Luglio 1994 Diploma di Ragioniere e Perito Commerciale conseguito presso ITC G. Salvemini di Latina con la votazione di 42/60

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Luglio 1994 Diploma di Ragioniere e Perito Commerciale conseguito presso ITC G. Salvemini di Latina con la votazione di 42/60"

Transcript

1 /XFLD9HWLFD,QIRUPD]LRQL SHUVRQDOL,VWUX]LRQH Stato civile: nubile Nazionalità: italiana Data di nascita: 16 Settembre 1975 Luogo di nascita: Latina Residenza: Via Congiunte Sx, Latina Scalo (LT) Telefono: 0773/ Cellulare: 328/ Luglio 1994 Diploma di Ragioniere e Perito Commerciale conseguito presso ITC G. Salvemini di Latina con la votazione di 42/60 Aprile 2002 Laurea in Economia e Commercio conseguita presso l Università degli Studi di Roma La Sapienza con la votazione di 102/110 discutendo la tesi in Tecnica Bancaria (Costi e Ricavi Bancari) dal titolo Il Rischio Operativo: Gestione e Allocazione del Capitale, relatore Prof.ssa Irene Misucci &RQRVFHQ]H LQIRUPDWLFKH /LQJXHVWUDQLHUH 2ELHWWLYL Internet Explorer e discreta conoscenza dei principali pacchetti Microsoft Office quali Word, Excel Conoscenza della lingua inglese a livello scolastico Conoscenza della lingua francese a livello scolastico Disponibile ad operare in gruppo, mi auguro di migliorare e progredire le conoscenze tecniche fino ad oggi acquisite come teoria ma che spero presto di poter mettere in pratica Autorizzo al trattamento dei dati personali da me trasmessi in conformità alle disposizioni della Legge 675/96 1

2 8QLYHUVLWjGHJOL6WXGLGL5RPD³/D6DSLHQ]D Facoltà di Economia &RUVRGLODXUHDLQ(FRQRPLDH&RPPHUFLR 6HGHGL/DWLQD Tesi di laurea in TECNICA BANCARIA (COSTI E RICAVI BANCARI) 5,6&+,223(5$7,92*(67,21(($//2&$=,21( '(/&$3,7$/( Relatore: Laureando: Prof. ssa Irene Misucci Lucia Vetica ANNO ACCADEMICO 2000/2001 2

3 ,1',&(,QWURGX]LRQH &$3,72/2,5,6&+,23(5$7,9,'(// $77,9,7$ %$1&$5,$ 1(// (92/8=,21(3,8 5(&(17( /LQHHHYROXWLYHQHOODGHILQL]LRQHGL ULVFKLRRSHUDWLYRGDOO $FFRUGR GL%DVLOHDGHODGRJJL /HSULQFLSDOLSUREOHPDWLFKHLQHUHQWL L5LVFKL2SHUDWLYL &ODVVLILFD]LRQHGHL5LVFKL2SHUDWLYL,52QHOTXDGURUHJRODPHQWDUH QD]LRQDOHHLQWHUQD]LRQDOH &RQVLGHUD]LRQLDPDUJLQHGHOODFULVLGHOOD%DULQJV / HIIHWWRGHLULVFKLRSHUDWLYL 6XOO HTXLOLEULRHFRQRPLFR 6XOODIRUPD]LRQHGHOFDSLWDOHHFRQRPLFR 5LVFKLRSHUDWLYLHDOORFD]LRQHGHOFDSLWDOH,OVLVWHPDGLDOORFD]LRQHGHOFDSLWDOH 0RGHOOLGLPLVXUD]LRQHGHOFDSLWDOH D$QDOLVLGHOODGLVWULEX]LRQHGHOOHSHUGLWHSDVVDWH E%XVLQHVV%R[$SSURDFK F&DSP G0RGHOOLFDXVDOLGLQDPLFL &$3,72/2 /(0(72'2/2*,(',0,685$=,21('(/ 5(48,6,723$75,021,$/(3(5,/5,6&+,2 23(5$7,92 3UHPHVVD $SSURFFLRGHOO,QGLFDWRUH6HPSOLFH $SSURFFLR6WDQGDUG $GYDQFHG0HDVXUHPHQW$SSURDFK$0$ 2ULHQWDPHQWLPHWRGRORJLFLDOO 2SHUDWLRQDO ULVNPDQDJHPHQW 3

4 $SSURFFLRTXDOLWDWLYR $SSURFFLRTXDQWLWDWLYR $SSHQGLFHQ,GDWDEDVHGHOOHSHUGLWH $VVHWWLRUJDQL]]DWLYLSHUO 2SHUDWLRQDO ULVNPDQDJHPHQW 7UDVIHULPHQWRHILQDQ]LDPHQWRGHOULVFKLR &$3,72/2,/6,67(0$'(,&21752//, 3UHPHVVD,OVLVWHPDGHLFRQWUROOLLQWHUQL,WUHOLYHOOLGHOFRQWUROOR,SDUDGLJPLSHUXQ$XGLWDEDVVRFRVWR HDGHOHYDWRYDORUHDJJLXQWR,OPRGHOORSURSRVWR,OFRQWUROOR)LUPZLGH/DVSHFLDOL]]D]LRQH / RUJDQL]]D]LRQHGHOO,QWHUQDO$XGLW D/ XQLWjGHLULVFKL E/DVHJUHWHULDRUJDQL]]DWLYD F/DIXQ]LRQHGLFRQWUROORDGLVWDQ]D G/DIXQ]LRQHGLFRQWUROORLQORFR &RQFOXVLRQL &$3,72/2 (63(5,(1=($=,(1'$/,(63(5,0(17$=,21, &21'277(1(/&2562'(//$352*(77$=,21(', $352 &DVR$ &DVR% &DVR& 9DOXWD]LRQHGHOODULVFKLRVLWjRSHUDWLYD SHUODOLQHD&RUSRUDWH 6SHULPHQWD]LRQHPHWRGRORJLFD$352 DSSOLFDWDDOSURFHVVRJHVWLRQHLQFDVVL HDPHQWL 2UGLQLGDFOLHQWHODQRQTXDOLILFDWD QHJR]LDWLLQFRQWRSURSULR %LEOLRJUDILD 4

5 5LVFKLR2SHUDWLYR*HVWLRQHHDOORFD]LRQHGHOFDSLWDOH Obiettivo del lavoro di tesi è l esame delle principali problematiche inerenti ai rischi operativi (RO), al fine di sviluppare una strategia di rischio integrata, generare una maggiore consapevolezza interna e divenire un riferimento per l innovazione interna o la best practice. La necessità di affrontare in una nuova prospettiva il fenomeno delle perdite operative è di recente molto sentita in ambito interbancario per quanto non si tratti di una nuova tipologia di rischio: da sempre le banche hanno investito in misure atte a prevenire o mitigare le perdite operative. Esiste, semmai, una maggiore attenzione al RO in un contesto caratterizzato da un più alto livello di complessità gestionale e da una più forte tensione al raggiungimento degli obiettivi in una situazione di elevata concorrenzialità. Il lavoro è stato strutturato in 4 capitoli. Nel SULPRFDSLWRORsi delinea lo stato dell arte del dibattito innescato dalla proposta del Comitato di Basilea e si descrivono le principali tecniche di misurazione del requisito di capitale sviluppatesi nell industria dell intermediazione finanziaria prima dell introduzione del Nuovo Accordo di Basilea del gennaio In particolare si è dimostrato come, pur in assenza di una definizione univoca di rischio operativo (RO), le riflessioni condotte nel periodo più recente hanno avuto il merito di contribuire ad accrescere la consapevolezza dell importanza di tale categoria di rischi. La gestione dei rischi ha ripercussioni sull utile dell esercizio e sul capitale economico aziendale. Dette grandezze, determinanti per l apprezzamento dell impresa da parte del mercato, possono essere correttamente determinate solo se si dispone di informazioni adeguate sul posizionamento specifico nella scala delle rischiosità possibili. Le informazioni, necessarie per tutte le categorie di rischi, diventano indispensabili per la categoria dei RO che peraltro è quella più ampia, destinata ad allargarsi con il mutare del contesto raccogliendo tipicità diverse da gestire in maniera differente. La rischiosità operativa è in forte crescita e, in numerosi casi, si è dimostrata la causa di gravi perdite e di situazioni di crisi. E stato osservato infatti che le perdite più consistenti sono riconducibili al non completo svolgimento dei processi operativi (RO: omessa o incompleta rilevazione/registrazione di fatti aziendali) nella realizzazione di attività finanziarie (rischi di mercato). Nella realtà è la manifestazione concomitante di RO con quelli di mercato che si è rilevata particolarmente catastrofica, consentendo che in periodi relativamente brevi l entità dei danni causati lievitasse in maniera esponenziale. Si è quindi dimostrato che la criticità dei RO risiede nel fatto che le perdite che ne derivano possono risultare amplificate per l impatto che gli errori e le disfunzioni operative possono avere sul piano commerciale e della reputazione. La complessità delle gestioni e dei modelli operativi accresce il rischio di incoerenza, errore e comportamento non 5

6 corretto. Soprattutto la mancanza di un efficace sistema di controllo interno è la circostanza che aggrava la rischiosità operativa, tanto che la debolezza dei controlli è considerata fattore di rischio. Dopo aver delineato le motivazioni che hanno spinto le autorità di vigilanza e l industria bancaria ad accantonare la tendenza a ritenere residuali i rischi operativi, sono state esaminate le tecniche di misurazione del RO sviluppatesi prima dell introduzione del Nuovo Accordo sul Capitale. L obiettivo di queste tecniche è di misurare l impatto del RO sui requisiti di capitale e di guidare l allocazione delle risorse finanziarie sulla base di tale rischio, nelle diverse divisioni della banca. Il capitale necessario per una determinata divisione aziendale è determinato come perdita massima attesa riveniente dall attività della divisione, dati un certo intervallo di confidenza e un orizzonte temporale di riferimento. L attenzione è focalizzata sui modelli che le banche possono utilizzare per la determinazione del capitale economico a fronte del RO e per la sua allocazione a livello di divisione/funzione aziendale. La misurazione del capitale economico può essere caratterizzata da differenti gradi di sofisticazione a livello applicativo. Un primo approccio consiste nel calcolo del capitale economico a fini di monitoraggio, senza pervenire ad alcuna valutazione di redditività, pianificazione o budget. Un approccio più avanzato utilizza il capitale economico nella pianificazione aziendale, definendo limiti o obiettivi per le linee di business. L approccio più sofisticato include un completo processo di allocazione del capitale economico ai diversi centri di profitto e perviene alla misurazione delle performance. In questo caso ogni linea di business compete per l attribuzione del capitale. L attuazione di un completo processo di allocazione del capitale esige la preliminare individuazione di nessi causali tra fattori di rischio e perdite. Pertanto, prima di utilizzare il capitale economico a fronte del RO come strumento di gestione e incentivo manageriale, la banca deve essere soddisfatta delle ipotesi formulate in materia di relazioni tra fattori di rischio e perdite potenziali. Nel VHFRQGRFDSLWROR si descrivono le metodologie di misurazione del requisito patrimoniale per il RO proposte dal Comitato di Basilea nel gennaio 2001 e successivamente modificate, nel Working Paper on the Regulatory Treatment of Operational Risk, a seguito di consultazioni avviate con il sistema bancario. Gli approcci proposti sono 3 e si caratterizzano per una crescente complessità: - il Basic Indicator Approach, collegato a un unico indicatore finanziario; - lo Standardised Approach, con un indicatore per ogni linea di business; - gli Advanced Measurement Approach (AVA), che calcolano i singoli requisiti facendo ricorso non a coefficienti standard bensì a proprie stime del capitale a rischio. 6

7 Secondo il Comitato di Basilea vi è un significativo incentivo per le banche a muoversi verso gli approcci più sofisticati rappresentato dalla diminuzione dell assorbimento di capitale richiesto. La misura di tale incentivo è tuttavia limitata, poiché si propone che, anche per le banche che adottano l AVA, il requisito per i RO non sia inferiore al 75% di quello vigente sotto il Basic Indicator Approach. Inoltre per adottare uno degli approcci AVA occorre soddisfare alcuni criteri di natura organizzativa e quantitativa relativi alla qualità dei dati raccolti e delle procedure utilizzate per elaborarli. In estrema sintesi esistono due classi di criteri da soddisfare: - criteri relativi al Risk management e ai controlli interni (esistenza di funzioni di risk management e internal auditing indipendenti dalle strutture operative, processo di revisione sulle metodologie di operational risk management da parte dell internal auditing, efficaci ed efficienti procedure di controllo interno...); - criteri relativi alla misurazione e validazione delle basi dati utilizzate (esistenza di una struttura di reportistica efficace ed efficiente, raccolta di dati relativi ai rischi finalizzata alla costruzione di un database completo e affidabile, formalizzazione dei processi e delle attività coinvolte nella misurazione dei RO). Si è potuto inoltre constatare che la maggiore sfida che attende il sistema bancario è rappresentata dalla costruzione dei database interni delle perdite operative collegate ai RO. Per ottenere i risultati attesi occorrerebbe avere a disposizione serie storiche di dati di alcuni anni, e in ogni caso non tutti gli eventi sarebbero ricompresi (si pensi a eventi catastrofici quali il blocco completo del sistema informativo). La soluzione che potrebbe risolvere tali problemi sarebbe la costituzione di consorzi per la raccolta e l elaborazione dei dati provenienti da differenti istituti, al fine di costruire base dati che si sviluppino non solo temporalmente (serie storiche), ma anche orizzontalmente (cross-series). L accesso al database delle perdite sarebbe utile non solo alle banche, ma anche alle compagnie assicurative per lo sviluppo di prodotti di trasferimento del rischio, alle società di consulenza per studi specifici e analisi di benchmark, e ai produttori di software al fine di sviluppare sistemi di risk management integrati. Sicuramente significativa sarebbe la partecipazione delle compagnie di assicurazione, dal momento che lo sviluppo di tecniche di trasferimento dei RO sarà in futuro uno dei temi più importanti che fornirà le maggiori opportunità di business. Nel WHU]RFDSLWROR si è testata l importanza del Sistema dei Controlli Interni (SCI), che deve essere orientato alla salvaguardia degli equilibri economici, patrimoniali e finanziari e quindi, attento alla valutazione interna ed alla corretta gestione e controllo dei rischi a cui la singola banca si espone nello svolgimento delle proprie attività. 7

8 L adeguatezza del sistema di controllo non si basa solo su aspetti organizzativi strutturali e di funzionamento (fattori organizzativi hard), ma anche sulle competenze e sulla presenza di una adeguata cultura aziendale (fattori organizzativi soft). Si richiama la necessità, da un lato, che il personale sia qualificato e la formazione professionale sia aggiornata periodicamente, dall altro lato, che sia attivata e mantenuta una solida cultura dei controlli. Questi riferimenti alle competenze e alla cultura aziendale sono importanti perché testimoniano il recepimento da parte delle Autorità di Vigilanza delle variabili soft come fattori critici del successo dell attività di controllo. Tali variabili sono, in realtà, spesso trascurate nella valutazione dell adeguatezza organizzativa pur risultando elementi essenziali. La teoria organizzativa ha mostrato come la cultura plasmi i comportamenti e sia determinante nell assicurare efficaci cambiamenti: il successo del potenziamento dei controlli è quindi strettamente legato al recepimento e alla condivisione dei principi che ne assicurano l efficacia. Sulla base di queste considerazioni è stato illustrato come dovrebbe essere impostato il controllo nell azienda (firmwide) e come dovrebbe essere organizzato un Servizio di Internal Auditing. Coerentemente con quanto affermato dalla Banca d Italia i sistemi di controllo dovrebbero svilupparsi su tre livelli distinti: - Controlli di linea. Si tratta dei controlli tecnico operativi sul corretto espletamento delle mansioni e sul corretto andamento delle attività; sono quelli comunemente chiamati autocontrolli. Normalmente la responsabilità di questi controlli viene attribuita ai responsabili delle unità operative stesse. - Controlli di secondo livello. Si tratta di verifiche empiriche effettuate da altre unità diverse da quelle operative (Risk Control Unit) sul regolare espletamento delle attività svolte da queste ultime e sul corretto utilizzo delle deleghe. Di fatto dovrebbe essere prevista una Risk Control Unit per ogni area di business il cui livello di rischiosità (possibile entità delle perdite o del danno) sia tale da pregiudicare il buon funzionamento/la stabilità della banca. - Controlli di terzo livello. A questo livello vanno allocati i meta-controlli, ovvero le verifiche sul regolare espletamento dei controlli di primo e secondo livello, la cui responsabilità viene di solito attribuita alla funzione di Internal Auditing. Proprio perché si tratta di meta controlli l Internal Auditing deve soprattutto verificare che i processi sottostanti ai primi livelli di controllo siano sufficienti a garantire alla banca un contenimento dei rischi entro limiti ragionevoli. Paradossalmente si può affermare che la mission dell Internal Auditing dovrebbe essere di portare l organizzazione della banca a non aver bisogno di un Servizio di Internal Auditing. L analisi effettuata ha così evidenziato che il RO può essere gestito attraverso un adeguata infrastruttura dei sistemi informativi e dei controlli. In particolare, la relazione tra RO e controlli è 8

9 duplice: da un lato l attuale grado di rischio è funzione degli attuali controlli in essere; dall altro lato la misurazione del capitale associato al RO può guidare le decisioni di investimento in nuove procedure di controllo, sulla base di un analisi costi/benefici. Nel TXDUWR FDSLWROR si conclude il lavoro di tesi con la disamina di alcune esperienze aziendali, relative alla valutazione della rischiosità operativa. Lo studio è stato condotto sulla base del metodo A.P.R.O (Approccio Rischio Operativo): si tratta di una metodologia di tipo modulare, suddivisa in fasi alcune delle quali (quelle relative a stime self assessment della rischiosità) possono essere tralasciate nel caso, per esempio, che la banca disponga di basi dati attendibili per effettuare le proprie stime quantitative. Lo studio è stato suddiviso in 3 fasi: 1. Dopo aver stilato una mappatura delle attività, per processo (casi B e C) o per unità organizzative (caso A), si passa alla localizzazione del RO nel flusso procedurale sulla base del concetto di evento pregiudizievole, apportatore di conseguenze negative per l azienda. L esame di questa prima fase ha dimostrato che il contributo dei responsabili di linea risulta essere quanto mai prezioso: infatti, chi è coinvolto nel processo in analisi è in grado di prevedere per ogni fase gli eventi plausibili che possono portare delle conseguenze negative e fornire delle indicazioni sulle loro cause o sugli eventuali segni premonitori. 2. La seconda fase è relativa alla valutazione qualitativa dell esposizione al RO, ossia il modulo di valutazione permette di proseguire l analisi con la stima: - dell esposizione assoluta della banca a ciascun evento (ipotesi in cui la banca non ha implementato alcuna contromisura). A tal fine gli eventi sono stati differenziati in base alla maggiore o minore frequenza di accadimento e in relazione alle più o meno gravi conseguenze per l azienda - e successivamente con la valutazione dell esposizione residua. A tal fine si è considerato il livello di copertura offerto dai controlli (che possono incidere sulla probabilità dell evento) in relazione a ciascun evento pregiudizievole individuato nella fase di localizzazione. Tramite questa valutazione si è potuto constatare che un investimento di risorse, orientato alla misurazione del RO, può effettivamente aggiungere valore all attività di mappature dei controlli. 3. Identificazione delle misure correttive al fine di rendere l esposizione residua al RO coerente con le politiche di assunzione stabilite. Lo studio condotto ha così evidenziato che, per il corretto svolgimento di questa fase, l integrazione funzionale risulta essere irrinunciabile. Infatti se i responsabili operativi sono chiamati a contribuire all identificazione di possibili azioni correttive, è evidente che questi suggerimenti debbano essere meglio qualificati acquisendo 9

10 elementi quali l impatto sulla struttura organizzativa e sull architettura complessiva dei controlli nonché alcune considerazioni in termini di costi/investimenti necessari. Devono quindi essere coinvolte le funzioni Organizzazione e Internal Auditing, ma anche le aree professionali legate alle categorie di RO a cui la banca dovesse essere particolarmente esposta. Quest attività di screening mi permette di concludere che i controlli interni sono i principali strumenti di copertura del RO, sono loro che preservano e contribuiscono a creare valore nell immediato e nel lungo periodo. Diventa perciò fondamentale promuovere una cultura del controllo così da sensibilizzare, a tutti i livelli, le risorse aziendali sulla necessità non solo di assolvere correttamente le proprie funzioni, nel rispetto del codice di condotta e dei valori etici, ma anche di contribuire all individuazione, prevenzione e mitigazione di qualsiasi problema nell attività della banca (dalle irregolarità operative agli atti illeciti di cui siano venuti a conoscenza). 10

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale

Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale Prof. Valter Cantino Università degli Studi di Torino 1 IL RIFERIMENTO ALLA GESTIONE DEL RISCHIO NELLE

Dettagli

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 3 Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 1. Premessa Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi di Fiat S.p.A. (la Società ) costituisce elemento

Dettagli

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance Sistemi di misurazione e valutazione delle performance 1 SVILUPPO DELL'INTERVENTO Cos è la misurazione e valutazione delle performance e a cosa serve? Efficienza Efficacia Outcome Requisiti minimi Indicatori

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito 1 ISA 610 USING THE WORK OF INTERNAL AUDITORS Questo principio tratta

Dettagli

REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA

REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA PREMESSA SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI ORGANI E FUNZIONI DI VALUTAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI IN AGOS AUDITING: OBIETTIVI, MODELLO

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO Data: Ottobre, 2013 UniCredit Group - Public MISSION E AMBITO DI COMPETENZA L Internal Audit è una funzione indipendente nominata dagli Organi di Governo della Società ed è parte

Dettagli

IL PROCESSO DI BUDGETING. Dott. Claudio Orsini Studio Cauli, Marmocchi, Orsini & Associati Bologna

IL PROCESSO DI BUDGETING. Dott. Claudio Orsini Studio Cauli, Marmocchi, Orsini & Associati Bologna IL PROCESSO DI BUDGETING Dott. Claudio Orsini Studio Cauli, Marmocchi, Orsini & Associati Bologna Il processo di budgeting Il sistema di budget rappresenta l espressione formalizzata di un complesso processo

Dettagli

Associazione Italiana Corporate & Investment Banking. Presentazione Ricerca. Il risk management nelle imprese italiane

Associazione Italiana Corporate & Investment Banking. Presentazione Ricerca. Il risk management nelle imprese italiane Associazione Italiana Corporate & Investment Banking 02.36531506 www.aicib.it aicib@unicatt.it Presentazione Ricerca Il risk management nelle imprese italiane AICIB Associazione Italiana Corporate & Investment

Dettagli

MANDATO INTERNAL AUDIT

MANDATO INTERNAL AUDIT INTERNAL AUDIT MANDATO INTERNAL AUDIT Il presente Mandato Internal Audit di Società, previo parere favorevole del Comitato Controllo e Rischi in data 30 ottobre 2012 e sentito il Collegio Sindacale e l

Dettagli

Modello dei controlli di secondo e terzo livello

Modello dei controlli di secondo e terzo livello Modello dei controlli di secondo e terzo livello Vers def 24/4/2012_CLEN INDICE PREMESSA... 2 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 3 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CONTROLLO... 3 RUOLI E RESPONSABILITA DELLE FUNZIONI

Dettagli

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE Istituto Nazionale Previdenza Sociale MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE 1 INDICE

Dettagli

Università di Macerata Facoltà di Economia

Università di Macerata Facoltà di Economia Materiale didattico per il corso di Internal Auditing Anno accademico 2010-2011 Università di Macerata Facoltà di Economia Obiettivo della lezione ERM - Enterprise Risk Manangement Per eventuali comunicazioni:

Dettagli

Corso di REVISIONE AZIENDALE

Corso di REVISIONE AZIENDALE 1 Corso di REVISIONE AZIENDALE Modulo I Prof. Fabio Fortuna ffortuna@unich.it Anno accademico 2004- 2 La revisione aziendale: caratteristiche, oggetto e finalità 3 LA REVISIONE AZIENDALE Complesso dei

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali La gestione dei rischi operativi e degli altri rischi Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali Mario Seghelini 26 giugno 2012 - Milano

Dettagli

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Report a cura del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni Dirigenziali Settembre 2014 1 Premessa Il Report Il sistema di misurazione

Dettagli

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Le norme cosiddette organizzative definiscono le caratteristiche ed i requisiti che sono stati definiti come necessari e qualificanti per le organizzazioni al

Dettagli

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni Norma di riferimento: ISO/IEC 27001:2014 5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni pag. 1 di 5 Motivazione Real Comm è una società che opera nel campo dell Information and Communication Technology.

Dettagli

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,(

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,( 3,1,),=,21((21752//2, *(67,21(,0377,25*1,==7,9,( 68//(5,6256(801( 7HVWLPRQLDQ]DGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGD *=DQRQL 0LODQRJLXJQR Struttura del Gruppo Banca Lombarda 6WUXWWXUDGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGDH3LHPRQWHVH

Dettagli

Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management. Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide

Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management. Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide 9 Aprile 2015 Agenda 1. Premessa: Il ruolo della Corporate Governance

Dettagli

Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business

Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business Gianluca Meloni, Davide Brembati In collaborazione con 1 1 Le premesse del Progetto di ricerca Nella presente congiuntura

Dettagli

Rischi operativi e ruolo dell operational risk manager negli intermediari finanziari

Rischi operativi e ruolo dell operational risk manager negli intermediari finanziari S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO L operational risk management in ottica regolamentare, di vigilanza ed organizzativa Rischi operativi e ruolo dell operational risk manager negli intermediari

Dettagli

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE Maggio 2006 1 La costituzione dell Audit Interno La rivisitazione del modello per i controlli di regolarità amministrativa e contabile è stata

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

COMUNE DI SOLBIATE ARNO SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 14.11.2013 1 GLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE Oggetto della valutazione:obiettivi

Dettagli

IL CASO DELL AZIENDA. Perché SAP. www.softwarebusiness.it

IL CASO DELL AZIENDA. Perché SAP. www.softwarebusiness.it LA SOLUZIONE SAP FOR PROFESSIONAL SERVICES IL CASO DELL AZIENDA Perché SAP Grazie a SAP siamo riusciti a pianificare meglio e ad ottenere tempestive informazioni su tempi e costi delle nostre commesse.

Dettagli

L asset più importante, l investimento più remunerativo? La governance, è tempo di investire nel «governance budget»

L asset più importante, l investimento più remunerativo? La governance, è tempo di investire nel «governance budget» Authorized and regulated by the Financial Services Authority L asset più importante, l investimento più remunerativo? La governance, è tempo di investire nel «governance budget» Il processo di investimento

Dettagli

Progetto DAP Database delle Abitudini di Pagamento

Progetto DAP Database delle Abitudini di Pagamento Progetto DAP Database delle Abitudini di Pagamento Antonio De Martini Presidente Associazione Italiana per il Factoring (Assifact) Milano, 23 giugno 2009 Indice Le informazioni sulle abitudini di pagamento

Dettagli

INFORMAZIONE FORMAZIONE E CONSULENZA. benchmark ingbenchmarking benchmarkingbench marking

INFORMAZIONE FORMAZIONE E CONSULENZA. benchmark ingbenchmarking benchmarkingbench marking BENCHMARKING STUDY INFORMAZIONE FORMAZIONE E CONSULENZA benchmark ingbenchmarking benchmarkingbench marking CREDIT MANAGEMENT CREDIT MANAGEMENT Benchmarking Study Gestione e recupero dei crediti BENCHMARKING

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE.

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. 1 Nel panorama legislativo italiano la Salute e la Sicurezza sul Lavoro sono regolamentate da un gran numero di

Dettagli

Tavola 1 Requisito informativo generale

Tavola 1 Requisito informativo generale Tavola 1 Requisito informativo generale (a) Il Consiglio di Amministrazione di Finlabo SIM. (di seguito anche la SIM o la Società ), ha definito le politiche di gestione dei rischi all interno delle quali

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo SCHEDA di 3 II Fattore di Valutazione: Comportamenti professionali e organizzativi e competenze Anno Settore Servizio Dipendente Categoria Profilo professionale Responsabilità assegnate DECLARATORIA DELLA

Dettagli

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI ( BY INTERNAL AUDITING FACTORIT SPA ) SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI L azienda Factorit ha da qualche anno costituito una funzione di presidio del monitoraggio dei rischi aziendali strettamente connessi

Dettagli

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 DEFINIZIONE DI BUDGET Il Budget è lo strumento per attuare la pianificazione operativa che l Istituto intende intraprendere nell anno di esercizio

Dettagli

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi Project Management Modulo: Introduzione prof. ing. Guido Guizzi Definizione di Project Management Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese

Dettagli

Il Risk Management Integrato in eni

Il Risk Management Integrato in eni Il Risk Integrato in eni Maria Clotilde Tondini Vice President Risk Integrato 5 Marzo 015, Milano Indice - Il Modello eni - 1 Il Modello eni Le fasi di sviluppo L avvio e l attuazione del Modello di Risk

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE

LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE Schema legami fra strumenti di gestione r.u. e strategie/obiettivi aziendali ECOSISTEMA AMBIENTALE AZIENDALE Economico; Politico;

Dettagli

Audit & Sicurezza Informatica. Linee di servizio

Audit & Sicurezza Informatica. Linee di servizio Audit & Sicurezza Informatica Linee di servizio Application Control Consulting Molte organizzazioni hanno implementato applicazioni client/server integrate, come SAP e Oracle Queste applicazioni aumentano

Dettagli

1- Corso di IT Strategy

1- Corso di IT Strategy Descrizione dei Corsi del Master Universitario di 1 livello in IT Governance & Compliance INPDAP Certificated III Edizione A. A. 2011/12 1- Corso di IT Strategy Gli analisti di settore riportano spesso

Dettagli

ESSERE O APPARIRE. Le assicurazioni nell immaginario giovanile

ESSERE O APPARIRE. Le assicurazioni nell immaginario giovanile ESSERE O APPARIRE Le assicurazioni nell immaginario giovanile Agenda_ INTRODUZIONE AL SETTORE ASSICURATIVO La Compagnia di Assicurazioni Il ciclo produttivo Chi gestisce tutto questo Le opportunità di

Dettagli

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 Percorsi di ampliamento dei campi di applicazione gestiti in modo

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie Mediterranea

una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie Mediterranea a coop Creare una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie esente, Pass 1 Creare una società cooperative Europea (SCE) Introduzione La società cooperativa è un associazione autonoma

Dettagli

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Il Comitato di Basilea viene istituito nel 1974 dai Governatori delle Banche Centrali dei 10 paesi più industrializzati. Il Comitato non legifera, formula

Dettagli

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning di Marcello Sabatini www.msconsulting.it Introduzione Il business plan è uno strumento che permette ad un imprenditore di descrivere la

Dettagli

INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data: 03.12.

INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data: 03.12. Learning Center Engineering Management INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Autore: Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data: 03.12.2007 VIA

Dettagli

Organizzazione e pianificazione delle attività di marketing

Organizzazione e pianificazione delle attività di marketing Organizzazione e pianificazione delle attività di marketing Il continuum delle strutture tra efficienza ed efficacia Struttura funzionale Struttura divisionale Struttura a matrice Struttura orizzontale

Dettagli

NUMERICA RISK STP FUNZIONI FONDAMENTALI SII

NUMERICA RISK STP FUNZIONI FONDAMENTALI SII NUMERICA RISK STP FUNZIONE ATTUARIALE, SOLVENCY II DIRETTIVA SOLVENCY II FUNZIONI FONDAMENTALI In conformità agli articoli 44, 46, 47 e 48 della direttiva 2009/138/CE Solvency II, le autorità nazionali

Dettagli

BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza

BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza Rev. 03 del 27 maggio 2008 La BASILE PETROLI S.p.A., nell ambito delle proprie attività di stoccaggio e commercializzazione di

Dettagli

INTERNAL AUDITING ROMA, 12 MAGGIO 2005 FORUM PA GIUSEPPE CERASOLI, CIA RESPONSABILE COMITATO PA

INTERNAL AUDITING ROMA, 12 MAGGIO 2005 FORUM PA GIUSEPPE CERASOLI, CIA RESPONSABILE COMITATO PA INTERNAL AUDITING ROMA, 12 MAGGIO 2005 FORUM PA Fondato a New York nel 1941 Presente in 160 paesi, conta ora più di 110.000 membri Ha sede negli USA ma la sua Governance è Globale Globali sono pure il

Dettagli

La certificazione dei sistemi di gestione della sicurezza ISO 17799 e BS 7799

La certificazione dei sistemi di gestione della sicurezza ISO 17799 e BS 7799 Convegno sulla Sicurezza delle Informazioni La certificazione dei sistemi di gestione della sicurezza ISO 17799 e BS 7799 Giambattista Buonajuto Lead Auditor BS7799 Professionista indipendente Le norme

Dettagli

ALLEGATO 1 (SCHEDA DI ASSEGNAZIONE OBIETTIVI)

ALLEGATO 1 (SCHEDA DI ASSEGNAZIONE OBIETTIVI) ALLEGATO 1 (SCHEDA DI ASSEGNAZIONE OBIETTIVI) me Cognome Categoria Area AP PO, di tipo Anno di riferimento per la valutazione Punteggio conseguito nelle di schede di valutazione della prestazione degli

Dettagli

CODICE ETICO 1. PREMESSA

CODICE ETICO 1. PREMESSA 1. PREMESSA a. Le Sim di Consulenza e le Società di Consulenza Finanziaria associate ad ASCOSIM ( le società ) concordano sui principi contenuti nel presente Codice Etico ( Codice ) e si impegnano applicarne

Dettagli

BS OHSAS 18001: 2007. Occupational. Health. Safety. Assesments. Series

BS OHSAS 18001: 2007. Occupational. Health. Safety. Assesments. Series BS OHSAS 18001: 2007 Occupational Health Safety Assesments Series Prefazione La Norma è stata sviluppata per essere compatibile con le Norme: ISO 9001:2000 (Qualità) ISO 14001:2004 (Ambiente) Dr.ssa Carlotta

Dettagli

SURVEY DI itsmf SULLO STATO DELL IT SERVICE MANAGEMENT IN ITALIA Sintesi a cura di Francesco Castellana, consultant HSPI

SURVEY DI itsmf SULLO STATO DELL IT SERVICE MANAGEMENT IN ITALIA Sintesi a cura di Francesco Castellana, consultant HSPI ANALISI SURVEY DI itsmf SULLO STATO DELL IT SERVICE MANAGEMENT IN ITALIA Sintesi a cura di Francesco Castellana, consultant HSPI Descrizione dell indagine e del panel utilizzato L associazione itsmf Italia

Dettagli

4. GESTIONE DELLE RISORSE

4. GESTIONE DELLE RISORSE Pagina 1 di 6 Manuale Qualità Gestione delle Risorse INDICE DELLE EDIZIONI.REVISIONI N DATA DESCRIZIONE Paragraf i variati Pagine variate 1.0 Prima emissione Tutti Tutte ELABORAZIONE VERIFICA E APPROVAZIONE

Dettagli

CONCETTI E DEFINIZIONI

CONCETTI E DEFINIZIONI Contenuti del DVR CONCETTI E DEFINIZIONI Valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell ambito dell organizzazione in cui essi prestano la propria

Dettagli

L IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO: I PROTOCOLLI DI CONTROLLO E I FLUSSI INFORMATIVI

L IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO: I PROTOCOLLI DI CONTROLLO E I FLUSSI INFORMATIVI L IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO: I PROTOCOLLI DI CONTROLLO E I FLUSSI INFORMATIVI Workshop Gli organismi di vigilanza ex D.Lgs 231/2001 in ambito cooperativo: esperienze a confronto Paolo Maestri Unilab

Dettagli

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms adacher@dia.uniroma3.it Introduzione Sistemi e Modelli Lo studio e l analisi di sistemi tramite una rappresentazione astratta o una sua formalizzazione

Dettagli

IT Risk-Assessment. Assessment: il ruolo dell Auditor nel processo. Davide SUSA - ACSec AIIA - Consigliere del Chapter di Roma

IT Risk-Assessment. Assessment: il ruolo dell Auditor nel processo. Davide SUSA - ACSec AIIA - Consigliere del Chapter di Roma IT Risk-Assessment Assessment: il ruolo dell Auditor nel processo. AIIA - Consigliere del Chapter di Roma Agenda Overview sul Risk-Management Il processo di Risk-Assessment Internal Auditor e Risk-Management

Dettagli

Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali

Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali Scopo della prevenzione incendi è il conseguimento della sicurezza contro gli incendi mediante la determinazione degli strumenti idonei ad ottenere:

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

La gestione manageriale dei progetti

La gestione manageriale dei progetti PROGETTAZIONE Pianificazione, programmazione temporale, gestione delle risorse umane: l organizzazione generale del progetto Dimitri Grigoriadis La gestione manageriale dei progetti Per organizzare il

Dettagli

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Metodologia dell attività di vigilanza e controllo dell Autorità in relazione agli obblighi di pubblicazione

Dettagli

POLICY GENERALE PER LA SICUREZZA DELLE INFORMAZIONI REV: 03

POLICY GENERALE PER LA SICUREZZA DELLE INFORMAZIONI REV: 03 POLICY GENERALE PER LA SICUREZZA DELLE INFORMAZIONI REV: 03 FIRMA: RIS DATA DI EMISSIONE: 13/3/2015 INDICE INDICE...2 CHANGELOG...3 RIFERIMENTI...3 SCOPO E OBIETTIVI...4 CAMPO DI APPLICAZIONE...4 POLICY...5

Dettagli

Progetto Atipico. Partners

Progetto Atipico. Partners Progetto Atipico Partners Imprese Arancia-ICT Arancia-ICT è una giovane società che nasce nel 2007 grazie ad un gruppo di professionisti che ha voluto capitalizzare le competenze multidisciplinari acquisite

Dettagli

PIANIFICAZIONE DELLA FORMAZIONE: processi, attori e strumenti

PIANIFICAZIONE DELLA FORMAZIONE: processi, attori e strumenti PIANIFICAZIONE DELLA FORMAZIONE: processi, attori e strumenti Dott.ssa Patrizia Castelli Premessa: Il processo di pianificazione della formazione nasce dall esigenza di sviluppare le competenze e le conoscenze

Dettagli

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 E stato introdotto nell ordinamento di vigilanza italiano il concetto di risk appetite framework (RAF). E contenuto nella

Dettagli

IL FONDO OGGI E DOMANI

IL FONDO OGGI E DOMANI IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi

Dettagli

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione. ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno

Dettagli

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI Pag.1 di 5 SOMMARIO 4.2 Politica Aziendale 2 Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI. Pag.2 di 5 4.2 Politica Aziendale La Direzione della FOMET SpA adotta e diffonde ad ogni livello della

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE

RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE Sala delle Colonne BPM Milano 29 aprile 2010 Francesco G. Paparella Presidente AIBA PERCHE IL BROKER Nel 2009 i broker: hanno intermediato il 46,1% dei rami

Dettagli

LIFE09ENVIT000188-EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER

LIFE09ENVIT000188-EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER -EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER Linee Guida Modello di gestione ambientale ECO-CLUSTER: sistema gestione ambientale Comune di Collagna Responsabile dell azione Istituto

Dettagli

Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri

Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri AREA FUNZIONALE PRIMA ( ex A1 e A1S ) Appartengono a questa Area funzionale i lavoratori che svolgono attività ausiliarie, ovvero lavoratori che svolgono

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

Business Process Management

Business Process Management Business Process Management Comprendere, gestire, organizzare e migliorare i processi di business Caso di studio a cura della dott. Danzi Francesca e della prof. Cecilia Rossignoli 1 Business process Un

Dettagli

La valutazione dell efficienza aziendale ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE

La valutazione dell efficienza aziendale ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE La valutazione dell efficienza aziendale EFFICIENZA E LA CAPACITA DI RENDIMENTO O L ATTITUDINE A SVOLGERE UNA DETERMINATA FUNZIONE. E MISURATA DAL RAPPORTO TRA I RISULTATI CONSEGUITI E LE RISORSE IMPIEGATE

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

Perfare MASSIMIZZARE IL VALORE DELL ATTUALE GAMMA DI PRODOTTI

Perfare MASSIMIZZARE IL VALORE DELL ATTUALE GAMMA DI PRODOTTI Perfare Perfare Percorsi aziendali di formazione e assistenza operativa MASSIMIZZARE IL VALORE DELL ATTUALE GAMMA DI PRODOTTI Costruire un piano di azioni concrete per ottenere il massimo valore dall attuale

Dettagli

La norma ISO 9001:08 ha apportato modifiche alla normativa precedente in

La norma ISO 9001:08 ha apportato modifiche alla normativa precedente in La norma ISO 9001:08 ha apportato modifiche alla normativa precedente in base alle necessità di chiarezza emerse nell utilizzo della precedente versione e per meglio armonizzarla con la ISO 14001:04. Elemento

Dettagli

Codice Comportamentale (Delibera 718/08/CONS)

Codice Comportamentale (Delibera 718/08/CONS) Codice Comportamentale (Delibera 718/08/CONS) Release 3 Gennaio 2010 Pagina 1 di 11 Indice Premessa...3 Obiettivi e Valori...4 Azioni...6 Destinatari. 8 Responsabilità....9 Sanzioni...11 Pagina 2 di 11

Dettagli

Piano delle Performance

Piano delle Performance Comune di Pavullo nel Frignano Provincia di Modena Bilancio di Previsione 2011 Bilancio Pluriennale 2011 / 2013 Piano delle Performance *** Documento sulla compatibilità del sistema di programmazione,

Dettagli

Il risk management La gestione del sistema dei rischi dell intermediario. Giuseppe G. Santorsola

Il risk management La gestione del sistema dei rischi dell intermediario. Giuseppe G. Santorsola Il risk management La gestione del sistema dei rischi dell intermediario Nozioni introduttive una definizione Le tendenze evolutive dei mercati (finanziarizzazione dell economia, volatilità dei mercati

Dettagli

UTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI

UTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI UTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI Un utilizzatore a valle di sostanze chimiche dovrebbe informare i propri fornitori riguardo al suo utilizzo delle sostanze (come tali o all

Dettagli

IL SISTEMA DI DELEGHE E PROCURE una tutela per la società e i suoi amministratori. Milano 18 novembre 2014. A cura di: Luca Ghisletti

IL SISTEMA DI DELEGHE E PROCURE una tutela per la società e i suoi amministratori. Milano 18 novembre 2014. A cura di: Luca Ghisletti IL SISTEMA DI DELEGHE E PROCURE una tutela per la società e i suoi amministratori Milano 18 novembre 2014 A cura di: Luca Ghisletti Compliance Aziendale Compliance è la conformità delle attività aziendali

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento

Dettagli

Disciplinare del Controllo di gestione

Disciplinare del Controllo di gestione Disciplinare del Controllo di gestione INDICE CAPO I - PRINCIPI E FINALITA ART. 1 Oggetto del Disciplinare pag. 3 ART. 2 Il controllo di gestione pag. 3 CAPO II - CONTABILITA ANALITICA ART. 3- Organizzazione

Dettagli

ENTE TITOLARE: ISTITUTO VENETO PER IL LAVORO

ENTE TITOLARE: ISTITUTO VENETO PER IL LAVORO ENTE TITOLARE: ISTITUTO VENETO PER IL LAVORO PROGETTO 2/1/1/1758/2009 Riconoscimento e certificazione delle competenze acquisite in ambiente di lavoro dagli occupati in contratto di apprendistato AzioneMacro

Dettagli