Premessa. Una bellissima e validissima opera che mi sento vivamente di consigliare a tutti i docenti e agli alunni nei primissimi anni di studio.
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- Guglielmo Fusco
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1 Premessa E fuor di dubbio che nel mondo della chitarra l ambito che oggi più risente di un fermento creativo è quello che riguarda la didattica di base e delle prime fasi di apprendimento. Numerosissime, in questi ultimi anni, le pubblicazioni a riguardo, in cui si confrontano le tendenze didattiche più disparate. In questo contesto è molto difficile inserirsi con idee nuove e, devo dire, questi tre volumi dell amico Romolo ci riescono perfettamente. Il loro punto di forza sta infatti nella derivazione della loro struttura da quelle che sono le reali esigenze degli alunni e dei docenti che operano in questo delicato settore. La divisione in tre volumi (per i tre anni delle scuole medie), l accostamento di sezioni diversificate, la spiegazione visiva della morfologia dello strumento e delle note sulla tastiera, gli utilissimi collegamenti interdisciplinari con Tecnologia e Scienze (descrizione dei legni) ed Educazione Motoria (corpo umano, postura, muscolatura), i semplici esercizi di composizione, la spiegazione della polifonia con la scomposizione dei brani in più righi, il tutto con il collante di una progressività a misura di bambino e con una veste grafica che si avvale di disegni accattivanti, fanno di questa opera un lavoro molto interessante ed innovativo. Mi piace anche notare come sin da subito, dal primo volume, accanto a semplici melodie tratte da brani celebri, fanno la loro comparsa studi facili di F. Sor e poi, nei volumi seguenti, opere semplici di autori come Zani de Ferrante, Nava, Moretti, Meissonnier, oltre che Sor, Giuliani, Carulli, Carcassi, Paganini, Aguado, Coste e Tarrega, testimoniando così ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la validità degli autori classici che tanto hanno contato nella storia della chitarra e della sua didattica. Pienamente risolta quindi l esigenza di traghettare l alunno partendo da un approccio ludico attraverso facili melodie verso mete più impegnative con brani di autori celebri, esigenza che costituisce uno dei punti più controversi di questo genere di pubblicazioni. Interessanti anche i brani per più chitarre e per flauto, violino, clarinetto e chitarra che danno la giusta rilevanza alla pratica della musica da camera. Le brevi note di storia della chitarra sono, infine, un complemento che inquadra lo strumento ed il suo repertorio dandone la giusta rilevanza storico-culturale. Una bellissima e validissima opera che mi sento vivamente di consigliare a tutti i docenti e agli alunni nei primissimi anni di studio. Avellino, settembre 2008 Lucio Matarazzo Concertista, docente di chitarra presso il Conservatorio Statale di Musica Domenico Cimarosa di Avellino e componente fondatore del GuitArt Quartet
2 Prefazione Nei corsi a indirizzo strumentale si sente spesso la mancanza di un testo che riassuma e contenga tutti quegli argomenti ritenuti utili per il lavoro del docente e lo studio dell allievo. Pertanto, quando decisi di scrivere in modo ordinato tutta una serie di appunti inerenti l insegnamento della chitarra nella scuola media, oltre alle esigenze reali degli allievi il pensiero è andato alle discussioni fatte con tanti amici e colleghi, sui vari problemi tecnici, sul come affrontarli e risolverli, sul tipo di approccio e repertorio da utilizzare con gli allievi. Spesso, pur partendo da punti di vista un poco diversi o completamente divergenti, capitava, tuttavia, di arrivare alle stesse considerazioni finali. Questo mi ha sempre più motivato negli anni a realizzare un testo che riuscisse a accontentare tutti. Le esperienze personali maturate a partire dal percorso formativo di studi, iniziato e maturato con il M Stefano Magliaro, gli incontri con i grandi nomi del panorama chitarristico in alcuni corsi di perfezionamento (Leo Brouwer, David Russel, Manuel Barrueco, Eliot Fisk, Alirio Diaz, Bruno Battisti D amario) e lo studio di opere di didattica di autorevoli maestri come: Angelo Gilardino, Mario Gangi, Abel Carlevaro, ecc., hanno contribuito a confermare quella che è l idea di fondo di questa pubblicazione: non esiste LA SCUOLA CHITARRISTICA PERFETTA, può esistere una tecnica di base comune a tutti, sulla quale, poi ogni maestro adatta quello che è il suo personale pensiero del suono e dell interpretazione. Dovendo fornire un testo agli alunni e pensando che a gestirlo saranno poi i docenti, provenienti da varie scuole di pensiero, ho cercato di trattare tutti gli argomenti inerenti la posizione, la tecnica, la diteggiatura, rimanendo il più possibile super partes, evitando di farmi influenzare troppo dal mio modo d insegnare e suonare, per offrire così un canovaccio sul quale i colleghi si possano ritrovare. A tal proposito, per esempio, ho inserito alcune diteggiature proprio dove sono assolutamente comuni a tutti, evitandole dove si potrebbero prestare a diverse interpretazioni ; non ho esplicitato il tipo di tocco da utilizzare negli esercizi e nei brani, infatti alcuni docenti preferiscono far iniziare lo studio della chitarra con il tocco appoggiato, altri con quello volante; non ho inserito volutamente le indicazioni di dinamica, in quanto ritengo sia giusto che l alunno, guidato dal docente, le ricavi da una lettura musicale del brano sviluppando fin da subito una personale creatività e interpretazione musicale. Credo che alla fine ognuno possa tranquillamente adattare gli esercizi e i brani alle proprie esigenze tecniche e didattiche. Faccio presente inoltre che l immagine della tastiera, nei vari esempi e nella sezione degli accordi, è stata volutamente inserita a specchio prendendo spunto dall esperienza personale nell insegnamento di propedeutica musicale per i più piccoli. Proporre un esercizio a specchio è il modo più semplice e immediato per spiegarlo e farlo eseguire.
3 Il testo si articola in tre volumi non necessariamente conseguenzali, anzi credo che sia naturale un uso incrociato degli stessi. Nel primo volume vengono trattati fondamentalmente tre argomenti principali: 1) La morfologia della chitarra, per conoscere lo strumento con il quale si suona e le sue principali e forse più famose sorelle la chitarra acustica e elettrica; 2) La presentazione della posizione e dei due tipi di tocco (appoggiato e non app.) con una serie di esercizi e facili melodie monodiche per iniziare a suonare; 3) La presentazione della polifonia sulla chitarra, i bicordi e una serie di esercizi e facili melodie per iniziare a suonare con l accompagnamento dei bassi. Sono presenti inoltre alcuni esercizi interdisciplinari con l Educazione Tecnica e Tecnologia nella sezione della morfologia e con l Educazione Motoria nella parte riservata alla posizione con lo strumento. Nel secondo volume vengono trattate le principali attività legate alla tecnica pura: gli arpeggi (su corde a vuoto, su semplici posizioni fisse, propedeutici per gli arpeggi dell Op. 1 di Giuliani), esercizi per la mano sinistra, le scale (una e due ottave) gli accordi e gli effetti particolari (armonici, pizzicato, rasgueado, ecc.). Il terzo volume infine è dedicato al repertorio. La novità rispetto alle altre raccolte è che si avrà a disposizione una vasta scelta di brani solistici (ca. 200) divisi in tre periodi: Antico ( ), Classico ( ) e Moderno-Contemporaneo ( ); una piccola sezione dedicata alla musica d insieme e inoltre sarà presente una breve storia della chitarra e dei chitarristi, per dare una certa dignità alla nostra disciplina e offrire una visione completa dello strumento agli stessi alunni. Un ringraziamento particolare va all amico Diego Barbalace per i disegni che ravvivano i tre volumi e all amico prof. Giuseppe Delia che ha pazientemente rivisto e corretto le bozze. Con la speranza che tale lavoro possa essere di aiuto ai colleghi che lo adotteranno e un piacevole strumento di studio per gli alunni, vi auguro di cuore buon lavoro. Nicotera, 1 gennaio 2008 La realizzazione di un libro presenta aspetti complessi e richiede particolare attenzione nei controlli. E difficile evitare completamente inesattezze e imprecisioni che spesso prendono evidenza solo dall uso dell opera. L editore e l autore ringraziano sin da ora chi vorrà indicarle. Per segnalazioni o suggerimenti relativi al presente volume scrivere a: info@romolocalandruccio.com oppure info@edizioninovecento.com. Grazie.
4 INDICE Morfologia della chitarra Aspetti generali... LA chitarra classica... Altri tipi di Chitarre... Chitarra acustica... Chitarra elettrica... Costruiamo una chitarra classica... Facciamo Pratica... pag. 2 pag. 3 pag. 6 pag. 6 pag. 7 pag. 9 pag. 11 A lezione di chitarra Le corde a vuoto... pag. 14 Simbologia chitarristica... pag. 14 Facciamo Pratica... pag. 15 Accordiamo la chitarra... pag. 16 La posizione... pag. 18 Facciamo Pratica... pag. 20 La mano destra... pag. 22 Tocco appoggiato... pag. 22 Tocco non appoggiato... pag. 23 Facciamo Pratica... pag. 24 La mano sinistra... pag. 27 Facciamo Pratica... pag. 28 Le pause... pag. 30 La tastiera... pag. 33 Le alterazioni... pag. 33 La scala cromatica... pag. 34 Le note sui primi 5 tasti della chitarra sulla 1 a, 2 a e 3 a corda... pag. 35 Facciamo Pratica... pag. 36 Il pollice... pag. 37 Facciamo Pratica... pag. 37 Le note sui primi 5 tasti della chitarra sulla 4 a, 5 a e 6 a corda... pag. 39 Facciamo Pratica... pag. 40 La legatura di valore... pag ancora sul pollice... pag. 57 La scrittura polifonica... pag. 60 Facciamo Pratica... pag. 62 I bicordi... pag. 66 Facciamo Pratica... pag. 68
5 Elenco brani Giro, giro tondo... Chiaro di luna... Nella vecchia fattoria... Twinkle, twinkle little star... Tanti auguri... Variazione sul tema Là ci darem la mano... Variazioni sul tema Frère Jacque... Il carnevale di Venezia... Ninna nanna di Brahms... White Crhistmas... Tu scendi dalle stelle (per 2 chitarre)... O tannenbaum... Stille nacht (per 2 o 3 chitarre)... The first Nowel... Jingle bells... Alouette... Inno degli angeli (per 3 chitarre)... Sinfonia 40 di Mozart... La cucaracha... Variazioni sul tema Kum ba ya... Ciuri ciuri... Hansel e Gretel... Cicerenella (per 2 chitarre)... Il piave (per 2 chitarre)... Variazioni sul tema Piva, piva... Studio Op. 60 n 3 di F. Sor... Ritorno a casa... Marcia di Radetzky... Piccola suite nostalgica... Melodia popolare russa... Melodia popolare inglese... Variazioni sul tema Oh! Che bel castello... Stella stellina... Variazione sul tema Là ci darem la mano 2... Variazioni sul tema Inno alla gioia... pag. 29 pag. 30 pag. 31 pag. 31 pag. 32 pag. 32 pag. 42 pag. 43 pag. 44 pag. 44 pag. 45 pag. 47 pag. 48 pag. 49 pag. 50 pag. 50 pag. 51 pag. 52 pag. 52 pag. 53 pag. 53 pag. 54 pag. 55 pag. 56 pag. 58 pag. 59 pag. 59 pag. 59 pag. 64 pag. 71 pag. 71 pag. 72 pag. 73 pag. 73 pag. 74
6 4 La Buca e il Ponticello fig. 1 La buca (fig.1) permette l afflusso d aria all interno della cassa armonica e la fuoriuscita del suono. La rosetta è un intarsio decorativo attorno alla buca. fig. 2 Il ponticello (fig.2), a cui viene fissata un estremità delle corde, ha un compito molto importante: trasmettere le vibrazioni delle corde alla tavola armonica tramite l osso del ponte, d osso o di plastica, dove poggiano le corde. Il Fondo Il fondo è il primo ostacolo che incontrano le onde sonore originate dalla tavola armonica. Per questo motivo deve essere costruito con un legno duro, affinché le onde possano riflettersi nel modo più veloce e regolare possibile. Le Fasce Laterali Le fasce laterali solitamente vengono costruite con lo stesso legno del fondo, esse seguono le curvature date dal disegno a otto dello strumento e servono a tenere uniti tra loro il manico, la tavola armonica e il fondo. Il Manico c b a Il manico è formato da: tastiera, paletta e meccaniche. La tastiera viene incollata sulla parte superiore del manico e ospita i tastini o barrette (a) che servono a delimitare i tasti (b). La larghezza dei tasti (non è uguale per tutta la lunghezza della tastiera) diminuisce man mano che ci si avvicina in prossimità della cassa armonica.tale larghezza viene calcolata matematicamente (vedi approfondimento). La tastiera è piatta e più stretta in prossimità del capotasto, mentre si allarga verso la cassa armonica. La larghezza e la lunghezza del manico varia in relazione ai modelli e secondo le preferenze dei liutai.
7 6 ALTRI TIPI DI CHITARRE Chitarra Acustica Abbiamo già accennato che quando parliamo di chitarra acustica s intende sia la chitarra classica che la chitarra folk, ma è anche vero che è uso comune indicare la chitarra folk come chitarra acustica. Essa nacque negli Stati Uniti nei primi anni del 900. L aspetto che differenzia maggiormente la chitarra classica dalla chitarra folk è sicuramente il suono. A determinare la differenza contribuiscono diversi fattori come le dimensioni dello strumento, la forma e le corde. Caratteristiche della chitarra folk Cassa armonica La grandezza della cassa armonica nella chitarra folk è maggiore rispetto alla chitarra classica e questo contribuisce a dare un maggiore volume sonoro. La forma può essere molto simile alla cassa armonica classica, anche se molto più grande, oppure diversa come nei modelli a spalla mancante, a fondo bombato (Ovation), ecc. Manico e Tastiera La tastiera, e di conseguenza il manico, è più stretta, leggermente bombata in alcuni modelli e si attacca alla cassa all altezza del 14 tasto. Paletta e Ponticello Sulla paletta vengono montate delle meccaniche di tipo chiuso, a cui vengono ancorate le estremità delle corde. Al ponticello, invece, le corde vengono infilate negli appositi fori creati, sul ponticello stesso, e bloccate dai piroli, piccoli spilli di plastica dura o legno. Corde La chitarra folk monta corde di metallo che le conferiscono un caratteristico suono brillante e di maggiore volume. Paletta Pirolo Sistema di ancoraggio delle corde Corda Ponticello Ponticello Osso Pallino della corda Interno di una meccanica di tipo chiuso. In questi fori vengono prima infilate le corde che, quando messe in tensione durante l accordatura, verranno bloccate dalla pressione che il pirolo farà contro il pallino della corda stessa.
8 11 Facciamo Pratica 1 Scrivi negli appositi spazi il nome dei vari componenti della chitarra. Interno della tavola armonica
9 18 LA POSIZIONE La posizione qui proposta è più o meno standar per tutti, in quanto si tratta di trovare i punti di contatto tra la persona e lo strumento, di conseguenza il giusto equilibrio per gestire la tecnica delle due mani. Dopo aver stabilito la posizione standard, ognuno dovrà poi trovare la propria posizione in base alle singole caratteristiche fisiche: inclinazione maggiore o minore dello strumento in base alla lunghezza del braccio sinistro, altezza della sedia in base alla lunghezza delle gambe, altezza del poggiapiede, posizionamento dell avambraccio destro in base alla sua lunghezza, ecc.. Prima di prendere lo strumento prova a sederti e sentirti a tuo agio assumendo la posizione sotto indicata. Tenere la schiena dritta. Il femore parallelo al pavimento. Sedersi sulla punta della sedia. Sollevare da terra il piede sinistro tramite il poggiapiedi. Poggiare bene il piede destro a terra. Distribuire bene il peso del corpo su entrambi i piedi. Punti di contatto tra corpo e strumento a) La coscia sinistra è uno dei punti d appoggio fondamentale per tutta la posizione. b) L interno coscia destra deve semplicemente sostenere il peso del braccio destro e non far scivolare verso il basso lo strumento. c) L avambraccio o il gomito, fondamentelmente, equilibrano lo strumento dallo sbilanciamento causato dall azione della mano sinistra e fanno da leva per la mano destra nei suoi spostamenti in verticale. d) Il torace come il punto a è un contatto che serve per la stabilità della posizione. Ad esso bisogna appoggiare solo una minima parte del fondo altrimenti si rischia di bloccare le vibrazioni dello strumento influendo negativamente sul suono e sul volume. c Avambraccio o gomito e fascia superiore b Interno coscia destra e fascia inferiore Torace e fondo (parte superiore) Coscia sinistra e fascia inferiore (rientranza) a d
10 20 13 Collegamenti interdisciplinari con Educazione Motoria e Scienze Indica quale parti del corpo umano, fra quelli sotto indicati, sono direttamente a contatto con la chitarra e le corde nella posizione chitarristica classica. cranio gabbia toracica bacino spalla dx braccio dx avambraccio dx mano dx coscia dx gamba dx piede dx colonna vertebrale coscia sx gamba sx piede sx spalla sx braccio sx avambraccio sx mano sx 14 Scrivi il nome preciso delle zone degli arti (superiori e inferiori) e delle ossa, attive o passive, coinvolte nell attività chitarristica.
11 22 LA MANO DESTRA Iniziamo a trattare la mano destra perché è proprio grazie a questa mano che possiamo far sentire la voce dello strumento: volume e timbro. Questi due parametri sono direttamente legati alla forza e alla direzione che con le dita imprimiamo sulle corde destinate alla produzione del suono: pollice, indice, medio e anulare. Il modo in cui tali dita vengono in contatto con le corde, determinando il suono, viene definito con il termine di tocco. Esistono due tipi di tocco quello appoggiato e quello non appoggiato (libero o volante). Tocco Appoggiato Il gesto del tocco appoggiato si può suddividere in tre fasi che, anche se trattate distintamente, sono parte di un unico movimento del dito. Esse sono: a 1) Il contatto con la corda (p. es. la terza). Questo deve avvenire avendo cura di far partire il movimento di tutto il dito dalla nocca (a). 2) Il passaggio del dito. Esso imprimerà la forza necessaria a far vibrare la corda (terza) per poggiarsi, dopo essersi svincolato, sulla corda soprastante (quarta). 3) Il ritorno alla posizione
12 28 Facciamo Pratica Gli esercizi nn. 27,28 e 29 possono essere utilizzati come esercizi d insieme a 2 o 3 voci. = LA 2 II Suoniamo il LA e il SOL 27 = MI 2 II Suoniamo il MI e il RE 28 = DO 1 I Suoniamo il DO e il SI 29
13 32 Tanti auguri (canto tradizionale) 38 Un altro segno di ritornello Questo segno di ritornello è un pò particolare perché presenta due finali. Ecco come bisogna procedere: 1) si inizia il brano e si arriva al segno di ritornello (battuta n 8); 2) si ripetono le battute dalla n 1 alla n 7; 3) si prosegue escludendo la battuta posta sotto il trattino con il segno 1 (battuta n 8) al suo posto si suonerà la n 9. Variazione sul tema Là ci darem la mano (Wolfgang Amadeus Mozart) Tema 39 Variazione 40
14 LA TASTIERA Come facciamo a trovare tutte le note presenti sulla tastiera e su ogni corda della chitarra? Nel libro di teoria Il Musichese, avevamo spiegato che: sulla tastiera del pianoforte, ogni distanza tra due tasti consecutivi forma un intervallo di semitono (vedi Musichese Vol. 1). Questo concetto può essere riportato anche sulla chitarra, in quanto i suoi tasti sono tutti a distanza di semitono uno dall altro. Pertanto, volendo fare un esempio delle prime 5 note sulla seconda corda, ecco le note che otterremo: 33 SI Scopriamo ora come si applica sulla chitarra lo spostamento causato dalle alterazioni del diesis e del bemolle. I DO RE i I RE MI i DO RE MI Le Alterazioni 1) Diesis = # (sposta la nota di un tasto in avanti alzandola di un semitono) 2) Bemolle = b (sposta la nota di un tasto indietro abbassandola di un semitono) Spostamento in avanti sulla terza corda. Spostamento indietro sulla terza corda. SOL SOL# LA LA# SI DO SOL LAb LA SIb SI DO DO # RE b Come lo stesso tasto nero del pianoforte produce una nota che possiede due nomi differenti, la stessa cosa avviene sulla chitarra; quindi, il tasto del DO Diesis è uguale al RE Bemolle. SI DO DO# REb RE
15 35 Le note sui primi 5 tasti della chitarra sulla 1 a, 2 a e 3 a corda PRIMA CORDA Per gli esercizi pratici sulla chitarra si utilizzeranno le note comprese nella prima posizione (IV tasto), per quelli teorici invece si arriverà fino al V tasto. MI FA FA # SOLb SOL SOL# LAb LA 41 SECONDA CORDA SI DO DO # REb RE RE # MI b MI 42 TERZA CORDA SOL SOL# LAb LA LA# SIb SI DO 43
16 36 Facciamo Pratica 44 Segna sotto ogni nota: il nome, la corda e il tasto della chitarra, dove tale nota può essere suonata (entro il V tasto). SI 3 2 a vuoto 3 IV 45 Scrivi le note date sul pentagramma e sotto, il tasto della chitarra dove si trovano. DO 4 FA 4 SOL 3 RE 4 DO 4 # SI 3 b FA 4 # RE 4 b LA 4 SI 3 SOL 3 # SOL 4 # MI 4 LA 3 b DO 4 SI 3 # LA 3 # MI 4 b SOL 4 b LA 4 b RE 4 # SOL 3 # LA 3 DO 4 b
17 37 IL POLLICE Un attenzione particolare, quando si suona, va dedicata al movimento del pollice della Mano dx., perchè: 1) dopo aver suonato con il pollice, non bisogna mandarlo dentro il palmo della mano, ma farlo ritornare nella sua posizione naturale, cioè leggermente sollevato rispetto all indice; 2) quando il pollice si sposta sulle varie corde, non bisogna alzare o abbassare tutta la mano ma solo il dito. Facciamo Pratica Per un migliore controllo dell apertura e agilità del pollice è bene, inizialmente, eseguire gli esercizi appoggiando le dita a, m e i sulla prima corda
18 45 Nel prossimo brano suona assieme a un tuo compagno. Tu scendi dalle stelle (canto natalizio italiano) 72
19 60 LA SCRITTURA POLIFONICA Gli strumenti musicali si dividono in monodici e polifonici. Quelli monodici (strumenti a fiato e solitamente gli archi) non possono suonare più suoni contemporaneamente, quelli polifonici (chitarra, pianoforte, organo, ecc.) invece sì. I termini MONODICO e POLIFONICO derivano dal greco, il primo da MONOIDÍA [composta da MÓNOS (uno solo) e OIDÉ (canto)] mentre il secondo da POLYPHONÍA [composta da POLYS (molti) e PHONÍA (suoni)]. Applicato alla scrittura chitarristica il termine polifonia indica due o più voci (suoni) eseguiti simultaneamente, ognuno dei quali sviluppa un proprio disegno melodico, naturalmente ogni voce deve essere completa e riempire metricamente tutta la battuta. Le composizioni per chitarra sono generalmente a due o massimo tre voci, ma non mancano esempi di scrittura a quattro voci. Il fatto poi che si possano suonare accordi di sei suoni simultanei, non significa necessariamente che siamo di fronte a un brano a sei voci. Brano polifonico a 2 voci Fernando Sor Op. 31 n 1 Separazione delle 2 voci 1 a voce 2 a voce
20 62 Facciamo Pratica 108 Trascrivi su due pentagrammi il seguente studio a 2 voci di Matteo Carcassi.
21 66 I B I C O R D I Il bicordo è rappresentato da due suoni che devono essere suonati simultaneamente, quindi su due corde diverse: Per suonare i bicordi le dita della mano destra devono fare lo stesso movimento del tocco non appoggiato, ma anziché un solo dito, saranno due dita a muoversi contemporaneamente. Perciò, è importante controllare che il suono delle due note sia assolutamente simultaneo (come se fosse un unico suono). 1) Il contatto con le corde. Questo deve avvenire avendo cura di far partire simultaneamente il movimento di entrambe le dita dalla nocca. 2) Il passaggio delle dita. Esse imprimeranno la forza necessaria a far vibrare le due corde e, dopo essersi svincolate, continueranno il loro movimento verso l interno della mano. Anche in questo caso bisogna sottolineare la necessità che il movimento delle dita parta dalla nocca, altrimenti, si rischia di articolare solo le falangette. Così facendo, si effettua il cosiddetto movimento ad artiglio, che ha come conseguenza un suono piccolo e spigoloso. 3) Il ritorno alla posizione iniziale.
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