Economia Aziendale CAP1 LE PERSONE, L ATTIVITA ECONOMICA, L ECONOMIA AZIENDALE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Economia Aziendale CAP1 LE PERSONE, L ATTIVITA ECONOMICA, L ECONOMIA AZIENDALE"

Transcript

1 Economia Aziendale CAP1 LE PERSONE, L ATTIVITA ECONOMICA, L ECONOMIA AZIENDALE ATTIVITA ECONOMICA La centralità delle persone e delle società umane Le persone perseguono molteplici fini Il perseguimento dei fini suscita bisogni Per soddisfare i bisogni occorrono beni economici Le persone svolgono l attività economica per produrre e consumare i beni economici L attività economica si manifesta prioritariamente nel lavoro L attività economica è svolta dalle persone e per le persone Persone che sono membri di istituti: le famiglie, le imprese, lo Stato, gli istituti nonprofit. L attività economica è svolta dalle persone e per le persone, persone che si uniscono in società umane. La persona umana è quindi il centro degli studi che si occupano di economia. I bisogni L attività economica viene svolta per il soddisfacimento dei bisogni(si fonda sulla teoria dei bisogni) trae dalle altre discipline la conoscenza delle persone e dei loro bisogni. intendiamo xbisogno =esigenza(senso di mancanza) di1bene necessario agli scopi della vita che provoca insoddisfazione e senso di mancanza. Tipi di bisogni: Bisogni naturali(suscitati dalla componente biologica dl persone) / bisogni sociali, etici, estetici e religiosi(suscitati dl sfera spirituale) Bisogni essenziali (primari) / bisogni voluttuari (secondari) I bisogni si pongono in gerarchia (in relazione ai redditi disponibili, ai gusti, alle preferenze) I bisogni (con i gusti e con le preferenze) sono dinamici Le scelte delle persone Il soddisfacimento dei bisogni richiede beni I beni economici*: merci e servizi utili per il soddisfacimento dei bisogni e scarsi rispetto alle esigenze delle persone I beni non economici, o beni liberi: non sono scarsi, sono liberamente disponibili in quantità e qualità sufficienti per tutti

2 L attività economica (produzione e consumo di beni economici) si svolge mediante varie classi di operazioni: 1) Operazioni di trasformazione tecnica trasformazione fisica,spaziale, logica delle materie prime, degli impianti, dei dati, delle conoscenze, (avvegono negli istituti collegati da 1 fittissima rete di scambi-à ) 2) Operazioni di negoziazione (complementari alle attività interne) si diversificano in base all oggetto: beni privati e beni pubblici lavoro capitali coperture di rischi le negoziazioni si svolgono secondo una molteplicità di condizioni di scambio e di forme contrattuali. Alle condizioni di scambio spesso si sovrappongono relazioni di cooperazione e competizione tra istituti coinvolti. Insiemi omogenei di scambi formano i mercati. 3) Operazioni di configurazione e di governo degli istituti: configurazione dell assetto istituzionale organizzazione rilevazione e informazione Produzione economica di beni e redditi produzione economica= tutte le att svolte da un impresa (marketing, vendita, organizzazione non solo fabbricazione ) non tutte le imprese producono beni(merci o servizi): Produzione di merci (imprese manifatturiere) Produzione di servizi (imprese di trasporti, turistiche, diconsulenza, della salute, dell istruzione, ecc.) ma ci sono anche imprese commerciali, di assicurazione, di credito la loro produzione economica consiste nello svolgimento di negoziazioni che hanno come oggetto beni(imprese commerciali), di capitali/crediti (banche, altri intermediari finanziari), di rischi(compagnie di assicurazione). Il fine delle imprese: la produzione di remunerazioni (del lavoro e del capitale di rischio) perché è il fine perseguito dai prestatori di lavoro e dai conferenti di capital proprio( categori che def il governo di un impresa) La produzione economica è un mezzo per arrivare al FINE che è la produzione di redditi (remunerazioni del lavoro e del cap proprio) Le condizioni di produzione L attività economica (di produzione) si svolge con l impiego di condizioni di produzione (fattori di produzione) il complessivo insieme delle condizioni di produzione include ogni elemento/circostanza che direttam o indirettam contribuisce a rendere possibile, facilitare o ostacolare la produzione economica d impresa. Parliamo di elementi materiali e non, elementi d ambiente ed elementi interni all azienda. Nelle combinazioni produttive delle imprese entrano fattori del tipo: Materie prime, componenti e servizi fornite da altre aziende (terzi) gli Immobili, impianti, macchinari, attrezzi, Lavoro (operativo, direttico e di governo economico) Terra Beni pubblici Beni liberi Due condizioni di produzione sono qualificabili come primarie (= a)condizioni di produzione fondamentali per ogni impresa b) condizioni la cui natura e le cui modalità sono tali da suscitare nelle persone che le conferiscono interessi economici primari nei confr dell impresa) Il lavoro (di ogni specie(operativo, direttivo, di governo)) Il capitale risparmio (conferito a titolo di rischio o capitale proprio).

3 Le 2 condizioni primarie di produzione fanno capo alle 2 categorie di xsn che in linea di principio compongono il soggetto economico d impresa (= insieme delle persone che hanno interessi economici primari nell impresa e che quindi hani il diritto/dovere di governare l impresa stessa LE PERSONE E I GRUPPI DI PERSONE La persona umana e l uomo oeconomicus le scienze umene studiano le società umane isolando e analizzando le manifestazioni economiche usando l immagine dell uomo oeconomicus. Le azioni delle persone infatti sono soggette a vincoli i reddito, tempo memoria, capacità analitiche opportunità.. L attività economica così come ogni altra att umana comporta continue scelte e decisioni. Bisogna studiare queste persone. O secondo il modello della razionalità assoluta (homo economicus) Homo oeconomicus Autonomo Egoista Motivato solo da redditi e ricchezza In grado di valutare tutto secondo razionalità assoluta Razionalità assoluta ha Problema e obiettiviperfettamente chiari possiede Tutte le informazioni ha chiare le comparabili e Decisore unico e isolato Il decisore sceglie alternativa migliore permette di fare teorie ma ignora molte cose. I gruppi sociali, le norme, i ruoli Il comportamento delle singole persone è fortemente influenzato dalla loro appartenenza a gruppi sociali e a collettività umane I membri dei gruppi sociali devono rispettare le relative regole di comportamento (le norme del gruppo) Attorno ad ogni persona che occupa una certa posizione in una collettività umana (un gruppo sociale, un istituto) si forma un sistema di attese di comportamento: il ruolo. Il comportamento della persona è fortemente condizionato da tale sistema di attese Processi decisionali collettivi (garbage model) nel concreto i processi decisionali si svolgono in società umane dove ci sn più persone quindi CONCORRENZA TRA LE DECISIONI garbage model Le decisioni si prendono in tempi e luoghi chiamati occasioni di decisione e alle quali partecipano le persone che nel loro insieme hanno le necessarie deleghe e autorizzazioni per prendere quelle decisioni. In queste occasioni di decisione le persone portano i problemi ai quali ciascuno attribuisce differenti priorità. Ognuno porta soluzioni. Una certa scelta viene effettuata se 1 soluzione viene presentata in modo compiuto e convincente in risposta a un problema urgente e rilevante.

4 Cooperazione, opportunismo, fiducia, altruismo la condizione essenziale per il buon funzionamento delle società umane è la cooperazione tra le persone che ne fanno parte. La cooperazione produce una rendita non ottenibile individualmente. Questa rendita viene poi distribuita, quindi tutti hanno interesse a lavorare bene. Le persone hanno comportamenti Non opportunistici Opportunistici Ipotesi negativa sulla natura dell uomo=x Ipotesi positiva sulla natura dell uomo =Y Organizzazioni prescrittive e coercitive Comportamenti realmente restrittivi e opportunistici Organizzazioni responsabilizzanti Comportamenti realmente leali e cooperativi Conferma teoria Y Conferma e rinforzo teoria X ECONOMIA AZIENDALE Principi generali E complementare all economia politica (scienze economiche). Le scienze economiche hanno come oggetto comune le attività di produzione e di consumo dei beni atti a soddisfare i bisogni delle persone. L economia politica osserva i fenomeni economici propri dei grandi aggregati L economia aziendale li osserva nelle manifestazioni delle singole aziende. E orientata al cambiamento, alla ricerca di modalità migliori di svolgimento dell attiv economica (visione dinamica dei processi economici) Oggetto dell economia aziendale: 1) ordine economico (sistema degli accadimenti economici) di tutti gli istituti nei quali si svolgono significative attività di produzione e consumo dei beni economici 2) a 4 classi di istituti considerati rilevanti corrispondono 4 classi di aziende (az familiari di consumo, az di produzione, az di pubbliche amministrazioni, az nonprofit 3) configurazione degli assetti istituzionali, trasformazione tecnica, negoziazione, organizzazione, rilevazione, informazione 4) nell ottica dell amministrazione d azienda il sistema degli accadimenti è riconducibile ai grandi aggregati dei processi di gestione, organizzazione, rilevazione, informazione 5) le operazioni in azienda si attuano col concorso di vasti insiemi di condizioni di produzione. Nelle imprese si def condizioni primarie di produzione il lavoro ed il capitale di risparmio a cui corrispondono prestatori di lavoro e conferenti di capitale di risparmio(i più impostanti protagonisti del soggetto economico) 6) si distingue in ec aziendale il concetto di produzione di beni da produzione di redditi per la renmerazione dei prestatori di lavoro e conferenti di capitale proprio 7) tra i processi economici d azienda si pongono in evidenza processi di innovazione delle modalità strutturali e tecniche dello svolgimento dell att. Economica. Vuole combinare l innovazione economica=individuazione e sperimentazione di modalità di produz e consumo.. e innovaz tecnologica l innovazione economica attuata nell interesse comune delle società umane è fonte di progresso economico. Il progresso economico è una delle basi del progresso civile.

5 CAP2 GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA GLI ISTITUTI Le società umane, il bene comune, le istituzioni e gli istituti Ciascuna persona partecipa a più società umane di varia natura( famiglie,stato, istituti pubblici Chiesa imprese partiti politici sindacati di lavoratori associazioni di beneficenza) per produrre maggiori risultati non ottenibili individualmente o per convenienza e per soddisfare i bisogni di socialità Ogni società umana persegue il bene comune* dei suoi membri che è il prodotto della cooperazione le società umane k assumono caratteri di istituzioni(sono modelli e regole di comportamento adottati da vaste collettività umane )sn dette istituti* (le famiglie, le imprese lo Stato, ecc.) Due fenomeni economici fondamentali che si manifestano a livello di istituto La rendita organizzativa: il frutto della cooperazione intelligente di più persone volte allo stesso fine; il vantaggio economico ottenuto con l azione organizzata rispetto all azione isolata e opportunistica; in linea di principio, la rendita organizzativa, frutto della cooperazione, deve essere ripartita tra tutti coloro che hanno cooperato. Il risultato residuale: frutto della cooperazione e dell incertezza; è quanto residua ex-post dopo aver remunerato tutti sulla base dei patti ex-ante; a chi spetta il risultato residuale (che può essere positivo o negativo)? Sono possibili varie soluzioni: la risposta influenza direttamente la struttura di governo dell istituto Gli istituti, le aziende, e gli aggregati di aziende L economia aziendale si occupa delle quattro classi istituti nei quali si svolge rilevante attività economica: le famiglie le imprese lo Stato e gli istituti pubblici gli istituti nonprofit In particolare, studia l ordine strettamente economico degli istituti,= le aziende:= insieme degli accadimenti economici disposti ad unità secondo proprie leggi l azienda di consumo e di gestione patrimoniale familiare l azienda di produzione l azienda composta pubblica l azienda nonprofit tutte accumunate dallo stesso fine: il bene comune per mezzo dell attiità economica.

6 LE AZIENDE, ORDINE ECONOMICO DEGLI ISTITUTI Le aziende familiari di consumo e di gestione patrimoniale L istituto La famiglia L azienda L azienda familiare di consumo e digestione patrimoniale Le finalità dominanti Sociali, etiche, religiose Il fine economico immediato Appagamento dei bisogni dei membri della famiglia I portatori di interessi economici istituzionali Tutti i componenti della famiglia Portatori di interessi economici non istituzionali Altre famiglie legate da parentela; prestatori di lavoro domestico; I processi economici caratteristici Consumi, gestione patrimoniale, lavoro, studio Le aziende di produzione è un ist economico sociale con dominanti caratteri e finalità di tipo economico L istituto L impresa L azienda L azienda di produzione Le finalità dominanti Economiche Il fine economico Immediato Produzione di remunerazioni monetarie e di altra natura I portatori di interessi economici istituzionali Di regola: i prestatori di lavoro e conferenti di capitale di rischio(hanno renum) Portatori di interessi economici non istituzionali Fornitori, clienti, conferenti di capitale di prestito, Stato, Processi economici caratteristici Trasformazioni tecniche; negoziazioni di beni, di credito, di rischi. Le aziende composte pubbliche(bene comune:progresso sociale e spirituale dei suoi membri) L istituto Lo Stato, gli istituti pubblici L azienda L azienda composta (di produzione e di consumo) pubblica Le finalità dominanti appagamento dei bisogni pubblici delle persone pertinenti alla collettività politica territoriale Il fine economico Immediato Produzione e consumo di beni pubblici(e remunerazione del lavoro) I portatori di interessi economici istituzionali Tutti i componenti dell entità politica (e i prestatori di lavoro) Portatori di interessi economici non istituzionali Fornitori, conferenti di capitale di prestito, altri istituti pubblici, Processi economici caratteristici. Produzione e consumo di beni pubblici;raccolta di tributi Le aziende non-profit L istituto L istituto nonprofit (gamma molto varia) L azienda L azienda nonprofit Le finalità dominanti Sociali, morali, culturali Il fine economico immediato Appagamento dei bisogni di: associati /fruitori escludibili / collettività generale I portatori di interessi economici istituzionali Varie combinazioni di associati,donatori, Stato, prestatori di lavoro Portatori di interessi economici non istituzionali Fornitori, conferenti di capitale di prestito, Stato, clienti, I processi economici caratteristici Produzione ( o produzione e consumo)di beni Differenziazione degli istituti: i modelli economici alternativi L attività economica si svolge in istituti di natura molto varia, fortemente differenziati (le famiglie, le imprese grandi e piccole, le imprese pubbliche e private, gli istituti pubblici di ogni specie,le associazioni, ecc.)come mai?

7 Cinque domande sulla varietà degli istituti: 1. Perché l attività economica non è totalmente svolta all interno delle famiglie? X la produzione su scala familiare non è conveniente se non tecnicamente impossibile (x tecnologie progredite, ma è anche imposs produrre tt) 2. Come mai le singole persone tendono ad aggregarsi in istituti anziché operare indipendentemente scambiandosi lavoro,beni e capitali? I costi di transizione sono più bassi.(quanto riguarda costi per qualsiasi operazione di scambio nel mercato) quindi ci si riunisce sotto una stessa autorità 3. Perché l intera attività economica non si svolge nell ambito di una sola grande organizzazione che suddivida a coordini l attività di ciascuno? Si disperderebbero conoscenze e capacità individuali, si adotterebbero soluzioni uniformanti e semplificanti. Ci sarebbe iniquità e poca motivazione al lavoro. Ci sarebbe qualcuno di stragrande responsabilità=iniquità. 4 Perché gli istituti si differenziano in grandi classi quali le famiglie, le imprese, lo Stato gli istituti non-profit? a) opportunità di sfruttare L efficienza e le innovazioni tipiche delle imprese che operano nei mercati b) necessità di interventi dello stato quando l azione solo privata è inefficiente o iniqua c) opportunità di dare spazio a attività organizzate ispirate anche da motivazioni altruistiche. 5. Perché le imprese sono così diverse tra di loro (dimensione, proprietà, integrazione, ecc.)? tanti fattori es diversi prodotti e mercati che si integrano, ricerca di vantaggi competitivi, Modelli alternativi A. Il modello dell autoconsumo (gruppi primari di persone in sostanziale autonomia rispetto ad altri gruppi analoghi. Svolgono al proprio interno tutte le attività, produz, consumo.. B. Il modello atomistico di mercato( persone singole che svolgono in autonomia la loro attività) C. Il modello della gerarchia totale (un organizzaz centrale statale pianifica l intera att economica) D. Il modello della pluralità di istituti specializzati( istituti di varia specie dentro i quali le persone si comportono rispettando un organizzazione gerarchica) LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA Tre livelli di specializzazione Molte caratteristiche dei sistemi economici moderni sono frutto della specializzazione economica. un fenomeno pervasivo che si manifesta in tutte le attività umane a vari livelli: specializzazione delle macroclassi di istituti specializzazione tra gli istituti di ciascuna macroclasse specializzazione all interno di ciascun istituto Economie di specializzazione La specializzazione produce vantaggi (denominati economie dispecializzazione ) esprimibili in termini di: riduzione dei tempi, degli sforzi e dei costi richiesti per lo svolgimento dell attività economica miglioramento della qualità degli output dell attività economica

8 Le economie di specializzazione hanno varie origini, denominate fonti delle economie di specializzazione L apprendimento da ripetizione (destrezza, scoperta, repertorio di soluzioni) L impiego ottimale delle limitate e disomogenee competenze individuali La differenziazione degli orientamenti manageriali e tecnici in relazione ad attività disomogenee (a compiti specializzati si fanno corrispondere persone specializzate per garantire il proseguimento efficace degli obbiettivi prefissati- La riduzione dei costi di apprestamento e di passaggio tra le fasi Le migliori performance degli impianti specializzati La motivazione da identificazione (padronanza del lavoro, sensazione di insostituibilità ) La specializzazione può indurre anche svantaggi (diseconomiedi specializzazione) I maggiori costi di coordinamento La rigidità degli investimenti specifici / specializzati (persone e impianti specializzati sono rigidi e quando c è da modificare l att da svolgere ci sono tempi e costi di cambiamento) La demotivazione da parcellizzazione (quando ci sono compiti isolati ripetitivi che non portano stima e realizzazione) Specializazione e dimensioni convenienti Quanto+ grandi sono le unità produttive (stabilimenti, laborat, punti di vendita...) tanto maggiori sn le possibilità di specializ l attività, il lavoro, gli impianti.. Gli istituti (in particolare le imprese) tendono a crescere dimensionalmente x poter realizz grandi economie di specializzazione (sottins delle econom d scala) Specializzazione e ampiezza dei mercati e delle conoscenze Gli spazi di possibile specializzazione crescono al crescere dei mercati (perché le imprese possono diventare più grandi e specializzarsi maggiormente al proprio interno) e della ricchezza della conoscenza (che può essere maggiormente articolata in parti specialistiche). Quanto maggiori sono le previste dimensioni del mercato, tanto maggiori sono gli incentivi per gli investimenti in ricerca e sviluppo; si arricchiscono le conoscenze; si ampliano le possibilità di specializzazione. CAP3 LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DI ISTITUTO IL SISTEMA DEGLI ACCADIMENTI E LE COMBINAZIONI ECONOMICHE L insieme delle operazioni economiche svolte dalle persone all interno di un istituto forma le combinazioni economiche Le combinazioni economiche sono parte del sistema degli accadimenti =insieme delle azioni e fenomeni(econ o non econ) che si manifestano nell azienda e nel suo ambiente (le attività interne di produzione e di vendita, i comportamenti dei clienti e dei fornitori,con diverse relazioni Una speciale categoria di accadimenti è il sistema delle operazioni =sistema delle attività svolte dalle persone che compongono l organismo personale d azienda. Tali operazioni nel loro insieme formano le combinazioni economiche, le combinazioni produttive, e le combinazioni di consumo. Per poter capire l economia degli istituti (come si formano i costi e i ricavi; perché e come si hanno utili o perdite; perché ci si deve indebitare oppure no; ecc.) è essenziale saper analizzare l articolazione (ossia la struttura) delle combinazioni economiche che in essi si svolgono.

9 LE CATEGORIE DI ANALISI DELLECOMBINAZIONI ECONOMICHE delle imprese Per analizzare l articolazione delle combinazioni economiche si ricorre ad alcuni concetti chiave: Le coordinazioni economiche parziali (dette anche funzioni ) Le combinazioni economiche parziali ed elementari (dette anche, nelle imprese, aree di affari ) Le negoziazioni Le negoziazioni Tutte le classi di attività (progettazione degli assetti istituzionali, gestione, organizzazione, rilevazione) comportano lo svolgimento sia di attività interne sia di attività esterne, ossia di relazioni con altri istituti. Tra le attività esterne sono di primaria importanza le negoziazioni che servono per acquisire le condizioni di produzione e per cedere i prodotti e le condizioni di produzione. Le grandi classi di negoziazioni svolte dalle imprese sono: negoziazioni di beni privati negoziazioni di beni pubblici negoziazioni di lavoro negoziazioni di capitale di rischio negoziazioni di capitale di prestito negoziazioni di rischi particolari Le negoziazioni reali non si svolgono mai incondizioni di perfetta trasparenza, conoscenza, lealtà e di equilibrio di potere delle parti. In altri termini, non si svolgono in condizioni di razionalità assoluta e di mercati perfetti I concetti essenziali utili per un visione non troppo ingenua delle negoziazioni sono: - i costi di transazione - l asimmetria informativa - gli investimenti specifici - la forza contrattuale Le coordinazioni parziali Le coordinazioni economiche parziali sono insiemi di processi caratterizzati da una funzione e da un insieme di competenze specialistiche applicate allo volgimento della stessa. Ad esempio, la coordinazione parziale ricerca e siluppo ( è l insieme delle attività che hanno la funzione di ideare e di sviluppare nuovi prodotti e nuovi processi produttivi e si svolge utilizzando particolari competenze di progettazione, di calcolo, di prova, e così via) Correntemente le coordinazioni parziali sonochiamate funzioni (funzione ricerca, funzione vendite, funzione marketing, ecc.) Le coordinazioni parziali di tutte le imprese sono riconducibili alle seguenti classi e sottoclassi: Progettazione (configurazione) dell assetto istituzionale (det il disegno complessivo secondo il quale l impresa nasce, si trasforma, e si svolge. Qui si decidono ì i fini dell impresa) Gestione (grande insieme delle operazioni attraverso le quali l impresa attua la produzione economica) Gestione caratteristica (nelle imprese manifatturiere: ricercae sviluppo, acquisti, fabbricazione, vendita, logistica) Gestione finanziaria Gestione patrimoniale Gestione tributaria Gestione assicurativa

10 Organizzazione (si disegna la struttura organizzativa dell impresa. Si assegnano i compiti e le responsabilità alle persone che vi lavorano e nel gestire i sistemi di ricompensa e d sviluppo delle persone stesse) Rilevazione (queste attività consistono nella raccolta, elaborazione e diffusione dei dati e delle informazioni necessarie per prendere buone decisioni e per informare tutti i soggetti interessati alla vita dell impresa) Le attività di configurazione dell assetto istituzionale Sono le operazioni che determinano la nascita, la configurazione di base, le trasformazioni e la cessazione dell istituto: la costituzione dell istituto la compagine iniziale dei soci e le successive trasformazioni la prima scelta e le trasformazioni di forma giuridica la configurazione degli organi di governo le acquisizioni, fusioni, scissioni la stipulazione di alleanze la liquidazione dell istituto Tutte le altre classi di operazioni (gestione,organizzazione, rilevazione) sono fortemente influenzate dalle scelte di configurazione dell assetto istituzionale. La gestione La gestione è il vasto insieme di operazioni attraverso le quali l impresa attua direttamente la produzione economica (progetta, acquista, trasforma, vende). La gestione è utilmente scomponibile in cinque insiemi di attività: Gestione caratteristica Gestione finanziaria Gestione patrimoniale Gestione tributaria Gestione assicurativa La gestione caratteristica E l insieme delle operazioni di gestione che: a) identificano la funzione economico-tecnica tipica di ciascuna impresa; b) suscitano la gran parte dei costi e dei ricavi dell impresa. per le imprese agricole, estrattive e manifatturiere: acquisto di impianti e di materie prime, trasformazione tecnica, vendita; per le imprese commerciali: negoziazioni di acquisto e di vendita di beni privati, operazioni di trasporto e di immagazzinamento; per le banche: negoziazioni di credito di prestito in raccolta e di impiego; per le imprese di assicurazione: assunzione di rischi specifici, investimento dei mezzi disponibili, liquidazione dei sinistri. La gestione caratteristica origina costi e per differenza (quando ben condotta) produce un risultato reddituale positivo: il reddito operativo della gestione caratteristica. Nelle imprese manifatturiere la gestione caratteristica si articola nei seguenti insiemi di operazioni Ricerca e sviluppo Acquisto di merci e di servizi destinati alla produzione Fabbricazione Commercializzazione Logistica

11 L analisi della gestione caratteristica per funzioni può essere integrata all analisi x processi trasversali=insiemi di operazioni accomunati da un forte obiettivo comune e trasversali alle funzioni nel senso che x il loro perseguimento sono richiesti contributi critici forniti da altre funzioni La gestione caratteristica suscita vari insiemi di negoziazioni: (a) negoziazioni di beni privati (acq e vendita da sogg privati, non dallo stato),si svolgono per scambio monetario,(raramente baratto) con determinate condizioni di scambio (assicuraz..) La gestione finanziaria E quella parte dell att d impresa che svolge l insieme delle operazioni volte a coprire il fabbisogno finanziario, ossia il fabbisogno di mezzi monetari necessari per avviare l impresa e per sostenerne lo sviluppo Il fabbisogno finanziario nasce perché di regola nelle imprese gli incassi derivanti dalle vendite si manifestano successivamente ai pagamenti derivanti dagli acquisti Il fabbisogno finanziario si copre ricorrendo a capitale proprio, o capitale di rischio capitale di prestito (mutui, obbligazioni,.) La gestione finanziaria è una gestione passiva : comporta interessi passivi sul capitale di terzi e remunerazioni del capitale proprio la gestione finanziaria quindi è l insieme di diverse attività: - previsione e analisi del fabbisogno finanziario (tenendo conto della durata e variabilità nel tempo) - valuta la combinazione ottimale di ricorso al capitale di rischio/proprio ( dato dai conferenti di capitale proprio che danno all impresa mezzi monetari e prendono soldi in base ai risultati reddituali dell impresa)e al capitale di prestito (mutui... x un certo tempo con 1 prezzo da pagare) - pianificazione e attuazione delle negoziazioni di capitale di rischio e di prestito - gestione dei contratti (liquidaz dividendi, rimborso debiti, interessi passivi..) la gestione finanziaria attuata mediante il ricorso di materiali di prestito produce costi=interessi passivi(prezzo del prestito). La gestione finanziaria è l attività di copertura del fabbisogno finanziario originato dalla gestione caratteristica (e da tutte le altre gestioni) La gestione patrimoniale Può accadere che, per un certo periodo di tempo, un impresa disponga di mezzi monetari eccedenti rispetto a quanto richiesto dalla gestione caratteristica (in generale, dalle altre gestioni); in questi casi, si attiva la gestione patrimoniale che consiste nell investimento di tali mezzi monetari al fine di trarne un reddito le negoziaz tipiche sono: (è tipicam attiva ma si potrebbe anche avere una perdita) - negoziazioni di capitale di prestito (titoli d stato..) - negoziazioni di capitale di rischio(comprare azioni di imprese per un guadagno/perdita proporzionale al loro reddito - negoziazioni di beni privati (acq di beni da reddito e da rivalutazione) (immobili, opere d arte.. La gestione assicurativa Consiste nella copertura dei rischi(ogni impresa li ha) particolari d impresa (furti, incendi, danni a terzi, ecc.) mediante la sottoscrizione di contratti di assicurazione (negoziazioni di rischi particolari). I rischi coperti possono derivare sia dalla gestione caratteristica sia dalle gestioni patrimoniale e finanziaria. E una gestione tipicamente passiva comportando il costo dei premi assicurativi e indennizzi solo a fronte di equivalenti danni. Le negoziazioni tipiche sono chiamate contrati di assicurazione

12 La gestione tributaria Consiste nella liquidazione e nel pagamento della vasta gamma di tributi che le imprese devono corrispondere allo Stato (e ad altri enti pubblici) a fronte dei beni pubblici ricevuti. Gli oneri tributari sono suscitati sia dalla gestione caratteristica sia dalle gestioni patrimoniale e finanziaria Differenti scelte d impresa (relative, ad esempio, alla forma giuridica, alle modalità di finanziamento, alle localizzazione) determinano differenti combinazioni e livelli di tributi da corrispondere. La gestione tributaria è tipicamente una gestione passiva comportando solo oneri tributari. Profilo reddituale e monetario delle gestioni analizzare la gestione secondo il profilo reddituale significa indagare iò formarsi dei costi e dei ricavi (component positivi e negativi di reddito) di Tutte le gestioni, tutte infatti concorrono a determinare il risultato dell impresa. Le due gestioni attive (caratteristica e patrimoniale) e le tre gestioni passive (finanziaria, assicurativa, tributaria) possono pesare variamente nel determinare l utile o la perdita. Un risultato reddituale complessivamente positivo si ottiene quando al somma del reddito operativo della gestione caratteristica e della gestione patrimoniale è superiore agli oneri complessivi della gestione finanziaria, assicurativa, tributaria, producendo un UTILE in misura giudicata soddisfacente per la enumerazione del capitale di rischio. Il profilo reddituale e il profilo monetario sono strettamente connessi, ma non coincidono. Analizzare il profilo monetario significa invece studiare i flussi di entrate e di uscite (riscossioni e pagamenti suscitati dalle negoziazioni). Si capisce se l impresa è in grado di fare fronte con le entrate alle proprie uscite. Non sempre le entrate e le uscite sono det dalle stesse negoziazioni che determinano i costi e i ricavi. Per esempio l aumento di capitale o l accensione/rimborso di un mutuo. Oppure ci sono costi che vanno sostenuti prima rispetto al conseguimento dei ricavi e delle relative entrate. Oppure molti pagamenti e riscossioni non avvengono in contanti. Il pagamento dei debiti non necessariamente coincide con la riscossione dei crediti.. Organizzazione Si compone di due grandi classi di attività: Progettazione dell assetto organizzativo: la struttura organizzativa (chi deve fare che cosa, chi dipende da chi, ) e i sistemi operativi (sistemi di programmazione e pianificazione attraverso i quali si definiscono le strategie, per ogni ramo gli obbiettivi da realizzare e le risorse disponibili a tal fine, come si formulano i piani aziendali,come si gestiscono le persone chi entra,con che reddito, come fluiscono leinformazioni, ) Gestione dei prestatori di lavoro, o gestione del personale(messa in atto dei sistemi di ricerca e selezione, di valutazione, di retribuzione, di carriera..) questa gestione lavora in modo tale che l impresa disponga sempre di un organismo personale che per dimensione e competenze sia adatto a svolgere le combinazioni economiche pianificate, e in modo che le persone siano ricompensate secondo equità e siano poste in condizioni crescere personalmente e professionalmente. E la base della motivazione delle persone edell efficienza aziendale le negoziazioni tipiche sono le negoziazioni del lavoro (contartti che l impresa stipula con i prestatori di lavoro Rilevazione Le operazioni di rilevazione sono svolte dalle imprese per predisporre dati e info destinati alle persone che operano all interno dell impresa(utili per prendee decisioni) e le persone esterne agli istituti, come altri istituti che devono sviluppare raporti con l impresa. Si fa raccolta elaborazione- conservazione diffusione comprende il bilancio di esercizio, le statistiche delle vendite ecc.. dei dati e delle informazioni e servono per supportarele scelte dei decisori sia interni sia esterni all azienda Si compone di parti denominate contabilità generale

13 contabilità analitica sistemi informativi direzionali Le combinazioni economiche parziali si stratta delle imprese che nel corso del loro sviluppo hanno compiuto mosse di diversificazioneà mercato con caratteristiche disomogenee LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DELLO STATO Può essere rappresentata attraversol incrocio di due dimensioni: 1) le aree di intervento combinazioni parziali corrispondenti ad insiemi di bisogni pubblici definibili anche come finalità o prodotti dello Stato 2) le aree di gestione insieme delle attività di varia natura svolte dallo Stato per il perseguimento delle finalità Il ruolo dello stato nella produzione di beni economici Lo Stato interviene nei sistemi economici producendo direttamente o indirettamente alcuni beni privati o pubblici, regolamentando la produzione e il consumo di altri beni imponendo tributi di varia specie ridistribuendo ricchezza. Lo stato interviene nella produzione del bene Alfa quando ritiene che: - il bene Alfa sia politicamente critico, ossia debba comunque essere accessibili a certe categorie di cittadini e a certe condizioni di costo e di qualità - lasciando la produzione di Alfa a imprese private operanti secondo le regole del mercato non si otterrebbe l effetto politico desiderato le ragioni della possibile inefficacia : I beni pubblici puri: beni senza rivalità nei consumi un numero illimitato di utenti contemporaneamente) il bene può soddisfar e non escludibili (nes1 si può escludere); le imprese private non potrebbero farsi pagare un prezzo; interviene lo Stato che può imporre i tributi I mercati non concorrenziali, in particolare i monopoli naturali; senza controlli le imprese private ne trarrebbero vantaggi indebiti; interviene lo Stato come produttore o come regolatore Le esternalità positive/negative: sono gli effetti positivi o negativi per il soggetto B derivanti da un azione di A e per i quali B non sostiene un onere / non riceve un indennizzo; le imprese private tendono ad appropriarsi di esternalità positive e a scaricare esternalità negative; interviene lo Stato come produttore o come regolatore I mercati incompleti: spazi di mercato lasciati vuoti dalle imprese che li giudicano non attraenti (troppo piccoli, rischiosi, ) e che invece secondo lo Stato sono critici Le asimmetrie informative: beni complessi difficili da giudicare ex-ante (sanità, istruzione, ); il consumatore può preferire un fornitore pubblico La redistribuzione del reddito; lo Stato rende accessibili beni critici a prezzi non di mercato (incentivi sussidi..) I beni di merito ; lo Stato incentiva il consumo di beni critici che i cittadini non percepiscono come tali (istruzione elementare, cinture di sicurezza..vaccini) Garantire uno Stato di diritto : in generale, lo Stato interviene con le leggi per far sì che l attività economica si svolga correttamente Le combinazioni economiche parziali dello stato=aree di intervento Le tipiche aree di intervento dello Stato sono: Difesa nazionale Giustizia Sicurezza pubblica Relazioni internazionali

14 Istruzione e cultura Assistenza e previdenza Sanità Trasporti e comunicazioni Sviluppo economico In ciascuna di tali aree lo stato offre una pluralità di prodotti destinate a varie categorie di cittadini in relazione alla loro età, salute, posizione lavorative Le combinazioni economiche dello stato sono molto estese e molto articolate. Bisogna usare 3 dimensioni di analisi: prodotti, destinatari, aree geografiche La gestione caratteristica dello stato (modalità di intervento) le modalità fondamentali di intervento sono( la gestione caratt Si svolge combinando tre classi di operazioni): 1) Emanazione di leggi e regolamenti (attività non delegabile); 2) Trasferimenti di mezzi monetari (a famiglie e imprese);per ridistribuire la ricchezza o x finanziare attività di interesse pubblico ricerca.. 3) Produzione di beni pubblici(i beni pubblici puri sn quelli non escludibili) diretta(produce lo stato) indiretta(impresa posseduta dallo stato, impresa privata o istituto non profit che opera in concessione. I costi sn coperti da imposte o tariffe La gestione tributaria dello stato lo stato svolge 2 funzioni tributarie : (a) passiva=paga i tributi (b)attiva= raccoglie i tributi, raccoglie mezzi monetari varia non in base all intensità di cui noi usufr uiamo dei beni ma in base alla capacità contributiva. Si compone dei processi di definizione delle caratteristiche e dei livelli dei tributi, di accertamento, di prevenzione e repressione dell evasione fiscale, di riscossione. Può anche essere vista come parte della gestione caratteristica, costituendo il corrispettivo nelle diverse forme nelle quali si possono classificare i tributi (prezzi, tariffe, imposte) - della produzione ed erogazione dei servizi pubblici. La gestione patrimoniale Si compone di operazioni di investimento e di disinvestimento in beni da reddito e rivalutazione finalizzate alla produzione di ricavi addizionali a quelli della gestione caratteristica. Di solito lo Stato e gli altri istituti pubblici soni in deficit, ossia non dispongono di risorse da dedicare alla gestione patrimoniale. NB. La gestione dei grandi patrimoni pubblici utilizzati per lo svolgimento delle funzioni tipiche dello Stato fa parte della gestione caratteristica; non è gestione patrimoniale La gestione finanziaria dello stato E molto rilevante. Spesso lo Stato e gli istituti pubblici non riescono a coprire i loro costi con le entrate tributarie e devono coprire i loro deficit ricorrendo all indebitamento. Il fabbisogno finanziario dello Stato può essere soddisfatto con varie forme di debiti di finanziamento. Nel nostro Paese è prevalente il ricorso alla emissione di titoli del debito pubblico.

15 La gestione assicurativa dello stato Si svolge con modalità analoghe a quelle delle mprese dovendo coprire numerose classi di rischi particolari. In alcuni casi lo Stato diviene anche l assicuratore a favore di famiglie, imprese, istituti nonprofit a fronte di particolari eventi dannosi quali le calamità naturali. La configurazione dell assetto istituzionale dello stato lo stato è molto complesso e quindi deve organizzare e studiare bene la sua configurazione..evolve per aggiustamenti successivi quando è necessario modificare le risposte a quesiti del tipo: in quali aree intervenire (sanità, assistenza, supporto alle famiglie cultura, ecc.) quali rapporti configurare con i prestatori di lavoro e con i rappresentanti sindacali con quali forme dirette e indirette realizzare la produzione e l erogazione dei beni pubblici, quli parti del sistema privatizzare o nazionalizzare quanto e come interagire con altre pubbliche amministrazioni (eco di scala o agire separatamente?) come impostare il sistema fiscale i rapporti con i conferenti di capitale di prestito e in che forma..prestito bancario ttoli come strutturare le relazioni con i cittadini attraverso gli organi elettivi ed amministrativi voto.. La organizzazione e gestione del personale dello stato Sono simili a quelle delle imprese. Due importanti differenze vanno tuttavia sottolineate: 1. Il delicato rapporto tra organi politici eletti dai cittadini e gli organi amministrativi formati da tecnici 2. il prevalere del principio della legalità (applicazione uniforme della legge) rispetto a quello della imprenditorialità (soluzioni varie e sempre nuove) Le operazioni di rilevazione e informazione dello stato Sono più complesse rispetto a quelle delle imprese in quando devono rappresent anche le dimensioni politiche e sociali degli obiettivi e risultati dello Stato. LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DELLE FAMIGLIE Il ruolo economico delle famiglie La famiglia è l istituto nel quale: si compie la gran parte dell attività economica di consumo; si predispongono le condizioni necessarie per il soddisfacimento dei bisogni delle persone. Nei sistemi economici evoluti, le famiglie esternalizzano molte attività di produzione precedentemente svolte dai membri della famiglia; si svolgono all interno della famiglia le attività che: dal punto di vista morale ed etico sono considerate critiche (educazione, assistenza, ecc.) dal punto di vista tecnico non comportano rilevanti diseconomie di specializzazione e di dimensione. Le attività di gestione della famiglia La gestione caratteristica è composta da: attività di produzione di redditi mediante lavoro esterno; (gest patrimoniale) attività di lavoro interno alla famiglia; attività di consumo.

16 La gestione patrimoniale: consiste nell impiego di risparmio in investimenti (titoli, immobili da reddito, ecc.) destinati a produrre redditi addizionali rispetto a quelli derivanti dal lavoro esterno; dipende fortemente dalle scelte di consumo / risparmio; NB. non riguarda i beni patrimoniali utilizzati direttamente dalla famiglia (appartamento, automezzi, ecc.) nella gestione caratteristica La gestione finanziaria delle famiglie è formata dalle operazioni di negoziazione di credito di prestito (mutui, redito al consumo, ecc.) che fanno sorgere i debiti di finanziamento e dai connessi pagamenti di quote capitale ed interessi.crca di coprire i fabbisogni monetari non coperti per altra via La gestione tributaria della famiglia consiste nella liquidazione e nel pagamento di vari tipi di imposte, tasse contributi a fronte del diritto di accedere ai beni prodotti dallo Stato. La gestione assicurativa sia sulla vita dei singoli membri sia a copertura di danni particolare alle cose (abitazione, furti, responsabilità civile, ecc.) è spesso presente nella gestione familiare. La configurazione dell assetto istituzionale della famiglia In quanto istituto sociale e primario, la famiglia non comporta fondamentali scelte di configurazione dell assetto istituzionale. Tuttavia, alcune scelte critiche riguardano: il regime patrimoniale tra i coniugi (separazione o comunione dei beni) le relazioni economiche con le famiglie di parenti e affini eventuali affidamenti e adozioni la suddivisione del lavoro interno ed esterno le relazioni con coloro che prestano lavoro domestico Le operazioni di organizzazione e di rilevazione delle famiglie Dato il numero di persone componenti la famiglia non si presentano particolari problemi di progettazione organizzativa. Relativamente alle rilevazioni possono essere utili per le scelte economiche,,,solo in casi rari sono necessari processi e strutture specifici, es: un giornale di cassa sul quale si annotano le entrate e le uscite monetarie, ecc.) LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DEGLI ISTITUTI NON PROFIT Il ruolo economico degli istituti non profit Nei sistemi economici evoluti una parte rilevante dell attività economica si svolge in istituti nonprofit. Gli istituti nonprofit sono istituti privati (anche se spesso finanziati anche dallo Stato). NB. Nonprofit non significa che è vietato o impossibile realizzare risultati reddituali positivi ( profitti ); significa invece che è vietata la loro distribuzione a favore dei soggetti che la controllano: associati, donatori, amministratori, manager. Un istituto nonprofit nasce quando uno o più soggetti privati ritengono che sia utile o doveroso che certi insiemi di persone (loro stessi, oppure categorie disagiate, o l intera collettività) dispongano di beni che gli altri tipi di istituti le famiglie, le imprese, lo stato non offrono nei modi (qualità, prezzi) ritenuti opportuni.

17 Con altra espressione, quando si constata il contemporaneo fallimento delle famiglie, delle imprese private (del mercato) e dello Stato nel garantire certi beni a certe categorie di persone a certe condizioni. agiscono come produttori di beni pubblici per soddisfare la domanda d beni pubblici non coperti dallo stato per prodotti particolarmente critici e complessi da giudicare ex-ante (forte asimmetria informativa), quali ad esempio certe cure mediche, gli utent possono preferire come fornitore un istituto nonprofit rispetto ad un impresa privata o allo Stato; perché tutto è sotto il controllo diretto del consumatore gli istituti no profit godono di taluni vantaggi normativi e fiscali (lo Stato favorisce il formarsi di istituti nonprofit che con risorse prevalentemente private offrono beni pubblici). La gestione caratteristica degli istituti nonprofit La gestione caratteristica degli istituti nonprofit (INP) è molto eterogenea perché gli INP sono di natura molto varia. Si possono distinguere i seguenti casi: INP assimilabili a istituti di produzione (es. sanità, istruzione) nei quali avvengono processi di acquisto - trasformazione - cessione a clienti che pagano corrispettivi assimilabili ai prezzi. Il carattere nonprofit deriva dalla destinazione del risultato reddituale.; INP assimilabili a istituti di produzione e consumo (composti) nei quali i destinatari della produzione sono i membri stessi dell istituto (si pensi ad una associazione culturale che organizza incontri per i suoi associati; coloro che sono membri dell associazione delegano alcuni di essi alla produzione del bene culturale che viene consumato dagli stessi membri); INP di pura erogazione (enti di beneficenza). In queste prevalgono i processi di trasferimento delle disponibilità finanziarie raccolte rispetto ai processi di trasformazione tecnica. Si pensi al caso Telethon. Si sostanzia in una grande campagna mediatica attraverso la quale si raccolgono La gestione tributaria degli istituti nonprofit E strettamente connessa a quella caratteristica. Lo Stato, infatti, accorda agli INP agevolazioni fiscali sia in termini di minori o nulli carichi fiscali sia in termini di contributi pubblici. La presenza di INP riduce l intervento diretto da parte dello Stato e quindi le agevolazioni fiscali vanno a compensare i costi che altrimenti lo Stato dovrebbe sostenere per la propria presenza diretta. La gestione patrimoniale degli istituti nonprofit Può essere del tutto trascurabile in diversi INP in quanto difficilmente c è un risparmio. Tuttavia alcuni INP godono di importanti patrimoni sia finanziari sia immobiliari. In questi casi la gestione patrimoniale assume grande rilevanza inquanto capace, se ben gestita, di produrre redditi importanti per l equilibrio economico dell INP. La gestione finanziaria degli istituti nonprofit Assume caratteri particolari in questi istituti. L incertezza di redditi costanti infatti limita di molto la loro capacità di assumere debiti di finanziamento che richiedono, come noto, rimborsi tempificati. E strettamente connessa a quella parte della gestione caratteristica che consiste nel fund raising, ossia nella raccolta di contributi non corrispondenti a specifiche prestazioni dell INP. La gestione assicurativa degli istituti nonprofit Assume varia rilevanza in relazione all attività svolta dagli INP. Si pensi agli INP che svolgono la loro attività in settori rischiosi quali quello sanitario e ospedaliero, della protezione civile, oppure agli INP proprietari di patrimoni immobiliari di elevato valore artistico. Organizzazione degli istituti nonprofit Rispetto all impresa questa attività deve tenere conto dei seguenti due fattori:

18 1) tenere alta la tensione rispetto all efficienza, poiché negli INP mancando forti attese di produzione di risultati reddituali; 2) garantire correttezza nei comportamenti al fine di salvaguardare l immagine di affidabilità; se l immagine dell INP si degrada, il fund raising diventa problematico. Le operazioni di rilevazione e informazione degli istituti nonprofit Sono più complesse rispetto a quelle delle imprese in quando devono rappresentare anche la dimensione sociale degli obiettivi e dei risultati raggiunti. La configurazione dell assetto istituzionale degli istituti nonprofit Rappresenta un attività particolarmente critica negli INP, soprattutto nei casi nei quali coloro che forniscono contributi non usufruiscono dei servizi erogati. In questo caso nasce l esigenza da parte dei primi di controllare il buon uso delle risorse e diventano problematiche anche le scelte collettive di governo economico. La progettazione degli assetti istituzionali deve tenere presente due finalità: costruire e proteggere l immagine di affidabilità dell istituto; garantire elevati livelli di autonomia. CAP4 GLI ASSETTI ISTITUZIONALI Il modello generale per l analisi dell assetto istituzionale Secondo uno schema di analisi generale ogni istituto è visto come un insieme di soggetti, che offrono contributi, e che per tale motivo ricevono ricompense o traggono benefici Nel loro insieme tali soggetti configurano i portatori di interessi Per la vita duratura di un istituto è essenziale che si abbia un governo unitario. Il governo dell istituto deve essere unitario in due aspetti: I contributi di tutti i soggetti devono essere combinati secondo un disegno unitario che assicuri la complementarietà degllr risorse e dei comportamenti e quindi l efficace perseguimento del bene comune. La responsabilità delle decisioni ultime deve essere attribuita ad uno ed un solo organo, secondo un principio di unità di comando Cioè il governo. Bisognerà decidere a quali insiemi di soggetti assegnare il diritto e il dovere di governare Per realizzare un efficace governo di un istituto occorre operare tre insieme di scelte fondamentali: Decidere a quali soggetti assegnare il diritto ed il dovere di governare, direttamente o tramite propri rappresentanti à definire il soggetto d istituto Esplicitare a quali finalità ed obiettivi debba ispirarsi l azione del soggetto d istituto = definire i fini istituzionali Configurare gli organi e i meccanismi di governo che consentano un efficace azione dei soggetti deputati a governare à definire la struttura di governo L assetto istituzionale è la configurazione dei portatori di interessi nei confronti dell istituto, dei contributi che tali soggetti forniscono all azienda, delle ricompense e dei benefici che ne ottengono, del soggetto d istituto, dei fini istituzionali e delle strutture di governo che regolano in equilibrio dinamico di lungo periodo le relazioni tra i portatori di interessi, i contributi e le ricompense I SISTEMI DI INTERESSI CONVERGENTI NEGLI ISTITUTI Lo schema generale l analisi degli assetti istituzionali consiste nell individuare i portatori di interesse e vedere che rapporti hanno con l istituto. Si può constatare che attorno a ciascun istituto si configura sempre una vasta gamma di interessi di varia natura: interessi economici, sociali, morali

19 i vari insiemi di interessi sono parzialmente in competizione tra di loro (il pieno soddisfacimento di alcuni può portare al sacrificio di altri) i contributi provenienti dai vari soggetti sono complementari, ma si possono manifestare anche parziali fungibilità alcune relazioni sono assimilabili e scambi tra specifiche prestazioni reciproche, mentre in altri casi c è asimmetria tra ciò che il soggetto dà e ciò che il soggetto riceve (es: destinatari degli interventi di beneficenza) le varie relazioni sono caratterizzate dai rapporti di forza. In particolare nelle relazioni di scambio economico è essenziale valutare i rapporti di forza contrattuale che essenzialmente dipendono da: dal grado di concentrazione della domanda e dell offerta, dagli investimenti specifici eventualmente in atto, dall asimmetria informativa tra le parti molte delle attese dei soggetti in gioco sono implicite ossia non dichiarate, ma sottintese ai valori e alle consuetudini in essere. I sistemi di interessi convergenti nell impresa Ciascun raggio dello schema identifica -una classe di soggetti-flussi di contributi -flussi di ricompense- attese reciproche, implicite o esplicite -i tipi di contratti che regolano i rapporti I prestatori di lavoro: conferiscono il loro lavoro qualificabile in termini di tempo, competenze, impegno ed energia, creatività, risultati. In (s)cambio si aspettano dall impresa una rimunerazione periodica coerente con le rimunerazioni offerte da altre imprese per lavori e risultati analoghi. L impresa ha nei loro cnfr attese d lealtà, obbedienza, sviluppo competenze.. a volte di parla di Partecipazione: es: quote su quello che vendi..compensi in base alla qualità del lavoro è più stimolante. I conferenti di capitale di rischio: conferiscono mezzi monetari. Essi hanno diritto agli utili e possono sempre vendere le proprie quote di capitale di rischio. Essi si aspettano: una rimunerazione (a) periodica degli utili conseguiti dalle imprese e (b) un guadagno in conto capitale rappresentato dalla differenza tra quanto conferito e quanto realizzato al momento della cessione delle proprie quote o al momento della liquidazione dell impresa. È incerto..può esserci utile o perdita. Spesso partecipano (partecipazione) al governo economico d impresa. Attesa rimun soddisfacente Fornitori: apportano all impresa condizioni di produzione di varia natura secondo una pluralità di condizioni di scambio.. in cambio di una rimunerazione Conferenti di capitale di prestito: apportano mezzi monetari che messi a disposizione dell impresa per un dato periodo di tempo a fronte dell impegno di rimborso del capitale e di pagamento degli interessi nella misura e nei tempi stabiliti. È un rapporto di scambio di denaro Le imprese di assicurazione: coprono i rischi particolari delle imprese loro clienti a fronte di premi.scambio. Clienti: acquistano i beni prodotti dall impresa e gestiscono il loro rapporto attraverso le molteplici condizioni dello scambio.(denaro) Alleati istituzionali: sono le imprese partner in gruppi di imprese, consorzi, cartelli.. partecipano al governo dell impresa perché sono alleateeee I concorrenti: imprese che offrono prodotti analoghi a quelli della ns impresa.. rapporto di concorrenza o cooperazione (es: consorzi per avere una concorrenza temperata per evitare effetti indesiderati..a volte interv lo stato..) Lo stato: lo stato è produttore ed erogatore di beni pubblici a completamento dell essere precettore di tributi. Lo stato inoltre regola il comportamento delle imprese. Funge da dispensatore di incentivi finanziari ed è cliente. Le collettività locali: instaurano relazioni particolarmente significative con le imprese Soggetto d istituto: può avere differenti soluzioni, di solito sono i conferenti di capitale di rischio e prestatori di lavoro ma anche gli altri possono esserlo.

20 I sistemi di interessi convergenti nelle famiglie I primari portatori di interessi istituzionali non economici (ma specialmente sociali) in una famiglia sono i membri della famiglia stessa. Il soggetto di istituto è padre-madre(direttamente) e i figli (indirettamente). (anche i prestatori di lavoro nelle famiglie allargate fanno parte del soggetto d istiuto)è anche soggetto economico però perché ha anche interessi economici. Le attese economiche consistono nell attuazione di consumi. Il fine immediato dei consumi è direttamente connesso a quello del conseguimento di redditi di lavoro e di gestione patrimoniale atti coprire i consumi e i tributi e da consentire un risparmio da destinare all incremento del patrimonio di reddito. La formazione di risparmio è un indicatore significativo del soddisfacimento dei bisogni economici della famiglia. Speciali relazioni tra istituti si hanno quando i membri della famiglia stessa sono prestatori di lavoro o conferenti di capitale. I sistemi di interessi convergenti nello stato Nel caso dello stato i portatori primari di interessi attivi sono i cittadini che si aspettano di poter disporre di beni pubblici per soddisfare i loro bisogni. Lo stato si aspetta che tutti i cittadini contribuiscano alla copertura dei costi di produzione dei beni pubblici secondo le norme del sistema tributario. Tra lo stato e i cittadini si instaurano importanti relazioni economiche anche per ciò che riguarda i conferenti di capitale di prestito e debito pubblico per coprire i propri deficit

21 Soggetto d istituto: i cittadini+prestatori di lavoro I sistemi di interessi convergenti negli ist nonprofit gli istituti nonprofit sentono il bisogno di tutelare qualcosa e la collettività valuta positivamente questi interventi. Lo stato apprezza e fornisce contributi in varie forme. Anche i cittadini vicini alle finalità dell istituto nonprofit contribuiscono sia con mezzi monetari che con lavoro volontario. Soggetto d istituto: il soggetto non si appropria in questo caso dei risultati residuali, ha diritto-dovere di governare. Di solito sono i fornitori di contributi che non ottengono ricompene o benefici diretti. L INTEGRAZIONE DEI CONTRIBUTI: IL SOGGETTO ECONOMICO L integrazione dinamica dei contributi come condizione di economicità L integrazione tra i diversi portatori di interessi è condizione NECessaria per garantire agli istituti una vita economica duratura (lunga vita istituto). Tra tutti i soggetti si devono instaurare relazioni di cooperazione.solo così i contributi di tutti produrranno ricompense adeguate per tutti i portatori di interessi. L integrazione dinamica dei contributi è una condizione di economicità. E una condizione che non si attua spontaneamente. L integrazione dinamica dei contributi dei vari soggetti si caratterizza per: (schema concettuale generale) vantaggi ottenibili dall integrazione armonica e dinamica di tutti i soggetti, dei loro contributi e ricompense nel caso in cui vi siano tre i soggetti relazioni di fiducia e cooperazione e sanno che i risultati ottenuti saranno equamente ripartiti in base ai contenuti ( no comportamenti opportunistici qs produce una diminuizione dei costi aziendali e incrementi dei valori degli output oltre che solide basi per il futuro) bassi costi di transazione con i soggetti esterni; bassi costi di coordinamento interno; bassi prezzi-costo degli input; ( i conferenti di contributi effettuano volentieri investimenti specifici) migliore qualità, personalizzazione e flessibilità degli input; elevato impegno di tutti i soggetti; maggiore soddisfazione dei bisogni di socialità; processi di apprendimento collettivo ostacoli all integrazione (L integrazione tra i soggetti presenta anche ostacoli e leve per realizzarla) obiettivi differenti in merito alla combinazione ottimale di risorse, competenze e attività; ( la specializzazione fa si che ci siano i contributi di una pluralità di soggetti ciascuno con proprie risorse, competenze, idee e magari poca adesione quindi al disegno complessivo) i soggetti sono in competizione per ottenere le rimunerazioni; si opera in di informazione incompleta e incertezza per il futuro ;

22 molti dei risultati ottenuti sono frutto di un lavoro congiunto, per cui è difficile decidere a chi attribuire i risultati residuali; I vari soggetti hanno diverse propensioni al rischio leve per l integrazione: definizione degli organi massimi di governo; definizione dei soggetti cui attribuire i risultati residuali(ciò che rimane dopo aver dato le rimunerazioni in base ai contributi) progettazione attenta dell assetto organizzativo x guidare il comportamento delle persone nell istituto messa in atto di meccanismi di integrazione con soggetti esterni all istituto Il soggetto d istituto, il soggetto economico e i fini istituzionali In linea di principio, tutti i portatori di interessi dovrebbero partecipare al governo dell istituto. Tuttavia ciò determinerebbe: elevati costi di governo, e complessità organizzativa; qualità e tempi delle decisioni inadeguati alla vita dell istituto; mancato riconoscimento della maggiore criticità di alcuni contributi Per tale motivo, una o poche categorie di portatori di interessi partecipano direttamente al governo dell istituto (il soggetto d istituto ), mentre le altre categorie partecipano attraverso meccanismi indiretti di rappresentanza/controllo Al soggetto d istituto fanno capo due insiemi fondamentali di diritti-doveri: il diritto-dovere di governare, ossia di guidare l istituto e di prendere le decisioni ultime; il diritto di godere dei risultati residuali positivi, e di farsi carico degli eventuali risultati residuali negativi. il soggetto d istituto si assume i rischi generali e deve essere scelto in modo da massimizzare la probabilità che l istituto perduri nel tempo autonomamente I fini istituzionali coincidono con le attese primarie delle persone che compongono il soggetto d istituto. Si denominano anche interessi istituzionali Gli interessi degli altri soggetti sono interessi non istituzionali In tutti gli istituti convergono interessi sia economici sia non economici Si configurano pertanto quattro classi di interessi convergenti negli istituti: Interessi istituzionali economici Interessi istituzionali non economici Interessi non istituzionali economici Interessi non istituzionali non economici L insieme dei portatori di interessi istituzionali (economici e non economici) forma il soggetto d istituto L insieme dei portatori di interessi istituzionali economici forma il soggetto economico Il soggetto d istituto è la società umana che lo identifica (insieme delle persone che si associano per realizzare un bene comune) Le prerogative ed i principi di governo economico Il soggetto economico (che di regola coincide con il soggetto d istituto) esercita le prerogative di governo economico Le prerogative di governo economico consistono nel diritto-dovere di: fissare gli obiettivi, le strategie e le politiche dell istituto scegliere i soggetti che contribuiranno alla vita economica dell istituto (e stipulare con questi patti e contratti) progettare e mettere in atto le strutture di governo e di controllo sorvegliare il funzionamento dell istituto

23 Il governo economico deve ispirarsi ad alcuni principi generali: economicità (o vita duratura economica), ossia la capacità dell istituto di svolgersi in autonomia economica, senza il ricorso sistematico a coperture di perdite a parte di altre economie contemperamento degli interessi, ossia l adozione di strutture e processi, e soprattutto atteggiamenti e comportamenti, ispirati alla logica della partecipazione e del confronto Le strutture di governo economico Quando il soggetto di istituto ed il soggetto economico sono formati da molte persone, si rende necessario configurare strutture e meccanismi che rappresentino adeguatamente tutti gli interessi, e diano luogo a processi decisionali efficienti Nell ipotesi che il soggetto economico coincida con una sola categoria di portatori di interessi si avrà una struttura di governo economico basata essenzialmente su 3 organi: l assemblea dei membri del soggetto economico quale organo supremo di indirizzo generale e di nomina sia dei membri dell organo decisionale di governo economico, sia dell organo di controllo l organo decisionale di governo economico, composto da una o poche persone con specifiche competenze tecniche e manageriali, che configura e indirizza l attività della struttura organizzativa un organo di controllo che verifica l operato dell organo decisionale GLI ASSETTI DI GOVERNO NEGLI ISTITUTI L assetto di governo delle famiglie sono membri del soggetto d istituto (come anche del soggetto economico) della famiglia tutte le persone che la compongono gli interessi economici di persone di altre famiglie (con rapporti di parentela) devono considerarsi non istituzionali, a meno che non si configuri un gruppo economico di aziende familiari Il governo economico dell azienda familiare comporta un articolato insieme di decisioni complesse poiché implicano significati non solo economici (ripartizione del lavoro tra soggetti, lavoro interno/esterno, livelli di consumo e di risparmio, modalità di impiego del risparmio, eredità e donazioni etc.) Le prerogative di governo economico spettano a tutte le persone della famiglia in funzione di età, esperienza e competenza Spesso il governo economico è delegato al capofamiglia, anche se molte decisioni avvengono in forma collegiale Non sempre il contemperamento degli interessi risulta agevole L assetto di governo delle imprese Differenti imprese richiedono differenti assetti di governo Differenti assetti di governo attribuiscono rilevanza a differenti categorie di portatori di interessi la nostra ipotesi di riferimento è quella dell impresa nella quale il soggetto d istituto ed il soggetto economico sono formati dall insieme dei conferenti di capitale di rischio e dei prestatori di lavoro nel mondo occidentale la grande maggioranza delle imprese è configurata secondo il modello capitalistico, anche se: la forma e la sostanza non sempre coincidono

24 alcuni ordinamenti (es. Germania) prevedono esplicitamente la partecipazione dei prestatori di lavoro nel governo dell impresa la disciplina della Società Europea prevede modalità di partecipazione dei prestatori di lavoro in alcune scelte di governo delle imprese Qualunque sia la scelta sulla struttura di governo, alcuni temi hanno svolgimento uniforme in tutte le imprese: il fine immediato delle imprese è rappresentato dalla produzione di rimunerazioni e di altre connesse condizioni per i membri del soggetto economico le prerogative di governo economico nelle imprese riguardano: scelte di assetto istituzionale (organi di governo e loro struttura; scelte di fusioni, scorpori, concentrazioni, accordi; relazioni interaziendali) scelte di configurazione delle combinazioni produttive (oggetto sociale, dimensione, diversificazione, integrazione, internazionalizzazione) scelte di assetto tecnico, assetto organizzativo, organismo personale il soggetto economico è unico e unitario il principio generaledi governo è quello del contemperamento degli interessi Il soggetto economico improprio nella realtà accade spesso che l insieme delle persone che dovrebbero esercitare il governo economico (il soggetto economico) non coincide con l insieme di persone che di fatto esercitano il governo economico. I casi più frequenti nelle imprese sono: il governo è esercitato da insiemi di persone che non rappresentano l intero soggetto economico, ma solo una parte di esso (es. azionisti di controllo trascurando quelli di minoranza) Il governo è esercitato da insiemi di persone che non fanno parte del soggetto economico (es. esponenti politici che vogliono interferire nelle strategie di un impresa) nei casi precedenti si parla di soggetto economico improprio si tratta di una situazione potenzialmente pericolosa per l impresa, e certamente iniqua L assetto di governo dello stato Lo Stato si articola in complesse strutture di istituti pubblici, tra cui hanno particolare rilievo le articolazioni territoriali: Stato, Regioni, Province, Comuni L ordine economico di tali istituti è definito azienda composta pubblica Sono membri dell istituto e portatori di interessi istituzionali tutti i cittadini membri dello Stato sono membri del soggetto economico tutti i membri della collettività e coloro che prestano lavoro nelle aziende composte pubbliche I fini economici istituzionali delle aziende composte pubbliche sono: Il soddisfacimento dei bisogni pubblici di tutti i membri della collettività La rimumerazione del lavoro dei prestatori di lavoro il governo economico si esercita in via indiretta per mezzo di organi collegiali i cui membri sono scelti tramite elezione (ruolo politico) La distinzione e l integrazione di ruoli politici e ruoli economici si attua A livello di struttura complessiva dell amministrazione pubblica A livello di singoli istituti dell amministrazione pubblica L assetto di governo degli istituti non profit negli istituti nonprofit il soggetto d istituto può far capo a tre categorie di soggetti: Gli associati delle associazioni chiuse ed aperte I donatori privati e pubblici I prestatori di lavoro

25 Sono interessi istituzionali economici: Le attese di soddisfacimento dei bisogni comuni degli associati Le attese di rimunerazione dei prestatori di lavoro non volontario Sono interessi istituzionali non economici quelli dei donatori In definitiva, negli istituti nonprofit l insieme delle persone che compone il soggetto d istituto può essere notevolmente diverso (molto più ampio) rispetto a quello che compone il soggetto economico CAP5 L ECONOMICITA ECONOMICITA COME PRINCIPIO E COME OBIETTIVO Equilibrio istituzionale Si ha equilibrio istituzionale quando tutti i membri del soggetto di istituto: condividono i valori e gli obiettivi che ispirano la vita dell istituto, le sue strutture e modalità di governo, le logiche organizzative; ricevono ricompense e benefici giudicati equi rispetto ai contributi forniti. L equilibrio istituzionale è di lungo periodo ed è caratterizzato da: curabilità-continuità (le persone che partecipano alla vita degli istituti si attendono che l istituto perduri nel tempo; gli istituti nel tempo accumulano patrimoni di relazioni e di competenze che sono relativamente indipendenti dalle persone) autonomia (libertà di scegliere i propri fini e le proprie modalità di governo) Equilibrio istituzionale e equilibrio economico Si ha equilibrio economico, ossia economicità, quando l istituto nel suo insieme è in grado di attrarre risorse sufficienti per remunerare tutte le condizioni di produzione e di consumo utilizzate per svolgere le proprie combinazioni economiche Equilibrio istituzionale ed equilibrio economico sono interconnessi, ma non sincroni. In quanto condizione di vita degli istituti, l economicità è contemporaneamente un principio ed un obiettivo fondamentale di buon governo degli istituti. Durabilità e autonomia DURABILITA L azienda, ordine economico di istituto, deve svolgersi secondo condizioni di vita e di funzionamento tali da consentire di durare nel tempo in un ambiente mutevole. La continuità e lo sviluppo di un istituto hanno un valore per i suoi membri attuali, per i suoi membri futuri e per la collettività in generale. AUTONOMIA Si verifica quando un azienda non ricorre sistematicamente a interventi di sostegno o di copertura delle perdite da parte di altri istituti. Le coperture di perdite e gli interventi di sostegno realizzati anche per via indiretta, (esenzione fiscale, manovre di debito pubblico) sono tutte soluzioni precarie. Economicità come perseguimento di fini e condizioni Il principio di economicità si declina in due forme complementari: 1. perseguimento di fini economici istituzionali imprese: rimunerazioni monetarie e di altra specie per i prestatori di lavoro e per i conferenti di capitale di rischio; famiglie: appagamento dei bisogni delle persone che le compongono;

26 stato: appagamento dei bisogni di beni pubblici dei cittadini e remunerazione dei prestatori di lavoro; istituti nonprofit: appagamento dei bisogni di varie categorie di associati e fruitori e remunerazione dei prestatori di lavoro. 2. rispetto simultaneo di un insieme di condizioni di svolgimento dell attività economica. Nelle imprese tale principio si declina in quattro condizioni fondamentali da rispettare: equilibrio reddituale efficienza e flessibilità congruità delle remunerazioni equilibrio monetario ECONOMICITA DELLE IMPRESE Equilibrio reddituale L equilibrio reddituale (equilibrio tra componenti positivi e negativi di reddito) esprime l attitudine della gestione di rimunerare, con i componenti positivi di reddito, alle condizioni di mercato, tutti i fattori produttivi compresi il capitale di prestito ed il capitale di rischio. Esso deve essere valutato in funzione: del tempo di riferimento (di breve o di lungo periodo) dell oggetto di riferimento (azienda equilibrio aziendale oppure gruppo aziendale equilibrio superaziendale) Efficienza e flessibilità Non si ha economicità senza il mantenimento di un livello accettabile di efficienza, espressa in termini di rendimento fisicotecnico dei processi produttivi. Solo in condizioni particolari e temporanee le inefficienze possono essere trasferite all esterno, senza danneggiare l equilibrio reddituale dell azienda (es.monopolio), ma penalizzando altre aziende. In generale, per efficienza s intende la relazione che intercorre tra risultati conseguiti e mezzi impiegati e viene riferito a sfere operative diverse. Una particolare espressione dell efficienza sono i rendimenti fisico-tecnici. L azienda in economicità è quella che ricerca anche flessibilità, ossia la predisposizione di strutture e di combinazioni produttive efficienti in grado di adeguarsi prontamente all ambiente. Congruità delle remunerazionii Non si ha economicità senza congruità dei prezzi-costi sostenuti e dei prezzi-ricavi conseguiti e, in particolare, congruità delle rimunerazioni del capitale-risparmio e del lavoro. In aziende in cui tale congruità non viene rispettata, l economicità aziendale viene perseguita grazie anche al concorso ed a scapito di altre aziende familiari o di altre aziende di produzione. Il giudizio di adeguatezza o di congruità dei prezzi-costo e dei prezzi-ricavo comporta un esame delle condizioni di ambiente che caratterizzano i diversi mercati in cui le imprese operano. Equilibrio monetario l economicità è strettamente correlata al conseguimento dell equilibrio monetario, ossia alla capacità di far fronte agli impegni di pagamento. La diversa manifestazione temporale di costi e ricavi e dei relativi flussi monetari si traduce in fabbisogno finanziario. Compito della gestione finanziaria è ricercare la copertura di tale fabbisogno. La gestione finanziaria gioca così da cuscinetto tra la dinamica reddituale e la dinamica monetaria, compensando i periodi in cui si determinano squilibri monetari con quelli in cui si manifestano eccedenze di cassa.

27 Massimizzazione del profitto Il principio di economicità non si identifica con il criterio della massimizzazione del profitto. Il principio di economicità non si identifica con un criterio massimizzante, limitato e rivolto esclusivamente ad una classe di soggetti, quali i conferenti di capitale proprio. Esso si traduce nel rispetto simultaneo delle condizioni favorevoli al mantenimento e allo sviluppo dell azienda, intesa come mezzo per conseguire i complessi fini di istituto. ECONOMICITA DELLE FAMIGLIE Nella azienda familiare l economicità viene conseguita se la produzione di redditi da lavoro e da gestione patrimoniale (al netto dei tributi da corrispondere allo Stato) consente i consumi in misura adeguata alla posizione sociale e al progresso del tenore di vita della famiglia. Questa produzione di redditi dovrebbe anche generare un risparmio in grado di alimentare un conveniente patrimonio. L equilibrio monetario può giocare un ruolo importante, anche se si risolve molto spesso con la creazione di un fondo di mezzi liquidi sufficiente a fronteggiare le uscite monetarie concentrate in dati periodi dell anno. ECONOMICITA DELLO STATO E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Si ha economicità dello Stato e degli Istituti della P.A. se si realizzano i fini e si rispettano le condizioni seguenti: la produzione e il consumo di beni pubblici soddisfacenti per il funzionamento e lo sviluppo sociale ed economico di una collettività; la corresponsione di rimunerazioni adeguate ai collaboratori e ai finanziatori; l elevata efficienza delle combinazioni economiche realizzata mediante l adozione di tecniche progredite di gestione, di organizzazione e di rilevazione; l imposizione di tributi che siano ripartiti secondo criteri di equità condivisi dalla collettività; l attuazione di una gestione patrimoniale che produca redditi convenienti; la realizzazione di un risultato sintetico di risparmio o unndisavanzo contenuto. ECONOMICITA DEGLI ISTITUTI NONPROFIT In molte classi di istituti nonprofit solo una parte limitata dei costi è coperta da ricavi provenienti da cessione di beni a terzi; l equilibrio reddituale si realizza facendo conto su elargizioni volontarie, donazioni, lasciti, ecc., provenienti prevalentemente da soggetti privati ma anche da enti pubblici. Lo snodo critico in materia è rappresentato dalla stabilità nel tempo di tali flussi di contributi. Il difficile equilibrio reddituale rende fragile anche l equilibrio monetario e l insieme di queste condizioni mette a repentaglio la vita dell istituto o la sua autonomia. In particolare, ogni crisi reddituale o monetaria può diventarennl occasione per il formarsi di soggetti economici impropri o per l alterarsi della natura privatistica dell istituto nonprofit. In molti istituti nonprofit si presentano problematiche complesse con riguardo alla valutazione dell efficienza e alla valutazione del grado di soddisfazione degli utenti. Il divieto di distribuire i risultati reddituali riduce la tensione allanminimizzazione dei costi; ciò è particolarmente vero quando l istituto nonprofit è governato da persone che non sono contemporaneamente i finanziatori o gli utenti. Gli istituti nonprofit mostrano una notevole inerzia nel rispondere alla crescente domanda di beni da loro offerti; ciò si spiega, oltre che per la mancanza di incentivi connessi al profitto, per le difficoltà strutturali nella raccolta di risorse finanziarie. La ricerca di nuove donazioni da parte di un istituto nonprofit equivale ad una campagna di promozione del proprio prodotto.

28 CAP7 ANALISI DELL ECONOMICITA E DEL CAPITALE EONOMICO Le sintesi di bilancio e gli equilibri delle aziende di produzione il bilancio di fine esercizio oltre ad essere obbligatorio per legge per tutelare gli interessi di quanti entrano in contatto o rapporto con l azienda ma Le sintesi di bilancio permettono di conoscere lo stato di salute dell azienda di esprimere giudizi su: la capacità dell azienda di rispettare il principio di economicità; quali sono le condizioni che potranno favorire l economicità futura. Per rendere più efficace la lettura e l analisi delle sintesi di bilancio si utilizzano due tecniche: (si riscrive il bilancio in modo da evidenziare meglio gli elementi utili e raggrupparli in modo intelligente, non solo storico) 1. la riclassificazione; 2. la costruzione di indici o quozienti sintetici. Riclassificazione La riclassificazione delle sintesi di bilancio consiste nel riesporre le voci e i valori in esse contenute in un ordine diverso, con l obiettivo di ottenere informazioni ulteriori rispetto a quelle offerte dagli schemi originari. La riclassificazione delle voci segue criteri diversi per il conto economico e per lo stato patrimoniale. CONTO ECONOMICO Criterio a ricavi e costo del venduto STATO PATRIMONIALE Criterio finanziario Riclassificazione del conto economico a ricavi e costo del venduto La classificazione delle operazioni di gestione presentata nel capitolo 3 è utile a questo scopo. Le diverse gestioni costituiscono le fonti primarie dalle quali scaturiscono i flussi reddituali dalla cui analisi è possibile formulare un giudizio sulla potenzialità di reddito dell impresa.la riclassificazione del conto economico secondo il criterio a ricavi e costo del venduto è volta a mettere in luce il contributo delle singole gestioni alla formazione del risultato reddituale finale (reddito netto).

29 Risultati REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA Risultato della gestione caratteristica REDDITO OPERATIVO Risultato della gestione caratteristica + Risultato della gestione patrimoniale REDDITO OPERATIVO Risultato della gestione caratteristica + Risultato della gestione patrimoniale + Risultato della gestione finanziaria Sintesi La riclassificazione del conto economico secondo il criterio a ricavi e costo del venduto consente di: capire i fenomeni che hanno determinato la formazione del risultato reddituale: in particolare i contributi delle singole gestioni; avere informazioni utili per l accertamento della capacità di reddito tendenziale; esprimere giudizi sull equilibrio reddituale e quindi sull economicità dell azienda in funzionamento. AZIENDA A: è decisivo il contributo della gestione caratteristica. Buona capacità di reddito tendenziale AZIENDA B: il ROGC è in gran parte assorbito dagli oneri della gestione finanziaria. eccessivo ricorso alla gestione finanziaria

30 AZIENDA C: il risultato reddituale Netto deriva principalmente dalla gestione patrimoniale e da componenti straordinari. Giudizio negativo circa la capacità di reddito tendenziale Riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario La riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario è volta a mettere in luce la solvibilità a breve e a lungo termine dell impresa. Per classificare le voci dello stato patrimoniale si utilizza: per le voci dell attivo(corrente o fisso) il criterio della liquidità (=attitudine a trasformarsi in tempi più o meno brevi i mezzi monetari senza danneggiare la gestione operativa) per le voci del passivo e del capitale netto. Si usa il criterio della scadenza (=termine entro il quale si deve fare fronte agli impegni) attivo corrente è composto da - liquidità immediate(fond liquidi dell azienda o tenuti presso banche o titoli di stato) - liquidità differite (crediti di regolamento che si realizzano entro il periodo di un anno) - disponibilità (rappresentate dalle varie classi di rimanenze materie prime semilavorati..prodotti finiti) attivo fisso è composto da: - immobilizzazioni finanziarie (crediti esigibili oltre l anno,, partecipazioni e crediti di finanziamento) - immobilizzazioni materiali nette ( espresse in valore contabile residuo=al netto dei fondi di ammortamento comprende tutti i bini pruliennali impianti..) - immobilizzazioni immateriali nette (costi brevettti marchi spese già sostenute che hanno utilità anche negli esercizi futuri) passivo e del capitale netto comprende: - passivo corrente ( debiti con scadenza inferiore all anno) - passivo consolidato ( debiti con scadenza oltre l anno e fondo di trattamento di fine rapporto - capitale netto o capitale proprio ( capitale sociale, utile dell esercizio..) la differenza tra attivo corrente e passivo corrente evidenzia il capitale circolante netto che è un indiatorew di equilibrio monetario in quanto mette in correlazione investimenti e fonti che esercitano un influsso sulla dinamica monetaria dell anno successivo. Da uno stato patrimoniale riclassificato si possono trarre 3 TIPI DI GIUDIZI: 1) composizione e struttura degli impieghi 2) composzione e struttura delle fonti di finanziamento e consente di apprezzare il rischio finanziario che non è determinato solo dai debilti rispetto ai mezzi propri 3) Equilibrio strutturale tra natura e variabilità delle fonti e natura e variabilità degli investimenti.

31 Sintesi riclassificazione stato patrimoniale I flussi di cassa Il bilancio non esplicita i movimenti monetari manifestatisi nell esercizio. Il rendiconto delle variazioni dei mezzi monetari è il documento che permette di mettere in evidenza la dinamica monetaria, dunque di esprimere giudizi circa l EQUILIBRIO MONETARIO dell impresa. La costruzione di tale documento si effettua partendo dal reddito netto e procedendo a ritroso. Al reddito netto di esercizio vanno sommati algebricamente: i valori che non hanno determinato movimenti monetari; le variazioni di capitale circolante netto (sottraendo le variazioni positive e sommando quelle negative); gli investimenti e le variazioni di capitale proprio e di passività consolidate. I flussi di cassa: schema di costruzione i flussi di cassa, schema di sintesi

32 Indici di bilancio, natura, obbiettivi oltre all equilibrio reddituale e l equilibrio patrimoniale è utile valutare l equilibrio monetario. Sulla base del reddito. Il reddito è il risulatato di una serie di misurazioni e di alcune convenzioni adottate nel momento della rilevazioni dei valori derivanti dalle operazioni di scambio. Si inseriscono nelle rilevazioni di reddito - componenti negative di reddito=uscite monetarie - si adotta il criterio di variazione numerariamettendo i ricavi quando si emette la fattura (quando si ha il credito, non quando si ha l entrata di moneta stessa cosa x i costi) - si valutano le rimanenze di esercizio - tutto ciò nasconde una dinamica monetaria di pagamenti e riscossioni. per risalire dal reddito netto alla sintesi delle variazioni monetarie si segue un procedimento a ritroso. Si somma al reddito con segno opposto quei valori che non hanno determinato movimenti di moneta e credito (come l ammortamento). Tle valore ( reddito netto più ammortamenti e accantonamenti) denominato utile spendibile, esprime la generazione di un flusso che non può dirsi ancora monetario, ma è potenziale monetario che che diventa effettivo solo se nel periodo non si sono manifestate variazioni nette della consistenza dei crediti e e dei debiti di regolamento e del valore delle rimanenz, vale a dire del valore di capitale circolante netto operativo.. se nel periodo il capitale circolante netto è cresciuto ( i crediti di regolamento e le rimanenze sono aumentati e i debiti di regolamento si sono contratti,) vuol dire che una parte d tale flusso è stat assorbita da questo circolante e che quindi il flusso monetario risulta minore. Se il capotale circolante invece diminuisce il flusso i trasforma in un flusso monetari ancora più elevato

33 Gli indici di bilancio costituiscono il completamento delle riclassificazioni delle sintesi di bilancio per formulare giudizi sull economicità della gestione dell azienda in funzionamento, poiché sono quozienti che hanno la capacità di sintetizzare e quantificare fenomeni complessi. Gli indici intendono analizzare tre fenomeni: la redditività; ossia il rapporto tra una configurazione di reddito e un altra grandezza a questa correlata la solidità patrimoniale come espressione della solvibilità a lungo termine dell impresa, cioè la capacità di far fronte agli impegni nel medio e nel lungo periodo la liquidità; come indicatore della solvibilità a breve, cioè della capacità di far fronte momento per momento ai pagamenti Gli indici di redditività Gli indici di redditività misurano la capacità dell azienda di produrre reddito, e quindi di remunerare adeguatamente tutte le condizioni di produzione. I principali indici di redditività sono: ROE (Return on Equity), che esprime la redditività del capitale proprio; ROA (Return on Assets), che esprime la reddività della gestione operativa. ROS (Return on Sales), che esprime il grado di convenienza economica delle vendite effettuate nell esercizio. ROE: Il ROE misura il rendimento del capitale netto, ovvero l incremento potenziale del capitale netto nel periodo, prima dell eventuale decisione di distribuire utili. ROE = Reddito Netto / Capitale Netto = RN / CN Fattori determinanti del ROE sono: la redditività operativa (ROA). Il ROA misura la redditività della gestione operativa, cioè il rendimento degli investimenti effettuati nelle attività produttrici di reddito. ROA = Reddito Operativo / Attivo Netto = RO / AN il rapporto di indebitamento (RI); l incidenza del reddito netto sul reddito operativo (TI). CAP9 LA STRUTTURA DELL AZIENDA, L AMBIENTE ECONOMICO, IL SISTEMA COMPETITIVO. IL SISTEMA DELLE SCELTE E LA STRUTTURA DELLE AZIENDE L azienda come sistema decisionale L azienda può essere osservata come un sistema decisionale (quali decisioni vengono prese, da chi, quali tempi e sequenze, quali logiche e procedure) L esigenza di decidere è dettata dal continuo dinamismo interno ed esterno all impresa. La qualità del governo strategico coincide con la qualità delle decisioni prese. Le decisioni in campo economico: sono soggette al vincolo di scarsità delle risorse. Il vincolo delle risorse scarse può essere visto come un gioco a somma 0

34 impongono attente e rigorose analisi di convenienza economica comparata che possono essere svolte ricorrendo a modelli di analisi economica per le decisioni sono adottate in condizioni di incertezza e, dunque, comportano rischi sono intenzionalmente razionali, ma soggette a limiti di razionalità (condizioni di razionalità limitata) e di rischi di ritualizzazione producono conseguenze più o meno ampie e stabili sulle condizioni di futuro svolgimento dell impresa sono effettuate seguendo 2 principi: 1) bisogna compiere scelte con flessibilità (capacità di adattamento ai futuri incerti scenari) 2) rinnovare le basi per il futuro La struttura dell azienda come frutto di scelte aziendali Le classi di scelte del governo strategico - scelte di configurazione del sistema di prodotto col quale presentarsi ai mercati per suscitare domanda, e fronteggiare i concorrenti - scelte di dimensionamento della capacità produttiva - scelt es di estensione interfunzionale e scelte di estensione verticale(qo)uali att svolgere all int e quali fare svolgere ad altri soggetti) - scelte di estensione orizzontale (più bisness, più combinazioni prodotto mercato) - scelte di gestione patrimoniale, finanziaria, tributaria - scelte di formazione e sviluppo del patrimonio - scelte relative all assetto organizzativo e all organismo personale - scelte di assetto istituzionale le 5 macrovariabili: - assetto istituzionale - configurazione delle combinazioni economiche - organismo personale - assetto organizzativo Assetto istituzionale: configurazione dei portatori di interesse, dei contributi che questi forniscono all azienda Configurazione combinazioni economiche: assetto complessivo delle attività svolte dall azienda attraverso i suoi membri o prestatori di lavoro Patrimonio: è formato dalle varie clasi di condizioni produttive materiali e immateriali utilizzate dall istituto per svolgere la propria attività economica (riscorse monetarie, materiali e immateriali) Organismo personale: insieme delle persone che prestano il loro lavoro nell istituto Assetto organizzativo: è la macrovariabile che definisce la struttra interna e le modalità di svolgimento dei procesi aziendali. Esso risulta dalla configurazione di 3 variabili: 1. struttura organizzativa 2. distribuzione del potere

35 3. sistemi operativi 4. decisioni aziendali Le cinque macrovariabili che compongono il modello sono tra loro collegate da relazioni di interdipendenza e complementarietà (coerenza interna): ogni configurazione complessiva ha una propria coerenza interna la variazione di una macrovariabile produce effetti sulle altre componenti del modello ogni intervento di riprogettazione di una macrovariabile può richiedere adattamenti nelle altre componenti per assicurare nuova coerenza Le cinque macrovariabili sono fortemente influenzate dall ambiente nel quale l azienda opera (coerenza esterna) L uniteratà degli istituti e del loro governo Ogni istituto è una realtà unitaria e unitario deve essere il suo governo economico (principio della unitarietà del governo economico: tutte le decisioni devono comporsi in un disegno unitario e coerente) L unitarietà del governo economico è realizzata con la formulazione e la realizzazione di una strategia aziendale. La strategia aziendale unifica le politiche delle singole aree funzionali. La strategia aziendale si compone di due elementi fondamentali: l orientamento strategico di fondo (OSF) è l insieme di idee-guida, di valori e di atteggiamenti che definiscono l identità, effettiva o ricercata, dell impresa: che cosa l impresa fa o vuol fare, come e perché fare impresa <8filosofia gestionale e organizzativa). In quali aree competitive l impresa vuole operare, in che modo intende affrontare la concorrenza, quali decisioni strategiche sul piano finanziario..tecnologico di marketing gli indirizzi strategici in cui l OSF si concretizza( sono rappresentati da scelte strategiche che definiscono in quali arene competitive l azienda intende operare e in che modo intende affrontare la concorrenza, come intende gestire gli attori istituzionali, quali decisioni strategiche prenderà a livello finanziario, tecnologico, di marketing e così via ) L uniteratà delle combinazioni economiche I caratteri di unitarietà delle combinazioni economiche sono: complementarietà, che si manifesta tra: fattori produttivi, ad es.: il lavoro è complementare all impiego di impianti nella attività di trasformazione fisico tecnica insiemi di operazioni, ad es.: le attività di vendita sono complementari a quelle di trasformazione per lo svolgimento delle combinazioni economiche fungibilità, che si manifesta tra: differenti fattori produttivi, ad es.: nell ambito di uno stesso processo di trasformazione fisico tecnica, lavoro e impianti possono essere tra loro fungibili classi di operazioni, ad es.: l investimento nella qualità può ridurre l incidenza di attività di assistenza post-vendita comunanza: uno stesso fattore di produzione o un insieme di operazioni concorrono ad ottenere più risultati, ad es.: un impianto di produzione può essere comune a più linee di produttive congiunzione: da uno stesso processo produttivo escono contemporaneamente e necessariamente più risultati, detti risultati congiunti, ad. es. processo di distillazione del petrolio uniformità dei fattori di produzione, dei processi produttivi e dei prodotti, che si manifesta nei fenomeni di: standardizzazione, ad es. standardizzazione dei prodotti fabbricati

36 uniformazione, la standardizzazione non riguarda più una singola azienda, ma tutte le aziende che adottano standard comuni per svolgere certe attività, ad es. recepimento di norme relative a pesi e misure da adottare nelle attività di fabbricazione di certi prodotti come la bulloneria modularità, progettazione di componenti (moduli) che possono concorre alla produzione di differenti prodotti complessi, ad es. i pianali delle automobili sono spesso utilizzati per diversi modelli - interdipendenza tra unità che compongono l azienda (organi e persone). L interdipendenza analizza in termini organizzativi i precedenti caratteri di unitarietà delle combinazioni economiche. Tanto più forti sono questi caratteri, tanto più elevata sarà l interdipendenza tra unità, ad es. l esistenza di un impianto comune a più processi di fabbricazione richiederà una forte interdipendenza tra le unità delle diverse linee produttive, ma anche con quelle che si occupano della vendita dei singoli prodotti L AMBIENTE ECONOMICO L ambiente economico e non economico l mbiente di un istituto è l insieme di condizioni e di fenomeni esterni allo stesso che ne influenzano la struttura e la dinamica L ambiente economico è l ordine economico dell ambiente e si compone di: mercati, insiemi omogenei di negoziazioni di beni privati, di rischi particolari e di credito di prestito strutture di domanda e di offerta di lavoro, di capitale proprio, di beni pubblici settori, insiemi di aziende con combinazioni economiche simili ed operanti negli stessi mercati e nelle stesse strutture di domanda e di offerta politiche economiche, monetarie, finanziarie L ambiente non economico rilevante per la struttura e la dinamica delle aziende è composto da fenomeni e condizioni quali: sistemi dei valori e cultura caratterizzanti la collettività sociale di riferimento normativa giuridica nazionale ed internazionale stato e dinamica delle scienze, tecnologie e tecniche infrastrutture configurazione fisica e climatica del territorio Bisogna definire i confini dell azienda rispetto all ambiente Per l individuazione dei confini tra ambiente e istituto si possono impiegare due criteri: della struttura giuridica formale, ossia gli elementi della struttura aziendale che la normativa vigente indica come campo d azione degli organi di governo economico della singola azienda dell influenza =fin dove si estende l influenza degli organi di governo economico dell azienda Ambienti di insiemi di aziende = la definizione di ambiente può essere articolata non solo per l azienda, ma anche per insiemi di aziende come gruppi economici o aggregati interaziendali L ambiente aziendale può essere scomposto in sottoambienti rilevanti I confini dell azienda sono modificabili e la loro estensione è oggetto delle scelte di governo economico I mercati: non è un luogo fisico. il mercato è un complesso dinamico di negoziazioni che hanno per oggetto una certa classe di beni e che si manifestano per continuità con caratteri omogenei e con elementi di interazione reciproca. Si ha un mercato quando si hanno molte negoziazioni di un oggetto simile attuate continuativamente e con elevata frequenza da un certo insieme di aziende. L esistenza di un mercato dipende dalla simultanea verifica di alcune condizioni:

37 presenza di un complesso dinamico di negoziazioni di uno stesso bene che si manifestano con continuità ed elevata frequenza Laddove queste condizioni non sono simultaneamente verificate si è in presenza di negoziazioni fuori mercato Uno stesso bene può essere negoziato in mercati distinti, ad es. mercati localizzati in diverse aree geografiche I mercati sono complessi dinamici ovvero variano nel tempo i loro caratteri distintivi e i loro confini le negoziazioni che formano i mercati sono tipicamente negoziazioni tra aziende In ogni mercato è possibile identificare domanda ed offerta che sono funzioni di insiemi articolati di variabili e sono le tradizionali categorie di analisi dei mercati. I settori Un settore è inteso come un insieme omogeneo di aziende che hanno uno stesso tipo di attività economica sono legate da relazioni interdipendenza (di concorrenza o di altro tipo) Esistono diverse prospettive di analisi dei settori: A. dell economia politica e della politica economica:analisi delle interdipendenze settoriali in termini di flussi di condizioni di produzione e di consumo e di mezzi monetari B. dell economia industriale: 1. analisi del grado di concentrazione e degli effetti per la collettività 2. studio del contesto competitivo delle aziende di produzione e del relativo comportamento competitivo Nell ambito degli studi del contesto competitivo, particolare importanza ha il modello struttura-comportamento-risultati (esempi di struttura: concorrenza perfetta, oligopolio non differenziato, oligopolio differenziato) In economia aziendale l oggetto caratteristico di analisi è l azienda. il settore è la categoria di osservazione dell ambiente di aziende. I settori quindo non sono solo configurati dalle relazioni di concorrenza ma si adotta una visione più ampia definendo settori insiemi di aziende i cui comportamenti sono connessi da relazioni dinamiche intense per via di combinazioni economiche simili e per l operare diegli stessi mercati, non solo nella posizione di venditori tra loro in concorrenza pertanto: l analisi si compie con riferimento ad ogni ordine di azienda (azienda di consumo, azienda composta pubblica), non solo quella di produzione i settori non sono configurati da sole relazioni di concorrenza, bensì da relazione complesse, dinamiche e intense come le relazioni di cooperazione ciascuna azienda partecipa a tanti settori quanti sono i mercati in cui essa opera Ne consegue che a ciascun mercato corrispondono uno o più settori di aziende in posizione di offerta o di domanda 3 interpretazioni dell ambiente Le persone che operano nelle aziende mostrano una varietà di modalità di interpretazione delle interazioni dinamiche tra l azienda e l ambiente (varietà delle cd. visioni dell ambiente) Le visioni dell ambiente sono dunque:

38 modelli cognitivi che spiegano differenti comportamenti concreti delle aziende rappresentazioni schematiche dei valori, degli atteggiamenti e dei comportamenti che caratterizzano contesti economici, politici e sociali differenti nello spazio e nel tempo Le tre principali visioni possono essere distinte in: visione concentrata sull efficienza economica relativa (ambiente inteso come ambiente economico composto da aziende)..l assetto tecnico, organizzativo, patrimonio e organismo personale si configurano con caratteri tali da ottimizzare l efficienza di svolgimento dei processi di produzione e di consumo visione delle relazioni tra azienda ed ambiente concentrata sulla pressione economica reciproca. L ambiente si configura come un campo di forze economiche che premono sulla sutrutura e sul comportamento dell azienda. tutte kle relazioni tra aziende sono relazioni di tipo competitivo. Ciascuna azienda tende a ridurre la pressione subita con strategie istituzionali e organizzative visione che pone al centro il fenomeno dell interazione multicentrica allarga l analisi oltre l ambiente economico.. l innovazione e la flessibilità prevalgono sull efficienza. IL SISTEMA COMPETITIVO Il sistema competitivo è: parte dell ambiente economico ed è rappresentabile in termini di aziende e relazioni interaziendali (di scambio, di cooperazione e di competizione) lo spazio economico popolato di clienti, dai fornitori e dai oncorrenti e nel quale l impresa si presenta con i sistemi prodotto risultato della sua attività caratteristica La scelta del sistema competitivo nel quale operare è una scelta di governo economico Per l analisi del sistema competitivo si può utilizzare il modello della concorrenza allargata Nel modello il termine settore (settore in senso stretto) indica le sole imprese in diretta concorrenza, mentre concorrenza allargata tutti gli altri attori che lo compongono La Struttura del sistema competitivo : il modello della concorrenza allargata il modello della concorrenza allargata è uno dei riferimenti più noti per la rappresentazione della struttura nei sistemi competitivi,. Esso si differenzia dai modlli tradizionali di economia industrilae Teoria di base: In ogni settore la concorrenza non coinvolge solo le imprese appartenenti allo stesso settore (i concorrenti), ma è allargata ad altre quattro classi di soggetti: Clienti Fornitori Potenziali entranti Produttori di beni sostitutivi Il termine concorrenza ha un significato ampio identificando le forze esercitate sulle imprese di un settore da ciascuna delle cinque classi di attori (quindi non solodalle imprese stesse nelle nloro relazioni di competizione): Rivalità tra i concorrenti Potere contrattuale dei fornitori (forte potere se il loro settore è più concentrato di quello della concorrenza) Potere contrattuale dei clienti( in funzione alla forza negoziale e alla sensibilità al prezzo)

39 Minacce di ingresso (freno alla redditività del settore fungendo da deterrenti e in particolare ai prezzi praticati da concorrenti del settore stesso)*** Minacce di sostituzione (anche i potenziali entranti pongono limiti alla redditività del settore perché la presenza di tali beni implica una maggiore sensibilità alla domanda e al prezzo La configurazione delle cinque forze determina la redditività media di un settore ossia il suo livello di attrattività Ogni settore può essere segmentato per raggruppamenti strategici, *** le barriere all entrata hanno varie determinanti quali - il fabbisogno di capitale (è il complesso degli investimenti se particolarmente elevato può costituire una barriera all entrata) - le economie di scala ( chi deve entrare nel settore deve farlo con strutture di grandi dimensioni col rischio di avere prezzi non competitivi) - vantaggi di costo assoluti ( derivati dalla favorevole localizzazione degli impianti rispetto a fornitori e clienti) - differenziazione del prodotto (è difficile se si compete con un marchio famoso) - accesso ai canali distributivi (gli altri hanno già una posizione consolidata presso canali distributivi. Bisogna fare promozione ancora più difficile se il produttore concorrente ha strutture distributive proprie) - politiche pubbliche (licenze, autorizzazioni, brevetti ) - ritorsioni dei concorrenti (riduzione prezzi pubblicità ) Le dinamiche del sistema competitivo I principali cambiamenti che possono intervenire nel tempo in un sistema competitivo (prospettiva di analisi dinamica) sono: Dinamiche congiunturali: mutamenti generalmente reversibili nel breve periodo come le variazioni dei prezzi dei prodotti che dipendono per esempio dai tassi di cambio sui mercati Dinamiche strutturali interne ad un sistema competitivo: mutamenti di natura permanente quali: Ciclo di vita del settore Grado di concentrazione e di frammentazione Grado di internalizzazione e di esternalizzazione Grado di internazionalizzazione Ciclo di sostituzione Dinamiche di ricomposizione di più sistemi competitivi: mutamenti che producono modifiche radicali ai confini dei sistemi competitivi e la nascita di nuovi Il successo strategico delle imprese non è garantito dal solo fatto di operare in un sistema competitivo che esercita pressioni relativamente deboi, ma il successo strategico dipende anche in almeno ugual misura dalle competenze distintive possedute dall impresa e dalla capacità dell impresa di utilizzarle e rinnovarle per sollecitare la domanda dei clienti e per distinguersi dai concorrenti.

40 CAP10 LE SCELTE DI CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA D PRODOTTO E DELLA FORMULA COMPETITIVA Il sistema di prodotto Ciascuna impresa si propone ai propri clienti ( e sfida i concorrenti) con uno o più sistemi di prodotto (SP) Il SP è un insieme unitario di beni e di condizioni di scambio interdipendenti In ciascuna relazione di scambio con i clienti l impresa offre sempre una molteplicità di elementi quali le caratteristiche fisiche dei prodotti(merci e servizi), l ampiezza della gamma dei prodotti fungibili e complementari proposti, l assistenza tecnica, la notorietà del marchio, il prezzo, le condizioni di pagamento e consegna e così via Da un lato il sistema di prodotto è il complesso con il quale l impresa cerca in consenso dei clienti e dall altro lato è l arma utilizzata per sfidare la concorrenza. La progettazione del SP è un passaggio cruciale per l economicità dell impresa perché da essa dipendono i componenti positivi e negativi di reddito. La progettazione del SP è un insieme articolato di scelte, che richiede una visione ampia Il SP impatta direttamente sulla redditività aziendale la progettazione dell SP e i suoi effetti sulla redditività aziendale: La formula competitiva Il modello della formula competitiva pone in correlazione 3 macrovariabili - sistema di prodotto - sistema competitivo (spazio abitato dai clienti e dai concorrenti con i quali la nostra impresa dispone per rispondere alle attese dei clienti e dai concorrenti con i quali la nostra impresa si confronta giorno per giorno il ns sistema di prodotto deve essere attraente per i clienti e deve confrontarsi positivamente con l offerta della concorrenza. - la struttura e le risorse aziendali( sono l insieme di condizioni fisiche patrimoniali, personali, relazionali e organizzative di cui l impresa dispone per rispondere alle stesse dei clienti e per fronteggiare le mosse dei concorrenti. Questo modello afferma che il successo di una strategia competitiva dipende dalla consonanza tra le macrovariabili. L impresa che siesce a produrre una formula originale e coerente ottiene un vantaggio rispetto ai concorrenti e conquista il consenso dei clienti. L impresa deve configurare un sistema di prodotto che risponda alle attese dei clienti e che possegga vantaggi competitivi rispetto a quelli concorrenti. L impresa deve sviluppare competenze distintive in modo tale che i concorrenti possano difficilmente imitarle.

41 Il sistema competitivo e fattori critici di successo(fcs) per impostare efficacemente la propria strategia competitiva, ciascuna impresa deve analizzare con molta cura quali sono le attese dei clienti attuali e potenziali e quali nuove attese potrebbero essere suscitate dai nuovi sistemi di prodotto, on quale misura gli attuali prodotti propri e della concorrenza soddisfano tali attese e quali spazi si mercato sono destinati a restringersi e quali ad aprirsi. Il sistema competitivo comprende in primo luogo i clienti attuali e potenziali e le loro attese e rappresenta (dovrebbe rappresentare) il punto di partenza per la progettazione del SP Vi sono attese dei clienti che sono particolarmente critiche, queste si definiscono FCS I FCS possono essere diversi per differenti insiemi di clienti I FCS evolvono nel tempo esempi di fcs: La funzionalità tecnica continua e duratura dei prodotti L economicità del prezzo di acquisto iniziale e dei successivi costi d uso La flessibilità d uso L integrabilità e la compatibilità con altri beni complementari; le possibilità di personalizzazione Il soddisfacimento di bisogni di prestigio, di status, di ostentazione, di identificazione L appagamento di bisogni estetici L appagamento dei bisogni di solidarietà e di salvaguardia dell ambiente L affidabilità del fornitore; una controparte unica L accessibilità, comparabilità e sperimentabilità in fase di acquisto un alro rischio è quello di concentrare l attenzione slo sui fattori critici di successo trascurando gli altri fattori per i queli i clienti si attendono un livello cmq minimo di prestazione. Es: quando si punta sul fattore critico prezzo basso (strategia di costo) è necessario ricercare tutte le fonti di efficacia possibili ma non si deve perdere di vista la soglia oltre la quale la qualità percepita si riduce a tal punto da far perdere attività anche al prezzo più conveniente e da scoraggiare anche i clienti più attenti a ridurre i propri costi. Qando invece si punta sulla uqlità distintiva del ns prodotto (strategia di differenziazione) il rapporto quluità/prezzo è sempre una leva competitiva di estrema rilevanza. E quindi necessario conoscere bene il mercato di sboco (ossia i clientie le loro esigenze). Esistono vari metodi di conoscenza del mercato di sbocco e uindi di individuazione dei sistemi omogenei di clientela. IL SISTEMA DI PRODOTTOE IL VANTAGGIO COMPETITIVO Analizzato il sistema competitivo e individuati i potenziali fattori critici di successo, occorre configurare il nostro sistema di prodotto. Le variabili componenti il sistema di prodotto. Il SP si compone di 4 elementi: le caratteristiche materiali e la gamma dei prodotti offerti dalle aziende (questi si possono dividere in *attributi fisici( elementi immediatamente percepibili da un punto di vista sensoriale e statico di un sistema di prodotto) *tecnico-funzionali (sono le proprietà tecnologiche e di lavorazione che consentono al sistema di prodotto di svolgere determinate funzioni d uso dal punto di vista dinamico) *ed estetici (gli attributi estetici possono qualificare gli attributi fisici in termini di gamma di colori, di stile, design o packaging) l le caratteristiche materiali di un dato prodotto non riguardano mai un unico bene ma una GAMMA di beni (assortimento tra cui il cliente sceglie a seconda delle sue esigenze) quando la gamma è articolata si possono definire sottosistemi o SP multipli;

42 servizi collegati ai beni offerti pre e post vendita (sono servizi collegati ai benji offeti come fulcro del sistema di prodotto) differenziati considerando i vari tipi di clienti (intermedi e finali) Le caratteristiche immateriali (immagine, reputazione, marca) Il prezzo e le altre condizioni contrattuali Il vantaggio competitivo, : la differenziazione e il costo i sistemi di prodotto devono presentare un vantaggio competitivo che lo renda preferibile ad analoghe offerte dei concorrenti. Si definisce quindi Il vantaggio competitivo l insieme degli elementi che distinguono il SP di una determinata azienda da quello dei concorrenti Esistono due tipi fondamentali di vantaggio competitivo: Il vantaggio di differenziazione, ovvero l offerta di un SP diverso o migliore rispetto a quello della concorrenza in uno o più aspetti Il vantaggio di costo, quando il SP si caratterizza (grazie a costi di produzione e distribuzione particolarmente bassi) per un prezzo inferiore a quello dei prodotti concorrenti. Leve per la differenziazione: ESEMPI Eccellenza intrinseca dei materiali e delle lavorazioni Efficienza nei consumi (volumi e prezzi) degli input Alta meccanizzazione e automazione Robustezza, capacità di autodiagnosi, disponibilità di cambi Modularità, versatilità, adattabilità Ampia gamma di beni fungibili e complementari offerti Ricchezza di documentazione e informazioni Reperibilità e facilità di prova Servizi pre e post vendita Marche, marchi, insegne, griffe Contratti chiavi in mano Elevato contenuto moda Alto livello stilistico e artistico Contenuto etico, ecologico, salutistico Esclusività attuata mediante volumi limitati e vendita attraverso canali specializzati e selezionati Le strategie competitive di base: Combinando il tipo di vantaggio competitivo e l ampiezza del mercato di sbocco (sistema competitivo) si ottengono 4 strategie di base: Leadership di costo (vantaggio di costo e ambito ampio) dove il leader domina un mercato ampio con i costi, e quindi i prezzi, più bassi di tut da la concorrenza, ed offre in genere un sistema di prodotto singolo (non gamma, ne articolato in sottinsiemi) Differenziazione (vantaggio di differenziazione e ambito ampio, anche con SP multipli) che possono essere perseguite anche da più aziende operanti in uno stesso mercato di grandi dimensioni, ciascuna con un sistema di prodotto(singolo o multiplo)caratterizzato da elementi di originalità Focalizzazione orientata ai bassi costi e Focalizzazione orientata alla differenziazione :le aziende con qs strategia dominano i mercati di dimensioni ridotte di cui spesso i competitori con raggio d azione più ampio non riescono a soddisfare pienamente i bisogni.

43 Le strutture e le risorse aziendali: le competenze distintive per avere un sistema di prodotto con un vantaggio competitivo coerente con i fattori critici di successo nel mercato di sbocco occorrono determinate condizioni e devono essere peculiari dell azienda e non facilmente imitabili dai concorrenti e utili a configurare sistemi di prodotto particolarmente apprezzati dai clienti..=competenze DISTINTIVE es: Speciali capacità di progettazione dei prodotti (analisi attese clienti..competenze tecnologiche ) Strutture produttive particolarmente efficienti Elevata capacità di accumulo e di diffusione delle conoscenze Rapporti di fiducia e cooperazione con i clienti, con le reti distributive, con esperti di varie discipline Patrimonio di immagine e di reputazione, marche e marchi Estese strutture e archivi di documentazione Diffuse strutture logistiche per la distribuzione e la presentazione dei prodotti Qualificate competenze di istruzione dei clienti Affidabili strutture per l assistenza pre-post vendita Relazioni di fiducia e cooperazione con subcontractor e connesse capacità di project management queste competenze distintive danno vita a vantaggi di costo o differenziazione La formula competitiva: sintesi Nelle aziende o nelle combinazioni parziali di successo, la Formula Competitiva presenta le seguenti caratteristiche: Un SP dotato di un vantaggio concorrenziale di costo o di differenziazione Un mercato di cui sono stati compresi a fondo i fattori critici di successo Una struttura dotata di competenze distintive Una relazione di coerenza sistemica tra vantaggio competitivo, fattori critici di successo e competenze distintive, che consente il raggiungimento di buoni e duraturi risultati reddituali e competitivi i punti di forza dell SP( che si fondano su adeguate competenze sviluppate in modo originale dalla struttura) soddisfano la clientela prescelta rispondendo ai bisogni fondamentali di tt il mercato prescelto. Le manifestazione del successo in questione è il risultato reddiutuale e i risultati competitivi ( dominanza di mercato). LA TEORIA DELLA DOMANDA E LA FORMAZIONE DEL PREZZO Relazione prezzo/quantità totali la relazione tra prezzo e quantità domandate e una relazione di tipo inverso. Prezzi elevati per una domanda bassa. prezzi bassi stimolano volumi elevati di domanda (curva di domanda.quantità ordinata e prezzi relativi. Il prezzo è un elemento cruciale del sistema di prodotto e in particolare delle condizioni di scambio Il prezzo influenza fortemente i volumi e i ricavi di vendita; tuttavia, i volumi e i ricavi di vendita sono determinati anche da altri fattori quali: I redditi dei consumatori (influenza la domanda) I prezzi dei beni fungibili e complementari (compl:a domanda cn beni collegati di un medesimo sistema di prodotto è influenzata dai prezzi degli altri beni collegati. Fungibili: la quantità domandata di un certo bene risente delle variazioni di prezzi degli altri beni fungibili)

44 Gli investimenti in pubblicità (aumento della domanda Elasticità della domanda al prezzo E la sensibilità della quantità domandata alle variazioni di prezzo, calcolata relativamente ad un prezzo di partenza (Po ) Si indica con e si misura rapportando la variazione % della quantità domandata in corrispondenza di una variazione % di prezzo. = Q % / P % in valore assoluto L elasticità di regola varia lungo la curva di domanda Se l elasticità è inferiore, a 1 si dice che la domanda è anelastica; se è superiore a 1, la domanda è elastica. Si può calcolare l elasticità d arco mettendo al denominatore di entrambi i rapporti i l valore medio invece che il valore iniziale

45 CAP11 LE SCELTE DI STANDARDIZZAZIONE E DI DIMENSIONE STANDARDIZZAZIONE, UNIFORMAZIONE E MODULARITà Standardizzazione e riduzione dei costi quali sono le ragioni economiche che spingono le imprese a standardizzare LA PRODUZIONE(riduce i costi unitari) E ASSUMERE GRANDI DIMENSIONI?=PRODURRE grandi quantità di prodotti fortemente standardizzati (grandi quantità di beni aventi caratteristiche identiche e per periodi di tempo relativamente lunghi) la standardizzazione rende possibile e convenienti le produzioni di massa ed è quindi la base per la realizzazione delle economie di scala e di saturazione della capacità produttiva La standardizzazione è uno dei pilastri dell efficienza delle economie moderne I caratteri dell impresa moderna sono: meccanizzazione dei processi parcellizzazione del lavoro standardizzazione dei processi, dei componenti e dei prodotti produzioni in grandissimi volumi La standardizzazione rende possibili e convenienti le produzioni di massa ed è la base per la realizzazione di: economie di scala, economie di saturazione della capacità produttiva economie di apprendimento La standardizzazione riguarda prodotti, processi e componenti la standardizzazione dei componenti ha 2 manifestazioni : a)riduzione delle tolleranze di fabbricazione(i componenti si adattano perfettamente gli uni agli altri b)uniformazione dei componenti (uno stesso componente per realizzare prodotti dfferenti Quando i componenti assumono un elevato livello di complessità si chiamano moduli, compatibili e integrabili fra di loro La progettazione dei moduli può essere compito della singola azienda o di un ente sovraordinato, responsabile dell attività di uniformazione (le viti, i fogli e le buste, le prese elettriche, ) Standardizzazione e le esternalità di rete In molti casi i fenomeni di standardizzazione sono rilevanti non solo per la singola azienda che riduce i propri costi, ma anche per la generalità degli utenti che traggono vantaggio dal fatto che sul mercato siano presenti prodotti standardizzati e tra loro compatibili. Una manifestazione di questi vantaggi collettivi è data dalle esternalità di rete che derivano, ad esempio, dal fatto che numerosi utenti utilizzano gli stessi strumenti di comunicazione (telefono, intenet, fax, ); l utilità per ciascuna persona cresce al crescere del numero di utenti collegati alla stessa rete. Oppure l esternalità di rete può essere dovuta alla presenza di prodotti complementari che per essere compatibili devono condividere gli stessi standard (macchina fotografica e memorie digitali). Una terza fonte di esternalità di ree si presenta quando per un bene sia rilevante la presenza di una rete di assistenza sul territorio (es: elettrodomestico/assistenza) è comoda la standardizzazione in questo caso r lr imprese devono affermare il proprio standard. In assenza o impossibilità di ottenere l affermazione di un proprio standard diventa importante capire quali sono gli stanard destinati ad affermarsi nel settore e definire il proprio posizionamento strategico in materia. In presenza di forti esternalità di rete, le imprese competono per l affermazione del proprio standard. Lo standard che diventa dominante costringe tutti gli utenti (e i concorrenti) ad adeguarsi allo stesso

46 LE SCELTE DI DIMENSIONAMENTO DELLA CAPACITà PRODUTTIVA:LE ECONOMIE DI SCALA E DI SATURAZIONE Standardizzazione e le scelte di dimensionamento della capacità produttiva PER ALCUNE ATTIVITà LA DIMENSIONE DELL AZIENDA SEMBRA essere determinante per potere operare economicamente in quel particolare settore, mentre per altri contesti competivi la dimensione non è la determinante principale del uccesso o della sopravvivenza pur restando una caratteristica distintiva delle combinazioni economiche. Alcuni settori si caratterizzano per la prese.nza di imprese di grandi dimensioni (chimico, farmaceutico, aerospazio..). In altri convivono imprese di grandi e piccole dimensioni (turismo, abbigliamento ) Diventa importante capire quando e perché le grandi dimensioni sono necessarie per essere efficienti e competitivi per le scelte di dimensionamento delle attività aziendali si fa riferimento ad una grandezza chiamata Capacità Produttiva (CP=n massimo di unità di output producibili in un certo intervallo di tempo considerato e date certe condizioni operative turni di lavoro tasso difettosità output)) Si fa riferimento alla CP per tutte le attività d azienda (ricerca e sviluppo, vendita, distribuzione, ) e non solo per la produzione CP nominale: valore massimo atteso dell output, senza interruzioni, soste, ecc. CP teorica (o raggiungibile): valore massimo dell output ragionevolmente ottenibile = CP La produzione effettiva è molto spesso inferiore alla CP perché, ad esempio, il mercato non è in grado di assorbire tutta la produzione realizzabile dalla nostra azienda Grado di utilizzo della CP: produzione effettiva / CP L unità di misura della capacità produttiva e i colli di bottiglia A seconda dell attività svolta dall unità aziendale, la CP si misura in modo diverso; la misura della CP e dei suoi incrementi richiede quindi la definizione dell unità di misura dell output. Aziende di produzione di beni à numero di pezzi Società di consulenza à giornate / uomo Trasporto aereo à passeggeri x miglia Non basta strutturare la CP della fabbrica, ma è necessario bilanciare le CP di tutte le funzioni (ricerca, vendita, trasporti, ecc.) i colli di bottiglia per evitare che si formino colli di bottiglia (CAPACITà PRODUTTIVA Più BASSA) Le economie di scala ( o di dimensione) Le economie di scala (EDS) sono le riduzioni di costi unitari che si ottengono installando (e utilizzando e saturando) capacità produttive maggiori. Quasi sempre le dimensioni maggiori consentono costi unitari più bassi. I confronti si devono fare a parità di tasso di utilizzazione e della capacità produttiva insiallata. (EDS=Cu(x)- Cu(y)). il Cu (costo unitario medio) è il costo sostenuto mediamente per la realizzazione di una singola unità di output e si calcola dividendo i costi tootali di produzione per la produzione effettiva Cu(x)= CT(x) costi tot sostenuti con l impiantox / Q(x) quantità prodotta con l impianto x Talvolta le EDS sono decisive per poter stare sul mercato, altre volte sono poco rilevanti. Le EDS si misurano confrontando i costi medi unitari di due diverse CP, ipotizzando per entrambe lo stesso grado di utilizzo. Il costo medio unitario si calcola dividendo i costi totali di produzione per la produzione effettiva.

47 Le fonti delle economie di scala le condizioni che rendono possibile l ottenimento di vantaggi economici corrispondenti ad aumenti della scala produttiva si denominano fonti delle economie di scala e sono i seguenti Indivisibilità di alcuni componenti ( alcuni fattori della produzione non possono essere ridotti come dimensione e costi al di sotto di una scala minima anche se il livello di CP è molto basso. Corrispondono cioè a elementi che si presentano con le stesse dimensioni e gli stessi costi all interno di un ampio intervallo di dimensionamento della CP e pertanto i costi ad essi relativi solitamente non aumentano in presenza di aumenti di CP Maggiore produttività degli input per effetto della specializzazione (se cresc la CP è possibile specializzare maggiormente le risorse umane o tecniche questo porta un vantaggio economico perché svolgono la loro specifica attività in modo efficiente e con risultati di qualità) Proprietà geometriche dei contenitori (laddove la CP è legata alle proprietà geometriche dei contenitori dove il prodotto deve essere contenuto o lavorato, l aumento della capacità si sviluppa con indicatori di potenza3 (metri cubi) mentre i costi legati alla superficie quarata del contenitore stesso si sviluppano con potenza 2.. Maggior efficienza dei motori e degli impianti di maggiori dimensioni (aumentando la potenza installata molti impianti aumentano l efficienza) Minori costi unitari di acquisto derivanti da una maggiore forza contrattuale (aumentando la CP aumentano anche gli INPUT acquistati quindi spesso ci sono sconti..) non rappresenta fonte di economia di scala il maggiore assorbimento dei costi per effetto di maggiori volumi di produzione data una certa CP. L azienda aumenta i propri volumi di produzione senza aumentare la CP. La riduzione di costi unitari è il semplice effetto matematico della ripartizione di un costo totale su un maggiore n di unità si chiama economia di volume o economia di assorbimento dei costi fissi o ancora economia di saturazione della capacità produttiva. Le economie di saturazione della capacità produttiva I costi dell azienda si dividono in fissi (non variano al variare dei volumi di produzione per un dato intervallodi produzione) e variabili (variano al variare dei volumi di produzione) All aumentare del grado di sfruttamento della capacità produttiva, il costo fisso è ripartito su un numero maggiore di output e questo determina una riduzione del costo medio unitario Le economie di assorbimento dei costi fissi sono le riduzioni di costo medio unitario derivanti dall aumento dello sfruttamento della capacità produttiva (tenendo costante la CP) Le economie di assorbimento di costi fissi sono tanto maggiori quanto maggiore è l incidenza dei costi fissi da un lato è conveniente installare grandi capacità produttive per fare un economia di scala,d altro lato al crescere della CP installata crese il rischio di non saturarla completamente e quindi subire diseconomia per il mancato assorbimento dei costi fissi. Economie di scala vs economie di saturazione Avvertenza E errato affermare che le economie di scala sono le riduzioni di costo derivanti da maggiori volumi di produzione. Occorre distinguere tra riduzioni di costi derivanti da: impianti più grandi -> economie di scala maggiori volumi dato un certo impianto -> economie di saturazione

48 LE ECONOMIE DI APPRENDIMENTO Le economie di apprendimento ( o di esperienza) Le economie di apprendimento (o di esperienza) sono le riduzioni di costo unitario dell output prodotto (E miglioramento ella qualità) cheper effetto dell accumulo di esperienza si realizzano ogni volta che si producono addizionali quantità di beni. le econome di apprendimento dunque dipendono dall incremento dei volumi di produzione cumulata realizzati un un certo tempo (t) in altre parole con l accumulo di esperienza è possibil avere riduzioni di costo a parità di qualità e costi. Le economie di esperienza sono riduzioni regolari e prevedibili dei costi unitari dell output prodotto che si realizzano al cresere del valore di produzione cumulato. Con esperienza si intende il numero cumulato di output prodotti fino alla data considerata. La curva di esperienza si traccia ponendo in ascissa il valore di produzione cumulata (come rappresentativo dell esperienza) e in ordinata i costi unitari di produzione velocità di apprendimento Perché si possa misurare il solo effetto esperienza, occorre che nell intervallo considerato le altre condizioni produttive restino invariate. L inclinazione della curva dipende dalla capacità di imparare, denominata velocità di apprendimento, che si ottiene rapportando i costi relativi a due produzioni che rappresentano un rapporto di esperienza 2 a 1 L ottenimento di riduzioni nei costi e il mantenimento della velocità di apprendimento richiedono uno sforzo mirato. In valori assoluti, i grandi risparmi per effetto dell esperienza si ottengono sui primi lotti di produzione Le fonti delle economie di apprendimento la fonte primaria di esperienza è l apprendimento sviluppato dalle persone questo come già detto può manifestarsi in attività che vengono svolte meglio, più velocemente e pertanto con costi minori sostanzialmente le economie sono dovute da Crescente abilità nello svolgimento delle attività n(capacità delle persone a adottar nuovi e migliori modi di lavorare che consentono di svolgere meglio e più velocemente le attività assegnate) Migliore selezione delle risorse produttive( l esperienza fa comprendere meglio quali sono le risorse produttive più opportune e convincenti per lo svolgimento di una data attività) Coordinamento più efficiente fra le risorse produttive (le persone nello svolgere l attività devono interagire tra loro r utilizzare impianti e attrezzature varie..gli individui con l esperienza imparano a conoscersi e lavorare in gruppo c è un apprendimento collettivo che è la base dell efficienza e flessibilità e competitività di molte imprese) Più elevata programmabilità dell attività.(l esperienza accresce la prevedibilità degli accadimenti e la capacità di dare risposte rapide e efficienti alle eccezioni) Semplificazioni dei prodotti e dei processi (quando cresce l esperienza si riesce anche a comprendere se esiste la possibilità di semplificare i processi e i prodotti in modo tale da ottenere costi più bassi e prodotti migliori)

49 LE STRATEGIE DI REPLICAZIONE Una combinazione interessante di economie di scala, economie di saturazione, economie di apprendimento, si realizza attraverso le strategie di replicazione. Le strategie di replicazione puntano a sfruttare competenze e routine presenti nel patrimonio aziendale applicandole a più combinazioni parziali uniformi. Sfruttano economie di apprendimento ed economie di scala. Esempi: Franchising di fast food Catene alberghiere Banche Catene di sale cinematografiche LE SCELTE DI STRUTTURA DEI COSTI I volumi prodotti e l economicità è stata llustrata una serie di sclte che modificano in mopdo strutturale la configurazione dell azienda e in particolare il dimensionamento della CP. Ora analizziamo data una certa CP lo effeto dei volumi effettivamente realizzati dall azienda sui costi e sul risultato reddituale. Indaghiamo le relazioni tra volumi effettivi-costi-e risultato economico con un modello modello costivolumi-risultati Il risultato economico è influenzato da molteplici fattori: tra questi, la struttura dei costi, ossia il peso relativo dei costi fissi e dei costi variabili I risultati economici di un impresa in un dato periodo possono essere ricondotti a 3 classi fondamentali - gli elementi strutturali (fattori come la Cp, esperienza, specializzazione, estensione verticale e orizzontale sono definiti determinanti strutturali dei costi in quanto il loro configurarsi determina la struttura e le modalità di funzionamento dell azienda. tali caratteri strutturali rappresentano le determinanti prime del livello ESD di scopo e di esperienza che un impresa può conseguire - il livello dei prezzi costo e dei prezzi ricavo (è la seconda classe di elementi che determina il livello dei ricavi e edei costi in un dato periodo..è rappresentata dail livello dei prezzi costoe dei prezzi ricavo) - i volumi ( a parità di struttura aziendale e livellod ei prezzi la principale determinante dei costi di breve periodo è rappresentata dai volumi. data una certa CP e dati i costi fissi e variabili a questa associati, l effettivo ammontare dei costi che l impresa dovrà sostener sarà infatti legato ai volumi effettivamente prodotti, ovvero al grado di saturazione della CP predisposta. I volumi oltre a influenzare il livello effettivo dei costi, determinano anche il livello effettivo dei ricavi e quindi il reddito operativo conseguito dall impresa.) L Analisi dei costi-volumi-risultati consente di illustrar e modellizzare le relazioni che esistono fra i volumi di beni effettivamente prodotti e venduti da un impresa e i risultati operativi da questa conseguiti gli effetti delle molteplici azioni che si possono intraprendere per migliorare il risultato di un attività economica possono essere identificati in 3 categorie - variazioni nei volumi - variazioni nei costi - variazione nei prezzi di vendita

50 svolgere un analisi costi-volumi-risultati quindi significa 1 analizzare il variare del risultato economico al variare dei volumi di vendita e identificare il punto di pareggio dato un certo livello di prezzi di vendita, costi fissi e variabili unitari 2 confrontare diverse ipotesi di configurazione dei prezzi e dei costi al fine di identificare la soluzione migliore in termini di risultato economico atteso 3 configurare diverse ipotesi di internalizzazione/esternalizzazione al fine di identificare la soluzione migliore in termini di grado di integrazione verticale e di estensione delle combinazioni economiche I costi fissi e i costi variabili I costi della gestione caratteristica possono essere fissi o variabili *i costi variabili : sono quei costi direttamente e strettamente collegati al volume di produzione e di vedita. L analisi costi-volumi risultati assume l ipotesi semplificatrice che fra volumi e costi variabili esista una relazione lineare * i costi variabili: tutti i costi non direttamente e strettamente legati al volume di produzione e di vendita. L analisi volumi-costi-risulatti assume l ipotesi semplificatrice che i costi fissi rimangano invariati qualsiasi sia il volume realizzato (in realtà anche i costi fissi aumentano all aumentare dei volumi) i costi fissi si dividono in 2 tipi - di sstruttur (COSTI FISSI STRETTAMENTE CONNESSI ALLA cp IN ESSERE DELL AZIENDA IN QUEL MOMENTO..se si recludono riduzione dei prezzi d acquisto delle condizioni di produzione relative, ridurre qs costi significa ridurre la CP (ossia i volumi di produzione edi vendita realizzabili nel breve periodo) - di sviluppo: si tartta di costi fissi che non variano direttamente un relazione al variare dei volumi di produz e vendita. Sono costi che però non dipendono direttamente dalla CP ma sono destinati a sostenere l attività corrente, e a porre le condizioni di sviluppo dell azionda.. Il punto d pareggio in volumi il punto di pareggio operativo( espresso in quantità (QP) è rappresenattao dal volume di produzione per il quale i ricavi ( R) sono pari ai costi totali (CT) di gestione caratteristica. R=CT R=CV+CF (costi variabili+costi fissi totali) Sia i ricavi che i costi variabili totali dipendono dalle quantità prodotte Ru (ricavi unitari) x QP=CVu x QP+CF Ru x QP - CVu x QP=CF QPx (Ru- CVu)=CF

51 QP= CF/ (Ru-CVu) = la differenza tra costi unitari e costi variabili unitari viene comunemente denominata margine di contribuzione unitario (MDCu) -à Q= CF/ MDCu f il punto di pareggio può anche essre rappresentato graficamente aggiungendo alla presentazione dei costi la retta che rappresenta i ricavi di vendita. il punto di incrocio è il punto di pareggio. La distanza tra le rette dei ricavi e quelli dei costi di gestione caratt totali rappresenta il reddito operativo CT>RE FATTURATO: il margine di contribuzione unitario MDCu è dato dalla differenza tra ricavi unitari e costi unitari variabili MDCu= Ru- CVu Analogamente il margine di contribuzione totale MDC è dato dalla differenza tra ricavi e costi variabili totali MCD= R-CV Il margine di contribuzione unitario può essere definito come il contribut o che la vendita di ogni unità di e venduta prodotta porta alla copertura dei costi fissi di gestione caratteristica e alla formazione del reddito operativo. Il reddito operativo a sua volta servirà per coprire i costi finanziari e fiscali e eventualmente a formare l utile netto VEDERE LIBRO PAG 400!!!!!!!!!!!!!!! Il rischio operativo: elasticità operativa: è legata all incidenza dei costi variabili sui ricavi. maggiore è l incidenza più stretta sarà la forbice ( ampiezza forbice fra ricavi e costi totali prima e dopo il punto di pareggio) in quanto all aumentare dei volumi aumenteranno anche i costi variabili e sarà ridotto il margine di copertura dei costi fissi. Le aziende presentano una struttura dei costi molto rigida (forbice tra ricavi e costi molto ampia) se invece la struttura dei costi è molto flessibile la forbice sarà stretta

52 CAP12 LE SCELTE DI ESTENSIONE VERTICALE E ORIZZONTALE LE SCELTE DI ESTENSIONE DELLE COMBINAZIONI ECONOMICHE: UN QUADRO D ASSIEME La dimensione delle singole produzioni e l estensione delle combinazioni economiche le dimensioni di un impresa non dipendono solo dalla realizzazione di economie di scala ma sono determinate più in generale dalle scelte di estensione delle combinazioni economiche: scelte che riguardano: L estensione interfunzionale: quante e quali funzioni (coordinazioni parziali) si decide di svolgere internamente e quante risorse investire in queste. le scelte di estensione interfunzionale si ispirano essenzialmente ai seguenti criteri: - efficienza ed economicità di produzione (esempio: esternalizzare una funzione a qualcuno a cui è possibile realizzare un economia di scala non possibili x la nostra azienda..il prezzo da sostenere sarebbe minore di quello che avremmo noi svolgendo questa funzione internamente) - costi di transizione*** : le imprese tendono a mantenere al proprio interno le attività i cui contenuti e risultati sono scarsamente definibili e controllabili o che necessitano interdipendenza con altre attività interne (internalizzazione di funzioni che esternalizzate porterebbero costi di transizione) - criticità strategica: le imprese internalizzano le attività che costituiscono competenze distintive di rilevanza strategica e che devono essere protette dall imitazione esterna. L estensione verticale: il numero e la disomogeneità delle fasi della filiera produttiva svolte internamente L estensione orizzontale: il numero e la disomogeneità delle aree strategiche d affari nelle quali si decide di operare Le scelte di estensione orizzontale Ogni impresa deve decidere in merito alla numerosità e alla disomogeneità delle ASA (aree d affari) (le aree strategiche di affari, ossia le combinazioni economiche parziali) nelle quali vuole operare, ossia il suo grado di diversificazione In altri termini, deve scegliere il proprio grado di estensione orizzontale, o di diversificazione. Queste scelte dipendono da numerose valutazioni ossia ci sono particolari criteri per prendere giuste decisioni a qiusti livelli.. - i flussi di cassa generati e assorbiti (attitudine delle varie asa a generare o assorbire mezzi monetari) bisogna combinare queste 2 categorie per non sbilanciare la struttura patrimoniale d impresa - i cicli di vita delle ASA (del prodotto delle asa) è uno dei fattori che influenza il generare o assorbire finanze. esso poi non influenza solo questo, ma anche il tasso di cambiamento tecnologico quanto viene sviluppata la domanda (influenzata Dalla competitività) - il know-how strategico prodotto, Particolarmente importanti per decidere sono le economie di raggio di azione realizzabili con la diversificazione

53 Le scelte di estensione verticale La produzione si può vedere come una catena di fasi e processi. l estensione verticale ( o integrazione verticale) delle combinazioni economiche di un impresa esprime il numero e la disomogeneità delle fasi svolte al proprio interno. È scarsamente integrata verticalmente un impresa che svolge una sola fase ( es: vendita all ingrosso ed è molto integrata una che fa tt le fasi al suo interno) Ogni azienda deve decidere quanto integrarsi (estendersi) a monte e a valle esse si integrano per - economizzare in termini di costi di transizione e ottimizzare le integrazioni tecnologiche - interiorizzare competenze o risorse strategiche - ridurre l accesso ai concorrenti a queste ultime i freni invece sono: - gli investimenti finanziari richiesti difficoltà nel fare economie di scala ( disomogeneità di dimensione minima economica) rigidità strategica e concentrazione del rischio ( riduce gli spazi di manovra vs altre strategie d affari) LE SCELTE DI DIVERSIFICAZIONE E LE ECONOMIE DI RAGGIO D AZIONE Economie di raggi d azione (DI SCOPO, SINERGIE) l enstensione dei confini d impresa ad attività diverse può essere fonte di vantaggi economici e competitivi. Produrre due beni dversi tra loro può produrre vantaggi economici perché le risorse sono condivise, sfruttate efficientemente. Le economie ottenibili grazie all a,mpiament della varietà dei beni proditti (allargamento dei confini d impresa in modo orizzontale) sono chiamate economie raggio d azione o economie di scopo o sinergie Le economie di raggio d azione (o di scopo, o sinergie) si hanno quando producendo unitariamente 2 o più beni diversi si hanno vantaggi economici (che conseguono alla gestione congiunta di due o più ASA ) si mette in comune per produrre cose diverse si sottintende l esistenza di risorse non completamente utilizzate o di fattori della produzione con capacità produttiva illimitata (es.: marchi, know how) le strategie di ampliamento della gamma dei prodotti si dicono generalmente strategie di diversificazione per indicare che le combinazioni economiche comprendono la realizzazione di prodotti diversi. Le att produttive utilizzano e condividono risorse materiali presupponendo un economia insatura) e immateriali ( il nome dell azienda per esempio..l immagine e non hanno limiti fisici ma possono essere usate potenzialmente all infinito)( ( diverso dalla azienda differenziata che significa che ha elementi di unicità) possono essere fatte anche tra diverse aziende=aggregati interaziendali campagne pubbl congiunte anche cosa condividono in sintesi? Condivisione di elementi materiali della struttura produttiva Condivisione di elementi materiali della struttura di vendita

54 Condivisione di risorse immateriali (a capacità produttiva illimitata) quali: know-how tecnologico sfruttabile per più ASA marchi, immagine commerciale validi per più linee di prodotti e per più categorie di clienti prestigio, immagine istituzionale, potere contrattuale per vedere se l economia raggio d azione funziona si deve confrontare il costo della produzione integrata (condivisione risorse) con la produzione disgiunta). Ovviamente per essere conveniente la produzione integrata di n beni deve essere inferiore alla somma dei costi di produzione di n beni realizzati in n combinazioni disgiunte. ***costi di transizione Per le scelte di internalizzazione / esternalizzazione è cruciale l analisi dei costi di transazione che sempre si sommano ai costi di acquisto e ai costi di produzione interna nel determinare i costi totali Transazione: si manifesta quando un bene o un servizio è trasferito attraverso un'interfaccia tecnologicamente separabile Problema: decidere quali transazioni tenere all'interno dell'organizzazione e per quali, invece, ricorrere ad altri operatori. Internalizzazione Costi di realizzazione interna economie di scala economie di scopo economie di apprendimento Costi di coordinamento interno direzione e controllo sprechi ed errori Esternalizzazione Prezzi di acquisto (o di vendita) costi di realizzazione esterni potere contrattuale interlocutori Costi di transazione esterna raccolta informazioni negoziazione difesa da comportamenti opportunistici danni da comportamenti opportunistici LE DETERMINANTI DEI COSTI DI TRANSAZIONE La complessità informativa ( i costi di transizione dono legati alla complessità informativa della transizione stessa La durata e la ripetitività delle relazioni tra le parti La specificità degli investimenti effettuati (risorse) : si ha quando uno o più contraenti della transizione devono sostenere dei costi più o meno rilevanti per cambiare interlocutore. In assenza di specificità delle risorse non vi è alcun vincolo all interruzione della relazione e ciascun contraente potrebbe rimettersi sul mercato eliminando il costo di transizione. La propensione a di comportamenti opportunistici o inadeguati. Molti dei costi di transizione sarebbero inferiori se gli esseri umani non tendessero a comportari in modo opportunistico, ovvero non tendessero a conseguire il proprio interesse a scapito degli altri anche con inganno e astuzia.

55 CAP14 LE SCELTE DI FORMAZIONE E DI SVILUPPO DEL PATRIMONIO La formazione di patrimonio in un impresa ABCapitolo14lucidiAgo06 Ravasi 25 giu 2006 Il patrimonio di un azienda è l insieme delle condizioni di produzione e di consumo di pertinenza ella stessa in un dato momento (ad es. impianti, fabbricati, marchi, brevetti, debiti, crediti, rimanenze, ecc.). esse possono essere - positive( cassa, crediti, immobili, rimanenze) o negative ( debiti, e obbligazioni di vario genere) - materiali ( impianti, macchinari) o immateriali ( competenze tecniche, immagine, relazioni fiducia) monetarie ( disponibilità di cassa, debiti e crediti) - esogene ( acquistate, tratte dall ambiente) e endogenene ( prodotte internamente) Nel patrimonio si riflette l intera storia passata dell impresa e delle circostanze d ambiente nelle quali ha operato ed è la base della vita futura dell azienda. l evidenza attribuita al patrimonio si deve al fatto che da un lato si riflette l intera storia passata dell azienda, dall altro è la base x la vita futura dell azienda. Il concetto di patrimonio richiama il concetto di capitale di azionamento, cioè il sistema di valori positivi e negativi che esprimono i valori delle condizioni patrimoniali di un azienda. Il capitale di funzionamento non è il patrimonio, ma un arappresentazione del patrimonio sotto forma di valori economici(i valori di cassa, crediti, debiti, impianti, capitale netto). Essa non ci dice nulla sulla qualità delle condizioni patrimoniali. inoltre è una rappresentazione parziale perché - i orestataori di lavoro non sono elementi del patrimonio - le condizioni immateriali prodotte all int dell azienda non trovano diretta rappresentazione nella tavola del capitale di funzionamento. Il patrimonio è il complesso risultato di processi di acquisizione, trasformazione e ricombinazione di elementi di varia natura Le classi di condizione patrimoniale nelle imprese le condizioni patrimoniali sono osservabili secondo più criteri..facciamo una classificazione.. Condizioni materiali: sono gli elementi patrimoniali che hanno una manifestazione fisica (ad es. terreni, fabbricati, computer impianti, macchinari, arredi, ecc.) Condizioni immateriali: elementi patrimoniali che nonoperano sotto forma fisica marchi e brevetti, conoscenze e know how (capitale intellettuale) rete di relazioni esterne (capitale sociale) reputazione e immagine (capitale reputazionale) coesione interna (cultura, identità e identificazione) Condizioni monetarie: elementi patrimoniali che si presentano sotto forma di cassa, debiti, crediti, capitale netto Condizioni d ambiente: condizioni patrimoniali in senso allargato (non sono di pertinenza dell impresa), ma che possono essere fonti di importanti economie esterne infrastrutture di comunicazione e trasporto servizi della pubblica amministrazione

56 tessuto di imprese fisicamente e socialmente vicine (distretto) cultura locale Condizioni patrimoniali esogene: condizioni patrimoniali acquisite dall esterno mediante operazioni di acquisto o di altra specie Condizioni patrimoniali endogene: condizioni patrimoniali prodotte all interno dell azienda Immobilizzazioni tecniche endogene (ad es. macchinari segreti prodotti all interno) Immobilizzazioni immateriali endogene (ad es. marchi e brevetti sviluppati sostenendo costi interni di marketing o di ricerca e sviluppo) Le condizioni patrimoniali distintive e centrali Si definiscono condizioni patrimoniali distintive (o risorse / competenze distintive), quelle condizioni patrimoniali che: sono specifiche dell azienda (non sono disponibili sul mercato dei fattori produttivi ma le condizioni patrimoniali specifiche sono quelle uniche, cioè possedute da una sola azienda normalmente perchè costruite all interno dell azienda sulla base di idee originali) oppure GENERICHE hanno un alto o un basso impatto sul valore attribuito dal cliente agli output dell azienda sono difficilmente replicabili (o trasferibili) e imitabili da altre imprese, in quanto: pluridisciplinari o monodisciplinari ( conoscenze e capacità di fare (know-how)basati su una sola disciplina scientifica o tecnologica oppue nelle quali si fondono più saperi ( acustica, elettronica..) frutto di apprendimento collettivo o individuale ( capacità attivabili da singole persone o con necessario apporto di più persone) basate su conoscenza tacita o codificate in linguaggi particolari (implicite) o esplicite ( meno codificate) più o meno replicabili e imitabili (facilità di applicare certe competenze a altre attività nel ambito della stessa impresa)..o la facilità di farlo si definiscono condizioni patrimoniali distintive le condizioni che presentano netti caratteri di specificità di alto impatto sulla configurazione dei prodotti e di bassa limitabilità Le core competences (condizioni patrimoniali distintive centrali) soni le condizioni patrimoniali distintive e comuni a tutti i sistemi di prodotto offerti da una stessa impresa non sono solo le competenze distintive comuni alle attuali combinazioni economiche, ma nono anche e soprattutto la fonte per l attivazione e lo sviluppo di nuovi sistemi di prodotto. Le competenze distintive sono la base delle strategie competitive per ogni sistema di prodotto, le strategie core sono la base delle strategie di estensione orizzontale e verticale (diversificaz). Il patrimonio come leva strategica: Dedicando attenzione alle condizioni patrimoniali d impresa e all individuazione e analisi delle competenze distintive, si pone in luce il fatto che ciascuna impresa è dotata di un patrimonio di risorse differente rispetto a quello di ogni altra.. Imprese che competono sugli stessi mercati sono tra loro differenti, e sono quindi caratterizzate da differenti potenziali di redditività e di sviluppo Concludiamo che i potenziali di redditività e di sviluppo delle imprese dipendono da 2 ordini di fattori: - l intensità delle pressioni competitive derivanti dal settore e dal mercato in cui l impresa opera (elemento comune a tt le imprese dello stesso settore) - la ricchezza delle condizioni patrimoniali distintive disponibili (elemento differente per ciascuna impresa) Le scelte di formazione e valorizzazione del patrimonio La configurazione del patrimonio è frutto di numerose scelte strategiche: le scelte di Integrazione verticale ed estensione orizzontale e interfunzionale (gamma delle competenze sviluppate e integrabili) quando sono scelte di maggiore estensione alcune condizioni patrimoniali già disponibili trovano impiego nelle nuove

57 combinazioni economiche, inoltre si sviluppano e acquisiscono dall esterno nuove condizioni patrimoniali che arricchiscono l impresa. Con la riduzione dell estensione (in particolare dell est verticale) alcuni sistemi di condizioni patrimoniali escono dall impresa. Dimensionamento della capacità produttiva (sovente occasione di innovazione tecnica) In generale le scelte di dimensionamento delle capacità produttive comportano l aggiunta o la sostituzione di stabilimenti, magazzini, laboratori, punti vendita modificando così patrimonio e competenze dell impresa!!! Fusioni, acquisizioni e alleanze con altre imprese (acquisizione di competenze complementari e complessa integrazione di patrimoni) si uniscono a volte anche risorse immateriali..immagine..a volte ci sono molti conflitti organizzativi.. le scelte invece di aggregati internazionali portano le imprese a godere dei patrimoni di tutte le entità che compongono l aggregato le scelte di Localizzazione (accesso a condizioni ambientali)..queste scelte aprono l accesso ai patrimoni ambientali da,molti vantaggi.. le scelte di Struttura del capitale proprio e di terzi (diversa capacità e propensione a progetti di sviluppo) Gestione del personale e progettazione dell assetto organizzativo (creazione di condizioni di sviluppo e dinamismo) quali indirizzi strategici dovrebbero avere queste scelte? Le scelte di configurazione del patrimonio dell impresa dovrebbero ispirarsi ai seguenti indirizzi strategici: Basare le scelte di ingresso in nuovi mercati sulle proprie competenze distintive e centrali e adorìttare strategie di diversificazione correlata Scegliere con cura le modalità di sfruttamento delle competenze distintive possedute Sfruttare a fondo le economie di replicazione ilterna Attuare operazioni di fusione e acquisizione per unire competenze complementari piuttosto che n simili o sovrapposte Internalizzare i processi che producono competenze distintive Puntare su modelli organizzativi originali da cui possono scaturire processi di apprendimento differenti e dunque competenze distintive Impostare strategie esplicitamente orientate allo sviluppo di competenze distintive Evitare eccessi di cambiamento che mettano in crisi i processi apprendimento e sconvolgano le routine che sottostanno alle competenze La dinamica del patrimonio, le scelte di sviluppo adottando l ottica delle scelte strategiche il patrimonio è visto essenzialmente come un insieme di risorse distintive e risorse centrali (core competence) che sono le basi delle strategie competitive e delle strategie d espansione. Le risorse e competenze distintive possono diventare fattore di rigidità Molte condizioni hanno cicli economici e tecnici di lunga durata; le imprese potrebbero cercare di sfruttare di tali risorse il più a lungo possibile anche quando le condizioni di mercato ne sconsiglierebbero l abbandono Le immobilizzazioni tecniche possono avere una destinazione specifica Le routine nelle quali si incorpora il know-how aziendale tendono a permanere nel tempo anche se obsolete si può affermare, in termini patrimoniali, che la vita duratura economica delle imprese non può basarsi solo su una buona dotazione di competenze distintive e competenze centrali. ma l impresa deve dotarsi anche di capacità di cambiamento ossia COMPETENZE DINAMICHE le attese dei clienti mutano rapidamente le tecnologie si rinnovano.le competenze distintive usate dall azienda sono facilmente imitabili. Le competenze dinamiche consistono nel la capacità di arricchire, ricombinare, sostituire le competenze distintive esistenti Occorre sviluppare assetti organizzativi che massimizzino la capacità di: Integrare gli elementi che compongono l impresa in competenze solide e distintive Stimolare l apprendimento attraverso la ripetizione e la sperimentazione Rinconfigurare rapidamente ed efficacemente le strutture e le competenze aziendali in forme innovative

58 la base di partenza è comunque rappresentata dalla dotazione patrimoniale di ogni tipo. Occorre saper riconoscere le competenze distintive esistenti e valutare il potenziale futuro le opzioni strategiche disponibili sono insiemi di vincoli e opportunità fortemente condizionati dalla storia dell impresa (path dependance) in alternativa alla strategia di sviluppo di competenze dinamiche si può seguire la strada dell acquisizione di competenze distintive dall esterno mano a mano che l impresa presenta la necessità o l opportunità CAP15 LE SCELTE DI ORGANIZZAZIONE LA PROGETTAZIONE DELL ASSETTO ORGANIZZATIVO DELLE IMPRESE: UN QUADRO D ASSIEME L ASSEtto organizzativo d impresa è l insieme delle variabili che - configurano l organismo personale, e definiscono, indirizzano e coordinano i comportamenti delle persone che lo compongono. (Si decide qante persone..con che caratteristiche..a che compiti con che retribuzione con quali obbiettivi.secondo quali modalità utilizzando quali risorse..) tutto questo deve essere deciso in modo tale che i compiti siani svolti in efficienza ed efficacia con massimi livelli di integtrzione, coordinamento, flessibilità e dinamismo.. per attuare n buon sistema organizzativo deve realizzasi un insieme di condizioni congiunte piuttosto articolato che chiamiamo condizioni di efficacia di un sistema organizzativo LE VARIABILI ORGANIZZATIVE che si devono progettare per realizzare l asseto organizzativo sono: 1) La struttura organizzativa: di base e la struttura organizzativa delle singole unità aziendali (si progetta la struttura organizzativa delle singole unità giungendo a definire mansioni e responsabilità delle persone e dei gruppi di persone che formano le unità organizzative elementari 2) La distribuzione del potere (autorità) a chi delegare e in che modo e) I sistemi operativi : - Sistemi di pianificazione strategica, (producono idee, orientamenti, fanno il quadro di riferimento comune) - sistemi di programmazione e controllo ( funzione critica) - sistemi di informazione (raccolgono producono, immagazzinano info) - Sistemi di gestione del personale (sono numerosi e svolgono taaante funzioni.. retribuzione valutazione delle competenze..

59 L ORGANISMO PERSONALE, LE VARIABILI INDIVIDUALI E SOCIALI Un insieme di persone unitario dinamico, flessibile l oganismo personale è l insieme unitario delle persone che con il proprio lavoro partecipano allo svolgimento dell attività aziendale. - L organismo personale è un complesso dinamico - Deve essere flessibile (adattabilità alle variazioni di contesto nel rispetto dei vincoli dell efficienze e dell economicità La configurazione del l organismo personale di un impresa si qualifica in 2 aspetti: - le variabili individuali ( caratteristiche delle singole persone che compongno l organismo personale - le variabili sociali ( caratteristiche degli aggregati di persone) Le variabili individuali sono le caratteristiche delle singole persone che compongono l organismo personale e si possono dividere in 3 grandi categorie Le competenze professionali: Conoscenze e capacità tecniche (contabilità, elettronica, marketing, ecc.) Conoscenze e capacità relazionali (leadership, lavoro in gruppo, ecc.) I valori: le convinzioni e le credenze in generale e, in particolare, relativamente all attività economica I bisogni in generale e, in particolare, i bisogni che si soddisfano (anche) mediante il lavoro Le variabili sociali Sono le relazioni positive (cooperazione, coesione, ) e negative (conflitto) che si instaurano tra le persone. La cooperazione e la coesione sono essenziali per il buon funzionamento delle organizzazioni La coesione e la cooperazione dipendono anche dalla condivisione di valori comuni: la cultura le condizioni di coesione e collaborazione:: 1. far sì che le persone abbiano valori condivisi o almeno compatibili; 2. assicurarsi che in ogni gruppo ci sia un leader forte (e uno solo); 3. adottare incentivi che premino anche i risultati del gruppo. Tre condizioni sono particolarmente importanti per attivare coesione e collaborazione tra i membri di un gruppo:

60 1. Principio della coerenza dinamica: non esistono assetti organizzativi ottimi ed eterni ; ciascuna impresa deve ricercare i propri equilibri in ottica evolutiva. 2. Principio dell orientamento alle persone e ai gruppi di persone: l assetto organizzativo deve motivare le persone al lavoro e alla collaborazione; la motivazione e l efficienza sono complementari, non alternative. LA SCELTA DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI BASE La struttura organizzativa di un azienda può essere definita come la configurazione unitaria e coordinata degli organi aziendali e degli insiemi di compiti e di responsabilità assegnati a ciascuno di tali organi. Il processo di configurazione della struttura organizzativa può essere sintetizzato così: è la configurazione unitaria e ordinata degli organi aziendali (direzioni, uffici, reparti, ) e degli insiemi di compiti e di responsabilità assegnati a ciascuno di tali organi. La scelta fra 4 forme di base e 2 varianti Per le imprese la progettazione della struttura organizzativa consiste essenzialmente nella scelta di una delle quattro forme di base (più due varianti) che sono denominate: Struttura elementare (ossia una struttura nella quale la funzione del governo economico e la funzione di direzione sono svolte da un unico organo di direzione generale. Dalla direzione generale dipendono direttamente le unità operative) Struttura funzionale pura / mista ( è una struttura organizzativa articolata per coordinazioni parziali (per funzioni). si tratta di na struttura derivante dalla divisione del lavoro secondo il criterio dell omogeneità delle tecniche caratteristiche di ciascuna coordinazione parziale. Dalla direzione generale dipendono le direzioni di funzione. Dalle direzioni di funzione dipendono le gli organi operativi che svolgono sott insiemi di coordinazioni parziali ) (foto=pura) Struttura divisionale pura / mista a) la struttura divisionale pura è bene adottarla quando le varie combinazioni produttive(qui le varie combinazioni prodotto-mercato) sono molto

61 disomogenee tra loro negli aspetti tecnici e commerciali..è opportuno usarla quindi specialmente quando l impresa ha sviluppato una strategia di diversificazione non correlata..qui dalla direzione generale dipendono le direzioni di divisione, dale direzioni di divisione dipendono le unità funzionali, dedicate alla corrispondente combinazione prodotto-mercato ) b) la struttura divisionale mista invece è diversa perché presenta diverse variabili? Struttura a matrice DIVIDERE E COORDINARE Scegliere la struttura organizzativa significa scegliere: come dividere il lavoro (specializzare) tra le varie unità e persone (per funzioni, per prodotti, per aree geografiche, ecc.); come coordinare le attività svolte dalle varie unità e persone. Ogni struttura organizzativa ha i suoi vantaggi e svantaggi in termini di specializzazione e di coordinamento.

62

63 LA STRUTTURA DELLE SINGOLE UNITA ORGANIZZATIVE Data la macrostruttura, occorre decidere come organizzare il lavoro entro ciascuna delle unità organizzative. Qui diventano cruciali le teorie dei bisogni e della motivazione al lavoro. Le tre modalità base di organizzazione del lavoro nelle singole unità organizzative sono: 1. Organizzazione sequenziale parcellizzata 2. Organizzazione per attività semi-autonome individuali (arricchimento delle mansioni) 3. Organizzazione per gruppi semi-autonomi LA MOTIVAZIONE AL LAVORO È la motivazione a prestare il proprio lavoro con impegno e con spirito cooperativo e costruttivo. Una persona è motivata al lavoro solo se prevede che tale prestazione le consentirà di soddisfare i propri bisogni. In caso contrario, la persona potrà decidere di non svolgere l attività lavorativa o di svolgerla con il minimo livello di impegno necessario per non perdere il lavoro. I BISOGNI CHE SI POSSONO SODDISFARE CON IL LAVORO La scala dei bisogni proposta da Maslow Bisogni elementari (fame, sete, sonno, ) Bisogni di sicurezza (fisica, di stabilità, di regole rispettate) Bisogni di socialità (amicizia, appartenenza, protezione) Bisogni di stima (di sé, altrui) Bisogni di autorealizzazione LE REGOLE DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO IN SINTESI Nel mondo d oggi, i bisogni da soddisfare per motivare le persone al lavoro sono prevalentemente i bisogni di socialità, di stima e di realizzazione. Di conseguenza, la forma di organizzazione del lavoro da privilegiare è quella per gruppi semi-autonomi. Tale forma di organizzazione, infatti: consente interazioni intense e positive tra le persone (socialità); dà luogo a risultati osservabili e attribuibili alle persone e al gruppo (stima); consente l esercizio di una gamma ampia di competenze (autorealizzazione). I SISTEMI OPERATIVI Sono strettamente complementari alla struttura organizzativa (macro e delle singole unità) nella funzione di indirizzo dei comportamenti delle persone Due gruppi 1. Sistemi di pianificazione, programmazione, informazione 2. Sistemi di gestione del personale

64 I SISTEMI DI PIANIFICAZIONE, PROGRAMMAZIONE, INFORMAZIONE Sistema di pianificazione strategica: esplicita i fini, le politiche e le strategie alle quali tutti devono ispirarsi ( mission, vision ). Sistema di programmazione e controllo (budgeting, controllo di gestione): indica per ciascuna unità quali obiettivi di breve realizzare e con quali risorse; le relative performance influenzano la distribuzione dei premi e delle sanzioni; ripartendo con cura gli obiettivi e le risorse si realizza coordinamento. Sistema informativo: produce e distribuisce le informazioni; le persone agiscono anche in base alle informazioni disponibili / non disponibili; l informazione è potere; un buon sistema informativo è uno strumento potente di coordinamento. I SISTEMI DI GESTIONE DEL PERSONALE Sistema di dimensionamento degli organici. Determina il numero / tipo di persone di ciascuna unità aziendale e i relativi carichi di lavoro. Deve tener conto di molti fattori: orari di lavoro, tecnologie, integrazione verticale, esperienza, ecc. Sistema di ricerca e selezione del personale. Individua e vaglia le persone da inserire. Varie politiche, tra cui: solo ingressi dal basso (persone senza precedenti esperienze di lavoro) o anche laterali persone specializzate o con base ampia Sistema retributivo. Definisce le politiche retributive e le retribuzioni di ciascuna persona. Tre basi fondamentali: il valore della posizione occupata dalla persona la prestazione realizzata rispetto agli obiettivi i livelli retributivi correnti nel mercato del lavoro Sistema di carriera. Definisce i percorsi professionali (sentieri di carriera) e i relativi criteri. Base fondamentale: la valutazione del potenziale. Varie politiche tra cui: carriere in linea (sempre nella stessa funzione) / carriere con rotazione (passaggi tra funzioni). Sistema di addestramento e di formazione. Stimolano lo sviluppo delle competenze individuali. Svariate modalità: studio, corsi in aula, affiancamento, assegnazioni, ecc. LA GESTIONE DELLA COMPLESSITA Molte scelte di organizzazione sono utilmente osservabili come scelte volte a fronteggiare la omplessità dell impresa La complessità è definita dal volume di informazioni da raccogliere e dal elaborare, ossia dal volume di decisioni da prendere, durante lo svolgimento di un attività. Schematicamente, si va da un livello di complessità zero (tutto è noto e prevedibile) a un livello di complessità altissima (si devono governare molti elementi dinamici, interconnessi e mal conosciuti). I FATTORI CHE DETERMINANO LA COMPLESSITA DI UN IMPRESA 1. La numerosità degli elementi da governare (le linee di prodotto, i mercati, le tecnologie, le aree, ecc.) 2. La disomogeneità degli elementi 3. La variabilità degli elementi 4. L interdipendenza che lega gli elementi 5. La pressione sui risultati (il livello dei risultati che si devono / vogliono raggiungere)

Capitolo II. GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA

Capitolo II. GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA Capitolo II. GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA 1 LE SOCIETÀ UMANE E IL BENE COMUNE Ciascuna persona partecipa a più società umane di varia natura: famiglie, Stato, istituti pubblici

Dettagli

Capitolo III (A) LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DI ISTITUTO (prima parte: parr. 3.1 e 3.2)

Capitolo III (A) LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DI ISTITUTO (prima parte: parr. 3.1 e 3.2) Capitolo III (A) LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DI ISTITUTO (prima parte: parr. 3.1 e 3.2) 1 IL SISTEMA DEGLI ACCADIMENTI L economia aziendale si occupa, in generale, delle azioni e dei fenomeni che si manifestano

Dettagli

Anteprima Estratta dall' Appunto di Economia aziendale

Anteprima Estratta dall' Appunto di Economia aziendale Anteprima Estratta dall' Appunto di Economia aziendale Università : Università degli studi di Milano Facoltà : Sc.Politiche,Sc.Politiche Indice di questo documento L' Appunto Le Domande d'esame ABCtribe.com

Dettagli

L azienda e le funzioni aziendali

L azienda e le funzioni aziendali UDA 5 TEMA 3 L operatore impresa L azienda e le funzioni aziendali a cura di Lidia Sorrentino Il concetto di azienda. Per soddisfare i propri bisogni, fin dall antichità l uomo si è associato con altre

Dettagli

LA GESTIONE AZIENDALE

LA GESTIONE AZIENDALE LA GESTIONE AZIENDALE GESTIONE = insieme delle operazioni che l impresa effettua, durante la sua esistenza, per realizzare gli obiettivi perseguiti dal soggetto economico. ESERCIZIO = parte di gestione

Dettagli

ECONOMIA AZIENDALE Corso di laurea in scienze e tecniche del turismo culturale

ECONOMIA AZIENDALE Corso di laurea in scienze e tecniche del turismo culturale ECONOMIA AZIENDALE Corso di laurea in scienze e tecniche del turismo culturale Dott. Gabriele Zambon Lez. 1 L attività economica e l economia aziendale Il campo dell economia aziendale L'economia èuna

Dettagli

Capitolo VI. MODELLI DI RAPPRESENTAZIONE DELL ECONOMICITA

Capitolo VI. MODELLI DI RAPPRESENTAZIONE DELL ECONOMICITA Capitolo VI. MODELLI DI RAPPRESENTAZIONE DELL ECONOMICITA 1 CONOSCERE PER DECIDERE I soggetti coinvolti nella vita dell azienda hanno il diritto e il dovere di conoscere le condizioni del suo svolgimento,

Dettagli

Economia aziendale - introduzione-

Economia aziendale - introduzione- Economia aziendale - introduzione- Economia aziendale scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende (Zappa 1927) mira a dare norme e precetti per la razionale

Dettagli

5 L AZIENDA DI PRODUZIONE. 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 1

5 L AZIENDA DI PRODUZIONE. 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 1 5 L AZIENDA DI PRODUZIONE 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 1 Due principali tipologie di aziende Tutte le aziende esercitano attività di acquisizione, produzione ed uso dei beni economici

Dettagli

Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione

Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione 1 L attività economica L attività umana diventa attività ECONOMICA quando comporta l uso di beni, risorse ovvero di mezzi scarsi, per la

Dettagli

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio 1 di 6 La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio Come possono essere classificate le operazioni di gestione? La gestione aziendale è l insieme coordinato di operazioni attraverso le quali l impresa

Dettagli

Slides per il corso di ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI

Slides per il corso di ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI Slides per il corso di ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI Nicola Meccheri (meccheri@ec.unipi.it) Facoltà di Economia Università di Pisa A.A. 2011/2012 ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI: ASPETTI INTRODUTTIVI

Dettagli

Il Sistema dei Finanziamenti

Il Sistema dei Finanziamenti Il Sistema dei Finanziamenti Dott.ssa Patrizia Ruffini - Contabilità e bilancio delle Pubbliche Amministrazionioni Pubbliche 1 FINANZIAMENTO DELLA GESTIONE Insieme di processi (operazioni di gestione esterna)

Dettagli

L azienda e la sua gestione P R O F. S A R T I R A N A

L azienda e la sua gestione P R O F. S A R T I R A N A L azienda e la sua gestione P R O F. S A R T I R A N A L azienda può essere considerata come: Un insieme organizzato di beni e persone che svolgono attività economiche stabili e coordinate allo scopo di

Dettagli

La gestione dell impresa

La gestione dell impresa Albez edutainment production La gestione dell impresa Classe III ITC In questo modulo: La definizione di impresa e di gestione La classificazione delle operazioni di gestione La differenza tra beni a fecondità

Dettagli

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari 1. Pianificazione finanziaria: fabbisogno e fonti di finanziam. Processi di finanziamento 4. Rimborso dei finanziamenti I processi di finanziamento Processi economici di produzione 2. Acquisizione dei

Dettagli

Corso di ragioneria generale

Corso di ragioneria generale Corso di ragioneria generale LAUREA TRIENNALE IN MARKETING E COMUNICAZIONE D AZIENDA PROF.SSA SABRINA SPALLINI A.A. 2013/ 2014 ATTIVITÀ ECONOMICA E CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE MARKETING E COMUNICAZIONE

Dettagli

Cap.1 - L impresa come sistema

Cap.1 - L impresa come sistema Cap.1 - L impresa come sistema Indice: L impresa come sistema dinamico L impresa come sistema complesso e gerarchico La progettazione del sistema impresa Modelli organizzativi per la gestione Proprietà

Dettagli

Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia

Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia Sistema di rilevazione: economicità, bilancio, indici di bilancio Claudio Jommi claudio.jommi@pharm.unipmn.it Agenda delle prossime lezioni Equilibrio

Dettagli

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE: IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti

Dettagli

ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE

ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE 1 a) L organizzazione: concetti generali b) La struttura organizzativa c) I principali modelli di struttura organizzativa a) La struttura plurifunzionale b) La struttura

Dettagli

I contributi pubblici nello IAS 20

I contributi pubblici nello IAS 20 I contributi pubblici nello IAS 20 di Paolo Moretti Il principio contabile internazionale IAS 20 fornisce le indicazioni in merito alle modalità di contabilizzazione ed informativa dei contributi pubblici,

Dettagli

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,

Dettagli

L ABC DELL ECONOMIA AZIENDALE. A cura di Chiara Morelli

L ABC DELL ECONOMIA AZIENDALE. A cura di Chiara Morelli L ABC DELL ECONOMIA AZIENDALE A cura di Chiara Morelli LE AZIENDE DI PRODUZIONE L attività economica di produzione di beni e servizi è svolta da unità economiche denominate Aziende di produzione o Imprese.

Dettagli

PROGRAMMAZIONE IN BASE ALLE LINEE GUIDA : ECONOMIA AZIENDALE PIANO DI LAVORO OBIETTIVI MINIMI PER LA CLASSE 4 M S.I.A.

PROGRAMMAZIONE IN BASE ALLE LINEE GUIDA : ECONOMIA AZIENDALE PIANO DI LAVORO OBIETTIVI MINIMI PER LA CLASSE 4 M S.I.A. PROGRAMMAZIONE IN BASE ALLE LINEE GUIDA : ECONOMIA AZIENDALE PIANO DI LAVORO OBIETTIVI MINIMI PER LA CLASSE 4 M S.I.A. Tomo 1 Modulo1 1. Le società di persone. Gestire il sistema delle rilevazioni con

Dettagli

La valutazione delle immobilizzazioni immateriali

La valutazione delle immobilizzazioni immateriali CORSO DI CONTABILITA E BILANCIO 2 La valutazione delle immobilizzazioni immateriali Seconda lezione 1 DEFINIZIONE condizioni produttive controllate dall impresa, utili per l esercizio della sua gestione

Dettagli

Corso di. Analisi e contabilità dei costi

Corso di. Analisi e contabilità dei costi Corso di Analisi e Contabilità dei Costi Prof. 1_I costi e il sistema di controllo Perché analizzare i costi aziendali? La CONOSCENZA DEI COSTI (formazione, composizione, comportamento) utile EFFETTUARE

Dettagli

IL SISTEMA FINANZIARIO

IL SISTEMA FINANZIARIO IL SISTEMA FINANZIARIO 1 Premessa Lo studio del sistema finanziario si fonda sull analisi dei suoi elementi costitutivi. La struttura finanziaria dell economia individua l insieme dei circuiti di risorse

Dettagli

L avvio di un attività

L avvio di un attività Le forme societarie e le Condizioni di Equilibrio Economico/Finanziario Le Forme Societarie L avvio di un attività Avviare un attività d impresa è un sogno di tante persone che, per proprie attitudini,

Dettagli

CICLO DI GESTIONE CICLO DI GESTIONE

CICLO DI GESTIONE CICLO DI GESTIONE CICLO DI GESTIONE CICLO DI GESTIONE Entrate mezzi monetari e simili Entrate mezzi monetari e simili Finanziamenti Investimenti Trasformazioni Disinvestimenti Rimborsi o Remunerazioni Uscite mezzi monetari

Dettagli

3 PASSI NELL IMPRESA E NEL LAVORO AUONOMO. Appunti di Finanza Aziendale Dott. Vulpinari Gianluigi

3 PASSI NELL IMPRESA E NEL LAVORO AUONOMO. Appunti di Finanza Aziendale Dott. Vulpinari Gianluigi 3 PASSI NELL IMPRESA E NEL LAVORO AUONOMO Gli elementi utili per aprire un attività imprenditoriale Rovigo, 14 maggio 2008 Appunti di Finanza Aziendale Dott. Vulpinari Gianluigi La scelta di intraprendere

Dettagli

Leasing secondo lo IAS 17

Leasing secondo lo IAS 17 Leasing secondo lo IAS 17 Leasing: Ias 17 Lo Ias 17 prevede modalità diverse di rappresentazione contabile a seconda si tratti di leasing finanziario o di leasing operativo. Il leasing è un contratto per

Dettagli

Contabilità generale e contabilità analitica

Contabilità generale e contabilità analitica 1/5 Contabilità generale e contabilità analitica La sfida della contabilità analitica è di produrre informazioni sia preventive che consuntive. Inoltre questi dati devono riferirsi a vari oggetti (prodotti,

Dettagli

Politica Economica Istituzioni e Efficienza

Politica Economica Istituzioni e Efficienza Politica Economica Istituzioni e Efficienza 2 Introduzione al concetto di Istituzioni Le istituzioni riducono il tasso di incertezza creando delle regolarità nella vita di tutti i giorni. Sono una guida

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

Evoluzione dei modelli della banca e dell assicurazione. Corso di Economia delle Aziende di Credito Prof. Umberto Filotto a.a.

Evoluzione dei modelli della banca e dell assicurazione. Corso di Economia delle Aziende di Credito Prof. Umberto Filotto a.a. Evoluzione dei modelli della banca e dell assicurazione Corso di Economia delle Aziende di Credito Prof. Umberto Filotto a.a. 2013/2014 Definizioni La banca può essere definita sotto due diversi profili:

Dettagli

Il mercato dei beni. Prof. Sartirana

Il mercato dei beni. Prof. Sartirana Il mercato dei beni Prof. Sartirana Gli scambi di beni economici avvengono tra soggetti che vengono definiti: soggetti economici I soggetti economici sono 4 ed ognuno di essi ha necessità diverse. I soggetti

Dettagli

PARTE SECONDA La gestione aziendale

PARTE SECONDA La gestione aziendale PARTE SECONDA La gestione aziendale Di cosa parleremo In questo capitolo analizzeremo le diverse operazioni della gestione, che si distinguono in fatti esterni o di scambio e fatti interni o di produzione

Dettagli

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE.

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. Lezione 5 Castellanza, 17 Ottobre 2007 2 Summary Il costo del capitale La relazione rischio/rendimento

Dettagli

IL SISTEMA FINANZIARIO. Giuseppe G. Santorsola 1

IL SISTEMA FINANZIARIO. Giuseppe G. Santorsola 1 IL SISTEMA FINANZIARIO 1 Premessa Lo studio del sistema finanziario si fonda sull analisi dei suoi elementi costitutivi. La struttura finanziaria dell economia individua l insieme dei circuiti di risorse

Dettagli

La gestione finanziaria nelle Aziende Non Profit. La gestione finanziaria nelle ANP (tra cui rientrano le ASD) riguarda il.

La gestione finanziaria nelle Aziende Non Profit. La gestione finanziaria nelle ANP (tra cui rientrano le ASD) riguarda il. La gestione finanziaria nelle Aziende Non Profit La gestione finanziaria nelle ANP (tra cui rientrano le ASD) riguarda il. REPERIMENTO UTILIZZO dei mezzi monetari necessari al perseguimento dei fini istituzionali

Dettagli

MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA

MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA 1 OPERATORI FINANZIARI ATTIVI E PASSIVI Gli operatori finanziari possono essere divisi in quattro gruppi: Le famiglie; Le imprese; La pubblica amministrazione; il resto

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni

Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni Economia e Organizzazione Aziendale Modulo 4 - L organizzazione aziendale Unità didattica 1 Concetti base dell organizzazione Antonio Dallara Concetto di organizzazione

Dettagli

IL BILANCIO DI ESERCIZIO

IL BILANCIO DI ESERCIZIO IL BILANCIO DI ESERCIZIO CHE COS E UN BILANCIO Il bilancio è un insieme di documenti che illustrano la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell impresa a tutti i soggetti interessati. CHI

Dettagli

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.

Dettagli

ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra)

ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) La GESTIONE (operazioni che l azienda compie per raggiungere i suoi fini) può essere: ORDINARIA

Dettagli

La repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata.

La repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. Cooperativa è... COOPERATIVA è... Art. 45 della Costituzione Italiana La repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge

Dettagli

Risparmio e Investimento

Risparmio e Investimento Risparmio e Investimento Risparmiando un paese ha a disposizione più risorse da utilizzare per investire in beni capitali I beni capitali a loro volta fanno aumentare la produttività La produttività incide

Dettagli

PROGRAMMAZIONE ( in base alle linee guida) : ECONOMIA AZIENDALE Classi Quarte indirizzo AFM

PROGRAMMAZIONE ( in base alle linee guida) : ECONOMIA AZIENDALE Classi Quarte indirizzo AFM PROGRAMMAZIONE ( in base alle linee guida) : ECONOMIA AZIENDALE Classi Quarte indirizzo AFM Tomo 1 Modulo1 1. Le società di persone Individuare e accedere alla normativa attività. Gestire il sistema delle

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 182 183 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto Economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

Introduzione. fornisce un rendiconto dell attività economica di una impresa relativa all ultimo anno solare;

Introduzione. fornisce un rendiconto dell attività economica di una impresa relativa all ultimo anno solare; Appunti di Economia Documenti costituenti il bilancio d esercizio di una impresa Introduzione... 1 Stato patrimoniale... 2 Debiti e crediti... 3 Equazione contabile fondamentale dello stato patrimoniale...

Dettagli

Indice. pagina 2 di 10

Indice. pagina 2 di 10 LEZIONE PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA DOTT.SSA ROSAMARIA D AMORE Indice PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA---------------------------------------------------------------------------------------- 3 LA STRUTTURA

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

L organizzazione aziendale

L organizzazione aziendale Università degli studi di Teramo Facoltà di Agraria Lezioni di Economia e gestione delle imprese vitivinicole aziendale Emilio Chiodo Anno Accademico 2014-2015 Le operazioni aziendali Il sistema delle

Dettagli

INDICE. Pagina 1 di 11 Economia e gestione delle aziende ristorative 2 Selezione a cura di Marcello Sanci

INDICE. Pagina 1 di 11 Economia e gestione delle aziende ristorative 2 Selezione a cura di Marcello Sanci INDICE LA GESTIONE FINANZIARIA DELLE IMPRESE RISTORATIVE... 2 Il fabbisogno finanziario:concetto e problematiche... 3 Definizione di fabbisogno finanziario... 3 Le fonti di finanziamento... 3 Scelta tra

Dettagli

Concetto di patrimonio

Concetto di patrimonio Concetto di patrimonio Il patrimonio o capitale si può definire, in prima approssimazione, come l insieme l dei beni a disposizione del soggetto aziendale in un determinato momento; in un accezione più

Dettagli

ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DEL CAPITALE IN SEDE DI COSTITUZIONE DI AZIENDA

ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DEL CAPITALE IN SEDE DI COSTITUZIONE DI AZIENDA ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DEL CAPITALE IN SEDE DI COSTITUZIONE DI AZIENDA IL CAPITALE LORDO IN SEDE DI ISTITUZIONE FASI DELL ISTITUZIONE: PROGETTO: PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ, LOCALIZZAZIONE, CAPITALI

Dettagli

- Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi -

- Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi - 71 - Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi - Il Titolo 3 delle uscite è costituito dai rimborsi di prestiti e dalle anticipazioni di cassa. La contrazione di mutui a titolo oneroso

Dettagli

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Convegno L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Catania, 5 dicembre 2002 SINTESI INTERVENTO DR. GAETANO SCOGNAMIGLIO Corporate Governance tradotto letteralmente significa

Dettagli

I processi di finanziamento

I processi di finanziamento I processi di finanziamento 1. pianificazione finanziaria: fabbisogno e fonti di finanziamento 2. acquisizione del finanziamento tutte quelle attività volte a reperire, gestire e rimborsare i finanziamenti

Dettagli

COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento

COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE Informazioni di approfondimento Come vengono gestiti i versamenti ai fondi pensione complementare? Prima dell adesione

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

(Cash Flow Statements)

(Cash Flow Statements) RENDICONTO FINANZIARIO IAS 7 (Cash Flow Statements) 1 SOMMARIO Concetti generali sul Rendiconto Finanziario Come si fa a redigere un Rendiconto Finanziario? 2 1 Concetti generali sul Rendiconto Finanziario

Dettagli

Anno scolastico 2013/2014. Curricolo verticale. Servizi socio sanitario/ Servizi Commerciali

Anno scolastico 2013/2014. Curricolo verticale. Servizi socio sanitario/ Servizi Commerciali Istituto Istruzione Superiore 'Mattei Fortunato' Eboli (SA) Anno scolastico 2013/2014 Curricolo verticale Servizi socio sanitario/ Servizi Commerciali Disciplina: DIRITTO ED ECONOMIA Al termine del percorso

Dettagli

Approfondimenti. Gli investimenti immobiliari secondo lo IAS 40. di Paolo Moretti

Approfondimenti. Gli investimenti immobiliari secondo lo IAS 40. di Paolo Moretti Gli investimenti immobiliari secondo lo IAS 40 di Paolo Moretti L «International Accounting Standards Board» (IASB), nell ambito del progetto di revisione («Improvement») dei princìpi contabili internazionali,

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA Classification Policy PREMESSA, FONTI NORMATIVE ED OBIETTIVO DEL DOCUMENTO... 3 1. DEFINIZIONI... 3 1.1. CLIENTI PROFESSIONALI...

Dettagli

RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO

RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Università degli studi di MACERATA Facoltà di SCIENZE POLITICHE ECONOMIA POLITICA: MICROECONOMIA A.A. 2009/2010 RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Fabio CLEMENTI E-mail: fabio.clementi@univpm.it

Dettagli

Quale tipo di società scegliere per il proprio business

Quale tipo di società scegliere per il proprio business Quale tipo di società scegliere per il proprio business È possibile scegliere la forma giuridica più conveniente all interno di queste quattro categorie: 1) Impresa individuale 2) Società di persone 3)

Dettagli

Corso semestrale di Analisi e Contabilità dei Costi

Corso semestrale di Analisi e Contabilità dei Costi Corso semestrale di Analisi e Contabilità dei Costi Aureli Selena 1_Sistema di controllo e contabilità analitica Perché analizzare i costi aziendali? La CONOSCENZA DEI COSTI (formazione, composizione,

Dettagli

Redditi di capitale. Capitolo 7 7.1 NOZIONE DI SOCIETÀ 7.2 LA TASSAZIONE DEI RISPARMI DELLE FAMIGLIE 7.3 ALTRI REDDITI DI CAPITALE

Redditi di capitale. Capitolo 7 7.1 NOZIONE DI SOCIETÀ 7.2 LA TASSAZIONE DEI RISPARMI DELLE FAMIGLIE 7.3 ALTRI REDDITI DI CAPITALE Redditi di capitale Capitolo 7 7.1 NOZIONE DI SOCIETÀ 7.2 LA TASSAZIONE DEI RISPARMI DELLE FAMIGLIE 7.3 ALTRI REDDITI DI CAPITALE 7.4 IL POSSESSO DI PARTECIPAZIONI DI SOCIETÀ 7.5 LA TASSAZIONE DEI DIVIDENDI

Dettagli

LA TRASFORMAZIONE DEI SISTEMI AMMINISTRATIVI E CONTABILI: IL PASSAGGIO DALLA CONTABILITÀ FINANZIARIA AI NUOVI SISTEMI CONTABILI (CO.GE.

LA TRASFORMAZIONE DEI SISTEMI AMMINISTRATIVI E CONTABILI: IL PASSAGGIO DALLA CONTABILITÀ FINANZIARIA AI NUOVI SISTEMI CONTABILI (CO.GE. LA TRASFORMAZIONE DEI SISTEMI AMMINISTRATIVI E CONTABILI: IL PASSAGGIO DALLA CONTABILITÀ FINANZIARIA AI NUOVI SISTEMI CONTABILI (CO.GE. E COAN) Prof.ssa Claudia SALVATORE Università degli Studi del Molise

Dettagli

Concetto e sistema di Marketing

Concetto e sistema di Marketing Università degli Studi di Urbino Carlo Bo Facoltà di Economia Corso di Laurea in INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE ECONOMIA, GESTIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE Prof. Fabio Musso A.A. 2008-09

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

Policy sintetica di Banca delle Marche S.p.A. per la gestione dei conflitti d interesse

Policy sintetica di Banca delle Marche S.p.A. per la gestione dei conflitti d interesse Policy sintetica di Banca delle Marche S.p.A. per la gestione dei conflitti d interesse 1. Introduzione Banca Marche nel normale esercizio della propria attività e nell erogazione dei propri molteplici

Dettagli

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale 1. IL VALORE ATTUALE La logica di investimento aziendale è assolutamente identica a quella adottata per gli strumenti finanziari. Per poter

Dettagli

Caratteri generali della P.A.

Caratteri generali della P.A. CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI A.A. 2014-2015 Caratteri generali della P.A. 1. I processi di gestione 2. Il sistema di finanziamento 3. Il sistema delle rilevazioni

Dettagli

AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE

AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE RAPPORTO DI LAVORO 1 Il rapporto individuo azienda si basa su un contratto per lo scambio di una prestazione di lavoro a fronte di un corrispettivo economico retribuzione

Dettagli

Valutazione degli investimenti aziendali

Valutazione degli investimenti aziendali Finanza Aziendale Analisi e valutazioni per le decisioni aziendali Valutazione degli investimenti aziendali Capitolo 18 Indice degli argomenti 1. Definizione e classificazione degli investimenti 2. I profili

Dettagli

IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI. a cura di Claudio Picozza

IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI. a cura di Claudio Picozza IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI a cura di Claudio Picozza 1 CONTABILITA NAZIONALE E CONTI ECONOMICI NAZIONALI La Contabilità Nazionale è rappresentata da l'insieme di tutti i conti economici che

Dettagli

LA LETTURA DEL BILANCIO ANALISI E INDICI DI BILANCIO

LA LETTURA DEL BILANCIO ANALISI E INDICI DI BILANCIO LA LETTURA DEL BILANCIO ANALISI E INDICI DI BILANCIO Prof R Bauer Strumenti di analisi e lettura del bilancio: L analisi di bilancio può essere condotta con : A) la riclassificazione degli schemi di bilancio;

Dettagli

Il marketing dei servizi. La gestione degli intermediari

Il marketing dei servizi. La gestione degli intermediari Il marketing dei servizi La gestione degli intermediari Gli intermediari nei servizi: canali diretti Le imprese di servizi distribuiscono la propria offerta in alcuni casi direttamente, in altri casi si

Dettagli

Bongini,Di Battista, Nieri, Patarnello, Il sistema finanziario, Il Mulino 2004 Capitolo 2. I contratti finanziari. Capitolo 2 I CONTRATTI FINANZIARI

Bongini,Di Battista, Nieri, Patarnello, Il sistema finanziario, Il Mulino 2004 Capitolo 2. I contratti finanziari. Capitolo 2 I CONTRATTI FINANZIARI Capitolo 2 I CONTRATTI FINANZIARI 1 Indice Definizione di contratto finanziario Contratti finanziari bilaterali e multilaterali Contratto di debito Contratto di partecipazione Contratto assicurativo Contratto

Dettagli

FUSIONI E ACQUISIZIONI

FUSIONI E ACQUISIZIONI FUSIONI E ACQUISIZIONI 1. Fusioni e acquisizioni: concetti introduttivi 2. Il valore del controllo di un impresa 3. La redditività di un acquisizione 4. Alcuni tipi particolari di acquisizioni: LBO, MBO

Dettagli

Costi unitari materie dirette 30 40 Costi unitari manodopera diretta. Energia 10 20 Quantità prodotte 600 400 Prezzo unitario di vendita 120 180

Costi unitari materie dirette 30 40 Costi unitari manodopera diretta. Energia 10 20 Quantità prodotte 600 400 Prezzo unitario di vendita 120 180 SVOLGIMENTO Per ogni attività di programmazione e pianificazione strategica risulta di fondamentale importanza per l impresa il calcolo dei costi e il loro controllo, con l attivazione di un efficace sistema

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 36 37 38 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE

ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE 1 a) Il principio di economicità aziendale b) L economicità e l efficienza c) Il sistema dei rischi nella gestione d impresa d) L economicità e l equilibrio finanziario

Dettagli

Subsistema Gestionale: definizione

Subsistema Gestionale: definizione ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE Anno Accademico 2014/2015 IL SUBSISTEMA GESTIONALE NELL INDIVIDUAZIONE DEI SUOI COLLEGATI ASPETTI E DEI RELATIVI MODELLI RAPPRESENTATIVI (CAP. 4) Unit 3 Slide 3.2.1 Lezioni

Dettagli

Lezione 03/03/03 SOCIETA A RESPONSABILITA LIMITATA S.R.L.

Lezione 03/03/03 SOCIETA A RESPONSABILITA LIMITATA S.R.L. Lezione 03/03/03 SOCIETA A RESPONSABILITA LIMITATA S.R.L. Forma giuridica per piccole imprese il capitale sociale deve essere minimo 10000. La proprietà è suddivisa in quote, ogni socio è detentore di

Dettagli

INTRODUZIONE ALLA LETTURA E COMPRENSIONE DEL BILANCIO D ESERCIZIO PER GIURISTI I INCONTRO

INTRODUZIONE ALLA LETTURA E COMPRENSIONE DEL BILANCIO D ESERCIZIO PER GIURISTI I INCONTRO INTRODUZIONE ALLA LETTURA E COMPRENSIONE DEL BILANCIO D ESERCIZIO PER GIURISTI I INCONTRO 1 L acqua che sgorga naturalmente da una fonte non è un bene economico. Mentre, invece, una goccia d'acqua nel

Dettagli

I processi di acquisizione/utilizzo dei fattori produttivi pluriennali

I processi di acquisizione/utilizzo dei fattori produttivi pluriennali I processi di acquisizione/utilizzo dei fattori produttivi pluriennali azienda/fornitori circuiti: flussi fisico tecnici ed economici (in entrata) flussi monetari-finanziari (in uscita) settore fisico-tecnico

Dettagli

ANALISI PER FLUSSI. Dott. Fabio CIGNA

ANALISI PER FLUSSI. Dott. Fabio CIGNA ANALISI PER FLUSSI Dott. Fabio CIGNA IL CONCETTO DI EQUILIBRIO GENERALE E DI ANALISI FINANZIARIA 2 ANALISI PER FLUSSI IL CONCETTO DI EQUILIBRIO GENERALE E DI ANALISI FINANZIARIA L azienda deve operare

Dettagli

IL FONDO OGGI E DOMANI

IL FONDO OGGI E DOMANI IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi

Dettagli

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO 1. Premessa La legge n. 2 del 28 gennaio 2009 ha vietato la commissione di massimo scoperto (CMS)

Dettagli

La Moneta e i Mercati Monetari. Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano)

La Moneta e i Mercati Monetari. Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano) La Moneta e i Mercati Monetari In questa lezione: Determiniamo le funzioni e l origine della moneta Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano) Data

Dettagli

CODICE DI CONDOTTA SULLE INTERAZIONI CON GLI OPERATORI DEL SETTORE SANITARIO

CODICE DI CONDOTTA SULLE INTERAZIONI CON GLI OPERATORI DEL SETTORE SANITARIO CODICE DI CONDOTTA SULLE INTERAZIONI CON GLI OPERATORI DEL SETTORE SANITARIO Dichiarazione di tutti i Soci del COCIR COCIR si dedica al progresso della scienza medica e al miglioramento della cura dei

Dettagli

LA VALUTAZIONE D AZIENDA (E DELLE QUOTE/AZIONI DI MAGGIORANZA/MINORANZA) A cura di Ciro D Aries

LA VALUTAZIONE D AZIENDA (E DELLE QUOTE/AZIONI DI MAGGIORANZA/MINORANZA) A cura di Ciro D Aries LA VALUTAZIONE D AZIENDA (E DELLE QUOTE/AZIONI DI MAGGIORANZA/MINORANZA) A cura di Ciro D Aries I METODI DI VALUTAZIONE DELLE AZIENDE 2 I Criteri di Valutazione Si devono adottare i criteri di valutazione

Dettagli

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi Project Management Modulo: Introduzione prof. ing. Guido Guizzi Definizione di Project Management Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese

Dettagli

a.a. 2012-2013 Economia Applicata all Ingegneria 1 Docente: Prof. Ing. Donato Morea Lezione n. 11 del 13.11.2012

a.a. 2012-2013 Economia Applicata all Ingegneria 1 Docente: Prof. Ing. Donato Morea Lezione n. 11 del 13.11.2012 Università degli Studi di Roma Tor Vergata Facoltà di Ingegneria --------------------------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli