaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Balsamico a Spezie DOP DOP DOP DOP DOP IGP DOP Distribuzione moderna Altri P. TOTAL CLUSTER 3 base Carne Carne Carne trasformata Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Pane 4 vendite dirette DOP IGP DOP IGP DOP DOP IGP DOP IGP DOP TOTAL CLUSTER 4 Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali DOP DOP DOP IGP Controllo della qualità e canale tradizionale TOTAL CLUSTER 5 Orto frutta e cereali DOP 1 1 C2 Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Asiago, Brisighella, Caciocavallo Silano, Mozzarella di Bufala Campana,

88 Un tentativo di classificazione delle Denominazioni italiane Alto Valore Aggiunto Carne TOTAL CLUSTER 1 TrasformaFormaggio Orto frutta e cereali ta DOP DOP DOP IGP Canale tradizionale Carne Aceto TOTAL CLUSTER 2 trasformatformaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Balsamico a Spezie DOP DOP DOP DOP DOP IGP DOP Distribuzione moderna Altri P. TOTAL CLUSTER 3 base Carne Carne Carne trasformata Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Pane 4 vendite dirette DOP IGP DOP IGP DOP DOP IGP DOP IGP DOP TOTAL CLUSTER 4 Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali DOP DOP DOP IGP Controllo della qualità e canale tradizionale TOTAL CLUSTER 5 Orto frutta e cereali C4 Alto Crotonese, Canino, Carciofo Romanesco del Lazio, Collina di Brindisi, Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese, Formai de Mut dell' Alta Valle Brembana, Marrone di San Zeno, Molise, Murazzano, Scalogno di Romagna. DOP 1 1

89 Un tentativo di classificazione delle Denominazioni italiane Alto Valore Aggiunto C1. Fiore Sardo, Fungo di Borgotaro, Kiwi Latina, Limone Costa d'amalfi, Carne Prosciutto di Modena, Prosciutto di Parma, Prosciutto Toscano. TOTAL CLUSTER 1 TrasformaFormaggio Orto frutta e cereali ta DOP DOP DOP IGP Canale tradizionale Carne Aceto TOTAL CLUSTER 2 trasformatformaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Balsamico a Spezie DOP DOP DOP DOP DOP IGP DOP Distribuzione moderna Altri P. TOTAL CLUSTER 3 base Carne Carne Carne trasformata Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Pane 4 vendite dirette DOP IGP DOP IGP DOP DOP IGP DOP IGP DOP TOTAL CLUSTER 4 Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali DOP DOP DOP IGP Controllo della qualità e canale tradizionale TOTAL CLUSTER 5 Orto frutta e cereali DOP 1 1 C5 Mela Val di Non

90 Un tentativo di classificazione delle Denominazioni italiane Alto Valore Aggiunto Carne TOTAL CLUSTER 1 TrasformaFormaggio Orto frutta e cereali ta DOP DOP DOP IGP Canale tradizionale Carne Aceto TOTAL CLUSTER 2 trasformatformaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Balsamico a Spezie DOP DOP DOP DOP DOP IGP DOP Distribuzione moderna Altri P. TOTAL CLUSTER 3 base Carne Carne Carne trasformata Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali Pane 4 vendite dirette DOP IGP DOP IGP DOP DOP IGP DOP IGP DOP TOTAL CLUSTER 4 Formaggio Olio Oliva Orto frutta e cereali DOP DOP DOP IGP Controllo della qualità e canale tradizionale TOTAL CLUSTER 5 Orto frutta e cereali DOP 1 1 C5 Mela Val di Non C1. Fiore Sardo, Fungo di Borgotaro, Kiwi Latina, Limone Costa d'amalfi, Prosciutto di Modena, Prosciutto di Parma, Prosciutto Toscano. C2 Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Asiago, Brisighella, Caciocavallo Silano, Mozzarella di Bufala Campana, C3 Bresaola della Valtellina, Gorgonzola, Grana Padano, La Bella della Daunia, Parmigiano Reggiano, Pecorino Toscano, Pomodoro di Pachino, Prosciutto di S. Daniele, Riso Nano Vialone Veronese, Salamini italiani alla cacciatora, Speck dell' Alto Adige, Uva da tavola di Canicattì,. C4 Alto Crotonese, Canino, Carciofo Romanesco del Lazio, Collina di Brindisi, Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese, Formai de Mut dell' Alta Valle Brembana, Marrone di San Zeno, Molise, Murazzano, Scalogno di Romagna.

91 Cosa succede Alcune Denominazioni DOP/IPG sono riferiti a mercati di nicchia altre a produzioni di larga scala Alcune denominazioni si muovono con logiche industriali su aree di produzione molto vaste Vi sono Denominazioni in condizione di stress I Consorzi non rappresentano necessariamente tutti i produttori del settore agricolo ma solo una parte della filiera e spesso solo una parte di aziende si certificano L azione e l efficacia dell azione di governance dipende dalle caratteristiche delle filiere

92 Cosa succede Se le imprese rimangono di piccola dimensione risulta strategico il ruolo di associazioni in grado di sviluppare una governace rispetto alle politiche di produzione, di innovazione, di tutela e di comunicazione; Il successo dipenda dalla capacità dei consumatori di conoscere e apprezzare i prodotti, dalla capacità delle imprese di produrre e comunicare e dai Consorzi che sviluppano politiche collettive; L azione di coordinamento rimane un aspetto quanto mai centrale

93 Un altro mondo è possibile?

94 I prodotti di origine sono un sistema produttivo delicato il cui successo dipende dalle nostre mani

95 Il circolo virtuoso della valorizzazione di un prodotto tipico RISORSE SPECIFICHE della filiera e del territorio ATTORI della filiera e del territorio PRODOTTO TIPICO Costruzione Validazione MERCATO Riproduzione e miglioramento Remunerazione SOCIETÀ EFFETTI ESTERNI Altri settori e attori ALTRE FORME

96 La guida... La guida... Cosa? Perché? Per chi? Come?

97 La guida... Il contenuto: 193 pagine... in 5 parti 44 casi di studio da tutto il mondo Definizioni, metodologie, ed esempi Autovalutazione Disponibile al seguente indirizzo web (in Inglese):

98 Linking peolpe, place and products Prodotto Territorio Popolazione GI

99 La qualità legata all origine Origin-based product, prodotto di origine: Qualità specifica, caratteristiche, reputazione legata all origine geografica Patrimonio (terroir), potenzialità di aumentare il valore aggiunto (differenziazione) Risorsa collettiva legata al territorio azione collettiva Definizione del prodotto condivisa tra i produttori locali Disciplinare

100 Un circolo virtuoso sostenibile 1. Identificazione: consapevolezza locale e valutazione delle potenzialità 2. Qualificazione del prodotto: costruzione delle regole: il disciplinare di produzione 3. Remunerazione: gestione del sistema e marketing 4. Riproduzione delle risorse locali: valutazione delle risorse e delle strategie per assicurare la sostenibilità del sistema

101 1- Identificazione Valutazione delle caratteristiche e delle potenzialità del prodotto: specificità, reputazione e legame col territorio! Non tutti I prodotti possono essere prodotti GI! Aumentare la consapevolezza presso gli attori locali e i produttori Fattori di successo: Sviluppare un approccio collettivo: nella filiera per condividere una visione e una strategia comune per il prodotto e collegamento con reti esterne di attori e facilitatori per trarre beneficio dal loro supporto tecnico e scientifico

102 1- Identificazione 2. Perché sviluppare un azione collettiva Lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali Pilastro Economico: aggiungere valore all azione collettiva Pilastro ambientale: attuare un uso sostenibile delle risorse naturali e tutela della biodiversità Pilastro sociale: mantenimento delle tradizioni e della cultura locale; sviluppare i legami tra gli attori locali e gli stakehoders; sviluppare la loro identità culturale e offrire possibilità occupazionali Ne trae beneficio non solo l agricoltura ma l intero territorio rurale, soprattutto nelle aree rurali fragili sotto il profilo ambientale sociale e economico

103 2- Qualificazione Definizione del prodotto e formalizzazione delle regole sul prodotto = scrittura del Disciplinare. Il disciplinare è il documento che definisce le regole per l uso della denominazione di origine. Il Disciplinare: E un documento che definisce la qualità Contiene riferimenti misurabili E definito attraverso la mediazione e compromessi Ha una funzione interna e esterna Fattori di successo: La scrittura del Disciplinare è un passaggio chiave che richiede un approccio partecipativo per condividere una visione comune e spesso mediazione su certe regole. L organizzazione del sistema GI è un punto chiave.

Il mercato delle Dop e Igp in Italia nel 2007

Il mercato delle Dop e Igp in Italia nel 2007 Il mercato delle Dop e Igp in Italia nel 2007 Ismea Direzione Mercati e Risk management e.deruvo@ismea.it (06 85568460) 1 Il mercato delle Dop e Igp in Italia nel 2007 1. I riconoscimenti Alla fine di

Dettagli

MARCHI DI TUTELA PROGETTO SCUOLA 21. Vimercate, Dicembre 2014. Docente: Elisabetta Castellino

MARCHI DI TUTELA PROGETTO SCUOLA 21. Vimercate, Dicembre 2014. Docente: Elisabetta Castellino MARCHI DI TUTELA Vimercate, Dicembre 2014 Docente: Elisabetta Castellino MARCHI DI TUTELA 1/4 Nel patrimonio agroalimentare italiano possiamo annoverare oltre: 400 Formaggi 250 Salumi 800 Vini 120 conserve

Dettagli

Progetti Innovativi di Alternanza Scuola Lavoro SCHEDA DI LETTURA

Progetti Innovativi di Alternanza Scuola Lavoro SCHEDA DI LETTURA Progetti Innovativi di Alternanza Scuola Lavoro SCHEDA DI LETTURA Norme di riferimento - D.lgs.15 aprile 2005, n. 77, "Definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro, a norma dell'articolo

Dettagli

OLTRE LA BIRRA C E DI PIU : DAL MARKETING AL PACKAGING DI UN BIRRIFICIO ARTIGIANALE

OLTRE LA BIRRA C E DI PIU : DAL MARKETING AL PACKAGING DI UN BIRRIFICIO ARTIGIANALE OLTRE LA BIRRA C E DI PIU : DAL MARKETING AL PACKAGING DI UN BIRRIFICIO ARTIGIANALE Fermo, 31 Gennaio 2015 CHE COS E IL MARKETING? Il marketing può intendersi come il complesso di attività che un azienda

Dettagli

REGIONE TOSCANA Angela Crescenzi Settore Produzioni agricole vegetali

REGIONE TOSCANA Angela Crescenzi Settore Produzioni agricole vegetali INCONTRO TECNICO SULLE INDICAZIONI GEOGRAFICHE DEI PRODOTTI AGRICOLI La situazione delle Indicazioni Geografiche in Toscana e ruolo della Regione Toscana nel sostegno e nello sviluppo delle IG dei prodotti

Dettagli

Politiche di sostegno dei consumi e Osservatori prezzi

Politiche di sostegno dei consumi e Osservatori prezzi Politiche di sostegno dei consumi e Osservatori prezzi Intervento di: PALMA COSTI Assessore Interventi Economici, Innovazione e Pari opportunità della Provincia di Modena Mercoledì 1 aprile 2009 Camera

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

FILIERA CORTA PROPOSTA D INTERVENTO ANCONA 03 FEBBRAIO 2011

FILIERA CORTA PROPOSTA D INTERVENTO ANCONA 03 FEBBRAIO 2011 FILIERA CORTA PROPOSTA D INTERVENTO ANCONA 03 FEBBRAIO 2011 Proposta di intervento L ultima fase del lavoro ha riguardato la progettazione di una proposta funzionale che incentivi ed agevoli il sistema

Dettagli

LA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA

LA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA LA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA PREMESSA La certificazione volontaria di prodotto nasce dalla necessità da parte delle Organizzazioni che operano nel settore agroalimentare (Aziende produttrici, vitivinicole,ecc.)

Dettagli

Carta delle imprese per il Turismo Sostenibile nel Parco Lombardo della Valle del Ticino 2010

Carta delle imprese per il Turismo Sostenibile nel Parco Lombardo della Valle del Ticino 2010 Carta delle imprese per il Turismo Sostenibile nel Parco Lombardo della Valle del Ticino 2010 Progetto LA SOSTENIBILITÀ COME PERCORSO DI QUALITÀ PER LE AZIENDE TURISTICHE DEL PARCO DEL TICINO www.networksvilupposostenibile.it

Dettagli

CERTIFICAZIONE NEL SETTORE AGROALIMENTARE -Qualita - - Sicurezza - - Tracciabilita -

CERTIFICAZIONE NEL SETTORE AGROALIMENTARE -Qualita - - Sicurezza - - Tracciabilita - CERTIFICAZIONE NEL SETTORE AGROALIMENTARE -Qualita - - Sicurezza - - Tracciabilita - LA FIDUCIA DEL CONSUMATORE NEI CONFRONTI DEL COMPARTO PRODUTTIVO SI E NOTEVOLMENTE RIDOTTA NEGLI ULTIMI ANNI Industrializzazione

Dettagli

Certificazione dei prodotti agricoli: le esperienze del mondo produttivo. A cura del dott. Franco Parola

Certificazione dei prodotti agricoli: le esperienze del mondo produttivo. A cura del dott. Franco Parola Certificazione dei prodotti agricoli: le esperienze del mondo produttivo A cura del dott. Franco Parola Tracciabilità - Rintracciabilità Lotti - Filiera Dal campo alla tavola La filiera è l insieme di

Dettagli

Il Ministero dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico

Il Ministero dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico Il Ministero dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico L Associazione Bancaria Italiana (ABI) Il Presidente dell ABI La CONFINDUSTRIA Il Presidente di CONFINDUSTRIA La Conferenza dei

Dettagli

ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA

ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA REALIZZATO CON LA COLLABORAZIONE TECNICA DI DINTEC DICEMBRE 2009 PREMESSA L agricoltura biologica è un particolare metodo di gestione della produzione

Dettagli

PROGETTO Impari S. Impari S. Repubblica Italiana

PROGETTO Impari S. Impari S. Repubblica Italiana PROGETTO Interventi di informazione, formazione e azioni di sistema per le aree GAL della Sardegna PROGETTO Interventi di informazione, formazione e azioni di sistema per le aree GAL della Sardegna Lo

Dettagli

I PROCESSI GESTITI DALLA FUNZIONE DI MARKETING. Prof. Giancarlo Ferrero Corso di marketing Università di Urbino

I PROCESSI GESTITI DALLA FUNZIONE DI MARKETING. Prof. Giancarlo Ferrero Corso di marketing Università di Urbino 2 I PROCESSI GESTITI DALLA FUNZIONE DI MARKETING 1 IL PROCESSO DI CREAZIONE DEL VALORE Finalità del marketing: la creazione di valore per il cliente e per l impresa. Le fasi del processo di creazione del

Dettagli

2. L offerta Formativa

2. L offerta Formativa INDIRIZZO TECNICO INDIRIZZI PROFESSIONALI Istituto di Istruzione Secondaria Superiore 2. L offerta Formativa L offerta formative comprende percorsi quinquennali di istruzione professionale e un percorso

Dettagli

LA GESTIONE DELLE RISORSE IN OTTICA VISION

LA GESTIONE DELLE RISORSE IN OTTICA VISION NORMA ISO 9001:2000 LA GESTIONE DELLE RISORSE IN OTTICA VISION 1 Cosa cambia rispetto all edizione 94 I requisiti per il personale sono dettagliatamente descritti Le risorse umane sono considerate fondamentali

Dettagli

Progetto Marchio d Area Viaggio negli Iblei. Pist 9 Linea d intervento 3.3.IA (attività C) del PO. FESR 2007/2013

Progetto Marchio d Area Viaggio negli Iblei. Pist 9 Linea d intervento 3.3.IA (attività C) del PO. FESR 2007/2013 Progetto Marchio d Area Viaggio negli Iblei. Pist 9 Linea d intervento 3.3.IA (attività C) del PO. FESR 2007/2013 Provincia Regionale di Ragusa Piani Integrati di Sviluppo Territoriale Progetto Viaggio

Dettagli

Non profit e capitale sociale: un'analisi alla luce dei dati censuari

Non profit e capitale sociale: un'analisi alla luce dei dati censuari Primo Convegno Nazionale Qualita della vita: territorio e popolazioni Non profit e capitale sociale: un'analisi alla luce dei dati censuari Sabrina Stoppiello, Stafania Della Queva, Manuela Nicosia Censimento

Dettagli

Le principali novità nell etichettatura del latte e dei derivati lattiero-caseari. Graziella Lasi. Bologna, 03 ottobre 2014

Le principali novità nell etichettatura del latte e dei derivati lattiero-caseari. Graziella Lasi. Bologna, 03 ottobre 2014 Bologna, 03 ottobre 2014 Le principali novità nell etichettatura del latte e dei derivati lattiero-caseari Graziella Lasi Resp. Consumer Care, Leg.Alimentare, Nutr, Com. medico-scient. Gruppo GRANAROLO

Dettagli

INDICAZIONI GEOGRAFICHE E. Relazione presentata in occasione del Salone della PROPRIETA INDUSTRIALE 2013 www.senaf.it

INDICAZIONI GEOGRAFICHE E. Relazione presentata in occasione del Salone della PROPRIETA INDUSTRIALE 2013 www.senaf.it INDICAZIONI GEOGRAFICHE E MARCHI COLLETTIVI : AMBITI DI PROTEZIONE E RAPPORTI RECIPROCI Avv. Nicoletta Amadei COS E UN MARCHIO Art. 7. dlgs.30/2005 Oggetto della registrazione 1. Possono costituire oggetto

Dettagli

Indice. p. 1. Introduzione. p. 2. Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2. Il costo del gas con la tariffa di Maggior Tutela dell AEEG p.

Indice. p. 1. Introduzione. p. 2. Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2. Il costo del gas con la tariffa di Maggior Tutela dell AEEG p. Gas: le Regioni Italiane con il maggior numero di consumi e quelle con il risparmio più alto ottenibile Indice: Indice. p. 1 Introduzione. p. 2 Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2 Il costo del

Dettagli

DOP & IGP_ Checklist documenti

DOP & IGP_ Checklist documenti +39.06.97602592 DOP & IGP_ Checklist documenti Documenti necessari per l avvio della pratica di riconoscimento della certificazione DOP/IGP Per ottenere il riconoscimento di una DOP o di una IGP è necessario

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

CARTA DEL TURISMO RESPONSABILE DI COMUNITA CONCA BARESE

CARTA DEL TURISMO RESPONSABILE DI COMUNITA CONCA BARESE CARTA DEL TURISMO RESPONSABILE DI COMUNITA CONCA BARESE Noi cittadini, Associazioni, Operatori economici ed Istituzioni delle comunità ricadenti sul territorio del GAL CONCA BARESE, sottoscriviamo questo

Dettagli

Progetto Este Farms. Prodotti agroalimentari toscani di alta qualità nella GDO statunitense Matthew Battaglia, 10 giugno 2015

Progetto Este Farms. Prodotti agroalimentari toscani di alta qualità nella GDO statunitense Matthew Battaglia, 10 giugno 2015 Progetto Este Farms Prodotti agroalimentari toscani di alta qualità nella GDO statunitense Matthew Battaglia, 10 giugno 2015 Chi siamo: PromoFirenze e Este Farms PromoFirenze è l Azienda Speciale della

Dettagli

Ministero delle. politiche agricole. alimentari e. forestali

Ministero delle. politiche agricole. alimentari e. forestali Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali COMUNICATO STAMPA STATI GENERALI IG A EXPO, MIPAAF: ACCORDO CON GDO PER PROMOZIONE PRODOTTI DOP E IGP IN ITALIA MARTINA: RAFFORZATA LOTTA ALLA

Dettagli

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Area Disabilità La politica regionale lombarda in quest area è particolarmente attiva, con servizi ed interventi a carattere educativo, formativo

Dettagli

PROGETTO PER LA REGISTRAZIONE DEL LOGO DEI PRODOTTI DOP ED IGP E PER LA LORO TUTELA LEGALE IN CAMPO INTERNAZIONALE

PROGETTO PER LA REGISTRAZIONE DEL LOGO DEI PRODOTTI DOP ED IGP E PER LA LORO TUTELA LEGALE IN CAMPO INTERNAZIONALE PROGETTO PER LA REGISTRAZIONE DEL LOGO DEI PRODOTTI DOP ED IGP E PER LA LORO TUTELA LEGALE IN CAMPO INTERNAZIONALE QUADRO DI RIFERIMENTO L Italia è il primo paese in Europa per numero di prodotti registrati

Dettagli

Chi siamo. Assobioplastiche nasce nel 2011 e ha la sede legale a operativa a Roma.

Chi siamo. Assobioplastiche nasce nel 2011 e ha la sede legale a operativa a Roma. Chi siamo L Associazione Italiana delle bioplastiche e dei materiali biodegradabili e compostabili (Assobioplastiche) è nata dalla volontà dei produttori, trasformatori e utilizzatori delle bioplastiche

Dettagli

Risultati della Ricerca

Risultati della Ricerca Titolo Linee guida per la trasformazione casearia su piccola scala Risultati della Ricerca Descrizione estesa del risultato Il documento è stato redatto come frutto della ricerca sviluppata dalla UO CRA-FLC

Dettagli

COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it

COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it unione nazionale r a p p r e s e n t a n t i autoveicoli esteri Analisi UNRAE delle immatricolazioni 2008 AUMENTA DI OLTRE 3 PUNTI LA QUOTA DI CITY CAR

Dettagli

TRADIZIONE & CULTURA

TRADIZIONE & CULTURA PALATIPICO MODENA TRADIZIONE & CULTURA Le Produzioni Agroalimentari Modenesi D.O.P. e I.G.P. Corso 30560 MARKETING STRATEGICO Laurea in Economia e marketing nel sistema agro-industriale Facoltà di Agraria

Dettagli

IL MARKETING FONTI DEI DATI

IL MARKETING FONTI DEI DATI IL MARKETING Il Marketing è l insieme delle attività e delle politiche poste in essere dall impresa per soddisfare le esigenze dei consumatori e per crearne la domanda. Il SOTTOSISTEMA di Marketing è costituito

Dettagli

Istituzione del marchio De.C.O. Denominazione Comunale di Origine. Regolamento.

Istituzione del marchio De.C.O. Denominazione Comunale di Origine. Regolamento. Istituzione del marchio De.C.O. Denominazione Comunale di Origine Regolamento. Approvato con deliberazione di C.C.n. 81 del 07/11/2005 1 INDICE Art. 1 - Finalità Art. 2 Istituzione del Registro De.C.O.

Dettagli

LA RISTORAZIONE ITALIANA ALL ESTERO CONCORRENZA E CONTRAFFAZIONE CONSIDERAZIONI

LA RISTORAZIONE ITALIANA ALL ESTERO CONCORRENZA E CONTRAFFAZIONE CONSIDERAZIONI LA RISTORAZIONE ITALIANA ALL ESTERO CONCORRENZA E CONTRAFFAZIONE CONSIDERAZIONI Tra il 5 e il 14 febbraio 2011 è stata effettuata una rilevazione CAWI che ha investito un campione di 152 RISTORANTI ITALIANI

Dettagli

Come costruire itinerari turistico responsabili

Come costruire itinerari turistico responsabili Come costruire itinerari turistico responsabili GIUSEPPE MELIS INTRODUZIONE AL CONVEGNO ITINERARI TURISTICO-RESPONSABILI: STRUMENTI PER ATTIVARE PERCORSI DI QUALITÀ ORISTANO, 27 MAGGIO 2008 AUDITORIUM

Dettagli

8.2.1.2 Descrizione della Misura, inclusa la logica di intervento ed il contributo alle FA ed agli obiettivi trasversali

8.2.1.2 Descrizione della Misura, inclusa la logica di intervento ed il contributo alle FA ed agli obiettivi trasversali 8.2 Descrizione della Misura 8.2.1 Codice e titolo della Misura Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Cod. Misura 3. 8.2.1.1 Basi giuridiche Base giuridica della Misura 3 è l Art. 16 del

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

L ESEPRIENZA DELLO SPORTELLO: DATI STATISTICI

L ESEPRIENZA DELLO SPORTELLO: DATI STATISTICI L ESEPRIENZA DELLO SPORTELLO: DATI STATISTICI Pagina 1 di 5 1 QUADRO DI RIFERIMENTO Con il Reg. Ce 1169/2011, del 25 ottobre 2011, è stata varata la riforma comunitaria dell etichettatura dei prodotti

Dettagli

1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia detiene la rappresentanza, a

1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia detiene la rappresentanza, a Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia SOMMARIO 1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo 2. Evoluzione della struttura dell Industria molitoria italiana 3. L approvvigionamento

Dettagli

Decreto Direttoriale MIUR 15.09.2015, prot. n. 936 Avviso Pubblico Alternanza scuola-lavoro.

Decreto Direttoriale MIUR 15.09.2015, prot. n. 936 Avviso Pubblico Alternanza scuola-lavoro. Decreto Direttoriale MIUR 15.09.2015, prot. n. 936 Avviso Pubblico Alternanza scuola-lavoro. Art. 1 - Finalità 1. L'alternanza scuola lavoro è uno strumento che offre a tutti gli studenti della scuola

Dettagli

Distretti agricoli in Regione Lombardia

Distretti agricoli in Regione Lombardia Distretti agricoli in Regione Lombardia Attività dei distretti (finalità, ruolo, opportunità), meccanismo di accreditamento in Regione Lombardia Roberto Daffonchio Distretti agricoli Distretti rurali >

Dettagli

TUSCIA WEB. 11 aprile 2012. Cronaca - Olivicoltori Vetralla e del Consorzio valori e Sapori della Tuscia al forum dell'agricoltura di Piacenza

TUSCIA WEB. 11 aprile 2012. Cronaca - Olivicoltori Vetralla e del Consorzio valori e Sapori della Tuscia al forum dell'agricoltura di Piacenza TUSCIA WEB 11 aprile 2012 Cronaca - Olivicoltori Vetralla e del Consorzio valori e Sapori della Tuscia al forum dell'agricoltura di Piacenza Due cooperative viterbesi al Qui da noi - Due cooperative viterbesi

Dettagli

rispetto a... La normativa Quadro normativo Quadro normativo Regolamento dell'unione Europea Regolamento rintracciabilità sicurezza

rispetto a... La normativa Quadro normativo Quadro normativo Regolamento dell'unione Europea Regolamento rintracciabilità sicurezza rispetto a... La normativa rintracciabilità sicurezza Quadro normativo COGENTE: disposizione di legge che impone l adozione di un sistema gestionale o di uno standard di qualità VOLONTARIO: regola tecnica

Dettagli

Assistenza tecnica funzionale alla

Assistenza tecnica funzionale alla definizione, alla identificazione ed alla gestione dei Sistemi Turistici Locali ed altri idonei strumenti di promozione turistico territoriale complementari agli STL, e utili allo sviluppo del settore

Dettagli

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione. ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno

Dettagli

LE RAGIONI STRATEGICHE DI UNA SCELTA

LE RAGIONI STRATEGICHE DI UNA SCELTA vision guide line 6 LE RAGIONI STRATEGICHE DI UNA SCELTA QUANDO SI PARLA DI UN MERCATO COMPLESSO COME QUELLO DELL EDILIZIA E SI DEVE SCEGLIERE UN PARTNER CON CUI CONDIVIDERE L ATTIVITÀ SUL MERCATO, È MOLTO

Dettagli

Tecniche di Marketing. Parola chiave: Formula imprenditoriale. Formula imprenditoriale coerente

Tecniche di Marketing. Parola chiave: Formula imprenditoriale. Formula imprenditoriale coerente Tecniche di Marketing Progetto F.I.S.I.Agri 7 e 13 dicembre 2007 Luisa Baldeschi Parola chiave: Formula imprenditoriale La formula imprenditoriale è il cuore della pianificazione strategica La coerenza

Dettagli

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni Norma di riferimento: ISO/IEC 27001:2014 5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni pag. 1 di 5 Motivazione Real Comm è una società che opera nel campo dell Information and Communication Technology.

Dettagli

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA Caratteristiche generali 0 I R M 1 Leadership e coerenza degli obiettivi 2. Orientamento ai risultati I manager elaborano e formulano una chiara mission. Es.: I manager

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

FOCUS GROUP: LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI ATTRAVERSO LE FILIERE CORTE E MODALITA DI COMMERCIALIZZAZIONE

FOCUS GROUP: LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI ATTRAVERSO LE FILIERE CORTE E MODALITA DI COMMERCIALIZZAZIONE FOCUS GROUP: LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI ATTRAVERSO LE FILIERE CORTE E MODALITA DI COMMERCIALIZZAZIONE Progettiamo insieme il piano di azione locale leader verso il 2020: partecipa anche tu!

Dettagli

Introduzione al Marketing Mix

Introduzione al Marketing Mix Introduzione al Marketing Mix Relatore: Andrea Baioni (abaioni@andreabaioni.it) Il Marketing Mix Le 4 P Product Price Promotion Place È la combinazione delle variabili controllabili di marketing che l

Dettagli

DISCIPLINARE MARCHIO OSPITALITA ITALIANA RISTORANTI ITALIANI NEL MONDO

DISCIPLINARE MARCHIO OSPITALITA ITALIANA RISTORANTI ITALIANI NEL MONDO DISCIPLINARE MARCHIO OSPITALITA ITALIANA RISTORANTI ITALIANI NEL MONDO Disciplinare Ristoranti Italiani nel Mondo Pagina 1/7 INDICE PREMESSA COS E IL MARCHIO OSPITALITA ITALIANA RISTORANTI ITALIANI NEL

Dettagli

Il Distretto Produttivo Arancia Rossa come caso di organizzazione innovativa

Il Distretto Produttivo Arancia Rossa come caso di organizzazione innovativa Il Distretto Produttivo Arancia Rossa come caso di organizzazione innovativa Provincia Regionale di Catania Open Innovation Catania 24 novembre 2010 Jolly Hotel, Catania Relazione:Federica Argentati L

Dettagli

LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020

LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 \ OBIETTIVI TEMATICI (art.9 Reg.Generale) Interventi attivabili nel periodo 2014-2020 Grado

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

VADEMECUM. Le Organizzazioni di Produttori Biologici ----------------

VADEMECUM. Le Organizzazioni di Produttori Biologici ---------------- VADEMECUM Le Organizzazioni di Produttori Biologici ---------------- L attuale normativa sulle Organizzazioni di Produttori (O.P.) è disciplinata su base europea, per quanto riguarda il settore ortofrutta,

Dettagli

Costi di produzione e redditività del mais

Costi di produzione e redditività del mais SEMINARIO Bologna il 3 dicembre 2012 Costi di produzione e redditività del mais Quanto costa produrre latte e mais in emilia-romagna? La competitività di queste filiere Renato Canestrale, Valeria Altamura

Dettagli

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea, 17.11.2012 IT Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 320/3 REGOLAMENTO (UE) N. 1077/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per la supervisione da parte delle

Dettagli

Disciplinare Sistema IT01 100% Qualità Originale Italiana Made in Italy Certificate Appendice

Disciplinare Sistema IT01 100% Qualità Originale Italiana Made in Italy Certificate Appendice Disciplinare Sistema IT01 100% Qualità Originale Italiana Made in Italy Certificate Appendice Parte A.A. Appendice Settore Agroalimentare Pagina 1/5 APPENDICE I SETTORE AGROALIMETARE 1 - Obiettivo Il presente

Dettagli

LE STRADE DEL VINO. Corso di Marketing delle imprese agroalimentari. La Strada dei Sapori del Medio Tirreno Cosentino. Prof. Gervasio Antonelli

LE STRADE DEL VINO. Corso di Marketing delle imprese agroalimentari. La Strada dei Sapori del Medio Tirreno Cosentino. Prof. Gervasio Antonelli Corso di Marketing delle imprese agroalimentari Prof. Gervasio Antonelli LE STRADE DEL VINO La Strada dei Sapori del Medio Tirreno Cosentino A cura di: Mario Motolese Erika Venturini Indice Cos è una strada

Dettagli

Concetto e sistema di Marketing

Concetto e sistema di Marketing Università degli Studi di Urbino Carlo Bo Facoltà di Economia Corso di Laurea in INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE ECONOMIA, GESTIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE Prof. Fabio Musso A.A. 2008-09

Dettagli

LA STRUTTURAZIONE ATTUALE DELLE IMPRESE DEL VINO ITALIANO PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE

LA STRUTTURAZIONE ATTUALE DELLE IMPRESE DEL VINO ITALIANO PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE 6 novembre 2015 LA STRUTTURAZIONE ATTUALE DELLE IMPRESE DEL VINO ITALIANO PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DENIS PANTINI Direttore Area Agroalimentare Nomisma Responsabile Wine Monitor Outline Evoluzione dei

Dettagli

Politica per la Sicurezza

Politica per la Sicurezza Codice CODIN-ISO27001-POL-01-B Tipo Politica Progetto Certificazione ISO 27001 Cliente CODIN S.p.A. Autore Direttore Tecnico Data 14 ottobre 2014 Revisione Resp. SGSI Approvazione Direttore Generale Stato

Dettagli

Regolamento (CE) n. 1028/2006 del Consiglio del 19 giugno 2006 recante norme di commercializzazione applicabili alle uova.

Regolamento (CE) n. 1028/2006 del Consiglio del 19 giugno 2006 recante norme di commercializzazione applicabili alle uova. Regolamento (CE) n. 1028/2006 del 19 giugno 2006. Regolamento (CE) n. 1028/2006 del Consiglio del 19 giugno 2006 recante norme di commercializzazione applicabili alle uova. (pubbl. in Gazz. Uff. dell Unione

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014 LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014 RICONOSCIMENTO E COSTITUZIONE DEI DISTRETTI RURALI, DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ E DEI DISTRETTI DI FILIERA IL CONSIGLIO REGIONALE Ha approvato IL PRESIDENTE

Dettagli

I prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP), ad Indicazione Geografica Protetta (IGP), e le Specialità Tradizionali Garantite (STG)

I prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP), ad Indicazione Geografica Protetta (IGP), e le Specialità Tradizionali Garantite (STG) I prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP), ad Indicazione Geografica Protetta (IGP), e le Specialità Tradizionali Garantite (STG) EMAA 13/14 XII / 1 DO e IG protette da cosa? Il Regolamento

Dettagli

UNA COOPERATIVA CHE INVESTE NEL PROPRIO FUTURO

UNA COOPERATIVA CHE INVESTE NEL PROPRIO FUTURO IL PIANO STRATEGICO/INDUSTRIALE 2012-2014 UNA COOPERATIVA CHE INVESTE NEL PROPRIO FUTURO L elaborazione del primo Piano Strategico/Industriale di Tecnicoop si inserisce in un progetto complessivo di rinnovamento

Dettagli

http://www.assind.vi.it/notiziario/guideschede.nsf/p/guida_260

http://www.assind.vi.it/notiziario/guideschede.nsf/p/guida_260 Page 1 of 5 Attenzione: la Guida che state stampando è aggiornata al 03/10/2005. I file allegati con estensione.doc,.xls,.pdf,.rtf, etc. non verranno stampati automaticamente; per averne copia cartacea

Dettagli

REGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

REGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO REGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 12 gennaio 2005 che stabilisce requisiti per l igiene dei mangimi Regolamento 183/2005 Applicazione sul territorio regionale L applicazione

Dettagli

Regolamento comunale per la valorizzazione delle attivita agro-alimentari tradizionali locali. Istituzione della De.Co. (denominazione comunale)

Regolamento comunale per la valorizzazione delle attivita agro-alimentari tradizionali locali. Istituzione della De.Co. (denominazione comunale) Città di Novi Ligure Regolamento comunale per la valorizzazione delle attivita agro-alimentari tradizionali locali. Istituzione della De.Co. (denominazione comunale) Approvato con deliberazione del Consiglio

Dettagli

Il ruolo degli enti di certificazione nel contesto della certificazione forestale

Il ruolo degli enti di certificazione nel contesto della certificazione forestale Il ruolo degli enti di certificazione nel contesto della certificazione forestale Filiere Legno Festa della foresta, Longarone, 21-23 giugno 2012 IDENTITÁ: CSQA è la società Leader nei servizi di controllo,

Dettagli

9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104

9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104 9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104 Indirizzi per l attività di gestione degli elenchi regionali degli operatori biologici e dei concessionari

Dettagli

PROGETTO TAVOLO GIOVANI

PROGETTO TAVOLO GIOVANI PROGETTO TAVOLO GIOVANI Costituzione di un Tavolo di coordinamento con le associazioni di giovani di Cinisello Balsamo e le organizzazioni sociali che compongono il mondo delle realtà giovanili locali

Dettagli

Manifesto IFLA Per la Biblioteca Multiculturale

Manifesto IFLA Per la Biblioteca Multiculturale Manifesto IFLA Per la Biblioteca Multiculturale La biblioteca multiculturale Porta di accesso a una società di culture diverse in dialogo Tutti viviamo in una società sempre più eterogenea. Nel mondo vi

Dettagli

INVESTI NEL TUO LAVORO

INVESTI NEL TUO LAVORO INVESTI NEL TUO LAVORO Dott. Arcangelo Rizzuti Responsabile Rete Nazionale BacktoWork24 Bologna, 10 marzo 2015 Da un anno, ogni settimana, abbiamo portato un investimento a una piccola azienda I risultati

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE.

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. 1 Nel panorama legislativo italiano la Salute e la Sicurezza sul Lavoro sono regolamentate da un gran numero di

Dettagli

Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR 151-2011 e del DM 20-12-2012 Luciano Nigro

Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR 151-2011 e del DM 20-12-2012 Luciano Nigro Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR 151-2011 e del DM 20-12-2012 Luciano Nigro Firenze, 18 febbraio 2014 NUOVI RUOLI NEI PROCEDIMENTI DI PREVENZIONE

Dettagli

Il catalogo MARKET. Mk6 Il sell out e il trade marketing: tecniche, logiche e strumenti

Il catalogo MARKET. Mk6 Il sell out e il trade marketing: tecniche, logiche e strumenti Si rivolge a: Forza vendita diretta Agenti Responsabili vendite Il catalogo MARKET Responsabili commerciali Imprenditori con responsabilità diretta sulle vendite 34 di imprese private e organizzazioni

Dettagli

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia IL SISTEMA PRODUTTIVO LOMBARDO NEL 2006 SECONDO IL REGISTRO STATISTICO ASIA (giugno 2009) Secondo il registro statistico delle imprese attive e delle loro unità locali (ASIA Imprese e Unità locali) sono

Dettagli

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE Milano, 19 dicembre 2012 1 Premessa L agenda digitale italiana, con le prime misure

Dettagli

Le misure di sviluppo rurale: criticità attuali

Le misure di sviluppo rurale: criticità attuali CONVEGNO La politica di sviluppo rurale verso il 2007-2013: 2013: risultati e prospettive Venezia, 18 e 19 novembre 2004 Sessione b - Sviluppo rurale Le misure di sviluppo rurale: criticità attuali Catia

Dettagli

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007/2013 ASSE IV LEADER. Programma di Sviluppo Locale del GAL Giarolo Leader CRESCERE IN RETE

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007/2013 ASSE IV LEADER. Programma di Sviluppo Locale del GAL Giarolo Leader CRESCERE IN RETE PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007/2013 ASSE IV LEADER Programma di Sviluppo Locale del GAL Giarolo Leader CRESCERE IN RETE MISURA 431 Azione 2.b Informazione sull attività del GAL Attività di animazione

Dettagli

TECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E DELL INTERMODALITÀ

TECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E DELL INTERMODALITÀ ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE SETTORE TRASPORTI TECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E DELL INTERMODALITÀ STANDARD MINIMI DELLE COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI TECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E

Dettagli

OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato dei produttori agricoli biologici. IL SINDACO

OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato dei produttori agricoli biologici. IL SINDACO Comune di Modena Politiche Economiche, Società Partecipate e Sportello Unico L Assessore 22 settembre 2005 Prot. Gen. 2005/125195 IE 11299 OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

Percorsi fra vino e grandi architetture Un progetto unico in Italia

Percorsi fra vino e grandi architetture Un progetto unico in Italia TOSCANA WINE ARCHITECTURE TOSCANA WINE ARCHITECTURE Percorsi fra vino e grandi architetture Un progetto unico in Italia Un circuito di 25 cantine d autore e di design, contemporanee per le loro lo spirito

Dettagli

LA CERTIFICAZIONE. Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona

LA CERTIFICAZIONE. Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona LA CERTIFICAZIONE Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona Qualità Grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti (UNI EN ISO 9000/00) Requisito Esigenza

Dettagli

Aziende di promozione turistica dovevano individuare gli ambiti territoriali turisticamente rilevanti.

Aziende di promozione turistica dovevano individuare gli ambiti territoriali turisticamente rilevanti. Promozione, informazione e accoglienza turistica = compiti amministrativi in materie in cui per le Regioni speciali la competenza legislativa è primaria o esclusiva e per le Regioni ordinarie è ora di

Dettagli

Chiara Catellani, Raffaele Di Tolve, Giacomo Boni

Chiara Catellani, Raffaele Di Tolve, Giacomo Boni Chiara Catellani, Raffaele Di Tolve, Giacomo Boni CHE COSA SONO? Parte di mercato che la concorrenza non ha ancora raggiunto. Le nicchie sono in genere degli spazi piccoli, spesso ricercati da piccole

Dettagli

CHI SIAMO. Viale Assunta 37 20063 Cernusco s/n Milano 02-92107970 info@cimscarl.it

CHI SIAMO. Viale Assunta 37 20063 Cernusco s/n Milano 02-92107970 info@cimscarl.it CHI SIAMO C.I.M. non è un comune consorzio ma una società consortile creata dopo approfonditi studi ed esperienze maturate da un gruppo di specialisti in grado di operare in molte aree geografiche del

Dettagli

Dal FEP al FEAMP: quale transizione

Dal FEP al FEAMP: quale transizione L attuazione della Politica Europea per la Pesca: Dal FEP al FEAMP Bologna, 08 ottobre 2014 Regione Emilia Romagna FEP: Misura 5.1 Assistenza tecnica Dal FEP al FEAMP: quale transizione Giulio Malorgio

Dettagli

Open Data & Energia. Patrizia Saggini. Bologna, 24 ottobre 2014

Open Data & Energia. Patrizia Saggini. Bologna, 24 ottobre 2014 Open Data & Energia Patrizia Saggini Bologna, 24 ottobre 2014 Chi sono: Direttore Area Amministrativa e Innovazione del Comune di Anzola dell Emilia LinkedIn: http://www.linkedin.com/in/patriziasaggini

Dettagli

Sezione Industria del Turismo e del Tempo Libero

Sezione Industria del Turismo e del Tempo Libero Sezione Industria del Turismo e del Tempo Libero Programma di Attività 2011-2015 2015 ROBERTO N. RAJATA 12 maggio 2011 Introduzione Il turismo nella Regione Lazio è profondamente mutato nel corso degli

Dettagli

Capitolo XVII. La gestione del processo innovativo

Capitolo XVII. La gestione del processo innovativo Capitolo XVII La gestione del processo innovativo Il ruolo dell innovazione nell economia dell immateriale L innovazione ha assunto un ruolo particolarmente significativo come variabile esplicativa della

Dettagli

Problemi di coordinamento nelle. Organizzazioni dei Produttori. attività agro-industriali: le. Lezione 9

Problemi di coordinamento nelle. Organizzazioni dei Produttori. attività agro-industriali: le. Lezione 9 Lezione 9 Problemi di coordinamento nelle attività agro-industriali: le Organizzazioni dei Produttori 1 Le proposte delle leggi di orientamento (I) Nel Dlgs 228/2001, i soggetti sono: al livello centrale

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli