Agricoltura Animali Malattie di alberi, raccolto, piante, etc
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- Leone Spina
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1 Controllo biologico dei microrganismi Sterilizzazione e disinfezione G. Di Bonaventura, PhD Università di Chieti-Pescara
2 Dove e perché è necessario il controllo dei microrganismi: alcuni esempi Sanitizzazione delle aree Ambiente Industria Prevenzione di infezioni iatrogene, infezioni chirurgiche, infezioni crociate, diffusione di microrganismi e geni associati MICROBIOTA ad antibiotico-r, etc NORMAL HUMAN MICROBIOTA Agricoltura Animali Malattie di alberi, raccolto, piante, etc Animali, pollame, (conservazione, produzione), etc
3 Quali sono i mezzi a nostra disposizione? Pulizia Disinfezione metodi chimici metodi fisici (talvolta) Sterilizzazione metodi fisici metodi chimici metodi chimico-fisici
4 Termini ( o definizioni!) Pulizia Rimozione di materiale organico dalla strumentazione e dalle attrezzature: sciacquare l oggetto con acqua fredda applicare il detergente e rimuovere meccanicamente il materiale organico risciacquare l oggetto con acqua tiepida asciugare l oggetto, quindi disinfettare / sterilizzare
5 Termini ( o definizioni!) Decontaminazione Trattamento che rende un oggetto od una superficie tale da poter essere maneggiata o toccata senza rischio di contaminazioni Il concetto di decontaminazione è relativo. Può essere prodotta tramite: sterilizzazione disinfezione a seconda della pericolosità e della concentrazione del microrganismo
6 Termini ( o definizioni!) Sterilizzazione: Impiego di procedure chimiche, fisiche e/o chimico-fisiche per la completa eliminazione o distruzione di qualsiasi forma di vita microbica, incluse le spore batteriche (forme di resistenza). Concetto assoluto, sebbene influenzato dalla capacità di rilevare la presenza di microrganismi (ad esempio, una soluzione filtrata non è tecnicamente sterile, poiché non rimuove la componente virale)
7 Termini ( o definizioni!) Disinfezione Processo che riduce o elimina completamente tutti i microrganismi patogeni allo stato vegetativo (non attiva sulle spore) presenti nell ambiente: Disinfezione: trattamento di superfici o sostanze inanimate (abiotiche) Disinfettante: agente chimico in grado di uccidere microrganismi; dotato di diversi livelli di efficacia Antisepsi: applicazione topica a mucose, cute od altri tessuti Antisettico: disinfettante usato su tessuti viventi
8 Termini ( o definizioni!) Are they dead or not? Biocida: composto che uccide tutti i microrganismi viventi (patogeni e non-) incluse le spore battericida, fungicida, virucida Biostatico: composto che impedisce la crescita dei microrganismi, non necessariamente uccidendoli batteriostatico, fungistatico, virustatico Sepsi: contaminazione microbica Antisepsi: procedura atta a prevenire una contaminazione (riduzione/inibizione microbica) Asepsi: assenza di contaminazione microbica
9 Sterilizzazione
10 Tecniche di sterilizzazione da: : PR Murray et al. Medical Microbiology 3rd ed.,mosby,1998
11 Sterilizzazione Tecniche FISICHE Calore Umido Secco Filtrazione Onde elettromagnetiche radiazioni UV radiazioni ionizzanti Ultrasuoni
12 Sterilizzazione Calore Esistenza di una temperatura massima di crescita specie/ceppo-specificaspecifica L effetto letale indotto dal calore consiste nella DENATURAZIONE (alterazione strutturale e funzionale) delle macromolecole (proteine enzimatiche): ossidazione (calore secco) coagulazione (calore umido) Letalità = k x temperatura
13 Sterilizzazione mediante calore Parametri caratterizzanti la termosensibilità Punto di inattivazione termica (Thermal death point, TDP): la più bassa temperatura alla quale tutti i batteri in coltura liquida vengono uccisi entro 10 minuti Tempo di inattivazione termica (Thermal death time, TDT): tempo richiesto per l uccisione, ad una data temperatura, della totalità dei batteri in coltura liquida Tempo di riduzione decimale (Decimal reduction time, DRT): tempo richiesto per l uccisione, ad una data temperatura, del 90% della popolazione batterica (utile soprattutto nell industria conserviera)
14 C 60 C 80 C Tempo (min) TDP Punto di inattivazione termica
15 10 50 C TDT C 60 C Tempo (min) Tempo di inattivazione termica
16 C DRT 60 C 80 C Tempo (min) Tempo di riduzione decimale
17 Killing takes time Riduzione pari ad 1 log 10
18 Sterilizzazione fisica Calore umido: Autoclave Tecnica di sterilizzazione di uso più frequente Autoclave: camera a pressione che utilizza vapore saturo per ottenere elevate temperature. L aria viene rimossa dalla camera per gravità o tramite prevuoto. Distruzione proteica per coagulazione Ciclo classico : 121 C, C, 15 min, 1 atm personalizzazione del ciclo in base alla tipologia di materiale Adatta per: materiali termostabili, terreni di coltura, rifiuti infettivi Non adatta per: chimici tox e/o volatili, radioisotopi, agenti antineoplastici
19 Calore umido: Autoclave
20 Autoclave: rimozione d aria per gravità da: : AD Russell et al. Principles & Practice of Disinfection, Preservation & Sterilization, Blackwell, 1999
21 Autoclave Ciclo di sterilizzazione
22 Holding time durata: 2x tempo necessario per una riduzione sporale di 6 Log
23 Disinfezione mediante calore umido Ebollizione (100 C): inattivazione delle forme vegetative e virali entro 10 minuti Pastorizzazione: riduzione della popolazione microbica (Salmonella typhi, Escherichia coli O157:H7, Mycobacterium tuberculosis, Brucella spp, Coxiella burnetii) nel latte (ed in altri alimenti deperibili) senza alterarne le caratteristiche organolettiche: Pastorizzazione di massa: C, 30 min Pastorizzazione istantanea (HTST): 71 C, 15 sec Pastorizzazione ultra-high-temperature (UHT): 140 C, 3 sec
24 Sterilizzazione fisica Calore secco Forno Pasteur, inceneritore, becco Bunsen Distruzione ossidativa delle proteine Meno efficace del calore umido e richiede tempi e temperature maggiori Utilizzabile per materiali termostabili, danneggiati dal vapore o ad esso impermeabili olii, polveri, oggetti taglienti, vetreria, rifiuti infettivi (alternativa all autoclavaggio)
25 Caldo secco Forno Pasteur Cicli di sterilizzazione: 180 C, 30 min 171 o C, 60 min 160 o C, 120 min 149 o C, 150 min 141 o C, 180 min 121 o C, 12 h
26 Sterilizzazione Tecniche FISICHE Calore Umido Secco Filtrazione Onde elettromagnetiche radiazioni UV radiazioni ionizzanti Ultrasuoni
27 Sterilizzazione fisica Filtrazione Rimozione meccanica (filtro dotato di pori) di particelle microscopiche da soluzioni e gas (aria) Tipologie di filtri: Filtri a spessore (carta, amianto, lana di vetro) particelle intrappolate nello spessore del filtro generalmente usati come prefiltri (Ø poro = 1.2 µm) per la chiarificazione di sospensioni o per la sterilizzazione dell aria in processi industriali Membrane filtranti (nitrato od acetato di cellulosa) azione simile ad un setaccio (Ø poro = µm) comunemente impiegati in microbiologia Filtro tipo Nucleopore (policarbonato) pori a Ø uniforme e disposti verticalmente nello strato sottile idoneo per studi in microscopia elettronica
28 Filtro a spessore Filtro a membrana Filtro tipo Nucleopore (a traccia di nucleazione)
29 Sterilizzazione fisica Filtrazione Applicazioni: Sterilizzazione di terreni e supplementi (enzimi, siero, antibiotici) per colture cellulari Filtri HEPA (cabine biohazard, camere bianche o cleanroom) nel laboratorio biomedico, nell industria alimentare e farmaceutica (farmaci, vaccini) Sterilizzazione delle acque
30 Dispositivi per la filtrazione di liquidi Filtrazione di piccoli volumi Filtrazione di grandi volumi Filtrazione per conta cellulare vitale
31 Filtrazione su membrana Nucleopore Enterococcus spp. Batteri acquatici ed alghe
32 Sterilizzazione Tecniche FISICHE Calore Umido Secco Filtrazione Onde elettromagnetiche Radiazioni UV Radiazioni ionizzanti Ultrasuoni
33 Radiazioni elettromagnetiche
34 Sterilizzazione fisica Radiazione ultravioletta (U.V.) Onde elettromagnetiche (λ= nm) prodotte dal passaggio di corrente elettrica attraverso vapori a bassa pressione di Hg contenuti all interno di speciali tubi in vetro Assorbiti dagli acidi nucleici (Amax=269 nm) e dalle proteine (Amax=280 nm) Danno cellulare (letale) per formazione di dimeri pirimidinici (T-T) T) che interferiscono con la replicazione del DNA (effetto mutageno) Max effetto letale a 260 nm Applicazioni: decontaminazione di superfici, aria, acqua in ambienti confinati limita la quantità di amplificati (PCR) sulle superfici sterilizzazione a freddo di composti chimici, materiali plastici per uso farmaceutico, siero per colture cellulari Fattori critici: scarsa penetrazione (non penetra carta, vetro, indumenti) distanza sorgente UV - materiale trattato intensità della luce (sostituzione ogni h) umidità relativa specie microbica mutagena per l uomo (cute, occhi)
35 Sterilizzazione Tecniche FISICHE Calore Umido Secco Filtrazione Radiazioni UV Radiazioni ionizzanti Ultrasuoni
36 Sterilizzazione fisica Radiazioni ionizzanti Radiazioni elettromagnetiche a corta λ (alta energia): microonde, raggi γ,, raggi X, elettroni Effetto letale risultante da un azione ionizzante (dislocazione di elettroni dagli atomi) sulla molecola bersaglio: diretta: : trasferimento di energia a biopolimeri (DNA, proteine), causandone la rottura indiretta: : diffusione di radicali liberi (OH, e-, H )
37 Sensibilità alle radiazioni di alcuni microrganismi e funzioni biologiche Specie/funzioni Tipologia D10 (Gy) Clostridium botulinum Gram+, sporigeno Salmonella typhimurium Gram- 200 Aspergillus niger Muffa 500 Saccharomyces cerevisiae Lievito 500 Afta Virus Inattivazione enzimatica D10: quantità di radiazioni necessaria per ridurre di 10 volte la popolazione (o l attività) iniziale. Gray (Gy): dose di radiazione assorbita (1 Gy = 100 rad), dove: 1 rad = 100 erg/g. Dose letale = 12 x D10
38 Sterilizzazione fisica Radiazioni ionizzanti Applicazioni: I costi elevati ne limitano l utilizzo a processi industriali: Sterilizzazione strumenti e dispositivi medicali (articoli monouso, siringhe, terreni di coltura, suture, strumentazione chirurgica): 40%, raggi γ (prodotti da Cobalto-60) 10%, fascio elettronico Industria alimentare: carne fresca (OMS) o carne tritata (FDA) Industria farmaceutica: antibiotici, vaccini, pomate Trapianti di tessuto (valvola cardiaca, tendine, pelle) Sterilizzazione di rifiuti sanitari (fascio elettronico) Svantaggi: Costi elevati Penetrano nei tessuti
39 Sterilizzazione Tecniche FISICHE Calore Umido Secco Filtrazione Onde elettromagnetiche radiazioni UV radiazioni ionizzanti Ultrasuoni
40 Sterilizzazione fisica Ultrasuoni Energia ultrasonica a bassa frequenza ed energia in grado di inattivare per cavitazione i microrganismi in sospensioni acquose I sonicatori non vengono considerati alla stregua di sterilizzatori, tuttavia: la combinazione ultrasuoni + trattamento chimico può avere effetto letale
41 Sterilizzazione Tecniche CHIMICHE Acido peracetico Glutaraldeide
42 Sterilizzazione chimica Acido peracetico, glutaraldeide Acido peracetico: agente ossidante immersione (0.2% per 20 - acqua sterile - aria sterile) micronizzato: industria alimentare, strumenti chirurgici efficace in presenza di materiale organico e produce prodotti finali non tox (acido acetico + O 2 ) Glutaraldeide: agente alchilante (aggiunta di CH 3, -CH 2 CH 3 ) immersione (soluzione al 2%), tempi lunghi (ore) impiegata per materiale medico-chirurgico e preparazione di vaccini il suo impiego è associato a rischio occupazionale (irritazione mucose respiratorie, dermatite da contatto)
43 Sterilizzazione Tecniche CHIMICO-FISICHE Ossido di etilene (ETO) Formaldeide (vapori) Plasma-gas
44 Sterilizzazione chimico-fisica Ossido di etilene (ETO) Alchilazione di gruppi funzionali (amminici, carbossilici, fenolici, idrossilici) Sterilizzazione di materiale di laboratorio termosensibile (plastica) 12% ETO + 88% Freon (oppure CO 2, N 2 ) L utilizzo deve essere regolamentato: ETO è carcinogeno e mutageno
45 Sterilizzazione Tecniche CHIMICO-FISICHE Ossido di etilene (ETO) Formaldeide (vapori) Plasma-gas
46 Sterilizzazione chimico-fisica Formaldeide (vapori) Agente alchilante Vaporizzazione 2-5% formaldeide in presenza di vapor acqueo a C Impiegata per sterilizzare filtri HEPA Formaldeide è carcinogena Tracce residue in materiale polimerico (cellulosa, gomma)
47 Sterilizzazione Tecniche CHIMICO-FISICHE Ossido di etilene (ETO) Formaldeide (vapori) Plasma-gas
48 Sterilizzazione chimico-fisica Plasma gas Iniezione e vaporizzazione di H 2 O 2 nella camera di sterilizzazione. Applicazione di energia (radio- frequenza) alla camera per generare gas plasma. La produzione di radicali liberi causa inattivazione microbica Recentemente applicata ad apparecchiature mediche (quando calore o ETO non appropriati) Necessita di un accurata pulizia del materiale da trattare La temperatura non eccede i 40 C, C, ma la la necessità di vuoto può deformare la superficie del materiale Effetto neutralizzato dai materiali in cellulosa Non efficace su metalli o plastiche
49 Scelta della tecnica di sterilizzazione Attività: battericida, tubercolicida, fungicida, sporicida, virucida Rapidità di azione: sterilizzazione raggiunta in breve tempo Penetrazione: capacità di penetrare nel materiale trattato o nella confezione in cui esso è contenuto Compatibilità: non causa rilevanti cambiamenti strutturali o funzionali del materiale in seguito a ripetuti trattamenti Atossicità: sicuro per l operatore e l ambiente Resistenza a materiale organico: efficacia invariata in presenza di materiale organico Costo-efficacia: costi ragionevoli per attrezzatura, installazione ed utilizzo
50 in altre parole: non esiste una tecnica di sterilizzazione IDEALE!
51 Disinfezione
52 Tecniche di disinfezione da: PR Murray et al Medical Microbiology 3rd edition, Mosby, 1998
53 DISINFETTANTI Aldeidi Formaldeide e glutaraldeide sono dotate di rilevante attività disinfettante Alchilazione dei gruppi polari funzionali (amminici, idrossilici, fenolici) delle proteine Formaldeide: 37% (formalina), come sterilizzante: preserva campioni biologici e preparazione di vaccini 3-8%, come disinfettante Irrita le mucose, cancerogeno, forte odore
54 DISINFETTANTI Aldeidi Glutaraldeide 2% (Cydex) battericida, tubercolicida, fungicida, virucida (10 minuti) sporicida (3-10 ore) Meno irritante e più efficace della formaldeide Disinfezione strumentazione ospedaliera
55 DISINFETTANTI Agenti ossidanti Perossido d idrogeno (H 2 O 2 ), acido peracetico Formazione di radicali ossidrilici (OH ) in grado di ossidare sistemi enzimatici critici per il microrganismo Battericidi, fungicidi, virucidi, sporicidi Acido peracetico (come sterilizzante di strumentazione e matrici alimentari): battericida e fungicida (5 min), virucida e sporicida (30 min) H 2 O 2 (come antisettico, non per ferite aperte)
56 DISINFETTANTI Alcooli Etanolo, isopropanolo (60-85%) Danneggiano membrana citoplasmatica: denaturazione (coagulazione) delle proteine solubilizzazione dei lipidi Battericidi, fungicidi, tubercolicidi, virucidi Attività influenzata dalla presenza di materiale organico Isopropanolo più efficace dell etanolo Antisettici (non per ferite aperte) Disinfettanti (sol. acquosa): superfici ben ventilate e lontane da fiamme
57 DISINFETTANTI Fenoli e derivati fenolici
58 DISINFETTANTI Fenoli e derivati fenolici Fenolo (Lister): tossico, corrosivo, carcinogenico Derivati fenolici con gruppo funzionale (cloro, bromo, alchil, benzil, phenyl, amil) a sostituzione di un H dell anello aromatico Distruzione m. plasmatica, denaturazione proteica Battericidi, fungicidi, tubercolicidi, virucidi 2-5% (0.5%, HIV; 2%, funghi) Attività persistente e non influenzata dalla presenza di materiale organico O-phenylphenol (Lysol), Irgasan Esaclorofene (Phisohex) Elevata efficacia vs cocchi Gram+ Strumenti chirurgici
59 DISINFETTANTI Alogeni loduri, Cloruri, Bromuri, Fluoruri Eliminazione di gruppi S-H per: Ossidazione: formazione di ponti di-sulfidrilici inattivi Combinazione: ione metallico sottrae SH liberi Battericidi, fungicidi, virucidi, sono combinati (Na, metalli) per ridurre tossicità, instabilità e corrosività Ioduri: Soluzione alcolica: Tintura di iodio Iodofori: PVP-J (Betadine) per uso cutaneo e chirurgico Cloruri: Disinfezione di acqua, piscine, acque di scarico Cl + p-toluene-sulfonamide (cloramina T) 1:10 sodio-ipoclorito (NaOCl) 5.25% per rischio ematogeni
60 DISINFETTANTI Composti ammonio quaternario Detergenti cationici, derivati da modificazioni di NH 4 + Distruzione membrana cellulare, inattivazione enzimatica, denaturazione (coagulazione) proteica Batteriostatico (-cida ad elevate concentrazioni), sporostatico, fungistatico, virustatico Scarsamenta attivi vs Gram-: frequenti infezioni da Pseudomonas spp QUATs-resistenti Neutralizzati da materiale organico, saponi e detergenti anionici Non corrosivi, non tossici, stabili, inodori Zephiran (benzalconio cloruro), cetrimide, clorexidina
61 DISINFETTANTI Metalli pesanti Eliminazione di gruppi S-H (vedi alogeni) L impiego è fortemente limitato per tossicità ed inquinamento ambientale: 1% nitrato di Argento (preparati oftalmici) Composti organici del Mercurio: mercurocromo, mertiolato (disinfezione cutanea) Selenio: vs fungi e spore fungine Zinco: cloruro- (collutori per la disinfezione del cavo orale) e ossido- (antifungino)
62 ANTISETTICI Alcooli (isopropanolo, etanolo): azione veloce ed efficace (spettro esteso) disidratano la pelle Clorexidina gluconata: solo attività battericida ridotta efficacia in presenza di acqua calcarea o di alcuni saponi Iodofori: esteso spettro di azione colorano ed irritano la cute Triclosan: attivo solo su Gram+ e Gram- (tranne Pseudomonas spp)
63 SURFATTANTI Saponi e detergenti Utilizzati in associazione con gli antisettici L azione dei surfattanti si espleta attraverso: degradazione della pellicola idrolipidica sopracutanea (emulsificazione) rimozione meccanica dei microrganismi (flora transitoria: Gram-, 80%) per sfregamento
64 Disinfezione - Sensibilità relativa - Limitazioni
65 Efficacia di differenti disinfettanti
66 Applicazione delle tecniche di disinfezione Un approccio conveniente è quello suggerito da Spaulding, applicato nelle linee-guida U.S. Gli oggetti sono classificati, sulla base del loro impiego, come: critici semi-critici non critici I relativi livelli di disinfezione sono: Alto livello (High Level of Disinfection, HLD) Livello Intermedio (Intermediate Level of Disinfection, ILD) Basso livello (Low Level of Disinfection, LLD)
67 Trattamento di oggetti critici Oggetti critici A contatto con tessuti viventi od inseriti nel sistema vascolare (strumentazione chirurgica, cateteri, artroscopi, etc) Obiettivo: Inattivazione forme vegetative e sporali (sterilità) Metodo: Vapore, gas plasma, sterilizzazione chimica (glutaraldeide, perossido di idrogeno, acido peracetico)
68 Trattamento di oggetti semi-critici Oggetti semi-critici A contatto con mucose o con la cute non integra (endoscopi, termometri, attrezzatura per terapia inalatoria) Obiettivo: Inattivazione delle forme vegetative Metodo: High Level of Disinfection (HLD): glutaraldeide, perossido di idrogeno, perossido di idrogeno+acido peracetico
69 Trattamento di oggetti non critici Oggetti non critici Non vengono a contatto con mucose o con la cute non integra (superfici di strumentazioni mediche e superfici ambientali) Obiettivo: Basso grado di contaminazione Metodo: Intermediate and Low Level of Disinfection (ILD, LLD): Alcool etilico, ioduri, composti dell ammonio quaternario, fenoli
70 Spaulding s scheme bassa S Alto livello di disinfezione Livello intermedio di disinfezione Basso livello di disinfezione elevata S
71 DISINFEZIONE Fattori critici (1 di 2) Ambiente: temperatura Optimum: C. Una diminuzione della temperatura riduce l efficacia. Un aumento pari a 10 C determina un aume nto 2x della velocità di azione ph del mezzo in cui deve agire il disinfettante Materiale: natura del materiale (porosità) presenza di materiale organico (sangue, pus, vomito, feci) inattivazione principio attivo rivestimento della superficie batterica adsorbimento (eliminazione) del principio attivo Disinfettante: concentrazione del principio attivo tempo di applicazione (contatto con materiale) qualità acqua per diluizione disinfettante
72 DISINFEZIONE Fattori critici (2 di 2) Microrganismo: tipologia I batteri Gram-negativi (presenza della membrana esterna) sono generalmente più resistenti dei Gram-positivi ai disinfettanti ed antisettici Micobatteri, endospore e cisti protozoarie sono molto resistenti ai disinfettanti ed antisettici I virus sprovvisti di envelope sono generalmente più resistenti a disinfettanti ed antisettici rispetto ai virus con envelope carica microbica organizzazione Presenza di biofilm: comunità cellulare multistratificata sessile in cui gli elementi cellulari sono immersi in una matrice polisaccaridica (slime) di derivazione batterica. La matrice potrebbe influenzare l attività del disinfettante o inattivandolo interagendo chimicamente con esso o rallentandone la diffusione attraverso gli strati cellulari più profondi
73 Caratteristiche ideali di un disinfettante Attività: esteso spettro di azione (battericida, fungicida, sporicida, tubercolicida, viricida) Rapidità di azione: breve tempo minimo di applicazione : minuti Atossicità: non irritante per occhi, mucose, cute Non deve possedere capacità tintoriali Non corrosivo Stabilità: per diluizioni e tempi consigliati (anche in presenza di materiale organico) Buona capacità di penetrazione e detersione Costi: ragionevoli (economicità)
74 in altre parole: non esiste il disinfettante IDEALE!
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