Il Progetto PRISCA. Progetto pilota di riutilizzo su. solidi urbani ENV11/IT/000277

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1 Il Progetto PRISCA Progetto pilota di riutilizzo su scala a partire dal flusso dei rifiuti solidi urbani ENV11/IT/000277

2 I partner di progetto Project leader Partner tecnici Partners dimostrazione locale Vicenza Partner dimostrazione locale San Benedetto del Tronto Partner disseminazione

3 Gli obiettivi del Progetto Il Progetto si propone di dimostrare la fattibilità di due Centri di Riuso organizzati secondo il modello PRISCA nelle città di Vicenza e San Benedetto del Tronto. Si vogliono raggiungere obiettivi quantitativi di incremento di beni e di rifiuti sottoposti, rispettivamente, ad operazioni di riutilizzo e di preparazione al riutilizzo, per essere reimmessi nel circuito commerciale come beni usati. Durata del Progetto: 1 Settembre Giugno 2015

4 Il modello PRISCA Integrazione con il sistema di gestione dei rifiuti urbaniper l intercettazione di oggetti riutilizzabili dal flusso dei rifiuti/beni riusabili da parte di imprese sociali Integrazione con Operatori dell usato (dettaglio e ingrosso, conto terzi) Creazione di una filiera economicamente sostenibile, in cui i beni riusabili intercettati dal flusso dei rifiuti urbani o da altri canali, a valle di operazioni di preparazione al riutilizzo/riutilizzo, ritornano ad essere beni con valore commerciale e trovano una reale collocazione sul mercato.

5 Elementi chiave del Modello PRISCA la massimizzazione dell intercettazione di beni e rifiuti riutilizzabili da sottoporre alle operazioni di Riutilizzo e di Preparazione per il Riutilizzo; anche attraverso l integrazione della filiera dell usato con il sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani un sistema gestionale ed organizzativo efficiente ed efficace del Centro di Riuso che consenta di garantire la tracciabilità di beni e rifiuti, la costanza dei flussi e il controllo sui costi delle operazioni che ivi sono svolte; l ampliamento dei canali di vendita, al dettaglio e all ingrosso, che consenta di garantire la domanda di beni usati e la sostenibilità economica della filiera Coinvolgimento degli stakeholders per sensibilizzare sui contenuti e i risultati ai fini di una replicabilità del modello sul territorio nazionale e un benchmarking con altre realtà anche europee.

6 Vision del Progetto PRISCA Accordi di programma Studio del contesto Preparazione e realizzazione dei Centri di Riuso Compliance normativa Organizzazione gestionale (approvvigionamento, gestione flussi, tracciabilità, vendita, etc. ) Sostenibilità economica Politiche Elaborazione strumenti per la replicabilità Monitoraggio e valutazione del modello Sostenibilità sociale Disseminazione dei risultati e sensibilizzazione sulle buone pratiche Stakeholders engagement: Operatori del settore, amministratori, cittadini Benchmarking del modello Sostenibilità ambientale Confronto delle performances con altri modelli

7 Il contesto politico e normativo europeo

8 Il riutilizzo di beni Il riutilizzo è definito come qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti. Nell ambito del riutilizzo le operazioni a ciò utili vengono fatte su beni. Un bene può essere riutilizzato se nel suo ulteriore (rispetto al primo) ciclo di utilizzo è chiamato a svolgere la propria funzione originaria.

9 La preparazione al riutilizzo dei rifiuti La preparazione al riutilizzo è definita come comprensiva delle operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento.

10 La gerarchia europea delle opzioni di gestione dei rifiuti Tale gerarchia deve essere realizzata dalla politica e dalla normativa, sia a livello di Unione che di singoli Stati membri: i destinatari sono i policy makers ed i legislatori

11 La preparazione al riutilizzo dei rifiuti E la stessa Commissione europea che osserva come la preparazione al riutilizzo contribuisca al medesimo scopo perseguito dalla prevenzione, avendo a che fare, però, con prodotti di cui gli ultimi proprietari si sono disfatti, e, per questo, risultano formalmente rifiuti, in accordo con la definizione di rifiuto. Preparing a Waste Prevention Programme Guidance document, ottobre Il documento è scaricabile all indirizzo web df/waste%20prevention%20guidelines.pdf Come sottolinea la Commissione europea, questo livello della gerarchia è stato introdotto per rendere gli operatori della gestione dei rifiuti consapevoli rispetto alla distrazione di prodotti dai flussi di rifiuti, in quanto la loro selezione, pulizia e riparazione consente che questi prodotti vengano utilizzati da qualche altro soggetto.

12 La preparazione al riutilizzo dei rifiuti Il legislatore comunitario sancisce che gli Stati membri devono adottare le misure necessarie per promuovere il riutilizzo dei prodotti e le misure di preparazione per le attività di riutilizzo, in particolare favorendo la costituzione e il sostegno di reti di riutilizzo e di riparazione, l uso di strumenti economici, di criteri in materia di appalti, di obiettivi quantitativi o di altre misure.

13 Reti di riuso e riparazione Per la Commissione Europea, i centri di riuso e riparazione: svolgono un servizio centrale nella estensione della vita utile di un ampio range di prodotti di consumo ed hanno un significativo impatto nel distrarre i rifiuti di consumo dalla discarica; sono gestiti da imprese di integrazione sociale che lavorano con gruppi svantaggiati, come, ad esempio, i disoccupati di lungo periodo, che vengono formati sugli specifici skills utili alla riparazione, svolgendo, contemporaneamente una funzione sociale; rappresentano una parte fondamentale di qualsiasi piano di prevenzione e possono svolgere un ruolo essenziale nei sistemi locali di gestione dei rifiuti, gestiti da attori pubblici, operanti a livello, locale, regionale o nazionale.

14 Per la Commissione Europea: Reti di riuso e riparazione l effettiva promozione del riuso e della riparazione è rafforzata dal consentire l accesso ai flussi di rifiuti agli operatori dei centri di riutilizzo, così come la previsione di condizioni adeguate per la gestione e lo stoccaggio; questi centri possono essere inseriti nell ambito delle strutture adibite alla gestione locale dei rifiuti urbani (impianti) questo, perché i rifiuti che possono essere riusati o riparati dovrebbero essere identificati ad uno stadio precoce e nelle migliori condizioni possibili queste attività fanno parte della preparazione al riutilizzo prevista dalla gerarchia europea e supportano l insieme degli obiettivi della prevenzione.

15 Il contesto politico e normativo italiano

16 Riutilizzo e preparazione al riutilizzo Il Legislatore italiano ha recepito puntualmente la gerarchia e le definizioni di origine comunitaria ed ha previsto disposizioni specifiche sul riutilizzo di prodotti e preparazione per il riutilizzo dei rifiuti (art. 180 bis): le pubbliche amministrazioni promuovono, nell esercizio delle rispettive competenze, iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti. Si fa riferimento, ad esempio, a misure logistiche, come la costituzione ed il sostegno di centri e reti accreditati di riparazione/riutilizzo

17 Riutilizzo e preparazione al riutilizzo Si rinvia alla adozione di uno o più decreti per la regolamentazione: delle modalità operative per la costituzione e il sostegno di centri e reti accreditati, ivi compresa la definizione di procedure autorizzative semplificate e di un catalogo esemplificativo di prodotti e rifiuti di prodotti che possono essere sottoposti, rispettivamente, a riutilizzo o a preparazione per il riutilizzo.

18 Preparazione al riutilizzo dei rifiuti La mancata adozione di questi decreti di semplificazione e la riconduzione esplicita, da parte del Legislatore nazionale, delle attività di preparazione al riutilizzo tra le attività di recupero, comporta che i soggetti che vogliano intraprendere attività di preparazione al riutilizzo dei rifiuti debbano dotarsi di autorizzazione ordinaria alla gestione dei rifiuti, ai sensi degli articoli 208 e seguenti del d.lgs. n. 152/2006. La mancanza, nell ambito dell elenco non esaustivo delle operazioni di recupero (da R1 a R13) indicato dal legislatore comunitario e recepito da quello nazionale (allegato C), di una previsione espressa di questa attività, comporta che sia la pubblica amministrazione autorizzante ad indicare le sigle più opportune (ad esempio, nell esperienza di Vicenza R13, R3, R4).

19 Preparazione al riutilizzo dei rifiuti Per quanto attiene alla cessazione della qualifica di rifiuto, trova applicazione l art. 9-bis, lett. a) del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2008, n. 210 (come richiamato dall art. 184 ter, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006), alla luce del quale è l autorizzazione che stabilisce le caratteristiche dei prodotti (nel rispetto degli standard ad essi applicabili, come, ad esempio, quelli di igiene e di sicurezza) efficacemente sottoposti alle attività di preparazione al riutilizzo. Ciò nel rispetto dei principi normativi e giurisprudenziali di riferimento.

20 Preparazione al riutilizzo dei rifiuti l assenza di una chiara politica nazionale in materia di prevenzione dei rifiuti, che come si è visto, nella interpretazione della Commissione europea, comprende, ove ampiamente intesa, anche la preparazione al riutilizzo dei rifiuti; l assenza di specifici decreti di semplificazione per lo svolgimento di questa attività; la presenza di ambiti cronici di incertezza della normativa in materia di rifiuti comportano la necessità che gli enti locali si facciano promotori attivi di tale tipo di attività, avendo un ruolo significativo e dirimente anche sotto il profilo autorizzativo in stretta collaborazione con le imprese e soggetti interessati e le società di gestione dei rifiuti urbani

21 Accordi di programma Ciò premesso, gli accordi di programma rappresentano utili strumenti per la serena e pacifica conduzione, a livello locale, delle attività di preparazione al riutilizzo dei rifiuti, capaci di definire e guidare, su binari chiari e univoci, nel pieno rispetto della normativa vigente, i soggetti pubblici e privati interessati (e chiamati) ad ottemperare al dettato delle politiche e normative comunitarie in materia di rifiuti. Tali accordi possono prevedere specifiche indicazioni anche per lo svolgimento delle attività di riutilizzo dei beni, di carattere sperimentale. Anche rispetto a ciò, si evidenzia l opportunità di individuare ambiti condivisi per l analisi e l adozione di misure di gestione (e minimizzazione) dei rischi di infrazione di illeciti.

22 Il modello PRISCA a Vicenza e a San Benedetto del Tronto

23 Una storia lunga 30 anni La sperimentazione a Vicenza una partenza avvantaggiata Cooperativa Insieme è attiva da più di trent anni sul territorio vicentino nel settore del riuso e del riciclo di materiali. Raccoglie e ridà valore a mobili, indumenti, oggetti e materiali usati consentendo di diminuire gli sprechi e i rifiuti urbani. Riciclare e riusare è per noi rapportarsi alle cose in maniera diversa, è un concreto impegno ecologico utile alla città, è un modo per il cittadino di essere partecipe alle finalità sociali della cooperativa. Il sociale : il valore aggiunto La compagine sociale è composta da circa 120 soci, di cui circa 50 sono in inserimento al lavoro con percorsi educativi. Cooperativa Insieme è un laboratorio collettivo di sperimentazione, riflessione e proposta sui temi del disagio di giovani e adulti e della cooperazione sociale. E un impresa sociale (Onlus), una presenza consolidata nel territorio vicentino; un modo di far prendere coscienza, nella vita di ogni giorno, di modi diversi di vivere l essere cittadini.

24 Il centro di riuso a Vicenza Fase di Preparazione e realizzazione del Centro di Riuso - Monitoraggio dei flussi di rifiuti e di beni intercettati dalla Cooperativa Insieme (quantitativi, merceologia, stato e funzionalità) -Identificazione del layout adeguato del nuovo centro di riuso e le attrezzature necessarie; -Definizione ed implementazione di un sistema di procedure, etichette e registri, quali strumenti gestionali per garantire il controllo dei flussi e la tracciabilità nel modello PRISCA -Avvio la fase dimostrativa (12 mesi) (a valle dell Autorizzazione Ordinaria per impianto di recupero rifiuti non pericolosi ex D.Lgs. 152/2006)

25 La fase transitoria In attesa dell individuazione e dell allestimento del nuovo spazio in cui realizzare la sperimentazione vera e propria di Prisca, partendo da una situazione già avviata dalla cooperativa Insieme, è stato messo a punto un sistema di logistica temporaneo legato alla riorganizzazione del magazzino, ancora in fase di perfezionamento, che collega i flussi dai centri di raccolta, alla preparazione al riuso, allo stoccaggio del materiale pronto per la successiva vendita. riorganizzazione logistica del magazzino

26 La fase transitoria In attesa dell individuazione e dell allestimento del nuovo spazio in cui realizzare la sperimentazione vera e propria di Prisca, partendo da una situazione già avviata dalla cooperativa Insieme, è stato messo a punto un sistema di logistica temporaneo legato alla riorganizzazione del magazzino, ancora in fase di perfezionamento, che collega i flussi dai centri di raccolta, alla preparazione al riuso, allo stoccaggio del materiale pronto per la successiva vendita. riorganizzazione logistica del magazzino

27 L allestimento del nuovo spazio L estate ha visto il nuovo spazio popolarsi di carrelli elevatori, transpallet, ceste, cargopallet sono state acquistate tutte le attrezzature necessarie per l inizio della sperimentazione Attrezzatura per il nuovo spazio

28 L allestimento del nuovo spazio Importante e di forte impatto è stato il montaggio delle scaffalature che ha reso evidente l obiettivo di Prisca: processare grossi quantitativi di materiale da avviare al riuso. L allestimento del nuovo spazio

29 Il Centro di Riuso a SBT Nel sito di SBT sono in corso le attività propedeutiche all avvio della fase dimostrativa, che hanno permesso, ad oggi: 1. di identificare le caratteristiche della fase di intercettazione e le dotazioni del Centro di Riuso; 2. di identificare le modalità e la tempistica di dettaglio per la selezione del soggetto gestore del Centro di Riuso; 3. di identificare gli spazi da dedicare al Centro di Riuso.

30 La fase di intercettazione L intercettazione dei beni da avviare a riuso avverrà secondo due diversi canali: 1. Conferimento dell utente per il tramite del servizio di facchinaggio/prelievo al suo domicilio effettuato in proprio e con proprio personale ed automezzi direttamente dal soggetto gestore del Centro del Riuso. 2. Conferimento dell utente direttamente presso il centro di Riuso.

31 Il Centro di Riuso a SBT Il Centro di riuso del Comune di San Benedetto del Tronto sarà realizzato conformemente a quanto disposto dalle Linee Guida regionali concernenti i Centri del riuso della Regione Marche, le quali prevedono espressamente la necessità di integrare la filiera del riuso con i centri di raccolta comunali come definiti dal D.lgs.vo 152/2006 e disciplinati dal DM Min. Ambiente 8 Aprile Sarà ubicato all interno del Centro di raccolta Comunale sito in C.da Monte Renzo, 25 in San Benedetto del Tronto La fase dimostrativa sarà avviata a marzo 2014

32 Le dotazioni strutturali Locale chiuso e area coperta di circa 330 mq complessivi ad uso esclusivo di cui 270 mq coperti e 60 mq. scoperti, allestiti nel rispetto di tutte le norme vigenti in materia di tutela della salute dell'uomo e dell'ambiente, nonché di sicurezza del lavoro. Il Centro del riuso sarà strutturato prevedendo : zona di ricevimento e di prima valutazione dei beni; zona di primo ammassamento; zona per l effettuazione delle operazioni di riutilizzo ossia di controllo, di pulizia, di eventuale smontaggio e/o riparazione se del caso; zona di catalogazione; zona di immagazzinamento ed esposizione dei beni.

33 Chi vi potrà accedere Saranno autorizzati a conferire tutti gli utenti, domestici e non domestici, nel rispetto dei regolamenti vigenti per i Centri di Raccolta e della disciplina vigente in tema di assimilazione, iscritti al ruolo del Tributo Tares (o altro sistema di tariffazione al tempo vigente) del Comune di San Benedetto del Tronto e degli altri enti-comuni soci della PicenAmbiente Spa.

34 Chi sono i destinatari dei beni Con la formula del full recovery cost (rimborso delle spese di gestione e funzionamento, costo esposto durante la visione e/o scelta del bene/prodotto): 1. Operatori commerciale dell usato; 2. Utenti iscritti al ruolo del Tributo Tares (privati cittadini, associazioni di volontariato, onlus, organismi no profit, istituti scolastici ed altri enti vari di assistenza e/o beneficienza pubblici o privati). A titolo gratuito: 1. associazioni di volontariato, onlus, organismi no profit, istituti scolastici ed altri enti vari di assistenza e/o beneficienza pubblici o privati Italiani o Esteri

35 I prossimi step Proseguo della Sperimentazione del Modello presso il Centro di Riuso di Vicenza (12 mesi) Avvio della fase di realizzazione a SBT Attività di disseminazione: - Seminari Regionali - I Conferenza Nazionale ospitata all interno della XXXV Edizione della Fiera del Baratto e dell Usato a Napoli il 16 novembre

36 E attivo il sito web di progetto È possibile essere informati delle attività di progetto ricevendo la Newsletter Grazie per l attenzione!

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