Maggio Anno VI - n.1

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1 Maggio Anno VI - n.1

2 SOMMARIO Anno VI, n. 1 - Maggio 2008 Martina Cera 4I & Lavinia Luceri 3Z Permette un intervista?...p. 3 Nicolò Taddia 5E Le olimpiadi della vergogna...p. 5 Manuel Furini 2L I nuovi volti dell I.T.I...p. 7 Manuel Furini & Daniele Bonazza 2L La sede di via Pacinotti: tra sogno e realtà...p.12 Matteo Bonora 5I Migrazione da iticopernico.it a opencopernico.it...p.14 Nicolò Taddia 5E Luce e tecnologia...p.15 Thomas Diozzi 4H Waffa, una donna palestinese per la pace...p.17 Davide Cattozzo 4I Riciclando all I.T.I...p.19 Classe 2F Viaggio tra i rifiuti quotidiani...p.21 Lavinia Luceri 3Z & Martina Cera 4I Intervista Tripla...p.24 Matteo Bolognesi 5I Essere, Apparire, Comprare: la moda al tempo di ebay...p.27 Davide Cattozzo 4I Concorso: Money, money, money...p.29 Andrea Bigoni 2I Fumetti: roba da ragazzi?...p.32 Matteo Bolognesi 5I Un libro al giorno leva la prof. di italiano di torno...p.34 La Redazione Giochi: un po di svago...p.37 Matteo Bolognesi 5I Quale animale saremo?...p.39 La Redazione Premio Francesco Viviani p.41 Davide Cattozzo 4I, Matteo Bonora 5I & Maria Rita Orsatti Annuario delle classi quinte...p.42 ExtraXcool - Giornale scolastico dell ITI Copernico - Carpeggiani Ferrara giornale@iticopernico.it ITI Copernico - Carpeggiani Via Pontegradella 25 Ferrara tel. 0532/ infoline@itiscopernicofe.it Direttore Responsabile Gabriele Pavani Coordinatori di redazione Lorenza Masini, Miranda Previati, Laura Roncarati, Enrico Bovi, Laura Furini Redazione Matteo Bonora, Davide Cattozzo, Federica Grandi, Matteo Bolognesi, Spinozzi Francesco, Nicolò Taddia, Andrea Bigoni, Manuel Furini, Daniele Bonazza, Martina Cera, Lavinia Luceri, Monia Sasso, Mirko Guarnieri Caporedattore Matteo Bonora Fotografie Maria Rita Orsatti Disegni di Federica Grandi, Nicolò Taddia Progetto grafico e impaginazione Davide Cattozzo, Matteo Bonora 2

3 INTERVISTA AL PRESIDE Permette un intervista? L'anno scolastico 2007/8 ha portato una importante novità nel nostro istituto, il nuovo dirigente scolastico, il dottor Gabriele Pavani, a cui ci siamo rivolti per un'intervista che consenta a tutti noi di scoprire alcuni lati della sua vita, che non appaiono evidenti negli incontri quotidiani. 1. La sua età (se non siamo indiscreti!)? Ho 60 anni 2. Dove è nato? Sono nato a Ro Ferrarese 3. Che studi ha fatto? Ho studiato in questo Istituto Tecnico e mi sono laureato in Scienze Geologiche. 4. Che tipo di studente era? La sua materia preferita e quella in cui scarseggiava? Non ero uno studente molto determinato. Mi piaceva molto la fisica, meno le materie umanistiche. 5. Quando ha iniziato ad insegnare? Ho cominciato ad insegnare nel 1973, subito dopo il servizio militare. 6. Cosa fa nel tempo libero(se ne ha, naturalmente!)? Non ho molto tempo libero, ma quando posso mi diletto con il bricolage. 7. È sposato? Sì, sono sposato. 8. Ha figli? Ho due figlie: la maggiore ha 25 anni e lavora, l'altra ha 23 anni e sta terminando il corso di laurea in Architettura. 9. È più difficile il "lavoro" di preside o di genitore? Sono due "lavori" diversi ma con aspetti comuni: entrambi si basano sulla relazione con i giovani. Tra i due, comunque, forse il più difficile è quello di genitore. 10. Come e quando ha deciso di diventare preside? Ho deciso di diventare preside nel Come insegnante ritenevo di aver concluso un interessante esperienza. Pensavo di poter dare ancora qualcosa alla scuola come preside. Per perseguire questo obiettivo mi sono dedicato a studi di pedagogia e di didattica, che hanno sicuramente completato la mia formazione. 11. Se non fosse diventato insegnante, quale altra professione avrebbe scelto? Sinceramente non ho mai pensato ad un' alternativa alla professione di docente e di preside poi Le piace il suo lavoro? Il mio lavoro mi piace e non ho rimpianti riguardanti le scelte lavorative. 13. Che cosa l'ha spinta a passare da una scuola media inferiore ad una scuola media superiore? Ho scelto di passare dalle medie alle superiori sia per curiosità sia per misurarmi con un'esperienza nuova, che mi desse ulteriori stimoli. 14. Ritornerebbe sui suoi passi rispetto a questa decisione? Perché? Lo ribadisco: non ho rimpianti per cui non tornerei indietro.non si deve mai tornare indietro, è necessario andare sempre avanti misurandosi con i diversi problemi della scuola. 15. Pensa di concludere la sua carriera scolastica presso la nostra scuola? Penso di sì, anche perché sono ormai prossimo alla pensione. 16. A proposito della nostra scuola: come si trova all'i.t.i? Mi trovo bene qui all'i.t.i., nonostante mi avessero descritto questo istituto in modo non proprio positivo. 17. Si è già fatto un'idea degli studenti e degli insegnanti di questa scuola? La maggior parte degli insegnanti ha mostrato una grande

4 INTERVISTA AL PRESIDE qualità professionale. Esiste naturalmente anche una piccola parte del corpo docenti nella quale ho riscontrato difficoltà a relazionarsi con gli studenti. Gli studenti dell'i.t.i. non si differenziano sostanzialmente dagli allievi delle altre scuole superiori. 18. Quali prospettive ha per la nostra scuola? La prospettiva fondamentale che vedo per uno studente dell'istituto è quella di una grande opportunità per acquisire una buona formazione, applicandosi e studiando, soprattutto nelle materie scientifiche e tecniche relative all'indirizzo di specializzazione. Ritengo infatti che una buona e solida preparazione scientifica sia molto utile. Gli studenti dell'i.t.i. devono poi mettersi alla prova per capire se apprendono attraverso uno studio più operativo che astratto: lo studio operativo, rappresentato dai laboratori presenti all'interno dell'istituto, consente ad ogni studente di verificare la sua modalità di apprendimento. In un istituto di tipo liceale, di contro, questa opportunità è ridotta al minimo, perchè prevale lo studio di tipo astratto. 19. Sarebbe disposto ad accettare consigli e/o proposte da noi studenti? Ho già accettato molte proposte degli studenti, a volte andando anche contro le mie idee iniziali perché ho capito che avevano buone ragioni. Però di certo ci sono alcune regole che non si cambiano, soprattutto per quanto riguarda gli orari, e che devono essere rispettate. 20. Secondo lei la nostra scuola deve essere considerata solo come un luogo di studio oppure la si potrebbe aprire anche ad esperienze extra curriculari, come ad esempio concerti, scuola di teatro, conferenze ed incontri con persone del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura? Le eventuali attività pomeridiane, che siano corsi di musica o di teatro, necessiterebbero della presenza e della collaborazione di docenti interni alla scuola, oltre che di esperti esterni. Se gli studenti faranno delle proposte sono disposto a prenderle in considerazione. 21. Sarebbe disposto ad organizzare una festa multietnica a scuola? Sarei disposto ad organizzare una festa multietnica. Sarebbe un modo per aiutare l'integrazione, che però deve venire da entrambe le parti: sia dagli italiani che dagli stranieri. L'unico problema è forse che, nella nostra scuola, gli studenti stranieri non sono molto numerosi. 4 Prima di pensare ad una vera e propria festa, ad un momento allargato a tutto l'istituto, credo sarebbe importante pensare ad una festa all'interno delle singole aule dove, grazie ad un maggiore affiatamento tra gli studenti stranieri e quelli italiani si può cominciare a risolvere problematiche legate all'integrazione. Poi, in un secondo momento, il discorso può essere allargato e sfociare appunto in una festa che coinvolga l'intera scuola. 22. Ha qualche idea per coinvolgere maggiormente gli studenti alla vita scolastica? Ritengo che si debbano seguire due strade: la prima è che lo studente possa trovare a scuola e in famiglia persone che lo ascoltino e lo stimolino allo studio; la seconda prevede una serie di attività di svago che integrino la formazione culturale del mattino;...da svolgersi naturalmente al pomeriggio! Martina Cera 4I Lavinia Luceri 3Z

5 SPORT E DIRITTI UMANI Le olimpiadi della vergogna Finalmente è il 2008, l'anno in cui verranno disputate le Olimpiadi. Le Olimpiadi nascono nel mondo dell'antica Grecia e sono da sempre sinonimo di grande spirito sportivo e competitivo, uno spirito che unisce le persone e le fa divertire insieme, senza distinzioni di alcun genere. Il 2008 è un anno importante non solo per le Olimpiadi, ma anche perché in questo anno ricorre il sessantesimo anniversario della Costituzione Italiana e della Dichiarazione dei Diritti Universali dell'uomo. Quest'ultimo documento è nato come obiettivo comune di tutti i popoli e di tutte le nazioni, con l'auspicio che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente tale dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto dei diritti e della libertà dell'uomo. Queste due ricorrenze, entrambe importanti e collegate tra loro, celebrano due simboli di libertà, di alleanza e di diritti delle persone, fattori indispensabili per la convivenza civile. Quest'anno le Olimpiadi saranno disputate a Pechino, in Cina, e sono conosciute come i giochi della XXIX Olimpiade. La Cina ha ottenuto il consenso dalle autorità ad ospitare i giochi grazie alla sua promessa di iniziare (almeno) a promuovere i diritti umani della popolazione cinese, troppo spesso brutalmente violati. Ma a pochi mesi dall'inaugurazione dei giochi, le promesse non sono state mantenute e questa grave mancanza da parte del paese organizzatore ha suscitato perplessità e ha sollevato I giochi dell antica grecia moltissime polemiche. Sono stati sistematicamente violati: 1) i diritti dei lavoratori, tenuti a volte in stato di schiavitù; 2) i diritti delle donne, che si vedono a volte imporre sterilizzazioni e aborti forzati; 3) i diritti dei neonati, spesso vittime di aborti selettivi 4) i diritti dei detenuti, che subiscono forme carcerarie disumane; 5) i diritti dei minori, che spesso crescono senza alcuna tutela perché nati oltre il limite consentito dalla legge (ad esempio in Tibet subiscono le stesse torture degli adulti); 6) il diritto alla libertà di parola e di informazione; 7) il diritto all'autodeterminazione del popolo tibetano. La Cina si è macchiata di gravi violazioni anche per l'organizzazione stessa delle Olimpiadi. Questi giochi, nati per essere una grande festa per tutte le persone, in nome di una diversità arricchente e di una serie di interessi comuni, dovevano parlare il linguaggio del 5 gioco e dello sport, un linguaggio universale: ogni atleta con il suo comportamento corretto, rispettoso delle regole e degli avversari doveva arrivare a condividere i veri valori olimpici. L 'amicizia, la lealtà, la solidarietà, l'impegno, il coraggio, il miglioramento di sè, la pace sono valori universali che possono essere riassunti con l'espressione "spirito olimpico", che comprende i motivi per cui si pratica uno sport, il modo in cui lo si fa e lo scopo per cui si gareggia. Questi valori sono anche gli stessi che hanno ispirato la Dichiarazione dei Diritti dell'uomo, quei diritti che dovrebbero garantire la possibilità agli uomini di convivere in serenità. E' giusto allora che questi giochi siano disputati in un paese che vuole solo dare l'illusione di considerare i diritti delle persone? Questa è la domanda che tutti quelli che credono in questi ideali si sono fatti, vedendo la promessa infranta della Cina. In tanti stanno rispondendo no. Come si può d'altronde pensare che un paese che ha dimostrato così poco rispetto per l'uomo possa essere ancora degno di ospitare i giochi olimpici? È così che è nata l'idea di boicottare questi giochi. Il boicottaggio è un'azione individuale o collettiva avente lo scopo di ostacolare e modificare l'attività di una persona, o quella di un gruppo di persone, un'azienda o un ente o anche uno Stato, in quanto ritenuta non conforme a principi etici o ai diritti universali o a convenzioni sociali. Oltre che a tali fini l'azio-

6 SPORT E DIRITTI UMANI ne di boicottaggio può essere attuata anche per scopi economici. Vi sono almeno due tipi di boicottaggio: di "coscienza" e "strategico". 1) Il boicottaggio di coscienza risponde allo scopo di compiere azioni volte a correggere un'attività considerata contraria ai principi morali o dannosa. Un esempio in questo senso è il boicottaggio degli OGM o di prodotti e servizi di una società, che adotta comportamenti ritenuti scorretti. 2) Il boicottaggio strategico ha invece finalità politiche o economiche e viene intrapreso da gruppi organizzati o anche da Stati od organizzazioni internazionali al fine di modificare comportamenti in atto presso altri gruppi o Stati usando ritorsioni economiche e commerciali sugli stessi. Il boicottaggio dei giochi olimpici ha entrambe le finalità, nel tentativo di indurre la Cina a modificare le leggi in materia di diritti umani. Sono già molti coloro che invitano a boicottare i giochi olimpici di Pechino: alcuni personaggi famosi, come ad esempio Steven Spielberg, incaricato come consigliere artistico della manifestazione, si è dimesso per protesta contro la politica della Cina in Darfur. Infatti Spielberg accusa il governo cinese di scar- Jesse Owens so impegno verso la crisi umanitaria di questa regione africana, dichiarando: "La mia coscienza non mi permette di andare avanti in questa vicenda. A questo punto, tutte le mie energie devono essere spese non per la cerimonia dei Giochi, ma per fare tutto quanto e' in mio potere per mettere fine ai crimini indicibili contro l'umanità che continuano ad essere commessi in Darfur". Noi pensiamo sia giusto sensibilizzare l'opinione pubblica in Quali olimpiadi oggi? 6 merito a questa situazione molto grave. Segnaliamo anche la disponibilità di forum su Internet per poter esprimere la propria opinione e la possibilità di aderire eventualmente ad una petizione per boicottare queste Olimpiadi. Potete trovare ampie notizie digitando su Google "boicottaggio olimpiadi 2008". Nicolò Taddia 5E

7 CLASSI PRIME I nuovi volti dell'i.t.i. L'accoglienza delle classi prime Anche quest' anno si è svolto il consueto progetto di accoglienza per le nuove classi prime dell' Istituto. Che cos'è il Progetto Accoglienza? Il Progetto Accoglienza è un' attività che cerca di inserire i nuovi studenti arrivati nell' Istituto. Quest' attività è finalizzata e coordinata dai Tutor, che guidano i nuovi arrivati nella scuola. Chi sono i tutor? I Tutor sono studenti del triennio. Sono tre per ogni classe prima ed hanno il compito di fare interagire gli alunni nel nuovo Istituto mediante attività sociorelazionali. Queste attività non servono solo per inserire gli alunni appena arrivati nella scuola, ma anche per farli conoscere tra di loro. Come si svolge il progetto? Il progetto viene svolto nella seguente modalità: 1. Gli alunni, riuniti nell' atrio delle scuola, vengono indirizzati nelle rispettive aule. Qui faranno la conoscenza dei tutor a loro affidati e del coordinatore di classe. 2. I tutor, una volta entrati nella classe, si impegnano per l' integrazione tra gli alunni facendoli conoscere tra di loro e svolgendo varie attività, tra cui il "brainstorming". È questa una tecnica di creatività di gruppo atta a far emergere idee volte alla risoluzione di un problema. 3. I nuovi alunni, poi, sono tenuti a seguire i tutor negli ambienti principali dell' istituto, come la biblioteca, la segreteria, la sala proiezioni, eccetera. 4. Alla fine dei giorni di accoglienza, gli alunni coinvolti in queste attività dovrebbero conoscersi più profondamente. L'accoglienza termina dopo i primi due giorni di scuola? No, i giorni delle attività sociorelazionali sono passati, ma i tutor sono sempre a disposizione quando se ne ha la necessità, come ad esempio per parlare di un problema che riguardi tutta la classe, previa richiesta di autorizzazione ad uno dei tutor e al professore in orario. Manuel Furini 2L 7

8 CLASSI PRIME pronti ad accogliere in sala A. Scotti in circle time per conoscersi 8

9 CLASSI PRIME decidiamo insieme... i diritti... ma anche i doveri dello studente 9

10 CLASSI PRIME facce da 1H... in cirlce time anche per confrontarsi! 10

11 CLASSI PRIME qui si furineggia the body guards...ovvero gli aiutanti di campo! 11

12 INDAGINE La sede di Via Pacinotti: tra sogno e realtà. Di ritorno dalle vacanze estive, si è presentata ai nostri occhi la sede di Via Pacinotti completamente rinnovata e quasi irriconoscibile. I lavori, cominciati il 10 giugno del 2007, sono durati circa una sessantina di giorni. La ristrutturazione, però, non ha coinvolto l'edificio nella sua totalità: è prevista, infatti, per i prossimi anni la sistemazione definitiva delle restanti aree. Dalle informazioni raccolte nell'ufficio Tecnico, abbiamo appreso che è in progetto la predisposizione di nuovi laboratori e la ridestinazione degli attuali per altre attività. È stato risolto con successo anche un problema di infiltrazione presentatosi in due aule di via Pacinotti: a causa di un intasamento di fogliame delle grondaie pioveva all'interno. stati rotti e una porta scorrevole è stata completamente smontata. Un comportamento così incivile penalizza tutti, e forse ci si penserà due volte prima di apportare nuove migliorie alla scuola! Finalmente ora le lezioni si svolgono all'asciutto! Mentre il responsabile dell'ufficio Tecnico ci informava di tutto ciò, siamo venuti a conoscenza anche della "nota dolente": a nemmeno tre mesi dall'ultimazione dei lavori, gli stipiti delle porte dei bagni della sede centrale sono 12 Si evince che se i problemi tecnici sono risolvibili, diversa è la situazione per quanto riguarda la mancanza di senso civico di alcune persone. Oltre alla ristrutturazione, un'altra novità per l'iti è rappresentata dall'arrivo nella sede di Via Pacinotti di alcune classi

13 INDAGINE dell'istituto"carducci". L'arrivo non è stato affatto criticato dagli alunni dell'i.t.i., che anzi, hanno subito provveduto a fare nuove conoscenze: basta farsi un giro durante l'intervallo per notare l'integrazione dei due istituti! Al momento sono state destinate 10 aule al Carducci. Da sottolineare però che, così facendo, il nostro istituto è rimasto quasi totalmente privo di quelle aule che prima rimanevano libere tra un'ora e l'altra, rendendo possibili eventuali variazioni d'orario. Adesso, invece, è estremamente difficile riuscire a trovare spazi vuoti che possano essere utilizzati per le diverse esigenze di studenti e di insegnanti dell' I.T.I.! Manuel Furini 2L Daniele Bonazza 2L 13

14 IN PRATICA Migrazione da iticopernico.it a opencopernico.it Venerdì 22 febbraio, nell'aula 19 di Sistemi e Automazione, l'alunno Matteo Bonora della 5 I ha tenuto una presentazione riguardante il proprio lavoro sulla migrazione di un dominio Windows (iticopernico.it) a un dominio Linux (opencopernico.it). Come gli studenti di Informatica già sanno, i laboratori della specializzazione operano attraverso un dominio basato su Windows. Ogni studente è in grado di autenticarsi da qualsiasi postazione (Windows 2000) tramite un nome utente e una password personale, avendo così accesso a tutte le sue risorse in rete. La presen- 14 tazione era volta ad illustrare come, prossimamente, il dominio passerà da un sistema operativo proprietario, come quello Microsoft, ad uno libero, come Linux. A questo punto è necessario precisare il concetto di software libero o Open Source: la caratteristica fondamentale di questa tipologia di software è la possibilità di visualizzare il codice sorgente che lo forma ed eventualmente modificarlo lasciandolo, comunque, a disposizione della comunità. La migrazione è stata pensata per diversi motivi: il software che sarà utilizzato è completamente legale e gratuito ed è possibile tenerlo in costante aggiornamento, a differenza dei programmi Microsoft che richiedono spese di aggiornamento assai elevate e non sono modificabili. Dall'anno prossimo il laboratorio A19 eliminerà completamente il software proprietario, utilizzando solo strumenti e applicazioni Open Source indipendenti. Il sistema operativo che verrà utilizzato sarà Linux (nel dettaglio, la versione opensuse 10.3): tutte le applicazioni da ufficio saranno sostituite dal pacchetto Open Office, mentre gli altri programmi indispensabili per il corso di informatica verranno cambiati con programmi equivalenti ma liberi. Riguardo a questo progetto, ormai quasi completamente realizzato, sono disponibili informazioni dettagliate su un forum appositamente aperto per discutere delle possibilità del software libero, delle tecniche adottate per la migrazione e per fornire aiuto a chi dovrà lavorare nel nuovo dominio in futuro. Al suo interno sono presenti, inoltre, le slide della presentazione sopra descritta. L'indirizzo web per raggiungerlo è il seguente: Matteo Bonora 5I

15 Luce e tecnologia NUOVE TECNOLOGIE Nelle sezioni di elettrotecnica del nostro Istituto, si sta realizzando un'area di progetto sul fotovoltaico, argomento di grande utilità. Il fotovoltaico si sta largamente sviluppando sia in Italia che all'estero e, probabilmente, sarà il futuro della maggior parte degli impianti elettrici sia per quanto riguarda l'alimentazione delle abitazioni civili che industriali. Questa tecnologia rende possibile risparmiare le materie prime fossili utilizzate sinora per produrre energia elettrica. Per realizzare l'area di progetto in questione gli allievi della classe 5E sono stati divisi in gruppi di tre o quattro persone. Ad ogni gruppo è stato assegnato il compito di cercare informazioni sulle diverse applicazioni del fotovoltaico: ad esempio ad un gruppo sono stati assegnati i pannelli, ad un altro il funzionamento, ad un altro ancora le norme usate per questi impianti, ecc. La possibilità di studiare queste tematiche, anche se in forma di primo approccio, è un grande vantaggio per chi potrebbe decidere, nel futuro, di specializzarsi in questo campo. Ma cosa vuol dire fotovoltaico? Questa è una parola composta e deriva dai termini "photo", proveniente dal greco phos (che significa luce) e dal termine "volt", che ha le sue radici nel nome di Alessandro Volta, il primo a studiare i fenomeni elettrici. Si indica con il termine fotovoltaico ogni sistema in grado di produrre energia elettrica, utilizzando esclusivamente la luce proveniente dal sole. E' un fenomeno noto già all'inizio del XIX secolo, ma che solo da pochi decenni ha trovato la strada per un valido utilizzo. Sostanzialmente, tutto si svolge grazie agli atomi che risiedono in alcuni tipi di materiali detti semiconduttori e che hanno particolari caratteristiche. Questi materiali (ad esempio il silicio), se colpiti da radiazioni, come quelle provocate dalla luce del sole, presentano un particolare movimento dei propri elettroni. Tale movimento, se sfruttato in maniera corretta, genera corrente elettrica. Per ottenere questo risultato sono state create tre principali apparecchiature: la cella fotovoltaica: elemento base in grado di operare la conversione di luce in energia elettrica. E' costituita da una sottilissima lamina di materiale semiconduttore, opportunamente lavorata e con la presenza di contatti elettrici utilizzati per raccogliere la corrente che si svilupperà al suo interno. 2. il pannello fotovoltaico: Anche definito modulo fotovoltaico, non è altro che l'assemblaggio di più celle (in genere 36) incollate fra di loro e poste tra un supporto posteriore e un materiale trasparente anteriore (generalmente vetro) che funge da protezione. Tutti i collegamenti elettrici delle celle da cui si può raccogliere corrente vengono raccolti e dirottati verso una morsettiera, che permette il prelievo dell'energia prodotta da una cornice su tutto il perimetro del pannello in alluminio che serve per il fissaggio del pannello alle strutture di supporto. 3. Impianto fotovoltaico: Per impianto fotovoltaico si intende l'insieme dei pannelli, delle strutture e degli accessori necessari per la trasformazione della corrente, per il controllo e per la misurazione dell'energia prodotta. L'efficienza di questi impianti dipende dal luogo di installazione, dal tipo di pannelli e dal suo corretto orientamento. Ad esempio, un pannello correttamente orientato a Milano, può produrre in un anno circa 146

16 NUOVE TECNOLOGIE Kwh, mentre lo stesso pannello, correttamente posizionato a Trapani, in un anno può produrre circa 174 Kwh. Il dimensionamento di questi impianti dipende dall'utilizzo che se ne vuol fare: un impianto di grandi dimensioni può essere utilizzato a scopo industriale, verificando con attenzione lo spazio a disposizione e la disponibilità finanziaria per l'attuazione del progetto. Un impianto di piccole dimensioni, invece, utilizzabile soprattutto a livello civile, può essere conveniente dopo aver valutato il consumo medio annuale in Kwh, il luogo di installazione e la superficie dei pannelli necessaria alla quantità di energia desiderata. Per via dei molti fattori da tenere in considerazione, inoltre, non è possibile stabilire un prezzo standard. Facendo però una media generale, un impianto fotovoltaico normale (senza particolari difficoltà di installazione) ha un costo di circa 750 euro al metro quadrato, in grado di fornire, mediamente, ad una famiglia italiana, dai 3000 ai 4000 Kwh all'anno. La grande innovazione che portano questi impianti è l'incredibile aiuto che si dà all'ambiente: infatti, si ha una diminuzione dei gas-serra e quindi un impatto meno negativo sulla natura. Inoltre, cosa da non sottovalutare, aumenta il risparmio sulla spesa elettrica. Lo studio che la classe 5E ha fatto, grazie a questa Area di Progetto, ha portato a capire come quello che si impara a scuola sia molto collegato all'ambiente, naturale e professionale, che ci circonda. Il pensiero di poter migliorare la qualità della vita dell'uomo, inoltre, è stimolante per noi ragazzi, in quanto ci può spronare nella scelta di un lavoro futuro utile per la società e per una gratificazione personale. Nicolò Taddia 5E 16

17 INCONTRI Waffa, una donna palestinese per la pace Waffa. È solo un nome, dietro il quale però si nasconde una donna straordinaria. Una vita straordinaria. Nata a Giza in una famiglia a dir poco numerosa (7 sorelle e 4 fratelli), ha vissuto una vita difficile, cresciuta nel caos e nei disordini, continuamente condizionata dalla presenza dell'esercito israeliano. Nel '99, quando dovette partire per l'olanda per seguire un master di lavoro, ebbe bisogno di un permesso di Israele per lasciare la sua terra. Perché? La "sua" terra è sotto il controllo israeliano. Terminato il viaggio nei Paesi Bassi, non è nemmeno riuscita a tornare a casa, nuovamente bloccata dalle forze armate, e si è trovata costretta a ripiegare su Ramallah. Continuamente subordinata, come tutta la sua gente, al controllo di un altro Stato, ha iniziato un lungo viaggio, spinta dalla voglia di cambiare qualcosa, di fare la sua parte per il suo Paese. Dapprima negli Stati Uniti, quindi in Europa, per poi giungere da noi in Italia. Una missione per far conoscere a quante più persone possibile la sua storia. Per cercare di raggiungere la pace globale, incondizionata, per i suoi figli e i suoi nipoti, e per chi verrà dopo di loro. Una pace duratura. Una pace che però è difficile da raggiungere. Il conflitto è iniziato molto tempo fa, ed è lontano dal risolversi, alimentato da numerosi attentati e dalla costruzione, nel 2005, del grande muro che divide la regione. Funge da barriera per separare i palestinesi dagli israeliani, ma in realtà è come una gabbia. "Muro che protegge, muro che tortura". Parole sante quelle di Waffa. Il muro protegge dai conflitti armati e in qualche modo allontana i 17 civili dagli scontri, ma nello stesso tempo impedisce gli spostamenti verso il posto di lavoro o verso i propri familiari. Alcuni lei stessa non li vede più da vent'anni. E questo è un muro davvero enorme, lungo centinaia di chilometri e alto vari metri. La sua presenza è quella di un mostro soffocante. La vita nelle vicinanze è difficile, la nascita di campi per rifugiati e baraccopoli è inevitabile. I giovani crescono concentrati solo sullo studio, l'unica via che hanno per sfuggire dalla povertà, e non hanno nessun tipo di svago. Sono anche divisi tra maschi e femmine. Waffa la conosce bene questa vita, l'ha vissuta in prima persona. Per lei e per ogni altro nella stessa situazione, movimenti internazionali (anche italiani) lottano costantemente affinché si abbatta il muro e i numerosi ghetti che gli sono nati affianco. Il loro rapporto è fondamentale, principalmente per donare speranza ad un popolo

18 INCONTRI sfiduciato e represso. Il discorso tocca poi un tasto dolente: i kamikaze. Eroi o terroristi? Martiri o assassini? Punti di vista. Anche se vengono tendenzialmente etichettati come killer, almeno dal mondo per così dire "civilizzato". Molti di loro si fanno esplodere in mezzo ai civili del popolo nemico, spinti da un odio atavico verso persone che magari non hanno mai avuto modo di conoscere più da vicino. Danno per scontato che siano malvagi, avidi ed approfittatori. Quando magari è tutto l'opposto. Ma non generalizziamo. Esistono anche kamikaze che prendono scelte diverse, che se la prendono con i militari e non con la gente comune. I primi sono spinti dall'odio, i secondi dalla vendetta, che cercano di convertire in giustizia. Siamo dunque al punto di partenza: eroi o terroristi? Chiediamo a Waffa. Non è a favore. E nemmeno giustifica. Ma chiede la nostra comprensione. E per ottenerla ci racconta la storia di un suo cugino. A soli 19 anni si vede portar via il fratello maggiore, a cui era molto legato, ucciso per una banale vendetta. Nessuna ragione abbastanza valida per giustificarne la scomparsa. E ne uscì distrutto, aveva perso la figura più importante della sua vita. Ha vissuto per un po' avvolto in un mantello di disperazione, non sapeva più cosa farsene della propria esistenza. E così ha deciso. L'avrebbe spesa per il fratello. Imbottito di esplosivo, diretto verso un posto di blocco israeliano. Ha deciso quindi di non prendersela con il popolo di Israele, ma con gli artefici della morte di suo fratello. È morto per punire quelli che gli avevano rovinato la vita, spendendo la propria in onore del parente scomparso. E questo basta per renderlo un eroe, almeno agli occhi di Waffa. Ma il suicidio non è mai una risposta, come lei stessa ci ricorda. E non possiamo darle torto. Terminato il piacevole incontro dichiara, rivolta a noi studenti, che "se tornate a casa anche con una sola informazione in più di quante ne avevate prima, per me è un successo, perché la conoscenza è il primo passo per risolvere un problema". Ne siamo convinti. Il suo compito l'ha svolto sicuramente con successo. Tutti noi siamo interessati e partecipi, la storia di Waffa ormai fa parte di tutti noi. Ed è nostro dovere sentirci responsabili, e fare tutto il necessario per cambiare questa tragica situazione. 18 "La vita è meravigliosa, ma bisogna rendersene conto " Waffa Abdel Rahman Thomas Diozzi 4H

19 EDUCAZIONE-AMBIENTE RICICLANDO ALL'ITI Il giorno 13 dicembre 2007 nel nostro Istituto si è svolto un incontro finalizzato alla sensibilizzazione sul problema del riciclaggio. L'incontro si è svolto nella sala Scotti, dove erano presenti il D.S. dott. Gabriele Pavani, l'assessore provinciale all'ambiente Sergio Golinelli, l'ingegnere Salvatore Salerno, l'ingegnere gestionale Mario Sunseri e il presidente della LUG Ferrara Marica Landini. La LUG, acronimo di Linux user group, è un gruppo di persone liberamente costituito e fondato nel 1999, il cui obiettivo è diffondere sistemi open source* (soprattutto Linux). L'incontro è stato aperto dal D.S. dott. Gabriele Pavani, il quale ci ha fatto riflettere sul fatto che ci si è posti il problema del riciclaggio solo negli ultimi anni e definendo le chiacchiere precedenti solo un "dibattito da salotto". Il primo obiettivo dell'incontro era quello di parlarci della gestione dei rifiuti nella politica della sostenibilità: il fine sarebbe di permettere all'uomo una produzione di rifiuti, derivanti dal suo sviluppo, che stia entro certi limiti, così da non intaccare la natura. L'impatto della presenza dell'uomo sull'ambiente è notevole: la sola Ferrara con la sua provincia produce una quantità di rifiuti del 20% superiore a quanto in realtà si potrebbe permettere, basti pensare che ogni ferrarese produce ogni anno 700Kg di rifiuti!!. Oggi, nella nostra città, il 40% dei rifiuti urbani viene raccolto in modo differenziato, ma un obiettivo della Provincia è quello di differenziarne il 65% entro il Un altro impegno è quello di recuperare energia dai rifiuti prodotti, anche se ovviamente la priorità è la riduzione dei rifiuti. Se gli impegni presi verranno mantenuti, le statistiche prevedono che nel 2008 ogni abitante produrrà 173Kg di rifiuti urbani, nel Kg, e nel 2018 solo 81Kg. I dati che riguardano l'unione Europea non sono 19 allarmanti, ma si potrebbe sicuramente migliorare la situazione: ogni cittadino europeo produce infatti mediamente 1.5Kg di rifiuti ogni giorno, contro gli 0.5Kg del singolo cittadino orientale e i 3 Kg di quello americano. Sensibilizzati da questa discussione, anche noi studenti dell'iti, nel nostro piccolo, ci siamo prefissati degli obiettivi: innanzitutto quello di contribuire al recupero e al riutilizzo dei RAEE (rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche). A questo progetto ho deciso di partecipare anch'io, perché ritengo doveroso il recupero, e se possibile anche il riciclaggio, di vecchio materiale elettronico ed elettrotecnico, visto che l'utilizzo di apparecchiature elettriche oggi giorno è altissimo, ma, con la continua evoluzione, ne vengono gettate grandi quantità, e con esse anche le sostanze nocive che vi sono contenute; inoltre credo che riutilizzando questo materiale si possono aiutare quelle persone che ne necessitano, ma che non possono acquistarlo. Per avere maggiori informazioni su questo problema, e su ciò che la scuola sta facendo, è stato creato un apposito link "Riciclando all'iti" nel sito della nostra scuola Un'informazione che abbiamo avuto, per esempio, è che per la produzione di un nuovo computer vengono utilizzati ben 1500Kg di acqua e 240Kg di combustibili, risorse che non possiamo sprecare inutilmente.

20 EDUCAZIONE-AMBIENTE Ed ecco che entriamo in campo noi: alcuni studenti del nostro istituto, soprattutto delle classi del triennio di informatica ed elettronica, si sono riuniti in gruppi e contribuiscono al recupero del materiale riutilizzabile, riassemblandolo e installandovi sistemi open-source (Linux). Chi volesse avere ulteriori informazioni, può rivolgersi al docente referente del progetto, prof. Moreno Cavazza. Segnaliamo inoltre alcuni siti riguardanti il riciclaggio davvero interessanti: *Open source In informatica, open source (termine inglese che significa sorgente aperto) indica un software rilasciato con un tipo di licenza per la quale il codice sorgente è lasciato alla disponibilità di eventuali sviluppatori, in modo che con la collaborazione (in genere libera e spontanea) il prodotto finale possa raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di programmazione. Davide Cattozzo 4I 20

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