SPECIALE CARITAS DIOCESANA VICENTINA

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1 Vicenza, 4 novembre 2014 Anno XLVI n. 16 SPECIALE CARITAS DIOCESANA VICENTINA

2 SOMMARIO Chiesa e Ministero caritas 4 Papa Francesco: Intollerabile il dominio della finanza sui popoli 5 Testimoni della gioia: indicazioni del Vescovo per l anno pastorale Il mercato mondiale delle armi Crisi e Prossimità 8 Sostegni di Vicinanza e Affitto sociale sicuro Sportelli S.t.r.a.d.e - Servizio Territoriale Relazione di Accompagnamento 9 nella Difficoltà Economica Sostegni di Vicinanza (donazioni ricevute, famiglie aiutate): si rinnova l appello alle 10 donazioni 12 Promozione umana attraverso il lavoro Organigramma e formazione 13 Organigramma 14 Calendario formazione 15 Centri di Ascolto: formazione A servizio delle Caritas parrocchiali e vicariali 16 Centri di Ascolto e Accompagnamento: indicazioni per la costituzione e l utilizzo OsCar 17 Statuto-tipo per la costituzione di una Caritas parrocchiale 19 Indicazioni per la distribuzione di vestiario nelle parrocchie 20 Indicazioni per l accoglienza di persone bisognose nei locali parrocchiali 21 Giornata annuale di animazione alla prossimità evangelica 22 Incontro annuale del volontariato alla persona nel Vicariato Vuoi dare una mano? 23 Per i nuovi volontari indispensabile un primo momento di informazione 24 Una proposta di volontariato: partecipare ai servizi di accoglienza e inclusione sociale per persone senza dimora 26 Percorsi formativi per i volontari Caritas Giovani e prossimità 27 I Care: attività di volontariato per i giovani 30 Una testimonianza Servizi - Segno Informazioni economiche 43 Resoconto economico Enti sostenitori Come contribuire 45 Offerte in denaro e benefici fiscali 46 Il 5x1000 all Associazione Diakonia Onlus 47 Donazioni o lasciti di immobili alla Caritas Vicentina, è nata la Fondazione Caritas Vicenza 2

3 SERVIZI SEGNO pag pag CENTRI DI ASCOLTO PARROCCHIALI, Appartamenti per l accoglienza verso INTERPARROCCHIALI, VICARIALI l autonomia 36 Spazio di ascolto per le coppie che vivono la stanchezza e la difficoltà del Equipe diocesana accompagnamento dei 31 CdAA per situazioni complesse dialogo 36 Ufficio legale e rapporti istituzionali 31 Spazio di sostegno educativo per genitori 37 Sportelli di informazioni e consulenze Sportello di informazioni 31 legali sulle assistenti familiari (badanti) 37 PERSONE SENZA DIMORA Sportello dipendenze e compulsività 37 Rete territoriale di inclusione sociale 32 LAVORO Sportello accoglienza e Segretariato sociale 32 Sartoria ProFilo e Vi.Bicipark Casa Santa Lucia e Casa San Martino 33 CARCERE 37 Scarp de tenis 33 Il lembo del mantello 37 SOCIAL HOUSING Servizio per le famiglie con congiunti in carcere 38 Casa Beato Claudio Granzotto 33 Gruppo famigliari e Gruppo di auto-aiuto 38 GIOVANI PERCORSI DI CONDIVISIONE E STILI DI VITA Hop 38 Proposte di esperienze di servizio e condivisione 34 PERSONE ROM E SINTE Proposte stili di vita 34 Accompagnamento e promozione umana 38 Proposte educative per le scuole 34 SOFFERENZA PSICHICA E RELAZIONI FAMIGLIA Lutto, solitudine ed esperienza del limite 38 S.T.R.A.D.E. (Servizio Territoriale Relazione di Accompagnamento nella Difficoltà Economica): 35 Sportello di sostegno psicologico 40 - Sostegni di Vicinanza 35 Davide&Golia 41 - Microcredito Etico-sociale 35 Gruppo famigliari 41 - Comitato Debito Caritas 35 MIGRANTI - Sportello informazione e consulenza per microimprese - Convenzione AIM Rimpatri mutuati 41 3 SOSTEGNI INTERNAZIONALI A DISTANZA PER PERSONE DISABILI Sportello donna e famiglia 36 OSSERVATORIO CARITAS 42 Casa mamma Nella, Casa Mamma Rosa, Casa Goel 36 Tutte le informazioni sulla Caritas Vicentina e sui servizi-segno della stessa sono disponibili sul sito 42

4 CHIESA E MINISTERO CARITAS Papa Francesco: Intollerabile il dominio della finanza sui popoli Non si può continuare a tollerare che i mercati finanziari governino le sorti dei popoli anziché servirli. E uno degli effetti più nefasti è lo scandalo della speculazione sui prezzi alimentari, che si ripercuote pesantemente sull accesso al cibo da parte dei poveri. Lo ha denunciato il Papa durante l incontro con i partecipanti a un convegno organizzato dal Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, ricevuti il giugno, nella Sala Clementina. Ecco qui di seguito il suo discorso. Cari fratelli e sorelle, vi do il benvenuto e vi ringrazio perché, con questo Convegno, offrite un contributo importante alla ricerca di vie attuali e praticabili verso una maggiore equità sociale. Ringrazio il Cardinale Turkson per la sua cortese introduzione. La solidarietà con i poveri e con gli esclusi vi ha spinto a riflettere su una forma emergente di investimento responsabile, nota come Impact Investing. Partecipano all incontro anche rappresentanti della Curia Romana per studiare forme innovative di investimento, che possano arrecare benefici alle comunità locali e all ambiente circostante, oltre che un equo rendimento. L'impact investor si configura come un investitore consapevole dell esistenza di gravi situazioni di inequità, di profonde diseguaglianze sociali e delle penose condizioni di svantaggio in cui versano intere popolazioni. Egli si rivolge a istituti finanziari che utilizzano le risorse per promuovere lo sviluppo economico e sociale delle popolazioni povere, con fondi di investimento destinati a soddisfare le loro necessità basilari legate all agricoltura, all accesso all acqua, alla possibilità di disporre di alloggi dignitosi a prezzi accessibili, così come a servizi primari per la salute e l educazione. Tali investimenti intendono produrre un impatto sociale positivo per le popolazioni locali, come la creazione di posti di lavoro, l accesso all energia, l istruzione e la crescita della produttività agricola. I ritorni finanziari per gli investitori sono più contenuti rispetto ad altre tipologie d investimento. La logica che anima queste forme innovative d intervento è quella che «riconosce il legame originale tra profitto e solidarietà, l esistenza di una circolarità feconda fra guadagno e dono... Compito dei cristiani è riscoprire, vivere e annunciare a tutti questa preziosa e originaria unità fra profitto e solidarietà. Quanto il mondo contemporaneo ha bisogno di riscoprire questa bella verità!» (Prefazione al libro del Cardinale G. Müller Povera per i poveri. La missione della Chiesa). Ne abbiamo bisogno davvero! È importante che l etica ritrovi il 4 suo spazio nella finanza e che i mercati si pongano al servizio degli interessi dei popoli e del bene comune dell umanità. Non possiamo tollerare più a lungo che i mercati finanziari governino le sorti dei popoli piuttosto che servirne i bisogni, o che pochi prosperino ricorrendo alla speculazione finanziaria mentre molti ne subiscono pesantemente le conseguenze. L innovazione tecnologica ha aumentato la velocità delle transazioni finanziarie, ma tale aumento trova senso nella misura in cui si dimostra in grado di migliorare la capacità di servire il bene comune. In particolare, la speculazione sui prezzi alimentari è uno scandalo che ha gravi conseguenze per l accesso al cibo dei più poveri. E urgente che i Governi di tutto il mondo si impegnino a sviluppare un quadro internazionale in grado di promuovere il mercato dell investimento ad alto impatto sociale, in modo da contrastare l economia dell esclusione e dello scarto. Nel giorno in cui la Chiesa festeggia i santi Quirico e Giulitta, figlio e madre che, sotto Diocleziano, lasciarono i loro beni andando incontro al martirio, vorrei chiedere con voi al Signore di aiutarci a non dimenticare mai la fugacità dei beni terreni e ad impegnarci per il bene comune, con amore di preferenza per i più poveri e deboli. Benedico di cuore voi e il vostro lavoro. Grazie. Papa Francesco (Discorso ai partecipanti al convegno promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace Impact investing for the poor. Sala Clementina, 16/06/2014)

5 CHIESA E MINISTERO CARITAS «Testimoniare la comunione attraverso un servizio ardente e generoso alle nostre comunità, in modo particolare agli ultimi, ai poveri, ai non garantiti». E il proposito che mons. Beniamino Pizziol, aprendo il nuovo anno pastorale a Monte Berico la sera di sabato 6 settembre 2014, ha chiesto ai fedeli di affidare a Maria. Nell occasione, il Vescovo di Vicenza ha richiamato alcune indicazioni per il contenute nella sua Lettera pastorale Testimoni della gioia. Un titolo ha premesso che «può sembrare paradossale di fronte a una situazione mondiale che provoca una grave inquietudine e un forte turbamento nel cuore di ognuno di noi, a causa di numerosi focolai di guerra divampati in Iraq, in Siria, in Ucraina e in altri Paesi del nostro pianeta, con la drammatica conseguenza di centinaia di migliaia di profughi costretti a fuggire dalle loro case e dalla loro terra. E molti di loro li incontriamo nel nostro territorio!». E parlare di gioia potrebbe apparire paradossale anche guardando al nostro Paese dove «la situazione sociale ed economica è in affanno» e provoca «un aumento di persone e di famiglie che entrano nella soglia della povertà», come «sanno bene gli operatori della Caritas e i responsabili delle istituzioni pubbliche e private». Com è possibile essere testimoni di gioia in questa situazione così complessa e agitata? La risposta sta nel racconto evangelico delle nozze di Cana, paradigma dell «intreccio della gioia e della sofferenza nella nostra vita personale e comunitaria». L esortazione del Vescovo è quindi a imparare «la premura di Maria», grazie alla quale la festa di nozze «invece di spegnersi, trova la sua pienezza», e ad imitare i servi, disponibili a fare «qualsiasi cosa» dica loro Gesù. Generare alla vita di fede Chiedendo di porre una «rinnovata Testimoni della gioia Riflessioni e indicazioni del Vescovo Beniamino Pizziol all inizio del nuovo anno pastorale attenzione» e una «forte passione» nell impegno assunto fin dallo scorso anno «di generare alla vita di fede i piccoli, i catecumeni» e di «ravvivare la fede di tanti fratelli e sorelle che non partecipano più alla vita e alla missione della comunità cristiana», mons. Beniamino Pizziol ha evidenziato la responsabilità della famiglia, «l unica capace di collocare efficacemente nell intimo del fanciullo l annuncio del Vangelo». Il Vescovo ha pure ricordato che, «se vogliamo una Chiesa che genera la vita di fede, dobbiamo partire dagli adulti», perciò è importante «sostare ancora su questo tema». Bisogno, inoltre, «aiutare i genitori a superare la delega alla parrocchia, per fare in modo che il primo annuncio avvenga nelle case, in famiglia, per portarlo a compimento poi nella comunità parrocchiale mediante l azione dei catechisti, degli animatori e dei sacerdoti». Settimana della comunità Sempre per l arco temporale , il Vescovo ha invitato le parrocchie a vivere la Settimana della comunità, che - ha detto - può essere svolta in diversi modi, «ma sempre con l intento di mettere al centro dell azione pastorale la preghiera, l ascolto della Parola di Dio, la comunione fraterna e la condivisione del proprio cammino di fede». In comunione con la Chiesa universale A Monte Berico, monsignor Beniamino Pizziol non ha solo dato indicazioni alla sua Diocesi, ma ha anche menzionato eventi ecclesiali di portata nazionale e mondiale, proprio perché il cammino della Chiesa di Vicenza sia sempre in comunione con quelli della Chiesa italiana e della Chiesa universale. Proprio con riferimento a quest ultima, il Vescovo ha ricordato che nel mese di ottobre 2014 si apre il Sinodo sulla famiglia e, poi, che il nuovo anno pastorale è dedicato alla preghiera e alla riflessione sulla Vita Consacrata, la quale «arricchisce la 5 vita delle nostre comunità e si traduce in un servizio inestimabile anche in tanti ambiti della pastorale diocesana». Con la Chiesa italiana, poi, «siamo invitati a preparare il Quinto Convegno Ecclesiale di Firenze sul tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo, che ci interroga su quale sia la visione dell uomo e della società che nasce dal Vangelo di Cristo». Da ultimo, monsignor Pizziol ha evidenziato «il dono di grazia del Signore» che sta nella canonizzazione di Giovanni Antonio Farina, «un santo vescovo che attraverso una carità acuta e intelligente si è impegnato per l educazione, la promozione umana e cristiana della gioventù del suo tempo» e il cui «carisma continua oggi nella nostra diocesi e in tanti Paesi del nostro pianeta attraverso le Suore Dorotee Figlie dei Sacri Cuori». A Vicenza la marcia della pace La sera del 6 settembre 2014, il Vescovo ha infine colto l occasione per annunciare che la Chiesa italiana ha chiesto proprio alla Diocesi di Vicenza «di accogliere la 47ª marcia per la pace». Due i motivi: «da un lato, il centenario dell inizio della prima Guerra Mondiale che ha segnato profondamente il territorio vicentino, dall altro, la recente e drammatica vicenda dei due nostri sacerdoti missionari fidei donum rapiti in Camerun e poi liberati. Là dove la gente ama e soffre Sull orizzonte dell Esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco, la raccomandazione a un tempo pastorale e paterna che mons. Beniamino Pizziol ha consegnato a tutti i fedeli della Diocesi per questo nuovo anno è di ripensare la fede personale e le proposte comunitarie «in chiave missionaria», affinché più nulla ci trattenga «dall uscire, dall andare là dove la gente vive, lavora, ama e soffre» a testimoniare ed esprimere «la gioia del Vangelo».

6 CHIESA E MINISTERO CARITAS Il mercato mondiale delle armi La crisi economica ha comportato una contrazione delle spese militari negli Usa ma una crescita preoccupante in Cina e Russia La notizia sembra incredibile: le spese militari mondiali sono diminuite. È scoppiata la pace? I governi si sono convertiti al messaggio di Gandhi? Alcuni giorni fa, il noto Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (SIPRI) ha reso noto il suo rapporto annuale sulle spese militari mondiali, da cui risulta infatti che esse sono diminuite quasi del 2% tra il 2012 e il 2013, passando da a miliardi di dollari. Il dato, apparentemente positivo, in realtà nasconde aspetti largamente preoccupanti. La riduzione riscontrata dipende dal fatto che in seguito alla crisi economica il Governo degli Stati Uniti, il paese tradizionalmente con il più grande budget per la difesa del mondo (quasi la metà delle spese militari globali, 47%), ha deciso di contrarre le spese del Pentagono in maniera significativa, scendendo da 671 miliardi di dollari a 618 (-7,8%). In misura minore, lo stesso è avvenuto per i paesi dell Europa occidentale e centrale, che le hanno diminuite del 2,4%. Altrove, però, le spese militari vanno crescendo. Preoccupa vedere che le altre due grandi potenze mondiali vi si stiano impegnando in misura significativa: la Cina le ha aumentate del 7,4% e la Russia del 4,7%. Anche in altre aree si notano incrementi: nel Medio Oriente, zona tradizionalmente calda e ora ulteriormente surriscaldata dalla guerra in Siria, le spese militari continuano a crescere: 150 miliardi, + 4% rispetto al Desta forse sorpresa scoprire che questo sta avvenendo pure in Africa (+8,3%), anche se ciò si realizza in misura assai diversa tra i paesi del grande continente nero. Cosa sta succedendo? Occorre innanzitutto ricordare che la NATO nel suo complesso dalla fine della Guerra fredda è la più grande e potente alleanza militare mondiale, con budget complessivi che hanno sempre costituito più della metà delle spese mondiali per la difesa. Secondo i dati forniti dalla stessa organizzazione, le spese militari complessive dei paesi membri della NATO sono passate dai quasi 753 miliardi di dollari del 1990, data simbolo della fine della guerra fredda, ai 957 del 2010 per scendere, in seguito alla crisi economica, agli 855 del E interessante notare che tale ultima cifra si pone comunque ben al di sopra di quella iniziale del 1990, evidenziando come nel periodo della globalizzazione, del terrorismo e dei cambiamenti climatici molti governi abbiano stanziato enormi risorse nel settore della difesa. Nel corso dell ultimo ventennio anche l Unione Europea si è posta il problema della difesa comune dotandosi della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC): oggi essa sulla carta dispone di circa un milione e mezzo di uomini in armi, una cifra analoga a quella degli Stati Uniti, con una spesa di circa 280 miliardi di dollari per la difesa nel Tale importo è meno della metà degli USA (640), ma quasi una volta e mezza la Cina (170) e il triplo della Russia (85). Lo scarso rilievo dell Unione Europea sulla scena internazionale è dovuto perciò non alle sue dotazioni (più che adeguate) in uomini e mezzi, ma alla sua permanente divisione e alla sua incapacità unitaria, resa ancor più evidente dalle crescenti forze antieuropeiste. Mentre l asse geopolitico ed economico si sposta sempre più verso l Asia e il Pacifico, Gran Bretagna e 6 Francia, le due grandi potenze del «vecchio continente» del secolo scorso, ora non possono più svolgere quel ruolo, né si può immaginare che stati minori tra cui l Italia riescano a sostenerlo. Spesa e commercio: due indicatori Nel frattempo, la crisi economica, come detto, ha portato i paesi aderenti all Alleanza atlantica e all UE (tradizionalmente più ricchi) a una riduzione di tali rilevanti spese, mentre altri paesi, che nel processo di globalizzazione dell economia hanno conosciuto un significativo sviluppo e sono in evidente crescita economica, hanno, invece, potuto investire nuove risorse nel settore difesa. Ecco dunque che si trova un quadro a macchia di leopardo, per così dire. Se consideriamo le diverse aree, scopriamo che in Europa l Ucraina ha aumentato le spese militari del 16% insieme alla Bielorussia (15%), seguite dalla Lettonia (9,3%), mentre le hanno diminuite la Spagna e l Albania (-13%) e l Ungheria (-12%). Oltre oceano, escluso il Nord America di cui abbiamo già accennato, troviamo che l area latinoamericana ha incrementato le proprie spese, in particolare nell area centrale (6%), soprattutto Paraguay (33%), Honduras (22%) e Nicaragua (18%). è comunque l Africa quella che ci riserva forti sorprese, sia il Nord Africa (9,6%), sia l Africa subsahariana (7,3%). Primeggiano negli aumenti Ghana (129%), Angola (36%), Repubblica democratica del Congo (34%) e Zambia (15%), mentre le riduzioni sono in Madagascar (-25%), Botswana (-7,5%), Uganda (-7%) e Nigeria (-5%). In Asia e Oceania si riscontra un incremento complessivo del 3,6%,

7 dovuto soprattutto alla Cina, ma anche all Afghanistan, dove la guerra permanente ha fatto lievitare la spesa militare ben del 77% rispetto all anno precedente, e alle Filippine (17%), mentre le riduzioni maggiori sono dell Australia. Nel Medio Oriente, dove peraltro risulta difficile avere dati attendibili, risultano tra i primi Iraq (27%) e Bahrein (26%), seguiti dall Arabia Saudita (14%). Guardando dunque attentamente alle dinamiche delle spese militari, si può dire che la situazione non è propriamente rosea. Infatti, se andiamo a vedere un altro indicatore, quello connesso al commercio mondiale degli armamenti, i segnali che ci giungono non sono tranquillizzanti. Sempre secondo i dati del SIPRI, risulta che nell ultimo quinquennio l export mondiale sia cresciuto del 14% rispetto al quinquennio Russia e Stati Uniti, dal secondo dopoguerra i big del settore, insieme coprono il 56% delle transazioni commerciali e, insieme a Cina, Germania e Francia, controllano il 74% dell intero mercato: i tre quarti di esso sono praticamente in mano a cinque paesi, quattro dei quali membri di diritto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (l organo supremo che dovrebbe occuparsi della pace nel mondo), in tal modo l O- NU non è in grado di svolgere il proprio ruolo istituzionale, condizionata come è da tali governi. La Cina si posiziona nettamente come quarto esportatore mondiale dopo la Germania e prima di Francia e Gran Bretagna (altro membro del Consiglio di sicurezza), seguite, nell ordine, da Spagna, Ucraina, Italia e Israele, giungendo i primi dieci a controllare la quasi totalità (89%) del mercato mondiale. Aerei, sottomarini nucleari, sistemi missilistici, carri armati e quanto altro fanno parte di questo gran mercato, dove troviamo clienti prevalentemente asiatici: nell ordine India, Cina, Pakistan, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, USA, Australia, Corea del Sud, Singapore e Algeria. I primi cinque, da soli, rappresentano un terzo circa del settore. Considerando il quinquennio e quello , si nota che l Africa ha incrementato le sue importazioni di armi del 53%, in particolare l Algeria (del 36%) e il Marocco (22%). È interessante rilevare che i paesi dell Africa subsahariana, quella cosiddetta nera, più popolosa, hanno importato solo i due quinti del totale delle importazioni africane di armi. Molti di questi sistemi d arma acquistati dai paesi dell Africa subsahariana sono destinati ad incrementare la sicurezza marittima, per lungo tempo trascurata ed oggi minacciata dalla crescente forza della pirateria moderna. Il caso italiano Nel continente americano, oltre al gigante statunitense, si nota un incremento delle importazioni di armi da parte della Colombia, impegnata nella guerra dimenticata del narcotraffico. Anche in Asia e Oceania si riscontra un incremento nel raffronto tra i due quinquenni: il 34%, dovuto appunto a India, Cina e Pakistan. Quest ultimo le ha incrementate addirittura del 114%, acquistando, tra l altro, ben 42 aerei da attacco JF-17 dalla Cina e altri 18 F-16C dagli USA, mentre ha ordinato 13-16Cs di seconda mano dalla Giordania. In Europa, invece, si assiste a un decremento delle importazioni (- 25%), dato che molti paesi hanno optato per acquisti di armamenti di seconda mano. Comunque la classifica europea è guidata dalla Gran Bretagna e dall Azerbaijan (12%) e dalla Grecia (11%), alla quale ultima, come è noto, sono state imposte misure drastiche in ambito sociale, ma non in quello militare. Infine è opportuno uno sguardo al Medio Oriente, dove le importazioni sono aumentate del 3%. Nel quinquennio il 22% delle importazioni di armi si è diretto verso gli Emirati Arabi Uniti, il 20% verso l Arabia Saudita e il 15% verso la Turchia (significativamente vicini al groviglio siriano). Il 42% delle armi fornite a questa regione è di provenienza statunitense. È interessante notare che l Iran, anche in seguito agli embarghi in atto, ne ha ricevuto solo l 1%. Quanto all Italia, innanzitutto va rilevato che appare non facile calcolare le nostre spese militari, al punto che prestigiosi istituti stranieri come il SIPRI hanno avuto più 7 volte difficoltà a determinarle, come succede anche con alcuni paesi dell Africa, ad esempio. Questo avviene perché esse sono variamente sparse qua e là: infatti, esse non vanno cercate solo nel bilancio della Difesa (oltre 20 miliardi di euro), ma anche in quello dello Sviluppo economico (2,6 miliardi) e nelle leggi per le missioni militari all estero (800 milioni): circa 24 miliardi di euro, un importo certamente non trascurabile. Tale cifra, considerata rispetto al PIL, rappresenta l 1,6%, più della Germania (1,4%) e il doppio della Svizzera (0,8%), ma meno di Francia (2,2%) e Gran Bretagna (2,3%), le quali ultime due, non va dimenticato, sono anche potenze nucleari, oltre a essere paesi economicamente più solidi del nostro. Per quanto riguarda le esportazioni, l Italia ha esportato, sempre nel quinquennio , verso l India (10%), verso gli Emirati Arabi Uniti (9%) e verso gli USA (8%). Come si vede, l incremento delle spese militari diffuso in molti altri paesi del mondo ha comportato conseguentemente un incremento del commercio delle armi, che spesso vanno a sostenere conflitti in atto come quello siriano (si riscontra un aumento degli acquisti presso i paesi circostanti) o a rendere più instabili situazioni già difficili (basti pensare alla Repubblica Centrafricana, alla Nigeria o alla Repubblica democratica del Congo). Lungi dall aumentare la sicurezza, esse sembrano essere il segnale evidente di un mondo che dopo aver sognato, finito l equilibrio del terrore, i dividendi della pace, si è trovato di fronte alla geopolitica del caos, a un multipolarismo nel quale da un lato gli strumenti come quelli delle Nazioni Unite si sono rivelati inadatti, insufficienti, e dall altro non sono emersi nuovi sistemi internazionali capaci di far fronte a un mondo in rapida trasformazione. La rivoluzione cibernetica, i mutamenti climatici, i movimenti migratori sono le nuove sfide che l umanità deve affrontare nel XXI secolo, ma ancora una volta sembra che la risposta individuata sia quella, antica, delle armi. Maurizio Simoncelli da Il Regno, n. 10/2014)

8 CRISI E PROSSIMITA Sostegni di Vicinanza Si rinnova l appello alle donazioni COSA SONO I Sostegni di Vicinanza (SdV) sono un opportunità di prossimità nei confronti di famiglie e persone che si trovano in difficoltà economica temporanea a causa della perdita o precarietà o riduzione del lavoro e non riescono a far fronte ai propri impegni economici rispetto a beni di prima necessità (affitto, bollette, spese scolastiche,...). COME FUNZIONANO Una famiglia o una persona o un impresa, che intende aderire, può scegliere di impegnarsi per un periodo continuativo di almeno 6 mesi a sostenere economicamente situazioni di difficoltà destinando a Caritas-Associazione Diakonia onlus una quota mensile (es. 50/100/200 ) secondo la propria disponibilità e volontà. È comunque possibile l offerta in un unica soluzione. La donazione, deducibile fiscalmente, si può effettuare con bonifico bancario al conto corrente (IBAN: IT25X , presso Banca del Centroveneto Filiale Centro Storico) oppure tramite conto corrente postale n intestati ad Associazione Diakonia onlus, braccio operativo di Caritas Vicentina per la gestione dei servizisegno. Qualora si scelga di destinare la propria donazione ad una specifica zona della Diocesi (es. la propria zona di appartenenza) indicare nella causale del versamento una delle 13 zone ove sono presenti gli Sportelli S.T.R.A.D.E. (es. SdV per 6 mesi zona di Valdagno). Nell ottica di condividere un percorso di vicinanza e sviluppare relazioni solidali è opportuno comunicare alla Caritas Vicentina i propri riferimenti (indirizzo ed ). DA CHI SONO GESTITI L ascolto e la valutazione del bisogno avvengono tramite volontari qualificati che operano presso i 14 Sportelli S.T.R.A.D.E. (Servizio Territoriale Relazione di Accompagnamento nella Difficoltà Economica) coordinati dalla Caritas Diocesana. La definizione di un percorso condiviso di accompagnamento, per evitare forme diseducative di assistenzialismo, viene definito in rete con le realtà Caritas presenti nel quartiere, nella parrocchia o nella zona di riferimento e, previo consenso e nel rispetto della privacy, con i servizi sociali comunali. A CHI RIVOLGERSI Segreteria di Caritas Vicentina, contrà Torretti, 38 - Vicenza; tel ; cell strade.segr@caritas.vicenza.it Sito web: Affitto sociale sicuro CHE COS E È un accordo fra Prefettura di Vicenza, Comuni e Caritas Vicentina e con la collaborazione di Cgil Cisl Uil di Vicenza per la diffusione e l informazione. Ha lo scopo di prevenire e, se possibile, sanare situazioni di difficoltà nel sostenere i costi dell affitto che potrebbero aggravarsi e sfociare in procedure di sfratto, a causa di riduzione del reddito da lavoro. L intervento a sostegno di inquilini e proprietari prevede anzitutto il dimezzamento o almeno una riduzione significativa del canone di locazione pattuito in sede contrattuale e l erogazione di un contributo di 6 mesi rinnovabili per ulteriori 6 mesi fino ad un massimo di 250,00 mensili, 60% a carico del Comune competente e 40% a carico della Caritas Vicentina. L intervento si attiva con la comunicazione alla Caritas Vicentina della delibera comunale di adesione all iniziativa. L iniziativa è aperta anche ai Comuni della Diocesi Vicentina nel padovano e nel veronese con un accordo diretto Comune-Caritas. A CHI SI RIVOLGE Cittadini italiani o stranieri regolarmente residenti nei comuni che hanno aderito all iniziativa, in possesso di un contratto di locazione regolare che alla data della domanda non abbiano ancora subito l avvio del procedimento di sfratto o che possano documentare la disponibilità della sospensione dello stesso da parte del proprietario. DOVE RIVOLGERSI Inquilini e proprietari possono rivolgersi presso i servizi sociali del proprio Comune di residenza. I Comuni aderenti al 30/09/2014: Vicenza, Arcugnano, Bassano del Grappa, Lonigo, Montecchio Maggiore, Schio, Valdagno, Quinto Vicentino, Bolzano Vicentino, Unione Marosticense, Creazzo, Unione dei Comuni del Basso Vicentino. PERCHE CONVIENE AL PROPRIETARIO? 1.Non deve pagare le tasse per un entrata che non ha più. 2.Riducendo il canone paga le tasse su quanto effettivamente percepisce. 3.Non deve sostenere i costi legali delle procedure di sfratto, lunghe e di esito incerto. 4.Evitando di avvelenare il rapporto con gli inquilini, diventa parte attiva della rete che dà una mano alle famiglie che incolpevolmente non ce la fanno più. PER INFORMAZIONI Caritas Vicentina, contrà Torretti 38, tel , Sito web: 8

9 S.T.R.A.D.E. Servizio Territoriale Relazione di Accompagnamento nella Difficoltà Economica AGENDA 28 febbraio 2015 ore Sede: Saveriani Vicenza Incontro diocesano per i volontari dei centri di ascolto parrocchiali, interparrocchiali, vicariali; per gli operatori volontari S.t.r.a.d.e. e per i volontari che operano a favore di famiglie e minori in difficoltà SEDI ARZIGNANO Via Cavour 49, c/o Casa S.Angela, tel strade.arzignano@caritas.vicenza.it BARBARANO VICENTINO Ponte di Barbarano, via Crispi 17, c/o Canonica tel strade.rivberica@caritas.vicenza.it BASSANO DEL GRAPPA Viale delle Fosse, c/o Centro Caritas, tel strade.bassano@caritas.vicenza.it BREGANZE Viale Pieve, 50, c/o Oratorio Don Bosco, tel strade.breganze@caritas.vicenza.it DUEVILLE Piazza Monza, 44/46, c/o Oratorio S. Maria tel strade.dueville@caritas.vicenza.it LONIGO Viale della Vittoria 1, c/o Centro Giovanile strade.lonigo@caritas.vicenza.it MALO Via Chiesa, c/o Centro Caritas Malo, tel strade.malo@caritas.vicenza.it MONTECCHIO MAGGIORE Alte Ceccato, Via P. Ceccato 88, c/o Ufficio Anagrafe tel. 0444/ strade.montecchio@caritas.vicenza.it NOVENTA VICENTINA Via Collegio Armeno, n. 42 c/o sede dello Sportello Donna e C.A.V. tel strade.noventa@caritas.vicenza.it PIAZZOLA SUL BRENTA Isola Mantegna, Via Colombina, 7 c/o Unità Pastorale strade.piazzola@caritas.vicenza.it SAN BONIFACIO Via S. Giovanni Bosco, (c/o Oratorio) strade.sanbonifacio@caritas.vicenza.it SCHIO Via Cavour 50, c/o CdA Madre Teresa strade.schio@caritas.vicenza.it VALDAGNO Piazza Giovanni XXIII n.1, c/o Centro Parrocchiale Ponte dei Nori strade.valdagno@caritas.vicenza.it VICENZA Contrà Porta S. Lucia 116, tel strade.vicenza@caritas.vicenza.it ORARI giovedì mercoledì sabato su appuntamento giovedì sabato martedì sabato martedì e venerdì venerdì lunedì Per appuntamenti: giovedì martedì su appuntamento orario invernale: lunedì e giovedì orario estivo: lunedì e giovedì mercoledì giovedì martedì giovedì martedì venerdì

10 CRISI E PROSSIMITA Sostegni di Vicinanza, si rinnova l appello I Sostegni di Vicinanza sono un opportunità di prossimità nei confronti delle persone che si trovano in difficoltà economica a causa della perdita, della precarietà o della riduzione del lavoro e non riescono più a provvedere ai beni di prima necessità (come affitto, bollette e spese scolastiche). Sono nostri vicini di casa, compagni di squadra o di banco dei nostri figli. Perciò rinnoviamo l appello alle donazioni. In queste due pagine illustriamo l andamento del progetto fino al luglio scorso. Per i dettagli su come aderire vedi pag. 8. Si precisa che di norma l aiuto non avviene dando denaro in contanti. Donazioni ricevute per Vicariato dicembre 2009-luglio 2014 VICARIATO TOTALE DONATORI 10 TOTALE DONAZIONI Arsiero Bassano del Grappa Camisano Vicentino Castelnovo Cologna Veneta Dueville Fontaniva Lonigo Malo Marostica Montecchia di Crosara Montecchio Maggiore Noventa Vicentina PIiazzola sul Brenta Riviera Berica Rosà San Bonifacio Sandrigo Schio Vicenza città Valdagno Valchiampo DIOCESI dirette a Caritas Diocesana TOTALE * * * Nel 2013 aumentano n. donatori e le relative entrate anzitutto per colletta diocesana del 22/9 (222 donazioni per euro ). Ad aprile 2014 vengono vincolati euro del Fondo Sostegni di Vicinanza per l iniziativa Affitti Sociali.

11 CRISI E PROSSIMITA Sostegni di Vicinanza Famiglie aiutate ed entità degli aiuti economici dicembre 2009-luglio 2014 SERVIZIO S.T.R.A.D.E PRESENTE NELLE ZONE DI N FAMIGLIE SOSTENUTE TOTALE AIUTI ECONOMICI Arzignano ,16 Barbarano Vicentino** ,38 Bassano del Grappa ,48 Breganze** ,00 Dueville ,15 Lonigo ,00 Malo ,00 Montecchio Maggiore ,00 Noventa Vicentina ,63 Piazzola sul Brenta ,53 San Bonifacio ,00 Schio ,00 Valdagno ,13 Vicenza ,55 TOTALE ZONE ,01 Diocesi (SDV attivati dalla Caritas Diocesana) ,11 TOTALE ,12 ** Nel 2014 il servizio STRADE ha attivato due nuovi spazi di Ascolto in Diocesi, a Breganze (gennaio) e a Barbarano Vicentino (maggio), mentre è stato chiuso il servizio nella zona di Asiago. CONTINUA LA PROSSIMITÀ DELLA CHIESA VICENTINA CON CHI È NEL BISOGNO La Chiesa Vicentina con il Progetto Microcredito Etico-Sociale in collaborazione con le Banche di Credito Cooperativo/Casse Rurali ed Artigiane della Provincia e Diocesi di Vicenza, a favore di famiglie e persone in temporanea difficoltà economica, da gennaio 2006 a giugno 2014 ha sostenuto persone e famiglie con 2 milioni 467 mila euro erogati sotto forma di finanziamenti agevolati dalle banche convenzionate. Con il Fondo Straordinario di Solidarietà, segno di prossimità alle famiglie e persone in particolare difficoltà economica a causa della perdita, precarietà o riduzione del lavoro, da aprile 2009 a maggio 2011 la ha aiutato persone e famiglie con 923 mila euro erogati sotto forma di contributi a fondo perduto. 11

12 CRISI E PROSSIMITA Promozione umana attraverso il lavoro Due esempi di possibili percorsi di integrazione nell impegno di attivarne altri in futuro Laboratorio di sartoria interculturale La Sartoria ProFilo è un servizio interculturale promosso dalla Caritas Diocesana Vicentina in collaborazione con la Cooperativa Sociale Nova. Mira a favorire la promozione umana e l inclusione sociale di alcune donne in condizioni di fragilità, accogliendo la loro esigenza di apprendere competenze che possano poi essere spese nella ricerca di un occupazione nel mercato del lavoro, nonché il loro desiderio di un positivo inserimento nella comunità vicentina. Profilo è un vero e proprio laboratorio di intercultura, che accoglie donne e ragazze di diversa appartenenza territoriale, culturale e religiosa. Favorendo lo scambio e la comunicazione interculturale, offre la possibilità di costruire relazioni che arricchiscono la singola persona, attraverso la condivisione di spazi e obiettivi concreti. La grande esperienza e professionalità delle sarte coordinatrici del laboratorio, l impegno e la creatività delle donne che vi lavorano e l entusiasmo delle tante volontarie hanno permesso di affiancare al lavoro educativo un offerta di prodotti di alta qualità, in un frizzante e colorato negozio nel centro di Vicenza. Contrà Torretti 65 - Vicenza - tel sartoriaprofilo@gmail.com Aperto: da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle da martedì a venerdì dalle alle Abiti su misura e originali Si rimoderna il tuo usato e si effettuano riparazioni Dal 2013 è attivo a Ponte San Paolo di Vicenza il nuovo parcheggio custodito per le biciclette con annessa ciclo-officina Aperto tutti i giorni, esclusi i festivi, dalle ore 8 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 20 Possibilità di marcatura della bicicletta contro i furti in città Un progetto che mira ad attivare percorsi lavorativi in favore di persone svantaggiate vibicipark@gmail.com - tel

13 ORGANIGRAMMA E FORMAZIONE PRESIDENTE S.E. Mons. B. Pizziol, Vescovo DIRETTORE don Giovanni Sandonà DIREZIONE (si riunisce ogni settimana) don Giovanni Sandonà sr. Celina Pozzan, Maria Giacobbo, Sante Bressan, Giovanni Artuso CONSIGLIO DIRETTIVO È composto da tutti i coordinatori degli ambiti diocesani (ciascuno dei quali ha un gruppo di lavoro che si riunisce almeno 4 volte all anno), e dei Servizi-segno Caritas. Ha finalità di discernimento e di condivisione operativa, sia rispetto all'insieme della testimonianza Caritas in diocesi, sia per l'agire più specificamente pastorale, evitando così il formarsi di spezzoni isolati dentro alla medesima Caritas. Si riunisce periodicamente (almeno 4 volte all anno). AREA ISTITUZIONALE Promozione e formazione permanente delle Caritas parrocchiali e vicariali Coordinatore: don Giovanni Sandonà con sr. Tina Primon Ufficio legale e rapporti istituzionali Referente: Alessandra Pozza AREA DELLA PROSSIMITÀ Persone senza dimora e comunità cristiana, Rete territoriale di inclusione sociale Referente: don Giovanni Sandonà Carcere e Comunità cristiana Coordinatore: Massimo Cassan con Franco Michele Resina Balzi e Sofferenza psichica, relazioni e Comunità cristiana Coordinatrice: Serena Bimbati Disabili e Comunità Cristiana Coordinatore: don Giovanni Cecchetto con Claudio Gioseffi Centri di ascolto caritas parrocchiali, interparrocchiali, vicariali e Comunità Cristiana Coordinatore: Luca De Marzi con Giovanni Artuso Rom, Sinti e Comunità cristiana Coordinatrice: Marta Borin con Donato Milano Servizi di accoglienza e percorsi di inclusione sociale per persone senza dimora (Casa S. Lucia e Casa S. Martino) Coordinatori: Gezim Paja con Flavio Baldi e Daniela Rampazzo Percorsi lavorativi per l inclusione sociale Referenti: Sante Bressan, Giovanni Artuso, Riccardo Maggiolo, Luca Sinigallia Sportello donna e famiglia Referenti: sr. Celina Pozzan, Luisa Bressan Emergenze umanitarie e progetti internazionali per la cooperazione e lo sviluppo : Coordinatore: Giovanni Artuso AREA PEDAGOGICA Giovani, percorsi di condivisione, stili di vita e Comunità Cristiana Referente: Angela Guglielmi SERVIZI COMPLEMENTARI ALLA CARITAS DIOCESANA Segreteria Caritas diocesana Referenti segreteria: Daniela Rampazzo, Caterina Peruzzo, Simonetta Brunelli Referente amministrativo: Giovanni Marangoni Associazione Diakonia onlus per la promozione e la gestione dei servizi-segno Presidente: Maria Giacobbo Coordinatore: Giovanni Artuso Segretario: Giovanni Cunico Referenti amministrativi: Cecilia Calgaro, Paola Valente e Roberta Vezzaro OsCar (osservatorio Caritas) Coordinatore: Stefano Osti con Adolfo Trevisan Informazione, mass media e sito Caritas Coordinatrice: Mariagrazia Bonollo Sito internet: Cristina Salviati; Gestore informatico: Alberto Bonato 13

14 ORGANIGRAMMA E FORMAZIONE Calendario formazione permanente e animazione diocesana settembre 2014 ore ,30 (più pranzo per chi desidera), Tonezza del Cimone 1 proposta di formazione permanente, incontro comunitario e di confronto: La corte che accoglie. Incontro per gli operatori e i volontari della Caritas Diocesana e per i volontari delle Caritas parrocchiali che non hanno programmato il medesimo incontro nel proprio vicariato. 25 ottobre 2014 ore , Teatro Seminario, Vicenza 2 proposta di formazione permanente, ambito teologico-pastorale: La Chiesa non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia (Evangelii Gaudium n.183). La gioia del Vangelo nella condivisione povera. Relatori: p. Ermes Ronchi con Marina Marcolini. 29 Novembre 2014 ore 14,30 17,30, Teatro Seminario, Vicenza 3 proposta di formazione permanente, ambito socio-culturale: Diritti di cittadinanza a casa nostra (Residenza, casa, lavoro, salute, scuola). Confronto con i Sindaci dei principali Comuni della nostra diocesi. 9 dicembre 2014 ore , Centro Onisto, Vicenza Incontro congiunto COORDINAMENTO DIOCESANO CARITAS VICARIALI CONSIGLIO DIRETTIVO CARITAS 6 gennaio 2015 ore Festa dei popoli in cattedrale a Vicenza 8 febbraio 2015 ore , Casa S. Cuore, Vicenza 4 proposta di formazione permanente, giornata di spiritualità. Relatore: Sr Elena Bosetti 28 febbraio 2015 ore , Istituto Saveriani, Vicenza Incontro diocesano volontari dei centri di ascolto parrocchiali, interparrocchiali, vicariali; per gli operatori volontari STRADE e per i volontari che operano a favore di famiglie e minori in difficoltà. 26 marzo 2015 ore 10.30, Dueville S. Messa Pasquale del Vescovo con le persone disabili 11 aprile 2015 ore 14, , Casa S. Cuore, Vicenza Incontro di formazione per le EQUIPES VICARIALI CARITAS 17 aprile 2015 ore 20,30, Casa Immacolata, Vicenza Incontro diocesano dei volontari che operano a favore delle persone disabili, alle loro famiglie e ai donatori SAD 18 aprile 2015 ore , Ospedaletto, Vicenza Incontro diocesano rivolto alle persone segnate dal lutto, ai volontari, ai famigliari e amici Aprile/maggio data e orario da definire Incontro diocesano rivolto al Volontariato che opera a favore di persone segnate dal disagio mentale 9 maggio 2015 ore , salone Caritas, Vicenza Incontro diocesano rivolto ai volontari che operano a favore di persone Rom/Sinti 10 maggio 2015 ore (1a possibilità a scelta) Incontro diocesano per volontari di Casa San Martino e Casa S. Lucia Vicenza e delle altre case della Rete Territoriale di Inclusione Sociale. (sede da definire) 16 maggio 2015 ore (2a possibilità a scelta) - Incontro diocesano per volontari di Casa San Martino e Casa S. Lucia Vicenza e delle altre case della Rete Territoriale di Inclusione Sociale. Sede: parrocchia S. Antonio ai Ferrovieri, Vicenza 6 giugno 2015 ore , salone Caritas, Vicenza Incontro diocesano rivolto ai volontari che operano nel servizio di sostegno scolastico 9 giugno 2015 ore , salone Caritas, Vicenza - CONSIGLIO DIRETTIVO CARITAS verifica e programmazione Durante l estate: proposte di condivisione, servizio e formazione per i giovani Anticipo Anno pastorale settembre 2015 ore salone caritas. Vicenza - COORDINAMENTO DIOCESANO CARITAS VICARIALI 13 settembre 2015 ore , 30 (più pranzo per chi lo desidera) Incontro operatori e volontari della Caritas Diocesana e volontari Caritas parrocchiali che non hanno programmato il medesimo incontro nel proprio vicariato. 14

15 ORGANIGRAMMA E FORMAZIONE Centri di Ascolto le proposte di formazione FORMAZIONE BASE PER VOLONTARI DI CENTRI DI ASCOLTO E ACCOMPAGNAMENTO, CENTRI DI DISTRIBUZIONE GENERI ALIMENTARI E CENTRI DI DISTRIBUZIONE VESTIARIO Nell anno pastorale Caritas diocesana potenzia la Formazione Base al Servizio attraverso un Percorso indirizzato a nuovi volontari o a volontari che operano da non più di un anno nei Centri di Ascolto e Accompagnamento (CdAA), nei Centri di Distribuzione Alimenti (CD-Alimenti) e nei Centri di Distribuzione Vestiario (CD-Vestiario). Tale Percorso si attua in contesti vicariali, interparrocchiali o di Unità Pastorale su richiesta del territorio presentata a Caritas Diocesana dai Coordinatori Vicariali. Ai Coordinatori è quindi chiesto di verificare l esigenza di formazione nel proprio Vicariato e anche di stimolare i CdAA coinvolti a fungere da volano per la nascita di nuove Caritas parrocchiali, se non ancora presenti. Il Percorso di Formazione Base al Servizio Caritas si attua in 2 momenti. Il primo si compone di 4 incontri e affronta i seguenti temi: 1. Caritas è (Significato, contenuti e stile della prossimità), la relazione di ascolto e di aiuto 2. Conoscere il territorio (la comunità, i bisogni, le risorse) 3. L accoglienza e l ascolto nei CdAA Caritas 4. Il progetto e l accompagnamento dei CdAA (Servire in gruppo) Il secondo prevede per i nuovi volontari un esperienza concreta di due mesi presso alcuni Centri di Ascolto e di Accompagnamento che verranno indicati. FORMAZIONE PERMANENTE Nell anno pastorale ai volontari dei CdAA e dei servizi ad essi collegati o analoghi (Distribuzione Alimenti, Distribuzione Vestiario, STRADE, San Vincenzo, Cav ) è stato offerto un Percorso di formazione permanente in 5 incontri. E stato tenuto in 11 zone della diocesi (Arzignano, Bassano del Grappa, Caldogno, Grantorto, Lonigo, Ponte di Barbarano, San Bonifacio, Sandrigo, Schio, Trissino e Vicenza) in modo da garantire la copertura di tutti e 22 i vicariati. Per la modalità dell offerta, il numero degli incontri, l impegno richiesto ai partecipanti... i Percorsi di Formazione permanente per CdAA vengono proposti con cadenza biennale. Il prossimo appuntamento è quindi per l anno pastorale Per informazioni e richieste: segreteria della Caritas diocesana Contrà Torretti 38 - Vicenza tel segreteria@caritas.vicenza.it 15

16 A SERVIZIO DELLE CARITAS PARROCCHIALI Centri di Ascolto e di Accompagnamento Caritas Indicazioni per la loro costituzione e condizioni per l utilizzo di OsCar (Osservatorio Caritas Triveneto) La costituzione di un Centro di ascolto e di accompagnamento o di altro servizio-segno caritas, sia esso parrocchiale o vicariale, richiede innanzitutto che vi sia, a supporto e a motivazione dello stesso, l agire di una caritas parrocchiale o vicariale costituita nel rispetto dei criteri ecclesiali, (vedi l esempio di Statuto Caritas nelle pagine seguenti). Se ciò non fosse possibile o realistico, si può iniziare comunque ma ufficializzando anche l impegno per un percorso che veda, nell arco di qualche anno (meglio se viene definita temporalmente la progettualità), la costituzione della Caritas parrocchiale (o dell Unità Pastorale o Vicariale) con i servizi-segno aventi la titolarità della medesima. Se ciò non fosse è bene, se si crede comunque di attivare qualche servizio, non usare il nome caritas quale soggetto titolare. Qualora si volesse avviare comunque un servizio, ritenendo ciò pastoralmente urgente, si potrà costituire un gruppo e/o realtà simile che, con altro nome, ne abbia titolarità. Si ribadisce quindi come la Caritas parrocchiale (di unità pastorale o vicariale) sia la necessaria cornice entro cui si può attivare un servizio-segno caritas ma solo quando ciò risulti complessivamente coerente con i criteri suddetti. Condizioni per l uso di Os.Car (Osservatorio Caritas Triveneto) In ordine poi alla messa in rete dei Centri di ascolto o di altri servizi-segno (inserimento nella banca dati informatica delle schede Os.Car. e successiva lettura del bisogno), al fine di agevolare il più possibile le Parrocchie/Unità Pastorali/Vicariati, è stata individuata una cornice legale e amministrativa che vede l Associazione Diakonia onlus quale titolare, solo formalmente, del servizio-segno che viene però gestito dalla Parrocchia /Unità Pastorale/Vicariato. È previsto quindi un accordo i cui punti fondamentali sono i seguenti: - la Parrocchia (o almeno una parrocchia capofila nel caso di U.P. o Vicariato) diventa socia di Diakonia; - l Associazione Diakonia onlus, in qualità di titolare del servizio, è altresì titolare del trattamento dei dati e quindi risponde giuridicamente del rispetto delle norme in materia di privacy; - la Parrocchia mette a disposizione i locali e organizza il servizio (tipo di servizio reso, orari, criteri di accesso ); - la Parrocchia-Caritas individua un volontario caritas che sarà nominato dall Associazione Diakonia onlus quale Responsabile del trattamento dei dati (privacy) e un volontario caritas (massimo due) che sarà autorizzato dall Associazione Diakonia onlus ad accedere al sistema Oscar (incaricato/i al trattamento). - è prevista la formazione obbligatoria dei volontari caritas suindicati (responsabile del trattamento e incaricato/i al trattamento) e alcuni momenti di verifica in merito al rispetto delle norme in materia di trattamento dei dati nonché rispetto alla qualità del servizio reso. Il suddetto accordo sarà sottoscritto da: Direttore della Caritas Diocesana Vicentina Presidente dell Associazione Diakonia onlus Parroco Coordinatore della Caritas Parrocchiale/Unità pastorale/vicariale Responsabile del trattamento dei dati, volontario caritas Incaricato al trattamento dei dati, volontario caritas Si ribadisce che è necessario e vincolante il collegamento con la Caritas Diocesana Vicentina e con il referente diocesano, sia per l aspetto della formazione di base e della formazione permanente dei volontari che per quello gestionale. Venendo meno tale collegamento viene sospeso l accesso al sistema. Info: Segreteria Caritas Diocesana Vicentina tel , dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.30; segreteria@caritas.vicenza.it 16

17 A SERVIZIO DELLE CARITAS PARROCCHIALI Statuto-tipo per la costituzione di una Caritas Parrocchiale Articolo 1 Natura La Caritas parrocchiale di è l'organismo pastorale costituito al fine di promuovere la prossimità evangelica nella comunità ecclesiale parrocchiale e nel territorio, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. Articolo 2 Criteri ecclesiali per la costituzione della Caritas parrocchiale e per la perseveranza di identità nel mandato La Presidenza sia sempre del parroco. I coordinatori responsabili, abbiano frequentato o frequentino il corso formativo diocesano al fine dell idoneità al mandato ministeriale conferito dal Consiglio pastorale parrocchiale. La costituzione della Caritas deve vedere il coinvolgimento reale del Consiglio Pastorale Parrocchiale con successivo discernimento periodico (almeno biennale) da parte dello stesso Consiglio Pastorale. Vi sia costante ed effettivo coordinamento qualitativo con il vicariato (e l eventuale unità pastorale) e con la Caritas Diocesana. Ciò significa, anche, partecipare agli incontri proposti dalla Caritas Diocesana, compresi quelli di formazione. I servizi caritativi avviati o prestati come e con il nome Caritas parrocchiale dovranno sempre essere determinati e guidati da un preciso progetto che li veda capaci di assumere la fisionomia di servizi-segno, della e per la comunità cristiana tutta, nel territorio. AGENDA 25 ottobre 2014 ore Sede: Teatro Seminario Vicenza Seconda proposta di formazione permanente, ambito teologico-pastorale, e programmazione annuale con le Caritas Parrocchiali e Vicariali. Articolo 3 Comunione dei carismi caritativi Sono parte della Caritas parrocchiale tutte le Realtà ecclesiali che esercitano un servizio caritativo nella comunità. Rimangono distinte nel carisma identitario e autonome, pur aderendo alla Caritas parrocchiale quale coordinamento comunionale. Articolo 4 Finalità La Caritas parrocchiale è costituita per: sensibilizzare la comunità parrocchiale e il territorio alla testimonianza della carità nella prossimità evangelica e all impegno per la giustizia e la pace, in fedeltà al Vangelo e in risposta ai problemi del territorio e del mondo; conoscere le forme di povertà e di bisogno presenti sul territorio, le cause e le circostanze che le originano, e favorire la presa di coscienza della comunità parrocchiale; svolgere opera di informazione e sensibilizzazione intorno ai problemi e alle povertà del mondo, sostenendo concreti progetti di sviluppo; studiare e proporre forme di coinvolgimento e risposta di fronte ai bisogni e alle povertà del territorio, e svolgere un contemporaneo compito di informazione e chiamata in causa delle istituzioni civili e territoriali; promuovere e favorire l impegno di volontariato e assicurare ai volontari adeguata formazione spirituale e operativa; favorire la diffusione di stili di vita improntati all accoglienza, all ospitalità, al dono di sé, alla prossimità nel servizio; collegare e coordinare gruppi, associazioni e iniziative ecclesiali di prossimità e servizio perché siano percepite come espressione dell unica comunità; 17

18 A SERVIZIO DELLE CARITAS PARROCCHIALI collaborare, nel rispetto della propria e altrui identità, con altre iniziative e proposte di promozione umana e di volontariato alla persona. Articolo 5 Criteri per la realizzazione dei Servizi-segno caritas Promuovere e realizzare un servizio-segno caritas significa: adeguata lettura del/dei bisogno/i; individuazione dei percorsi di prossimità attraverso cui si intende coinvolgere ed educare anche l intera comunità cristiana; individuazione delle sinergie con il territorio (non si può e non ci si deve sostituire) ossia con i servizi socio-sanitari, con quelli sociali in genere, con gruppi e/o associazioni; precisare se e quale coinvolgimento si prevede di gruppi/associazioni caritativi ecclesiali presenti nella parrocchia; precisare identità e modalità del mandato pastorale; individuare i criteri, i soggetti e i tempi di verifica ( periodica, almeno biennale); indicare la durata del servizio-segno( triennale,massimo quinquennale). Rinnovabile con esplicito mandato, solo dopo serio discernimento del Consiglio Pastorale, sentita la Caritas Diocesana. è opportuno che la bozza del progetto venga sottoposta o risottoposta per la valutazione anche alla Caritas Diocesana; è auspicabile che i servizi-segno Caritas cerchino almeno l apporto se non la titolarità dell Associazione Diakonia Onlus, nata appositamente in diocesi per la gestione e/o la titolarità dei servizi-segno delle Caritas parrocchiale/vicariale/diocesana (per motivi legali-amministrativi e pastorali). Articolo 6 Organizzazione La Caritas parrocchiale si compone di un gruppo di animatori pastorali caritas che cerca di animare, coordinare e promuovere la prossimità evangelica e in particolare a chi è nel bisogno, con funzione prevalentemente educativa e di sensibilizzazione. In tal senso può promuovere uno o più servizi-segno, i coordinatori dei quali sono parte della Caritas parrocchiale. La Caritas parrocchiale agisce all interno del Consiglio Pastorale, di cui fa parte almeno uno dei suoi componenti ovvero il coordinatore responsabile. La Caritas parrocchiale si riunisce almeno 6 volte all anno e resta in comunione con la Caritas diocesana. I servizi di prossimità Caritas sono realizzati attraverso l adesione volontaria e gratuita delle persone, parte della Comunità cristiana e/o civile, che intendono impegnarsi fattivamente a favore dei poveri e degli ultimi, sostenute nell agire dai valori evangelici di prossimità. Articolo 7 Fondo di solidarietà La Caritas parrocchiale può gestire un fondo di solidarietà, destinato ai bisogni urgenti. Tale fondo, che fa parte integrante del bilancio della parrocchia, è alimentato mediante forme di coinvolgimento comunitario, in accordo con il Consiglio pastorale parrocchiale e con il Consiglio parrocchiale per gli affari economici. La parrocchia, analogamente alle esigenze della catechesi e delle altre attività pastorali, mette a disposizione della Caritas parrocchiale gli ambienti e gli strumenti necessari. Marzo

19 A SERVIZIO DELLE CARITAS PARROCCHIALI Distribuzione di vestiario nelle parrocchie e possibili annessi fiscali 1.La vendita di indumenti, quando è svolta in modo continuativo e quando ciò che si ricava è significativo, ovvero prevalente rispetto al bilancio complessivo, è una attività commerciale e come tale richiede una serie di adempimenti fiscali propri di ogni attività commerciale che una Caritas/ Parrocchia non può sostenere. Ciò significa che la Caritas NON PUO VENDERE INDUMENTI o svolgere qualsiasi altra attività commerciale quando vi sono gli elementi della continuità e dei proventi significativi. 2.La normativa (DM 25/05/1995) tuttavia prevede che vi siano delle attività commerciali marginali che possono essere svolte da associazioni di volontariato (non si parla quindi di caritas che però potrebbero essere comprese per analogia). Le attività commerciali marginali sono le seguenti: attività di vendita occasionali o iniziative occasionali di solidarietà svolte nel corso di celebrazioni o ricorrenze o in concomitanza a campagne di sensibilizzazione pubblica verso i fini istituzionali dell organizzazione di volontariato attività di vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito a fini di sovvenzione, a condizione che la vendita sia curata direttamente dall organizzazione senza alcun intermediario cessione di beni prodotti dagli assistiti e dai volontari sempreché la vendita dei prodotti sia curata direttamente dall organizzazione senza alcun intermediario attività di somministrazione di alimenti e bevande in occasione di raduni, manifestazioni, celebrazioni e simili a carattere occasionale attività di prestazione di servizi rese in conformità alle finalità istituzionali, non riconducibili nell'ambito applicativo dell art. 111 comma 3 del T.U. delle imposte sui redditi, approvato con DPR 22 dicembre 1986, n. 917, verso pagamento di corrispettivi specifici che non eccedano del 50% i costi di diretta imputazione Ciò significa sostanzialmente che possono essere fatti dei mercatini occasionali in concomitanza di particolari circostanze ovvero è possibile vendere la merce che ci viene donata al fine di raccogliere fondi. È importante però che tali attività siano svolte in modo da non creare concorrenza sul mercato. Sono quindi vietati la pubblicità dei prodotti e l utilizzo di insegne elettriche. I locali dove si svolge la vendita inoltre non devono essere attrezzati come un esercizio commerciale, per cui le eventuali vetrine devono essere coperte (ad esempio con carta o giornali). È preferibile inoltre che la distribuzione di indumenti venga fatta all interno di un progetto di inclusione sociale, fissando dei criteri e delle regole determinate (ad es. massimo tre cambi stagionali ). I proventi che derivano da queste vendite devono comunque essere marginali rispetto al bilancio della Parrocchia e non costituire la fonte principale di entrata. 3.È chiaro che la vendita di indumenti a persone bisognose non è prevista tra le attività commerciali marginali (vd sopra elenco al punto 2) e quindi è soggetta alle normali regole delle attività commerciali. È possibile però distribuire GRATUITAMENTE indumenti (chiedere un offerta per contribuire ai costi, ma non per la merce data). Ciò significa che nei locali dove si distribuiscono indumenti non dovranno comparire prezzi della merce ma sarà opportuna una scritta nel locale, BEN VISIBILE ed in più lingue (cibo o altri beni essenziali a persone bisognose e, anche per uno scopo educativo, a seconda delle nazionalità che più frequentano il servizio) che riporta ad es. A chi usufruisce del servizio di distribuzione vestiario è richiesta un offerta quale contributo per i relativi costi. L offerta va poi precisata a voce, qualora si valuti una cifra minima da richiedere. 4.È opportuno anche mettere ben visibili i criteri di distribuzione della merce (ad es. massimo due capi per ciascun componente della famiglia ogni 3 mesi ) sempre in più lingue, il che comporta anche la tenuta di un registro da parte dei volontari o comunque di una banca dati dove annotare il percorso della persona e quindi anche il vestiario distribuito. Ciò del resto secondo i criteri di un Centro di ascolto Caritas (CdA) per cui l eventuale distribuzione di vestiario è NECESSARIO sia sempre collegata ad un cda, ovvero come una delle attività del CdA Caritas parrocchiale o di Unità Pastorale o Vicariale. 5.È importante evitare in ogni modo che l attività sia considerata vendita e quindi attività commerciale anche per le conseguenze che questo avrebbe per il pagamento dell IMU (I locali commerciali sono soggetti ad IMU, mentre quelli dove si svolgono attività pastorali, religiose, sociali non sono soggetti all imposta). Vicenza, 11 giugno

20 A SERVIZIO DELLE CARITAS PARROCCHIALI Indicazioni per l accoglienza di persone bisognose nei locali delle Parrocchie La crisi economica in atto nel nostro paese oramai da oltre un quinquennio sta determinando da tempo un aumento esponenziale degli sfratti. Sono sempre più numerose le famiglie, anche con minori, che rimangono senza abitazione spesso nell impossibilità dei Comuni di provvedere per mancanza di risorse. Si tratta di un emergenza umanitaria alla quale non possiamo restare indifferenti e infatti vi sono Parrocchie o anche singoli che mettono a disposizione appartamenti o locali a favore di persone e famiglie sfrattate. Tuttavia le implicazioni morali, legali, sociali, sanitarie e di inclusione sociale sono assai complesse, pertanto, vi suggeriamo di non sottoscrivere alcun accordo, contratto o simili né con le famiglie o singoli, né con i Comuni senza prima aver sentito la Caritas Diocesana Vicentina o l Ufficio Amministrativo Diocesano, settore Parrocchie. Riteniamo comunque utile fornire alcune indicazioni. Innanzitutto è sempre importante il coinvolgimento del Comune competente cosicché sia esso il titolare del progetto di inclusione sociale, specialmente in presenza di minori, quando la competenza dei servizi sociali comunali è esclusiva. È fondamentale quindi che vi sia un progetto di inclusione sociale, finalizzato all autonomia abitativa ed economica delle persone, dove si preveda l ospitalità ma dove si devono prendere in considerazione anche altri aspetti quali: lavoro, sostegno economico, rete familiare, scuola.. Il progetto di inclusione sociale dovrà avere: obiettivi chiari e raggiungibili; l indicazione ed il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati con definizione dei rispettivi compiti; la definizione chiara degli aspetti economici (compresa la partecipazione degli enti coinvolti); una durata determinata. Il coinvolgimento della Parrocchia in riferimento all ospitalità può essere duplice: accoglienza indiretta attraverso la messa a disposizione del Comune (con appositi accordi) dei locali finalizzati all ospitalità (scelta preferibile); accoglienza diretta. In caso di accoglienza diretta, il rapporto con le persone accolte deve rientrare nell ospitalità temporanea (non comodato d uso né locazione) che è caratterizzata da: durata limitata nel tempo (6-12 mesi); assenza di canone di locazione ma solo rimborso spese; rispetto di regole di comportamento e modalità di utilizzo dell immobile (è necessario predisporre un regolamento). 20 Vicenza, luglio 2013

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