SOMMARIO l Nuovo Decreto ministeriale sui controlli contro le frodi l Registro Sian sempre obbligatorio per le operazioni di carico e scarico

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1 n. 1/2014 I Trimestre / Anno XXX SOMMARIO l Nuovo Decreto ministeriale sui controlli contro le frodi l Registro Sian sempre obbligatorio per le operazioni di carico e scarico l Intervento a gamba tesa del New York Times l Tom Mueller: C è del vero, ma guai a generalizzare l Confermate le previsioni: boom di produzione di olio l Assitol: Rischio calo prezzi ma anche la fiducia nell aumento dei consumi l È l e-commerce la nuova risposta per tutelare i margini dei produttori l Il Cno: Strane manovre sul prezzo dell olio d oliva l Potatura, ispezioni fitosanitarie e travasi l Manutenzione Programmata Pieralisi l Fondi dedicati per gli olivi del Salento l Frantoio Oleario Cassese Domenico l Gocce d Oro Colline Pisane Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% Filiale di Ancona È un olivicoltore più giovane, più istruito e più formato Il monitoraggio Unaprol traccia il profilo del conduttore aziendale: cresce la consapevolezza della specializzazione e di fare sistema per essere competitivi. In aumento la quota rosa È un olivicoltore sempre più giovane, con un grado di istruzione più elevata e che ha consapevolezza di come la formazione e l assistenza tecnica siano elementi strategici quello che emerge dall ultima indagine Unaprol sul settore in Italia. Altro aspetto interessante è che cresce la quota rosa, con quasi un azienda su tre guidata da una donna. Il monitoraggio ha interessato aziende olivicole: sono state individuate tenendo conto della produzione nazionale, e dunque l 85% operanti al Sud e nelle isole, il 15% al Centro-Nord. Dall analisi dei dati risulta che il conduttore ha un età media di 55 anni, al di sotto di quella dell agricoltore italiano, che scende anche a 47 anni al Nord. Relativamente ai titoli di studio, in evidenza il 18% di laureati che, sommati al 41% dei diplomati, indica come oltre la metà dei conduttori abbia un più che discreto tasso di istruzione, relegando ad un marginale 15% la quota di chi possiede solo la licenza elementare. Un riscontro al fabbisogno di conoscenze giunge dall analisi del dato riguardante l interesse delle aziende intervistate nei confronti della formazione: una su tre ha seguito negli ultimi cinque anni uno specifico corso, con punte del 69% in Umbria, del 64% in Sardegna e del 57% in Emilia Romagna. Gestione agronomica e condizionalità gli argomenti che hanno registrato maggiore interesse. Analizzando la forma di conduzione ricorrente, quella prevalente è rappresentata dal coltivatore diretto (31%), seguita dall imprenditore agricolo professionale (25%). I pensionati sono il 21%. La forma giuridica prevalente resta la ditta individuale che incide per il 97%, con il restante 3% rappresentato da società. Lombardia, Marche e Liguria le regioni dove le società raggiungono percentuali più elevate. La frammentazione che caratterizza il settore olivicolo italiano - si evidenzia nel monitoraggio - risiede anche nella dimensione ridotta delle aziende e nella loro incapacità, nella maggior parte dei casi, di fare massa critica di prodotto e di creare i presupposti per attuare strategie più incisive soprattutto a livello di prezzo. Partendo dal presupposto che in Italia non si può parlare di un olivicoltura, ma di più olivicolture, ognuna con le proprie peculiarità, si evidenzia altresì la necessità di fare sistema, di creare reti, per poter affrontare nel modo migliore le sfide di mercato e raggiungere così un livello di competitività maggiore. E le attività di monitoraggio hanno permesso di rilevare l interesse delle aziende intervistate nei confronti di queste problematiche. La complessità delle attività legate all agricoltura in generale e all olivicoltura in particolare rende vivo l interesse nei confronti dell associazione ad organizzazioni di produttori che, in qualche modo, possono facilitare e supportare le aziende anche nell approccio ai diversi mercati e alle strategie da adottare. Procedendo all analisi si osserva che il 74% delle aziende si avvale di assistenza tecnica con punte del 100% in Emilia Romagna e Lombardia e del 93% in Sicilia e Molise. Tra le aziende la conduzione è prevalentemente di proprietà (73%), mentre è in affitto il 20% della superficie olivata e condotta in uso gratuito il restante 7%. Vi è in generale una forte specializzazione produttiva dell oliveto che raggiunge il 91%. In Puglia si registra il più alto livello di aziende irrigate (quasi una su due a fronte di una media nazionale del 25%), mentre il 78% degli intervistati ha un oliveto meccanizzato con punte del 100% nelle Marche e di oltre il 95% in Basilicata, Abruzzo, Emilia Romagna e Campania. La manodopera è largamente familiare (nel 79% dei casi). In crescita le intenzioni a realizzare investimenti Un azienda su quattro lo prevede nel prossimo triennio C è una maggiore disponibilità ad effettuare investimenti in olivicoltura. Lo conferma l analisi Unaprol sulla competitività aziendale che evidenzia una rinnovata sensibilità nei confronti di una maggiore qualificazione aziendale e di una migliore e più innovativa gestione. Se infatti il campione di aziende preso in esame evidenzia come il 21% abbia effettuato investimenti negli ultimi 5 anni (con punte che superano il 50% in Umbria, Liguria, Lombardia e Marche) tale percentuale cresce al 26% dall analisi di intenzione ad effettuare investimenti nel prossimo triennio con interessanti previsioni anche per le regioni meridionali. Per quanto riguarda i mercati di riferimento dell olio prodotto, in tutte le regioni è prevalente quello locale e venduto direttamente al consumatore finale.

2 2 Nuovo Decreto ministeriale sui controlli contro le frodi Saranno mirati ed annuali sull intera filiera olivicola Più controlli per scongiurare frodi nell olivicoltura. Il Ministero delle Politiche Agricole ha emanato infatti a fine dicembre 2013 un Decreto che recepisce il regolamento comunitario relativo alle caratteristiche degli oli d oliva e degli oli di sansa ed ai metodi ad essi attinenti. Tale Decreto da una parte dà pieni poteri all Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari dello stesso Ministero e dall altra definisce i criteri generali per effettuare controlli che non saranno più casuali, ma sistematici. In particolare si procederà ad almeno un controllo all anno sulla conformità degli oli per ogni mille tonnellate di prodotto commercializzato. Frequenza e numero di controlli saranno incrementati proporzionalmente per quei criteri di rischio che nel corso dell annualità precedente hanno consentito di riscontrare le irregolarità più significative sia per numero che per quantità di prodotto non conforme intercettato. L analisi del rischio diventa dunque un elemento fondamentale per poter predisporre il piano annuale dei controlli e soprattutto per individuare i soggetti da controllare. È determinata sulla base dell analisi effettuata sia sugli operatori coinvolti nella trasformazione, condi- zionamento e commercializzazione degli oli, sia sulle singole partite di prodotto. In particolare i criteri per la valutazione del rischio includono per gli operatori i risultati delle pregresse attività di controllo, le fasi della filiera in cui operano, il volume e il valore del prodotto commercializzato, le tipologie di olio, l affidabilità dei sistemi di tracciabilità, di gestione della qualità e di autocontrollo adottato dall operatore stesso. Per quanto riguarda invece il prodotto, vengono presi in considerazione, quali criteri, la categoria di olio, il volume prodotto, il periodo di produzione, il prezzo (vendita e acquisto), la presentazione del prodotto (confezionato o sfuso), il paese di origine, quello di destinazione, il mezzo di trasporto utilizzato e la località di ingresso o di uscita. Registro Sian sempre obbligatorio per le operazioni di carico e scarico Appare opportuno, in questa sede, ricordare ciò che avevamo già anticipato nell ultimo numero di L Olivo News. E cioè che dal 1 gennaio di quest anno sono cambiate le regole per la registrazione al Sian e per la tenuta dei registri di carico e scarico, utili per assicurare la tracciabilità del prodotto. Con il 2014 è entrato infatti in vigore il regolamento comunitario n.299/2013 nel quale è stabilito che è tenuto alla registrazione chiunque produce, detiene o commercializza uno o più oli per qualsiasi scopo professionale o commerciale. Si tratta di una sostanziale novità che interessa molti dei protagonisti della filiera olivicola, visto che fino allo scorso anno erano esclusi da questo obbligo i coltivatori che commercializzavano olio sfuso o confezionato purché ottenuto esclusivamente dalle olive provenienti da oliveti della propria azienda, molite presso il proprio frantoio o di terzi. Ora anch essi devono tenere un registro per ogni stabilimento o deposito dove annotare i relativi carichi e scarichi. I registri sono tenuti con modalità telematiche nell ambito dei servizi del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian), secondo le disposizioni stabilite dall Istituto per il controllo della qualità e repressione frodi (Icqrf) d intesa con Agea e contenute in appositi manuali pubblicati nel portale del Sian. Gli operatori della filiera dell olio d oliva dovranno dotarsi di una password con la quale accedere. Le annotazioni vanno effettuate entro e non oltre il sesto giorno successivo a quello dell operazione, festivi compresi. La tenuta dei registri può essere delegata alle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale e ai Centri di assistenza agricola abilitati (Caa), ma non esenta da responsabilità il produttore. Oltre all iscrizione al Sian, gli operatori olivicoli devono costituire anche il fascicolo aziendale, con obbligo di comunicare la cessazione e altre eventuali variazioni dell attività utilizzando le apposite funzionalità telematiche previste sul portale del Sian. Non sono tenuti all obbligo del fascicolo aziendale coloro che possiedono oliveti che producono olio destinato esclusivamente all autoconsumo, la cui produzione non supera i 200 chilogrammi per campagna di commercializzazione. Il fascicolo aziendale deve contenere obbligatoriamente le informazioni riguardanti il numero delle piante e, se nota, anche la varietà coltivata, nonché altre indicazioni utili alla tracciabilità del prodotto.

3 3 Intervento a gamba tesa del New York Times Quindici vignette denunciano il suicidio dell olio italiano. Facendo però di tutta l erba un fascio Alcune delle vignette incriminate Tom Mueller: C è del vero, ma guai a generalizzare Il giornalista americano autore del libro Extraverginità che ha ispirato le vignette sull olio invita a riflettere Ad ispirare le vignette del New York Times è stato il giornalista americano Tom Mueller, autore di un libro-indagine - Extraverginità - presentato, non senza qualche polemica, alla Camera dei Deputati. Lo stesso Mueller, però, ci tiene a fare gli opportuni chiarimenti: Si tratta - spiega - di immagini spiritose che contengono anche verità, ma soprattutto clamorosi errori e scontano un approccio tendenziosissimo che ignora la qualità e si concentra solo sulle frodi. In particolare Mueller evidenzia due errori nelle vignette: il primo è l approssimazione, vale a dire che il problema dell adulterazione viene generalizzato, mentre è da ricondurre solo a poche mele marce che rendono difficile la vita a tutti; il secondo è che si confonde l adulterazione, che è aggiungere altri elementi, con il taglio dell olio con dell altro meno pregiato. Ma - aggiunge - è vero che tantissimo olio non italiano viene importato in Italia, imbottigliato ed etichettato con nomi italianizzanti ed esportato come olio italiano. Scrivono nell etichetta prodotto in Italia, imbottigliato in Italia quando invece viene dalla Spagna, dalla Tunisia. Non c è niente di male se è olio buono, ma di solito non lo è, e alla fine della fiera ne risente il prestigio dell olio italiano. Per non parlare della concorrenza molto alta. Poi - continua - l ultima vignetta mostra un oliva che sta per spararsi con un grafico che prevede un calo dei prezzi dell olio. È una veste ridicolizzante, ma è vero. Anche se il 69% dell olio non è adulterato, è vero comunque che non è olio extravergine di oliva. Questo è un problema degli Stati Uniti perché non ci sono controlli, ma è anche una responsabilità degli Tom Mueller importatori che mandano un prodotto non a norma, sotto il nome di extravergine. E se si fa così i prezzi scendono: è sempre meno un prodotto di qualità, di nicchia, e sempre più una commodity. Ed invece l olio extravergine di oliva dovrebbe essere un prodotto nobile, di qualità. Il rischio effettivamente c è se non si protegge il prodotto eccellente. Per esempio - evidenzia - la Spagna vende 1 litro di olio di oliva a 1,89 euro. Non esiste al mondo un litro di extravergine a 1,89. Si tratta per me di una truffa legalizzata. Il succo del suicidio di questa oliva nel grafico è questo: se anche chi bara facesse un prodotto di qualità avrebbe margini di guadagno molto maggiori. Sia i piccoli sia i grandi guadagnerebbero di più. Per esempio, prendiamo il vino: se domani togliamo tutte le etichette dei vini e scriviamo solo Buon vino, che cosa succede ai prezzi? Scendono, perché nessuno ci capisce più niente. Si stanno abbassando i livelli di un prodotto nobile. È questa la realtà di fondo a cui deve reagire l Italia. Hanno scatenato un vespaio di polemiche le vignette di Nicholas Blechman pubblicate sul prestigioso New York Times dal titolo Il suicidio dell extravergine - l adulterazione dell olio di oliva italiano. Ed a poco sono valse le correzioni apportate dopo la valanga di reazioni indignate di associazioni di categoria e produttori onesti. Il danno è ormai stato fatto ad un settore che, già nel 2013, ha pagato un conto salato nell export verso gli Usa, sceso del 13% rispetto all anno precedente. Secondo il prestigioso giornale internazionale, la maggioranza dell olio di oliva venduto come italiano proviene in realtà da Paesi come Spagna, Marocco e Tunisia che esportano in Italia dove arrivano anche olio di soia ed altri oli di bassa qualità che vengono etichettati e contrabbandati come extravergini di oliva. La serie di vignette spiega che l Italia è il principale importatore mondiale di olio e che nelle raffinerie italiane l olio di oliva è miscelato con oli meno costosi e - dopo l aggiunta di beta-carotene per mascherare il sapore e di clorofilla per dare colore - viene imbottigliato ed etichettato come extravergine Made in Italy. Le bottiglie, aggiunge il New York Times, sono spedite in tutto il mondo ed anche in Paesi come gli Stati Uniti, dove si dice che il 69% delle bottiglie vendute si ritiene manipolato. Nonostante il fatto che uno speciale corpo dei Carabinieri sia addestrato per scovare l olio adulterato ed i ripetuti raid dei diversi corpi di polizia nelle raffinerie, gli industriali sono raramente perseguiti anche perché molti possono contare su legami con potenti rappresentanti del mondo politico. Il risultato di tutte queste frodi sono i bassi prezzi dell olio di oliva italiano che di fatto si sta suicidando, conclude laconicamente il New York Times. Un racconto, quello del New York Times, che riporta una realtà purtroppo già nota e denunciata di numerose frodi e contraffazioni come quella scoperta recentemente dalla Guardia di Finanza in Toscana che ha portato al sequestro di 8 milioni di bottiglie di olio di oliva destinato al mercato, con una origine e qualità diverse da quelle presentate. Ma che fa di tutta un erba un fascio, danneggiando pesantemente quelle aziende olivicole che fanno di qualità e rigoroso rispetto delle norme i loro cavalli di battaglia. E sono quelle più numerose, quelle che credono in questo mercato, quelle che hanno realizzato importanti investimenti e non ci stanno ad essere associate a qualche pseudo-imprenditore senza scrupoli.

4 4 Confermate le previsioni: boom di produzione di olio In Italia 477 mila tonnellate, la Spagna supererà il milione e mezzo con una crescita del 152% La produzione mondiale di olio d oliva subirà una forte impennata a conclusione della campagna 2013/2014 con inevitabili ricadute sui prezzi. Stanno infatti confermandosi le previsioni elaborate dal Consiglio Oleicolo Internazionale. A voler guardare il bicchiere mezzo pieno c è una ripresa, certamente ancora lenta, che dovrebbe sostenere l aumento dei consumi e dunque avere un effetto compensativo. Ma andiamo con i numeri. La produzione italiana, così come già anticipato dall Ismea, si fermerà a quota 477 mila tonnellate (in calo dell 8% rispetto allo scorso anno). Dall esame dell osservatorio economico di Unaprol emerge, nella Penisola, una netta distinzione geografica. Il Nord e parte del Centro mostrano variazioni positive che recuperano le importanti perdite dello scorso anno, mentre già dal Lazio arrivano i primi segni meno fino a registrare quelli pesanti del Sud dove, come è noto, si concentra la produzione di olio di oliva. Situazione a macchia di leopardo anche all interno delle maggiori regioni produttrici dove si registra una disomogeneità dei risultati. Bene il nord della Puglia, leggermente in calo il Salento, mentre più pesanti le perdite stimate in Calabria (-20%), dove comunque anche qui la situazione è differente da zona a zona. L alternanza è alla base della flessione produttiva in Sicilia, unita a qualche problema di resa già evidente alle prime moliture. Fuori dai confini nazionali, ed analizzando subito quello che è di gran lunga il primo produttore mondiale - la Spagna - si prevede un boom: il ministero dell Agricoltura di Madrid prevede nel , dopo la flessione dello scorso anno, una produzione di oltre 1,5 milioni di tonnellate, in crescita del 152%. Al boom spagnolo si aggiungeranno inoltre i progressi previsti in Marocco (120 mila tonnellate, +213%) e in Portogallo (dove si stima un balzo produttivo del 30%) mentre in lieve calo risulteranno Tunisia e Turchia. Sulla base di queste cifre - spiegano all Ismea - il Consiglio oleicolo internazionale (Coi) ha previsto una produzione mondiale di 3,1 milioni di tonnellate con una crescita del 30 per cento. Assitol: Rischio calo prezzi ma anche la fiducia nell aumento dei consumi L Associazione industrie olearie auspica una filiera più efficiente Le previsioni della produzione olivicola mondiale non potranno non lasciare il segno sul fronte delle quotazioni. Già a fine 2013, secondo il Consiglio Olivicolo Internazionale, l extravergine in Spagna era quotato attorno ai 2,18 euro al chilo, con un calo del 9% rispetto allo stesso periodo del In Italia, invece, un chilo di extravergine è quotato a 2,65 euro. Un livello superiore rispetto a quello registrato in Spagna, anche se con una riduzione dei prezzi maggiore su base annua (-11%). In controtendenza invece la Grecia dove un chilo di extravergine viaggia sui 2,40 euro (+18%). È chiaro che su un andamento già debole - spiega il direttore dell Assitol (l Associazione delle industrie olearie italiane), Claudio Ranzani - il previsto boom d offerta potrebbe deprimere ancora di più i prezzi. Tuttavia, non sarei così pessimista. Lo scorso anno la minore offerta ha rafforzato i listini, ma ha penalizzato gli acquisti dei consumatori alle prese con una difficile congiuntura internazionale. Se i prezzi dovessero calare è probabile invece che ripartano i consumi. Secondo Assitol, infine, la possibile gelata delle quotazioni dovrebbe, soprattutto in Italia, sollecitare qualche riflessione sull efficienza della filiera. Ho visitato - conclude Ranzani - l uliveto della multinazionale Sovena in Portogallo che al pari di altre strutture in Usa e in Australia è tecnologicamente avanzato, completamente irrigato e le olive raccolte sono frante quasi in tempo reale. Tutto questo si traduce in alta qualità a un costo, per l extravergine, di 1,4-1,5 euro al chilo. Il futuro passa da questa tipologia di investimenti. Mentre affidandoci solo all etichetta e al made in Italy rischiamo nel giro di pochi anni di finire fuori mercato relegando l olio italiano solo a qualche nicchia e all autoconsumo.

5 5 È l e-commerce la nuova risposta per tutelare i margini dei produttori In un generale contesto di deperimento dei prezzi, sempre più attenzione viene data all e-commerce dell olio extravergine di oliva di qualità. Un percorso obbligato per saltare passaggi inutili, accorciare la filiera e glocalizzare il mercato, laddove tale termine associa globale e locale che sono visti come due facce di una stessa medaglia. Una sorta di antibiotico ad ampio spettro per salvaguardare l italianità di un prodotto intorno al quale è ancora possibile - affermano gli esperti - generare valore partendo dal concetto dell origine Il Cno: Strane manovre sul prezzo dell olio d oliva Chiesta più trasparenza e lealtà tra gli attori della filiera nel mirino la grande distribuzione organizzata e della qualità del prodotto. Lo ha capito Google e sta trasformando la rete in un opportunità proprio per glocalizzare il mercato. E-commerce che può diventare una risposta anche alla politica della Grande distribuzione organizzata ritenuta dannosa per i produttori. Negli ultimi tre anni - rileva l Unaprol - analizzando i volumi di vendita nella Gdo, sono stati venduti, mediamente, 156 milioni di litri di extravergine per un valore di circa 609 milioni di euro. Il prezzo medio praticato dalla Grande distribuzione per l extravergine è pari a circa 3,80 euro/litro. Se si fossero presi, come base di partenza, i costi di produzione nelle diverse ripartizioni geografiche e si fosse considerato il costo più basso (3,54 euro/kg, pari a 3,24 euro/ litro), il valore delle vendite avrebbe raggiunto circa 507 milioni di euro. La differenza, rispetto a quelli ricavati dalla Gdo, è pari al 20% sul calcolo euro/litro. La Gdo spesso ha banalizzato - riferisce Pietro Sandali direttore generale di Unaprol - con le sue politiche di distribuzione aggressive, il vero valore dell extravergine di oliva made in Italy; politiche che poi non hanno creato valore nemmeno intorno alle categorie di miscele di extravergine convenzionale. Ogni settimana, si trova un extravergine in offerta a prezzi che non riescono a coprire i costi produttivi e si crea ulteriore confusione nel consumatore. Dai primi risultati, non definitivi, dei panel che Unaprol sta effettuando con Inea emerge che il 40% dei campioni prelevati dichiara in etichetta origine italiana con prezzi inferiori a 3,99 euro al litro. Il restante 60% dichiara l origine comunitaria e viene proposto al pubblico ad un prezzo leggermente superiore ai 3 euro. Il 50% degli oli che vengono proposti al pubblico come italiani presenta anomalie: profilo sensoriale difettato di rancido o addirittura presenza di note varietali di origine non italiana. Per gli oli comunitari, un terzo presenta difetti del profilo sensoriale. Sono sempre più le aziende olivicole italiane che hanno dunque puntato al canale on line per la vendita dei propri extravergine. In alcuni casi con risultati davvero interessanti, anche se le potenzialità di questo strumento sono sicuramente molto maggiori. Stiamo investendo in e-commerce - ha concluso Sandali - per dare ai consumatori di tutto il mondo, attraverso anche il sito l opportunità di incrociare l offerta del vero olio extravergine di oliva I.O.O.% prodotto in Italia e garantito dal programma di tracciabilità europea targato Unaprol. Strane manovre sul prezzo dell olio di oliva. La denuncia è del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori - attraverso il suo presidente, Gennaro Sicolo - e fa seguito alla campagna di monitoraggio sui prezzi praticati dalla distribuzione organizzata italiana. Il Cno, in nome di una equità dentro la filiera, si dice pronto a segnalare alle competenti autorità nazionali ed europee ogni abuso, impegnandosi a far rispettare le disposizioni e a migliorare il funzionamento della catena alimentare. La grande distribuzione - afferma Sicolo - ricercando in modo esasperato il basso prezzo, rompe il più elementare degli equilibri che deve valere tra produzione agricola, trasformazione industriale e commercio. Le norme sulla tracciabilità e l intenso lavoro delle forze dell ordine hanno portato un grande contributo verso la legalità del comparto olivicolo non solo nazionale. Ma questo non basta. Come Cno - aggiunge Sicolo - riteniamo sia indispensabile e lo chiediamo a gran voce a tutti gli attori della filiera, una rivoluzione culturale. Pretendiamo vi sia più trasparenza nella catena del valore dell olio extravergine di oliva italiano. Per raggiungere tale finalità, siamo disposti al confronto con i confezionatori e con la distribuzione. La campagna di monitoraggio realizzata dal Cno ha evidenziato come, a fronte di una campana olivicola 2013/14 dove tutte le previsioni sono state disattese, a causa di rese in olio inferiori del 3/4% rispetto alle medie storiche, ci siano proposte di olio extravergine italiano confezionato in bottiglia da 1 litro a prezzi che non coprono neppure il valore della sola materia prima. Una cosa è certa - conclude il presidente del Consorzio - noi conosciamo il valore di un olio extravergine italiano di qualità. Dobbiamo solo augurarci che altrettanto lo sappiano riconoscere i confezionatori e la distribuzione. Chiederò al Ministero delle politiche agricole di avviare una campagna di ripristino della legalità e della correttezza di comportamento dentro il sistema produttivo dell olio di oliva e di utilizzare una comunicazione chiara ed efficace per sensibilizzare ed allertare i consumatori.

6 6 Potatura, ispezioni fitosanitarie e travasi Il vaso armonico è policonico Tratto da: L albero della passione di Giandomenico Borelli, maggio Prima di tutto scegli le branche! Tre, quattro al massimo: sono le sue anche. Poi su di esse delinea una cima, ramo apicale principale: guarda che rima! Evita quindi le dicotomie! Non salga la linfa seguendo più vie, ma sia una sola la principale e sottomesso sia il ram laterale, con un diametro alquanto minore rispetto alla branca, ramo maggiore. Così facendo la basitonia ti apparirà lungo la via e vedrai crescer più lunghi e più grandi i rami basali senza comandi. Se poi sfoltirai le cime in eterno, togliendo i succhioni verso l interno, il risultato sarà alquanto armonico, eccolo là: è il tuo vaso policonico! Vaso policonico Consigli pratici per la potatura In fase di allevamento, strutturare le piante con un tronco verticale unico di circa 1m di altezza, per non precludersi la possibilità della raccolta meccanica con scuotitore Potatura di allevamento da tronco; ridurre al minimo gli interventi cesori, facendo pochi tagli mirati, per eliminare le formazioni che possono creare problemi strutturali quando le piante sono ancora piccole. Evitare di lasciare le piante non potate nei primi 2-3 anni per poi dover intervenire in maniera drastica a correggere difetti strutturali. Nelle piante in produzione, ridefinire le cime, eliminare polloni e succhioni e sfoltire la chioma. Fare attenzione alla intensità di potatura, che è di fondamentale importanza nel determinare l equilibrio vegeto-produttivo della pianta. Evitare l errore di potare troppo, causando uno squilibrio in senso vegetativo, con forte produzione di succhioni e polloni. Evitare anche di contenere in maniera eccessiva lo sviluppo in altezza delle piante, al fine di favorire l esecuzione della potatura stessa e delle operazioni di raccolta, a mano o con agevolatori; questo comporta infatti una riduzione del volume fruttificante ed una risposta vegetativa delle piante. Per la raccolta con scuotitori da tronco, allevare le branche principali con un angolo di inclinazione intorno a oppure inserite con un angolo un po più aperto e poi, dopo breve un tratto, lasciate crescere verticalmente; mantenere le branche secondarie relativamente lineari, corte, senza pendaglie. Per la raccolta con attrezzature agevolatrici, non superare l altezza delle piante di 4-4,5 m, ma favorire lo sviluppo in larghezza (compatibilmente alle distanze di piantagione), per non causare la riduzione del volume complessivo di chioma e, di conseguenza, del potenziale produttivo. Nel caso di piante mal impostate, con eccessiva quantità di legno (branche soprannumerarie o dicotomiche) o altezza elevata che rende difficoltose le operazioni di raccolta, è necessario riformare la struttura primaria ed indirizzare risorse verso le parti che dovranno essere ricostituite, a partire dalla schiusura di gemme latenti e dal maggior vigore dei germogli residui. Una potatura drastica provoca infatti una risposta vegetativa più o meno forte in relazione all intensità dei tagli, a causa di uno squilibrio che si viene a creare tra apparato radicale, che diviene esuberante, e chioma residua che non riesce a smaltire l abbondante disponibilità di nutrienti. Per questo si raccomanda di mantenere il volume complessivo della chioma più vicino possibile a quello dell apparato radicale, evitando l eccessiva, comunque inevitabile, emissione di polloni e succhioni, che dovranno essere gestiti nell estate successiva. Potatura di riforma Ispezioni in campo Diverse avversità dell olivo riprendono la loro attività dopo la pausa invernale. Risulta utile quindi effettuare una ispezione in campo per verificare lo stato sanitario delle piante. Si possono riscontrare i danni sulla pagina inferiore delle foglie da parte della generazione fillofaga di tignola dell olivo. Generalmente non si consigliano interventi fitoiatrici in questa fase; la lotta si può efficacemente attuare nei confronti della generazione carpofaga (a carico dei frutti), nella stagione estiva. In caso di gravi infestazioni, in aziende biologiche, intervenire con prodotti a

7 7 base di Bacillus thuringensis. Con lo stesso prodotto si possono controllare gli attacchi di larve di margaronia su germogli ed apici vegetativi, in caso di danni consistenti in vivaio o nei giovani oliveti. Se la stagione primaverile decorre particolarmente umida e piovosa, tenere sotto controllo l occhio di pavone; in presenza di infezioni particolarmente gravi effettuare un trattamento fungicida con prodotti a base di sali di rame o con preparati a base di dodina, per limitare la caduta delle foglie nelle situazioni più compromesse. A primavera inoltrata sono visibili Occhio di pavone gli attacchi di cotonello dell olivo, che produce ammassi appiccicosi e biancastri sulle infiorescenze e sui germogli, provocandone deperimento e disseccamento; generalmente le alte temperature e numerosi nemici naturali ne limitano lo sviluppo e pratiche agronomiche, quali potature, che arieggiano la chioma, sono sufficienti a limitare i danni degli attacchi primaverili. Le forme giovanili di cocciniglia mezzo grano di pepe, di colore giallastro, sono visibili nella pagina inferiore delle foglie. I danni sono legati alla sottrazione della linfa con l apparato boccale ed all emissione di sostanze zuccherine (melata) su cui si sviluppano funghi saprofiti che provocano fumaggine. L intervento con oli minerali bianchi va posticipato alla piena estate (luglio-agosto) in corrispondenza della schiusura delle uova. Necessaria la massima attenzione nell utilizzo di prodotti fitosanitari L impiego non corretto dei prodotti fitosanitari può essere causa di tos- Cocciniglia mezzo granulo di pepe sicità acuta e cronica. Risulta pertanto estremamente importante conoscere le caratteristiche tossicologiche dei prodotti, i sintomi o malattie associate al loro uso, le misure più adeguate da adottare per tutelare la salute. E necessario inoltre dotarsi di dispositivi di protezione individuale (occhiali, casco, maschera, tuta, guanti, stivali) che consentano di proteggere la pelle, che è la principale via di assorbimento, gli occhi e l apparato respiratorio. Travaso In caso di oli non filtrati, in primavera è opportuno effettuare il travaso, per separare l olio da residui solidi e materiale colloidale che con il tempo, e soprattutto con il rialzo termico, si separano dalla fase liquida e vanno a costituire un deposito di colore scuro che decanta sul fondo del contenitore (morchia). Se l olio non viene travasato, con il tempo assume il caratteristico difetto di morchia, legato a fermentazioni in ambiente anaerobico. Tale difetto, come tutti i difetti riscontrati al Panel test, contribuisce a declassare l olio, che pertanto non può più essere commercializzato come extravergine di oliva. Per evitare la formazione della morchia e quindi favorire una buona conservazione dell olio, è molto importante la filtrazione, piuttosto che far decantare l olio naturalmente ed effettuare travasi, che comportano una maggiore ossidazione del prodotto. La filtrazione può essere effettuata con cotone (filtro barese) per piccole partite, oppure con filtri a cartone o a farina fossile a livello industriale. Barbara Alfei Manutenzione Programmata Pieralisi: metti a riposo il tuo impianto Pieralisi garantiscono tra l altro qualità e sicurezza e permettono di evitare le problematiche dei ricambi contraffatti. Questi ultimi, come noto, potrebbero infatti danneggiare l impianto compromettendo l operatività dell azienda nel periodo dell anno dove è richiesto il massimo sforzo per soddisfare le esigenze delle proprie produzioni e di quelle conferite dai clienti. I ricambi contraffatti inoltre, possono danneggiare il prodotto sia in termini di resa che di qualità dell olio estratto. In più il loro utilizzo fa decadere la garanzia Pieralisi sull impianto oleario che invece diventa un prezioso strumento per rendere sempre più affidabile ed efficace il perfetto funzionamento delle macchine. Fondi dedicati per gli olivi del Salento Sostegni economici comunitari ad hoc per la lotta alla xylella fastidiosa, l agente patogeno che ha attaccato gli olivi del Salento (10 mila gli ettari coinvolti) provocandone il disseccamento e la conseguente improduttività. È l obiettivo della Regione Puglia che ha ormai completato il piano generale di intervento nel quale sono indicate le misure operative più importanti ed i costi relativi. Il piano sarà sottoposto ai tecnici Ue per ottenere fondi aggiuntivi e dedicati, magari da inserire con una misura specifica all interno del Piano di Sviluppo Rurale Gli stessi tecnici della Ue sono stati lo scorso febbraio in Puglia per prendere visione dei danni che l epidemia patogena ha provocato in un vasto territorio che resta ancora in quarantena. Con gli impianti a riposo dopo la lunga attività connessa alla campagna olivicola, il frantoiano si trova alle prese con i necessari interventi di pulitiza degli impianti e dimanutenzione ordinaria. Proprio per sostenerlo in queste operazioni, il Gruppo Pieralisi ha inteso potenziare l omonimo Service, che oggi è presente su tutto il territorio italiano e internazionale. Il Service Pieralisi è strutturato in maniera tale da garantire il perfetto funzionamento degli impianti e delle macchine, permettendo di ottenere sempre le performance migliori, con risultati eccellenti in termini di produttività ed economicità di esercizio. Il Service ha sviluppato molte iniziative mirate ad agevolare le attività manutentive delle aziende clienti, al fine di evitare costosi interventi di tipo correttivo, straordinari e non pianificati. Tra queste merita di essere segnalato il piano di Manutenzione Programmata Pieralisi Operazione Garaging che permette di effettuare le attività manutentive per tempo, sostenendo il frantoiano in una programmazione che lo mette al riparo dal richiedere interventi nell imminenza dell inizio della attività produttiva. Scegliere la professionalità Pieralisi e far controllare lo stato dell impianto dai tecnici specializzati diventa dunque una grande opportunità che si traduce inoltre in un risparmio. Per questo si suggerisce di prenotare la manutenzione programmata Pieralisi direttamente on line: o chiamando il n. verde Solo il Service ed i ricambi originali

8 8 Frantoio Oleario Cassese Domenico: quando l innovazione fa rima con qualità Prestigiosi risultati per l azienda pugliese che si è sempre avvalsa della tecnologia Pieralisi La famiglia Cassese insieme all ing.gennaro Pieralisi, il Direttore Gen. Mauro Frattesi e il resp. centro sud Andrea Bruni, di fronte al moderno frantoio oleario Il Frantoio Oleario Cassese Domenico di Villa Castelli, nell alto Salento, vanta uno stabilimento produttivo di 10 mila metri quadrati e conta una piantagione di circa 25 mila olivi a frutto, distribuiti su una superficie di oltre 120 ettari, da cui produce ottimi extravergini, orgogliosamente italiani, sia blend che monovarietali. Le origini di questo Frantoio hanno radici antiche, legate all operato di Giovanni Cassese che, negli anni 60 era possessore di un molino e ricevette dal suocero un Frantoio avviato da oltre mezzo secolo. Dopo un decennio di estenuante lavoro, Giovanni Cassese decise di sostituire le tradizionali presse con gli innovativi decanter del Gruppo Pieralisi. Queste macchine - ricorda oggi - ci hanno permesso la lavorazione in continuo delle olive, rivoluzionando completamente quelli che erano i tradizionali sistemi di estrazione. Così, da quel momento in poi, ci siamo affidati alla tecnologia all avanguardia dei decanter Pieralisi: dall estrattore centrifugo Fp 600 siamo poi passati al Major; in seguito l abbiamo sostituito con il più innovativo Jumbo e infine, nel 2008, abbiamo scelto il Vanguard. Che nel 2013 ha lasciato il posto all ultima tecnologia brevettata dal Gruppo Pieralisi, il DMF. Un continuo aggiornamento dei nostri impianti - prosegue Giovanni Cassese - al fine di rincorrere l innovazione tecnologica Pieralisi, che rende il nostro olio extravergine un prodotto sempre più d eccellenza. Dopo diversi anni Giovanni cede il Frantoio al figlio Domenico per continuare quella che è ormai diventata una tradizione familiare tenuta in vita dalla passione. Nel 1999 Il Frantoio Oleario Cassese Domenico si trasferisce nella sua attuale sede e nel 2013 stravolge nuovamente il suo impianto produttivo dotando, come ricordato, il frantoio di due estrattori centrifughi Leopard 5 e un estrattore centrifugo Leopard 8, affiancati da separatori Bravo e Marte e completati dalle Gramole Serie Oro, che grazie al sistema computerizzato permette al Frantoio Oleario Cassese di gestire con estrema accuratezza tutte le fasi della lavorazione, partendo dal controllo delle temperature e dai tempi di gramolazione, fino ad intervenire sulla stessa estrazione dell olio. La nostra attentissima analisi di tutte le fasi produttive - racconta Domenico Cassese - e la nostra cura e dedizione per ogni singola pianta sono la garanzia dell altissima qualità dei nostri prodotti. Raccogliamo il frutto esclusivamente con scuotitori con ombrello intercettore, al fine di scongiurare qualsiasi contatto con il suolo e preservarne tutta la bontà e la fragranza. In seguito il raccolto viene trasportato celermente al frantoio e trasformato tassativamente entro le 6 ore dalla raccolta. Arrivata nello stabilimento, dopo tanto lavoro e fatica, ogni oliva è accuratamente defogliata, lavata e poi franta, grazie al processo produttivo Pieralisi, fino a donarci una piccolissima goccia di Olio che viene stoccata per qualche settimana, filtrata e imbottigliata per diventare un prodotto finito che noi amorevolmente chiamiamo il nostro Olio, riconosciuto e apprezzato da moltissime famiglie italiane e non. Oltre 5 mila clienti conto terzi fra le province di Brindisi e Taranto, inoltre, affidano le loro olive al Frantoio Oleario Cassese Domenico per trasformarle in olio presso uno degli impianti più belli e innovativi d Italia. Domenico Cassese aggiunge: Siamo orgogliosi di mettere la maestria e la passione che da sempre dedichiamo alla produzione del nostro olio d oliva, anche al servizio dei nostri clienti. Il Frantoio Oleario Cassese Domenico, inoltre, collabora con Pieralisi nel trovare nuovi sbocchi commerciali dei sottoprodotti, tra cui il paté, che ha sostituito i vecchi rifiuti meno gestibili come le acque di vegetazione. Ci impegniamo continuamente - conferma Domenico Cassese - per il corretto smaltimento e riutilizzo delle acque reflue, derivanti dal lavaggio delle olive. In particolare, queste saranno prossimamente riutilizzate all interno del processo produttivo grazie all utilizzo dell estrattore centrifugo Pieralisi. Gocce d Oro Colline Pisane Si rinnova l appuntamento di Cascina Alta (Pi) dedicato alla valorizzazione dell extravergine Dal 4 al 6 aprile si rinnova a Cascina Alta, in provincia di Pisa, Gocce d oro delle colline pisane, manifestazione dedicata alla valorizzazione dell olio extravergine di oliva e degli altri prodotti tipici della zona. L appuntamento, giunto alla 4ª edizione, si svolge in via N.Sauro 11 sotto l egida di primari enti. Ricchissimo il programma della tre giorni dove l olio sarà protagonista in uno scenario ricco di prodotti tipici ed artigianato locale. Coinvolti anche i bambini nell innesto delle piantine di olivo che poi riceveranno gratis con le istruzioni per coltivarle. Tra gli appuntamenti da segnalare un gustosissimo cooking show con olio extravergine IGP e la 12ª edizione - prima assoluta in Toscana - della Gara Nazionale di Potatura dell olivo a vaso policonico organizzata in collaborazione con l Assam Marche. Il programma dettagliato è consultabile nel sito web: www. goccedoro.it Società editrice PIERALISI SpA Direttore Responsabile Stefano Brecciaroli Redazione, amministrazione e pubblicità Via Don Battistoni, JESI (AN) Tel olivonews@pieralisi.com Progetto grafico e impaginazione Stampa TECNOSTAMPA - Loreto (AN) Aut. Trib. di AN N.28 del

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