Progetti servizi per il diritto di visita e di relazione Paola Dallanegra Irene Lozar 1

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1 Progetti servizi per il diritto di visita e di relazione Paola Dallanegra Irene Lozar 1 premessa In questi ultimi anni, i sempre più numerosi contatti intercorsi, tra il centro di documentazione e formazione di Spazio Neutro di Milano,e i molti operatori e gli enti che a vario titolo hanno chiesto informazioni o consulenze relative alla gestione degli incontri protetti hanno suscitato la curiosità e l esigenza di rilevare e conoscere meglio l esistenza in Italia di servizi o progetti per l esercizio del diritto di visita e di relazione. Sembra infatti che questa sia attualmente la definizione più ricorrente di quell ambito di intervento che attiene al mantenimento, ricostruzione, costruzione, della relazione figlio genitore al di là delle crisi separative o familiari. Questa è ancora un area sperimentale di trattamento, che risponde ad un bisogno sociale che solo recentemente si sta fortemente evidenziando e che ancora si va definendo nelle finalità e negli aspetti metodologici e teorici. Proprio per questa fluidità ci è parso interessante dare in primo luogo una dimensione quantitativa e geografica ai progetti/servizi in via di sviluppo, cercando di evidenziare nel contempo, per quanto possibile gli obiettivi le metodologie utilizzate. Saranno inoltre evidenziati alcuni aspetti organizzativi e gestionali che sono apparsi specifici rispetto all ambito esaminato 2. Sul territorio italiano sono stati individuati 26 servizi/progetti in corso, di questi i 19 seguenti hanno risposto al questionario inviato Luogo nome servizio progetto 1 ASTI Incontro in luogo neutro 2 ALBIATE (MI) (ambito distrettuale) Un nuovo giardino incontri in luogo neutro 3 CESATE (MI) (ambito distrettuale) Spazio Neutro 4 COMO Spazio neutro 5 FAENZA e comuni associati Incontri vigilati a tutela dei minori 6 ORBASSANO To.(consorzio com) Luogo neutro 7 PALERMO Spazio neutro 8 PAVIA Spazio Incontro 9 ROMA IX municipio Villa Lais Centro famiglie Spazio incontro 10 ROMA VIII municipio Spazio Incontro Centro per la fam. 11 ROMA XIII municipio Ostia Coloors Incontri protetti 12 ROMA XV municipio Centro ascolto per famiglie 13 SANT' OMERO consorzio(teramo) Alice 14 SASSARI Spazio Neutro 15 TORINO Spazio per incontri mediati Cemea 16 TORINO QUI QUO QUA 17 VERCELLI Artincontro 18 VIGEVANO Spazio neutro 19 SONDRIO Spazio Neutro 1 Paola Dallanegra, assistente sociale, responsabile Spazio Neutro Comune e Provincia Milano Irene Lozar, pedagogista, coordinatore centro documentazione e formazione Spazio Neutro Provincia di Milano (in convenzione con la cooperativa Ghenos) 2 Si è valutato di non inserire i dati relativi a SPAZIO NEUTRO, del Comune e della Provincia di Milano,e quelli dello SPAZIO NEUTRO CBM Milano, convenzionato con il Comune di Milano ( che si occupa di continuità genitoriale in casi di sospetto abuso) in quanto è in corso una ricerca relativa alla casistica dimessa nei servizi di Milano. 1

2 Si è scelto di inserire per la maggior parte delle voci, domande aperte, in modo tale da privilegiare gli aspetti peculiari delle diverse esperienze e gli aspetti descrittivi, ovviamente tale modalità è andata a limitare la possibilità di confronto e di assemblaggio dei dati che per alcuni aspetti sono risultati frammentari e disomogenei. Dall esame dei questionari pervenuti si sono evidenziati alcuni aspetti che si ritiene interessante evidenziare. 1. dati generali Dalla tabella allegata è possibile desumere la collocazione geografica: la maggioranza dei servizi è collocata nel nord Italia, A Roma sono stati rilevati 4 servizi, che si collocano in quattro diverse municipalità. Anche a Torino esistono più servizi dislocati in diverse circoscrizioni 3. L avvio della maggior parte dei progetti/servizi risulta essere tra il 2000 e il 2002 ( n 15),tre sono precedenti (1999) e uno successivo. Tranne un servizio totalmente privato,gli altri sono o gestiti da cooperative e associazioni del terzo settore e convenzionati con l ente pubblico (8), o gestiti e finanziati direttamente dall ente pubblico (11). L ente pubblico è nella quasi totalità il comune singolo o associato. In due casi è l ASL l ente promotore e finanziatore. Poco più della metà dei servizi ha preso avvio grazie ai finanziamenti della legge 285/97 e spesso in questi casi l intervento per il diritto di visita e di relazione è inserito in un progetto più ampio di sostegno alla genitorialità, mentre 8 dei servizi considerati trova collocazione nel quadro programmatorio dei piani di zona. 2. obiettivi del servizio/progetto Tra i servizi che hanno risposto alla rilevazione risulta che per 17 è stato steso un progetto iniziale, per 12 invece è stata prevista una fase di sperimentazione di una durata media di un anno, per circa la metà inoltre si è provveduto ad una prima formazione degli operatori, con modalità e durata estremamente variabile. Inoltre in 15 servizi è prevista per gli operatori una supervisione. Nella declinazione degli obiettivi l accento viene posto nella maggioranza dei casi (10 servizi /progetti) sulla questione relativa all indebolimento o alla rottura dei legami generazionali a seguito di separazione divorzio o di gravi crisi familiari e di conseguenza alle azioni da attuare a sostegno della relazione parentale interrotta o resa difficile. Compaiono, anche se in maniera meno rilevante, elementi quali la tutela del minore, la tutela del diritto di visita e di relazione e la valutazione della capacità genitoriale, questioni che in questo ambito attraversano l intero intervento, che come noto prende avvio, nella stragrande maggioranza dei casi da una ingiunzione della magistratura. In particolare come si vedrà anche più avanti, della magistratura minorile, nell ambito degli interventi limitativi la potestà genitoriale. In un solo caso l incontro protetto, isolato dal contesto e dalle finalità dell intervento, viene indicato come l obiettivo prioritario del servizio. In quattro schede di rilevazione non viene indicato nessun obiettivo. 3. gli invianti 3 Alla rilevazione hanno aderito due servizi di cui uno pubblico, l altro totalmente privato.risulta che a Torino siano al momento attivi 4 servizi/progetti strettamente collegati ai servizi sociali delle circoscrizioni comunali. 2

3 La pressoché totalità dei servizi censiti indica nel servizio sociale (17) l inviante dei casi, e descrive una stretta collaborazione anche durante il trattamento: lavoro parallelo, coprogettazione, verifiche periodiche, sono questi i termini più utilizzati nella descrizione di un lavoro che appare come strettamente connesso. L autorità giudiziaria e in particolare modo la magistratura minorile sono sempre presenti con un mandato ai servizi ( TM 18, TO 16), con decreti che limitano anche gravemente la potestà genitoriale (decadenza o affido all ente) o nell ambito delle separazioni delle coppie di fatto e con ordinanze, nei procedimenti per le separazioni giudiziali, che impongono il ripristino del diritto di visita la metodologia La disomogeneità dei dati raccolti si è andata evidenziando soprattutto nella descrizione della metodologia utilizzata dal servizio/progetto, a cui tre questionari non hanno fornito risposta. Tuttavia sono emerse alcune linee comuni e altre particolarità che sono evidenziabili. Oltre alla attuazione degli incontri ( in alcuni casi vengono definite visite) tra genitore lontano e figlio, vengono indicate in più della metà dei servizi, come momenti qualificanti e che sostengono il percorso di trattamento, colloqui preliminari, in itinere di verifica e di restituzione finale con i genitori, o gli adulti di riferimento del bambino, colloqui preliminari con i bambini azioni di restituzione alla magistratura :relazioni, colloqui ( in 5 servizi) In due progetti si specifica la presenza di un opera di mediazione e si specifica che vengono effettuati colloqui di sostegno psicologico ad adulti e bambini. A partire quindi da una pressoché totalità di invii da parte della magistratura, anche se mediati dall opera dei servizi sociali territoriali, quasi sempre presente, il problema del rapporto - collaborazione con la magistratura è solo parzialmente esplicitato come elemento che segna e connota l intervento per il diritto di visita e di relazione, nonostante in alcune schede tra i motivi dell avvio del progetto venga indicata la sollecitazione della magistratura attuata anche solamente con la richiesta di organizzare gli incontri protetti. Questo elemento iniziale di costrizione, dato dall ingiunzione della autorità giudiziaria, che coinvolge non solo gli utenti, ma in qualche misura anche gli operatori, la possibilità del passaggio ad un progetto di intervento condiviso e condivisibile non trovano, per lo meno nell ambito delle schede di rilevazione una esplicitazione come nodo metodologico rilevante. Altro elemento che si è andato evidenziando è l attenzione posta sulla descrizione delle modalità di avvio del trattamento dei casi, a discapito di quelle relative alle dimissioni. Questo sbilanciamento, forse trova una parziale spiegazione nel numero ancora esiguo di casi portati a conclusione. Vengono infatti spesso descritti in modo particolareggiato i passaggi di avvio la segnalazione, le riunioni preparatorie e di programmazione tra i servizi, e quelle tra gli operatori del servizio/progetto per l assegnazione dei casi, la stessa attenzione non è data invece alla fase conclusiva e alle dimissioni, che l esperienza suggerisce essere altrettanto delicata e complessa. Infine, emerge solo parzialmente la modalità di conduzione dei casi. Sembra però opportuno qui evidenziare che alcuni servizi affidano ad un unico 4 una scheda non fornisce alcuna informazione in proposito. 3

4 operatore la gestione del caso, mentre altri privilegiano la presenza di due operatori. In alcune esperienze viene separata la fase di conoscenza preliminare, da quella più inerente alla gestione degli incontri, in altre la doppia conduzione prosegue per tutta la durata dell intervento. Si assiste quindi ad una sorta di suddivisione dei compiti: un operatore si incarica di seguire maggiormente l aspetto del rapporto con i genitori, mentre l altro è più orientato verso il bambino e al sostegno della relazione dello stesso con il genitore incontrante 5. Emerge in queste descrizioni ancora una volta la molteplicità di elementi e di aspetti insita in questo tipo di intervento e la necessità di accompagnare il cambiamento di assetti relazionali estremamente complessi. Dove l interesse del figlio a mantenere la relazione con entrambi i genitori si scontra con il bisogno e la necessità del rispetto dei tempi emotivi di elaborazione e con le difficoltà e le resistenze dei singoli protagonisti. La durata media dei singoli trattamenti risulta un altro dato di rilevante variabilità, e un notevole numero di servizi non ha fornito alcuna indicazione in merito (7). Due progetti/servizi indicano invece una durata predefinita di circa sei mesi, sono però servizi che si rivolgono soprattutto alle coppie in separazione giudiziale e al mantenimento della relazione con il genitore non affidatario, con la prospettiva, per un servizio in particolare, di un eventuale successivo invio dei genitori in mediazione od eventualmente ad un percorso terapeutico. In questi casi il servizio per il diritto di visita si pone come uno spazio per l acquisizione di una consapevolezza maggiore relativa al bisogno diritto del figlio di mantenere i rapporti con entrambi i genitori, e quindi della elaborazione, da parte dei genitori stessi della necessità di chiedere se necessario un aiuto specifico in merito. Infine sei servizi indicano in un anno la durata media dell intervento, mentre altri due indicano tra i due e tre anni il tempo di permanenza degli utenti presso il servizio. Infine nessuno dei servizi intervistati precisa se nel percorso di trattamento i tempi e le modalità organizzative degli incontri tra figlio e genitore lontano si modificano in vista delle dimissioni. 5. l équipe operativa La maggior parte delle équipes presenta una composizione pluriprofessionale (14) le restanti sono composte da operatori con una unica categoria professionale, in questo caso prevalentemente da educatori. In varia misura sono rappresentate tutte le professioni dell area psicosociale ed educativa in particolar modo educatori, assistenti sociali, psicologi e pedagogisti. Tre servizi evidenziano la presenza di personale con qualifica di mediatore familiare, in due servizi è presente un avvocato. Il numero dei componenti dell équipe è molto variabile (da 2 a 10) nella maggioranza dei servizi il personale impiegato non lavora esclusivamente in questo ambito. 6.gli utenti 5 Ci si riferisce, in quest ultimo caso all esperienza in corso al Centro Famiglie Spazio Incontro di Villa Lais, Roma 4

5 La nascita piuttosto recente della maggior parte dei servizi esaminati motiva e trova riscontro nel numero relativamente basso dei minori che risultano in carico e soprattutto nel dato relativo ai casi dimessi ( a parte le due eccezioni relative alle esperienze di Palermo e di Torino). Numero minori in carico attualmente da 0 a 5 4 da 5 a 10 4 da 10 a 15 4 da 15 a 20 1 da 20 a 25 1 da 25 a 30 0 da 30 a Numero casi conclusi dall inizio dell attività del servizio da 0 a 5 6 da 5 a 10 4 da 10 a 15 2 da 15 a 20 0 da 20 a 25 3 da 25 a Emerge dai questionari una variegata tipologia di situazioni trattate, non solo in relazione agli affidi giuridici dei bambini (all ente, ad un genitore, a familiari), ma soprattutto rispetto alla loro collocazione: accanto ad una prevalenza materna, si individua una rilevante presenza di minori collocati presso la famiglia allargata (nonni zii), ma anche in affido eterofamiliare e in comunità Questi ultimi elementi rimandano a situazioni familiari molto problematiche con figli che vivono lontani dai propri genitori, dove il mantenimento della relazione è affidato all intervento dei servizi. Le problematiche che hanno causato l allontanamento di questi minori confermano le difficoltà del contesto socio relazionale, si parla infatti di tossicodipendenza, patologia psichiatrica a carico del genitore ( in più della metà dei servizi), ma anche di incuria, violenza, sospetto abuso nei confronti dei figli, seppur in un numero più limitato di servizi ( rispettivamente ) La maggior parte dei servizi, (15) come ovvio, segnalano la conflittualità di coppia come l elemento preponderante e determinante il loro intervento. I padri per la massima parte risultano essere coloro che incontrano i propri figli presso i servizi per il diritto di visita, vengono a seguire le madri o la famiglia d origine. Due servizi segnalano interventi a favore del mantenimento dei legami tra fratelli allontanati dal nucleo d origine. 7. gli aspetti organizzativi Si è ritenuto significativo, infine raccogliere anche qualche elemento sugli aspetti logistici e organizzativi, in quanto sono questi aspetti che contribuiscono a delineare un immagine sulle modalità, sugli stili di funzionamento e sulle rappresentazioni che gli operatori si vanno costruendo rispetto al loro lavoro. Questa questione diventa particolarmente rilevante in quanto i servizi per il diritto di visita e di relazione operano in un ambito particolarmente delicato della vita delle persone, quello che attiene al mondo privato degli affetti, alla qualità dei legami primari che stanno alla base della strutturazione della personalità di ciascuno:relazioni di cura, legami generazionali, legami familiari. In particolare emerge che in tutti i servizi/progetti intervistati gli orari di apertura si dilatano verso il tardo pomeriggio e al sabato, mattina o intera giornata. Questo avviene sia che i servizi siano gestiti dal pubblico sia dal privato sociale 5

6 Risulta che 17 servizi utilizzano una sede propria, alcuni di questi in condivisione con altri servizi o progetti, le stanze degli incontri sono descritte come appositamente arredate con giochi e arredi pensati per rendere accogliente e piacevole l ambiente. Cinque servizi usufruiscono anche di cortili e spazi verdi, tre dichiarano di avere una cucina a disposizione. In particolare otto servizi sottolineano la presenza di una sala di attesa che permette al genitore accompagnante di attendere il figlio durante gli incontri. Per questo tipo di servizi il momento del distacco separazione del bambino dal genitore convivente, o dall adulto accompagnatore, sia esso un nonno, un educatore, o un affidatario, assume una particolare rilevanza e delicatezza, soprattutto nella fase iniziale del trattamento. L esistenza della sala di attesa permette inoltre, quando opportuno o necessario ai genitori di non incontrarsi. Può accadere inoltre che per il bambino, soprattutto se piccolo sia fondamentale e rassicurante poter verificare, anche più volte durante un incontro, la presenza del genitore con cui vive. I restanti due servizi utilizzano spazi non finalizzati al tipo di intervento. 8. conclusioni Si evidenzia in questa prima disamina come l intervento a favore del diritto di visita e di relazione sia nel nostro paese da ritenersi ancora in una fase di ricerca di modelli e metodologie appropriati. Per questo motivo, e per facilitare la comunicazione, la riflessione e lo scambio di esperienze la Provincia di Milano, nell ambito del proprio sito internet pensa di mettere a disposizione un forum non rivolto esclusivamente ai progettiservizi collocati sul proprio territorio, a cui potranno accedere i servizi o gli operatori interessati a questa area di intervento 6. Questo progetto è condiviso con l équipe dello Spazio Incontro del Centro Famiglie di Villa Lais di Roma, con la quale lo Spazio Neutro di Milano ha avviato un lavoro di confronto e di riflessione sulle metodologie e sui modelli di intervento. 6 Centro di documentazione e formazione di Spazio Neutro fax , tel , spazio_neutro@provincia.milano.it 6